Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Comunicati stampa


wonderlandWonderland. La cultura di massa da Walt Disney ai Pink Floyd (Laterza,2017) è l'ultimo libro di Alberto Mario Banti. Professore di Storia contemporanea al Dipartimento di Civilta' e Forme del Sapere, Banti è autore di numerosi studi e saggi fra cui La nazione del Risorgimento (Einaudi, 2000), L’età contemporanea. Dalle rivoluzioni settecentesche all’imperialismo (Laterza, 2009), L’età contemporanea. Dalla Grande Guerra a oggi (Laterza, 2009), Sublime madre nostra. La nazione italiana dal Risorgimento al fascismo (Laterza, 2011), Eros e virtù. Aristocratici e borghesi da Watteau a Manet (Laterza, 2016).

Pubblichiamo di seguito un estratto dall'introduzione di Wonderland.

********************

C’era una volta Wonderland, una terra di racconti meravigliosi, narrati con i più potenti mezzi di comunicazione a un pubblico sempre più numeroso e sempre desideroso di ascoltarli: le parole dei romanzi o delle trasmissioni radio, le figure dei fumetti, le immagini in movimento del cinema o della televisione, i suoni delle hit del momento offrivano divertimento, brivido, sollievo, consolazione, proiettando il pubblico nel passato, nel futuro, nel mito o in selezionate declinazioni della contemporaneità. Nato nell’Europa dell’Ottocento, questo mondo si è sviluppato potentemente negli Stati Uniti del XX secolo, epoca nella quale l’industria culturale e la cultura di massa si sono trasformate in uno dei più efficaci strumenti del soft power americano – termine che indica la forza egemonica che la popular culture statunitense è riuscita a esercitare sull’Europa e su gran parte del Mondo.

C’era una volta Wonderland ...
... e ancora c’è, nel senso che le figure archetipiche, le storie, i modi per raccontarle, che hanno caratterizzato la cultura di massa ai suoi albori (diciamo anni trenta-quaranta), continuano tutt’oggi a colonizzare gran parte dell’immaginario collettivo. [...] la cultura di massa ha una sua storia che credo debba essere esplorata per capire come siano organizzate le storie che la attraversano, come funzionino, quali riferimenti etici offrano e quale impatto esercitino ancora oggi sulla società contemporanea.

Alberto Mario Banti

Per la prima volta un team di ricercatori ha “filmato” in sequenza come si attiva il cervello quando è stimolato dalla serotonina, la cosiddetta “molecola della felicità”. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell Reports, è frutto della collaborazione tra il gruppo di ricerca guidato dal dottor Alessandro Gozzi del Center for Neuroscience and Cognitive System dell’Istituto Italiano di Tecnologia (CNCS – IIT di Rovereto) e quello del professore Massimo Pasqualetti del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa.

mappatura_cervello.jpg

Mappatura delle aree cerebrali attivate dalla serotonina



“Il funzionamento del cervello si basa su un’estesa rete di comunicazione tra neuroni appartenenti a regioni diverse – spiega Alessandro Gozzi – capire con quali regioni cerebrali comunica una specifica popolazione neuronale è di fondamentale importanza, soprattutto se quella popolazione neuronale è implicata in molteplici disturbi neurologici e psichiatrici”.

Nel caso della serotonina, i ricercatori hanno potuto osservare che questa specifica popolazione di neuroni attiva tutti i distretti del cervello, ma non nello stesso momento. Le prime regioni ad essere interessate sono ad esempio l’ippocampo e la corteccia cerebrale, non a caso due aree deputate a regolare il comportamento emotivo.

gruppo_pasqualetti.jpg

Gruppo di ricerca Università di Pisa: Giacomo Maddaloni, Sara Migliarini, Massimo Pasqualetti

“Queste scoperte contribuiscono a svelare il meccanismo della neurotrasmissione serotoninergica – afferma Massimo Pasqualetti - e aprono la strada ad una maggiore comprensione, e quindi a possibili nuove cure, di importanti patologie neuropsichiatriche quali ansia, depressione, schizofrenia e autismo”.

La scoperta è stata possibile grazie ad una metodologia innovativa nata dalla combinazione di due tecniche. Grazie alla chemogenetica gli scienziati hanno agito su un modello animale in cui, attraverso la somministrazione di un farmaco, hanno attivato selettivamente i neuroni che producono serotonina; quindi attraverso la risonanza magnetica funzionale, hanno “filmato” in tempo reale le regioni cerebrali che si accendevano.

gruppo_gozzi.jpg

Gruppo di ricerca CNCS – IIT di Rovereto: Marco Pagani, Carola Cannella, Alessandro Gozzi, Patrizia Floris, Alberto Galbusera, Alessia De Felice

“La combinazione di tecniche di chemo-genetica e risonanza magnetica funzionale - spiegano dal gruppo del professor Pasqualetti composto da Andrea Giorgi, Sara Migliarini e Giacomo Maddaloni - rappresenta una piattaforma tecnologica altamente innovativa e di grande impatto per lo studio delle connessioni funzionali tra aree distinte del cervello, sia in condizioni normali che patologiche”.

 

Come da tradizione, sono arrivati a Pisa con le bandiere dei loro paesi con cui, per un pomeriggio, hanno colorato Palazzo alla Giornata sede del rettorato: sono i ragazzi del progetto Inclinados hacia América Latina, che studieranno nell’Ateneo pisano per i prossimi due anni. I 15 studenti provengono da Argentina, Bolivia, Brasile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Messico, Perù e a Pisa frequenteranno un corso di laurea magistrale. Tra quelli scelti, 5 fanno parte dell’offerta formativa in lingua inglese dell’Università di Pisa. Grazie a una borsa di studio e altre agevolazioni, potranno seguire le lezioni nei vari dipartimenti e frequentare un corso di italiano al CLI, seguiti da una tutor madrelingua, Belkis Hernández, in servizio presso l'International Office dell’Università di Pisa.

Il progetto “Inclinados hacia América Latina”, giunto al quinto anno, è promosso direttamente dall’Università di Pisa per facilitare l'accoglienza di cittadini latino-americani interessati all’offerta didattica di secondo livello proposta dall’Ateneo. Fino ad oggi sono 78 i ragazzi che hanno preso parte al progetto, arrivando a Pisa dai paesi dell’America Latina.


Sfoglia la galleria fotografica: 

 

 

Sono iniziati al dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa due nuovi corsi Jean Monnet, co-finanziati dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Erasmus+ e aperti a tutti gli studenti, docenti dell'Ateneo e ai soggetti interessati. I corsi Jean Monnet promuovono l’eccellenza nell’insegnamento e nella ricerca nel settore degli studi sull’Unione Europea in tutto il mondo, oltre al dialogo tra il mondo accademico e i decisori politici, in particolare allo scopo di rafforzare la governance delle politiche dell’UE.

dipartimento_economia900x600.jpg

Il primo dei due nuovi moduli Jean Monnet finanziati nel 2017 al dipartimento è "The Economics of European Regions: Theory, Empirics and Policy" (EERTEP), 9 CFU, per il quale il docente responsabile è Davide Fiaschi, professore ordinario di Politica economica. Il corso introduce gli studenti all’economia delle regioni europee guardando alla teoria economica, all’evoluzione della Politica Regionale Europea e al suo finanziamento, alla politica di tassazione e alla mobilità entro le regioni europee e alle sue potenzialità per ridurre le attuali disuguaglianze regionali. 

Il secondo modulo è “Labour Economics in an European Perspective” (LEEP) – 6 CFU, per il quale il docente responsabile è Lorenzo Corsini, ricercatore senior di Politica economica. Il corso intende fornire agli studenti una solida conoscenza nei temi dell'economia del lavoro teorica ed empirica. Queste conoscenze saranno applicate all'analisi del funzionamento dei mercati del lavoro e delle istituzioni del lavoro nei diversi paesi europei e a livello di Unione Europea. Alcuni aspetti particolarmente rilevanti nello scenario europeo riceveranno particolare attenzione: le politiche attive e passive per il lavoro, la mobilità dei lavoratori, i problemi di disuguaglianza ed esclusione sociale, il tema delle relazioni industriali e le loro conseguenze.

Presso il dipartimento di Economia e Management sono inoltre ancora attivi i corsi Jean Monnet, co-finanziati in anni precedenti. Il primo è una Cattedra Jean Monnet, co-finanziata nell’anno 2015, “European Local Indicators of Poverty and Living Conditions: traditional and new survey techniques in the era of data deluge and Big Data” (9CFU), la cui docente responsabile è Monica Pratesi, professore ordinario di Statistica. La cattedra promuove lo studio dei metodi statistici per la misura della povertà e delle condizioni di vita locali, al fine anche di monitorare le politiche economiche dell’Unione Europea. Sul corso sono mutuati gli insegnamenti “European Statistical System and Data Production Model” (6 CFU) che è parte integrante del nuovo curriculum “OS” della laurea magistrale in Economics, che ha recentemente ricevuto da parte della European Statistical System Committee la certificazione 'Certificate European Master in Official Statistics' e il corso “Poverty and Living Conditions Indicators” (3 CFU).

L’altro modulo Jean Monnet attivo, co-finanziato nell’anno 2014, è “Quantitative Methods for the Evaluation of European Regional Policies” (9 CFU), il cui docente responsabile è Davide Fiaschi, professore ordinario di Politica economica. L’obiettivo del modulo è studiare la politica a livello regionale dell’Unione Europea, utilizzando tecniche metodologiche, con particolare riferimento alla sua evoluzione, istituzione, meccanismi e finanziamenti.

Il Consorzio interuniversitario CISIA, che ha la propria sede nazionale a Pisa e che è composto da 44 atenei pubblici, organizza per mercoledì 25 ottobre, a Napoli, il convegno “Orientamento e accesso all’Università. Quali strumenti e quali azioni innovative?", in collaborazione con l’Università degli Studi Federico II, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Orientamento agli studi universitari, strumenti utili agli studenti per la scelta dei percorsi formativi più idonei alla loro inclinazione e preparazione, nonché l’accesso programmato ai corsi di studio, saranno i temi principali del convegno organizzato dal Consorzio, che vanta un'esperienza di sette anni nell’erogazione delle prove di accesso e verifica delle conoscenze per i corsi di studio.

All'interno del programma sono inoltre previsti gli interventi del prorettore per la Didattica dell'Università di Pisa, Marco Abate, che è anche coordinatore della Commissione Didattica del CUN, e dei professori dello stesso Ateneo, Claudio Casarosa e Marco Santagata.

cisia1

Tra gli obiettivi del Convegno l’analisi del Test Standard che rientra nella tipologia TOLC (Test On Line CISIA) come strumento di orientamento per lo studente. Grazie alla modalità di somministrazione anticipata e alla possibilità di ripetere il test durante l’anno, infatti, questa tipologia di prova d’accesso garantisce agli studenti non solo la possibilità di organizzarsi con largo anticipo per colmare le proprie carenze evidenziate dal test, ma anche di poter , eventualmente, riconsiderare le proprie scelte iniziali.

Il convegno si concluderà con l’intervento della ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli.

Un erbicida naturale contro le erbacce ricavato dagli oli essenziali delle stesse erbacce. A realizzarlo e testarlo è stato un gruppo di ricercatori di Scienze Agrarie e Farmacia dell’Università di Pisa che sull’argomento ha recentemente pubblicato uno studio sulla rivista Weed Research.

L’idea di partenza era di valutare l’efficacia delle sostanze naturali per combattere le piante infestanti in modo ecologicamente sostenibile, soprattutto alla luce dei progressivi divieti e/o limitazioni di usare alcuni erbicidi convenzionali (in particolare il ben noto glifosate) a causa del loro impatto sull’ambiente e dei rischi per la salute dell’uomo.


oli_essenziali


“Nessuno sino ad ora aveva pensato di usare gli oli essenziali estratti da “erbacce” per combattere le stesse erbacce – spiega Stefano Benvenuti ricercatore dell’Ateneo pisano.

“E’ una soluzione che presenterebbe anche dei vantaggi dal punto di vista economico dal momento che si tratta di piante che hanno costi agronomici limitati, soprattutto da un punto di vista idrico – aggiunge Benvenuti - e così paradossalmente anche specie spontanee ancora prive di una utilità possono divenire amiche dell’uomo e dell’ambiente”.

 oli essenziali

La ricerca, durata tre anni e condotta sia in laboratorio che in serra, ha individuato cinque specie da cui sono stati estratti oli essenziali particolarmente efficaci: l’achillea (Achillea millefolium), l’assenzio annuale (Artemisia annua), l’assenzio dei fratelli Verlot (Artemisia verlotiorum), la santolina delle spiagge (Otanthus maritimus), e la Nappola (Xanthium strumarium).

“Questi erbicidi naturali possono essere usati come quelli tradizionali sia nella fase di pre-impianto della coltura, quindi senza problemi di selettività nei confronti di una coltura ancora assente, sia localizzandone la distribuzione in presenza della coltura stessa – conclude Benvenuti - tuttavia l’impiego di maggiore innovazione potrebbe essere quello in città, dai marciapiedi, ai bordi stradali a tutte le aree spesso colonizzate da specie indesiderate".
---

Foto in alto, distribuzione in ambiente sperimentale degli oli essenziali su piante infestanti allevate in vaso; foto sotto, Artemisia verlotiorum una comune infestante che contiene oli essenziali utilizzabili come erbicida.

 

Una prima assoluta per il panorama formativo Italiano e un'avanguardia a livello europeo: per la prima volta è stato attivato un corso di perfezionamento universitario per “Ad Technology Specialist”, lo specialista nelle tecnologie del digital advertising, il comparto più innovativo e a più alto tasso di crescita di tutto il settore pubblicitario. Un’iniziativa del dipartimento di Matematica dell’Università di Pisa in collaborazione con Opsouth.com, innovativa start up con sede a Pisa che ha fatto dell’Ad Technology il suo core business. Insieme è stata colta un’opportunità dettata da un mercato sempre più in crescita per offrire un percorso formativo e uno sbocco professionale a giovani talenti del corso di laurea in Matematica e, più in generale, agli studenti dell’Università di Pisa, che abbiano una buona formazione matematico-informatica e la voglia di crescere nel mercato del digital advertising.

Dipartimento_di_Matematica_01.jpg

“È una bella soddisfazione per l’Università di Pisa inaugurare un corso così innovativo nello scenario accademico italiano ed europeo – dichiara il professor Stefano Galatolo – abbiamo ricevuto candidature oltre ogni aspettativa, segno che c’è interesse e l'Università sta rispondendo in modo giusto agli stimoli del mondo del lavoro, dando prospettive nuove ai propri studenti”. I nuovi Ad Technology Specialist saranno in grado di gestire in autonomia l’intero ciclo di una campagna sui media digitali, e di analizzarne l’andamento in ogni fase, al fine di fornire importanti indicazioni si ottimizzazione e sintesi dei numerosi dati prodotti dalle piattaforme. Il corso, sotto la direzione del professor Stefano Galatolo, vedrà la collaborazione attiva del team di Opsouth.com che curerà i contenuti e le lezioni.

simone pini“Per noi è un elemento di grande orgoglio – commenta Simone Pini (nella foto a destra) CEO e Founder di Opsouth.com – sin dalla prima idea nel creare la nostra società abbiamo voluto puntare su giovani dell’Università di Pisa e con questo corso segniamo un importante traguardo”. Opsouth.com, fondata nel 2015, è oggi un affermato centro di eccellenza per l’Italia e l’Europa nella gestione delle Ad Technology, gestendo campagne di digital advertising per importanti centri media e clienti italiani, con una forte specializzazione sul mondo dell’adserving, adverification, analysis and reporting.

“Abbiamo un piano di crescita importante – conclude Simone Pini – Opsouth.com può rappresentare uno sbocco professionale concreto per gli studenti del corso, per questa ragione abbiamo ampliato i nostri uffici a Pisa, pronti a far crescere il team e sviluppare nuove soluzioni per i clienti italiani ed europei”.

Ne hanno parlato:
Ansa
Toscana 24 - il Sole 24 ore
inToscana.it 
gonews.it

 

locandina pisa innovaDa mercoledì 25 a sabato 28 ottobre Pisa ospiterà Pisa Innova Salute, il Festival dell’innovazione in sanità pubblica, promosso dal Centro interdipartimentale per la “Promozione della Salute e Information Technology” dell'Ateneo, in collaborazione con l'Università e il Comune di Pisa. La manifestazione, che si terrà al Centro Congressi "Le Benedettine", restituito di recente alla città dopo un importante lavoro di restauro, proporrà 15 sessioni tematiche, che saranno anche un'occasione di confronto e dibattito per i cittadini con 96 esperti di livello nazionale e internazionale.

Le quattro giornate del Festival si articoleranno sui più diversi temi dell’innovazione nella promozione della salute: la prevenzione vaccinale, dall’età pediatrica alla terza età, la qualità dell’ambiente, la salute del bambino e dell’anziano, la sicurezza per il paziente ospedalizzato. Inoltre sarà dato ampio spazio al dibattito sulla sostenibilità della sanità pubblica e sul ruolo dell'innovazione sulla qualità dell'assistenza e della prevenzione.

La cerimonia inaugurale del 25, dalle ore 9.00, oltre al saluto delle autorità accademiche e cittadine, presenterà ospiti di rilievo internazionale quali la direttrice del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC), Andrea Ammon, e il presidente del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica (CINI), Paolo Prinetto. La mattinata sarà chiusa da un intervento del direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, Carlo Tomassini, che parlerà dell’importanza dell’innovazione nella organizzazione delle aziende sanitarie.

Il Festival si chiuderà con uno spettacolo di intrattenimento e divulgazione “Adulti & Vaccinati – Io non credo nella scienza”, realizzato con il patrocinio di UNICEF, che si terrà al Teatro Verdi sabato 28, alle ore 21. L’ingresso a tutti gli eventi è libero.

Non tutte le balene sono grandi come ce le immaginiamo: nelle acque fredde e temperate dell’emisfero australe vive la Caperea (Caperea marginata), una misteriosa balena che non supera i 6 metri e mezzo di lunghezza e che per questo motivo viene anche chiamata Balena pigmea. Poco si sa di questo cetaceo, noto prevalentemente per gli avvistamenti al largo di Sud America, Africa meridionale, Nuova Zelanda e Australia. I suoi legami di parentela con gli altri cetacei sono ancora poco chiari e rimane ancora un mistero come mai questa piccola balena sia confinata negli oceani meridionali. Anche i fossili, fino ad oggi, sono stati di aiuto limitato dato che i soli tre reperti al mondo di cetacei imparentati con la Balena pigmea sembravano confermare che, anche in passato, i suoi antenati vivessero esclusivamente negli oceani dell'emisfero australe.

Figura2_balena.jpgConfronto tra la Balenottera azzurra e la piccola Caperea disegnati alla stessa scala. (illustrazione di Carl Buel).

In questo scenario, è con grande stupore che due gruppi di ricerca geograficamente agli antipodi hanno ritrovato, più o meno contemporaneamente, nuovi resti fossili di Caperea: da un capo del mondo in Sicilia e dall'altro in Giappone. Il fossile siciliano è una bulla timpanica (un osso dell'orecchio con caratteristiche inconfondibili) scoperta nei pressi di Siracusa e oggi conservata nel Museo di Storia Naturale di Comiso. Il reperto giapponese è un cranio frammentario rinvenuto presso Okinawa. Il dato straordinario è che entrambi i fossili sono stati trovati a nord dell'equatore, fuori dall'area di distribuzione di questa balena. Tutto questo ha convinto i ricercatori a mettere insieme le forze e pubblicare la scoperta sulla prestigiosa rivista internazionale Current Biology. Di questo team internazionale fanno parte anche paleontologi italiani dell'Università di Pisa, dell'Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche e del Museo di Storia Naturale di Comiso.

“Questi fossili provengono da un periodo piuttosto recente della storia della Terra: il Pleistocene, la cosiddetta 'era glaciale', caratterizzata da fasi di forte raffreddamento globale alternate a fasi di clima mite” - spiega Giovanni Bianucci, professore di paleontologia presso il dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa - In particolare, l'età del fossile siciliano è stata vincolata intorno a 1,8 milioni di anni fa, un momento cruciale della storia geologica del Mediterraneo che coincide con l'ingresso in questo bacino semichiuso di alcune specie di invertebrati nord-atlantici, testimoni di una fase di forte raffreddamento”.

Figura1_mappa_balena.jpg
Distribuzione geografica della Caperea attuale (area in blu) e dei resti fossili affini a questa balena (quadratini). I quadratini rossi indicano i fossili scoperti in Sicilia e in Giappone.

Ma cosa può aver spinto una balena così caratteristica dell'emisfero sud ad oltrepassare l'equatore e ad occupare nuovi habitat nell'emisfero nord? “Oggi molti cetacei mostrano una distribuzione antitropicale: cioè sono diffusi nelle acque temperate di entrambi gli emisferi, a volte come 'specie sorelle', ma non nelle acque calde tropicali ed equatoriali – spiega Alberto Collareta, dottorando in paleontologia presso il dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa – per questi mammiferi marini l'equatore rappresenta una vera e propria barriera termica, invisibile ma invalicabile. Durante le fasi più fredde del Pleistocene, però, tale barriera termica sarebbe temporaneamente venuta meno permettendo un rimescolamento tra le faune marine dei due emisferi, come suggerito dal ritrovamento di fossili di Caperea in Sicilia e Giappone. Al termine di ogni fase glaciale, la barriera equatoriale si sarebbe ripristinata separando il destino delle popolazioni dei due emisferi”.

Queste condizioni di isolamento biogeografico hanno permesso l'origine di nuove specie ma anche, drammaticamente, l'estinzione delle popolazioni più piccole rimaste isolate in un ambiente divenuto improvvisamente più caldo. Una lezione di cui tenere conto, soprattutto in tempi in cui le attività umane contribuiscono ad un rapido mutamento climatico a scala globale.
Figura3_fossili-balena.jpg
Bulla timpanica fossile della Sicilia (a destra) e attuale (a sinistra).


Ne hanno parlato:

La Repubblica
La Sicilia
Ansa
The Conversation
The Herald Sun
Science News  
National Geographic 
gonews.it 
Greenreport.it

“Negozio a misura di sportivo” è il titolo del progetto di un gruppo di allievi del master in Marketing Management dell’Università di Pisa che Decathlon Italia ha premiato in occasione della terza edizione del Premio Project Work. Divisi in gruppi, gli allievi hanno presentato le loro proposte all’azienda, rappresentata da Niccolò Perna, Italy Marketing & Communication Director, Giuliano Tagliaferri, Commercial Director e Maurizio Danesi, Store Manager negozio Prato. A completare la commissione c’erano il direttore del master Daniele Dalli e il vice direttore Alessandro Gandolfo. Il gruppo vincitore era formato da Sara Camorani, Francesco Crivelli, Emanuele Gorelli, Giulia Rocca, Giulia Stefanini e Sonia Valli.

Vincitori_Premio_Project_Work.jpg
Nella foto, da sinistra: Giuliano Tagliaferri (Decathlon), Sonia Valli, Maurizio Danesi (Decathlon), Francesco Crivelli, Niccolo Perna (Decathlon), Daniele Dalli (Direttore Master), Emanuele Gorelli, Sara Camorani, Giulia Rocchi, Giulia Stefanini.

Dopo le edizioni con Barilla e Sammontana, quest’anno gli allievi sono stati chiamati a sviluppare un progetto di riqualificazione dell’esperienza d’acquisto nei punti di vendita Decathlon. L’iniziativa si colloca nell’ambito della strategia di Decathlon e di altri grandi operatori del retail “off-line” volta a contrastare la concorrenza del commercio elettronico. I complimenti sono andati a tutti i partecipanti, in quanto ogni proposta ha ricevuto apprezzamento da parte di Decathlon Italia. Come dichiarato da Niccolò Perna, “oggi torniamo a casa con un’opportunità in più che è quella di aver ricevuto sei consulenze, in alcuni casi ben approfondite, in altri innovative, in altri illuminanti”. All’appuntamento era presente, in qualità di uditrice, Viviana Bucaletti, responsabile amministrazione e sviluppo risorse umane di Unicoop Firenze, prossima azienda partner del Premio.

Il Premio Project Work chiude l’anno accademico. Infatti, sino al 31 ottobre 2017, sarà possibile iscriversi alla nuova edizione del master, che partirà il 24 novembre 2017.

Per informazioni contattare la Segreteria didattica del master:
tel. 050 2216359
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
sito web: http://www.mastermanagement.it
Facebook: https://www.facebook.com/MasterMmPisa

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa