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liliana dell'ossoLa professoressa Liliana Dell'Osso (foto a destra), ordinaria di Psichiatria presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa e direttore dell'Unità operativa di Psichiatria dell'Aoup, è stata eletta presidente del Collegio dei professori ordinari di Psichiatria italiani nel corso del 48esimo congresso della Sip-Società italiana di Psichiatria, che si è svolto dal 13 al 17 ottobre a Torino. E' la prima volta che una carica di questo tipo viene assegnata a una donna ed è motivo di orgoglio anche per le ricerche scientifiche di genere condotte negli anni dalla docente.

Il congresso, che riunisce a Torino i massimi specialisti del settore, quest'anno era dedicato a "La salute mentale nel Terzo millennio. Obiettivo, guarigione. Ricerca, innovazione, cambiamenti e limiti". Nell'ambito dei lavori, la professoressa Dell'Osso ha tenuto una relazione sullo spettro autistico.

Fighting infant mortality thanks to artificial intelligence with tools capable of assisting doctors and promptly identifying risk factors in preterm infants. This is the reason the Italian team created PISA (Preterm Infants Survival Assessment), an application to evaluate the survival of preterm infants, now freely available to the international scientific and medical community.

The study which led to the creation of PISA has been published in ‘Scientific Reports’, a journal from the Nature group, and was carried out by researchers from the Department of Computer Science at the University of Pisa coordinated by Professor Alessio Micheli with Davide Bacciu, PhD and the team of neonatologists led by Dr. Luigi Gagliardi from Versilia Hospital (north-west Tuscany health authority).

In order to understand what PISA is and how it works, it is possible to access the website http://pisascore.itc.unipi.it/single-sample-mode/, fill in the required data – for example birth weight, sex or birth mode – and click to receive an answer. However, this simplicity of use belies sophisticated technology based on ‘Machine Learning’, automatic learning, or rather the idea that computers can learn to carry out specific tasks without being programmed to do so, thanks to how they use the data in their possession.

“In order to create PISA,” explains Alessio Micheli, “we took into consideration the data, obviously anonymous, of over 29,000 preterm Italian infants and we used this information to create ‘Machine Learning’ models to obtain a more accurate prediction algorithm than those currently in use at international level, which are, instead, based on classical statistical models.”


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Professor Alessio Micheli and Davide Bacciu, Phd

The study which led to the creation of PISA was, therefore, the first on a worldwide basis to gather such an enormous quantity of data; in particular, the researchers used information from the Italian Neonatal Network, a project which includes 89 hospitals all over Italy with Versilia Hospital as one of the coordinating centres.

“Each year around 4,500 infants are born very preterm, before the 30th week of gestation or weighing less than 1,500g, and while they represent less than 1% of births, they account for more than half the rate of infant mortality in Italy and the developed countries,” emphasizes Luigi Gagliardi. “ PISA, therefore, represents an important tool both in the care of individual patients, and to increase understanding over the causes of mortality, in order to identify more effective therapies, and ultimately to improve the prognosis of this fragile population.”

The creation of PISA, also funded by the University of Pisa thanks to PRA (the University of Pisa Research Project) ‘Metodologie informatiche avanzate per l’analisi di dati biomedici’, is part of the research activity carried out by the Computational Intelligence & Machine Learning group, CIML-Unipi, and includes PhD student Marco Podda who is the co-author of the work.

 

 

 

Combattere la mortalità infantile grazie all’intelligenza artificiale e con strumenti in grado di aiutare i medici a identificare tempestivamente i fattori di rischio nei neonati prematuri. E’ con questo obiettivo che un team tutto italiano ha creato “PISA” (Preterm Infants Survival Assessment), un applicativo per stimare la sopravvivenza dei neonati prematuri, ora a disposizione gratuitamente di tutta la comunità scientifica e medica internazionale e in prospettiva utilizzabile più diffusamente in ambito clinico.

Lo studio che ha portato alla realizzazione di PISA è stato pubblicato su “Scientific Reports”, rivista del gruppo Nature, ed è stato condotto dai ricercatori del dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa coordinati dal professore Alessio Micheli e dal dottor Davide Bacciu e dall’equipe di neonatologi diretta dal dottor Luigi Gagliardi dell’Ospedale Versilia (AUSL Toscana Nord Ovest).

Per avere un’idea di cosa è PISA e di come funziona basta andare sul sito http://pisascore.itc.unipi.it/single-sample-mode/, inserire i dati richiesti – come ad esempio peso alla nascita, sesso o modalità di parto – e cliccare per il responso. Ma tanta semplicità d’uso nasconde in realtà una sofisticata tecnologia basata sul “Machine Learning”, l’apprendimento automatico, ovvero l’idea che i computer possono imparare ad eseguire compiti specifici senza essere programmati per farlo, grazie al modo in cui utilizzano i dati di cui dispongono.


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Da sinistra il professore Alessio Micheli e il dottor Davide Bacciu

“Per realizzare PISA - spiega Alessio Micheli - abbiamo preso in considerazione i dati, ovviamente anonimi, di oltre 29.000 neonati pretermine italiani e li abbiamo utilizzati per creare modelli di "Machine Learning" in modo da ottenere un algoritmo di previsione più accurato di quelli attualmente in uso a livello internazionale, che sono invece basati su modelli statistici classici".

Lo studio che ha portato alla creazione di PISA è stato il primo a livello mondiale a mettere insieme una quantità di dati così ingenti; in particolare i ricercatori hanno utilizzato le informazioni provenienti dalla banca dati del Network Neonatale Italiano, un progetto che coinvolge 89 ospedali in tutta Italia e che è coordinato anche dalla Neonatologia dell’Ospedale Versilia.

“Ogni anno in Italia nascono circa 4500 neonati molto prematuri, sotto le 30 settimane o sotto i 1500 g di peso alla nascita, e sebbene rappresentino meno dell’ 1 per cento delle nascite, essi contribuiscono per più della metà della mortalità infantile in Italia e nei paesi sviluppati – sottolinea Luigi Gagliardi – PISA rappresenta quindi uno strumento importante sia per la cura dei singoli pazienti, che per aumentare la comprensione circa le cause della mortalità, per individuare terapie più efficaci, e in definitiva per migliorare la prognosi in questa popolazione fragile”.

La realizzazione di PISA, finanziata anche con fondi dell’Università di Pisa grazie al PRA “Metodologie informatiche avanzate per l’analisi di dati biomedici”, si inserisce nell’ambito dell’attività di ricerca del gruppo di Computational Intelligence & Machine Learning, CIML-Unipi, che comprende anche il dottorando Marco Podda coautore del lavoro.

 

 

samsung innovation campDopo il successo della prima edizione che ha visto la partecipazione di oltre 4.400 studenti da tutta Italia, torna Samsung Innovation Camp, il progetto sviluppato da Samsung Electronics Italia in collaborazione con Randstad, nato con l’idea di accompagnare gli studenti di una rete di università pubbliche italiane in un percorso formativo sull’innovazione, per trasformare il futuro in presente e accompagnare i ragazzi alla scoperta di nuovi scenari professionali.

Il corso di formazione online è aperto a tutti gli studenti fino al 31 ottobre. Leggi il regolamento.

Il principale obiettivo di Samsung Innovation Camp è trasferire agli studenti competenze complementari a quelle che vengono fornite nei tradizionali percorsi accademici attraverso lo studio delle possibilità offerte dall’innovazione tecnologica e dalla digitalizzazione e grazie al contatto diretto con imprese del territorio. Il coinvolgimento attivo di numerose aziende locali rappresenta la principale novità di quest’anno e darà agli studenti la possibilità di portare innovazione nei settori economici tipici del nostro paese, facilitando il passaggio spesso complesso dal mondo della scuola a quello del lavoro. Grande importanza verrà data anche alle competenze trasversali e alla collaborazione tra studenti appartenenti a corsi di laurea differenti.

“Samsung da oltre 26 anni è impegnata in prima linea per l’evoluzione digitale dell’Italia, promuovendo la diffusione di una cultura dell’innovazione attraverso la nostra tecnologia avanzata”, commenta Mario Levratto, head of marketing & external relations di Samsung Electronics Italia. “Nella nostra posizione di leader di mercato in ambito tecnologico e di digital enabler per il business, sentiamo fortemente la responsabilità di offrire alle nuove generazioni la possibilità di creare il proprio futuro professionale con l’acquisizione di una serie di competenze innovative, sempre più necessarie nello scenario lavorativo attuale. Con Samsung Innovation Camp siamo convinti di aver creato, insieme ai nostri partner e alle università, un ecosistema formativo solido e realmente utile, in grado di offrire ai giovani competenze evolute che contribuiranno a renderli professionisti qualificati e competitivi”.

Ogni studente di Innovation Camp ha la possibilità di creare un mix vincente tra i concetti appresi durante il proprio percorso di studi universitari e le competenze acquisite grazie a questo progetto, nonché di metterle in pratica collaborando direttamente con le aziende.

“Grazie all’accordo siglato con Samsung”, commenta il professor Rossano Massai, delegato al Job Placement dell'Università di Pisa, “i nostri studenti e laureati avranno a disposizione una piattaforma di e-learning costituita da una dashboard di lezioni e contenuti di approfondimento multimediali divisi in 8 moduli da fruire online. Gli argomenti del corso toccano i temi più interessanti dello scenario digitale contemporaneo dal business al digital marketing passando per tecnologie, analytics e cyber- education e sono integrati da testimonianze di professionisti e da casi di successo. In un mercato in continua evoluzione, le competenze digitali sono sempre più richieste, indipendentemente dal settore di business e dal ruolo che i futuri neolaureati andranno a ricoprire in azienda”.

I migliori 60 studenti classificati in base al punteggio ottenuto in tutti i test degli 8 moduli potranno accedere alla seconda fase di formazione in aula, dove potranno seguire le lezioni tenute da un docente dell’ateneo, che approfondirà i contenuti affrontati nei corsi online, e da professionisti Samsung, Randstad e Accenture che terranno degli interventi formativi rivolti agli studenti. Durante le lezioni, le aziende provenienti dal territorio dove ha sede l’università e coinvolte nel progetto assegneranno ciascuna un project work da sviluppare che riguarderà l’innovazione nel proprio settore di operatività. Gli studenti potranno svolgere il project work come singoli o riunendosi in gruppi di lavoro di massimo tre persone. Ogni azienda ospiterà gli eventi finali durante i quali lo studente o il gruppo vincitore presenterà il proprio lavoro ai dipendenti, ai rappresentanti di Samsung e a quelli dell’ateneo.

“Innovazione, digitalizzazione, futuro: sono queste le parole chiave che costituiscono il contesto del progetto Samsung Innovation Camp, di cui Randstad è partner“ - commenta Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad Italia. – “Il progetto rappresenta un esempio concreto di come le imprese possano affrontare la digital transformation e la formazione di figure nuove sul mercato. La digitalizzazione va “agita” anche dalle aziende per potere offrire servizi e strumenti sempre più innovativi ed efficaci. Il nostro sistema economico deve essere sempre più competitivo ed è nostro compito valorizzare e aiutare i giovani ad affrontare le sfide future, che saranno in gran parte nel campo digitale”.

Baciata da una splendida giornata di sole, domenica 14 ottobre, si è svolta in un clima festoso la 12ma edizione della Cetilar Pisa Half Marathon che ha visto la partecipazione di circa 3000 persone, tra atleti e runner appassionati. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione per Donare la vita Onlus - nata per assistere i pazienti coinvolti in terapie complesse assieme alle loro famiglie e per promuovere e incoraggiare la cultura della donazione d'organi - in collaborazione con il Gruppo Podistico ASD Leaning Tower Runners e con il supporto di PharmaNutra SPA e il suo brand Cetilar. L’Università di Pisa è stata, come lo scorso anno, parte del Comitato organizzatore della manifestazione.

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Prima dello start in via Contessa Matilde, dopo l’esibizione del gruppo di musici e sbandieratori di Pisa, capitanato da Antonio Pucciarelli, il presidente del Consiglio comunale, Alessandro Gori, insieme all’onorevole Donatella Legnaioli e agli assessori Gianna Gambaccini e Giovanna Bonanno, hanno consegnato due targhe a Gabriele Salvadori, presidente del coordinamento dei Volontari della Toscana, e a Ugo D’Anna, comandante dei Vigili del Fuoco in riconoscimento dell’opera svolta nel recente incendio dei Monti Pisani.

Per il secondo anno consecutivo la mezza maratona ha visto la vittoria del keniota Paul Tiongik, con il tempo di 1h03m43s, davanti al pisano Daniele Meucci, il testimonial di questa Cetilar Pisa Half Marathon, che ha chiuso al secondo posto in 1h06m, e all'altro keniota Jonathan Kosgei Kanda in 1h07m52s. Daniele Meucci ha deciso di rientrare alle gare proprio a Pisa dopo l’infortunio che gli ha impedito di difendere il titolo di Campione d’Europa di Maratona a Berlino e che non gli ha consentito di allenarsi per molte settimane. Quindi un ottimo rientro che offre concrete speranze di rivedere presto Daniele ai suoi consueti, straordinari, livelli.
Tra le donne, netta affermazione per la ruandese Primitive Niyirora, che ha fermato il cronometro in 1h17m20s precedendo sul traguardo Laura Giachi (1h25m5s) e la pisana Ilaria Bianchi (1h26m2s). Nella staffetta competitiva, una delle novità di questa edizione, il successo è andato ai Carabinieri con Mattia Moretti e Stefano La Rosa, primi in 1h08m2s.

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Alla premiazione sono intervenuti il rettore Paolo Mancarella e il prorettore con delega alla Attività sportive, Marco Gesi, il prefetto Angela Pagliuca, il direttore medico di presidio dell'AOUP, Mauro Giraldi, il presidente dell’Associazione per Donare la vita Onlus, Giuseppe Bozzi, il presidente di Pharmanutra, Andrea La Corte, il direttore scientifico di Pharmanutra, Germano Tarantino, e l’ex calciatore Roberto Mussi, già vice-campione del mondo nel 1994 e vincitore di una Coppa dei Campioni.

Tra i premiati anche i primi tre studenti dell’Università di Pisa (Marco Mazzei, Amsalu Adugna Tesfamichael e Lorenzo Pettinari), i primi tre dipendenti universitari (Giuseppe Viola, Stefano Barsali e Paolo Ferragina) e i primi tre dipendenti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana (Antonio Patalani, Paolo Chiarugi e Vittorio Perrone). In campo femminile sono risultate vincitrici Manuela Tosques e Raffaella Menconi, rispettivamente prima e seconda tra le dipendenti universitarie (nella foto in basso con il rettore e il professor Gesi), e Elisabetta Gemignani, prima delle dipendenti dell'AOUP.

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"La manifestazione - ha commentato il professor Ugo Boggi, coordinatore dell'iniziativa - è andata oltre ogni più rosea previsione. Ogni anno impariamo qualcosa e cerchiamo di migliorare. Per quest’anno, ad esempio, abbiamo realizzato due mascotte (una torre di Pisa, simbolo nel mondo della nostra città, e un cuore a puzzle, simbolo dell’Associazione per Donare la vita Onlus) che hanno animato e rallegrato la partenza e l’arrivo. L’EXPO pre-gara è stato realizzato nella magnifica cornice degli Arsenali Repubblicani. Stiamo già pensando a come rendere ancora più bella l’edizione 2019 e come coinvolgere ancora di più la città e la nostra Università. È infatti auspicabile che il messaggio solidale che vogliamo convogliare raggiunga tutti, ma è soprattutto importate che raggiunga i giovani, e quindi in modo specifico gli studenti del nostro Ateneo. Quest’anno per spingerci ancora oltre in questo concetto, per la prima volta, abbiamo organizzato una marcia ludico motoria, denominata BlueBay Running School, destinata agli studenti delle scuole pisane. Anche questa manifestazione, fortemente supportata dal Provveditorato, ha avuto un grande successo e noi vorremmo riproporla e potenziarla il prossimo anno. Vorrei anche esprimere la mia gratitudine a Daniele Meucci, ex-studente e dottore di ricerca della nostra Università, che ha deciso di rientrare alle gare a Pisa dopo il lungo recente infortunio. Daniele è un atleta e una persona straordinaria. Considerando i mesi che lo separano dalla ripresa dell’attività agonistica maggiore in primavera, questa prestazione lascia tutti ottimisti per una stagione 2019 ricca di grandi successi. L’appuntamento è per tutti al prossimo anno”.

 

È stato assegnato al professor Emo Chiellini, già ordinario di Fondamenti chimici delle tecnologie dell’Università di Pisa ora in pensione, il Premio Natta 2018 per il fondamentale contributo dato allo sviluppo della scienza e tecnologia dei materiali polimerici, polimeri biodegradabili e per le numerose applicazioni in altri settori (biomedici, farmaceutico e ambientale) scaturite dalle sue ricerche. Il riconoscimento è stato consegnato sabato 13 ottobre, in una cerimonia che si è tenuta al Palazzo Roverella di Ferrara.

Supportato da LyondellBasell, il Premio “Giulio Natta” per la Chimica viene assegnato ogni anno a un ricercatore senior affermato che con la sua attività scientifica si sia distinto e abbia contribuito positivamente a migliorare la qualità della vita e lasciato un segno tangibile nella nostra civiltà. Il premiato viene selezionato a livello internazionale da una giuria scientifica, composta da affermati ricercatori del settore.

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Emo Chiellini, laureato in Chimica nel 1963 all’Università di Pisa nell’ambito del gruppo di ricerca del professor Piero Pino, uno dei principali collaboratori del professor Giulio Natta, ha svolto la sua carriera accademica al dipartimento di Chimica e chimica industriale dell’Università di Pisa e in università europee ed extracomunitarie quali University of Liverpool (UK), Moscow State University (Russia),University of Massachusetts ad Amherst (USA), University of Sao Paulo a San Paolo & Campinas (Brazil), University of Nagasaki (Japan) e University of Mogadiscio (Somalia).

Nel 1980 è stato nominato professore ordinario di Fondamenti chimici delle tecnologie alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, dove ha insegnato fino al 2010 tenendo corsi di Insegnamento in Chimica generale, Chimica organica e Scienza e tecnologia dei materiali. La passione per la ricerca fondamentale e applicata alla risoluzione dei problemi industriali e ambientali, ha portato il professor Chiellini a sviluppare ricerche innovative nel campo dei polimeri biodegradabili e a studiare le loro applicazioni tecnologiche nella creazione di nuovi materiali da impiegare in ambito biomedico e ambientale.

La passione e l’entusiasmo per la ricerca non è stata però disgiunta dalla capacità di trasferire i risultati scientifici in attività accademiche e industriali. È stato fondatore e presidente del corso di dottorato in Biomateriali della scuola di dottorato in Scienze biologiche e molecolari “BIOS” dell’Università di Pisa. È stato fondatore e direttore del laboratorio interdisciplinare sui materiali polimerici bioattivi per applicazioni biomediche e ambientali presso il quale hanno operato ricercatori con competenze nella scienza e tecnologia dei materiali, chimica organica, ingegneria chimica, scienza dei materiali, tecnologie farmaceutiche, microbiologia e chimica ambientale. È stato tra i promotori della fondazione e membro del Consiglio scientifico del “Consorzio Interuniversitario Nazionale di Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM)”. È stato ed è tuttora, nella sua posizione di presidente della Startup LMPE srl (www.lmpe.eu) spin-off del Consorzio INSTM, responsabile di numerosi contratti di ricerca finanziati da industrie dalla Comunità Europea e dalla Regione Toscana.

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È autore di più di 500 pubblicazioni, titolare di 35 brevetti. Ha presentato più di 300 conferenze a invito in istituzioni scientifiche e industrie. È editore/co-editore di 20 libri ed è stato membro dell’Editorial Board di diverse riviste scientifiche internazionali nel campo dei polimeri. È stato organizzatore di numerosi meeting incluso il World Conferences on “Liquid Crystals” (1992), il “Biodegradable Polymers & Plastics” (2002), la Gordon Research Conference (GRC) “On Biodegradable Polymers”(1997) e di due Simposi della Società Chimica Americana(ACS) su “Polimeri Bioattivi”(2000) e “ Relazione Proprietà/Struttura in Polisaccaridi”(2007). 
Particolarmente degna di nota è stata la sua partecipazione, dal 1996 al 2008, al gruppo dell’United Nations Industrial Development Organization (UNIDO), impegnato nel programma relativo allo “Sviluppo sostenibile nei paesi in via di sviluppo e paesi in transizione” focalizzato principalmente su materiali polimerici e relativi manufatti plastici ecocompatibili.

Nella foto in alto: il professor Emo Chiellini (a sinistra) con Antonio Mazzucco, direttore del Centro Ricerche Giulio Natta di Ferrara.
Nella foto in basso: un momento della cerimonia.

Sono arrivati con le bandiere dei loro paesi 19 nuovi studenti del progetto Inclinados hacia América Latina, ragazzi provenienti da Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Honduras, Perù e Venezuela che per i prossimi due anni frequenteranno un corso di laurea magistrale all’Università di Pisa.

Grazie a una borsa di studio e altre agevolazioni, potranno seguire le lezioni nei vari dipartimenti e frequentare un corso di italiano al CLI, seguiti da una tutor madrelingua, Belkis Hernández, in servizio presso l'International Office del rettorato.

Il progetto “Inclinados hacia América Latina”, giunto al sesto anno, è promosso direttamente dall’Università di Pisa per facilitare l'accoglienza di cittadini latinoamericani interessati all'offerta didattica di II livello proposta dall’Ateneo. Fino ad oggi sono 94 i ragazzi che hanno preso parte al progetto, che ha preso avvio nell’anno accademico 2012/2013.

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Laura Nelli e Belkis Hernández dell'Ufficio internazionale accolgono i ragazzi in rettorato.

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“Non è una rivoluzione digitale: è una insurrezione generata dalla rivoluzione mentale. È inutile chiedersi quali danni al nostro cervello possono fare lo smartphone o il tablet ma capire da quali cervelli è stato prodotto per accettarne la straordinarietà”. Così Alessandro Baricco al Teatro Verdi di Pisa in uno dei tanti eventi dell’edizione 2018 di Internet Festival, che si è conclusa domenica 14 ottobre nella città toscana. L’autore ha tracciato, nel presentare il libro “The Game”, il percorso “su come comprendere e accettare il nuovo mondo in cui viviamo, che è destinato a cambiare sempre più rapidamente”.

L’edizione di quest’anno, da giovedì 11 a domenica 14 ottobre, è stata dedicata all’esplorazione delle molteplici declinazioni dell’intelligenza, umana e non umana. Centinaia gli eventi, le presentazioni, gli incontri e le novità del futuro prossimo di #IF2018: dal primo drone per il trasporto di sangue all’algoritmo per migliorare l’analisi delle partite di calcio, dalla blockchain ai nuovi diritti, dalla cybersecurity alla datacrazia, dagli animali cibernetici agli influencer sui consensi politici, fino alle star della Rete, come la giovanissima Elisa Maino. Per quattro giorni decine di relatori da tutto il mondo si sono confrontati sull’accelerazione tecnologica della nostra epoca.
Oltre ai 250 eventi diffusi in tutta la città, il festival ha viaggiato online con oltre 15.400 dispositivi connessi alla rete dedicata, grazie all’infrastruttura di DevItalia, con 350 access point wifi. Circa un terabyte il totale dei dati scaricati (pari a 260 dvd, abbastanza da contenere l’intero progetto di Wikimedia), 16.700 le pagine web, di cui oltre la metà sui social network (Facebook, Instagram, Twitter, ecc.), un quarto circa in streaming (Youtube, Skype, ecc.) e il restante in chat e altre tipologie.

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“Il concetto dell’intelligenza connettiva – ha raccontato il massmediologo Derrick de Kerckhove durante il Festival – è diventato obsoleto. La connessione è l’anima dell’intelligenza, ma il concetto non teneva conto del legame con l’intelligenza artificiale. I nostri dati e i nostri argomenti sono oggi trattati da qualcosa fuori di noi. La Rete oggi è totalmente controllata dagli algoritmi, ma essi contengono un sacco di pregiudizi, capaci di fare danni. Serve un’etica dell’algoritmo”. “È indispensabile un illuminismo digitale per restituire dignità alla Rete”, ha suggerito il blogger dissidente iraniano Hossein Derakhshan, conosciuto con il nickname di Hoder.

Di intelligenza collettiva ha invece parlato Dino Pedreschi, dell’Università di Pisa, pioniere della Big Data Analytics. “L’intelligenza artificiale? In realtà non è altro che un’intelligenza collettiva: bisogna fornire moltissimi esempi alla macchina per avere una risposta realistica. Ma se facciamo introiettare alla macchina milioni di casi giudiziari, ad esempio, questa introietterà anche tutti i pregiudizi che hanno fatto la storia giudiziaria (razziali, di genere, ecc.). Le macchine imparano anche i nostri errori, ma non sono in grado di distinguerli”. Più ottimista Roberto Pieraccini, Director Engineering di Google, che prevede che nel futuro “faremo come i Greci 2000 anni fa: ci occuperemo di filosofia, arte e matematica, mentre i robot si occuperanno delle cose pratiche”.

Sempre grande attualità il dibattito attorno alle fake news e alla manipolazione dei dati personali sul web. “La verità è morta? No, ma è necessario un esercizio di equilibrio tra informazione corretta, approfondita, verificata e la velocità delle piattaforme”, ha dichiarato Salvatore Ippolito, amministratore delegato di AGI. “La maggior parte di noi oggi – ha fatto eco Vesselin Popov, direttore sviluppo business dello Psychometrics Center dell'Università di Cambridge - è consapevole che il nostro comportamento online è ampiamente monitorato per scopi che vanno dal marketing alla sicurezza nazionale, ma pochi sanno che questi strumenti di monitoraggio stanno rapidamente sviluppando una capacità di valutazione psicologica senza precedenti”.

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L’ottava edizione di Internet Festival è stata segnata dalla presentazione del progetto SIRIP – Sino-Italian Research and Industrial Park – Zhangqui Italian Citadel, che coniugherà spazi residenziali, shopping mall e un hub tecnologico in uno spazio di 70 ettari. Da segnalare anche l’inaugurazione del primo Centro regionale in Italia sulla cybersecurity, promosso dalla Regione Toscana e costituito dalle Università di Firenze, Pisa e Siena con Imt di Lucca e IIT-CNR, che sosterrà PMI e pubblica amministrazione nell’implementare i livelli di sicurezza informatica. Nel corso del Festival si è tenuto inoltre l’appuntamento conclusivo del tour in 10 tappe di Toscana Digitale. “Per troppi anni – ha spiegato l’assessore regionale Vittorio Bugli - si è vista l’innovazione come un tema per soli addetti ai lavori. Vogliamo costituire una comunità per far diventare il digitale la soluzione dei problemi di tutti i giorni e un alleato che semplifichi la vita quotidiana”.

Solo posti in piedi nelle sessioni alla Scuola Sant’Anna sui diritti e l’intelligenza artificiale (dove si è capito che già legali e magistrati fanno ampio ricorso a tecniche digitali predittive) e sulla blockchain, che il segretario della Fim Cisl Marco Bentivogli ha delineato come “uno strumento di democrazia davvero partecipato”.

Bagno di folla per i fenomeni della Rete Elisa Maino, “Muser” quindicenne da oltre 3 milioni di follower, Federica Cacciola alias Martina Dell’Ombra e Oobah Butler, giornalista britannico che si è inventato un ristorante inesistente capace di scalare la classifica di TripAdvisor.

Alle Logge dei Banchi "Forme di Pace", installazione multimediale realizzata da Emergency per IF2018, che consente di esplorare le attività all’interno dei suoi ospedali in Afghanistan. Ogni ambiente sarà dotato di supporti tecnologici e multimediali.

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Grande successo anche per il cartellone più prettamente culturale, che ha riempito il Teatro Verdi con i concerti di Paolo Angeli con il progetto sui Radiohead 22:22 in prima nazionale, e con il concerto della storica band tedesca di musica elettronica Tangerine Dream.

Divertente e affollata la presentazione presso Mixart dei risultati della Game Jam, che ha visto confrontarsi sviluppatori, designer e creativi. Grande attenzione anche in Camera di Commercio per la Soccer Data Challenge, sfida dedicata agli appassionati di dati e calcio, per trovare soluzioni in grado di migliorare le performance in campo. Sold out, sempre alla Camera di Commercio, anche il convegno sulle opportunità offerte dai Big data ed i seminari operativi per le PMI su SPID e Cassetto Digitale dell’imprenditore, fattura elettronica e MEPA. Molto gettonati gli incontri ospitati al Museo degli Strumenti per Calcolo sull’evoluzione dell’assistente vocale e di come le tecnologie linguistiche stanno cambiando il modo in cui si interagisce con i sistemi informatici.

Grande partecipazione e interesse ha suscitato il Cybersecurity Day, con la presentazione ufficiale del primo Osservatorio nazionale sulla Cybersecurity voluto da Iit-Cnr e da Registro .it e il lancio di un nuovo video divulgativo sul tema della sicurezza informatica, a firma di quest'ultimo. Decine di studenti hanno partecipato inoltre alle attività della Ludoteca del Registro.it sul tema della cybersecurity così come sono andati sold out i panel e i workshop sulla digitalizzazione delle imprese organizzati da Registro.it e ospitati presso la Camera di Commercio.

Boom di partecipanti infine per i T-Tour, dedicati agli studenti, compresi i laboratori per bambini da 0 a 6 anni, realizzati per la prima volta nella storia di IF. Altra novità di questa edizione 2018 l’#OraFelice, ciclo di “aperitivi intelligenti”, capaci di mettere in evidenza il lato smart dell’universo food: molto apprezzata la performance sul 1968 dei Sacchi di Sabbia.

Simone Antonelli, Matteo Baldi, Federico Dalla Battista, Diletta Finocchi e Andrea Raffagnagi sono gli allievi del master in Marketing Management dell’Università di Pisa che Unicoop Firenze ha premiato in occasione della quarta edizione del Premio Project Work. La cerimonia si è svolta lo scorso 12 ottobre nell’auditorium delle Officine Garibaldi a conclusione dell’XI edizione del master.

Per Unicoop Firenze la giuria era composta da Andrea Timpano, responsabile marketing, Andrea Frediani, direttore logistica, Viviana Bucaletti e Rossella Molinari della direzione risorse umane. A completare la commissione c’erano il direttore del master Daniele Dalli e il vice direttore Alessandro Gandolfo, oltre a Lorenzo Lupi, trade marketing manager in Lucart, presente in qualità di uditore.

 

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Da sinistra: Lorenzo Lupi, Alessandro Gandolfo, Andrea Timpano, Andrea Frediani, Rossella Molinari, Viviana Bucaletti, Daniele Dalli, Matteo Baldi, Diletta Finocchi, Simone Antonelli, Federico Dalla Battista, Andrea Raffagnagi

Dopo le edizioni con Barilla, Sammontana e Decathlon, quest’anno gli allievi del master sono stati chiamati a sviluppare un progetto di comunicazione rivolto ai soci attuali e potenziali per Unicoop Firenze. L’iniziativa si colloca nell’ambito della strategia di Unicoop per diffondere e sostenere i propri valori presso il pubblico, con particolare riferimento alla sostenibilità, l’autenticità e il rapporto con il proprio territorio. La nuova edizione del master in Marketing Management ripartirà il 30 novembre, per iscriversi c’è tempo sino al 5 novembre.

 

 

Taglio del nastro a Pisa per la sede del Centro di competenza per la cybersecurity, primo e unico al momento in Italia. Le stanze che occuperà sono quelle all'interno di una palazzina nel parco dei Vecchi Macelli, che condividerà con un incubatore di spinoff e startup già attivo da qualche tempo e il Museo degli strumenti del calcolo, che ospita tra l'altro il primo calcolatore italiano nato negli anni Cinquanta del Novecento con il contributo del pubblico: un computer – o meglio una calcolatrice elettronica, la Cep - che allora occupava un'intera stanza e la cui potenza di calcolo era inferiore a quella che oggi sta nelle nostre tasche, in un cellulare, o negli apparecchi di domotica. Passato, presente e futuro dunque in un unico luogo.

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A Pisa, nei Vecchi Macelli, ci sono gli spazi anche per ospitare iniziative di formazione. Un'altra sede del centro sarà a Firenze, presso il Tix della Regione e si occuperà nello specifico della sicurezza nella pubblica amministrazione. L'inaugurazione si è svolta nell'ambito di IF2018, l'Internet Festival che da giovedì fino a domenica, per quattro giorni, sta animando in modo diffuso la città in dieci diversi luoghi.

"La cybersecurity è un tema che diventerà importantissimo nei prossimi anni e che oggi in troppi sottovalutano – spiega l'assessore all'innovazione della Toscana, Vittorio Bugli -. In un momento in cui i dati della pubblica amministrazione stanno sempre più on line e quelli delle aziende con l'industria 4.0 pure, e sono destinati ad aumentare con l'incremento del rapporto con il pubblico, si rischia in pochi secondi di perdere un patrimonio costruito nei decenni: patrimonio aziendale e di conoscenze, dei cittadini e della pubblica amministrazione".

"Avere una squadra formata da tutte le università toscane, dal Cnr e dalla Regione all'interno di un centro di competenza che noi abbiamo finanziato nella parte iniziale - aggiunge – credo che sia fondamentale. È la prima esperienza in Italia, proviamo volentieri a fare da modello".

Il centro sarà una sorta di think tank, luogo di progettazione delle strategie della coalizione fra Regione, Università di Firenze, Pisa e Siena, Scuola Imt Alti Studi Lucca e Cnr. Ma sarà anche un luogo a cui imprese e pubbliche amministrazioni potranno rivolgersi e presso il quale potranno essere formate le professionalità adeguate.

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La cybersecurity è un asset fondamentale della nostra società. Spesso non siamo consapevoli dell'enorme scambio di dati e di informazioni che avvengono sulla rete attraverso gli oggetti che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni, attraverso i servizi on line e gli applicativi che girano sul cloud. E si moltiplicheranno nel futuro. Il centro regionale nasce per proteggere questi dati e queste informazioni. "Mettersi in sicurezza - sottolinea Bugli - non è solo una necessità tecnologica, ma un tassello fondamentale per garantire i dati personali, la piena operatività aziendale e la vita sociale. Gli attacchi informatici riguardano tutti oramai. Le contromisure ci sono, ma scarsa è la percezione del rischio".

Università toscane e Cnr, sotto l'ombrello della Regione, metteranno in comune le loro esperienze scientifiche e capacità tecnologiche, i loro laboratori, metodi, strumenti e capitale umano a vantaggio dell'intero sistema toscano, pubblico e privato. Sarà un luogo di studio ma anche di elaborazione di strategie.

All'inaugurazione oggi sono intervenuti, oltre all'assessore Vittorio Bugli, i rettori dell'Università di Pisa Paolo Mancarella e dell'Università di Siena Francesco Frati, Rosario Pugliese su delega del rettore dell'Università di Firenze, il direttore della Scuola Imt di Lucca Pietro Pietrini e il direttore Iit-Cnr Domenico Laforenza, ovvero i firmatari del protocollo che ha dato il via, a febbraio, alla creazione del centro regionale. La Regione garantirà 500 mila euro l'anno per la fase di avvio. (Fonte Regione Toscana).

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