L'Ateneo partner della Stanford University grazie all'iniziativa 'SPARK Global'
L'Ateneo di Pisa, unico in Italia e tra i primissimi in Europa, diventa partner della Stanford University, l'istituzione con sede a Palo Alto in California che è ai vertici mondiali nel campo della ricerca e che attualmente vanta ben 19 Premi Nobel tra i suoi membri. Grazie a un'intesa bilaterale, infatti, l'Università di Pisa ha aderito alla rete internazionale "SPARK Global", che riunisce prestigiosi centri di ricerca traslazionale nei settori medico-farmaceutici. La collaborazione è stata presentata martedì 10 aprile, a Palazzo alla Giornata, dal rettore Paolo Mancarella, dalla professoressa Daria Mochly Rosen dell’Università di Stanford, presidente della rete globale "SPARK" e ideatrice dell’iniziativa, e dal professor Corrado Priami, docente di Informatica e referente dell'iniziativa per l'Ateneo pisano.
Nel pomeriggio la professoressa Daria Mochly Rosen ha tenuto un seminario al dipartimento di Informatica dal titolo "From Bench to Bedside, how to translate academic research into drug development".
Obiettivo primario dell'accordo tra l'Università di Pisa e quella di Stanford è quello di promuovere reciproche collaborazioni di ricerca e formazione multidisciplinari e internazionali, individuando supporti e finanziamenti per sviluppare progetti congiunti sia negli Stati Uniti che in Italia. In particolare, si punta a promuovere la ricerca traslazione e l’innovazione per lo sviluppo di farmaci e metodologie diagnostiche per la medicina personalizzata, anche attraverso l’organizzazione di simposi e workshop formativi. Il nodo pisano del progetto "SPARK Global" sarà inizialmente attivato presso il Dipartimento di Informatica, che metterà a disposizione le sue competenze computazionali per potenziare questi aspetti, attualmente carenti, nella rete internazionale.
"SPARK Global", a cui aderiscono 54 centri accademici all’avanguardia nel mondo quali quelli di Stanford, Tokyo, Israele e Finlandia, è un'iniziativa no profit nata per migliorare la salute umana facendo incontrare esperti accademici e leader industriali, al fine di generare un percorso efficiente ed efficace capace di valorizzare e rendere concreti i risultati della ricerca.
“La collaborazione con la prestigiosa Università di Stanford – ha detto il rettore Paolo Mancarella – si aggiunge a quella già esistente da alcuni anni con il MIT di Boston per la realizzazione di progetti di ricerca comuni. L’Ateneo di Pisa è, in particolare nel settore computazionale, un riconosciuto centro di avanguardia internazionale e quindi la rete ‘SPARK Global' beneficerà di un supporto informatico adeguato per lo sviluppo delle ricerche in campo farmaceutico e bio-medico. Mi auguro che questo accordo possa servire per avvicinare le due Università anche mediante lo scambio di studenti di dottorato impegnati nei progetti oggetto dell’accordo. Essere, unica realtà italiana, nel novero di questi prestigiosissimi atenei e centri di ricerca è motivo di orgoglio e, al contempo, riconoscimento della qualità del nostro lavoro. Mi piace pensare che il lavoro di squadra divida i compiti e moltiplichi le possibilità di successo. Un’idea che ben si adatta agli scopi di questa rete e a cui, sono certo, i nostri scienziati sapranno dare un contributo decisivo”.
Il professor Corrado Priami ha ricordato che “l’accordo appena stipulato è certamente un’opportunità per valorizzare il trasferimento tecnologico delle ricerche più avanzate in campo bio-medico e farmacologico portate avanti dall’Ateneo e per far comprendere come il supporto computazionale in questi settori sia ormai una risorsa imprescindibile. 'SPARK Global' servirà anche a diffondere maggiormente le pratiche computazionali all’interno dell’Ateneo e a creare una cultura dell’informatica applicata ad altre discipline di cui beneficerà la nostra comunità della ricerca nel suo complesso”.
"La forza dell’università di Pisa - ha concluso infine la professoressa Daria Mochly Rosen - sta in una Scuola di Medicina e di Farmacia di eccellenza combinata con delle abilità uniche in computer science e nell’analisi dei Big Data. Con il metodo SPARK, sono fiduciosa che queste capacità si potranno tradurre in importanti innovazioni e nuovi benefici per i trattamenti dei pazienti. Non vedo l’ora di seguire i progressi di SPARK Pisa all’interno della comunità di SPARK Global".
Avviso di fabbisogno interno per Erasmus+ / Foundation Course in Humanities. Scad. 15/04
n-FUTURE(S)
Il 13 aprile l'ssociazione Pisa città di Frontiera organizza lo spettacolo teatrale n-FUTURE(S)
Uno spettacolo di luci, (r)umori, uniformi e adrenalina.
Sulla scena manichini del potere, dittatori appassionati di aragoste, contadini affamati e burocrati sadici. In una girandola di ruoli e situazioni - dove nulla è vero e (di conseguenza) tutto è permesso - una satira multiforme e
polisemica sul potere come persuasione, sui grimaldelli della psiche e sui microregimi totalitari nascosti tra le pieghe della realtà civile. Con Alberto Angelini.
L'evento è stato realizzato con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite all'Università di Pisa.
Economia della promessa, reti di sfruttamento e lavoro gratuito
Il 12 aprile 2018 l'associazione Pisa città di frontiera organizza una confernza dal titolo "Economia della promessa, reti di sfruttamento e lavoro gratuito".
L'evento è stato realizzato con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite all'Università di Pisa.
Avviso di fabisogno interno presso il Centro Scienze per la Pace per la seguente attività: attività di supporto alla formazione generale del Servizio civile regionale. Scad. 14/04
Web Survey del CNR di Pisa sull'uso di droghe
Il CNR di Pisa ha lanciato una Web Survey sull'uso di droghe per raccogliere informazioni su come si stanno modificando i pattern di uso delle sostanze psicoattive in Europa. Se hai compiuto 18 anni e hai fatto uno di droghe, anche occasionalmente, negli ultimi 12 mesi, anche tu puoi contribuire alla ricerca. Fai il questionario, veloce, ANONIMO, sicuro --> http://bit.ly/2DuV4uF
INVITO STAMPA: L'Ateneo di Pisa diventa partner della Stanford University attraverso l'iniziativa "SPARK Global"
L'Ateneo di Pisa, unico in Italia e tra i primissimi in Europa, diventa partner della Stanford University, aderendo alla rete internazionale "SPARK Global", che riunisce 54 prestigiosi centri mondiali di ricerca traslazionale nei settori medico-farmaceutici.
La collaborazione sarà presentata martedì 10 aprile, alle ore 12 nella Sala dei Mappamondi di Palazzo alla Giornata, dal rettore Paolo Mancarella, dalla professoressa Daria Mochly Rosen dell’Università di Stanford, presidente della rete globale "SPARK" e ideatrice dell’iniziativa, e dal professor Corrado Priami, docente di Informatica e referente dell'iniziativa per l'Ateneo pisano.
The Arts of Making in Ancient Egypt
“The Arts of Making in Ancient Egypt. Voices, images, and objects of material producers 2000–1550 BC” (Sidestone, 2018) è l’ultimo libro a cura di Gianluca Miniaci, ricercatore senior di Egittologia al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere del nostro Ateneo.
Il dottor Miniaci si occupa di antico Egitto con un particolare interesse per gli aspetti di storia sociale e cultura materiale, integrando prospettive antropologiche e metodi della teoria archeologica. Fra i suoi ultimi studi, Rishi Coffins and the Funerary Culture of Second Intermediate Period Egypt (GHP London, 2011); Le Lettere ai Morti nell’antico Egitto (Paideia, 2014) e, come co-editore, The World of Middle Kingdom Egypt I-II (GHP London, 2015-16), Company of Images: Modelling the Imaginary World of Middle Kingdom Egypt (Peeters, 2017).
Pubblichiamo di seguito una scheda del volume e un estratto (in inglese) dalla premessa.
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Negli ultimi decenni, nell'immaginario collettivo la figura degli antichi egiziani che erano alla base della produzione materiale ha fluttuato tra varie dimensioni, spesso conflittuali tra di loro, da "schiavi" ad "artigiani", da "lavoratori" ad "artisti", senza mai trovare un’univoca forma rappresentativa.
Questo volume, dunque, si propone di analizzare i meccanismi della produzione materiale in Egitto durante l'Età del Medio Bronzo (ca. 2000-1550 a. C.) alla ricerca di una sua più complessa comprensione, al fine di allontanarsi da una serie di preconcetti moderni per avvicinarsi ad un più autentico profilo che gli antichi artigiani egiziani avevano di loro stessi, attraverso l’analisi delle loro parole, delle loro immagini e dei loro artefatti. I contributi del volume hanno lo scopo di fornire un'analisi innovativa sul network di relazioni tra materiali ed esseri umani, sulla circolazione delle idee e sui profili sociali delle persone coinvolte nella produzione materiale dell’antico Egitto.
Craft activities appear as rather more complex activities than previously thought. The limits between “high” and “low” production, between qualified specialists and part-time workers, between “artists” and mere “producers”, seem more blurred, while the centrality ascribed to the production promoted at institutions such as temples, palaces and the households of high officials appears questionable. Pervasive preconceptions among researchers thus collide repeatedly and systemically with evidence for ancient patterns of and ideas around material production.
All fifteen contributors to this volume confront, in different ways, that continuing disjuncture. A shared focus on practice allows new thinking on the location and societal value of different activities, and on their shifting social context of class, age, gender and ethnicity, all inseparable from ancient categories and structures of thought in action.
In uno scheletro di mille anni fa il più antico osteoblastoma mai rinvenuto
Un tumore osseo di mille anni fa, il più antico nel suo genere mai rinvenuto, è stato scoperto dall’équipe della divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa coordinata dalla professoressa Valentina Giuffra. Si tratta di un osteoblastoma che ricercatori hanno diagnosticato nel seno frontale del cranio in uno scheletro datato al X-XII secolo e portato alla luce durante gli scavi archeologici condotti nel 2004 presso il grande cimitero medievale della pieve di Pava (Siena).
Sezione istologica dell’osteoblastoma (Blu di Toluidina, 100x)
La scoperta, appena pubblicata sulla rivista scientifica internazionale “The Lancet Oncology”, getta nuova luce sull’antichità dei tumori ossei e pone le basi per nuove ricerche nel campo della paleoncologia.
L’individuo, un giovane maschio di 25-35 anni, presentava in corrispondenza dell’osso frontale una rottura post mortale che ha permesso di osservare la presenza di una piccola neoformazione ovalare all’interno del seno frontale destro del cranio. Grazie all’ausilio di moderne tecniche radiologiche ed istologiche, gli studiosi sono riusciti a chiarire che la natura patologica della lesione era proprio un osteoblastoma.
Particolate della lesione ovalare nel seno frontale destro
“L’osteoblastoma è un raro tumore benigno dell'osso che rappresenta attualmente circa il 3,5% di tutti i tumori primitivi benigni dell'osso e l'1% di tutte le neoplasie ossee - afferma il professore Gino Fornaciari dell’Università di Pisa e coautore della pubblicazione – di solito colpisce prevalentemente i giovani adulti, prediligendo la colonna vertebrale e le ossa lunghe, la localizzazione nel cranio e nei seni paranasali è invece estremamente inconsueta e pochissimi sono i casi noti nella letteratura clinica moderna”.
“E’ stato estremamente sorprendente essere riusciti a trovare testimonianza di questa condizione addirittura nei resti scheletri umani. Ad oggi infatti, il caso medievale di Pava risulta essere la prima attestazione paleopatologica di osteoblastoma del seno frontale, confermando l'esistenza di questo raro tumore osseo benigno a quasi 1000 anni fa” conclude la dottoressa Giulia Riccomi, dottoranda dell’Ateneo pisano e primo autore della pubblicazione.
In uno scheletro di mille anni fa il più antico osteoblastoma mai rinvenuto
Un tumore osseo di mille anni fa, il più antico nel suo genere mai rinvenuto, è stato scoperto dall’équipe della divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa coordinata dalla professoressa Valentina Giuffra. Si tratta di un osteoblastoma che ricercatori hanno diagnosticato nel seno frontale del cranio in uno scheletro datato al X-XII secolo e portato alla luce durante gli scavi archeologici condotti nel 2004 presso il grande cimitero medievale della pieve di Pava (Siena).
La scoperta, appena pubblicata sulla rivista scientifica internazionale “The Lancet Oncology”, getta nuova luce sull’antichità dei tumori ossei e pone le basi per nuove ricerche nel campo della paleoncologia.
L’individuo, un giovane maschio di 25-35 anni, presentava in corrispondenza dell’osso frontale una rottura post mortale che ha permesso di osservare la presenza di una piccola neoformazione ovalare all’interno del seno frontale destro del cranio. Grazie all’ausilio di moderne tecniche radiologiche ed istologiche, gli studiosi sono riusciti a chiarire che la natura patologica della lesione era proprio un osteoblastoma.
“L’osteoblastoma è un raro tumore benigno dell'osso che rappresenta attualmente circa il 3,5% di tutti i tumori primitivi benigni dell'osso e l'1% di tutte le neoplasie ossee - afferma il professore Gino Fornaciari dell’Università di Pisa e coautore della pubblicazione – di solito colpisce prevalentemente i giovani adulti, prediligendo la colonna vertebrale e le ossa lunghe, la localizzazione nel cranio e nei seni paranasali è invece estremamente inconsueta e pochissimi sono i casi noti nella letteratura clinica moderna”.
“E’ stato estremamente sorprendente essere riusciti a trovare testimonianza di questa condizione addirittura nei resti scheletri umani. Ad oggi infatti, il caso medievale di Pava risulta essere la prima attestazione paleopatologica di osteoblastoma del seno frontale, confermando l'esistenza di questo raro tumore osseo benigno a quasi 1000 anni fa” conclude la dottoressa Giulia Riccomi, dottoranda dell’Ateneo pisano e primo autore della pubblicazione.