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Thursday, 5 July, in Amman, in the presence of Professor Adel Tweissi, Jordanian Minister of University and Scientific Research, Giovanni Brauzzi, Italian Ambassador to Jordan, and Professor Maashhoor Al-Refai, President of the Princess Sumaya University for Technology a delegation from the University of Pisa, led by Professor Francesco Marcelloni, Pro-Rector for Cooperation and International Relations, signed a detailed cooperation agreement with the Royal Scientific Society (RSS) of Jordan. The President of the RSS, H.R.H. Princess Sumaya bint Hassan, participated in the ceremony and signed the protocol herself.

The Pisan delegation also comprised Professor Umberto Desideri, Director of the Department of Energy, Systems, Territory and Construction Engineering and Professor Nicola Perilli of the Department of Civil and Industrial Engineering and was accompanied by Carlo Volpi, Director of Research and development of Omnia Group, a Tuscan ICT enterprise present in Jordan through industrial and institutional partnerships.

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The agreement envisages strengthening the scientific collaboration, cooperation and interaction between the two institutions in different disciplines, through the mutual exchange of students and teachers, joint research activities, participation in research projects and technology transfer. In particular it targets IT infrastructures and ICT solutions, modeling and assessment of surface and underground water quality, the use of unconventional water resources, the development of social marketing techniques to promote water and energy conservation, the vulnerability of surface and underground water to pollution, the preservation of Mediterranean ecosystems, monitoring, forecasting and mitigation of the effects linked to climate change, and the economic and social impact of refugee flows.

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"I thank Professor Nicola Perilli and Carlo Volpi" - Prof. Marcelloni says - "for the initial contacts with Professor Hanan Malkawi, vice-president of RSS and the engineer Tareq Hasan, vice president of Princess Sumaya University, and networking that led us today, after a few months of work, to sign this agreement that allows the University of Pisa to collaborate with one of the most prestigious research and technology transfer institutions in the Middle East. I thank Princess Sumaya for her great availability and vision of the horizons of scientific collaboration, and our ambassador, Giovanni Brauzzi, whose presence at the event gave visibility to the important Italian presence in the scientific field in Jordan. I am convinced that this is the beginning of a fruitful collaboration, which will allow us, in particular, to present joint project proposals, for example to the European Commission, projects that Professors Desideri and Perilli are already developing with their RSS colleagues".

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image copy copy copy copy copy copy copy copy copy copyL’Università di Pisa istituisce una borsa di dottorato in Scienze politiche intitolata a Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano dell’Università di Cambridge, torturato e ucciso al Cairo il 25 gennaio 2016. L’Ateneo pisano ha recepito l’invito della CRUI che, lo scorso gennaio, accogliendo la richiesta di numerose organizzazioni di dottorandi, ha avanzato la proposta di destinare in tutte le università italiane una borsa di dottorato alla memoria di Giulio Regeni, per ricordarne e commemorarne l’impegno, a costo della sua stessa vita, per la libertà della ricerca. 

L’iniziativa è stata presentata in rettorato mercoledì 11 luglio dal rettore Paolo Mancarella, dalla prorettrice vicaria Nicoletta De Francesco, presidente della Fondazione premi, borse di studio e provvidenze dell’Università di Pisa che ha finanziato la borsa, dalla professoressa Marcella Aglietti, delegata per il dottorato di ricerca, e dalla professoressa Elena Dundovich, coordinatrice del dottorato di ricerca in Scienze Politiche.

«Da subito ho ritenuto l’iniziativa della CRUI importante e degna di essere recepita – ha commentato il rettore Paolo Mancarella – Ho proposto di istituire anche a Pisa una “borsa di dottorato Giulio Regeni”, così come avevano già fatto molti altri atenei italiani (solo per ricordarne alcuni Bologna, Milano Statale, Napoli Federico II) e proprio in analogia con quanto fatto altrove, ho suggerito che la borsa fosse dedicata ai temi dei quali Regeni si occupava, e quindi di bandire un progetto di ricerca a tematica vincolata, a carattere internazionale e interdisciplinare di area politico-sociale, da assegnare al dottorato di Scienze politiche. La particolarità di Pisa è che la borsa istituita è totalmente nuova e va ad aggiungersi alle altre già attive al dipartimento».

La borsa di dottorato “Giulio Regeni”, il cui oggetto è “Attori e dinamiche nazionali e internazionali nei cambiamenti di regime politico in un mondo globalizzato”, è rivolta a progetti di ricerca dedicati all’approfondimento del complicato intreccio tra istituzioni nazionali e internazionali, nonché tra soggetti politici e religiosi, al fine di giungere a una migliore comprensione della trasformazione dei sistemi politico-istituzionali. L’ambito geopolitico di ricerca potrà riguardare il Medio Oriente e il Nord Africa così come altre aree interessate da questo tipo di fenomeni.

«Dal punto di vista scientifico la borsa di studio intitolata a Giulio Regeni si inserisce in maniera armonica nel contesto degli studi e delle ricerche scientifiche condotti dal dottorato di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, caratterizzato da un taglio multidisciplinare che incentiva la ricerca nel campo delle discipline attinenti alla sociologia, alla storia e alla cultura politica», ha aggiunto la professoressa Elena Dundovich.

«L’auspicio è che la borsa “Giulio Regeni” possa essere assegnata ogni anno a un settore disciplinare diverso – conclude la professoressa Marcella Aglietti – Il miglior modo di ricordare Giulio Regeni è incentivare i nostri giovani nello studio di tematiche affini ai suoi ambiti di interesse. Per questo la borsa sarà destinata a progetti di dottorato dedicati alla ricerca in ambito di cooperazione e sviluppo in Paesi extraeuropei, di diritti umani, di risoluzione dei conflitti».

Il bando per presentare il proprio progetto di ricerca è disponibile sul portale dei dottorati di ricerca http://dottorato.unipi.it. La scadenza è il 25 luglio.

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Nella foto, da sinistra: Elena Dundovich, Paolo Mancarella, Marcella Aglietti e Nicoletta De Francesco.

Ha festeggiato i suoi primi 40 anni la rivista "Egitto e Vicino Oriente", fondata nel 1978 e da allora diretta da Edda Bresciani, Professore Emerito dell'Università di Pisa. In questa occasione la rivista, che è edita dalla Pisa University Press, si presenta con un inedito disegno di copertina color oro.
La ricorrenza è stata celebrata martedì 10 luglio, a Palazzo alla Giornata, nell'ambito di una cerimonia organizzata dalla Pisa University Press, alla quale sono intervenuti il rettore Paolo Mancarella, la prorettrice vicaria Nicoletta De Francesco, il direttore generale, Riccardo Grasso, il direttore del dipartimento di Civiltà e forme del sapere, Pierluigi Barrotta, le professoresse Alessandra Avanzini e Marilina Betrò, il professor Gianluca Miniaci, il ricercatore Paolo Marini e altri giovani docenti, oltre all'amministratore unico della casa editrice dell'Ateneo, Claudia Napolitano. Era presente la professoressa Edda Bresciani, alla quale sono legate molte delle fortune degli studi egittologici pisani, che costituiscono uno dei settori di maggior prestigio dell'Ateneo.

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"Ero già Ordinaria da dieci anni - ha ricordato la professoressa Edda Bresciani - quando decisi, con un certo coraggio, di fondare una rivista egittologica pisana: il nome 'Egitto e Vicino Oriente' mi sembrò efficace; il disegno sulla copertina, bi-diviso, mostrava le due anime delle nostre ricerche nell’ambito del dipartimento. Tolsi il disegno da una tavola dei 'Monumenti' di Ippolito Rosellini, il fondatore dell’Egittologia pisana, anzi italiana, anzi mondiale, che per primo nel 1826 insegnò Egittologia a Pisa. Fondai la rivista registrandola a mio nome, ma con l’intenzione di non conservarla tale. Infatti mi consultai con il rettore del tempo, il professor Ranieri Favilli, e cedetti contrattualmente la rivista per la cifra simbolica di una lira, stabilendone la direzione a me stessa a vita. Così nel 1978 uscì il primo numero".

"La rivista - ha sottolineato il rettore Paolo Mancarella - è nata con l'obiettivo di diffondere i risultati scientifici raggiunti nell'allora Istituto 'Ippolito Rosellini', poi Dipartimento di Scienze storiche del mondo antico, al cui interno la tradizione di studi egittologici veniva progressivamente affiancata dalle discipline orientalistiche, archeologiche e filologiche. Sin dagli inizi, dunque, la rivista si è caratterizzata per la pluralità d'interessi, oltre che per l’apertura ai giovani ricercatori e agli studiosi di altre università, con una significativa presenza di autori stranieri. Ben presto è diventata voce autorevole e accreditata sia a livello nazionale che internazionale, e oggi la sua raccolta è custodita in molte biblioteche universitarie di tutta Italia".

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Il professore Giovanni Vozzi dell’Università di Pisa è stato eletto di tesoriere dell’International Society for Biofabrication (ISBF), un’organizzazione scientifica senza scopo di lucra fondata nel 2010 che promuove a livello di ricerca, sviluppo e formazione l’innovazione nel settore della biofabbricazione. L’annuncio è stato dato venerdì 6 luglio: Giovanni Vozzi entrerà in carica il 1 gennaio 2019 ed il suo mandato durerà di tre anni. Il suo incarico prevede il controllo e la gestione della situazione finanziaria della ISBF, comprese la preparazione e presentazione della relazione finanziaria annuale, la valutazione delle sponsorizzazioni e l’organizzazione di eventi scientifici e di cooperazione internazionale.

 

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Il professore Giovanni Vozzi


“Sono molto contento dell’incarico ottenuto – ha dichiarato Giovanni Vozzi – è un importante riconoscimento che non riguarda solamente me, che sono stato tra i soci fondatori della ISBF, ma tutta l’Università di Pisa che è stata la prima in Italia fare ricerca nell’ambito della biofabbricazione”.

Giovanni Vozzi è professore associato in Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed al Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa. E’ autore di più di 130 pubblicazioni su riviste internazionali e di numerosi brevetti. I suoi interessi di ricerca spaziano dallo sviluppo di nuove tecnologie di micro- e nano-fabbricazione alla loro applicazione all’ingegneria biomedica.

Insieme a Giovanni Vozzi entreranno come nuovi membri nel consiglio di amministrazione della ISBF anche i professori Tim Woodfield dell’Università di Otago in Nuova Zelanda come presidente, e Marcy Zenobi-Wong dell’ETH di Zurigo come segretario generale.

Giovedì 5 Luglio, ad Amman, alla presenza del professor Adel Tweissi, ministro giordano dell’Università e della ricerca scientifica, di Giovanni Brauzzi, ambasciatore della Repubblica Italiana in Giordania, e del professor Maashhoor Al-Refai, Presidente della Princess Sumaya University for Technology una delegazione dell’Università di Pisa, guidata dal professor Francesco Marcelloni, prorettore alla Cooperazione e Relazioni Internazionali, ha stipulato un articolato accordo di cooperazione con la Royal Scientific Society (RSS) della Giordania. La Presidente della RSS, H.R.H. Principessa Sumaya bint Hassan, ha voluto essere presente alla cerimonia e firmare personalmente il protocollo.

La delegazione pisana era composta inoltre dal professor Umberto Desideri, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni e dal professor Nicola Perilli del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale ed era accompagnata da Carlo Volpi, direttore della ricerca e sviluppo di Omnia Group, impresa ICT toscana presente in Giordania attraverso partenariati industriali e istituzionali.

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Attraverso lo scambio reciproco di studenti e docenti, attività di ricerca congiunte, partecipazione a progetti di ricerca e trasferimento tecnologico, l’accordo prevede di rafforzare la collaborazione scientifica, cooperazione e interazione tra le due istituzioni su diverse discipline. In particolare sulle infrastrutture IT e soluzioni ICT, sulla modellizzazione e valutazione della qualità delle acque superficiali e sotterranee, sull’uso di risorse idriche non convenzionali, sullo sviluppo di tecniche di marketing sociale per promuovere il risparmio di acqua ed energia, sulla vulnerabilità delle acque superficiali e sotterranee da fonti di inquinamento, sulla preservazione degli ecosistemi mediterranei, sul monitoraggio, la previsione e la mitigazione degli effetti legati ai cambiamenti climatici, e sugli impatti economici e sociali dei flussi di rifugiati.

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“Ringrazio il professor Nicola Perilli e Carlo Volpi” – afferma il prof. Marcelloni – “per i contatti iniziali avuti con la professoressa Hanan Malkawi vice-presidente di RSS e l'ingegner Tareq Hasan, vice presidente della Princess Sumaya University, e il lavoro di relazioni svolto che hanno portato oggi, dopo qualche mese di lavoro, a siglare questo accordo che consente all’Università di Pisa di collaborare con una delle istituzioni di ricerca e trasferimento tecnologico più prestigiose del Medio Oriente. Ringrazio la principessa Sumaya per la sua grande disponibilità e visione degli orizzonti della collaborazione scientifica avviata, e il nostro ambasciatore, Giovanni Brauzzi, la cui presenza all'evento ha testimoniato di una forte presenza italiana in campo scientifico in Giordania. Sono convinto che questo sia l’inizio di una proficua collaborazione, che consenta di poter, in particolare, presentare proposte congiunte di progetto anche in ambito comunitario, progetti che i professori Desideri e Perilli stanno già sviluppando con i diversi colleghi della RSS.”

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Da un premio di ricerca finalizzato a documentare la presenza di Franz Liszt a Pisa nella prima metà dell'Ottocento è emersa una storia affascinante, che assegna alla nostra città la primogenitura storica per quanto riguarda la nascita del recital solistico per pianoforte. I risultati dello studio - condotto dalla musicologa Mariateresa Storino con il sostegno dell'Università di Pisa e dell'Agenzia Generale UnipolSAI divisione SAI di Pisa - sono stati presentati lunedì 9 luglio a Palazzo alla Giornata, per l'Ateneo, dal rettore Paolo Mancarella, dal direttore generale Riccardo Grasso, dai professori Maria Antonella Galanti, responsabile del "Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale", e Alessandro Cecchi; per la Direzione e Agenzia Generale UnipolSAI, dai dottori Giorgio Chiarini, Fabrizio Cusin, Dario Sarti e Maurizio Sbrana.
Erano inoltre presenti Carlo Cardella, proprietario del fortepiano su cui ha suonato Liszt, la professoressa Gabriella Garzella, in rappresentanza dell’Opera della Primaziale Pisana, e la professoressa Mariateresa Storino, vincitrice del premio di ricerca intitolato a Liszt.

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L’atto di nascita del recital solistico moderno a pagamento si registra ufficialmente il 9 giugno 1840 a Londra con un concerto di Franz Liszt, emblema del virtuosismo pianistico ottocentesco; fin dal marzo del 1839 però, nel corso del suo viaggio in Italia in compagnia della contessa Marie d’Agoult, il pianista si era esibito a Roma in “soliloqui musicali”, una novità importante in un mondo dominato dall’opera e dalle cosiddette accademie. Sebbene per decenni i musicologi abbiano sostenuto tale ricostruzione, l’accenno di Marie d’Agoult a un recital solistico tenuto da Liszt a Pisa nel gennaio del 1839 – di cui sembrava non esistere alcuna traccia – lasciava aperta l’indagine.
A metà del 2017, l’Agenzia Generale UnipolSAI – divisione SAI – ha deciso di promuovere e sovvenzionare un premio di studio finalizzato a ricostruire la vicenda, sulla scia delle varie attività culturali, sociali, sportive e comunicazionali poste in essere nel tempo. Il concorso, bandito dal "Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale" dell’Università di Pisa con la supervisione della professoressa Maria Antonella Galanti e del dottor Alessandro Cecchi, ha assegnato il premio alla musicologa Mariateresa Storino, che da anni svolge ricerche su Liszt, con importanti pubblicazioni. L’interesse dell’Agenzia UnipolSai per Liszt nasce dal quasi casuale ritrovamento di un fortepiano Graf, di proprietà della famiglia Cardella, riconducibile a un concerto tenuto da Liszt a Pisa nel 1839.

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"La scoperta del fortepiano Graf su cui Liszt suonò e di documenti a esso legati – ha affermato la musicologa Mariateresa Storino – consentono per la prima volta di poter confermare la testimonianza della d’Agoult rivedendo il percorso cronologico e geografico di creazione del recital pianistico. Questa scoperta ne retrodata la nascita e determina in Pisa il luogo di gestazione dello stesso conferendo alla città un primato nella storia della musica. Si riapre così l’interesse sui giorni italiani di Liszt che, sebbene negli ultimi decenni siano stati oggetto di importanti contributi – per esempio ad opera di Luciano Chiappari e Gregorio Nardi – hanno ancora molti aspetti inesplorati".

La borsa di studio offerta dall’Agenzia Generale UnipolSAI ha permesso alla musicologa Storino di portare alla luce documenti inediti e i risultati della ricerca confluiranno in un volume di prossima pubblicazione che sarà presentato in occasione di una giornata di studi dedicata all’argomento.

In conclusione della conferenza la professoressa Gabriella Garzella ha annunciato che, all’interno della manifestazione di musica sacra "Anima Mundi", sarà programmato un concerto del pianista Michele Campanella, stella di prima grandezza del pianismo mondiale, che si svolgerà nel Camposanto Monumentale utilizzando lo stesso strumento suonato nel 1839 da Liszt ed eseguendo composizioni dello stesso musicista ungherese.

Una ricerca dell’Università di Pisa ha rivelato per la prima volta il meccanismo che favorisce la diffusione di una delle specie aliene più presenti nel Mediterraneo, Caulerpa cylindracea. Il segreto sta infatti nella capacità di questa macroalga verde di origine Indo-Pacifica, tipica delle zone tropicali, di modificare i fondali che colonizza in modo da garantirsi un vantaggio competitivo rispetto alle specie native. La scoperta arriva da uno studio pubblicato sul Journal of Ecology, la rivista della British Ecological Society, e condotto dai ricercatori del dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano in collaborazione con i colleghi australiani della University of New South Wales e del Sydney Institute of Marine Science, insieme agli italiani delle Università di Cagliari e Politecnica delle Marche e della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.

“La diffusione di alghe invasive rappresenta un’importante minaccia per la biodiversità marina – spiega il professore Fabio Bulleri dell’Università di Pisa – e se sulla terraferma le interazioni tra suolo e piante sono ben documentate ed ampiamente riconosciute tra i processi che regolano l’insediamento di specie non native, questa è la prima volta che il fenomeno viene osservato in un ambiente marino”.

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Caulerpa cylindracea (crediti foto: Stefano Guerrieri)


La sperimentazione è stata condotta a Capraia, un'isola inserita nella rete del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e caratterizzata da condizioni ambientali incontaminate. Qui, sui fondali sabbiosi, i ricercatori hanno potuto osservare la “lotta” fra la specie aliena Caulerpa e la pianta nativa Posidonia (Posidonia oceanica), presente in rigogliose praterie che in virtù della trasparenza dell'acqua possono estendersi fino a profondità di oltre 30 metri.

Dallo studio è emerso che le due specie influenzano i fondali in modo diverso: nel caso della Caulerpa i sedimenti sono caratterizzati da comunità microbiche e processi metabolici che riflettono condizioni anaerobiche, mentre nel caso della Posidonia riflettono condizioni aerobiche. I ricercatori hanno inoltre dimostrato che la capacità di insediamento della Caulerpa è più elevata nelle aree che ha precedentemente colonizzato. La macroalga sarebbe infatti capace di modificare le caratteristiche dei sedimenti, in termini di comunità microbica, quantità e qualità della materia organica, in modo da rendere i fondali più favorevoli alla propria diffusione e impedendo contemporaneamente l’avanzata delle specie native.

“I risultati dello studio– conclude Fabio Bulleri - incrementano la nostra comprensione dei meccanismi che regolano l’insediamento di specie aliene in ambiente marino e contribuiscono quindi ad aumentare la nostra capacità di far fronte al problema delle invasioni biologiche e, quindi, di conservazione della biodiversità marina”.

Il Master Marketing Management dell’Università di Pisa ha siglato una partnership con Apparound, azienda pisana che opera nei processi di digitalizzazione delle vendite. La collaborazione con Apparound rappresenta un’importante opportunità di collegamento tra l’alta formazione e il mondo del lavoro, attraverso cui gli allievi del master potranno avvicinarsi alla conoscenza delle dinamiche aziendali che movimentano una realtà moderna e innovativa come l’azienda pisana.

 

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Il management di Appround


Apparound, azienda moderna ed innovativa, sarà dunque sponsor del Marketing Game, una competizione di marketing che si svolge il 6 e 7 luglio e che consiste in una simulazione durante la quale gli allievi del master - in un clima di sana e sportiva rivalità - si sfidano sfruttando al massimo le conoscenze e competenze acquisite durante l’intero percorso didattico. Il Marketing Game rappresenta la tappa finale del percorso formativo in marketing dell’ateneo pisano, che si avvia verso la sua XII edizione a cui sarà possibile iscriversi a partire dai prossimi giorni.

Apparound è solo l'ultima in ordine temporale di una serie di iniziative che hanno visto il Master in Marketing Management protagonista nel creare rapporti e valore con prestigiose aziende del territorio toscano e non, come Barilla, Sammontana, Decathlon, UniCoop Firenze, con eventi del settore come il Web Marketing Festival di Rimini e con associazioni di marketing, tra cui la prestigiosa Società Italiana di Marketing (SIMKtg).

 

 Nel video la scorsa edizione del Marketing Game

Di lei colpiscono subito la grande energia e la passione per lo studio, due caratteristiche che a 73 anni l’hanno spinta a lanciarsi in un’esperienza che, il prossimo febbraio, la porterà all’Università di Corsica per sei mesi. Rosella Morbidelli, iscritta al secondo anno della laurea triennale in Scienze politiche all’Università di Pisa, ha ottenuto una borsa Erasmus per Corte, dove il prossimo anno frequenterà corsi per ottenere 18 crediti formativi.

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Rosella Morbidelli a lezione al Polo Piagge.

Originaria della provincia di Arezzo, ma residente ormai da molti anni a Ceparana, in provincia di La Spezia, Rosella è stata maestra elementare dal 1964 al 2007. Nel 2000 aveva già conseguito una laurea in Pedagogia all’Università di Genova, ma la sua grande voglia di fare e il piacere per lo studio l’hanno spinta a iscriversi a Scienze politiche a Pisa, all’indirizzo storico-politico: «Nel 2014, dopo 54 anni insieme a mio marito, sono rimasta vedova e la mia vita è cambiata all’improvviso – racconta Rosella – L’università è stata fondamentale per reinventare la mia esistenza e mi ha permesso di coltivare quello che più mi dà piacere, la conoscenza e la cultura».

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Rosella Morbidelli in aula con i compagni di corso.

Dal 2015 Rosella frequenta le lezioni a Pisa, facendo la pendolare con il treno da La Spezia. In aula ha fatto amicizia con tutti i suoi compagni di corso, che in lei – ex maestra con l’indole da “chioccia” - vedono una figura di riferimento a cui chiedere consigli e rivolgersi nei momenti di difficoltà. Ma dopo un anno e mezzo di “routine” da studentessa, Rosella aveva voglia di provare qualcosa di nuovo, ed è per questo che ha presentato la domanda per l’Erasmus: «Conosco già la città di Corte, in più parlo la lingua francese – aggiunge Rosella – Questi elementi hanno in qualche modo rassicurato anche i miei due figli, che mi appoggiano e mi sostengono in questa mia nuova avventura».

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Rosella Morbidelli all'entrata del Polo Piagge.

All’Università di Corsica Rosella frequenterà i corsi di Storia moderna, Storia contemporanea e Geografia, pensando già alla tesi che dovrà poi discutere al suo rientro, uno studio sui Patti lateranensi del 1929 e la revisione del Concordato del 1984. «C’è un messaggio che vorrei trasmettere ai più giovani – conclude Rosella – La mia storia dimostra che a qualsiasi età è possibile trovare nuove strade e nuove motivazioni per dare un’altra direzione alla propria vita e che lo studio e il sapere sono due leve che possono portare lontano».

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Rosella Morbidelli in aula con i compagni di corso.

copertina_volume_egitto_inside.jpgIl volume "Egitto e Vicino Oriente antichi: tra passato e futuro" (2018, Pisa University Press) raccoglie le relazioni tenute all'omonimo convegno nazionale di Orientalistica che si è svolto all'Università di Pisa il 5 e 6 giugno del 2017. Curatori del libro sono, per l'Ateneo pisano, Marilina Betrò e Gianluca Miniaci insieme a Stefano De Martino dell'Università di Torino e a Frances Pinnock della Sapienza di Roma.

Pubblichiamo di seguito l'introduzione del volume a firma dei curatori.

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L’dea di organizzare questo convegno è nata a Roma l’anno scorso, in occasione della riunione che vide molti di noi incontrarsi in Sapienza il 1 luglio per la nascente Consulta per gli Studi sull’Asia e l’Africa. Fu allora sottolineata l’importanza di dare vita, parallelamente alle forme di aggregazione istituzionale, ad una serie di incontri periodici che riunissero e mettessero a confronto gli studiosi delle varie discipline che si occupano dell’Egitto e del Vicino Oriente antichi su temi di interesse comune e di attualità. Infatti, a molti dei presenti a quella riunione sembrava opportuno riprendere il dialogo scientifico tra tutti coloro che si occupano sia di Egitto che di Vicino Oriente.

Il tema scelto per questo primo incontro è quello opportuno per un punto di partenza: una fotografia del presente, guardando con una riflessione critica al passato e cercando di definire ciò che pensiamo di essere e di poter essere nel nostro più immediato futuro. Le domande di partenza – qual è il senso degli studi sull’Egitto e il Vicino Oriente antico oggi? Quale il posto che occupano nella società italiana e, in particolare, nell’Università? Quali le prospettive nel panorama contemporaneo? – sono quelle che derivano dal momento epocale che stiamo vivendo: da una parte la drammaticità di un quadro politico internazionale, in particolare legato alle aree le cui civiltà studiamo, non solo confinato al loro orizzonte geopolitico ma realtà vicinissima a tutti noi. E questo pone una serie di interrogativi urgenti di carattere etico e organizzativo, anche alle nostre attività di ricerca. Dall’altra, anche se su un piano certo meno drammatico e significativo, ma tuttavia importante per il futuro dei nostri studi, dobbiamo confrontarci con il crescente restringimento dello spazio riservato alle nostre discipline e ai nostri studi nell’Università italiana (e non solo) e con la difficoltà avvertita con sempre maggiore affanno di garantirne la ricchezza e poliedricità di un tempo, quando non la sopravvivenza.

Il messaggio che questo convegno vuole dare e in cui crediamo fermamente è che tuttavia il complesso delle nostre conoscenze, lungi dall’essere desueto e dall’avere oggetti troppo lontani e remoti, è invece fondamentale oggi, nella società come nell’Università, per comprendere meglio e tentare di intervenire con maggiore efficacia sulla realtà che ci circonda: il presente è il prodotto delle tante interazioni occorse nei secoli ed è proprio del nostro ruolo di studiosi del passato di queste aree far dialogare passato e presente, saper incrociare prospettive diverse, guardare con “sguardo decentrato”.

Bisogna dunque mettere insieme i nostri sguardi diversi, le nostre esperienze e competenze e, al tempo stesso, rafforzare sempre più la nostra identità comune e la consapevolezza del nostro ruolo per essere in grado di trasmetterla all’esterno, alla nostra società, ai nostri interlocutori politici, e momenti unitari e di dialogo comune come questo sono importanti a questo fine.

Il convegno si è strutturato in due parti: una, dedicata al punto sulle nostre discipline nella fase attuale, è stata aperta dalle riflessioni d’apertura di due maestri della scuola italiana, Edda Bresciani e Paolo Matthiae, ed è poi continuata con la presentazione per grandi aree di ricerca da parte dei maggiori studiosi italiani delle nostre discipline. La seconda sezione offre una panoramica sulle prospettive degli studi nel campo dell’Egitto e del Vicino Oriente antichi, con gli ultimi risultati delle ricerche in corso, nuove tendenze interpretative e metodologie dall’archeologia alla filologia, alla storia.

Concludiamo con il nostro ringraziamento sincero a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo convegno, all’Università degli Studi di Pisa che lo ha ospitato e a tutti i colleghi che vi hanno partecipato.

 

Marilina Betrò, Stefano De Martino, Gianluca Miniaci, Frances Pinnock

 

 

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