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Anche la selezione maschile di basket conquista il pass per le finali dei campionati nazionali universitari di Catania in calendario dal 9 al 18 giugno, aggiungendosi alle già qualificate selezioni pisane di calcio a 5 e calcio a 11.

Il Cus Pisa ha battuto il il forte CUS Torino nella sfida di ritorno, fra le mura amiche, ribaltando la sconfitta dell’andata con un netto: 92-58; i gialloblù pisani avevano superato il primo turno di qualificazione eliminando con due vittorie il CUS Siena, mentre Torino era stata invece esentata dalla prima tornata di gare in quanto testa di serie del ranking in virtù della partecipazione alle Finali 2016 di Regio Emilia.

I ragazzi di coach Stefano Dari sono partiti da subito con la grinta necessaria, schiacciando l’avversario già dai primi minuti e concludendo il primo periodo avanti di 19 lunghezze, aumentando il proprio vantaggio ad ogni quarto.

“Sapevamo di affrontare una formazione agguerrita - dichiara il dirigente Francesco Fiorindi – ma siamo entrati in campo con la giusta mentalità, rinforzati da almeno un paio di elementi che hanno dato equilibrio in ogni reparto e stabilità all’intera squadra. Dal punto di vista tecnico la chiave per la vittoria sono stati i punti da tre e soprattutto i nostri contropiedi, sintomatici della nostra voglia di conquistare la qualificazione ad ogni costo. A Catania andiamo con l’obiettivo di salire sul podio, ce la metteremo tutta”. (Comunicato Ufficio stampa e comunicazione CUS).

I protagonisti della vittoria (nella foto) Cus Pisa: Alessandro Brogi (6), Matteo Bertuccelli (4), Jacopo Donati (15), Alessandro Nanetti (-), Giacomo Fiaschi (8), Camillo Bianchi (25), Marco Petrucci (9), Jacopo Loni (16), Luca Benini (2), Luca Siena (9).

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Grazie a un accordo con la Zhejiang Ocean University (ZJOU), nasce la Marine Graduate School, una scuola internazionale che apre la strada a collaborazioni scientifiche, doppi titoli e scambi di studenti e docenti nel settore delle Scienze marine e delle Scienze e tecnologie alimentari. Per definire i termini della convenzione, nelle scorse settimane è stata ospitata a Pisa una delegazione cinese composta da Zhang Yuanlong, prorettore per le relazioni internazionali della ZJOU, Lyu Huaqing, preside della Scuola internazionale, e Zhang Bin, professore associato della ZJOU.

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«La Zhejiang Ocean University, fondata nel 1958, è una tra le più importanti università cinesi in ambito di Scienze marine e Scienze e tecnologie alimentari – commenta Francesco Marcelloni, delegato per l’internazionalizzazione dell’Ateneo pisano - L’Università di Pisa, già a partire dall’anno accademico 2015/2016, grazie al prezioso lavoro dell’allora prorettore all’internazionalizzazione, Alessandra Guidi, aveva deliberato l’attivazione di una convenzione con la ZJOU per il conseguimento di un doppio titolo in Biologia marina. A seguito dell’istituzione di questo percorso, si è creata una fruttuosa collaborazione tra la nostra università e la ZJOU che ha permesso l’intensificarsi di ulteriori contatti anche in altre aree scientifico disciplinari. Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti».

A inizio anno, inoltre, il Consiglio di corso di studio aggregato in Biosicurezza e qualità degli alimenti e Biotecnologie vegetali e microbiche e del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali aveva deliberato l’ampliamento della propria offerta formativa istituendo un percorso di doppio titolo con la Zhejiang Ocean University in Biosicurezza e qualità degli alimenti: «Viste le iniziative già in corso, abbiamo valutato l’opportunità di strutturare questa collaborazione nel settore delle Scienze marine e delle Scienze e tecnologie alimentari in modo più organizzato, sotto forma di una vera e propria Scuola, che è stata approvata dal Ministero dell’Educazione cinese – aggiunge il professor Marcelloni – Le sue finalità sono infatti molteplici, dall’istituzione di corsi di laurea magistrale e PhD doppi e congiunti, alla cooperazione in ambito di ricerca e trasferimento tecnologico, fino alla formazione di docenti e staff e, ovviamente, scambi di studenti, docenti e staff. A livello di lauree magistrali, questa è la prima scuola di questo tipo tra università italiane e cinesi. Inoltre, esistono in tutta la Cina meno di 40 scuole di questo tipo con università straniere. Un grande ringraziamento va a tutti i colleghi che insegneranno nelle due lauree magistrali a doppio titolo e ai dipartimenti di Biologia e di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, che hanno consentito il raggiungimento di questo prezioso risultato».

Nell’ambito dell’accordo stipulato diversi docenti dell’Università di Pisa si recheranno regolarmente in Cina per svolgere lezioni e seminari in Biologia marina e in Biosicurezza e qualità degli alimenti. Il percorso di doppio titolo permetterà inoltre ai nostri studenti e agli studenti cinesi di studiare nelle rispettive università e di conseguire, al termine del loro percorso accademico, un titolo valido in entrambi i paesi.

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Negli scorsi giorni, una delegazione dell’Università di Pisa, composta dal rettore Paolo Mancarella, dal prorettore per i Rapporti con gli enti del territorio, Marco Gesi, e dai docenti Andrea Borghini, Vinzia Fiorino, Cesare Letta e Gerardo Pastore hanno visitato il carcere Don Bosco. L'iniziativa è avvenuta in occasione di uno dei seminari del ciclo "Comprendere il passato per orientarsi sul futuro: crisi e trasformazioni in un mondo che cambia", che i dipartimenti di Civiltà e Forme del Sapere e di Scienze Politiche stanno portando avanti all’interno della Casa Circondariale, con lezioni di Alfonso Maurizio Iacono, Saulle Panizza, Matteo Villa, Gianluca Fulvetti, Alessandro Breccia, Vinzia Fiorino, Gerardo Pastore e Michele Battini.
Nel rinnovato rapporto con la città, l’Ateneo, che da anni ha attivo un polo didattico all’interno della casa circondariale, ha voluto segnalare anche così la propria vicinanza alle problematiche del mondo recluso.
Il Polo Universitario Penitenziario di Pisa è stato costituito ufficialmente il 14 maggio 2003 e da allora ha ospitato e sostenuto nel loro percorso didattico oltre 100 studenti afferenti a diversi corsi dl laurea: Agraria, Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Lingue e Letterature straniere, Medicina veterinaria, Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione pubblica, sociale e d'impresa, Scienze per la Pace. Nel novembre 2006 si è avuta la prima laurea, conseguita con il massimo dei voti e cum laude, in Scienze dei Beni culturali, indirizzo archeologico. A seguire, ne sono arrivate altre in Lettere, Ingegneria, Economia e Commercio, Scienze Politiche, Giurisprudenza e Agraria.
Dopo le parole del direttore della struttura Fabio Prestopino, che ha ringraziato il rettore Mancarella per l’attività del polo universitario e l’attenzione, c’è stato un incontro con i detenuti studenti, anche per raccogliere suggerimenti e richieste. All’eterogenea classe, che conta uomini di età distanti da quelle canoniche e anche molto diverse tra loro, si sono aggiunte due giovani donne della sezione femminile. Dopo un costruttivo scambio di idee, a nome di tutti ha parlato un loro rappresentante che ha spiegato cosa significhi, per chi è chiuso là dentro, questo tipo di iniziativa, dicendo tra l’altro: “Studiare ci ridà dignità - ha spiegato - e se, grazie a questo, anche un solo ragazzo in più ritroverà la propria strada ne sarà valsa la pena”. Nella risposta il rettore, senza nascondere un po’ d’emozione, ha preso un impegno: “Noi ci siamo; quest’incontro non sarà episodico, ci rivedremo presto”.

Martedì, 16 Maggio 2017 09:34

Studente a tempo parziale

Gli studenti dell’Università di Pisa, iscritti ad un corso di laurea, laurea magistrale a ciclo unico, o laurea magistrale, possono optare per un regime a tempo parziale, che prevede un percorso formativo articolato in un numero di anni superiore a quello della durata normale del corso di iscrizione.

Lo status di studente a tempo parziale viene mantenuto per un biennio, e l’eventuale rinnovo per gli anni accademici successivi è riconosciuto a domanda dell’interessato e sulla base della regolamentazione vigente all’atto della richiesta. L’iscrizione a tempo parziale comporta per lo studente l’impegno ad acquisire non più di 36 cfu per il primo anno e comunque fino a un totale di 60 CFU in due anni accademici.

Per l'a.a. 2022/2023 la data di riferimento per il rispetto dei 36 CFU è il 29 febbraio 2024, per quello dei 60 CFU è il 28 febbraio 2025.

Per gli iscritti a tempo parziale al primo anno del biennio dell’anno accademico 2023/2024, la data di riferimento per il rispetto dei 36 CFU è il 28 febbraio 2025, per quello dei 60 CFU è il 28 febbraio 2026.

Per gli iscritti a tempo parziale al primo anno del biennio dell’anno accademico 2024/2025, la data di riferimento per il rispetto dei 36 CFU è il 2 marzo 2026, per quello dei 60 CFU è il 1° marzo 2027.

Contribuzione dovuta

Lo studente a tempo parziale è tenuto al pagamento della tassa regionale e del 60% del contributo omnicomprensivo annualmente dovuto.

Qualora presenti la richiesta di riduzione della contribuzione entro il 31/10/2024 (o entro il 17/02/2025 con indennità di mora), il 60% della contribuzione dovuta sarà calcolato in relazione alla fascia ISEE di appartenenza.

Eventuali indennità di mora, oneri amministrativi, se dovuti, sono applicati nella misura del 100%.

IMPORTANTE: lo studente che intenda richiedere l’iscrizione a tempo parziale è comunque tenuto ad iscriversi per l’anno accademico 2024/2025, mediante il pagamento della prima rata.
Il contributo omnicomprensivo dovuto sarà determinato con le rate successive alla prima.
Qualora l’importo calcolato sia inferiore a quello pagato a titolo di prima rata, l’Università provvederà ad effettuare d’ufficio il rimborso della differenza.

Come e quando presentare la domanda

La domanda deve essere presentata dal 24 luglio al 31 dicembre 2024, collegandosi all’area riservata del portale http://tempoparziale.adm.unipi.it/  mediante le credenziali utilizzate per accedere al portale Alice.

Per poter presentare domanda, è necessario aver prima perfezionato l’immatricolazione o rinnovato l’iscrizione all’anno accademico 2024/2025.

Non possono presentare domanda gli studenti iscritti:

  • da un numero di anni superiore alla durata normale del corso;
  • ad un corso di studio ad accesso programmato a livello nazionale;
  • a master o dottorati;
  • soggetti a sanzioni disciplinari.
  •  ai corsi singoli di transizione.

La comunicazione dell’eventuale riconoscimento dello status di studente a tempo parziale avverrà dopo il 31 dicembre 2024.

Quali documenti e dati sono necessari

La procedura on line prevede l'upload di idonea documentazione giustificativa da parte degli studenti che:

  • svolgano attività lavorativa, riferita ad un contratto in essere alla data di scadenza della presentazione della domanda;
  • svolgano servizio civile volontario;
  • siano impegnati nella cura e assistenza di familiari non autosufficienti;
  • abbiano problemi personali di salute o di invalidità (certificati da strutture sanitarie pubbliche);
  • si trovino in stato di gravidanza o maternità/paternità relativa a figli fino all’età di 8 anni;
  • svolgano attività sportive di alto livello, secondo quanto previsto dal protocollo sottoscritto dal MIUR, CONI, CRUI, CIP, CUS e ANDISU;
  • siano iscritti a istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica riconosciuti dal MIUR.
  • svolgano tirocinio non curriculare.

Modalità di formulazione della graduatoria

Il numero di studenti ai quali viene riconosciuto il beneficio è determinato sulla base del minor introito collegato alla riduzione della contribuzione riconosciuta ai richiedenti e fino ad esaurimento delle risorse disponibili previste in bilancio dal Consiglio di Amministrazione (€ 1.000.000).

La graduatoria è formulata sulla base dell’ordine decrescente dell’ISEE, dando priorità agli studenti che presentino la domanda per uno dei motivi sopra riportati.
In caso di parità, prevale il più giovane d’età.

Situazioni di incompatibilità

Rappresentano situazioni di incompatibilità con lo status di studente a tempo parziale:

  • risultare vincitori, o essere dichiarati idonei, della borsa di studio DSU;
  • titolarità di una collaborazione part time con l’ateneo e/o di assegni finalizzati all’incentivazione delle attività di tutorato, didattico-integrative, propedeutiche e di recupero (Legge 170/2003);
  • partecipazione a programmi di scambi internazionali (ad esempio Erasmus)


Lo status di studente a tempo parziale è incompatibile con i benefici applicati per merito, agli studenti ultracinquantenni, per i disturbi specifici dell’apprendimento (D.S.A.), per invalidità dal 45% al 65% e per contribuzioni forfettarie specifiche. Nel caso lo studente rientri in una di queste riduzioni e, al tempo stesso, opti per il regime di iscrizione a tempo parziale, deve scegliere a quale dei due benefici rinunciare

Perdita dello status di studente a tempo parziale

Lo studente a tempo parziale passa automaticamente al tempo pieno ed è tenuto a corrispondere la differenza della contribuzione nella misura del 40% e € 200,00 a titolo di sanzione amministrativa, al verificarsi dei seguenti casi:

  • mancato rispetto dei limiti massimi di crediti da acquisire;
  • rinuncia volontaria allo status di studente a tempo parziale;
  • rinuncia agli studi o decadenza prima della scadenza dell’ultima rata del secondo anno del biennio;
  • partecipazione a programmi di scambi internazionali (ad esempio Erasmus);
  • conseguimento del titolo entro il primo anno accademico del biennio per il quale è stato riconosciuto lo status di studente a tempo parziale.

 

Regolamento sulla contribuzione degli studenti per l'a.a 2024/2025

 

Informazioni a cura di:
Direzione Didattica, Studenti e Internazionalizzazione
largo Bruno Pontecorvo n.3 - Pisa
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Sono 10 i dipartimenti dell'Università di Pisa selezionati tra i migliori 350 dipartimenti italiani nel campo della ricerca, secondo la graduatoria pubblicata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca sulla base delle performance registrate nell'ultima valutazione della qualità della ricerca dell'ANVUR. Queste strutture potranno ora accedere all'ulteriore procedura di selezione, che porterà a 180 dipartimenti 271 milioni di euro annui nel quinquennio 2018-2022.
I dipartimenti eccellenti sono stati selezionati attraverso il calcolo di un apposito "Indicatore Standardizzato della Performance Dipartimentale" (ISPD), ricevendo un punteggio fino a un massimo di 100. Quelli scelti dell'Ateneo pisano sono il dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e il dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, che hanno ottenuto la valutazione massima, seguiti a ruota da Biologia e da Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica, Matematica, Ingegneria dell'Informazione e Farmacia. Completano l’elenco i dipartimenti di Fisica, Giurisprudenza e Informatica.
Nei prossimi quattro mesi, i 350 dipartimenti selezionati - non più di 15 per ateneo - potranno presentare i relativi progetti alla Commissione di valutazione nominata dal MIUR e presieduta dall'ex ministro della Giustizia, Paola Severino. I progetti dovranno contenere il piano quinquennale di sviluppo del dipartimento, con particolare riferimento agli obiettivi scientifici e didattici di elevata qualificazione, oltre all'indicazione delle risorse da destinare al reclutamento del personale docente e tecnico-amministrativo e al piano di investimenti per le infrastrutture dedicate alla ricerca. Entro la fine dell'anno, il MIUR pubblicherà l'elenco dei 180 dipartimenti di eccellenza che risulteranno vincitori.
"Siamo molto contenti del risultato ottenuto - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - che vede i nostri due dipartimenti umanistici al vertice della graduatoria pubblicata dal MIUR e la presenza altamente qualificata di diversi settori scientifici, dalla Biologia alla Matematica, dalla Fisica all'Informatica, così come della Medicina, della Farmacia, dell'Ingegneria e del Diritto. L'Ateneo assicurerà il pieno supporto a ognuna di queste strutture nella fase di presentazione delle domande, con l'obiettivo di riuscire a piazzarne il più possibile tra le 180 che otterranno il finanziamento nel quinquennio 2018-2022. Al tempo stesso, però, dovremo continuare con le azioni di supporto alla ricerca già intraprese in questi primi mesi e rivolte a tutti, con l’intento di portare nella sfera dell’eccellenza anche altri dipartimenti. Tutto ciò a prescindere dal fatto che, in futuro, ci sia o meno uno specifico finanziamento ministeriale".

Martedì, 16 Maggio 2017 07:58

Agenda UNIPI: gli eventi del 17 e 18 maggio

Mercoledì 17 maggio alle 16 alla Gipsoteca di arte antica dell’Università di Pisa (Piazza S. Paolo All'Orto, 20), si svolge la presentazione del volume “Per un mondo libero dalle armi nucleari”, curato dalla professoressa Enza Pellecchia ed edito dalla Pisa University Press.

Mercoledì 17 maggio alle 17, nell'aula 1 del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa (Via Cosimo Ridolfi, 10), lo scrittore Max Strata e Ilaria Vietina sono i protagonisti del seminario "Sperimentazioni in atto”. L'evento, organizzato da Simone D’Alessandro e Tommaso Luzzati dell’Università di Pisa e da Francesco Gesualdi del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, fa parte del ciclo di seminari "Economia del limite socialmente desiderabile" incentrato sui temi della sostenibilità del pianeta e dello sviluppo economico.

Mercoledì 17 maggio alle 17.30 nell’aula multimediale di Palazzo Ricci dell’Università di Pisa (Via Collegio Ricci, 10) verrà presentato il volume "La scrittura e il mondo. Teorie letterarie del Novecento" (Carocci editore) di Stefano Brugnolo, Davide Colussi, Sergio Zatti, ed Emanuele Zinato.

“Culture politiche in Italia: approcci etnografici” è il titolo del seminario di studi organizzato dal Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa in collaborazione con “Meridiana. Rivista di storia e scienze sociali” che si svolge mercoledì 17 maggio dalle 15,30 alle 19 e giovedì 18 maggio dalle 9 alle 13 nell’aula Sal-1 del Complesso ex-Salesiani (via dei Mille, 19 Pisa). Fra gli interventi in programma, il primo giorno quello di Graziana Corica dell’Università di Firenze su “La leadership renziana e la politica locale. Adattamenti e resistenze nel ceto politico fiorentino” e la mattina successiva quello di Lorenzo Urbano de La Sapienza di Roma dal titolo “La condivisione è un obbligo. Narrazioni e pratiche di attivismo 5 stelle in Toscana”.

Giovedì 18 maggio alle 16 nell'aula B di Palazzo Carità dell’Università di Pisa (Via Pasquale Paoli, 15) si svolge l'incontro "La violenza è un problema storiografico? Politica e “mito” della violenza nelle rivoluzioni e nelle guerre civili". Interviene il professore José Luis Ledesma, del Departamento de Historia del Pensamiento y de los Movimientos Sociales y Políticos, Universidad Complutense de Madrid.

Giovedì 18 maggio la Pisa University Press presenta due volumi alla Biblioteca SMS (Viale delle Piagge). Si comincia alle 15 "Steroidi Anabolizzanti nello sport. Usarli o evitarli? Conoscerli" a cura di Mario Giorgi e quindi alle 16,30 è la volta del libro "Il dolore e la sua terapia nella medicina occidentale” di Gianfranco Natale e Alberto Zampieri, a cura di Franco Mosca.

Sono 10 i dipartimenti dell'Università di Pisa selezionati tra i migliori 350 dipartimenti italiani nel campo della ricerca, secondo la graduatoria pubblicata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca sulla base delle performance registrate nell'ultima valutazione della qualità della ricerca dell'ANVUR. Queste strutture potranno ora accedere all'ulteriore procedura di selezione, che porterà a 180 dipartimenti 271 milioni di euro annui nel quinquennio 2018-2022.
I dipartimenti eccellenti sono stati selezionati attraverso il calcolo di un apposito "Indicatore Standardizzato della Performance Dipartimentale" (ISPD), ricevendo un punteggio fino a un massimo di 100. Quelli scelti dell'Ateneo pisano sono il dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e il dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, che hanno ottenuto la valutazione massima, seguiti a ruota da Biologia e da Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica, Matematica, Ingegneria dell'Informazione e Farmacia. Completano l’elenco i dipartimenti di Fisica, Giurisprudenza e Informatica.

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Nei prossimi quattro mesi, i 350 dipartimenti selezionati - non più di 15 per ateneo - potranno presentare i relativi progetti alla Commissione di valutazione nominata dal MIUR e presieduta dall'ex ministro della Giustizia, Paola Severino. I progetti dovranno contenere il piano quinquennale di sviluppo del dipartimento, con particolare riferimento agli obiettivi scientifici e didattici di elevata qualificazione, oltre all'indicazione delle risorse da destinare al reclutamento del personale docente e tecnico-amministrativo e al piano di investimenti per le infrastrutture dedicate alla ricerca. Entro la fine dell'anno, il MIUR pubblicherà l'elenco dei 180 dipartimenti di eccellenza che risulteranno vincitori.

"Siamo molto contenti del risultato ottenuto - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - che vede i nostri due dipartimenti umanistici al vertice della graduatoria pubblicata dal MIUR e la presenza altamente qualificata di diversi settori scientifici, dalla Biologia alla Matematica, dalla Fisica all'Informatica, così come della Medicina, della Farmacia, dell'Ingegneria e del Diritto. L'Ateneo assicurerà il pieno supporto a ognuna di queste strutture nella fase di presentazione delle domande, con l'obiettivo di riuscire a piazzarne il più possibile tra le 180 che otterranno il finanziamento nel quinquennio 2018-2022. Al tempo stesso, però, dovremo continuare con le azioni di supporto alla ricerca già intraprese in questi primi mesi e rivolte a tutti, con l’intento di portare nella sfera dell’eccellenza anche altri dipartimenti. Tutto ciò a prescindere dal fatto che, in futuro, ci sia o meno uno specifico finanziamento ministeriale".

Mercoledì 10 maggio, una delegazione dell’Università di Pisa, composta dal rettore Paolo Mancarella, dal prorettore per i Rapporti con gli enti del territorio, Marco Gesi, e dai docenti Andrea Borghini, Vinzia Fiorino, Cesare Letta e Gerardo Pastore hanno visitato il carcere Don Bosco. L'iniziativa è avvenuta in occasione di uno dei seminari del ciclo "Comprendere il passato per orientarsi sul futuro: crisi e trasformazioni in un mondo che cambia", che i dipartimenti di Civiltà e Forme del Sapere e di Scienze Politiche stanno portando avanti all’interno della Casa Circondariale, con lezioni di Alfonso Maurizio Iacono, Saulle Panizza, Matteo Villa, Gianluca Fulvetti, Alessandro Breccia, Vinzia Fiorino, Gerardo Pastore e Michele Battini.

carcere don bosco pisa

Nel rinnovato rapporto con la città, l’Ateneo, che da anni ha attivo un polo didattico all’interno della casa circondariale, ha voluto segnalare anche così la propria vicinanza alle problematiche del mondo recluso.

Il Polo Universitario Penitenziario di Pisa è stato costituito ufficialmente il 14 maggio 2003 e da allora ha ospitato e sostenuto nel loro percorso didattico oltre 100 studenti afferenti a diversi corsi dl laurea: Agraria, Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Lingue e Letterature straniere, Medicina veterinaria, Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione pubblica, sociale e d'impresa, Scienze per la Pace. Nel novembre 2006 si è avuta la prima laurea, conseguita con il massimo dei voti e cum laude, in Scienze dei Beni culturali, indirizzo archeologico. A seguire, ne sono arrivate altre in Lettere, Ingegneria, Economia e Commercio, Scienze Politiche, Giurisprudenza e Agraria.

Dopo le parole del direttore della struttura Fabio Prestopino, che ha ringraziato il rettore Mancarella per l’attività del polo universitario e l’attenzione, c’è stato un incontro con i detenuti studenti, anche per raccogliere suggerimenti e richieste. All’eterogenea classe, che conta uomini di età distanti da quelle canoniche e anche molto diverse tra loro, si sono aggiunte due giovani donne della sezione femminile. Dopo un costruttivo scambio di idee, a nome di tutti ha parlato un loro rappresentante che ha spiegato cosa significhi, per chi è chiuso là dentro, questo tipo di iniziativa, dicendo tra l’altro: “Studiare ci ridà dignità - ha spiegato - e se, grazie a questo, anche un solo ragazzo in più ritroverà la propria strada ne sarà valsa la pena”. Nella risposta il rettore, senza nascondere un po’ d’emozione, ha preso un impegno: “Noi ci siamo; quest’incontro non sarà episodico, ci rivedremo presto”.

e-publishingGli editori digitali che sono attivi anche nella stampa tradizionale hanno una maggiore probabilità di rimanere nel mercato e di proseguire le loro attività.

E’ questo quanto emerge da uno studio condotto dal professore Andrea Mangani e dalla dottoressa Elisa Tarrini del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa che è stato pubblicato sulla rivista “Online Information Review”. La ricerca ha analizzato l'industria italiana dei media e della comunicazione dal 1995 e 2014 e le 2.838 imprese attive nel settore nello stesso periodo.

“In generale, la percentuale di editori ‘solo digitali’ è costantemente aumentata negli anni presi in considerazione – spiega Andrea Mangani - un fenomeno che non stupisce, visto che le barriere all'entrata nel mercato sono basse e il numero di imprenditori ‘nativi digitali’ è sempre più alto”.

Circostanze che però non garantiscono il successo delle imprese e infatti circa il 17 per cento delle 2.838 aziende considerate oggi non esistono più. Chi invece è sopravvissuto è perché ha diversificato la propria attività dedicandosi anche alla stampa tradizionale - quotidiana e periodica - oppure a settori contigui come, ad esempio, quello televisivo e radiofonico. Un risultato che vale a parità di dimensioni delle imprese, di forma legale e per ogni area geografica considerata.

“L’analisi statistico-econometrico dei dati ci pone di fronte ad una sorta di paradosso – conclude Mangani - per cui nonostante le imprese tendano a specializzarsi nell'editoria digitale, quelle che diversificano hanno maggiore probabilità di restare sul mercato”.



Gli editori digitali che sono attivi anche nella stampa tradizionale hanno una maggiore probabilità di rimanere nel mercato e di proseguire le loro attività. E’ questo quanto emerge da uno studio condotto dal professore Andrea Mangani e dalla dottoressa Elisa Tarrini del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa che è stato pubblicato sulla rivista “Online Information Review”. La ricerca ha analizzato l'industria italiana dei media e della comunicazione dal 1995 e 2014 e le 2.838 imprese attive nel settore nello stesso periodo.
“In generale, la percentuale di editori ‘solo digitali’ è costantemente aumentata negli anni presi in considerazione – spiega Andrea Mangani - un fenomeno che non stupisce, visto che le barriere all'entrata nel mercato sono basse e il numero di imprenditori ‘nativi digitali’ è sempre più alto”.
Circostanze che però non garantiscono il successo delle imprese e infatti circa il 17 per cento delle 2.838 aziende considerate oggi non esistono più. Chi invece è sopravvissuto è perché ha diversificato la propria attività dedicandosi anche alla stampa tradizionale - quotidiana e periodica - oppure a settori contigui come, ad esempio, quello televisivo e radiofonico. Un risultato che vale a parità di dimensioni delle imprese, di forma legale e per ogni area geografica considerata.
“L’analisi statistico-econometrico dei dati ci pone di fronte ad una sorta di paradosso – conclude Mangani - per cui nonostante le imprese tendano a specializzarsi nell'editoria digitale, quelle che diversificano hanno maggiore probabilità di restare sul mercato”.

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