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Internet festival 2013Una visione interdisciplinare per raccontare la ricerca nell'ambito della rete e il suo impatto nella società. È questo il filo conduttore delle iniziative promosse dall'Università di Pisa nei quattro giorni di Internet Festival, in programma dal 10 al 13 ottobre in varie location cittadine. «Pisa è il luogo ideale per promuovere questa visione di internet – dice Nicoletta De Francesco, prorettore vicario dell'Università di Pisa alla conferenza stampa di presentazione al Comune di Pisa – La forza, la profondità e la varietà della ricerca scientifica che viene sviluppata nel sistema universitario e della ricerca pisano danno alla manifestazione il contesto ideale per il suo svolgimento».

Guarda il video del Flash mob sotto le Logge dei Banchi. 
 

logoIFNell'edizione del 2013 dell'Internet Festival saranno presentati, analizzati e delineati i possibili scenari futuri della ricerca e dell'innovazione nell'ambito della rete, indagando sulle sue ricadute e sulle interazioni con l'intero sistema sociale. All'interno del Festival gli studiosi di informatica avranno così modo di confrontarsi con economisti, giuristi, studiosi di etica, filosofi, scienziati sociali per affrontare in modo trasversale le nuove problematiche poste dalle tecnologie ITC. Come l'incontro "Il futuro della politica nelle conversazioni che contano", in programma sabato 12 ottobre alle 11 al Teatro Lux, a cui parteciperà il prorettore alla Comunicazione dell'Ateneo, Marco Guidi; "Il business dei dati digitali" (sabato 12 ottobre, ore 17, Scuola Superiore Sant'Anna), con il professor Dino Pedreschi; "Un crocevia di messaggi. Come ci trasformano le nuove tecnologie" (domenica 13 ottobre, ore 11.30, Logge dei Banchi), una conversazione sui mezzi di comunicazione attuali con il filosofo e professore emerito Remo Bodei; il dibattito "Mashup, remix: nuovi linguaggi da nuove tecnologie", moderato dalla professoressa Alessandra Lischi al Cineclub Arsenale (venerdì 11 ottobre, ore 18.30); la presentazione del libro "Il quinto stato", con l'autore Roberto Ciccarelli introdotto dal professor Adriano Fabris (sabato 12 ottobre, ore 16, SMS Biblio).

Maria Wikissori L'Università di Pisa sarà poi protagonista dei "T-tour", l'area di Internet Festival interamente dedicata a proposte educative e formative accomunate da un unico proposito: far conoscere le risorse e le tecnologie legate alla Rete, renderle strumento per migliorare conoscenza, studio e lavoro, ma anche, e forse soprattutto, poter navigare in Internet in modo più consapevole. A partire da giovedì 10 quattro giorni di tutorial, laboratori, workshop, mostre, giochi e conferenze interattive saranno tenute da anche docenti e ricercatori dell'Ateneo, che avranno l'occasione di presentare anche i loro progetti innovativi. Come "CEEDs", il sistema di realtà aumentata sviluppato dal centro di ricerca "E. Piaggio" ospitato alla Stazione Leopolda insieme a "FACE", il robot umanoide capace di riprodurre le espressioni facciali umane; la mostra curata dal Museo degli Strumenti per il Calcolo "Caratteri/emozioni. Dagli ASCII agli Emoticon", sempre alla Leopolda. E poi ci sono i T-Tour 4 Experts, ospitati al Palazzo dei Congressi e tenuti dai docenti Giovanni Vozzi, Paolo Ferragina, Dianora Poletti, Giuseppe Attardi, Mirko Tavosanis, Antonio Cisternino, Lucia Pallottino e Stefano Giordano.

Un'altra importante parte del festival è "SmartUp, speciale per imprese", una sezione che si terrà al Palazzo dei Congressi, pensata per funzionare come piattaforma di networking e incubatore che ospiterà anche alcune iniziative dell'Università di Pisa. Tra queste "IoT Prise", un incontro per presentare il progetto omonimo che ha l'obiettivo di sviluppare il trasferimento dei risultati tra ricerca pubblica e sistema produttivo all'interno del comparto ad alta tecnologia ICT "Internet of Things (IoT)" (venerdì 11 ottobre, ore 14); "L'impresa della ricerca" (venerdì 11 ottobre, ore 16.30), un incontro con i professori Paolo Ferragina Università di Pisa) e Andrea Piccaluga (Scuola Superiore Sant'Anna); la curiosa intervista di Marco Magrini ad Andrea e Marco Santagata "Padri e figli" (venerdì 11 ottobre, ore 16).

Il programma dettagliato con tutti gli eventi è disponibile sul sito www.internetfestival.it.

cern

"Se devo essere sincero, me l'aspettavo, perché negli ultimi giorni avevo capito dai contatti con l'Accademia di Stoccolma che tirava aria di Nobel". È questo il primo commento di Guido Tonelli, docente dell'Università di Pisa e ricercatore dell'INFN, alla notizia del Premio Nobel per la Fisica assegnato a Peter Higgs e Francois Englert. Il professor Tonelli è stato per molti anni a capo del principale esperimento che ha portato alla scoperta della cosiddetta "particella di Dio", confermando sperimentalmente le intuizioni dei due vincitori.

Al momento dell'annuncio, Guido Tonelli si trovava nella sede del Cern di Ginevra, precisamente nel Building 40, insieme ad altri 300 scienziati di tutto il mondo: "Ai nomi di Higgs e Englert - racconta il professore - c'è stata un'esplosione spontanea di gioia e per trenta minuti abbiamo brindato e ci siamo fatti delle foto con una medaglia Nobel di cioccolato. Poi tutti siamo tornati nelle nostre stanze per lavorare, consapevoli che ognuno di noi aveva contribuito a una scoperta scientifica che resterà nella storia".

Nonostante l'attesa, l'attribuzione del Nobel non era poi così scontata. "Il Comitato di Stoccolma è imprevedibile - dice infatti Tonelli - anche perché il tempo medio per premiare le scoperte è di circa 10 o 15 anni e nel nostro caso è passato solo poco più di un anno. Quelle di oggi sono state un'emozione e una gioia importanti, ma non paragonabili a quelle provate, come scienziato, nel momento della scoperta della particella".
 

guido tonelli A chi accenna alla possibilità di una piccola delusione per la mancata assegnazione del Premio a uno degli scienziati italiani coinvolti nella scoperta, il professor Tonelli replica in tono fermo. "Non c'è alcuna delusione: l'attività scientifica moderna è fatta da centinaia di persone che lavorano insieme per raggiungere un unico risultato. D'altra parte, il Nobel ha regole ferree e nessuno poteva illudersi di essere premiato insieme ai due teorici della particella. Non è escluso che in un futuro prossimo queste regole possano cambiare e che, quindi, possano essere premiati i due principali esperimenti che hanno dimostrato le intuizioni di Higgs e Englert".

Alla domanda di come ricorda gli inizi di questa avventura, il professor Tonelli risponde che "in questo momento si mescolano le emozioni iniziali e i timori di chi ha vissuto venti anni di fatica. La vita degli scienziati è fatta di dubbi e di paure, e più volte abbiamo passato periodi di crisi dicendoci che forse stavamo osando troppo. La vittoria di oggi è un piccolo 'accidente' in una vita fatta di grande impegno e lavoro".

Con più di mille scienziati italiani sui circa dieci mila che operano al Cern, di cui moltissimi provengono dall'Università di Pisa, questo Nobel rappresenta anche una vittoria per la ricerca del nostro Paese. "Dal successo di oggi parte un messaggio di speranza - conclude Guido Tonelli - L'Italia può vantare ricercatori che si sono fatti onore in questa scoperta, guadagnandosi il rispetto e l'ammirazione di tutto il mondo. La mia segreta speranza è che ora i governi ne tengano conto".

Monumento ai migranti Mimmo paladinoDopo la tragedia di Lampedusa e il lutto nazionale del 4 ottobre scorso, in segno di cordoglio e solidarietà, l'Università di Pisa ha voluto condividere una riflessione a firma del professore Marco della Pina, docente del corso di laurea in Scienze per la Pace del nostro Ateneo.

(Foto: Monumento ai migranti, Mimmo Paladino)

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Lampedusa, uno specchio della società italiana

In questa Italia che odia, esclude e rende invisibili gli ultimi, siano essi i bambini disabili nelle scuole, i giovani e le donne senza lavoro, gli anziani soli, i migranti ed i profughi, forse soltanto un Papa figlio di immigrati e venuto "dalla fine del mondo" poteva rifiutare per la tragedia di Lampedusa il quieto approccio della "disgrazia", lettura molto usata dai politici italiani. Egli ha sentito dentro di sé la dignità e l'onore necessari per rivendicare fortemente, con il grido "vergogna!", il principio della responsabilità individuale e sociale. Due sole possibili scelte politiche si aprono quindi di fronte a noi, perché la tragedia di Lampedusa, come tutto ciò che è connesso ai fenomeni migratori, è specchio ed ombra dei condizionamenti, limiti, contraddizioni sia delle società di partenza, sia, ciò che più ci interessa, di quelle di arrivo.

Se pensiamo ad una "disgrazia", vedremo presto che soltanto l'entità di questa ultima strage ha commosso la politica e la società italiane, pronte però a dimenticare, appena spenti i riflettori, il mare di dolore che ci circonda: il sempre più grande cimitero senza nomi del Mediterraneo. Torneremo a non vedere, non ascoltare, non fare; la politica intenta al proprio "teatrino", la società preoccupata di sopravvivere dentro una crescente disuguaglianza e un diffuso impoverimento. Le attuali leggi sull'immigrazione saranno forse depurate delle parti più repressive, ma sempre pensate in funzione della sicurezza e della stabilità interna, affinché nelle classi più deboli l'odio di sé e della propria povertà continui a trasformare l'antico "odio di classe" in paura ed esclusione verso gli stranieri (R. Siebert, Il razzismo, Carocci 2003, p.106). Forse anche l'aiuto richiesto all'Europa si limiterà ad un rafforzamento dell'agenzia Frontex, creata nel 2004, che prevede il pattugliamento continuo dei confini europei, ed in particolare delle coste dei paesi aderenti a Shengen che si affacciano sul Mediterraneo; essa ha fornito ai paesi del sud-Europa un modello di intervento basato soltanto sulla sicurezza, con una politica dei respingimenti che ha prevalso sulle sempre più deboli politiche di accoglienza. Nessuna riflessione sarà inoltre avviata sul fatto che gran parte dei migranti del Mediterraneo non sono migranti economici, ma sono in realtà profughi provenienti da zone di guerra e dittature come Eritrea e Somalia, territori italiani in un passato coloniale e razzista ancora tutto da conoscere ed elaborare.

Se pensiamo invece alla capacità di provare "vergogna", è stato scritto che essa è indice di "una inaudita, spaventosa prossimità dell'uomo con se stesso...Diversamente dalla colpa, la vergogna può permettere a chi la prova di migliorare se stesso, di rifondarsi... Essa protegge l'uomo, ed ancor più l'uomo politico, dalla violazione dei codici etici, interiori ed esteriori. In questo senso vergogna è una parola politica" (G. Carofiglio, La manomissione delle parole, Rizzoli 2010, p.73). Forse è stata proprio la vergogna verso il passato fascista il sentimento prevalente tra i Padri Costituenti italiani, che li ha portati a scrivere una Carta che parla di lavoro, diritti inviolabili delle persone, solidarietà, uguaglianza, rispetto delle diversità; Carta rimasta spesso inattuata o violata, ed invece ancora attualissima. Soltanto in questo contesto di profondo cambiamento politico, sociale e culturale, l'Italia potrà svolgere un ruolo attivo in Europa, per la costruzione di politiche migratorie d'accoglienza comuni e coordinate, ampliando le forme di cooperazione e di partenariato euro-mediterraneo. Al tempo stesso sarà possibile introdurre in Italia un'organica legge sul diritto d'asilo, che protegga i profughi e renda più sicuri i loro percorsi d'ingresso in Europa. Fondamentale sarà infine rivedere radicalmente non soltanto la legge Bossi-Fini del 2002, ma anche il pacchetto sicurezza del 2009 che ha inventato il reato di clandestinità, trasformando in criminali gli immigrati irregolari e consentendo la loro detenzione fino a 18 mesi nei Centri di Identificazione ed Espulsione, veri e propri campi-lager protetti da filo spinato.

Marco Della Pina

scavi KauloniaA quasi quindici anni dall'inizio delle campagne di scavi, il bilancio delle scoperte è notevole, come testimonia il ritrovamento di una tabella in bronzo con una lunga dedica votiva che contiene il testo più lungo in alfabeto acheo della Magna Grecia. Sul campo degli scavi di Kaulonia, dal 1999 ad oggi, si sono avvicendati sul campo studenti, laureandi, specializzandi, dottorandi e perfezionandi dell'Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore, che hanno riportato lentamente alla luce i resti del santuario di Punta Stilo dell'antica colonia greca, situato in provincia di Reggio Calabria. Con una scoperta d'eccezione che si aggiunge alle molte già note.

La tabella di bronzo rinvenuta a Kaulonia è infatti risultata essere un documento unico: pur ridotta in minuti frammenti molto corrosi, dopo il restauro eseguito nel 2013 presso il locale Museo di Monasterace e la successiva applicazione di avanzate tecniche d'indagine presso la SNS, ha rivelato un testo greco del V sec. a.C., su 18 linee, in alfabeto acheo, con le lettere ordinate regolarmente secondo il sistema di scrittura detto stoichedón. Si tratta di una lunga dedica votiva, in gran parte metrica, che menziona tra l'altro l'agorà (la piazza pubblica di ogni città greca, cuore della vita politica e commerciale), una statua e un elenco di divinità di grande interesse per la conoscenza dei culti. A breve ne è prevista l'edizione, a cura del professor Carmine Ampolo, in collaborazione con un perfezionando della SNS.

Parra e AmpoloUtilizzando anche innovative tecniche di documentazione e di elaborazione dei dati, come le riprese da drone e le elaborazioni 3D, gli archeologi hanno potuto ricostruire un'immagine pressoché totale del grande complesso magnogreco risalente all'VIII secolo a.C. Gli scavi sono diretti da Maria Cecilia Parra, docente di Archeologia della Magna Grecia all'Università di Pisa, in sinergica collaborazione con il Laboratorio di Scienze dell'Antichità della Scuola Normale, diretto dal professor Carmine Ampolo. I risultati sono editi nei 5 tomi della serie "Kaulonia, Caulonia, Stilida (e oltre)", curati da M.C. Parra e nelle 'Notizie degli Scavi' pubblicate ogni anno negli 'Annali' della SNS.
 

statuetta KauloniaLe scoperte archeologiche
Molte le scoperte che hanno interessato l'area del grande santuario urbano di Kaulonia, non solo nella sua articolazione plurima di fasi comprese tra la fine dell'VIII e gli inizi del III sec. a.C., ma anche nella sua lunga vita fatta di monumenti che lo occupavano e di uomini che lo gestivano, vi praticavano culti, vi svolgevano attività di cantiere edilizio e d'officina artigianale: ex voto del VII, VI e V sec. a.C., in particolare armi e ceramiche per le azioni rituali, come elmi, scudi, schinieri, spallacci, spade corte, punte di lancia e di freccia, accanto a innumerevoli deposizioni esito di sacrifici cruenti e di offerte incruente, anche con tracce evidenti di pasti comunitari seguiti dalla deposizione degli strumenti per la macellazione degli animali e la consumazione delle carni, insieme a quella del vasellame utilizzato durante il rito, intenzionalmente frammentato secondo la norma.
 

scavi kaulonia L'uso delle tecnologie
Negli ultimi anni si sono cominciate a sperimentare e poi a utilizzare sistematicamente nuove tecniche di documentazione e di elaborazione dei dati, in particolare le riprese da drone e le elaborazioni 3D. Le prime hanno permesso di realizzare immagini e filmati ad alta risoluzione utilizzabili sia per la restituzione fotogrammetrica delle emergenze archeologiche, sia per la fotointerpretazione e le letture globali di ampie aree interessate dalle indagini archeologiche, unitamente al contesto generale. Le seconde sono state finalizzate alla ricostruzione e alla modellazione di materiali archeologici e di complessi monumentali, con finalità non solo di ricerca, ma anche divulgative (e pertanto rivolte anche a un pubblico di non specialisti), come ad esempio varie forme di visualizzazione e di realtà virtuale.
 

Kaulonia L'applicazione di tecnologie avanzate, anche in collaborazione con il DREAMSLAB (Dedicated Research Environment for Advanced Modeling and Simulations, laboratorio della SNS, diretto dal professor Vincenzo Barone) ha permesso di adattare i modelli 3D sviluppati da Emanuele Taccola, del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa, per la ricostruzione e la modellazione fotogrammetrica di materiali archeologici e di complessi monumentali, a strumenti di ultima generazione, il più importante dei quali è il CAVE 3D, un ambiente virtuale immersivo e interattivo, in cui l'utente può muoversi liberamente, usando appositi occhiali.

Ne hanno parlato: 
Repubblica Firenze
Tirreno Pisa
RepubblicaFirenze.it 
TirrenoPisa.it
InToscana.it
ADNkronos 
Controcampus.it 
gonews.it 

Lunedì, 07 Ottobre 2013 09:59

Debutto in mare riuscito per «Cherubina»

Cherubina Debutto in mare riuscito per Cherubina, il team vela dell'Università di Pisa appena reduce dal Trofeo "1001 Velacup", l'iniziativa che da ormai sei anni promuove regate tra università con imbarcazioni a vela progettate e costruite dagli studenti. Nelle tre giornate di sfide, gli equipaggi si sono misurati in diverse regate nel golfo di La Spezia, nello specchio di mare antistante la Festa della Marineria e, nonostante fosse alla sua prima esperienza, al cospetto di atenei ormai con alle spalle pluriennali partecipazioni, il team pisano, con la sua Cherubina, è riuscito a portare in mare uno skiff con vela alare.

Dal punto di vista progettuale si è trattato senza dubbio dell'elemento più innovativo presente sulle undici imbarcazioni in gara in questa edizione, che ha attirato la curiosità e riscuotendo l'apprezzamento di tutti gli addetti ai lavori. L'ottavo posto ottenuto sul campo di regata ha lasciato tutti soddisfatti, viste anche le condizioni meteo non ideali per un'imbarcazione di questo tipo (assenza quasi completa di vento per l'intera durata della manifestazione): il progetto ha senza dubbio grandi margini di sviluppo e perfezionamento che potranno essere messi in pratica pensando alle prossime edizioni.

Il team Cherubina è composto da Dario Masoni, responsabile del progetto, coadiuvato da Lorenzo Sassetti, Raffaele Boccara, Francesco Distefano, Paolo Biagioni, Matteo Lelli, Alessandro Bordigoni. Elementi fondamentali per la messa a punto dell'imbarcazione sono stati il timoniere di Cherubina, Olmo Cerri e il prodiere, Andrea Rosi. Gli studenti hanno lavorato al progetto e alla costruzione dell'imbarcazione per oltre un anno con l'appoggio di alcuni docenti – i ragazzi ringraziano in particolare i professori Vincenzo Ambriola, Giovanni Lombardi, Roberto Barale, Rosalba Tognetti - ed esperti del mondo della vela e il sostegno economico di due importanti aziende pisane.

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Guarda il video realizzato dal Tirreno.it. 

CeedsImmersi in un ambiente futuristico, gli utenti vengono sottoposti a stimoli audio-visivi attraverso un sistema di realtà aumentata in grado di monitorare le loro reazioni psico-fisiologiche. Si chiama CEEDs ed è un progetto europeo finanziato con 6,5 milioni di euro e coordinato dal Goldsmiths' College di Londra a cui partecipa anche il Centro di Ricerca "E. Piaggio" dell'Università di Pisa con un team di ricercatori formato da Alessandro Tognetti, Daniele Mazzei, Antonio Lanatà e Danilo De Rossi, che hanno sviluppato i sensori per la misura di parametri relativi all'attività e ai processi subconsci dell'utente. CEEDs (The Collective Experience of Empathic Data Systems), che vede la collaborazione di 18 partner europei, sarà presentato nell'ambito dell'Internet festival con l'evento "CEEDS e FACE", in programma alla Stazione Leopolda il 10 e 11 ottobre, dalle 10 alle 18. Per partecipare all'evento è obbligatorio iscriversi al link http://www.eventbrite.it/event/8475306871/.
 

Progetto Ceeds - Team di ricercaScopo del progetto è sviluppare una tecnologia in grado di analizzare come le persone, immerse in un ambiente complesso come quello della vita di tutti i giorni, raccolgono dati e informazioni, li elaborano, e sulla base di essi reagiscono. Per raccogliere queste informazioni, in CEEDs gli utenti vengono immersi in spazi di realtà virtuale e monitorati con sensori indossabili non invasivi, che non alterano le risposte fisiologiche e mentali agli stimoli.

Guarda il video di CEEDs.

Il sistema adatta di continuo le modalità con cui la realtà virtuale è visualizzata dall'utente, sulla base dello stato emotivo e fisiologico del soggetto in quel momento. Grazie all'analisi dei processi subconsci, CEEDs cerca di identificare segnali di "scoperta" o "sorpresa" che indichino la comprensione dei dati che il soggetto sta analizzando. Quando identifica questi segnali, CEEDs li utilizza per indirizzare l'utente verso le aree di interesse potenziale modificando e adattando la visualizzazione.
 

Ceeds

«CEEDs è in grado di monitorare sia le reazioni e intenzioni esplicite dell'utente (dove sto guardando? quale area sto puntando col dito? quale oggetto sto toccando?) sia quelle implicite o inconsce (attivazione del sistema nervoso autonomo, diametro della pupilla) – spiegano Alessandro Tognetti e Daniele Mazzei – L'analisi della risposta inconscia dell'utente rappresenta una delle principali sfide del progetto: è infatti noto che solo un piccolo sottoinsieme di input sensoriali raggiunge la consapevolezza conscia, mentre il residuo viene inconsciamente elaborato dal cervello. È su questa elaborazione subconscia che si focalizza il sistema CEEDs così da poter individuare nuovi andamenti dei segnali da correlare con lo stato psichico del soggetto».

Cuore del sistema CEEDs è l'eXperience Induction Machine (XIM), uno spazio di realtà aumentata immersivo - collocato presso lo SPECS lab dell'Università Pompeu Fabra di Barcellona - ideato per condurre esperimenti sul comportamento umano in condizioni ecologicamente valide che, per gli scopi del progetto, è stato dotato di un set di sensori indossabili non invasivi. Questo innovativo set di sensori permette il monitoraggio di uno o più soggetti in movimento in XIM, senza alterarne le risposte fisiologiche e mentali. 

Nella foto al centro: da sinistra Antonio Lanatà, Alberto Betella (dello SPECS Lab dell'Università Pompeu Fabra di Barcellona), Alessandro Tognetti, Daniele Mazzei


Ne hanno parlato: 
Sette
Nazione Pisa
Tirreno Pisa
RepubblicaFirenze.it 
Intoscana.it
TirrenoPisa.it 
NazionePisa.it 
www.internetfestival.it
Controcampus 
PisaInformaFlash.it 
gonews.it 

 

 




team_ricercatoriUn gruppo di ricercatori dell'Università di Pisa ha individuato una nuova strategia per l'individuazione di molecole utili a prevenire le complicanze del diabete e controllare i relativi processi infiammatori. Lo studio intitolato "A new approach to control the enigmatic activity of aldose reductase" è stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale PlosOne.

Al centro della ricerca pisana c'è un enzima, l'aldoso reduttasi, che per oltre quaranta anni è stato oggetto di attenzione da parte dei ricercatori di tutto il mondo. Per evitare le complicanze del diabete rappresentate da svariati stati patologici (retinopatia, nefropatia, neuropatia, cataratta diabetica), l'obiettivo dello studio pisano era quello di individuare delle molecole in grado di inibire l'aldoso reduttasi non solo in modo efficace ma anche selettivo nei confronti della sua azione catalitica sul glucosio. Infatti, nonostante la ricerca abbia a tutt'oggi individuato inibitori dell'enzima di straordinaria potenza, i risultati clinici sono poco soddisfacenti a causa degli effetti collaterali che tali molecole provocano.

"Noi siamo intervenuti sull'aldoso reduttasi con nuove molecole inibitorie, le ARDIs (Aldose Reductase Differential Inhibitors) - ha spiegato il professor Umberto Mura del Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa che insieme alla professoressa Antonella Del Corso ha coordinato la ricerca in collaborazione con i colleghi del Dipartimento di Farmacia - e sebbene ancora da studiare e perfezionare, le ARDIs hanno aperto la strada alla ricerca di una nuova classe di molecole in grado di bloccare l'azione catalitica dell'aldoso reduttasi sul glucosio e su altre molecole la cui trasformazione causerebbe danni cellulari, senza che la capacità detossificante dell'enzima venga compromessa".

Oltre ai professori Mura e Del Corso, il gruppo che ha condotto la ricerca è composto dai dottori Francesco Balestri, Elisa Di Bugno, Roberta Moschini, Mario Cappiello del Dipartimento di Biologia, dalla Dottoressa Stefania Sartini e dai professori Concettina La Motta e Federico Da-Settimo del Dipartimento di Farmacia.

Ne hanno parlato:
Il Tirreno - Pisa

Tirreno.it
LiberoQuotidiano.it - AdnKronos
InToscana - Salute

AgiPress
InToscana
PisaInformaFlash
PisaNews
Controcampus

GoNews
NovedaFirenze
Informazione.it
PisaToday

Giovedì, 03 Ottobre 2013 07:39

Un master per progettare le smart cities

smart cities Progettare "città intelligenti" dove Internet e le tecnologie ICT sono al servizio del cittadino è diventata una delle sfide più avvincenti della modernità. A Pisa sta per partire un master promosso dal dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Ateneo e dall'Istituto di Informatica e Telematica (IIT) del CNR, con il patrocinio di Registro .IT, che si propone di formare giovani esperti in grado di sviluppare applicazioni e servizi innovativi nei campi della comunicazione, della mobilità, dell'ambiente e dell'efficienza energetica, migliorando la vivibilità degli ambienti urbani. Le lezioni partiranno a gennaio e le iscrizioni, riservate a 30 candidati, sono già aperte.

«Il concetto di smart city sta assumendo rilevanza sempre crescente e diverse città, anche in Italia, hanno attivato progetti per accrescere la sostenibilità, offrire servizi sempre più innovativi, consentire la partecipazione attiva dei cittadini, e supportare la loro socialità tramite servizi dedicati – spiega il professor Giuseppe Anastasi, direttore del master - Nella realizzazione di questi obiettivi il ruolo di Internet e delle nuove tecnologie ICT è, chiaramente, imprescindibile. Basti pensare che diverse città europee hanno già attivi programmi specifici per dotarsi di tecnologie che consentano di fornire tali servizi ai propri cittadini, fra queste, Amsterdam, Barcellona, Lione, Santander, Birmingham e altre ancora».

smart cities web «In Italia, il CNR, in collaborazione con l'ANCI, ha recentemente lanciato un programma per dotare alcune città delle più recenti tecnologie per smart cities – aggiunge Enrico Gregori dell'Istituto IIT del CNR - Nel panorama europeo e mondiale le "città intelligenti" sono una delle principali realtà tecnologiche in rapido sviluppo, che stanno generando soluzioni innovative nel campo ICT con immediata applicazione e che, in prospettiva, hanno le potenzialità di rivoluzionare la vivibilità e fruibilità delle città come le conosciamo ora».

Nell'ambito del master attivato a Pisa verranno presentate le principali tecnologie ICT per le smart cities. Verranno, inoltre, fornite le metodologie e le conoscenze necessarie al progetto e alla realizzazione di soluzioni innovative per creare ambienti urbani "intelligenti", capaci di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il piano formativo prevede, oltre ai normali corsi di lezioni ed esercitazioni, tre corsi di laboratorio finalizzati allo sviluppo pratico di applicazioni e servizi, e un periodo di tirocinio di 400 ore.

Gli ambiti di occupazione per la figura professionale formata dal master sono potenzialmente molto vasti e includono le aziende pubbliche e private, la pubblica amministrazione e la libera professione, diventando consulenti di enti pubblici territoriali per il progetto di soluzioni ad hoc. Tutte le informazioni sul master sono disponibili sul sito www2.ing.unipi.it/smart-cities/.

Ne hanno parlato: 
Sole24ore
Intoscana.it
Greenreport.it 
PisaInformaFlash.it 
gonews.it 

Mario Aldo ToscanoDomenica 29 settembre si è svolta nel Palazzo comunale di Carrara la cerimonia di conferimento del premio nazionale "Torre di Castruccio", assegnato quest'anno al professor Maro Aldo Toscano, ordinario di storia e teoria sociologica all'Università di Pisa fino al 2011. Il prestigioso premio, che si svolge sotto il riconoscimento del Presidente della Repubblica, negli anni passati è stato assegnato ad autorevoli rappresentanti delle scienze naturali, delle scienze umane, della medicina, delle arti figurative e dello sport, come Margherita Hack, Antonio Zichichi, Mario Luzi, Giuseppe Bedeschi, Claudio Marabini, Dino Cofrancesco, Giovan Battista Cassano, Gio Pomodoro.

Nella motivazione del premio alla carriera, si ricorda che il professor Mario Aldo Toscano ha dato un contributo di elevato significato intellettuale e istituzionale alla storia e alla teoria sociologica, esercitando sempre, anche da presidente dell'Associazione Italiano di Sociologia, spirito critico e sguardo internazionale. Autore da un lato di numerosi saggi scientifici e di manuali didattici, ha perseguito da un altro un'originale formula saggistica, che combina elementi biografici e storiografici in un contesto testimoniale e interpretativo di particolare qualità evocativa. Ciò che gli ha permesso di ottenere il premio Scanno 2010 con "Ostmark 1916" e il Premio Basilicata 2012 con "In quell'epoca, meridione". Un suo ultimo volume, "Storia di Dan", attualmente in libreria, continua l'esperienza di questo schema di efficace lavoro meditativo e critico.

Tra gli altri premiati di quest'anno, Gianfranco Pasquino e Laura Paoletti, per le scienze umane; Guido Bianchini per la medicina; l'attore Eros Pagni, il cantante Gianluca Grignani, l'indimenticato pugile Sandro Mazzinghi e una schiera di noti pittori nazionali, tra i quali Giuliano Ottaviani e Gianpaolo Talani.

Ne hanno parlato:
TirrenoPisa.it 

Premio Galilei 2013È stato assegnato allo storico della lingua italiana, Giampaolo Salvi, studioso di origine elvetica che ha curato opere significative sulla grammatica italiana, il Premio internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani, giunto alla 52a edizione. Contemporaneamente, è stato premiato il biologo Stefano Piccolo, autore di importanti lavori sulla comprensione dei meccanismi molecolari del cancro, a cui è andata l'ottava edizione del Premio Galileo Galilei per la scienza. La cerimonia di conferimento si è tenuta sabato 5 ottobre, nell'Aula Magna dell'Ateneo, al Polo Fibonacci. Ai saluti del rettore Massimo Augello, dell'assessore comunale Marilù Chiofalo, del presidente della Fondazione Premio Galilei, Antonio Pieretti, e del governatore del distretto 2031, Sergio Bortolani, è seguita la consegna dei premi e il discorso dei vincitori.
 

Giampaolo SalviIl professor Giampaolo Salvi, nato a Locarno nel 1954, insegna Linguistica italiana e romanza all'Università di Budapest, oltre a dirigere dal 1994 il corso di dottorato in Filologia e linguistica romanza e dal 1997 l'Istituto di lingua e letteratura italiana. Nel corso della sua carriera si è andato sempre più specializzando nella sintassi dell'italiano, nonché dei dialetti italo-romanzi. Insieme a Lorenzo Renzi, ha lavorato alle due opere monumentali della "Grande grammatica italiana di consultazione" e della "Grammatica dell'italiano antico", entrambe pubblicate dal Mulino. Questi volumi completano la descrizione grammaticale dell'italiano moderno e antico, contribuendo a farne la lingua dotata della più esauriente trattazione grammaticale al mondo. Il professor Salvi ha dato, infine, un notevole contributo alla didattica universitaria della grammatica italiana, curando alcuni manuali rivolti sia agli insegnanti in formazione che agli studenti, tra i quali spicca il recentissimo "Le parti del discorso", edito da Carocci.
 

Stefano Piccolo

Il professor Stefano Piccolo, nato a Padova nel 1967, insegna Biologia molecolare all'Università degli Studi di Padova. Le sue scoperte hanno favorito in modo rilevante la comprensione di come le cellule percepiscono il loro ambiente ed elaborano tali informazioni per la costruzione dei tessuti e il mantenimento del loro funzionamento. Gli studi del professor Piccolo sono quindi diretti a capire i meccanismi molecolari del cancro. Attualmente, i suoi studi sono dedicati a comprendere i fattori alla base della trasformazione cellulare, guardando al cancro come ad un "organo" complesso, al fine di arrivare a diagnosi sempre più precise e personalizzate, nonché a identificare nuovi farmaci e trattamenti capaci di colpire la malattia nei suoi punti più deboli, preservando le cellule sane. Convinto fautore di un approccio multidisciplinare, il professor Stefano Piccolo ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali e la nomina a membro delle più prestigiose società scientifiche europee e statunitensi.

Com'è noto, il meccanismo per l'assegnazione dei due Premi internazionali Galileo Galilei è congegnato in modo speculare. Il premio umanistico è assegnato da una giuria italiana a uno straniero che si sia occupato in modo eminente di argomenti riguardanti la civiltà italiana; il premio scientifico da una giuria straniera a uno studioso italiano che si sia distinto nel campo delle scienze della natura. Il premio consiste in una targa d'oro che commemora l'avvenimento.

La giuria che ha designato Giampaolo Salvi è composta dal presidente della Fondazione Premio Galilei, Antonio Pieretti, e dai professori Rita Librandi, Silvia Morgana, Alfredo Stussi, Mirko Tavoni e Saverio Sani, in qualità di segretario del Premio. La giuria che ha designato Stefano Piccolo, oltre che dagli stessi Antonio Pieretti e Saverio Sani, è composta dai professori Vladimir Kovac, Filippo Rijli, Steve Wilson e Jochen Wittbrodt.

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