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Comunicati stampa

Un percorso di incontri tra numeri, formule logiche, algoritmi, modelli della fisica e della mente per guardare con nuovi strumenti le opere di Escher in mostra a Palazzo Blu. In contemporanea con l'esposizione che Pisa dedica all'artista olandese, il dipartimento di Informatica dell’Ateneo pisano, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Blu, propone tre iniziative nate dal libro "Gödel, Escher, Bach", uno dei cardini del pensiero computazionale, scritto dallo scienziato e filosofo statunitense Douglas Hofstadter. Questo volume, che unisce logica, matematica, arte, fisica, semiotica, psicologia, intelligenza artificiale e molto altro ancora, ha ispirato intere generazioni di ragazzi, spingendo molti di loro a dedicarsi allo studio dell’intelligenza artificiale e della logica matematica.

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Partendo dall'opera di Hofstadter, il dipartimento di Informatica - in collaborazione con Internet Festival 2017, Fondazione Sistema Toscana e il Museo degli Strumenti per il Calcolo e con il contributo della Fondazione Pisa - ha organizzato un ciclo di incontri per esplorare il profondo intreccio che lega arte, musica e matematica, indagando, insieme, la complessità della mente umana, della tecnologia e della contemporaneità in cui viviamo. Gli appuntamenti mirano ad analizzare in profondità la personalità di Escher, contribuendo a mettere in risalto la complessità e la ricchezza culturale e scientifica in cui si collocano le costruzioni impossibili, le esplorazioni infinite e le geometrie paradossali dell'artista olandese.

Dopo i due incontri introduttivi che si sono tenuti nell'ambito dell'Internet Festival e che hanno discusso della (non-) logica dell’esistenza e dell’originalità come chiave per creare, interpretare e risolvere enigmi, le prossime iniziative si terranno a novembre, dicembre e gennaio, rispettivamente alla Gipsoteca, nell’Auditorium di Palazzo Blu e a Palazzo Matteucci di piazza Torricelli.

Nel primo incontro, in programma il 17 novembre con il titolo "Escher: le architetture fantastiche", si parlerà di musica, di geometrie del pensiero logico e di algoritmi ricorsivi che si intrecciano con la forma artistica di Escher per comprendere le dinamiche alla base dei suoi disegni dalle scale impossibili: le architetture fantastiche. Il maestro di flauto barocco e musica da camera, Carlo Ipata, si confronterà con i ricercatori Davide Moreli e Michele Campisi e con l'attore teatrale e divulgatore scientifico, Adrian Fartade.

Il 15 dicembre seguirà l'incontro su "Escher tra geometrie e ritmi: fascino e mistero tra musica, matematica e pensiero computazionale", un dialogo tra esperti di discipline diverse per scoprire come le interazioni tra musica, matematica, informatica e arte di Escher siano numerose e profonde. Protagonisti saranno il saggista e divulgatore scientifico, Piergiorgio Odifreddi, il direttore d'orchestra, Federico Maria Sardelli, e l'informatico Fabrizio Luccio, con il coordinamento della giornalista e conduttrice Silvia Bencivelli.

A conclusione del ciclo, il 12 gennaio 2018, ci sarà l'incontro su "Escher e le immagini allo specchio: tra matematica e l’improvvisazione musicale", un confronto multidisciplinare per interpretare e valorizzare la genialità dell’opera di Escher. Con la conduzione dell'attore Adrian Fartade, parteciperanno il clarinettista e sassofonista Nico Gori, il pianista Piero Frassi, il fumettista Tuono Pettinato, la scrittrice scientifica Francesca Riccioni e gli informatici Ugo Montanari e Francesco Romani.

anticorruzionepop cover "Anticorruzione pop", sottotitolo "È semplice combattere il malaffare se sai come farlo", (edizioni GruppoAbele, 2017) è l'ultimo libro di Alberto Vannucci, docente del dipartimento di Scienze Politiche dell'Ateneo e direttore del Master in "Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione", organizzato insieme a Libera ed Avviso Pubblico.

Scritto insieme a Leonardo Ferrante, referente nazionale del settore Anticorruzione civica e cittadinanza monitorante delle associazioni Libera e Gruppo Abele, il volume teorizza e spiega il modello delle comunità monitoranti basate sulla partecipazione popolare per combattere la corruzione.

Pubblichiamo un estratto dalle conclusioni "Ora è il nostro tempo".

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Il nostro auspicio è che a breve nascano e prendano piede altri e migliori tentativi di questo tipo, capaci di integrare o, perché no, confutare le tesi espresse in questo lavoro, fornendo strumenti di analisi e d’intervento più efficaci. Ci aspettiamo che col tempo vedano la luce rapporti, volumi, portali digitali e altre forme di testimonianza che consentano di leggere le storie di successo e di ascoltare le voci delle comunità monitoranti, comprese le loro fatiche.

Soprattutto, garantendo in questo il nostro impegno futuro (per quel che varrà), confidiamo, e questa speranza è forse il lascito più importante di questo lavoro, nella moltiplicazione di esperienze che mettano al centro l’anticorruzione pop per come abbiamo cercato di raccontarla, occasioni nelle quali si possano centuplicare quelle palestre di potere delegato, quelle forme di non-cooperazione attiva alla pratica del malaffare, quelle esperienze di comunità monitoranti cui abbiamo fatto cenno in queste pagine.

Nelle parole del comico americano George Carlin si possono cogliere bene le ragioni di questo auspicio. Corrotti e corruttori «vogliono sempre di più per loro stessi e sempre di meno per tutti gli altri. Ma vi dirò cosa non vogliono. Non vogliono persone ben informate, ben istruite e capaci di pensiero critico. Non sono interessati a questo. Perché questo non li aiuta».

Per come le abbiamo rappresentate, le comunità monitoranti sono chiamate a diventare il luogo naturale di maturazione di questo più che mai necessario “pensiero critico” nei confronti dell’esercizio di qualsiasi potere pubblico. Ciò che più d’ogni altra cosa vorremmo scongiurare è che queste pagine siano lette come una “favoletta naif” raccontata da due idealisti. Significherebbe che si sta lasciando mano ancora più libera a corrotti e corruttori, e loro non aspettano altro per proseguire indisturbati nei loro maneggi. Siamo davvero stanchi di dargliela vinta. Questo, qui e ora, può essere il nostro tempo.

Per i risultati conseguiti nella sua lunga carriera, sabato 11 novembre il professor Carlo Bartolozzi ha ricevuto il premio alla carriera dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Pisa. Bartolozzi è stato il maestro della radiologia pisana per un quarto di secolo.

Vincitore di concorso per professore ordinario nel 1990, fu chiamato a ricoprire la cattedra di Radiologia all'Università di Pisa. Dallo stesso anno è stato direttore della Scuola di Specializzazione di Radiologia e ha accompagnato più di duecento allievi all'ingresso nella professione. Dal 1999 al 2007 è stato direttore del dipartimento di Oncologia, dei trapianti e delle nuove tecnologie in medicina dell'Università di Pisa. Nello stesso periodo è stato rappresentante d'area per i dipartimenti di Medicina e Veterinaria.

È stato coordinatore di gruppi di ricerca dell'Università di Pisa in dieci progetti finanziati dall'Unione Europea e in numerosi programmi di ricerca di interesse nazionale. È stato insignito dell'Ordine del Cherubino dell’Università di Pisa nel 2011.
Nel 2015 il professor Bartolozzi ha cessato il servizio e nel dicembre 2016 è stato nominato membro onorario del RSNA (Radiological Society of North America) ottenendo la più alta onorificenza mondiale della disciplina radiologica.
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È stato siglato lunedì 13 novembre il protocollo d’intesa “Pisa città della scienza” per la pianificazione, la realizzazione coordinata e il potenziamento di attività per la diffusione della cultura scientifica, dell’innovazione e tecnologica. L’ accordo vede insieme in una unione di intenti Comune di Pisa, motivata dall'obiettivo strategico Pisa Città della Scienza e dell'educazione alle scienze nel Programma di mandato, e le otto grandi Istituzioni di alta formazione e ricerca di valore internazionale, che caratterizzano la città: Università di Pisa; Scuola Normale Superiore; Scuola Superiore Sant’Anna; Consiglio Nazionale delle Ricerche; Fondazione Stella Maris; Istituto Nazionale di Fisica Nucleare; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e European Gravitational Observatory-Virgo. L'accordo formalizza in modo sistematico collaborazioni esistenti da tempo, con le istituzioni cittadine impegnate nella promozione e divulgazione della cultura scientifica di cui Pisa è così ricca grazie anche alla densità e qualità straordinaria di istituzioni di alta formazione e ricerca per una città di 90.000 residenti, con una vivacità che è sotto gli occhi di tutti, soprattutto negli ultimi anni con le scoperte scientifiche di cui la scienza pisana è stata protagonista.

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“L’intesa è un passo importante per coltivare il progetto di 'città della scienza' - ha sottolineato il sindaco Marco Filippeschi - Pisa ha un patrimonio straordinario, forse unico in Europa, per storia e presenza d’istituzioni scientifiche. Abbiamo fatto molto in questi anni per rilanciarlo, dentro percorsi di collaborazione. Penso al progetto della Cittadella Galileiana, la realizzazione di uno science center finanziato con i fondi europei del Piuss, condiviso fra Comune, Università e Regione, che oggi è in realizzazione e che avrà bisogno del concorso di tutti i soggetti coinvolti dal protocollo. Penso ai due festival, Internet e Robotica, che hanno avuto un grande successo. Penso al progetto 'Origin Bridge', proposto dalla Scuola Normale Superiore. Dobbiamo preparare insieme scadenze importanti, quale quella del cinquantesimo anniversario dell’istituzione del corso di laurea in Scienza dell’informazione. L’obiettivo principale è quello di divulgare le scienze, per indirizzare tanti giovani agli studi scientifici e tecnologici, colmando il dislivello che separa l’Italia da altri paesi. In generale, le grandi rivoluzioni che viviamo, digitale, delle energie, della genetica, dello studio del cervello, e i risultati di grandi ricerche fondamentali, ci spingono a cercare una cultura nuova, che faccia sintesi. Ci indicano che si deve ricercare e realizzare un’alleanza fra la scienza e la politica, per il bene comune, per cogliere le potenzialità positive degli straordinari avanzamenti che viviamo”.

"Con la firma odierna - ha commentato il prorettore per i Rapporti con gli enti del territorio dell’Ateneo, Marco Gesi - si formalizza una progettualità comune che abbiamo sviluppato già da diversi anni, attraverso la condivisione tra istituzioni e realtà molto rilevanti. L'obiettivo deve essere quello di fare sinergia per valorizzare le straordinarie potenzialità scientifiche e culturali che caratterizzano Pisa".

cittadella galileiana

La visione condivisa dalle nove istituzioni è attingere alla ricchezza di cultura, conoscenze e competenze che caratterizzano Pisa città di arte e scienza, per ispirare nelle persone di ogni età la passione per la creatività e la sua sperimentazione, dal primo neurone all'ultima falange, che accomuna le forme di arte e di scienza, e determina così fortemente lo sviluppo delle intelligenze. Inoltre, nell'immediato termine l'idea è far funzionare questa potenzialità unica della città di Pisa come motore di sviluppo economico locale sostenibile attraverso l’attrazione turistica e l'attrazione di investimenti. Una realizzazione di economia della conoscenza.

L'idea di formalizzare e unificare le collaborazioni nasce un anno fa, raccogliendo e mettendo a frutto il forte impegno che le Istituzioni firmatarie hanno accresciuto negli ultimi anni in azioni di diffusione di cultura in forme accessibili e popolari attraverso eventi (Bright, Internet Festival, Festival della Robotica, Area Aperta al CNR), formazione di insegnanti dal nido alla scuola superiore, attivazione di percorsi di educazione scientifica per piccoli in ludoteche e campi solari, e realizzazioni di aree urbane dedicate come la Cittadella Galileiana in via di completamento e in prospettiva Origin's Bridge.

orto botanico

In pratica, le Istituzioni si impegnano a pianificare e diffondere un'offerta culturale tra arte e scienza, destinata a popolazione di ogni età, cittadini pisani e turisti. Tra queste, attività educative dal nido all'università, eventi divulgativi destinati a tutte le età e volti a valorizzare la cultura scientifica, dell'innovazione e della ricerca sviluppando programmi didattici, iniziative di studio e formazione e comunque attività di sperimentazione. Inoltre, questa visione coordinata e di insieme farà da massa critica per rafforzare la credibilità della Città come luogo ideale di investimenti, poter accedere a finanziamenti europei, regionali, e ministeriali dedicati alla diffusione di cultura scientifica.

Alla firma erano presenti :
il sindaco di Pisa Marco Filippeschi
il prorettore per i Rapporti con gli enti del territorio dell’Università di Pisa, Marco Gesi
il direttore della Scuola Normale Superiore, Vincenzo Barone
il rettore della Scuola Superiore Sant’Anna, Pierdomenico Perata
il direttore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Domenico Laforenza
il presidente della Fondazione Stella Maris, Giuliano Maffei
il direttore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-Sezione di Pisa, Marco Grassi
il direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Sezione di Pisa, Gilberto Saccorotti
il vice direttore di European Gravitational Observatory-Virgo, Pasquale Popolizio

Al dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa è stato sperimentato “Barrel”, uno strumento sviluppato dal gruppo di ricerca Service-oriented, Cloud and Fog Computing, coordinato dal professor Antonio Brogi, che facilita l’analisi di applicazioni Cloud costituite da più componenti e permette di semplificarne la gestione.

L’esperimento condotto, della durata di due ore, ha visto coinvolti oltre 25 volontari tra studenti di Informatica delle lauree magistrali e del corso di dottorato, insieme a ricercatori dell’Università di Pisa. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi. Un gruppo ha utilizzato “Barrel” per svolgere alcune analisi su come installare un’applicazione sul Cloud, mentre l’altro gruppo (di controllo) si cimentava nelle stesse analisi senza il supporto di Barrel.

Per i partecipanti l’esperimento ha rappresentato un’ottima opportunità di essere coinvolti direttamente nella ricerca svolta presso il dipartimento di Informatica. «Siamo molto soddisfatti della riuscita dell’esperimento – hanno commentato Andrea Canciani e Jacopo Soldani, che hanno curato lo sviluppo dello strumento– I risultati ottenuti confermano che “Barrel” è in grado di ridurre sensibilmente la quantità di errori commessi durante l’installazione e la gestione di applicazioni Cloud».

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È stato conferito al Prefetto Franco Gabrielli, capo della Polizia, il "Campano d'Oro" 2017, il premio che l'Associazione dei Laureati dell'Ateneo Pisano (ALAP) assegna a ex allievi dell'Università di Pisa che si sono distinti nel campo della cultura, della scienza, dell’industria e delle professioni. La cerimonia di consegna si è svolta negli Arsenali Repubblicani sabato 11 novembre. Dopo i saluti del prorettore per l'Organizzazione e le politiche del personale, Michele Marroni  e del sindaco Marco Filippeschi, la Laudatio è stata tenuta da Giuliano Amato, anche lui premiato con il "Campano" nel 1999. Quindi il presidente dell'ALAP, Paolo Ghezzi, ha dato lettura delle motivazioni del premio e ha quindi proceduto, insieme al professor Marroni, alla sua consegna. In chiusura di cerimonia è intervenuto il premiato, seguito da un omaggio musicale con protagonisti il violinista Brad Repp e la soprano Maria Luigia Borsi.

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Nel suo saluto introduttivo, il professor Michele Marroni ha tracciato in breve il ritratto professionale del Prefetto: "Uomo pratico, rigoroso ed essenziale, ma non immune alle emozioni - ha detto - Franco Gabrielli è partito dall'Università di Pisa per completarsi progressivamente attraverso esperienze e incarichi professionali complessi e poliedrici, oltre che sempre più prestigiosi. Lo ha fatto riuscendo a riempire di sostanza ogni suo ruolo e ogni sua attività, puntando sulle qualità che lo rendono un alto e fulgido esempio di servitore dello Stato: l'autorevolezza, unita a competenza e massimo impegno, e ancora l'autonomia che è nello stesso tempo capacità di azione assumendosi le proprie responsabilità". Subito dopo, il prorettore vicario ha ricordato il ruolo decisivo svolto dal Prefetto Gabrielli nel recupero della nave Costa Concordia: "L'immagine del relitto che miracolosamente riemerge dalle acque, rimane nella memoria di tutti gli italiani come un simbolo di rinascita che ci rimanda a una grande emozione, dà il segno di un riscatto e rinnova un sentimento trascurato e sopito: l’orgoglio nazionale".

Nel leggere le Motivazioni del conferimento, il presidente dell'ALAP, Paolo Ghezzi, è tornato sul profilo istituzionale del premiato, sottolineando che "Franco Gabrielli rappresenta un esempio di etica professionale e morale cui ogni operatore nel settore pubblico dovrebbe guardare con ammirazione e spirito di emulazione. La sua carriera come servitore dello Stato si è sviluppata, marciando per tappe serrate, in settori strategici per la sicurezza nazionale: dalle responsabilità di vertice nella Digos di Roma, a quelle nella lotta al terrorismo anche a livello internazionale... Egli è senza dubbio uno dei professionisti che traccia con successo e integrità la strada virtuosa del servizio nelle Istituzioni ma è, ancor prima, la conferma che nessuna eccellenza professionale è veramente utile, né riconoscibile, se non condivisa guardando con fiducia al futuro e accompagnata da una profonda umanità".

"Ringrazio la mia università che ha impostato il cammino della mia carriera e ha creato le occasioni della mia vita", ha commentato il Prefetto Gabrielli appena insignito dell'onorificenza.

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Franco Gabrielli è nato a Viareggio nel 1960. Dopo la laurea in Giurisprudenza all'Università di Pisa, è diventato funzionario della Polizia, successivamente ha lavorato per la Digos di Imperia e di Firenze e poi è diventato capo della Digos per la Questura di Roma. Prefetto dal 2006, dallo stesso anno al 2008 è stato direttore del SISDE, il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, poi diventato AISI. Dal 2009 al 2010 è stato Prefetto dell’Aquila e dal 2010 al 2015 capo del Dipartimento della Protezione Civile: in questa veste è stato Commissario delegato del Governo per l’emergenza Costa Concordia, missione compiuta con successo. Prefetto di Roma dal 2015 al 2016, ad aprile dello stesso anno è stato nominato Capo della Polizia. Nel 2016 è stato anche insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Più di trenta studenti si sono proposti per sviluppare progetti d'impresa con sette eccellenze italiane. E’ questo il risultato di “Business Plan in Progress”, un progetto promosso dalla professoressa Giovanna Mariani del dipartimento di Economia e Management, nell’ambito corso avanzato di Finanza Aziendale che fa parte della laurea magistrale in Banca, finanza aziendale e mercati finanziari dell’Università di Pisa.

Grazie a questa iniziativa, che può contare anche del supporto attivo del dottor Francesco Greggio dello studio RQR & Partners, gli studenti avranno l’opportunità di collaborare attivamente con le imprese per un progetto di planning. I business plan saranno poi discussi il 13 dicembre alla presenza degli stessi imprenditori e del dottor Francesco Giachetti, della Direzione Regionale Toscana&Umbria di Intesa Sanpaolo, che offrirà loro la prospettiva del mercato finanziario.

“Quest’anno, anche grazie al fondamentale il contributo organizzativo di Confindustria Livorno Massa Carrara e dell’Unione Industriale Pisana, è cresciuto il numero delle aziende che daranno la possibilità agli studenti di sviluppare un vero business plan, affiancati da manager ed imprenditori d'esperienza”, commenta Giovanna Mariani.

 

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Un momento della discussione dei business plan

Solo per fare alcuni esempi gli studenti avranno la possibilità di collaborare alla stesura di un business plan con imprese come il Gruppo Onorato Armatori (Matteo Savelli, AD di Toremar), Trelleborg, (con il Managing Director, Ing. Francesco Marano), Thyssenkrupp (con l’Ing. Alessandro Bargellini, AD di Thyssenkrupp Encasa), Family Partners (con l’AD, dott. Enrico Bernini), Kayser (con l’AD, dott. David Zolesi), Pharmanutra (con il CMO and Board Member, dott. Carlo Volpi), Sogese (con il CEO, dott. Andrea Monti).

Nel 2017 ricorrono i 50 anni dalla morte di Don Milani. Un incontro ieri al Circolo Rinascita a Pisa intitolato "Il fine giusto è dedicarsi al prossimo. Don Milani ieri, oggi, domani" ne ha ricordato la figura. Per l'Università di Pisa è intervenuta Maria Antonella Galanti, docente di Pedagogia, che ha dialogato con Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano e Giuseppe Bagni, presidente nazionale del Centro per l'Iniziativa Democratica degli Insegnanti.

Pubblichiamo qui di seguito una riflessione della professoressa Galanti.

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Don Milani: una riflessione

Sono passati cinquanta anni dalla morte di Don Milani. Se ne andò, infatti, nel 1967, un anno prima del movimento del ’68 e senza sapere che la sua Lettera a una professoressa ne sarebbe diventato un vessillo. Senza sapere che le sue parole e la sua battaglia in nome del valore dell’istruzione come elemento di liberazione sociale avrebbero avuto grande eco nel tempo. Senza sapere che quelle stesse parole sarebbero state raccolte per denunciare la non neutralità della cultura tutta e di una scuola concepita, parafrasandolo, come un paradosso al pari di un ospedale pensato per i sani anziché per i malati.


Lettera a una professoressa, scritto insieme ai suoi ragazzi, ha avuto una grande diffusione ed è diventato un simbolo delle battaglie per trasformare la scuola pubblica in scuola davvero di tutti, cioè capace di dare a ciascuno libero accesso alla parola e alla capacità di usarla per esprimersi, comunicare, dare battaglia quando necessario, ma anche ribellarsi quando opportuno. Se questo testo ha avuto tanta meritata notorietà, molti altri scritti coraggiosi di Don Milani gli hanno procurato non poche amarezze perché giudicati, di volta in volta, inopportuni, provocatori o addirittura lesivi della legalità ed eticamente esecrabili. Tra questi basti ricordare i testi compresi in L’obbedienza non è più una virtù. Si tratta di due lunghe lettere: la prima rivolta ai cappellani militari che avevano scritto nero su bianco, in un comunicato ufficiale, che l’obiezione di coscienza rispetto al servizio militare era estranea al comandamento cristiano dell’amore ed espressione di viltà; la seconda inviata come autodifesa ai giudici per il processo al quale la malattia che dopo un anno lo avrebbe portato alla morte gli impediva di presenziare. Era accusato di apologia di reato proprio per la prima di queste due lettere nella quale ripercorreva la storia degli ultimi due secoli del nostro paese e di tante guerre, fino ad arrivare all’avvento della dittatura fascista.

“Era nel '22 che bisognava difendere la Patria aggredita. Ma l'esercito non la difese. Stette ad aspettare gli ordini che non vennero. Se i suoi preti l'avessero educato a guidarsi con la Coscienza invece che con l'Obbedienza «cieca, pronta, assoluta» quanti mali sarebbero stati evitati alla Patria e al mondo (50.000.000 di morti)! Così la Patria andò in mano a un pugno di criminali che violò ogni legge umana e divina e riempiendosi la bocca della parola Patria, condusse la Patria allo sfacelo. In quei tragici anni quei sacerdoti che non avevano in mente e sulla bocca che la parola sacra «Patria», quelli che di quella parola non avevano mai voluto approfondire il significato, quelli che parlavano come parlate voi, fecero un male immenso proprio alla Patria...” (Don Milani, L’obbedienza non è più una virtù, Libreria Editrice Fiorentina, p.16)

Nel processo di primo grado Don Milani fu assolto, ma la condanna dello scritto arrivò, dopo la sua morte, in quello di appello.

Tra le tante sue parole che adombrano una pedagogia della reciprocità e della partecipazione comunitaria rispetto ai processi di insegnamento apprendimento, l’espressione più bella e attuale è quell’ I care che si contrappone al “me ne frego” fascista. E l’ideale che pervade tutte le pagine di Lettera a una professoressa e cioè la convinzione che il problema di uno debba essere considerato come il problema di tutti e che sentirsi comunità debba tradursi nel farsi carico dei propri membri più fragili contrapponendo il pensiero critico all’obbedienza cieca e ignava.

Maria Antonella Galanti

È una scheda a microcontrollore studiata per l’Industria 4.0, sviluppata da TOI srl, startup del dipartimento di Informatica, e appena lanciata su Kickstarter per una campagna di raccolta fondi che intende coinvolgere soprattutto i professionisti del settore. Il suo nome è 4ZeroBox, e rappresenta un sistema versatile e di facile configurazione che guarda al mondo smart del cloud, integrando tutti gli standard richiesti dal contesto industriale. Il team che l’ha sviluppata è composto da ricercatori dell’Università di Pisa e da dipendenti di TOI srl laureati nell’Ateneo pisano. Il team è multidisciplinare, ci sono informatici, ingegneri informatici ed elettronici, automatici e gestionali.

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«Il 4ZeroBox si collega alle macchine industriali moderne, ma anche a quelle non dotate di intelligenza, rendendole così 4.0 – spiega Daniele Mazzei di TOI – Nel progettare il dispositivo, abbiamo pensato soprattutto alle piccole imprese, che hanno spesso macchinari non modernissimi che però funzionano bene, ovvero fanno quello per cui sono stati progettati: non hanno molta elettronica, non sono sensorizzati, ma lavorano e producono, perciò l'imprenditore non è invogliato a sostenere un costo elevato per una macchina che funziona ancora, ma non è “digitale”. Perciò abbiamo pensato a una “scatola” dotata di alcuni sensori che si mette in parallelo rispetto alla macchina e che la trasforma rendendone disponibile una parte dei dati in formato digitale». Il sistema è corredato inoltre di una app per Android e iOS che può essere utilizzata in scenari di manutenzione predittiva e operazioni di calibrazione dei macchinari. Il 4ZeroBox è inoltre compatibile con la tecnologia blockchain e consente pertanto di salvare dati aziendali sensibili in maniera sicura, tracciabile e immodificabile.

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Al momento il 4ZeroBox funziona presso un’importante discarica toscana e permette al gestore di monitorare la produzione di metano, di controllare vari parametri delle diverse aree della discarica, e di rendere più produttiva la discarica stessa (producendo un maggior quantitativo di metano). Il sistema analizza pressione, temperatura, quantitativi di gas come metano e ossigeno e li mostra ai tecnici su un pannello di controllo (su schermo, tablet o anche su cellulare).

Un’applicazione simile è in fase di realizzazione nel settore alimentare: l’obiettivo è quello di avere un sistema di manutenzione predittiva di celle frigorifere per un’azienda di Firenze che si occupa di manutenzione di grossi impianti in tutta la regione. Il 4zerobox è anche lo scheletro portante per un sistema di controllo della produzione di un impianto collocato a Poggibonsi che produce pannelli isolanti schiumati per costruzioni prefabbricate.

La campagna su Kickstarter è disponibile a questo link. «L’ultima volta era andata bene – conclude Mazzei – Avevamo ricevuto il finanziamento da parte di 350 persone da 25 paesi del mondo e avevamo fatto un modulo elettronico interessante per prototipi ed applicazioni semi-professionali. Ora siamo cresciuti e abbiamo in cantiere una scheda professionale, certificata che risolve una serie di problematiche industriali. Con questa campagna guardiamo in particolare ai periti industriali, ai programmatori che hanno fatto web e che ora vogliono dati su cui basare le loro applicazioni o che vogliono dare corpo (materializzare) alla loro comunicazione».

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Venerdì 10 e sabato 11 novembre si è tenuto in Vaticano, nell’Aula Nuova del Sinodo, il simposio internazionale “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale”, organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. L’evento è stato organizzato anche con la collaborazione del Centro Interdisciplinare di Scienze della Pace e dell’Università di Pisa e ai lavori hanno partecipato il rettore Paolo Mancarella e la direttrice del CISP Enza Pellecchia. Si è trattato del primo incontro globale sul disarmo atomico dopo l’approvazione del “Trattato sul bando delle armi nucleari”, firmato a New York il 7 luglio 2017, dopo anni di intense e faticose negoziazioni.

"Sono stati due giorni di dibattiti ai massimi livelli - hanno detto il rettore  Mancarella e la professoressa  Pellecchia - con esperti ed esperte internazionali, premi nobel per la pace, rappresentanti di differenti confessioni religiose, toccanti testimonianze di sopravvissuti ai bombardamenti atomici, rappresentanti di prestigiose Università. In questo ambito abbiamo avuto la possibilità di illustrare l'impegno dell'Università di Pisa sui temi del disarmo nucleare e della pace, instaurando relazioni che si tradurranno, nei prossimi mesi, in collaborazioni ed eventi di approfondimento, nonchè proposte di concrete iniziative per rendere ancora più efficace il contributo delle Università alla realizzazione di un mondo libero da armi nucleari".

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Al Simposio hanno partecipato 11 Premi Nobel per la Pace, vertici di ONU e NATO, diplomatici rappresentanti degli Stati tra cui Russia, Stati Uniti, Corea del Sud, Iran, nonché i massimi esperti nel campo degli armamenti ed esponenti delle fondazioni, delle organizzazioni e della società civile da tempo impegnate attivamente sul tema. Erano inoltre presenti, oltre ai rappresentanti delle Conferenze episcopali e delle Chiese, a livello ecumenico e di altre fedi, anche delle delegazioni di docenti e studenti provenienti dalle Università di Stati Uniti, Russia e Unione Europea.

Particolarmente significativa è stata la testimonianza di Masako Wada (nella foto), una delle ultime superstiti del bombardamento di Hiroshima, che è intervenuta in rappresentanza delle vittime delle armi atomiche così come di tutte le vittime degli altri esperimenti nucleari.

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«La collaborazione dell'Università di Pisa e del Cisp all'organizzazione del Simposio conferma la sensibilità e l'impegno della nostra comunità accademica per un mondo libero da armi nucleari – commentano il rettore Mancarella e la professoressa Pellecchia – Il riconoscimento di questo impegno a un livello così alto e prestigioso è motivo di orgoglio e soddisfazione per tutto l'Ateneo».

Come si legge sul comunicato ufficiale della Santa Sede, la conferenza è organizzata in collaborazione con: Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace (CISP); Università di Pisa; Conferenza Episcopale Giapponese; Conferenza Episcopale Tedesca; Georgetown University; Kroc Institute for International Peace Studies of the Keough School of Global Affairs; Mazda Motor Europe GmbH; Notre Dame University, Office of the President; Nuclear Threat Iniziative; Pugwash Conferences on Science and World Affairs; Senzatomica; Soka Gakkai International; Unione degli Scienziati per il Disarmo ONLUS (USPID).

Di seguito il video dell'incontro con Papa Francesco, con all'incirca al 26° minuto il momento del saluto del rettore Paolo Mancarella e la consegna a Sua Santità di una medaglia con il Cherubino.

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