"Covid19: il lockdown con la riduzione della mobilità ha funzionato"
Pisa. Il KDD-Lab, laboratorio congiunto tra Cnr e Università di Pisa, insieme con WINDTRE, l’Istituto Superiore di Sanità, la Fondazione Bruno Kessler e altri centri di ricerca italiani ed internazionali, ha analizzato la relazione tra la mobilità dei cittadini e la diffusione del COVID-19, nel periodo da Gennaio a Maggio 2020, in tutte le regioni italiane. In particolare, il team di scienziati ha confrontato la riduzione dei flussi di mobilità, stimati da dati telefonici anonimizzati, e l’evoluzione dell’Rt, il numero medio di infezioni generate da un individuo infetto, stimato retrospettivamente.
“Questo studio, condotto nell’ambito delle attività della task force COVID-19 “data-driven” del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione - dice Dino Pedreschi dell’Università di Pisa - dimostra l’importanza dei big data sulla mobilità umana per affinare la nostra comprensione della dinamica delle epidemie”.
“L’analisi di questi dati - aggiunge Fosca Giannotti dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’ Informazione (Cnr-Isti) - consente di ragionare sull'efficacia delle scelte politiche circa gli interventi di contenimento, aiutando le autorità sanitarie regionali e centrali a monitorare l'epidemia man mano che la situazione evolverà, nei prossimi mesi”.
Dai dati, emerge una relazione molto forte tra la diminuzione dei flussi di mobilità tra le regioni italiane e l’Rt tra l’11 e il 16 marzo, quando il Paese ha iniziato il confinamento (lockdown). Durante questa settimana, la curve di mobilità e quella del contagio si sono sovrapposte. Alla fine di questa settimana, il Paese ha raggiunto un nuovo regime di mobilità "stabile", circa al 40% del livello di pre-confinamento.
In un’ulteriore analisi, il gruppo di ricercatori ha osservato una correlazione tra il numero di giorni al di sopra della soglia epidemica prima della riduzione della mobilità (il “ritardo” del lockdown rispetto all’inizio del contagio) e il numero totale di infezioni SARS-CoV-2 confermate per 100k abitanti, mostrando quindi indirettamente l'efficacia del lockdown e degli altri interventi nel contenimento dell’epidemia.
Ad esempio, la riduzione della mobilità in Lombardia è iniziata circa 32 giorni dopo il primo giorno in cui Rt >1 , portando al maggior numero di casi positivi per abitante in Italia. Allo stesso modo, per altre regioni gravemente colpite dal virus, come la Liguria, l'Emilia-Romagna e il Piemonte, la riduzione della mobilità è iniziata, rispettivamente, circa 32 e 38 giorni dopo il primo giorno in cui Rt >1.
Le regioni centro-occidentali del nord, si trovano al di sopra della linea di regressione tratteggiata, nella parte in alto a destra del grafico. Le regioni sotto questa linea, nella parte in basso a destra del grafico, sono state più efficaci delle regioni sopra la linea nel contenere il contagio, nonostante il ritardo nel blocco di 30 giorni o più, come Veneto, Lazio e Toscana. Questo fatto può essere spiegato da diversi fattori, tra cui l'efficacia della sorveglianza epidemica, l'intensità della strategia di test e tracciamento adottata, la capacità di contenimento dei focolai e anche il numero assoluto di casi nel momento in cui Rt >1 salta sopra 1.
Nel grafico a dispersione, l'asse orizzontale descrive il numero di giorni tra la prima volta Rt >1 e l'inizio del confinamento. L'asse verticale descrive l'incidenza cumulativa di infezioni SARS-CoV-2 confermate per 100k abitanti (dal 15 maggio 2020). La dimensione dei cerchi è proporzionale al numero totale di casi positivi nel periodo.
Il rapporto completo è disponibile “open-access” sulla piattaforma arXiv: https://arxiv.org/abs/2006.03141 e e sulla pagina della task-force sul sito del MID: https://innovazione.gov.it/big-data-ai-for-policy/
"Covid19: il lockdown con la riduzione della mobilità ha funzionato"
Pisa. Il KDD-Lab, laboratorio congiunto tra Cnr e Università di Pisa, insieme con WINDTRE, l’Istituto Superiore di Sanità, la Fondazione Bruno Kessler e altri centri di ricerca italiani ed internazionali, ha analizzato la relazione tra la mobilità dei cittadini e la diffusione del COVID-19, nel periodo da Gennaio a Maggio 2020, in tutte le regioni italiane. In particolare, il team di scienziati ha confrontato la riduzione dei flussi di mobilità, stimati da dati telefonici anonimizzati, e l’evoluzione dell’Rt, il numero medio di infezioni generate da un individuo infetto, stimato retrospettivamente.
“Questo studio, condotto nell’ambito delle attività della task force COVID-19 “data-driven” del Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione - dice Dino Pedreschi dell’Università di Pisa - dimostra l’importanza dei big data sulla mobilità umana per affinare la nostra comprensione della dinamica delle epidemie”.
“L’analisi di questi dati - aggiunge Fosca Giannotti dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’ Informazione (Cnr-Isti) - consente di ragionare sull'efficacia delle scelte politiche circa gli interventi di contenimento, aiutando le autorità sanitarie regionali e centrali a monitorare l'epidemia man mano che la situazione evolverà, nei prossimi mesi”.
Dai dati, emerge una relazione molto forte tra la diminuzione dei flussi di mobilità tra le regioni italiane e l’Rt tra l’11 e il 16 marzo, quando il Paese ha iniziato il confinamento (lockdown). Durante questa settimana, la curve di mobilità e quella del contagio si sono sovrapposte. Alla fine di questa settimana, il Paese ha raggiunto un nuovo regime di mobilità "stabile", circa al 40% del livello di pre-confinamento.
In un’ulteriore analisi, il gruppo di ricercatori ha osservato una correlazione tra il numero di giorni al di sopra della soglia epidemica prima della riduzione della mobilità (il “ritardo” del lockdown rispetto all’inizio del contagio) e il numero totale di infezioni SARS-CoV-2 confermate per 100k abitanti, mostrando quindi indirettamente l'efficacia del lockdown e degli altri interventi nel contenimento dell’epidemia.
Ad esempio, la riduzione della mobilità in Lombardia è iniziata circa 32 giorni dopo il primo giorno in cui Rt >1 , portando al maggior numero di casi positivi per abitante in Italia. Allo stesso modo, per altre regioni gravemente colpite dal virus, come la Liguria, l'Emilia-Romagna e il Piemonte, la riduzione della mobilità è iniziata, rispettivamente, circa 32 e 38 giorni dopo il primo giorno in cui Rt >1.
Le regioni centro-occidentali del nord, si trovano al di sopra della linea di regressione tratteggiata, nella parte in alto a destra del grafico. Le regioni sotto questa linea, nella parte in basso a destra del grafico, sono state più efficaci delle regioni sopra la linea nel contenere il contagio, nonostante il ritardo nel blocco di 30 giorni o più, come Veneto, Lazio e Toscana. Questo fatto può essere spiegato da diversi fattori, tra cui l'efficacia della sorveglianza epidemica, l'intensità della strategia di test e tracciamento adottata, la capacità di contenimento dei focolai e anche il numero assoluto di casi nel momento in cui Rt >1 salta sopra 1.
Nel grafico a dispersione, l'asse orizzontale descrive il numero di giorni tra la prima volta Rt >1 e l'inizio del confinamento. L'asse verticale descrive l'incidenza cumulativa di infezioni SARS-CoV-2 confermate per 100k abitanti (dal 15 maggio 2020). La dimensione dei cerchi è proporzionale al numero totale di casi positivi nel periodo.
Il rapporto completo è disponibile “open-access” sulla piattaforma arXiv: https://arxiv.org/abs/2006.03141
La professoressa Gioli e "I musei al tempo del COVID" per il quinto appuntamento con “L’UniPi racconta”
È Antonella Gioli, docente di Museologia e critica artistica e del restauro al dipartimento di Civiltà e forme del sapere la protagonista della quinta puntata di “L’UniPi racconta”, la nuova trasmissione realizzata da 50Canale con la collaborazione dell’Ateneo. In onda venerdì 12 giugno alle ore 17 e in replica sabato 13 alle ore 10, con una durata di circa mezzora, la professoressa approfondisce la situazione dei musei nella fase di emergenza.
La trasmissione proseguirà poi con una puntata su tecnologie quantistiche, tempo e spazio, con la professoressa Marilù Chiofalo, il 19 e 20 giugno.
La professoressa Gioli e "I musei al tempo del COVID" per il quinto appuntamento con “L’UniPi racconta”
È Antonella Gioli, docente di Museologia e critica artistica e del restauro al dipartimento di Civiltà e forme del sapere la protagonista della quinta puntata di “L’UniPi racconta”, la nuova trasmissione realizzata da 50Canale con la collaborazione dell’Ateneo. In onda venerdì 12 giugno alle ore 17 e in replica sabato 13 alle ore 10, con una durata di circa mezz’ora, la professoressa approfondisce la situazione dei musei nella fase di emergenza.
La trasmissione proseguirà poi con una puntata su tecnologie quantistiche, tempo e spazio, con la professoressa Marilù Chiofalo, il 19 e 20 giugno.
Avviso procedura per il Supporto alla Didattica (50 ore) nell’ambito del master di II livello in “Diagnostica per immagini dei piccoli animali”
Avviso procedura comparativa per il Supporto alla Didattica (45 ore) nell’ambito del master di II livello in “Diagnostica per immagini dei piccoli animali”
Incarico sul tema:"Analisi comparativa e studio delle corrispondenze fra grafo primale e grafo duale nella modellazione di sistemi spaziali. Studio comparativo di analogie e difformità fra sistemi spaziali e sistemi biologici"
Incarico ad oggetto: “Collaborazione allo svolgimento di rilevazioni sul campo e all’analisi dati qualitativi e quantitativi”
Giovedì 11 un incontro tra docenti Unipi e giovani su “La vita sugli altri pianeti”
“La vita sugli altri pianeti” è il titolo dell’incontro che si tiene giovedì 11 giugno, dalle ore 18, nell’ambito del progetto “Pensiamo insieme il futuro”, in cui quattro docenti dell’Università di Pisa dialogano con i giovani e con tutti gli interessati su temi di rilievo per la società. Al dibattito, a cui si può partecipare dal sito del progetto: http://pensiamoilfuturo.unipi.it/, intervengono i professori Luigi Folco di Geologia planetaria, Fabio Gadducci di Informatica (ed esperto di fantascienza), Manuela Giovannetti di Microbiologia ambientale e Steven Shore di Astrofisica.
Dalle ore 18 la diretta può essere seguita anche su YouTube e sul canale Facebook dell’Ateneo.
I relatori rifletteranno sul tema dell’incontro, cercando di rispondere a domande quali: come si scoprono i pianeti simili alla Terra nell’universo? Quanto diversi dalla Terra sono invece i pianeti del Sistema Solare? Che forme di vita terrestri potrebbero vivere su altri pianeti? E che forme di vita aliene potremmo trovarvi, secondo la scienza e secondo la fantascienza?
Come sempre gli studenti e tutti gli interessati potranno interagire in diretta ponendo domande e postando commenti.
Giovedì 11 un incontro tra docenti Unipi e giovani su “La vita sugli altri pianeti”
“La vita sugli altri pianeti” è il titolo dell’incontro che si tiene giovedì 11 giugno, dalle ore 18, nell’ambito del progetto “Pensiamo insieme il futuro”, in cui quattro docenti dell’Università di Pisa dialogano con i giovani e con tutti gli interessati su temi di rilievo per la società. Al dibattito, a cui si può partecipare dal sito del progetto: http://pensiamoilfuturo.unipi.it/, intervengono i professori Luigi Folco di Geologia planetaria, Fabio Gadducci di Informatica (ed esperto di fantascienza), Manuela Giovannetti di Microbiologia ambientale e Steven Shore di Astrofisica.
Dalle ore 18 la diretta può essere seguita anche su YouTube e sul canale Facebook dell’Ateneo.
I relatori rifletteranno sul tema dell’incontro, cercando di rispondere a domande quali: come si scoprono i pianeti simili alla Terra nell’universo? Quanto diversi dalla Terra sono invece i pianeti del Sistema Solare? Che forme di vita terrestri potrebbero vivere su altri pianeti? E che forme di vita aliene potremmo trovarvi, secondo la scienza e secondo la fantascienza?
Come sempre gli studenti e tutti gli interessati potranno interagire in diretta ponendo domande e postando commenti.