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All'inizio dell'anno accademico 1999/2000 un piccolo gruppo di studenti ha iniziato, con la guida del maestro Stefano Barandoni, l’avventura del Coro dell’Università di Pisa, una delle prime esperienze simili all’interno delle università italiane. In vent’anni di attività il Coro ha accolto nelle sue fila centinaia di studenti che, insieme a una nutrita componente del personale universitario, si sono cimentati nei grandi capolavori della musica corale di tutte le epoche, vivendo in modo più intenso il percorso universitario e partecipando a molte cerimonie accademiche e a svariati concerti a Pisa e in altri centri italiani e stranieri, anche in altre sedi universitarie.
Per celebrare il ventennale dalla fondazione del Coro, Maria Antonella Galanti, responsabile del Centro universitario per la diffusione della cultura e della pratica musicale di cui il Coro fa parte, e il maestro Stefano Barandoni hanno pensato a un concerto incentrato su “La forza della musica”, con un programma che è una sorta di inno alla musica, che esprime la gioia per la possibilità di compiere insieme un viaggio nelle sonorità musicali di epoche diverse approfondendone di volta in volta i significati, il contesto, il debito rispetto al passato e le proiezioni future

Il concerto, gratuito e aperto alla cittadinanza fino a esaurimento dei posti, si terrà al Teatro Verdi venerdì 22 novembre e con il Coro dell'Ateneo, sempre con il maestro Stefano Barandoni sul podio, si esibiranno la Tuscan Chamber Orchestra, il tenore Marco Mustaro e il pianista Fabrizio Ferrari. Gli inviti potranno essere prenotati on line sul sito booking.unipi.it dalle ore 14 alle ore 20 di lunedì 18 novembre e i biglietti potranno essere ritirati alla portineria del Rettorato (Palazzo alla Giornata) mercoledì 20 e giovedì 21 novembre dalle ore 9 alle 19,30 presentando un documento di identità.

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Il concerto è organizzato in collaborazione con l'Associazione Culturale Italo-Tedesca e con il Goethe Institut e con il suo tema sulla forza della musica si pone come anteprima della imminente rassegna cinematografica sul tema "Trent'anni senza muro" in programma il 26 novembre all'Arsenale, in cui si ricorderà quanto il grande violoncellista Mstislav Rostropovich riuscì a mostrare al mondo intero suonando davanti al muro di Berlino, che crollò l'11 novembre 1989: la "forza della musica" come messaggera di solidarietà, democrazia e comprensione reciproca, la gioia per la caduta dei muri e la necessità della memoria.

Il brano iniziale del concerto è tratto dalla Cantata "BWV 207a" di J. S. Bach e come quello di chiusura, la "Fantasia corale" per pianoforte, coro e orchestra di L. van Beethoven, esprime la dimensione gioiosa della musica e il trionfo della bellezza suggerendo, anche con il testo, un parallelismo tra l’armonia della musica e quella della vita. La selezione dal melodramma "Orfeo ed Euridice" nella versione a lieto fine di Ch.W. Gluck, che compone la parte più significativa del concerto, ha ancora come suo fulcro la celebrazione della musica e del suo potere emozionale sugli esseri umani. L’opera, che ha subito nel tempo numerosissime variazioni, è stata messa in scena per la prima volta nel 1762, a Vienna, e ha rappresentato una vera e propria riforma di tipo musicale che apre le porte allo sviluppo del futuro melodramma romantico.
Il concerto su “La forza della musica" è il momento conclusivo delle celebrazioni per i venti anni di attività del Coro dell'Università di Pisa. Il programma è stato aperto a giugno col XX concerto annuale nel Giugno pisano, dedicato al "Requiem" di Giuseppe Verdi, poi replicato a Lucca. A luglio è stato accolto il Coro dell'Università di Salamanca, prima fase dello scambio culturale che prevede il viaggio del Coro pisano a Salamanca nel prossimo luglio. A fine ottobre è stato pubblicato il volume "Vent'anni di musica con il Coro dell'Università di Pisa" per i tipi della Pisa University Press.

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Il Coro dell’Università di Pisa fa parte, insieme all’Orchestra, del Centro di Ateneo per la diffusione della cultura e della pratica musicale diretto dalla professoressa Maria Antonella Galanti e precedentemente, fino al 2014, dalla professoressa Carolyn Gianturco. È composto da studenti di tutti i corsi di studio dell’Ateneo pisano, con la partecipazione di componenti del personale docente e tecnico-amministrativo e di studenti stranieri impegnati nel progetto Erasmus. Istruito e diretto dal maestro Stefano Barandoni, ha tra i suoi appuntamenti tradizionali il concerto nel Giugno Pisano e il concerto di Natale, durante il quale sono proposte musiche natalizie tradizionali e moderne. Ha tenuto esibizioni nelle università di Modena, Perugia e Parma e in quelle estere di Girona in Spagna, di Innsbruck in Austria e di Ulm in Germania. Ha partecipato negli anni a vari festival, tra cui Certosa Festival di Calci, Festival Sagra Musicale Lucchese, Festival Marenia del litorale pisano, Estate in Musica di Scandicci, Festival 11 Lune di Peccioli, Festival La Versiliana.

Nella foto in basso un momento della presentazione del concerto con, da sinistra, Barandoni, Galanti e Mancarella.

Con il saluto del prorettore vicario dell'Università di Pisa, Carlo Petronio, si è aperto il Partner Meeting che si è tenuto venerdì 8 novembre al Centro Congressi Le Benedettine e con cui il Consorzio Universitario Qualità e Innovazione (QUINN - www.consorzioquinn.it) ha festeggiato i trent'anni di attività.

L’evento ha offerto alcune anteprime, come la proiezione del nuovo logo del Consorzio e del video istituzionale, per poi passare alle testimonianze di primarie aziende nazionali che hanno condiviso le loro esperienze video registrate su due questioni che continuano a impegnare il management in questi frangenti di grande instabilità dei mercati e imprevedibilità degli scenari socio-politici: “Quali opzioni per fronteggiare i periodi di crisi? e “Se si decide di innovare quale ruolo può svolgere la tecnologia”?

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Dopo gli interventi dello scrittore di “romanzi d’impresa” Alessandro Zaltron, che ha attinto al suo ricco repertorio di vicende imprenditoriali, c’è stato l’appassionante racconto dell’epica avventura tra i ghiacci del Polo Sud di Henry Shekleton, illustrata dal vivo da Michele Tranquillini e narrata in modo coinvolgente da Paolo Colombo docente di Storia contemporanea alla Cattolica di Milano e collaboratore Rai. Un’avvincente lotta per la sopravvivenza che ha fatto emergere i valori della solidarietà, coraggio e capacità di resilienza di un equipaggio di 28 persone che per due anni è rimasto disperso in un habitat estremo dove le speranze di ritorno sembravano più volte azzerate. Una grande lezione per i partecipanti che hanno manifestato sorpresa e apprezzamento per l’innovativo ed emozionante format che il Consorzio QUINN ha ideato per questo importante appuntamento.

Al centro del pomeriggio c'è stato il tradizionale taglio della torta, alla presenza (da sinistra nella foto in basso) di Daniela Contu, consigliere ENI, di Andrea Bonaccorsi, past president di QUINN, di Roberto Mirandola, primo presidente e fondatore del Consorzio, dell'attuale presidente, Marcello Braglia, di Andrea Di Benedetto, consigliere 3Logic, e di Marco Bernardini, direttore di QUINN.

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Si sono svolte alla concessionaria Ford Blubay le premiazioni dei vincitori della gara di 10 chilometri della Pisa Half Marathon, che si è svolta domenica 13 ottobre. Stefano La Rosa della G.S. Carabinieri, Salvatore Franzese G.S Reggio Events, Alessandro Calzolari Run Car per gli uomini e Lorena Moroni Atl. Castello, Monnalisa Granai Run Car, Erika Togneri G.P. Parco Apuane per le donne, hanno ricevuto un premio dalla Concessionaria Ford Blubay.

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A sorpresa poi, in aggiunta ai top runners, la concessionaria ha voluto dare un riconoscimento anche all'atleta che ha tagliato per ultima la linea del traguardo. "Questo riconoscimento - ha detto Antonio Carito, amministratore unico della Ford Blubay - vuole premiare idealmente tutti coloro che amano lo sport e lo praticano non solo per vincere una competizione ma anche e soprattutto per piacere e passione".
Insieme a Carito a premiare gli atleti è intervenuto anche il professor Ugo Boggi, chirurgo di fama internazionale e vera anima della manifestazione pisana. Alla fine della premiazione Carito e Boggi hanno annunciato il prosieguo della partnership che lega Ford Blubay alla Pisa Half Marathon anche per il prossimo anno.

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È scomparso nel tardo pomeriggio di lunedì 28 ottobre 2019 il professor Roberto Barsotti, già ordinario di Diritto internazionale all'Università di Pisa, da alcuni anni in pensione. La cerimonia di commemorazione del professor Barsotti si svolgerà mercoledì 30 ottobre, alle ore 14:30, nel Palazzo della Sapienza di Pisa.

Nato a Calci (PI) nel 1944, il professor Roberto Barsotti si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università di Pisa come allievo della Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento (Collegio Medico-Giuridico). Allievo del professor Giuseppe Sperduti, è divenuto professore di prima fascia nel 1976. È stato titolare della cattedra di Diritto internazionale presso le Università di Salerno, Firenze e Pisa, svolgendo inoltre corsi speciali di insegnamento sia in Italia che all’estero (tra i quali si ricordano, ad esempio, quelli di Preparazione alla Carriera Diplomatica presso l'Università degli Studi di Firenze).

Il professor Barsotti ha ricoperto incarichi in qualità di esperto per conto del Ministero degli Affari Esteri italiano, dei Ministeri degli Affari Esteri di Paesi europei e latino-americani e delle Comunità Europee; dal 1980 al 1997 ha collaborato con il Dipartimento per la cooperazione allo sviluppo e con la Direzione Generale Affari Economici della Farnesina.
Ha partecipato alla costituzione della "Fondazione di ricerche e studi internazionali" e agli organi collegiali di molteplici Fondazioni, Enti statali e Istituti di ricerca.

Presso l'Università di Pisa è stato insignito dell'Ordine del Cherubino nel 2003 e ha ricoperto gli incarichi di vicepreside della Facoltà di Giurisprudenza, di Prorettore agli Affari Giuridici e di Prorettore Vicario.

Il professor Roberto Barsotti è autore di tre monografie in materia di diritto internazionale privato e di diritto interno in materia internazionale, nonché di articoli, voci di enciclopedie, note e contributi a volumi collettanei in riviste e pubblicazioni in lingua italiana, inglese e francese su molteplici tematiche, tra le quali si ricordano: l'ONU, i diritti umani, la cooperazione allo sviluppo, il mantenimento della pace, la giustizia internazionale, i limiti del territorio, il diritto interno in materia internazionale.

"Giurista raffinatissimo", come lo definì il professor Antonio Cassese, il professor Roberto Barsotti è stato un maestro di diritto e di vita - generoso, elegante e sensibile - per generazioni di studiosi, che grazie alla sua guida sono divenuti agenti diplomatici, dirigenti di organizzazioni internazionali, accademici di significativo rilievo, giuristi di prim'ordine.

Gli allievi: Matteo Del Chicca, Francesca Martines e Leonardo Pasquali

Sarà assegnato a Federico Faggin, figura eclettica di scienziato, ingegnere e imprenditore padre di invenzioni che hanno reso possibile la nascita di tecnologie fondamentali per l'informatica quali il microprocessore, il touchpad e il touchscreen, il dottorato di ricerca honoris causa in Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa. La cerimonia di conferimento si terrà mercoledì 30 ottobre, alle 10.30, nell'Aula Magna Nuova della Sapienza. Il programma sarà aperto dal saluto del rettore Paolo Maria Mancarella, cui seguiranno la lettura della Motivazione da parte del professor Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, e la Laudatio tenuta dal professor Bruno Neri, ordinario dello stesso dipartimento. Dopo la consegna del dottorato honoris causa il premiato svolgerà la sua Lectio Magistralis dal titolo "L’intelligenza biologica non è equiparabile all’intelligenza artificiale". La mattinata terminerà con un intervento musicale.

"Per spiegare le ragioni del conferimento - si legge nella Motivazione del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione - basterebbe ricordare che Federico Faggin è probabilmente l’italiano più illustre che abbia mai lavorato nella Silicon Valley, e che a lui si deve l’invenzione di un dispositivo fino ad oggi fondamentale per l’evoluzione dell’informatica e delle tecnologie digitali, il microprocessore". E subito dopo si sottolinea che "non sono molti gli scienziati in grado di avere una visione profonda del significato e del potenziale impatto delle proprie scoperte. E a riuscire a costruire le realtà e le filiere adatte a sviluppare questo potenziale. Faggin è uno di questi scienziati".

Sempre il 30 ottobre, alle ore 17.00, nell'Aula Magna della Scuola di Ingegneria Federico Faggin presenterà il suo ultimo libro "Silicio", un'autobiografia in cui parla del suo percorso professionale e delle ricerche più recenti sul tema della consapevolezza. Il dialogo con studenti, giovani e tutti gli interessati sarà coordinato da Chiara Albicocco, giornalista scientifica di radio24.

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Nato a Vicenza nel 1941, Federico Faggin si è laureato con lode in Fisica nel 1965 all’Università di Padova, iniziando ancor prima della discussione della tesi a occuparsi di calcolatori alla Olivetti di Borgolombardo. Trasferitosi negli Stati Uniti, ha iniziato a sviluppare la tecnologia MOS con Gate al silicio che avrebbe successivamente reso possibile la realizzazione del primo microprocessore. Fra il 1970 e il 1974 ha operato come capo progetto dell'Intel 4004 e responsabile dello sviluppo dei microprocessori 8008, 4040 e 8080 e delle relative architetture. Nel 1974 ha fondato e diretto la Zilog, la prima ditta dedicata esclusivamente ai microprocessori; nel 1986 ha co-fondato e diretto la Synaptics, ditta che ha sviluppato i primi Touchpad e Touchscreen, e dal 2004 è amministratore delegato della Foveon, che produce sensori avanzati di immagine per fotocamere digitali. Per promuovere le ricerche e gli studi sui meccanismi della coscienza, considerata come una proprietà irriducibile della natura, nel 2011 Faggin ha fondato la Federico & Elvia Faggin Foundation, una organizzazione no-profit che sponsorizza programmi teorici e sperimentali presso università e istituti di ricerca statunitensi.
Nel corso della carriera, Federico Faggin ha ricevuto diverse lauree honoris causa da università italiane e PhD honoris causa da prestigiosi istituti internazionali. Numerosi sono stati i riconoscimenti nazionali e internazionali, tra i quali si segnalano il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana (1992) e il Premio "Enrico Fermi" conferito dalla Società Italiana di Fisica (2014), passando per la National Medal of Technology and Innovation, massimo riconoscimento degli Stati Uniti nell'ambito dell'innovazione tecnologica, conferito il 19 Ottobre 2010 dal presidente Obama.

“Omini et donne d’ogni dove, passanti, aspiranti dottori / fisici, matematici, artigiani, eruditi et ricercatori / lasciate che via dia il benvenuto nella città dove la mia nascita fu incisa / nella bella Piazza de’ Miracoli presso l’Università di Pisa”. Con queste parole Galileo Galilei ha accolto in Piazza dei Miracoli, mercoledì 23 ottobre, un folto pubblico composto dai partecipanti alla conferenza internazionale sulla fisica, turisti e semplici curiosi. Esprimendosi rigorosamente in rima, Galileo ha dimostrato "non se la Terra sia ferma oppur si mova attorno al Sole ma un’altra ipotesi su cui avran rimuginato grandemente tra voi i più bravi ossia la caduta de’ pesi detti gravi". E mentre lui procedeva nella spiegazione della dinamica dell'esperimento, il suo allievo Stefano della Riva è salito sulla Torre e ha provveduto al lancio dei gravi, ripetendo, come si usa in ogni dimostrazione scientifica, la prova per due volte. Al termine, con grande sorpresa dei presenti, Galileo ha dato la parola alla sua allieva preferita, che ha quindi chiuso l’evento di Piazza dei Miracoli.

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Nei panni di Galileo si è cimentato l'attore Federico Guerri, mentre l'intero spettacolo di divulgazione scientifica è stato concepito e organizzato da un “team galileiano” tra arte e scienza formato da Federico Guerri e Luca Biagiotti del Teatro di Pisa, con la cura scientifica di Steve Shore e Marilù Chiofalo, coordinatori della conferenza di fisica, che hanno interpretato rispettivamente il "giovane" allievo Stefano della Riva e l'allieva preferita di Galileo. L'Università di Pisa, l'INFN di Pisa, l'Opera della Primaziale Pisana e la Fondazione Teatro di Pisa hanno contribuito in modo fondamentale alla realizzazione dell'evento. All'esperimento-spettacolo erano presenti Cosimo Bracci Torsi, presidente della Fondazione Palazzo Blu, Tommaso Pedrotti Dell'Acqua, della Fondazione Comel, Patrizia Paoletti, presidente del Teatro Verdi, e l’Arcivescovo di Pisa, Monsignor Giovanni Paolo Benotto.

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La dimostrazione della caduta dei gravi dalla Torre, di cui Galileo ci è stato maestro, mette a fuoco la potenza e bellezza del pensiero scientifico, di cui del modo con cui chi fa scienza cerca risposte a domande ogni volta nuove. La domanda è se oggetti di composizione o massa diverse cadano per gravità con la stessa accelerazione e arrivino in fondo insieme, una forma del cosiddetto principio di equivalenza tra massa inerziale e gravitazionale. Come è arrivato Galileo a questa conclusione? A far cadere oggetti dalla Torre non avrebbe avuto la precisione necessaria, con al più una clessidra a disposizione: un corpo impiega poco più di 3 secondi a cadere da un'altezza di 50 metri.
Galileo ha dunque usato un pendolo: “e finalmente - ha infatti scritto - ho preso due palle, una di piombo e una di sughero...e ciascheduna di loro ho attaccata a due sottili spaghetti eguali,...e reiterando...per lor medesime le andate e le tornate hanno sensatamente mostrato come la grave...né in ben cento vibrazioni, né in mille, anticipa il tempo di un minimo momento, ma camminavano con passo egualissimo”. Con il pendolo ha potuto “far cadere” oggetti avanti e indietro in gravità per mille “vibrazioni” da - per esempio - un secondo ciascuna. È questo stesso tipo di concetto che scienziate e scienziati di oggi usano in esperimenti di alta precisione, facendo oscillare supermolecole in trappole di luce oppure densità di elettroni in atomi, anziché il lampadario del Duomo. In effetti il principio di equivalenza è alla base della teoria della relatività, quella di cui si deve tenere conto se vogliamo precisioni di qualche metro nei navigatori satellitari. Esperimenti nel mondo sono dedicati a verificare il principio di equivalenza a livelli straordinariamente sofisticati, perché una violazione del principio avrebbe profonde implicazioni per la nostra comprensione dell'Universo e della relazione fisica quantistica e gravità.

"Di questo tipo di fisica - hanno detto i professori dell'Università di Pisa e dell'INFN di Pisa, Chiofalo e Shore - si sta discutendo all'International Conference on Quantum Gases, Fundamental Interactions, and Cosmology. La fisica della materia mette oggi a disposizione orologi atomici, orologi che usano le 'vibrazioni' naturali degli atomi come pendoli, di altissima precisione, che sbagliano 1 secondo in tutta l’età dell’Universo stimabile in quasi 15 miliardi di anni, e la possibilità di ingegnerizzare tecnologie quantistiche, basate sulla fisica di atomi raffreddati a temperature di qualche miliardesimo di grado Kelvin sopra lo zero assoluto: con queste tecnologie si possono costruire simulatori quantistici, cioè sistemi quantistici molto controllabili per simulare il funzionamento di altri sistemi quantistici da esplorare: una sorta di computer quantistico ad hoc, in attesa del computer quantistico universale, cioè un computer come quelli che abbiamo sulla nostra scrivania ma in cui l’unità di informazione o qubit è non solo 0 o 1. Alla Conferenza si discuteranno molti modi attraverso i quali orologi atomici, simulatori atomici quantistici e più in generale le tecnologie quantistiche possano essere utilizzate per test della relatività generale eseguiti con altissime precisioni, rivelare materia oscura e onde gravitazionali in modo complementare agli interferometri come Virgo-Ligo, o ancora simulare meccanismi legati a forze fondamentali in natura: tutti pezzi di un puzzle, affascinante e ancora tutto da completare".

Nella foto di gruppo, da sinistra: Bracci Torsi, Paoletti, Shore, Biagiotti, Chiofalo, Guerri (Galileo), Benotto, Pedrotti Dell'Acqua.

 

Il video dell'esperimento

Partirà a novembre il nuovo master di secondo livello dell'Università di Pisa in "Valorizzazione delle diverse abilità e educazione inclusiva", organizzato dal CAFRE, il Centro interdipartimentale per l'aggiornamento, la formazione e la ricerca educativa. Come sostiene il direttore Michele Lanzetta "il master intende colmare un vuoto nel panorama nazionale e offrirsi come strumento per docenti, manager e tutti quei professionisti che lavorano in contesti dove l'elemento umano è fondamentale".

"Troppo spesso - continua Lanzetta - nei contesti lavorativi e educativi ci si limita a parlare teoricamente di inclusione, lasciando sprovviste di strumenti e sostegno proprio le persone deputate a gestire questo tipo di diversità. Chi quotidianamente deve gestire le diverse abilità o abilità diverse è ben consapevole che siano numerosi gli ostacoli da superare e che siano ancora troppo sottovalutate le potenzialità di diversamente abili per ragioni fisiche, psicologiche o semplicemente caratteriali. Per realizzare effettivamente questo obiettivo, occorre approfondire le conoscenze oltre che dotarsi di strumenti adeguati".

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Da queste considerazioni parte il progetto del master, nel quale sono coinvolti in maniera bilanciata circa quaranta docenti universitari, ricercatori, esperti e rappresentanti del mondo aziendale.
Il master, che permette di conseguire 60 crediti universitari, è rivolto in particolare a docenti e ricercatori, dirigenti, formatori, consulenti e responsabili delle risorse umane, ma è aperto a tutti coloro che, in possesso di laurea magistrale o esperienza equivalente, abbiano interesse ad approfondire le conoscenze su un tema che interpella tutti, direttamente o indirettamente. La sua formula favorisce inoltre la partecipazione di chi lavora, con lezioni di tre ore a settimana fissate in pomeriggi feriali. Per i docenti sarà possibile effettuare il tirocinio obbligatorio al proprio istituto scolastico e per coloro che operano in aziende e altre organizzazioni il tirocinio può essere svolto in orario lavorativo. Sono previste otto agevolazioni sulla base di ISEE e merito.

Le iscrizioni sono aperte fino al 1° novembre, mentre le lezioni - disponibili in modalità telematica e in aula - si svolgeranno da novembre a ottobre 2020.

Il master sarà presentato nell'ambito di un convegno gratuito sull'inclusività con testimonianze di docenti il 25 ottobre nell’Aula Magna di Ingegneria e in streaming: https://www-cafre.unipi.it/2019/07/master.html

Tutte le informazioni e il bando del master sono disponibili all'indirizzo: master.cafre.unipi.it

Si è conclusa nella cornice della Sala delle Baleari la prima Consensus Conference mondiale sui trapianti di pancreas. L’evento è stato aperto il 17 ottobre dal rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, con l’assegnazione della laurea magistrale honoris causa in Biologia applicata alla Biomedicina a David Sutherland, pioniere e padre morale del trapianto di pancreas. Nei due giorni successivi, nell’auditorium della Fondazione Pisa si sono succedute le sessioni scientifiche durante le quali sono state discusse e approvate oltre 150 “regole” che guideranno l’esecuzione dei trapianti di pancreas in tutto il mondo. Alle discussioni, e alle conseguenti deliberazioni, hanno partecipato esperti internazionali provenienti da 5 Continenti e 18 Paesi in rappresentanza di tutti i maggiori centri di trapianto.

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Nei mesi precedenti la Consensus, la letteratura scientifica era stata analizzata da 16 giovani ricercatori internazionali che hanno selezionato oltre 100.000 articoli estraendone le informazioni necessarie a rispondere ai quesiti clinici e formulare le proposte di raccomandazioni. Quest’opera, indubbiamente titanica, non era mai stata affrontata prima nella storia ormai più che cinquantennale dei trapianti di pancreas e rappresenta quindi una pietra miliare nella storia di questo tipo di intervento. Il processo di discussione e di consenso, già iniziato nei mesi scorsi online, è poi proceduto con grande entusiasmo a Pisa. Le deliberazioni raggiunte dagli esperti sono state poi validate da una giuria esterna, per garantire ulteriormente l’oggettività sia delle deliberazioni che della loro compliance con i più alti principi scientifici ed etici che regolano la pratica medica. Nei prossimi mesi i risultati della Consensus Conference saranno pubblicati sulle principali riviste internazionali ed è facile immaginare che diventeranno la pietra miliare di questa disciplina.

La sera del 19, durante la cerimonia di chiusura della Conferenza nella Sala delle Baleari, il professor Ugo Boggi, presidente del Comitato Organizzatore, ha ringraziato l’Università di Pisa, per il grande contributo organizzativo e il privilegio di aver riconosciuto la laurea honoris causa al professor Sutherland, la Fondazione Pisa per aver messo a disposizione la logistica dell’evento e averne supportato la realizzazione, la Fondazione Pisa e la Regione Toscana per i contributi concessi, e il Comune di Pisa per l’ospitalità. È infatti fondamentale ricordare che la Consensus Conference si è svolta senza alcun contributo economico da parte di entità commerciali detentrici di potenziali interessi in campo medico. Considerata la natura “regolatoria” di questo evento, la mancanza di finanziamenti da parte di entità commerciali risulta di fondamentale importanza per garantire la totale imparzialità delle deliberazioni raggiunte. Il professor Boggi ha infine ringraziato l’Istituto IPSAR Matteotti di Pisa per aver fornito nei giorni 18 e 19 i servizi di catering: l’opera dei giovani studenti è stata apprezzata da tutti i partecipanti.

Nella foto il gruppo dei partecipanti alla Consensus.

galileo1Sarà un importante incontro scientifico, arricchito da un ricco programma di attività culturali, la conferenza internazionale che nella sua seconda edizione in Italia vedrà riuniti a Pisa, dal 23 al 25 ottobre, scienziati e scienziate che si occupano di temi fondamentali della fisica, quali quelli legati all'origine e al destino dell'universo. Ad accogliere partecipanti del convegno, turisti e cittadinanza interessata ci sarà addirittura Galileo Galilei che, in un evento divulgativo che mette insieme scienza, spettacolo teatrale e flash mob, effettuerà l'esperimento della caduta dei gravi dalla Torre pendente; un esperimento che fa parte dell'immaginario collettivo legato allo scienziato e a Pisa, ma che nella realtà Galileo non ha mai eseguito. In questo caso, l'appuntamento è, tempo permettendo, per mercoledì 23 ottobre alle ore 17 in Piazza dei Miracoli.

L'"International Conference on Quantum Gases, Fundamental Interactions, and Cosmology" (https://agenda.infn.it/event/QFC2019), con sede nell'Aula Gerace del Polo Fibonacci, farà incontrare scienziati e scienziate che fanno ricerca di frontiera in tre campi della fisica: i gas atomici in condizioni di estremo comportamento quantistico e a temperature prossime allo zero assoluto, la cosmologia e la fisica delle forze fondamentali. Negli ultimi dieci anni e in modo indipendente, questi ambiti hanno fatto enormi progressi nel rispondere a domande fondamentali, per esempio sull’origine e il destino dell’universo. Attraverso il confronto interdisciplinare e con un approccio di umanesimo scientifico, a Pisa si punterà a ispirare e generare nuove idee che possano spingere oltre le frontiere delle attuali conoscenze.

Accanto al programma scientifico, la conferenza offrirà agli ospiti un ampio ventaglio di proposte culturali, a partire dalla possibilità di partecipare al Teatro Verdi, già il 22 ottobre, all’inaugurazione della stagione concertistica dell’Orchestra dell’Università di Pisa diretta dal maestro Manfred Giampietro. Il 23 si potrà visitare Piazza dei Miracoli, dove si giungerà attraverso il camminamento in quota sulle antiche mura dalla Torre Piezometrica alla Torre di Santa Maria, intrattenersi con Galileo Galilei e assistere all'esperimento della caduta dei gravi. Subito dopo, guida d'eccezione nel Prato del Duomo sarà l’Arcivescovo di Pisa, Monsignor Giovanni Paolo Benotto, che darà il benvenuto agli ospiti e li condurrà all'interno del Camposanto monumentale per illustrare il significato teologico dell'affresco di Buffalmacco raffigurante il Trionfo della Morte. La serata si concluderà nella splendida cornice della Domus Comeliana, una dimora storica degna della migliore tradizione architettonica italiana. Il 24 i partecipanti alla conferenza potranno visitare la mostra "Il ritmo dello spazio" a Palazzo Lanfranchi e il 25 l'altra, anch'essa appena inaugurata, sul Futurismo a Palazzo Blu.

La Conferenza internazionale, presieduta dalla professoressa Maria Luisa Chiofalo, è promossa e organizzata dal dipartimento di Fisica, dall’Università di Pisa e dall’INFN di Pisa insieme alla Scuola Normale Superiore, con il supporto finanziario di Frontier Detectors for Frontier Physics. Il Comitato scientifico locale è composto da Dario Buttazzo, Giancarlo Cella, Massimo D’Elia, Dario Grasso, Carla Signorini (dipartimento di Fisica e INFN). L’organizzazione si è avvalsa di un consiglio scientifico d’eccezione, composto da Eric Cornell (JILA e Università del Colorado di Boulder, USA, Nobel per la Fisica 2001), Andrea Ferrara (Scuola Normale Superiore), Steve Shore e Guido Tonelli (INFN e dipartimento di Fisica di Pisa), Sandro Stringari e Lev Pitaevskii (Università di Trento), Guglielmo Tino (LENS e Università di Firenze).

Il programma delle attività culturali è stato realizzato grazie al contributo e al supporto di: Opera Primaziale Pisana, Teatro di Pisa, Fondazione Comel, Palazzo Blu, EGO-VIRGO, Centro per la Diffusione della Cultura e Pratica Musicale e Orchestra dell’Università di Pisa, CoopCulture.

Lo spettacolo di divulgazione scientifica con l'esperimento della caduta dei gravi è stato concepito da un “team galileiano” tra arte e scienza: Luca Biagiotti e Federico Guerri, che interpreterà Galileo Galilei, del Teatro di Pisa, e la cura scientifica di Steve Shore e Marilù Chiofalo.

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Nella foto di gruppo, da sinsitra: Shore, Biagiotti, Chiofalo e Guerri-Galileo.

Sabato 12 ottobre è venuto a mancare il professor Berardo Cori, a lungo docente di Geografia alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa. Nato a Iglesias (Cagliari) nel 1938, nel 1973 è stato nominato professore straordinario di Geografia nell’Ateneo pisano, diventando ordinario nel 1976 e insegnando fino al 2010, anno del pensionamento. Dal 1983 al 1986 è stato direttore dell’Istituto di Scienze geografiche e nel 1990 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino.

Pubblichiamo qui di seguito un ricordo del professore a firma dei suoi colleghi rappresentanti della disciplina nell’Ateneo pisano.

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berardo coriBerardo Cori è stato uno dei punti di riferimento della geografia non solo a livello nazionale ma anche internazionale. È stato un maestro per diverse generazioni di ricercatori che hanno studiato geografia a Pisa e in altre sedi universitarie.

Formatosi nella facoltà di Scienze politiche dell’Ateneo pisano e assistente di Geografia economica a Pisa dal 1965, è diventato ordinario giovanissimo, a Padova, nel 1972 e dal 1973 a Pisa, dove ha lavorato per tutta la sua carriera, insegnando Geografia economico-politica e Geografia 2, un esame rivolto a coloro che desideravano specializzarsi e laurearsi nelle materie geografiche. Le sue lezioni erano pacate, chiarissime, sempre molto acute e soprattutto aggiornate. Perché Berardo Cori era un docente che leggeva tantissimo, non solo i lavori dei suoi allievi e allieve o delle persone con cui collaborava, ma anche i libri che gli venivano mandati, le diverse riviste italiane di riferimento, alcuni journals stranieri, a testimonianza di un’apertura internazionale non così diffusa in quegli anni.

Berardo Cori conosceva molto bene i diversi approcci della geografia ed era capace di dare consigli e orientare percorsi di ricerca molto differenziati; è stato infatti per tanti anni il coordinatore di uno dei primi dottorati in geografia in Italia, quello in “Geografia urbana e regionale”, istituito nel 1981, in cui erano consorziate, oltre a quella di Pisa, l’Università di Torino, l’Università di Genova e l’Università di Firenze, a cui si è aggiunta l’Università di Trento, sedi dove operavano altri qualificati esponenti della geografia italiana. Per molti è stato un privilegio frequentare un dottorato che aveva già a quei tempi un’offerta didattica molto solida e dove era possibile condividere direttamente le idee di ricerca con i principali rappresentanti della disciplina. In questo dottorato si sono formate diverse generazioni di geografi che oggi occupano posizioni di rilievo nel sistema accademico italiano e tutti ricordano Berardo con molto affetto e stima, come testimoniato dai tanti messaggi pervenuti in questi giorni da parte degli ex-dottorandi.

Era una persona riservata ma aperta alle relazioni, in grado di comunicare e scrivere facilmente in inglese e francese e di intervenire su una varietà di argomenti, qualità che i suoi allievi e allieve hanno sempre invidiato. Molto apprezzato dal punto di vista scientifico, come dimostrano i diversi riconoscimenti ottenuti in Italia (socio d’onore della Società Geografica Italiana) e gli inviti a intervenire in consessi internazionali, ma allo stesso tempo coinvolto in compiti istituzionali (presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani dal 1984 al 1987) e nella promozione delle attività scientifiche e editoriali nazionali (è stato direttore della Rivista Geografica Italiana), Berardo Cori era pronto al confronto anche vivace e non sempre “allineato” con i collaboratori più giovani, sempre sulla base di relazioni di stima reciproca e di incoraggiamento a perseguire nuove frontiere di ricerca.

Le sue qualità scientifiche e la sua capacità di coordinamento di gruppi di ricerca erano riconosciute da tutti. Tra le numerose attività, si ricorda la collaborazione al progetto sul ruolo delle piccole medie imprese e dei distretti industriali della Fondazione Agnelli alla fine degli anni ’70, a cui hanno partecipato economisti, storici, sociologi, oltre ai geografi, da cui sono nate le riflessioni sul modello di sviluppo della Terza Italia. È stato inoltre uno dei primi geografi italiani a essere coinvolto negli anni ’80 a livello internazionale nella Commissione IGU (International Geographical Union) sui National Settlement Systems, che gli ha permesso di collaborare con i rappresentanti della geografia urbana più affermati a livello mondiale e con i nuovi indirizzi epistemologici ed empirici della disciplina. Molto importanti anche i diversi progetti nazionali (progetti MIUR ex art. 40 corrispondenti agli attuali Prin) e internazionali sul Global Change, sul cambiamento urbano e la pressione antropica nel Mediterraneo, che di fatto hanno anticipato i tempi proponendo riflessioni su problematiche che stanno diventando sempre più rilevanti nel dibattito scientifico e politico attuale.

Sicuramente Berardo Cori ha lasciato un’impronta importante nella scuola geografica italiana e pisana soprattutto per la sua poliedrica preparazione e la diversità di contesti in cui si esprimevano le sue competenze: dai congressi internazionali alle escursioni geografiche con i suoi studenti, dai seminari ai laureandi alla lettura attenta delle carte topografiche, dai commenti precisi agli articoli dei collaboratori ai progetti nazionali e interdisciplinari. Non è stato facile né lo sarà in futuro trasmettere e portare avanti la sua eredità intellettuale, didattica e umana.

Michela Lazzeroni, Enrica Lemmi, Paolo Macchia, Riccardo Mazzanti, Giovanni Pasta, Sergio Pinna, Paola Zamperlin.

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