Preferisco la Szymborska
Preferisco il cinema
Preferisco i gatti
Preferisco le querce sul fiume Warta
Preferisco Dickens a Dostoevskij
Preferisco me che vuol bene alla gente
A me che ama l’umanità...
da “Possibilità”
Wisława Szymborska
Quest’anno il corso di Letteratura polacca dedicato agli studenti delle facoltà di Lettere e di Lingue, dal titolo “Inconsuete consuetudini” nella poesia polacca, riguardava in modo particolare la produzione poetica di Wisława Szymborska. Parlando con Jarosław Mikołajewski, eccellente poeta e infaticabile direttore dell’Istituto Polacco di Cultura di Roma, veniamo a sapere che il Premio Nobel per la poesia 1996 gli ha promesso di tornare in Italia in primavera. La notizia che la poetessa verrà per la terza volta nel nostro paese ci elettrizza. L’evento è senza dubbio eccezionale, perché la Szymborska, quasi ottantaquattrenne, si muove ormai poco ed è notoriamente riservata. Sarà a Roma al “Goethe Institut” - ma dirà di no al Salone del Libro di Torino - per accettare di incontrare, nel suo breve viaggio tra le colline toscane, i suoi lettori a Siena e a Pisa.
Szymborska abita a Cracovia, antica capitale medieval-rinascimentale, e fa sapere che le piacerebbe parlare all’interno di un edificio storico. Purtroppo l’Aula Magna della Sapienza non è disponibile: ci rivolgiamo così alla Scuola Normale Superiore, che ci mette generosamente a disposizione la Sala degli Stemmi. La scrittrice non ama rilasciare interviste (lo fa solo in casi eccezionali, come qualche tempo fa, per motivare la sua partecipazione a un appello in difesa della democrazia in Polonia): malgrado la celebrità, non desidera esibirsi e preferisce intessere un dialogo coi lettori attraverso i propri testi. Forse terrà un breve discorso - ci preannunciano - ed è certo che leggerà le sue poesie.
Pensiamo subito di coinvolgere i colleghi che da anni apprezzano entusiasticamente la sua opera: in particolare Bruno Mazzoni, Giuseppe Dell’Agata, Marco Santagata e Gianni Iotti. Ci sostengono – non solo finanziariamente – il Rettorato, la facoltà di Lettere e quella di Lingue, il corso di laurea specialistica L.E.F.E. e il dipartimento di Linguistica.
Con nostra grande sorpresa il 9 maggio ad affollare il palazzo della Carovana c’è un pubblico molto superiore al previsto e ben più ampio di quello che l’ha accolta a Siena il giorno prima, alla Biblioteca dell’Accademia degli Intronati. La splendida sala della Normale è gremita. Oltre ai molti colleghi (tra di loro c’è anche l’ottimo traduttore della poetessa, Pietro Marchesani) e agli studenti delle due facoltà e della Scuola Normale sono venuti anche molti giovanissimi, tante facce nuove: una conferma che questa originalissima scrittrice è divenuta anche da noi un’autrice di culto. In un paese dove notoriamente si legge poca poesia, la poetessa polacca è un fenomeno senza precedenti, perché i suoi libri vanno già da qualche anno a ruba: forse perché le sue poesie sanno parlare con ironica umanità a un pubblico più ampio del consueto, prendendo spunto da gesti o pensieri quotidiani e disvelando gli aspetti più imprevisti delle nostre emozioni, delle nostre parti più fragili o contraddittorie. E sarà anche perché la sua poesia non pretende di ammaestrare, ma nasce da un incessante “non so”, da un confronto diretto con la realtà, mai asservito a un’idea o a un principio astratto.
Nella Sala degli Stemmi siamo tutti come magnetizzati da quella minuta e anziana signora dallo sguardo scintillante e vivace che Iosif Brodskij, parlando al Salone del libro di Torino (1988), ha annoverato tra i più grandi poeti viventi. L’atmosfera, captata anche dagli interventi dei presenti – il protettore vicario Lucia Tomasi Tongiorgi, i presidi Alfonso Maurizio Iacono e Bruno Mazzoni, e inoltre Marco Santagata, Alfonso Berardinelli nonché la sottoscritta Giovanna Tomassucci – è veramente straordinaria (la poetessa ci farà sapere al suo ritorno in Polonia di averla percepita come “elettrizzante”). Szymborska legge in polacco le poesie con una voce esile, ma sicura, imbevuta di una vivifica e umanissima ironia, intervallata da sorrisi rivolti al pubblico rimasto in gran parte in piedi (“Ma si stancheranno!”, sussurra a più riprese preoccupata). Federico Barsanti, regista e attore, direttore del Piccolo Teatro della Versilia, legge i testi in traduzione, cercando di rendere con passione il ritmo cadenzato, i toni modulati e la musicalità dell’originale e ricorrendo a un’ampia varietà di registri. Il silenzio con cui li ascoltiamo è carico di una compartecipazione assorta, che trova sfogo ogni volta in lunghi, entusiastici applausi.
Alla fine il pubblico assiepa il tavolo e ognuno riceve il suo bravo autografo, accompagnato da qualche parola e da un sorriso. Accanto al gruppo entusiasta degli studenti di Letteratura e lingua polacca c’è anche una giovanissima signora in attesa che chiederà una dedica alla piccola Myriam che sta per nascere…
Al Rettorato, nella Sala dei Mappamondi, è stato allestito un rinfresco, in occasione del quale il rettore Pasquali e il prorettore vicario Tomasi Tongiorgi consegneranno alla poetessa la medaglia onorifica del Cherubino. Prima di recarci al buffet, Szymborska ci chiede di passare per un attimo in albergo. Inaspettatamente, la ragazza bionda della reception le sussurra in polacco “Quale onore!” e, con una sorta di inchino, estrae da sotto il bancone un libro di poesie apprestato per l’occasione. Divertita, Szymborska le scrive un autografo e le chiede cosa faccia a Pisa. Lei ci racconta emozionatissima che è venuta a studiare canto e che si è iscritta alla facoltà di Lettere, al CMT. “Ci canterebbe qualcosa?”, le chiede la poetessa. E la ragazza, senza esitazione, intona la celebre Havanaise della Carmen L’amour est un oiseau rebelle, che risuona per l’intera hall. Ci guardiamo incantati: sappiamo bene che anche questo fa parte della magia che sembra accompagnare, sempre e ovunque, la piccola, grande signora della poesia, la quale, concludendo il discorso tenuto in occasione del conferimento del Premio Nobel, ci ha ricordato che “il mondo, qualunque cosa ne pensiamo, è stupefacente”.
Le pubblicazioni italiane
1993: La fiera dei miracoli, Milano, Libri Scheiwiller, collana «Strenne Franci»
1996: Gente sul ponte, Milano, Libri Scheiwiller
1997: La fine e l’inizio, Milano, Libri Scheiwiller
1997: Trittico: tre poesie di Wislawa Szymborska, tre collages di Alina Kaczyńska, Milano, Libri Scheiwiller (ed. fuori commercio)
1998: 25 poesie, Milano, Arnoldo Mondadori, «I Miti – Poesia»
1998: Vista con granello di sabbia, Poesie (1957-1993), Milano, Adelphi edizioni 2002: Taccuino d’Amore, Milano, Libri Scheiwiller
2002: Posta letteraria, ossia come diventare (o non diventare) scrittore, Milano, Libri Scheiwiller
2002: 25 poesie, Milano, Mondadori
2003: Ogni caso, Milano, Libri Scheiwiller
2003: Uno spasso, Milano, Libri Scheiwiller
2004: Attimo, Milano, Libri Scheiwiller
2004: Discorso all’Ufficio degli oggetti smarriti, Milano, Adelphi
2005: Appello allo Yeti, Milano, Scheiwiller
2006: Letture facoltative, Milano, Adelphi
2006: Grande numero, Milano, Scheiwiller
2006: Due punti, Milano, Adelphi
2008: In corso di pubblicazione: Nuove letture facoltative, Milano, Scheiwiller
Giovanna Tomassucci
tomassu@humnet.unipi.it
Donatella Bremer
bremer@ling.unipi.it