Avviso di fabbisogno interno per la seguente attività: per la diagnosi e la terapia delle malattie della tiroide e per l’attuazione dell’osservatorio epidemiologico della endemia gozzigena nella popolazione della Valle del Serchio. Scad. 24/04
La scienza spiegata ai ragazzi: quando fisica e medicina si alleano per la salute
Due accademici e ricercatori, Gloria Spandre dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Marco M. Massai, docente di Storia della Fisica all'Università di Pisa, sono autori di un "librino", come loro stessi lo definiscono, per bambini e ragazzi, ma anche adulti curiosi. Si tratta de "I racconti del Prof Henri. Come i fisici hanno aiutato i medici a curare le malattie" appena uscito per le edizioni LibriVolanti con le belle illustrazioni di Alice Milani e Tuono Pettinato.
Evoluzione delle qualificazioni professionali in ambito logistico
Venerdì 20 aprile alle 14,30 si svolgerà a Livorno nell’aula biblioteca del Polo Universitario Sistemi Logistici (Viale dei Pensieri, 60) il workshop dal titolo “Evoluzione delle qualificazioni professionali in ambito logistico: accreditamento delle competenze”. Il workshop, moderato il professore Marco Giannini dell’Ateneo pisano, rientra nelle iniziative dirette a favorire un confronto tra il mondo della formazione universitaria, le associazioni di categoria e le aziende. La scelta di tenere l’incontro a Livorno, oltre alla presenza del Polo Universitario, è legata anche alla circostanza che proprio in questa città sarà attivato un nuovo corso di laurea magistrale su temi trattati nel workshop.
La segreteria dell’evento è a cura dell’Ufficio Relazioni Internazionali del Dipartimento di Economia e Management (+ 39 050 2216272).
All’Università di Pisa la Gara Nazionale di Programmazione della Macchina di Turing
Si è svolta sabato 14 aprile la ventiduesima edizione della Gara Nazionale di Programmazione della Macchina di Turing, competizione organizzata dal dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa per studenti delle scuole medie superiori. L'obiettivo della gara è quello di introdurre gli studenti alle idee base della programmazione utilizzando il formalismo delle macchine di Turing, un formalismo facile da spiegare, ma che consente di esprimere un qualunque programma. Gli studenti, che partecipano in coppie, hanno tre ore di tempo per risolvere 10 problemi molto complessi, dovendo capire come codificarli in un programma che possono verificare utilizzando un simulatore on-line. Sulla scia della competizione nazionale, da quattro anni è nata la Gara della Regione Lazio e da tre quella della Regione Sardegna.
Alla competizione 2018 hanno partecipato 42 squadre di 23 istituti provenienti da molte regioni italiane, con diverse nuove adesioni rese possibili anche grazie al supporto del Rotary Club Pisa Galilei.
La classifica finale ha visto primeggiare l'Istituto "Michele Giua" di Cagliari, davanti al "Tullio Buzzi" di Prato con i ragazzi Tommaso Martorella e Davide Risaliti (nella foto in allegato) e al "Galileo Galilei" di Verona.
Sul sito http://mdt.di.unipi.it sono disponibili l’albo d’oro e i testi di tutte le edizioni.
La classifica completa dell'edizione 2018 è stata la seguente:
1) Piedimonte Giusto e Cadoni Valentino, IIS "Michele Giua", Cagliari.
2) Martorella Tommaso e Risaliti Davide, IIS "Tullio Buzzi", Prato.
3) Paolettoni Edoardo e Rizzotti Lorenzo, LSS "G. Galilei", Verona.
4) Terreni Vittorio e Delfino Leonardo, ITI "Galilei", Livorno.
5) Del Bono Luca Maria e Calligaris Lorenzo, Liceo Classico "Dante Alighieri", Latina.
6) Dal Forno Luca e De Bianchi Giacomo, LSS "G. Galilei", Verona.
7) Pjetri Erik e Morandini Davide, LS "Enrico Medi", Villafranca (VR).
8) Giovannini Simone e Maranghi Roberto, IIS "Tullio Buzzi", Prato.
9) Bonucci Leonardo e Amonov Shahruz, IIS "Tito Sarrocchi", Siena.
10) Xu Siyang e Dall’Armi Filippo, IIS "Einaudi - Scarpa", Montebelluna (TV).
Il “miracolo” dell’acqua a Pianosa
Poco più grande di 10 km2 e praticamente piatta, con un’altezza massima sul livello del mare di appena 29 metri. Sono queste le misure di Pianosa, una delle isole più caratteristiche dell’Arcipelago Toscano che inaspettatamente, nel sottosuolo, ospita un’importante riserva idrica oggi purtroppo a rischio. Proprio per tenere sotto controllo questa risorsa, in accordo con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, un team di geologi guidati da Roberto Giannecchini del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e da Marco Doveri dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR dal 2014 ha avviato una rete di monitoraggio in continuo e svolge regolarmente tre o quattro campagne di campionamento e misurazioni annuali sull’isola.
Nota sin dall’epoca romana, la falda acquifera di Pianosa ha da sempre dissetato gli abitanti dell’isola, anche più di 1.500 alla fine degli anni ‘80 del Novecento quando il penitenziario, oggi piccola sede distaccata di Porto Azzurro, raggiunse il suo massimo sviluppo. Ma il sovrasfruttamento e la pressione antropica hanno messo a rischio questa risorsa sia in termini di volume, sia per l’ingresso di acqua di mare e di contaminanti nella falda, in particolare nitrati, legati alle attività agro-zootecniche associate al penitenziario.
“Pianosa oggi si regge praticamente su un unico pozzo vetusto, il solo superstite della trentina un tempo esistenti - spiega Roberto Giannecchini dell’Ateneo pisano - il nostro obiettivo è quindi quello di studiare il funzionamento di questo particolarissimo sistema acquifero, i suoi meccanismi di ricarica e la sua vulnerabilità rispetto allo sfruttamento e alla contaminazione del mare, grande nemica delle falde sotterranee, specialmente nelle aree insulari”.
Intanto, uno dei primi risultati è stato capire l’origine dell’acqua a Pianosa. Infatti, se da tempo molti ipotizzavano origini lontane (isola d’Elba o addirittura Corsica), i dati scientifici attualmente a disposizione suggeriscono che la risorsa idrica pianosina sia alimentata essenzialmente dalla poca acqua piovana che cade sull’isola e che trova un terreno permeabile per infiltrarsi e immagazzinarsi. Per il 2018 sono previste almeno 4 campagne, ciascuna di durata di circa una settimana.
“Dal punto di vista logistico, le campagne di studio a Pianosa sono sempre piuttosto avventurose, non ci sono infatti strutture ricettive specifiche per i ricercatori e anche il servizio marittimo è saltuario – racconta Giannecchini – ma nonostante le difficoltà, Pianosa rappresenta un luogo unico, pieno di fascino, un habitat pressoché incontaminato che fa dell’isola un laboratorio scientifico strategico nel contesto più ampio del Mediterraneo”.
“Per il sostegno alle nostre ricerche – conclude Giannecchini – è infine doveroso menzionare la direttrice Parco Naturale dell’Arcipelago Toscano Franca Zanichelli e il consigliere Alessandro Damiani, geologo elbano, e non ultimi i detenuti e l’Amministrazione della Casa di Reclusione di Porto Azzurro per l’indispensabile supporto logistico”.
I racconti del Prof Henri
Due accademici e ricercatori, Gloria Spandre dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e Marco M. Massai, docente di Storia della Fisica all'Università di Pisa, sono autori di un "librino", come loro stessi lo definiscono, per bambini e ragazzi, ma anche adulti curiosi. Si tratta de "I racconti del Prof Henri. Come i fisici hanno aiutato i medici a curare le malattie" appena uscito per le edizioni LibriVolanti con le belle illustrazioni di Alice Milani e Tuono Pettinato.
Pubblichiamo di seguito la prefazione del volume.
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Questo “librino” vuole offrire un aiuto a tutti quei ragazzi che sono entrati in contatto, in un modo o nell’altro, con quelle pratiche della moderna medicina che appaiono sempre misteriose, affascianti e spesso anche inquietanti.
E’ scritto anche per i genitori di quei ragazzi, che spesso sono chiamati a rispondere a questioni non sempre così semplici, in particolare per chi non ha una conoscenza specifica della fisica e della tecnologia applicate alla medicina. Ecco, questo “librino”, oltre a essere un passatempo speriamo piacevole, grazie anche alle belle tavole di fumetti di Alice e Tuono, allo scopo di fornire gli strumenti concettuali, inseriti nel loro contesto storico, per cominciare a capire che dietro a quegli esami medici o a certe strane terapie, oltre al lavoro di grandi scienziati, vi sono molte idee e scoperte che vengono dalla fisica.
La fisica, che è la nostra disciplina, nel cui campo di ricerca abbiamo lavorato per tanti anni e che abbiamo insegnato con passione a centinaia di studenti.
Proprio come ha fatto il Prof Henri…
Ed è proprio questo immaginario Prof Henri, che potrebbe essere Henri Becquerel ma anche Enrico Fermi che, in occasione di un piccolo incidente racconta queste storie a suo figlio che dieci anni, è curioso, intelligente e si chiama Alberto. Chissa perché…
Gloria Spandre e Marco M. Massai
Il “miracolo” dell’acqua a Pianosa
Poco più grande di 10 km2 e praticamente piatta, con un’altezza massima sul livello del mare di appena 29 metri. Sono queste le misure di Pianosa, una delle isole più caratteristiche dell’Arcipelago Toscano che inaspettatamente, nel sottosuolo, ospita un’importante riserva idrica oggi purtroppo a rischio. Proprio per tenere sotto controllo questa risorsa, in accordo con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, un team di geologi guidati da Roberto Giannecchini del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e da Marco Doveri dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR dal 2014 ha avviato una rete di monitoraggio in continuo e svolge regolarmente tre o quattro campagne di campionamento e misurazioni annuali sull’isola.
Ricercatori a lavoro su un pozzo
Nota sin dall’epoca romana, la falda acquifera di Pianosa ha da sempre dissetato gli abitanti dell’isola, anche più di 1.500 alla fine degli anni ‘80 del Novecento quando il penitenziario, oggi piccola sede distaccata di Porto Azzurro, raggiunse il suo massimo sviluppo. Ma il sovrasfruttamento e la pressione antropica hanno messo a rischio questa risorsa sia in termini di volume, sia per l’ingresso di acqua di mare e di contaminanti nella falda, in particolare nitrati, legati alle attività agro-zootecniche associate al penitenziario.
Isola di Pianosa
“Pianosa oggi si regge praticamente su un unico pozzo vetusto, il solo superstite della trentina un tempo esistenti - spiega Roberto Giannecchini dell’Ateneo pisano - il nostro obiettivo è quindi quello di studiare il funzionamento di questo particolarissimo sistema acquifero, i suoi meccanismi di ricarica e la sua vulnerabilità rispetto allo sfruttamento e alla contaminazione del mare, grande nemica delle falde sotterranee, specialmente nelle aree insulari”.
Intanto, uno dei primi risultati è stato capire l’origine dell’acqua a Pianosa. Infatti, se da tempo molti ipotizzavano origini lontane (isola d’Elba o addirittura Corsica), i dati scientifici attualmente a disposizione suggeriscono che la risorsa idrica pianosina sia alimentata essenzialmente dalla poca acqua piovana che cade sull’isola e che trova un terreno permeabile per infiltrarsi e immagazzinarsi. Per il 2018 sono previste almeno 4 campagne, ciascuna di durata di circa una settimana.
Alcuni componenti del gruppo di ricerca, da sinistra: Marco Doveri (IGG-CNR PI), Chantal Maglia (laureanda DST-UNIPI), Enrico Calvi (IGG-CNR PI), Sandra Trifirò (IGG-CNR PI), Roberto Giannecchini (DST-UNIPI), Luciano Giannini (IGG-CNR FI). La foto è di Matia Menichini (IGG-CNR PI)
“Dal punto di vista logistico, le campagne di studio a Pianosa sono sempre piuttosto avventurose, non ci sono infatti strutture ricettive specifiche per i ricercatori e anche il servizio marittimo è saltuario – racconta Giannecchini – ma nonostante le difficoltà, Pianosa rappresenta un luogo unico, pieno di fascino, un habitat pressoché incontaminato che fa dell’isola un laboratorio scientifico strategico nel contesto più ampio del Mediterraneo”.
“Per il sostegno alle nostre ricerche – conclude Giannecchini – è infine doveroso menzionare la direttrice Parco Naturale dell’Arcipelago Toscano Franca Zanichelli e il consigliere Alessandro Damiani, geologo elbano, e non ultimi i detenuti e l’Amministrazione della Casa di Reclusione di Porto Azzurro per l’indispensabile supporto logistico”.
Avviso di fabbisogno interno per la seguente attività: Partenariato Strategico Erasmus + “European framework for ‘Knowledge Triangle’ in the logistics sector”. Scad. 23/04
Avviso di fabbisogno interno per la seguente attività: Digitalizzazione di testi, editing e aggiornamento bibliografico preliminari alla pubblicazione della raccolta di saggi "Essay in Renaissance Linguistics di Mirko Tavoni. Scad. 23/04
Medicina di precisione, diabete e cellule beta, al Grand Hotel Duomo un convegno europeo
Mercoledì 18 aprile, dalle ore 14.00 alle ore 18.00, si terrà a Pisa, presso il Grand Hotel Duomo, un convegno organizzato nell’ambito del progetto Horizon 2020 dal titolo “Development of a systems biomedicine approach for risk identification, prevention and treatment of type 2 diabetes (T2DSystems)”, e al quale interverranno alcuni dei più prestigiosi leader europei sull’argomento. I lavori di verifica interna dell’andamento del progetto saranno preceduti da una sessione aperta a tutti gli interessati, in cui sarà fatto il punto su alcuni aspetti innovativi emersi recentemente. L’Università di Pisa (Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale) e l’AOUP sono rappresentati da Piero Marchetti, responsabile dell’unità di ricerca dell’Ateneo in questo progetto.
“Il diabete mellito è malattia eterogenea – dice Piero Marchetti - in cui vari fattori genetici e ambientali contribuiscono al danno delle beta cellule con conseguente insorgenza e progressione dell’iperglicemia. Alcune progettualità a livello europeo, nell’ambito di Horizon 2020, stanno cercando di individuare e caratterizzare i molteplici meccanismi che portano all’insorgenza del diabete e ne determinano l’evoluzione clinica, così da poter sviluppare approcci mirati e consoni al concetto di medicina di precisione. Nello specifico, il progetto “T2DSystems” ha come scopo principale la messa a punto di nuovi metodi di analisi del biosistema “beta cellula”, a livello clinico e molecolare, propedeutici alla realizzazione di approcci preventivi e terapeutici sartorializzati sulle specifiche necessità dei pazienti”.
Il convegno tratterà argomenti clinici e molecolari e rappresenterà una rara opportunità di aggiornamento e discussione per tutti i partecipanti.