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Comunicati stampa

ufficio bando copyL’Università di Pisa ha indetto una selezione pubblica, per titoli e colloquio, per il reclutamento di un tecnologo di secondo livello, a tempo determinato, per la durata di 18 mesi, con orario di lavoro a tempo pieno. La figura del tecnologo, introdotta recentemente nel panorama dei ruoli e dei servizi universitari, ha il compito di coadiuvare i team di ricerca dell’Università di Pisa nel reperimento di bandi e nella preparazione di proposte progettuali competitive riconducibili al dominio di ricerca dell’European Research Council (ERC) ‘Physical Sciences and Engineering’. La scadenza del bando, reperibile sull’Albo ufficiale online, è fissata a lunedì 8 luglio 2019.

Questa figura professionale dovrà collaborare alla redazione di progetti internazionali (particolare rilievo per H2020 e prossimo Horizon Europe), nazionali e regionali, con particolare riferimento alle componenti di ‘Impact’ e ‘Implementation’ o analogamente denominate, trasformando le idee dei ricercatori in proposte progettuali solide e competitive e assistendo i team di ricerca anche nella stesura della parte di innovazione, componenti cruciali per la valorizzazione dell’idea progettuale e per il buon esito della proposta stessa.

Il tecnologo collaborà quindi con i team di ricerca dell’Università di Pisa per la redazione di progetti di ricerca, con particolare riferimento a quelli internazionali di Horizon 2020 e quelli prossimi del Programma Quadro per la Ricerca e l'Innovazione dell’Unione Europea (FP9), oltre che per i bandi nazionali e regionali, trasformando le idee dei ricercatori in proposte progettuali solide e competitive.

La nuova figura andrà ad aggiungersi ai cinque tecnologi già operanti all’Università di Pisa che, con il loro lavoro, hanno contribuito a una netta crescita dei finanziamenti europei ottenuti nel 2018 all’Università di Pisa: i dati dicono che i progetti europei di ricerca vinti lo scorso anno sono 41, contro i 27 vinti del 2017 e i 17 vinti nel 2016, con un contributo di oltre 17,4 milioni di euro, triplicato rispetto alla media dei tre anni precedenti (2015, 2016, 2017), quando si attestava sui 6 milioni di euro.

Il bando è consultabile a questo link

Tre giorni di sport, musica e divertimento. Dopo due anni di attesa, torna il Tower Festival, il più grande evento sportivo dell’estate pisana organizzato dal CUS Pisa. Dal 21 al 23 giugno, tredici tornei sportivi, dj set, campeggio e street-food animeranno i tredici ettari della cittadella sportiva del Centro Universitario Sportivo pisano di via Chiarugi con l’ottava edizione della manifestazione che ogni anno attira centinaia di atleti e migliaia di partecipanti. Il Tower Festival è stato presentato a Palazzo alla Giornata dal rettore Paolo Mancarella, dal prorettore per i Rapporti con gli enti del territorio con delega alle attività sportive, Marco Gesi, e dal commissario del Cus Pisa, Marco Treggi.

Lo sport, in tutte le sue sfaccettature, sarà il protagonista indiscusso dell’evento inserito nel maxi-cartellone di iniziative del Giugno pisano. Ricchissimo il programma dei tornei, con sei discipline sportive diverse per un totale di tredici competizioni: calcio a 5 (3x3 femminile e 3x3 maschile), tennis (singolare femminile, singolare maschile e doppio misto), hockey (4x4 misto), rugby (seven maschile, seven femminile e torneo touch) e green volley (4vs4 misto).

rettore Tower

Al Tower Festival 2019 torna anche il Daground. Nell’ambito della manifestazione, l’associazione organizza una tre giorni di basket con tornei divisi per categoria: senior maschile, senior femminile e Under. Fischio d’inizio il 21 giugno alle 17 con le prime partite dei tornei di basket. Alle 18.30 la cerimonia di inaugurazione aprirà ufficialmente la manifestazione. Insieme ai tornei, varie esibizioni sportive e una partita di rugby integrato tra Old Pisa e Bellaria Pontedera (in programma il 22 giugno alle 20) animeranno fino al tramonto la tre giorni del Festival.

Spenti i riflettori sui campi, sabato 22 giugno si accenderanno le luci sul palco del Tower, dove a partire dalle 23 si alterneranno alla consolle vari dj per una serata all’insegna della musica e del divertimento. Una vasta area camping permetterà agli amanti della natura di dormire gratuitamente per due notti all’ombra delle stelle, mentre per i buongustai sarà attiva per tutta la durata dell’evento una zona food dedicata allo street-food e alle birre artigianali. Gli appassionati di fotografia potranno invece partecipare al contest fotografico per social network: basta scattare una foto durante uno dei tornei sportivi e pubblicarla su Facebook o Instagram taggando il Cus Pisa. Sarà premiato l’autore della foto che riceverà più like.

Sostenuto da Gesam gas & luce spa e da Fabio Francesconi srl, sponsor della manifestazione, l’ottava edizione del Tower Festival è all’insegna del fair-play e della solidarietà. Tutti i proventi dell’edizione 2019 del Tower Festival saranno devoluti all’associazione onlus “Sante Malatesta”, impegnata nel sostegno e nell’assistenza degli studenti universitari bisognosi.

Nell'ambito della presentazione del Tower Festival, l’Università di Pisa ha premiato gli atleti del Centro Universitario Sportivo pisano vincitori di una medaglia ai recenti campionati nazionali universitari de L'Aquila. Il rettore Mancarella, il prorettore Gesi e il commissario Treggi hanno consegnato un attestato a Francesca Boccia, Francesco Gaddini e Egidio Morelli, mentre l'allenatore Paolo Bacciu ha ritirato la pergamena a nome di Marco Bonanni e Eugenia Chauvie, impossibilitati a partecipare.

Le medaglie d'oro sono arrivate da Francesca Boccia nel salto con l’asta e da Francesco Gaddini nella lotta, categoria 70 chili. Le altre medaglie sono arrivate nel taekwondo, con Marco Bonanni oro nel combattimento categoria -58 chili verdi/blu), con Egidio Morelli bronzo nel combattimento categoria +80 chili verdi/blu, e con Eugenia Chauvie argento nella categoria terza forma e bronzo nel combattimento categoria -57 chili verdi/blu. 

gruppo

“Crediamo che sia un momento importante nella vita del nostro CUS - ha detto il professor Gesi, insieme al rettore Mancarella - da molti anni mancava questa festa di sport e di aggregazione. Il CUS Pisa ha bisogno di ritrovare quanto prima la sua identità: siamo sulla buona strada anche grazie a molte persone che quotidianamente si adoperano affinché tutto funzioni al meglio, uniti dal credere nei principi fondamentali di questa nostra insostituibile risorsa universitaria. Tre giorni in cui i veri protagonisti saranno sport, aggregazione e divertimento. Organizzare un evento come il Tower Festival non è semplice. In questi giorni abbiamo potuto vedere l’impegno e la dedizione che gli organizzatori hanno profuso perché tutto funzioni al meglio. Sarà sicuramente un evento degno del nostro amato CUS”.

"Sono stati molti gli sforzi che abbiamo impiegato per la realizzazione del Tower Festival - ha sottolineato il commissario Treggi - Ho fortemente voluto ripristinare l’evento, interrotto per troppo tempo, perché i ragazzi dell’Università di Pisa se lo sono meritato. Sono stato uno studente dell’Università di Pisa, lo sono stati i miei genitori, lo sono oggi i miei due figli più grandi, mio zio vi ha insegnato per quarant’anni: tengo molto a questo tipo di iniziative che contribuiscono a rafforzare il rapporto tra gli studenti, l’Università e le sue strutture. Il CUS ha potuto contare su un’organizzazione di eccellenza, portata avanti principalmente dagli stessi studenti che si sono adoperati con grande passione e volontà, spinti dalla voglia di crescere nello sport e far crescere la propria Università nelle attività sportive anche grazie agli spazi e alle strutture messe a disposizione dall’Ateneo. Un entusiasmo che alimenta quotidianamente le attività del CUS, dove a fare la differenza sono i valori della cultura dello sport, del rispetto, della condivisione e dell’integrazione. Un ringraziamento a Gesam Gas e Luce, a Francesconi Fabio srl e a Banco Popolare di Pisa, all’amministrazione comunale di Pisa e a tutti quelli che hanno contribuito all’organizzazione del Tower Festival. Spero che l’associazione Sante Malatesta possa avere da questa manifestazione il suo meritato contributo: aiutare gli studenti in difficoltà economiche e farlo attraverso il CUS chiude un cerchio formidabile”.

Nella foto di gruppo, da sinistra: Bacciu, Gesi, Mancarella, Boccia, Gaddini, Treggi, Morelli.

 

 

Fotogallery dei premiati

 

Nel giorno in cui più di 500 mila studenti affrontano la prima prova dell'esame di maturità, l'Università di Pisa fa proprio e rilancia l'appello per la difesa della ricerca storica e a sostegno del suo insegnamento, aderendo al manifesto "La storia è un bene comune" lanciato lo scorso 25 aprile sul quotidiano "la Repubblica" da Andrea Giardina, Liliana Segre e Andrea Camilleri. Una delle richieste dell'appello è appunto che la prova di storia venga ripristinata negli scritti dell'esame di Stato delle scuole superiori.

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Il Senato Accademico dell'Ateneo pisano ha deliberato l'adesione all'appello dei tre intellettuali, sottolineando come esso esprima una contrarietà netta e preoccupata alla diminuzione delle ore d’insegnamento della storia nelle scuole e nelle università. Il testo, inoltre, chiama direttamente in causa le università, affinché nelle stesse "sia favorita la ricerca storica, ampliando l'accesso agli studiosi più giovani". Nelle ultime settimane l’invito dei tre estensori è stato fatto proprio e sottoscritto da molte migliaia di persone e da diverse istituzioni didattiche e universitarie. "L’Università di Pisa - richiama il Senato Accademico - da sempre è libera palestra di pensiero e di cultura e ha annoverato e annovera tra i suoi docenti alcuni dei massimi esponenti mondiali di questa disciplina. Le iniziative che il nostro Ateneo ha intrapreso anche nel suo recente passato sono dimostrazione di un impegno su queste tematiche, che ha trovato modi tangibili e memorabili per esprimersi".

Solo nello scorso anno l’Università di Pisa ha ricordato il 170° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara, emblematico episodio del Risorgimento che vide il sacrifico di studenti e docenti per affermare i principi di libertà e indipendenza, e i 70 anni della Costituzione Repubblicana. Un particolare impegno è stato dedicato poi all’80° anniversario dalla firma delle leggi razziali, apposta proprio nella tenuta di San Rossore di Pisa nel 1938. Il vasto e fitto programma di iniziative è culminato con la “Cerimonia del ricordo e delle scuse” in cui tutti i rettori delle università italiane, riuniti per l’occasione a Pisa, hanno offerto, per la prima volta, un riconoscimento morale ai rappresentanti delle Comunità ebraiche. In quell'occasione, la senatrice Liliana Segre, uno dei firmatari dell’appello "La storia è un bene comune", ha definito la cerimonia come "differente da qualunque altra manifestazione perché non solo contribuisce al mantenimento della memoria e alla sua trasmissione, ma – di fatto - interagisce con la storia".

Partendo da questo impegno, il Senato Accademico pisano motiva la scelta "di unire la voce dell’Ateneo a quelle di coloro che difendono il dovere, che il consesso civile del nostro paese ha, di mantenere e divulgare la memoria attraverso l’insegnamento della storia: una disciplina che rappresenta la conoscenza comune e collettiva di un paese, di un popolo che, anche attraverso di essa, costruisce la propria identità e deve farne tesoro per scongiurare che gli errori del passato possano tornare a ripetersi".

"L'Università di Pisa, con la sua grande tradizione di studi storici - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - non poteva che aderire all'appello a valorizzare la memoria attraverso l'insegnamento della storia, lanciato da personalità della statura di Andrea Giardina, Liliana Segre e Andrea Camilleri. Tra le tracce odierne della prima prova dell'esame di maturità è stata proposta anche una dedicata a Gino Bartali, il campione di ciclismo nominato giusto tra le nazioni per aver salvato numerosi ebrei. Mi piace ricordare che lo scorso anno il nostro Ateneo ha distribuito a migliaia di studenti durante incontri avvenuti a Pisa, Livorno e Lucca il volume “Campioni di altruismo – i Giusti tra le Nazioni in Toscana” di Alfredo De Girolamo pubblicato dalla Pisa University Press, ricordando le storie di quei non-ebrei, tra cui Bartali, che hanno messo a rischio la propria vita e quella dei familiari per salvare alcuni ebrei dalla deportazione".

L’Università di Pisa scala 33 posizioni nei QS World University Rankings 2020, confermando e migliorando il trend di crescita degli ultimi quattro anni, e si piazza al 389° posto al mondo fra le oltre mille istituzioni accademiche censite. In particolare l’Ateneo pisano mantiene come punto di forza la propria reputazione (192° posto) e registra una crescita nella produttività scientifica, dove avanza di 40 posizioni (369° posto). A livello italiano l’Ateneo mantiene la nona posizione in classifica come scorso anno e si conferma primo fra le università generaliste toscane.

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Il ranking elaborato dall’agenzia QS è tra i più autorevoli a livello internazionale e si basa su indicatori che misurano la reputazione degli Atenei, il rapporto docenti/studenti, la produttività scientifica e il livello di internazionalizzazione.
Alcuni di questi indicatori, quali ad esempio il rapporto docenti/studenti, portano le grandi università pubbliche e generaliste italiane a essere svantaggiate rispetto ai competitor internazionali e alle istituzioni di minori dimensioni. Ciò nonostante, gli Atenei che sono particolarmente impegnati sulla ricerca e godono di buona reputazione internazionale, come è nel caso dell’Università di Pisa, riescono a posizionarsi nella parte alta della classifica.

La buona performance dell’Università di Pisa nel QS World University Ranking conferma i risultati relativi alle singole discipline già pubblicati a febbraio scorso sempre dall’agenzia QS. In questo ambito, l’Ateneo ha registrato punte di eccellenza nei settori in cui vanta una lunga e consolidata tradizione, fra cui “Classics and Ancient History” (26° posto), “Mathematics”, “Physics and Astronomy” e “Computer Science and Information Systems” (tutte tra 51° e 100°) e “Library and Information Management” (50° posto).

"Il nostro Ateneo - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - ha nella reputazione accademica un suo indubbio punto di forza, che viene confermato anche dalla classifica pubblicata da QS. Mi piace segnalare, inoltre, che si evidenzia un significativo miglioramento nella qualità della produzione scientifica: questo ci spinge a continuare nella direzione intrapresa sin dall’inizio del mio mandato, in termini di investimenti a sostegno della ricerca ma anche di politiche di reclutamento sempre più orientate alla valorizzazione del merito".

francesca_bonelli_inside.jpgSono moltissime le malattie infiammatorie che colpiscono bovini ed equini e che rappresentano un problema economico ed emotivo importante per proprietari ed allevatori. Per la cura di queste patologie sono infatti necessarie terapie lunghe e costose e spesso, nonostante l’intervento veterinario, non si riesce a salvare l’animale, specie nel caso degli esemplari più giovani come puledri e vitelli.

Agire tempestivamente è quindi fondamentale e un aiuto in questo senso arriva dal dipartimento di Scienza Veterinarie dell’Università di Pisa. Qui un team di ricercatori composto da Francesca Bonelli (foto a destra), Micaela Sgorbini, Valentina Meucci, Luigi Intorre e Rosalba Tognetti ha indentificato uno specifico marcatore, la procalcitonina, per la diagnosi precoce di queste malattie. Come riconoscimento del ruolo della scuola pisana negli studi in questo settore, Francesca Bonelli è stata l’unica unica ricercatrice proveniente da un ateneo italiano invitata a tenere una “lezione” all’ACVIM Forum 2019, il congresso annuale dell’American College of Veterinary Internal Medicine, fra i più importanti appuntamenti mondiali del settore, che si è svolto dal 6 all’8 giugno a Phoenix, in Arizona (USA).


“A partire dal 2012, ho iniziato a studiare la procalcitonina come possibile marcatore in Medicina Veterinaria – spiega Francesca Bonelli - e dopo quasi sette anni di ricerche siamo arrivati a identificare il suo ruolo fondamentale per la diagnosi precoce di alcune delle più comuni patologie dei cavalli e dei bovini come setticemia neonatale, colica, polmoniti batteriche, peritoniti, laminite emastiti tossiche”
Attualmente la quasi totalità degli studi presenti in letteratura scientifica sulla procalcitonina nel cavallo e nel bovino proviene dal team dell’Ateneo pisano che in questi anni, su questo filone di ricerca, ha stretto collaborazioni scientifiche sia a livello nazionale che internazionale anche grazie al lavoro svolto dalla dottoressa Bonelli.

“Mi sono laureata all’Università di Pisa nel 2011 – racconta Francesca Bonelli 33 anni, originaria di Collodi in provincia di Pistoia - e ho lavorato sul campo per quasi un anno per poi iniziare il mio percorso accademico presso il dipartimento di Scienze Veterinarie, con periodi all’estero presso l’Università di Barcellona, la Cornell University e, attualmente, l’Università di Berna. Ad oggi sono un ricercatore a tempo determinato di tipo A dell’Ateneo pisano e sto concludendo una specializzazione Europea sulla salute del bovino e della mandria bovina”.

C’è anche un ricercatore dell’Università di Pisa tra gli “eroi della porta accanto” protagonisti della campagna di comunicazione “EU Protects - UE L’Unione è protezione”, promossa dalla Commissione Europea per sensibilizzare l’opinione pubblica su come l’UE risponda alle sfide globali che i suoi cittadini si trovano ad affrontare oggi. Paolo Casale, ricercatore del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, grazie al sostegno finanziario del programma LIFE dell’UE, monitora le tartarughe marine, specie essenziale per l’ecosistema marino, nelle aree di alimentazione e di nidificazione sulle coste europee. La distribuzione di animali marini è difficile da studiare e a tal fine Casale integra dati ottenuti in modi diversi, come il monitoraggio aereo con droni, l’applicazione di trasmittenti satellitari su singoli individui, la collaborazione con pescatori professionisti e una app per la raccolta di segnalazioni tramite un approccio di citizen science.

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Finalità del progetto “EU Protects - UE L’Unione è protezione” è raccogliere le storie di uomini e donne che, unendo le loro forze e collaborando insieme, vanno oltre gli interessi e i confini nazionali per fronteggiare sfide che riguardano la salute, l’ambiente e l’economia come anche fenomeni quali la criminalità, il terrorismo e la migrazione. Un’iniziativa su scala europea, che racconta le storie di circa 200 persone – medici, scienziati, forze dell’ordine, tecnici, volontari – provenienti dai 28 Stati membri dell’Unione e da contesti diversi, che vanno dalle amministrazioni locali alle agenzie europee, senza dimenticare le aziende private e le ONG.

La campagna utilizza storie vere per dimostrare in che modo l'UE giochi un ruolo concreto nella vita quotidiana dei propri cittadini. L’Unione europea quindi non vive solo sulla carta, non è solamente un'entità giuridica che adotta regolamenti, ma è parte attiva della rete di sicurezza sulla quale i suoi cittadini possono contare per vivere la propria vita più serenamente.

Per leggere le storie e scoprire i profili degli “eroi della porta accanto” della campagna “EU Protects – UE l’Unione è protezione” è possibile consultare il sito internet https://europa.eu/euprotects/italy_it.

tonelli_cover_inside.jpgFra i padri della scoperta del bosone di Higgs, Guido Tonelli, professore all’Università di Pisa e fisico al Cern di Ginevra, unisce alla sua professione di scienziato quella di appassionato divulgatore. Il suo ultimo libro rivolto al grande pubbilco è "Genesi. Il grande racconto delle origini" (Feltrinelli, 2019)"

Nel corso della sua carriera Guido Tonelli ha ricevuto numerosi riconoscimenti - il Fundamental Physics Prize (2013), il premio Enrico Fermi della Società italiana di fisica (2013) e la Medaglia d’onore del presidente della Repubblica (2014) per essere “l’ultimo esempio di una tradizione di eccellenza che è cominciata con Galileo Galilei per passare attraverso scienziati come Enrico Fermi, Bruno Pontecorvo e Carlo Rubbia”.

Gli altri suo libri a carattere divulgativo sono La grande corsa alla particella di Dio e la nuova fisica che cambierà il mondo (Rizzoli, 2016; vincitore del premio Galileo) e  Cercare mondi. Esplorazioni avventurose ai confini dell’universo (Rizzoli, 2017).

 

Presentiamo di seguito un estratto dal volume"Genesi. Il grande racconto delle origini"

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Da tempo immemorabile le grandi scoperte scientifiche hanno fortemente condizionato il nostro rapporto con il mondo. Basti pensare all’impatto che hanno avuto relatività e meccanica quantistica sulla cultura di tutto il Novecento. Quando la scienza cambia i propri paradigmi e guarda al mondo con occhi diversi cambia tutto, per sempre. Senza Einstein e Heisenberg non ci sarebbero stati Kokoshka e Fontana, Schoenberg e Berio, Pirandello e Strindberg e così via.

Ma questo non avviene una volta sola, è un processo che continua, via via che la scienza progredisce e produce risultati nuovi. Ecco perché la visione del mondo che essa produce deve essere conosciuta da tutti. Capire le nostre radici più antiche, appropriarsi del moderno racconto delle origini prodotto dalla scienza, significa possedere uno degli strumenti più importanti per guardare con occhio critico al passato e ricavarne spunti con cui affrontare le sfide del futuro.

La nascita dell’universo è una storia meravigliosa che ci dice che lo spazio, il tempo e tutta la materia e l’energia che lo occupano sono nati da una minuscola, quasi impercettibile fluttuazione quantistica del vuoto. L’universo nasce dal vuoto perché è ancora vuoto, è un sistema a energia totale nulla, che ha subito una serie di trasformazioni, vere e proprie metamorfosi, che ne hanno determinato la struttura che ci è così familiare.

È questa la storia meravigliosa che ho scelto di raccontare nel libro 'Genesi, il grande racconto delle origini', e l’ho fatto evitando, deliberatamente, il linguaggio specialistico degli scienziati; per eliminare alla radice ogni barriera che impedisca la comprensione dei concetti più importanti, e consentire a tutti di far propria una visione del mondo che toglie il respiro per la bellezza che ne promana, e che ci cambia radicalmente, in profondità.

Guido Tonelli

 

Espressioni multiple, iperboliche, fatte di più parole unite da trattini, si va dalle più semplici che in italiano suonerebbero come “Principessa-per-un-giorno” sino alle più complesse e creative come “I-miei-quasi-leggings-che-sembrano-jeans”. L’uso di questa terminologia è al centro di uno studio sul linguaggio della moda nel mondo anglofono realizzato al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista scientifica “Text & Talk”. La professoressa Belinda Blanche Crawford ha compilato e analizzato un corpus di testi di circa 400,000 parole attingendo dalle più blasonate riviste di moda come Vogue, Women’s Wear Daily, Harper’s Bazaar e da alcuni fashion blog particolarmente popolari. Il risultato è che queste frasi “a trattini” (tecnicamente si chiamano hyphenated phrasal expressions) sono risultate tre volte più frequenti nel linguaggio della moda rispetto a quello standard, con frequenze particolarmente alte nei blog.

 

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L’uso di queste espressioni è tipico nel fashion journalism anglosassone, una tendenza che non sembra avere una corrispondenza in quello italiano - spiega Crawford - si tratta di espressioni che hanno una forte valenza descrittiva e valutativa e proprio per questo sono molto usate nell’ambito della moda dove gli aspetti visivi ed emotivi giocano un ruolo fondamentale”.

“Le blogger in particolare – continua Crawford - si distinguono per usare i “trattini” in modo creativo, arguto e non convenzionale in modo da costruire la propria identità come una voce sofisticata e spiritosa nella comunità discorsiva online della moda di cui fanno parte”.

Lo studio ha classificato tutte le “hyphenated phrasal expressions” secondo tre categorie: convenzionali, semi-convenzionali, e non-convenzionali. Nella prima categoria, si trovano espressioni che sono comunemente utilizzate dai parlanti nativi e che sono presenti nei dizionari, nella seconda c’è già un grado di variazione sufficiente da farle escludere dai dizionari, nella terza infine si trovano espressioni di fatto uniche formulate ad hoc per un determinato contesto.

“La ricerca – conclude la professoressa dell’Ateneo pisano – mette in risalto come le comunicazioni mediate da Internet possono favorire innovazioni nelle forme di espressione da parte di nuove e sempre più influenti figure del fashion journalism fornendo indicazioni anche per tutti coloro che aspirano a farne parte”.

Venerdì 7 giugno si è tenuto il workshop intitolato “ICT Innovation on Vehicular Technology and Applications” organizzato alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa e sponsorizzato dall’azienda vicentina Calearo Antenne SpA, leader nel settore della progettazione e produzione di antenne per applicazioni automotive. Hanno partecipato molte aziende, soprattutto toscane, ricercatori e docenti universitari. Un momento di incontro tra accademia e industria, per condividere la propria visione su veicoli a motore elettrico, auto a guida autonoma, treni ad alta velocità, comunicazioni V2X, 5G e comunicazioni veicolari, e reti di sensori per il controllo attivo dell’aerodinamica.

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L’idea del workshop è nata nell’ambito di due progetti PRA (Progetti di Ricerca di Ateneo) finanziati dall’Ateneo pisano: CONCEPT (COmmunication and Networking for vehicular CybEr-Physical sysTems) e E-TEAM (Enabling TEchnologies for smArt vehicles and Mobility), coordinati rispettivamente dal professor Paolo Nepa e dal professor Sergio Saponara, entrambi docenti del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione, uno dei 180 dipartimenti in Italia ad aver ricevuto il titolo di “dipartimento di eccellenza” con il progetto CrossLab.

“Le diverse tematiche coinvolte nella progettazione e nello sviluppo dei veicoli del futuro impongono una stretta collaborazione tra accademia e industria, tra esperti di diversi settori scientifici e tecnologici, tra produttori di componenti per l’industria automobilistica e fornitori di servizi; entrambi i progetti PRA, CONCEPT e E-TEAM, condividono questa visione di network di persone”, ha sottolineato il professor Paolo Nepa.

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I due progetti PRA coinvolgono oltre trenta docenti e ricercatori di diversi settori scientifico disciplinari, quali Elettromagnetismo Applicato, Elettronica, Telecomunicazioni. “Ancora un esempio virtuoso di come l’interazione tra i vari gruppi di ricerca del nostro Ateneo porti ad ottenere risultati importanti nella nostra comunità”, ha aggiunto la professoressa Claudia Martini, prorettrice per la ricerca in ambito nazionale.

Per Calearo Antenne SpA è un’ulteriore spinta verso la ricerca e l’innovazione sul mondo automotive, un aspetto essenziale soprattutto per quelle aziende che realizzano gran parte del proprio fatturato all’estero. Il Centro ricerche di Isola Vicentina (VI) collabora da anni con il gruppo di ricerca del prefessor Paolo Nepa, docente di campi elettromagnetici e antenne, e ha finanziato un contratto per un ricercatore universitario che nei prossimi tre anni si occuperà di “Tecnologie abilitanti e antenne innovative per i sistemi di connettività wireless nel settore automotive”. “Il contributo dell’Università è importante per poter affrontare le nuove sfide che si presentano quotidianamente nel mondo dell’industria”, ha commentato Roberto Mestriner, Chief Executive Manager dell’azienda vicentina.

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“Il successo del Workshop è stato ottenuto grazie alle aziende e ai ricercatori che hanno voluto partecipare condividendo le proprie idee, i propri progetti, le proprie visioni sul mondo dell’automotive e del veicolare”, ha concluso Andrea Michel, ricercatore presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, tra gli organizzatori del workshop. “Soltanto una solida sinergia tra mondo della ricerca e imprese potrà dare maggiore slancio allo sviluppo di nuove tecnologie per migliorare la vita di tutti noi”.

È questo lo spirito condiviso dalle aziende intervenute, che sono state Calearo Antenne, Aitronik s.r.l, Pitom, PurePower Control, Magna Mechatronics, Autostrade Tech S.p.A, Intel, Marelli, Rheinmetall, Italcertifer S.p.A. Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Intecs, Evidence, ResilTech ed IDS. Gli organizzatori stanno già pensando alla prossima edizione del workshop.

Immagine3Due interventi all’avanguardia effettuati negli ultimi mesi confermano la S.D. di Emodinamica dell’Azienda ospedaliera pisana come centro europeo di riferimento per il trattamento percutaneo – senza cioè incisione chirurgica – della patologia cardiaca strutturale, e in particolare per quella valvolare. L’equipe diretta dalla professoressa Anna Sonia Petronio ha eseguito due impianti di valvola mitralica (Tendyne) inserendo una cannula nell’apice del ventricolo sinistro attraverso una piccola incisione della parete toracica, senza interrompere la circolazione corporea. I pazienti sono stati dimessi dopo una breve degenza post-operatoria senza la necessità di una riabilitazione cardiologica.

«Siamo uno tra i pochi centri in Italia ed Europa che ha iniziato a impiantare, mediante la collaborazione con la Cardiochirurgia e la Cardioanestesia, protesi valvolari mitraliche per via transcatetere – spiega la professoressa Petronio – Questo ci sta permettendo di curare con buoni risultati pazienti che per l'elevato rischio cardiochirurgico non avrebbero avuto alcuna alternativa terapeutica».

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Impianto di protesi mitralica transcatetere con la Collaborazione del gruppo della Cardiochirurgia e della Cardioanestesia.

Ad oggi sono stati effettuati circa 1000 interventi di impianto percutaneo di protesi valvolari aortiche per il trattamento della stenosi aortica e più di 200 interventi di impianto di riparazione dell’insufficienza valvolare mitralica. La S.D. di Emodinamica è tra i pionieri per il trattamento percutaneo della valvola tricuspidale, nuova frontiera della cardiopatia strutturale. Tali risultati hanno fatto sì che la struttura sia stata e sia tuttora coinvolta in importanti studi multicentrici di carattere internazionale, e rappresenti un centro di sperimentazione per nuovi device e nuove tecniche di carattere innovativo in questo campo.

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Personale della SD di Emodinamica diretta dalla professoressa Anna Sonia Petronio.

In ragione della esperienza maturata in questo settore, il Centro è da alcuni anni sede di corsi di formazione rivolti a professionisti del settore sia italiano che estero, europeo e non, offrendo ai medici la possibilità di poter partecipare attivamente alle procedure ed è coinvolto da due anni nel master del Sant’Anna per l’interventistica strutturale.

Il rettore dell'Università di Pisa Paolo Mancarella sottolinea che «si tratta di un’ulteriore dimostrazione che i nostri professionisti in questo settore sono un’eccellenza a livello internazionale. Per mantenere tali livelli e progredire ulteriormente, è necessario però sostenere con le dovute risorse – umane, finanziarie e logistiche – gruppi come quello coordinato dalla professoressa Petronio, a cui va il mio ringraziamento a nome di tutta la comunità accademica. Come è ormai prassi consolidata, Unipi e AOUP sapranno condividere ulteriori pecorsi di sviluppo del settore, contrastando qualunque forma di resistenza alla prevalenza sempre e comunque del merito, nel quale credo fermamente».

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L'equipe di Cardiochirurgia e il team Tendyne.

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