5 incarichi di Supporto alla Didattica, dei quali n. 4 posizioni sul Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Ingegneria Edile-Architettura e n. 1 posizione sul Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Elettrica
Un grazie a Unipi per il sostegno ai Monti Pisani
I Monti Pisani sono risultati primi, con 114.670 voti, alla nona edizione de "I luoghi del cuore", l'iniziativa promossa dal Fondo Ambiente Italiano (FAI) per sostenere i beni culturali e naturali del nostro Paese. Hanno vinto precedendo il fiume Oreto di Palermo (83.138 voti) e l'antico stabilimento termale di Porretta Terme, a Bologna (75.740 voti). In totale sono stati più di 2,2 milioni i voti raccolti a sostegno di circa 37mila "luoghi italiani da non dimenticare".
I Monti Pisani si sono così aggiudicati un contributo economico di 55.000 euro, che - ha detto il sindaco di Calci, Massimo Ghimenti - "saranno utilizzati per l'acquisto di un mezzo forestale che possa permettere di fare prevenzione e manutenzione del monte in autonomia e che potrà poi essere utilizzato anche dai comuni limitrofi".
L'Università di Pisa e il rettore Paolo Mancarella hanno supportato la candidatura dei Monti Pisani e il comitato ha raccolto migliaia di firme di sostegno all'interno delle sedi universitarie. Per questo Fabiola Franchi, presidente dell'Associazione degli amici della Certosa di Pisa a Calci, ha voluto ringraziare gli studenti e la comunità dell'Ateneo, scrivendo una lettera al rettore e incontrandolo a Palazzo alla Giornata martedì 19 febbraio, insieme al segretario Simone Bandini. Riportiamo di seguito il testo della lettera inviata da Fabiola Franchi al rettore.
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Buonasera Rettore,
so che è a conoscenza delle mie incursioni presso le varie facoltà durante la raccolta firme per i "Luoghi del cuore" del Fondo Ambiente Italiano. La prima volta che mi sono recata all'Università pensavo di limitarmi alla raccolta delle firme degli studenti al momento dell'uscita degli edifici universitari. Tuttavia mi sono imbattuta in alcuni docenti fra i quali il professor Saulle Panizza che con grande gentilezza e disponibilità mi ha passato il microfono per spiegare agli studenti il motivo della mia presenza e l'importanza che la raccolta firme rivestiva per il Monte Pisano.
Sulla scia di tutto ciò ho preso coraggio e sono riuscita a coinvolgere le facoltà nelle quali presumo di aver raccolto ventimila firme circa, aiutata anche dal passaparola che si era creato fra studenti, i loro comitati, docenti e il personale. Ormai molti ragazzi mi salutano per strada... :)
Con il mio Comitato ho raccolto 114.670 firme e il Monte Pisano si è classificato primo ai "luoghi del cuore "del FAI.
Avrei un desiderio, ringraziare ad uno ad uno i ragazzi dell'Università che hanno firmato con tanto slancio ed entusiasmo dal momento che avevano anche assistito allo scempio che ha provocato il fuoco quella terribile notte. Essendo impossibilitata a farlo di persona, mi piacerebbe che si potesse fare un comunicato che arrivasse a tutti e che anche la stampa sapesse che importante ruolo ha avuto l'Università di Pisa in questa importante vittoria.
Il contributo ricevuto dal FAI è poca cosa, 55.000 euro ma la visibilità che può darci il primo posto ai luoghi del cuore del FAI è importante per tenere alta l'attenzione sul nostro Monte martoriato dal fuoco.
Grazie per la sua attenzione.
Cordiali saluti.
Fabiola Franchi
presidente dell'associazione degli amici della Certosa di Pisa a Calci
Due lauree al Polo universitario penitenziario di Pisa
Nelle scorse settimane, hanno concluso il loro percorso accademico triennale due studenti detenuti presso la Casa Circondariale Don Bosco di Pisa e l’Istituto di reclusione Le Sughere di Livorno.
Francesco (nome di fantasia) ha conseguito la laurea in Scienze della comunicazione con la votazione finale di 110 su 110 e lode, discutendo brillantemente, nel carcere di Livorno, una tesi sulle implicazioni etiche delle nuove tecnologie comunicative.
Giuseppe (anche in questo caso un nome di fantasia) ha conseguito la laurea triennale in Scienze politiche con la votazione finale di 100 su 110 discutendo un lavoro di tesi, in ambito storico, sul clima politico a Pisa negli anni '60.
Il professor Andrea Borghini, delegato del rettore per il Polo universitario penitenziario “Renzo Corticelli” di Pisa, esprime soddisfazione per questi risultati e sottolinea come essi costituiscano il frutto di una collaborazione tra l’Università di Pisa e il mondo penitenziario che negli ultimi anni si è allargata e comprende ora, oltre l’istituto di Pisa, anche quelli di Livorno, Volterra, Massa e Porto Azzurro: "Queste lauree rappresentano un importante traguardo, segno che il progetto Polo universitario penitenziario muove verso una sempre maggiore diffusione. Mi auguro che altri studenti detenuti possano concludere in modo altrettanto proficuo il proprio percorso accademico”.
Due lauree al Polo universitario penitenziario
Nelle scorse settimane, hanno concluso il loro percorso accademico triennale due studenti detenuti presso la Casa Circondariale Don Bosco di Pisa e l’Istituto di reclusione Le Sughere di Livorno.
Francesco (nome di fantasia) ha conseguito la laurea in Scienze della comunicazione con la votazione finale di 110 su 110 e lode, discutendo brillantemente, nel carcere di Livorno, una tesi sulle implicazioni etiche delle nuove tecnologie comunicative.
Giuseppe (anche in questo caso un nome di fantasia) ha conseguito la laurea triennale in Scienze politiche con la votazione finale di 100 su 110 discutendo un lavoro di tesi, in ambito storico, sul clima politico a Pisa negli anni '60.
Il professor Andrea Borghini, delegato del rettore per il Polo universitario penitenziario “Renzo Corticelli” di Pisa, esprime soddisfazione per questi risultati e sottolinea come essi costituiscano il frutto di una collaborazione tra l’Università e il mondo penitenziario che negli ultimi anni si è allargata e comprende ora, oltre l’istituto di Pisa, anche quelli di Livorno, Volterra, Massa e Porto Azzurro: "Queste lauree rappresentano un importante traguardo, segno che il progetto Polo universitario penitenziario muove verso una sempre maggiore diffusione. Mi auguro che altri studenti detenuti possano concludere in modo altrettanto proficuo il proprio percorso accademico”.
Una tesi all'estero tra Mosca e Berlino alla scoperta della vita e delle opere di Natalia Sac
Grazie al bando tesi all’estero 2018, Sara Manzi, studentessa del II anno del corso di laurea magistrale in Lingue, letterature e filologie euroamericane, ha potuto soggiornare per tre mesi a Mosca e poi, per dieci giorni, a Berlino. La tesi riguarda l’attività artistica e la vita di Natalia Sac (1903-1993), regista teatrale russa, fondatrice e organizzatrice di diversi teatri per bambini.
Le ricerche svolte a Mosca sul lavoro dell’artista hanno portato Sara anche a Berlino, dove ha potuto intervistare la drammaturga tedesca Christel Hoffmann, testimone diretta dell'ultima fase dell'attività della Sac. Di questo incontro è stato pubblicato un resoconto a cura di ASSITEJ (Germania), associazione internazionale per lo studio e la promozione del teatro per bambini e adolescenti. Sara, 24 anni e originaria di Viterbo, discuterà la sua tesi nella sessione estiva.
Qui di seguito pubblichiamo il racconto di questa esperienza all’estero, raccontata in prima persona da Sara.
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Il 15 dicembre 2018 sono rientrata da Mosca. Per il giorno successivo, le previsioni promettevano meno venti gradi centigradi. Ciò nonostante, dopo aver passato tre mesi nell’immensa metropoli russa, potrei dire che rappresenta una delle città più calde del mondo. Non per lo sbalzo termico estivo o l’influenza che mi ha colto negli ultimi giorni, ma perché Mosca è febbrile, tremenda e meravigliosa. Da un lato presenta molti cliché comuni alle grandi metropoli, dall’altro, conserva gelosamente il suo carattere, la sua storia.
Non è facile da raccontare, perché non si può spiegare la sua atmosfera, senza riferirsi al contatto diretto con i suoi abitanti. Non solo russi o visitatori di varia provenienza, ma anche e soprattutto immigrati dalle Ex Repubbliche Sovietiche, come Uzbekistan, Tagikistan, Kazakistan, Armenia e Georgia. Per ogni taxi su cui mi è capitato di salire, ho avuto l’occasione di conoscere una persona proveniente da una delle Repubbliche menzionate. In realtà, a Mosca non conviene prendere il taxi: i prezzi sono bassi, ma il traffico può tenerti inchiodato anche per quaranta minuti nel raggio di tre chilometri. La scelta migliore resta la metropolitana: efficiente e capillare. Preparandosi a percorrere un minimo di tre chilometri al girono; per muoversi in uno spazio sconfinato fatto di opportunità, sfrenata ricchezza e tragica povertà. Ma questa non vuole essere una guida per Mosca. Sebbene per me sia bellissimo parlare di questa città, una città senza mezzi termini: o si ama, o si odia.
In queste righe, mi soffermerò sull’opportunità di ricerca che ho svolto grazie al bando “Tesi all’estero 2018” dell’Università di Pisa. Lo scorso maggio ho concordato l’argomento della mia ricerca con il relatore, il professor Stefano Garzonio. Successivamente, abbiamo trovato una tutor in loco, Evgenija Semënova Abeljuk, docente della facoltà di studi umanistici all’Università Nazionale di Ricerca Higher School of Economics a Mosca, e ho partecipato al bando. Tema della ricerca: l’attività artistica e la vita di Natalia Sac (1903-1993), regista teatrale russa, fondatrice e organizzatrice di diversi teatri per bambini regista teatrale – una figura composita ed inesplorata del turbolento “Ottobre Teatrale”.
Vincitrice della borsa, sono partita il 17 settembre 2018. La tutor mi attendeva con una lettera indirizzata all’Archivio Nazionale di Letteratura e Arte. Senza quest’ultima, sarebbe stato impossibile accedere ad un archivio a Mosca. Così, dopo un primo confronto con l’autobiografia di Natalia Sac, ho potuto visionare anche documenti e manoscritti presenti nel “fondo Natalia Sac” dell’archivio. Tuttavia, la parte migliore doveva ancora arrivare. Durante il viaggio di rientro da un breve soggiorno a San Pietroburgo, ho conosciuto una ragazza che mi ha parlato di un laboratorio di teatro. Sono andata. Da quel momento si è innescata una catena di contatti che mi ha portato ad intervistare Roksana Sac, figlia di Natalia Sac e Valerij Merkulov, regista del Teatro Statale Accademico Musicale per Bambini “Sac”, fondato dalla regista russa (nella foto in alto a destra con Sara Manzi).
Una foto di Natalia Sac tratta dal sito del Teatro Sac (http://teatr-sats.ru/110-let-so-dnya-rozhdeniya-natalii-sac).
Al mio ritorno, pur avendo già molte fonti, non ho resistito alla possibilità di una ulteriore esplorazione. Iniziamo: confesso di non conoscere il tedesco. Tuttavia, la possibilità di trovare informazioni in inglese ed ulteriori testimonianze dirette in riferimento alla collaborazione tra Natalia Sac ed il noto direttore d’orchestra Otto Klemplerer al Kroll Opera House nel 1931, mi ha spinto a Berlino. Tramite un indirizzo email segnalatomi dall’Unione dei Registi a Mosca ho contattato Meike Fechner, segretario generale di ASSITEJ Germania (Association Internationale du Théâtre de l’Enfance et la Jeunesse), la quale ha prontamente risposto alla mia email, organizzato un incontro con la drammaturga Christell Hoffmann e persino trovato una interprete volontaria dal tedesco all’inglese. Le avevo chiesto solo informazione sugli archivi, e invece ho trovato un’altra testimone di prima mano: Christell Hoffmann ha incontrato e intervistato Natalia Sac.
Complessivamente, le fonti trovate prospettano un terreno di difficili letture, ma anche feconde di spunti per la tesi e prospettive di ricerca. Ringrazio quindi il mio relatore Stefano Garzonio, la tutor Evgenia Semenova Abeljuk (Higher School of Economics), l’Unione dei Registi russa, ASSITEJ Russia, ASSITEJ Germania, e la mia cara amica Maria Deeb, dottoranda russa al Karlsruher Institut für Technologie in Germania.
Il Teatro Sac a Mosca.
Maria si trovava a Mosca con la mediazione del Dipartimento di Arte dell’Università Statale di Mosca “Lomonosov” per fare ricerca sull’attività dell’architetto e pittore russo Konstantin Mel'nikov tra gli anni Venti e Trenta. Ci siamo incontrate tra i corridoi dell’Archivio Nazionale di Arte e Letteratura, e da quel momento siamo rimaste in contatto, scambiandoci idee e supporto reciproco, prima in Russia, poi in Germania, ora a distanza. In questo spazio, vorrei anche ricordare la docente di Storia della Russia all’Università della Tuscia Maria Ferretti, infaticabile storica scomparsa lo scorso aprile, la quale stimolò il mio interesse per la figura di Natalia Sac.
Senza di loro, non avrei potuto fare buon uso di questa bellissima opportunità offertami dall’Università di Pisa.
Sara Manzi