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Mercoledì, 28 Gennaio 2015 11:03

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Nell'ambito del ciclo di incontri "Una gigantesca follia", curato da Maria Antonella Galanti, Sandra Lischi, Cristiana Torti dell'Università di Pisa, venerdì 30 gennaio alle 16,30 al Museo della grafica di Palazzo Lanfranchi in Lungarno Galilei 9 si svolgerà l'incontro "Suggestioni figurative intorno al Don Giovanni", un dialogo tra Antonella Capitanio e Alessandro Tosi dell'Ateneo pisano sulle scenografie per il Don Giovanni. Nell'occasione sarà inaugurata la mostra "Abiti per il Don Giovanni", un percorso tra i costumi della Fondazione Cerratelli, presentati da Floridia Benedettini e Diego Fiorini.

A un anno e mezzo dalla scomparsa, amici, colleghi e allievi del professor Umberto Carpi hanno ricordato la figura dell'insigne studioso, docente e politico in un incontro organizzato martedì 27 gennaio al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa. Nell'occasione è stata assegnata la prima edizione del Premio di studio a lui intitolato, riservato a due autori di tesi di laurea magistrale in Letteratura Italiana. Le tesi vincitrici, selezionate da una commissione composta dai professori Alberto Casadei, Marco Santagata e Mauro Tulli, sono "Un canestro de la mia naturalitae: le Lettere di Andrea Calmo tra parodia, simbologia piscatoria e letteratura burlesca" di Nicoletta Bechelli e "Il cinema reca in sé il dono, enorme come la luce, del movimento. Il teatro e il cinema di Vasco Pratolini" di Laura Graziani. Bandito annualmente, il premio ha il sostegno della FIVA (Federazione Italiana Venditori Ambulanti).

L'incontro si è aperto con i saluti del prorettore vicario Nicoletta De Francesco, del presidente del Consiglio comunale Ranieri Del Torto e del direttore del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica Mauro Tulli. A seguire Paolo Pagliaro, noto al grande pubblico per la rubrica che cura nella trasmissione televisiva "Otto e mezzo", ha parlato di Umberto Carpi nella politica e nella ricerca. È seguita la consegna del Premio Carpi, alla presenza di Giacomo Errico, presidente della FIVA.

Umberto Carpi è stato tra le figure più rappresentative dell'Ateneo (è stato per molti anni preside della facoltà di Lettere e Filosofia) e dell'accademia italiana (membro del CUN), nonché della politica (senatore, presidente di Commissione parlamentare, Sottosegretario di Stato). Ma soprattutto, con i suoi lavori su Dante, la letteratura tra Sette e Ottocento, Carducci e le avanguardie del Novecento, ha contribuito in modo decisivo all'interpretazione storica e alla comprensione di testi e di movimenti fondamentali della nostra letteratura e della nostra produzione culturale.

La cerimonia è stata anche l'occasione per presentare l'opuscolo "Ricordo di Umberto Carpi", che raccoglie gli interventi commemorativi pronunciati da Pierluigi Bersani, Marco Santagata e Salvatore Settis pochi mesi dopo la sua scomparsa e il numero della "Nuova Rivista di Letteratura Italiana" (da Carpi cofondata e condiretta) a lui dedicato.

Mercoledì, 28 Gennaio 2015 10:07

Centro interdipartimentale di Bioetica

Martedì, 27 Gennaio 2015 16:22

Assegnato a due neolaureate il Premio Carpi

Premio Carpi A un anno e mezzo dalla scomparsa, amici, colleghi e allievi del professor Umberto Carpi hanno ricordato la figura dell'insigne studioso, docente e politico in un incontro organizzato martedì 27 gennaio al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa. Nell'occasione è stata assegnata la prima edizione del Premio di studio a lui intitolato, riservato a due autori di tesi di laurea magistrale in Letteratura Italiana.

Le tesi vincitrici, selezionate da una commissione composta dai professori Alberto Casadei, Marco Santagata e Mauro Tulli, sono "Un canestro de la mia naturalitae: le Lettere di Andrea Calmo tra parodia, simbologia piscatoria e letteratura burlesca" di Nicoletta Bechelli e "Il cinema reca in sé il dono, enorme come la luce, del movimento. Il teatro e il cinema di Vasco Pratolini" di Laura Graziani. Bandito annualmente, il premio ha il sostegno della FIVA (Federazione Italiana Venditori Ambulanti).

L'incontro si è aperto con i saluti del prorettore vicario Nicoletta De Francesco, del presidente del Consiglio comunale Ranieri Del Torto e del direttore del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica Mauro Tulli. A seguire Paolo Pagliaro, noto al grande pubblico per la rubrica che cura nella trasmissione televisiva "Otto e mezzo", ha parlato di Umberto Carpi nella politica e nella ricerca. È seguita la consegna del Premio Carpi, alla presenza di Giacomo Errico, presidente della FIVA.

premio CarpiUmberto Carpi è stato tra le figure più rappresentative dell'Ateneo (è stato per molti anni preside della facoltà di Lettere e Filosofia) e dell'accademia italiana (membro del CUN), nonché della politica (senatore, presidente di Commissione parlamentare, Sottosegretario di Stato). Ma soprattutto, con i suoi lavori su Dante, la letteratura tra Sette e Ottocento, Carducci e le avanguardie del Novecento, ha contribuito in modo decisivo all'interpretazione storica e alla comprensione di testi e di movimenti fondamentali della nostra letteratura e della nostra produzione culturale.

carpi

La cerimonia è stata anche l'occasione per presentare l'opuscolo "Ricordo di Umberto Carpi", che raccoglie gli interventi commemorativi pronunciati da Pierluigi Bersani, Marco Santagata e Salvatore Settis pochi mesi dopo la sua scomparsa e il numero della "Nuova Rivista di Letteratura Italiana" (da Carpi cofondata e condiretta) a lui dedicato.



Ne hanno parlato:
TirrenoPisa.it

Lunedì, 26 Gennaio 2015 15:51

Il percorso della Memoria

memoriaIl 27 gennaio 1945 il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato dalle truppe sovietiche e dal 2005 l'ONU celebra in questa data il giorno internazionale della memoria, per ricordare la Shoah e le vittime del nazismo. Presentiamo qui un intervento della dottoressa Francesca Gori, membro esperto del Centro Interdipertimentale di Studi Ebraici (CISE) dell'Ateneo, che si lega alle manifestazioni cittadine organizzate dall'Università di Pisa in occasione di questa ricorrenza. In particolare, sono tre gli appuntamenti curati dal CISE: martedì 27 gennaio dalle 9 alle 11 si svolgeranno delle visite guidate dei luoghi della Memoria pisani legati alla storia delle persecuzioni contro la minoranza ebraica; giovedì 29 gennaio alle 16 al Teatro Sant'Andrea in via del Cuore si terrà lo spettacolo "La voce di Etty", frammenti dai diari e dalle lettere di Etty Hillesum (Middelburg 1914-Auschwitz 1943) di Agostino Cerrai, con Silvia Pagnin e musiche di Stefano Perfetti. La rappresentazione sarà preceduta dalla lettura di alcuni testi legati alla Shoah, con Francesca Censi e da una conferenza di Anna Foa, storica dell'Università di Roma - La Sapienza dal titolo "La Shoah settant'anni dopo: quale memoria oggi?"; venerdì 30 gennaio alle 10.30 al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere sarà quindi presentato il volume di Anna Foa "Portico d'Ottavia 13". Fra gli altri eventi, ricordiamo inoltre che giovedì 29 gennaio alle 16.30 nella Saletta Edizioni ETS, si terrà inoltre la presentazione del volume di Anne Marie Jaton, già docente dell'Ateneo, e di Fabio Ciaralli "Andata e (non) ritorno. La letteratura dello sterminio fra Storia e Narrazione".


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Il percorso della Memoria a Pisa

Via Sant'Andrea, via Palestro, piazza Garibaldi, sono alcuni dei luoghi che sono stati segnalati dalla sezione provinciale dell'ANPI e dal Comune di Pisa per ricordare gli eventi del secolo scorso, in particolare degli anni del regime fascista e della seconda guerra mondiale. Il Centro Interdipartimentale di Studi ebraici ha deciso per la giornata della memoria 2015 di ripercorrere queste tappe in un "itinerario della memoria" insieme ad alcuni studenti di liceo.

In via Palestro, di fronte alla Sinagoga, sono ricordate le leggi razziali del 1938 e l'effetto della loro applicazione a Pisa. Precedute dal "Manifesto degli scienziati razzisti" (14 luglio 1938), sottoscritto da 180 scienziati e redatto dallo stesso Mussolini, e da una campagna di stampa che doveva preparare l'Italia alla loro ricezione, le leggi razziali in Italia uscirono a più riprese, a partire dal 5 settembre 1938 quando, nella Villa Reale di San Rossore a Pisa Vittorio Emanuele III firmava il decreto legge n. 1390, Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista, colpendo così un settore ritenuto strategico dal regime, quello dell'educazione e della cultura, dove la presenza ebraica aveva raggiunto un'alta percentuale. Anche a Pisa l'applicazione del decreto provocò l'allontanamento e l'espulsione da scuole e università di docenti, assistenti e studenti di religione ebraica.

In via Sant'Andrea invece un pannello ricorda l'uccisione del Presidente della Comunità israelitica pisana, avvenuta il 1° agosto 1944 quando soldati nazisti del 36° Reggimento della 16° SS-Panzer-Grenadier-Division, probabilmente in seguito alla delazione di un italiano, fecero irruzione nell'abitazione di Pardo Roques, massacrando con il lancio di bombe a mano anche sei correligionari, che avevano trovato ospitalità e assistenza presso il Parnàs, tre domestiche e due vicini che si trovavano casualmente in quel luogo. La strage aveva evidentemente una motivazione razziale, anche se le modalità dell'uccisione e il saccheggio dell'abitazione fecero pensare anche alla rapina e al movente economico. La strage inoltre si inserisce nel contesto del passaggio del fronte e della violenza nazista che, nell'estate 1944 diventa quotidiana e viene utilizzata come strumento di controllo del territorio e di gestione della ritirata, per terrorizzare la popolazione civile e i partigiani, in quella che è stata definita una vera e propria "guerra ai civili".

Francesca Gori

ingegneria bionicaDalla collaborazione tra due prestigiose istituzioni, l'Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant'Anna, nasce la laurea magistrale in Ingegneria bionica, attiva dal prossimo anno accademico. Riservata a un massimo di 40 partecipanti, sarà tenuta in lingue inglese e sarà aperta a studenti anche internazionali. Per far conoscere il programma didattico, le opportunità lavorative che si aprono per gli allievi e per raccogliere opinioni e pareri, lunedì 26 gennaio si è tenuto un incontro pubblico alla Scuola Superiore Sant'Anna, in cui è stato presentato il progetto formativo della laurea magistrale alla presenza dei rappresentanti delle parti sociali del territorio toscano.

«La nuova laurea in Ingegneria bionica - ha introdotto Paolo Mancarella, prorettore alla Didattica dell'Università di Pisa - nasce in controtendenza con le politiche di razionalizzazione dei corsi di laurea imposta dal Ministero negli ultimi anni. Ma compito delle università è proporre ai giovani nuove sfide soprattutto nei settori innovativi ed è in questa direzione che abbiamo progettato questo percorso formativo».

«È un corso di laurea che va incontro alle professioni del futuro - ha dichiarato Paolo Dario, direttore dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna - ed è stato pensato insieme all'Università di Pisa nell'ottica di offrire un percorso di eccellenza nel panorama italiano. La bionica è infatti un settore emergente alla frontiera dell'ingegneria, con una forte connotazione multidisciplinare, in grado di attrarre molti giovani e dare risposte concrete al bisogno di trasformazione del Paese».

I dettagli del corso sono stati illustrati, oltre che da Paolo Dario, anche da Giovanni Corsini, direttore del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università e Danilo De Rossi, direttore del Centro di Ricerca "E. Piaggio". La laurea magistrale in Ingegneria bionica è nata infatti da un'iniziativa congiunta tra il dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa e l'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna. Il suo intento principale è offrire agli studenti, selezionati per merito, una didattica di qualità, grazie anche alla collaborazione tra gruppi di ricerca che operano nei settori della bioingegneria e della biorobotica presso i due atenei di Pisa. Il corso, che prevede il curriculum "Neural Engineering" e il curriculum "Biorobotics", formerà figure professionali particolarmente qualificate, orientate alla ricerca e in grado di operare nell'industria ad alta tecnologia, con particolare riferimento a quella di tipo biomedicale, nella sanità, nei servizi.

Dalla collaborazione tra due prestigiose istituzioni, l'Università di Pisa e la Scuola Superiore Sant'Anna, nasce la laurea magistrale congiunta in Ingegneria bionica, attiva dal prossimo anno accademico. Riservata a un massimo di 40 partecipanti, sarà tenuta in lingue inglese e sarà aperta a studenti anche internazionali. Per far conoscere il programma didattico, le opportunità lavorative che si aprono per gli allievi e per raccogliere opinioni e pareri, lunedì 26 gennaio si è tenuto un incontro pubblico alla Scuola Superiore Sant'Anna, in cui è stato presentato il progetto formativo della laurea magistrale alla presenza dei rappresentanti delle parti sociali del territorio toscano.

«La nuova laurea in Ingegneria bionica - ha introdotto Paolo Mancarella, prorettore alla Didattica dell'Università di Pisa - nasce in controtendenza con le politiche di razionalizzazione dei corsi di laurea imposta dal Ministero negli ultimi anni. Ma compito delle università è proporre ai giovani nuove sfide soprattutto nei settori innovativi ed è in questa direzione che abbiamo progettato questo percorso formativo».

«È un corso di laurea che va incontro alle professioni del futuro - ha dichiarato Paolo Dario, direttore dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna - ed è stato pensato insieme all'Università di Pisa nell'ottica di offrire un percorso di eccellenza nel panorama italiano. La bionica è infatti un settore emergente alla frontiera dell'ingegneria, con una forte connotazione multidisciplinare, in grado di attrarre molti giovani e dare risposte concrete al bisogno di trasformazione del Paese».

I dettagli del corso sono stati illustrati, oltre che da Paolo Dario, anche da Giovanni Corsini, direttore del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università e Danilo De Rossi, direttore del Centro di Ricerca "E. Piaggio". La laurea magistrale in Ingegneria bionica è nata infatti da un'iniziativa congiunta tra il dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa e l'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna. Il suo intento principale è offrire agli studenti, selezionati per merito, una didattica di qualità, grazie anche alla collaborazione tra gruppi di ricerca che operano nei settori della bioingegneria e della biorobotica presso i due atenei di Pisa. Il corso, che prevede il curriculum "Neural Engineering" e il curriculum "Biorobotics", formerà figure professionali particolarmente qualificate, orientate alla ricerca e in grado di operare nell'industria ad alta tecnologia, con particolare riferimento a quella di tipo biomedicale, nella sanità, nei servizi.

Al via il nuovo master in "Big Data Analytics & Social Mining", il corso nato dalla collaborazione tra l'Università di Pisa e il CNR che mira a formare la figura professionale del "data scientist". La giornata di apertura e accoglienza degli allievi è in programma mercoledì 28 gennaio, a partire dalle 10.30, nell'Aula Gerace del dipartimento di Informatica (in Largo Pontecorvo 3) e si aprirà con i saluti di Paolo Mancarella, prorettore alla Didattica dell'Università di Pisa, Franco Turini, direttore del dipartimento di Informatica, Claudio Montani, direttore dell'Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione "A. Faedo" - ISTI-CNR e Domenico Laforenza, direttore dell'Istituto di Informatica e Telematica - IIT-CNR. All'evento parteciperanno i docenti, gli studenti e i rappresentanti delle aziende e delle istituzioni partner del master.

Alle ore 11, il professor Dino Pedreschi illustrerà il percorso di formazione del master, mentre alle 12 si terrà la tavola rotonda "La sfida della Big Data Analytics e della formazione dei Data Scientist" con interventi di Enrico Melchioni (List), Monica Mori (Tiscali), Mariano Tredicini (Telecom Italia), Toni Virgillito (Istat). Modera Fosca Giannotti, coordinatore del Laboratorio SoBigData. Nel pomeriggio, a partire dalle 14, è previsto un incontro fra studenti, docenti e aziende partner del master. Saranno presenti Anna Monreale del dipartimento di Informatica, Claudio Lucchese dell'ISTI-CNR e Maurizio Tesconi dell'IIT-CNR. Il programma mattutino è aperto al pubblico.

Tra le primissime e più innovative iniziative del genere nel panorama universitario italiano ed europeo, il master in "Big Data Analytics & Social Mining" è rivolto ai laureati magistrali in qualunque disciplina e mira a formare la figura professionale del "data scientist", che "The Economist" ha definito la più interessante del XXI secolo. Lo scienziato dei dati deve avere almeno tre competenze specifiche. La prima è sapere gestire, acquisire, organizzare ed elaborare dati. La seconda è sapere come estrarre conoscenza dai dati. La terza capacità è lo storytelling, il sapere comunicare a tutti, con diverse forme di rappresentazione, le storie suggerite dai dati. Il "data scientist" è insomma una figura emergente e preziosa che unisce le competenze dell'informatico, dello statistico e del narratore, al fine di estrarre le pepite d'oro nascoste sotto le montagne dei Big Data. Il tutto entro una forte dimensione etica, perché un uso distorto dei Big data può porre a rischio la nostra libertà e i nostri diritti.

L'equipe di paleopatologia del professor Gino Fornaciari dell'Università di Pisa ha risolto un altro giallo del passato: a 700 anni di distanza, l'autopsia sul corpo mummificato di Cangrande della Scala, condottiero ghibellino e mecenate di Dante Alighieri deceduto improvvisamente a Treviso nel 1329, ha dimostrato che il signore di Verona morì per avvelenamento. «Le analisi hanno rivelato che Cangrande fu intossicato dalla somministrazione orale di un infuso o di un decotto a base di camomilla e gelso in cui era contenuta la digitale (Digitalis sp. forse purpurea) – spiega il professor Fornaciari - Questa era conosciuta nel Medioevo solo come pianta velenosa, in quanto le sue proprietà terapeutiche furono scoperte solo nel XVIII secolo, e risulta difficile stabilire se l'avvelenamento di Cangrande fu causato dall'ingestione accidentale di foglie di digitale, scambiate erroneamente per qualche altra pianta edibile, o se l'avvelenamento fu intenzionale. Certo le cronache dell'epoca riferiscono alcuni dettagli che supportano quest'ultima ipotesi, come ad esempio che il suo medico fu accusato di avvelenamento e fu giustiziato».

Il 18 luglio 1328 Cangrande della Scala (1291-1329) entrò trionfante a Treviso e la conquista della città rappresentò il coronamento del suo progetto di sottomettere tutto il Veneto. Ma la gloria ebbe breve durata perché, dopo pochi giorni, Cangrande fu colpito da una grave malattia, caratterizzata da vomito e diarrea con febbre, insorta "per avere bevuto acqua da una fonte velenosa". Il 22 luglio 1329, dopo avere fatto testamento, il signore di Verona moriva. Subito si diffusero voci di un possibile avvelenamento. Cangrande stava estendendo il suo potere e gli stati confinanti potrebbero averne voluto la morte. Anche il nipote Mastino, che divenne poi signore di Verona, potrebbe essere stato il mandante dell'omicidio.

Nel febbraio 2004 la tomba di Cangrande fu aperta, allo scopo di effettuare lo studio paleopatologico del corpo, che apparve in ottimo stato di conservazione, e per indagare le cause della morte del condottiero. Il corpo mummificato è stato sottoposto a radiografia digitale e a TAC, a esame autoptico e ad analisi palinologiche e tossicologiche, in un approccio multidisciplinare. La tomografia computerizzata (TC) effettuata all'Ospedale di Verona ha dimostrato che nel lume esofageo era presente un composto denso, riferibile a materiale alimentare rigurgitato immediatamente prima del decesso: «All'autopsia, l'addome è apparso molto espanso, verosimilmente per fenomeni putrefattivi post-mortali e il fegato, correttamente posizionato alla base della cavità toracica destra, appariva di forma tipica – continua Fornaciari - Lo studio palinologico, condotto da Marco Marchesini e da Silvia Marvelli del Laboratorio di Palinologia di San Giovanni in Persiceto, ha rivelato che nel contenuto intestinale era presente una grande quantità di polline di camomilla, gelso nero e - completamente inaspettata - di digitale (Digitalis sp. forse purpurea). La presenza della digitale è stata poi confermata dall'esame tossicologico, effettuato dall'équipe diretta dal professor Franco Tagliaro dell'Università di Verona, che ne ha trovato i principi attivi, la digossina e la digitossina, sia nei campioni di feci e che in quelli di fegato, in concentrazioni tossiche. Il caso di Cangrande rappresenta finora l'unica evidenza diretta di avvelenamento attraverso l'uso di sostanze organiche».

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