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Comunicati stampa

logo cug 600x400Il Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa, riunito nei giorni scorsi, ha approvato una mozione di sostegno al documento politico del Toscana Pride 2019. Il sostegno si riferisce in particolare alle parti relative all’ “Educazione alle differenze” e all’ “Autodeterminazione”, nella convinzione che sia tra i compiti dell’università quello di potenziare percorsi educativi che valorizzino le differenze, contro e forme di discriminazione, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

Tutto questo in coerenza con un lavoro che si sviluppa dall’insediamento del nuovo CUG e che, nel gennaio scorso, ha visto compiersi un atto fondamentale. In una logica che caratterizza l’azione dell’attuale governo dell’Università di Pisa – previlegiare il fare rispetto al dire – con senso analogo a quello che, ad esempio, ha guidato l’Ateneo nel realizzare “La cerimonia del ricordo e delle scuse” in occasione dell’anniversario delle leggi razziali, il CUG ha dato vita – sempre coinvolgendo tutte le altre università italiane – al convegno “Le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere”, da cui è nata una mozione collettiva rivolta alla Conferenza dei rettori. Grazie anche a questa iniziativa si stanno oggi diffondendo negli atenei italiani buone pratiche orientate alla piena tutela del diritto all’autodeterminazione di genere.

Nel corso del tempo il CUG ha poi intrapreso molte altre iniziative tra cui vale la pena ricordare il rilascio di un doppio libretto universitario per gli studenti in transizione che consente il pieno riconoscimento dell’identità che ognuno sente come propria; le attività formative per studenti e dipendenti realizzate in collaborazione con il Centro interuniversitario Cirque da cui è nato un seminario permanente queer (un termine che indica tutte le diversità) che è già un punto di riferimento; i “Seminari a merenda”, laboratori per figli e figlie di persone della comunità universitaria, sui temi degli stereotipi di genere, non solo sulle differenze, ma anche sulle emozioni e sui conflitti; il libro, in corso di pubblicazione che raccoglie i lavori del convegno “Famiglie che cambiano organizzato dal CUG proprio col Comitato Toscana Pride, sulle trasformazioni dei legami familiari e affettivi con la partecipazione di numerose associazioni di genitori e famiglie.

«Una serie di attività che, nel loro insieme, dimostrano un’attenzione a questi temi davvero particolare che non crediamo abbia uguali in altre istituzioni pubbliche del nostro territorio», commentano dal CUG.

L’impegno proseguirà con altre iniziative, alcune già programmate per l’autunno prossimo, come quella di un corso di formazione su sessismo e omofobia, che sarà rivolto a un centinaio tra i dipendenti universitari.

È poi in cantiere un’iniziativa molto importante e originale, ispirata da un inserto che la rivista Wired ha realizzato con la Mattel (l’azienda che ha creato la Barbie), che sarà inserita nel programma di “Informatica 50”, e vuol ribaltare gli stereotipi di genere proponendo modelli a partire da donne (alcune pisane) con ruoli decisivi per l’evoluzione della ricerca scientifica italiana.

Mercoledì 3 luglio, a partire dalle ore 9, nell'Aula Magna Fratelli Pontecorvo del Polo Fibonacci, si terrà l'evento "Focus Didattica. Esperienze e progetti dell'Università di Pisa", una giornata di approfondimenti, informazioni e notizie sulle iniziative dell'Ateneo nel campo della didattica.

Si parlerà fra l’altro dei 5 nuovi corsi di laurea attivati negli ultimi due anni accademici, di progetti speciali, (vedi comunicato di ieri, lunedì 1 luglio) di "Insegnare a insegnare" e delle attività di internazionalizzazione, orientamento e supporto agli studenti. Nell'occasione saranno presentati i risultati del questionario sulla didattica compilato dai docenti nello scorso autunno.
Alle ore 11.15 gli organizzatori della giornata saranno a disposizione dei colleghi giornalisti per illustrare le novità più importanti nel campo della didattica.

 

 

Accredia-Garante-privacy.jpgIl Laboratorio di Igiene del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa è il primo laboratorio universitario in Toscana a conseguire l’accreditamento ISO/IEC 17025.

Grazie a questo risultato da luglio il laboratorio è la prima struttura universitaria iscritta nell’elenco dei centri di analisi nell'ambito delle procedure di autocontrollo delle industrie alimentari istituito dalla Regione Toscana nel 2006.

L’accreditamento, raggiunto a giugno 2018 e successivamente esteso a maggio 2019, è stato conseguito da un team coordinato dai professori Angelo Baggiani e Gaetano Privitera e composto dai dottori Michele Totaro e Lorenzo Frendo e dalla dottoressa Serena Giorgi. Il gruppo di lavoro ha realizzato l’intero processo di progettazione e implementazione di un Laboratory Management System conforme allo Standard internazionale ISO/IEC 17025.

L’accreditamento è stato conseguito dal dopo un’approfondita verifica di valutazione condotta dagli ispettori Accredia, l’unica autorità referente a livello nazionale designata dal governo italiano e che opera sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico. Il risultato finale è stato così il riconoscimento internazionale delle attività analitiche svolte presso il Laboratorio di Igiene dell'Ateneo grazie agli accordi di mutuo riconoscimento della European Cooperation for Accreditation (EA-MLA) e della International Laboratory Accreditation Cooperation (ILAC-MRA) di cui Accredia è firmatario.

 

Sono circa 40 gli studenti che nell’ultimo anno accademico hanno partecipato al Foundation Course, il percorso formativo rivolto agli studenti internazionali che devono colmare il vuoto di scolarità di un anno per iscriversi alle università in Italia. Nel corso di una piccola cerimonia che si è tenuta nella Sala dei Mappamondi del rettorato, l’Università di Pisa ha consegnato i diplomi finali ai primi studenti che hanno conseguito il titolo. A salutare i ragazzi era presente, a nome del rettore, Francesco Marcelloni, prorettore alla Cooperazione e relazioni internazionali, insieme ai responsabili scientifici dei due curricula del FC – la professoressa Chiara Roda, responsabile del Foundation Course Science (FCS), e il professor Arturo Marzano, responsabile scientifico del Foundation Course Humanities (FCH) – e lo staff dell’Unità cooperazione internazionale, coordinato da Paola Cappellini.

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Gli studenti che hanno ritirato il diploma sono: Malithi Chathurangi Kankani Lokuge (Sri Lanka-FCS), Angelina Prushinskaya (Russia, FCH), Kseniia Petrova (Russia, FCH), Vibuthi Dilshan Mitipatabendiralalage Silva (Sri Lanka, FCS), Gaven Earle (USA, FCH), Noemi Sugirtha Segar (Italia, FCH), Karima Brimzhanova (Kazakhstan, FCS), Diana Nurtayeva (Kazakhstan, FCS), Adelya Kalmyshova (Kazakhstan, FCS), Alessandro Liam Diora Carter (US/Italy, FCS), Evgenia Denisova (Russia, FCH), Polina Kostina (Russia, FCS), Nazerke Utesheva (Kazakhstan, FCH), Dasha Lebedeva (Russia, FCH), Vlada Konakova (Russia, FCS), Francesco Montevecchi (Italy, Native Italians), Naim Shurush (Israel, FCS).

I seguenti studenti ritireranno il diploma successivamente, in quanto assenti alla cerimonia: Michela Tambasco (US/Italy, FCS), Konstantinos Marneros (Cipro, FCS), Dina Yeerbule (Cina, FCS), Aleksandr Carbonaro (Italy/Russia, FC native italians), Fabrizio Ciampani (Italia/Colombia Native italians), Isabella Delgado (Italy, FCH), Duilio Celi (Italy/Perù FCH).

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Il Foundation Course è un programma della durata di un anno accademico che serve a colmare la scolarità di studenti internazionali (provenienti ad esempio da USA, Russia e alcuni Stati dell’America Latina) che non possono accedere direttamente a un corso di laurea di primo livello presso le università italiane.

Giunto alla sua terza edizione, il Foundation Course è cresciuto di anno in anno, arrivando a contare quasi 40 studenti nell’a.a. 2018-19. L’Università di Pisa è stato il primo ateneo italiano ad aver attivato questo importante percorso, già presente nelle più importanti università europee da diversi anni. Attraverso la frequenza del Foundation Course e con il superamento dei relativi esami, gli studenti possono proseguire la loro carriera accademica iscrivendosi a un corso di laurea di primo livello.

L’Ateneo pisano propone due diversi curricula, uno umanistico (Foundation Course Humanities - FCH) e uno scientifico (Foundation Course Science - FCS). I contenuti degli insegnamenti del curriculum scientifico sono stati pensati anche tenendo in considerazione la preparazione necessaria per il superamento dei test di accesso sia a Medicina sia ai corsi di laurea di carattere scientifico come, ad esempio, Ingegneria o Farmacia. Gli iscritti al FC, accanto agli insegnamenti relativi al curricula scelto, seguono inoltre un corso intensivo di lingua italiana presso il Centro Linguistico di Ateneo (CLI), finalizzato a conferire loro le basi per poter affrontare un corso di laurea tenuto completamente in lingua italiana.

In aggiunta ai due curricula sopra menzionati, è disponibile anche un percorso per studenti italiani che hanno ottenuto il diploma di scuola superiore all’estero (Foundation Course for Native Italians), il quale prevede la sostituzione dei crediti di lingua italiana con altri che possono essere presi dal curriculum scientifico e da quello umanistico.

Procedura semplificata concorrenziale di affidamento diretto ai sensi dell’art. 1 comma 912 della legge n. 145/2018 dei lavori “Fornitura e posa in opera di drycoler, n. 2 scambiatori a piastre e filtro ciclonico” Cat. OS28, CIG 7873458714 - CUP I53 B08 000 200 006 

I ragazzi dell’Università di Pisa si sono classificati terzi alla CyberChallenge 2019 che si è svolta il 27 giugno presso la Scuola Telecomunicazioni delle Forze Armate (Stelmilit) di Chiavari. Primi si sono classificati i ragazzi del Politecnico di Milano e secondi quelli dell’Università di Bologna. La competizione è stata introdotta dal sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo; la premiazione è stata effettuata dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta. La CyberChallenge è il primo programma italiano di addestramento alla cybersecurity per giovani di talento delle scuole superiori e delle università. La CyberChallenge 2019 è la terza edizione del programma a cui hanno partecipato 18 università italiane. L’Università di Pisa partecipava quest’anno alla CyberChallenge per la prima volta.
La squadra pisana è costituita da: Lorenzo Catoni (primo anno della laurea triennale in Ingegneria informatica), Marco Gaglianese (primo anno della laurea magistrale in Informatica), Quint Guillame (primo anno della laurea triennale in Ingegneria informatica), Nicola Vella (primo anno della laurea triennale in Ingegneria informatica).
I ragazzi dell’Università di Pisa hanno raggiunto questo risultato dopo una dura selezione e un programma di formazione intensivo. La selezione si è svolta in due fasi: un pre-test online nei giorni 23-25 gennaio e un test di ammissione il 1 febbraio di logica e programmazione. Di 167 iscritti al pre-test, i 20 migliori sono stati selezionati per la fase formazione di cui solo 12 sono riusciti a completarla. La fase di formazione prevedeva 12 settimane, da marzo a maggio, per un totale di 72 ore, di cui 24 di lezione e 48 di esercitazione. La fase di formazione era in aggiunta alle normali attività didattiche.
Anche tre studenti delle scuole superiori sono stati ammessi e hanno completato il programma intensivo di formazione: Giada Betti Sorbelli (I.I.S. Da Vinci - Fascetti, Pisa), Leandro Cardoso Santana (I.I.S. Da Vinci - Fascetti, Pisa), Andrea Malatesta (I.I.S., Ferraris Brunelleschi, Empoli)
Il 6 giugno, al termine della fase di formazione, si sono svolte le qualificazioni, una competizione di tipo capture-the-flag, con l’obiettivo di selezionare i quattro membri della squadra pisana.
Durante la competizione nazionale del 27 giugno di tipo attacco-difesa, la squadra pisana si è distinta in questi punti: è stata la prima squadra ad aver trovato una vulnerabilità sul servizio AirCnC (che era il più complesso tra i 4 proposti); è stata la prima squadra ad aver trovato vulnerabilità su tutti i servizi proposti, dopo 4 ore di gara su 7 (tutte le altre squadre in quel momento avevano trovato vulnerabilità al più per 2 soli servizi); è stata la prima squadra come punteggio di difesa (ovvero è il team che riuscito a difendere meglio i propri servizi, così che le altre squadre non potevano sfruttare le vulnerabilità per rubare flag dai nostri).
La formazione è stata svolta in collaborazione da docenti e studenti del dipartimento di Ingegneria dell’informazione e del dipartimento di Informatica. I trainer sono stati per il dipartimento di Ingegneria informatica: Giuseppe Lettieri (RTI), Antonio Arena (dottorando), Michele La Manna (dottorando), Dario Varano (tecnologo), Giacomo Tanganelli (assegnista), Federico Galatolo (dottorando). Per il dipartimento di Informatica: Anna Bernasconi (PA), Iacopo Soldani (assegnista), Gaspare Ferraro (studente a contratto), Anna Monreale (RTD). Coordinatore dell’iniziativa per l’Università di Pisa è stato il professor Gianluca Dini.
CyberChallenge è su Twitter @CyberChallengIT e su Facebook: @CyberChallengeIT

I ragazzi dell’Università di Pisa si sono classificati terzi alla CyberChallenge 2019 che si è svolta il 27 giugno presso la Scuola Telecomunicazioni delle Forze Armate (Stelmilit) di Chiavari. Primi si sono classificati i ragazzi del Politecnico di Milano e secondi quelli dell’Università di Bologna. La competizione è stata introdotta dal sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo; la premiazione è stata effettuata dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta.La CyberChallenge è il primo programma italiano di addestramento alla cybersecurity per giovani di talento delle scuole superiori e delle università. La CyberChallenge 2019 è la terza edizione del programma a cui hanno partecipato 18 università italiane. L’Università di Pisa partecipava quest’anno alla CyberChallenge per la prima volta. 

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La squadra pisana è costituita da: Lorenzo Catoni (primo anno della laurea triennale in Ingegneria informatica), Marco Gaglianese (primo anno della laurea magistrale in Informatica), Quint Guillame (primo anno della laurea triennale in Ingegneria informatica), Nicola Vella (primo anno della laurea triennale in Ingegneria informatica).

I ragazzi dell’Università di Pisa hanno raggiunto questo risultato dopo una dura selezione e un programma di formazione intensivo. La selezione si è svolta in due fasi: un pre-test online nei giorni 23-25 gennaio e un test di ammissione il 1 febbraio di logica e programmazione. Di 167 iscritti al pre-test, i 20 migliori sono stati selezionati per la fase formazione di cui solo 12 sono riusciti a completarla. La fase di formazione prevedeva 12 settimane, da marzo a maggio, per un totale di 72 ore, di cui 24 di lezione e 48 di esercitazione. La fase di formazione era in aggiunta alle normali attività didattiche. 

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Anche tre studenti delle scuole superiori sono stati ammessi e hanno completato il programma intensivo di formazione: Giada Betti Sorbelli (I.I.S. Da Vinci - Fascetti, Pisa), Leandro Cardoso Santana (I.I.S. Da Vinci - Fascetti, Pisa), Andrea Malatesta (I.I.S., Ferraris Brunelleschi, Empoli)

Il 6 giugno, al termine della fase di formazione, si sono svolte le qualificazioni, una competizione di tipo capture-the-flag, con l’obiettivo di selezionare i quattro membri della squadra pisana.

Durante la competizione nazionale del 27 giugno di tipo attacco-difesa, la squadra pisana si è distinta in questi punti: è stata la prima squadra ad aver trovato una vulnerabilità sul servizio AirCnC (che era il più complesso tra i 4 proposti); è stata la prima squadra ad aver trovato vulnerabilità su tutti i servizi proposti, dopo 4 ore di gara su 7 (tutte le altre squadre in quel momento avevano trovato vulnerabilità al più per 2 soli servizi); è stata la prima squadra come punteggio di difesa (ovvero è il team che riuscito a difendere meglio i propri servizi, così che le altre squadre non potevano sfruttare le vulnerabilità per rubare flag dai nostri).

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La formazione è stata svolta in collaborazione da docenti e studenti del dipartimento di Ingegneria dell’informazione e del dipartimento di Informatica. I trainer sono stati per il dipartimento di Ingegneria informatica: Giuseppe Lettieri (RTI), Antonio Arena (dottorando), Michele La Manna (dottorando), Dario Varano (tecnologo), Giacomo Tanganelli (assegnista), Federico Galatolo (dottorando). Per il dipartimento di Informatica: Anna Bernasconi (PA), Iacopo Soldani (assegnista), Gaspare Ferraro (studente a contratto), Anna Monreale (RTD). Coordinatore dell’iniziativa per l’Università di Pisa è stato il professor Gianluca Dini.

CyberChallenge è su Twitter @CyberChallengIT e su Facebook: @CyberChallengeIT.

La storia della matematica italiana dopo la seconda guerra mondiale, con l'abbandono della tradizione autarchica e l'apertura alla collaborazione con le principali scuole internazionali, deve molto a Guido Stampacchia, il professore napoletano che nel corso della carriera ha insegnato nelle Università di Genova, Pisa, Roma e alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Per sottolineare il rapporto affettivo sempre mantenuto con la città di origine e allo stesso tempo il rilievo scientifico e culturale di Napoli, i figli e la famiglia hanno donato la raccolta di carte scientifiche di Guido Stampacchia all'Università "Federico II", depositandole al Dipartimento di Matematica intitolato a Renato Caccioppoli, maestro e amico del professore.
Le carte, in gran parte inedite, restituiscono quasi per intero il percorso biografico di Guido Stampacchia, che ha frequentato il Liceo Vico di Napoli prima di trasferirsi a Pisa nell'autunno del 1940 per iniziare gli studi universitari nell'Ateneo e alla Scuola Normale. Partendo dagli anni di formazione pisana, con appunti delle lezioni interne della Normale, e passando per i successivi rapporti con Renato Caccioppoli a Napoli, sede in cui ha avviato la carriera universitaria, i documenti si estendono a tutti gli anni Sessanta e Settanta, fino ad arrivare alla morte del professore avvenuta nel 1978. Emerse nella loro completezza solo di recente, le carte documentano per quei decenni l'intensa attività di relazione e collaborazione con matematici in Italia e fuori, sia attraverso la corrispondenza personale e scientifica, sia attraverso la raccolta di opere e articoli di matematici a lui contemporanei. Nella raccolta ci sono anche testi di Leonida Tonelli, di Carlo Severini, di Cesare Arzelà e, naturalmente, di Renato Caccioppoli; mentre tra i contemporanei spiccano le figure di Enrico Magenes e di Ennio De Giorgi e dei moltissimi altri, italiani e stranieri, con i quali la collaborazione è stata stretta, il più delle volte amicale.
Il fondo - composto da appunti di studio, preprint, estratti dei propri lavori dalle riviste scientifiche, schemi per conferenze e corsi tenuti nelle università di tutto il mondo: Stampacchia ha insegnato anche a New York, Minneapolis, Parigi, Chicago e Brighton - è completato da una sezione iconografica con foto e video che documentano l'aspetto conviviale e amicale di tanti rapporti scientifici.
In questo contesto Pisa ha avuto un ruolo essenziale nella vita e nel percorso scientifico di Guido Stampacchia. L'Università è stata la prima e anche l'ultima sede di lavoro, alla Facoltà di Ingegneria dove ha collaborato intensamente con Piero Villaggio, poi alla Scuola Normale, vicino di stanza di Aldo Andreotti e di Ennio De Giorgi. Dopo la prematura scomparsa nell'aprile del 1978, il direttore della Scuola, Edoardo Vesentini, volle sottolineare il progetto coltivato dal professor Stampacchia di "fare scuola" matematica a Pisa. Inoltre, il dipartimento di Matematica dell'Università gli ha intitolato un'aula della sua sede.
"Il Dipartimento di Matematica 'Renato Caccioppoli' della Federico II di Napoli - hanno ricordato i familiari di Guido - ha accettato con molta generosità la proposta della famiglia di ricevere e ordinare ulteriormente il fondo, per poi metterlo a disposizione degli studiosi. Si allarga così la documentazione finora a disposizione, con la quale la professoressa Silvia Mazzone ha pubblicato un pregevole profilo biografico e scientifico e steso una voce per la Treccani. Lo sviluppo e la ripresa della matematica italiana negli anni del secondo dopoguerra e il suo allacciare fecondi rapporti internazionali con altre scuole matematiche, trovano in queste carte ulteriori elementi di documentazione e occasione di ricerca.”

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