Abbonamenti bus a tariffe agevolate per studenti UniPi
Abbonamenti urbani dell’autobus a tariffe agevolate per gli studenti iscritti all’Università di Pisa. E’ quanto prevede lo schema di convenzione tra Comune di Pisa, Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, Università di Pisa ed Autolinee Toscane Spa, approvato dal Consiglio di Amministrazione dell'Ateneo il 23 settembre scorso dopo l'approvazione avvenuta in Giunta comunale. Le nuove tariffe saranno operative dopo la firma dell’accordo da parte di tutti gli enti e trascorsi i tempi tecnici necessari per l’attivazione del servizio informatico di acquisto degli abbonamenti. La convenzione avrà validità fino al 31 luglio 2023 con possibilità di rinnovo per il successivo anno accademico.
L’abbonamento mensile ordinario per la tratta urbana ha un costo di 35 euro. La convenzione prevede per gli studenti un prezzo di acquisto agevolato di 16 euro per chi ha un ISEE TPL inferiore ai 36.151,28 euro (link della Regione Toscana per ottenere l’agevolazione), sempre di 16 euro per gli studenti residenti fuori Toscana, con un Isee Universitario (ISEEU) inferiore alla soglia di 36.001, e di 22 euro per gli altri studenti.
Per godere dell’agevolazione ciascun studente dovrà accedere al sito internet www-at-bus.it e registrarsi nella sezione “Acquista” richiedendo l’agevolazione “Studente”. Gli Studenti in possesso di reddito familiare ISEE inferiore ad 36.151,98 euro dovranno richiedere l’agevolazione “Studente ISEE” caricando il proprio tagliando ISEE TPL. Una volta registrato, lo studente potrà acquistare tramite sito web il titolo, usufruendo delle tariffe agevolate previste dalla convenzione. Gli Studenti residenti fuori Regione Toscana, in possesso di ISEE Universitario inferiore a 36.001 euro dovranno richiedere l’agevolazione “Studente residente fuori Toscana ISEEU”. Una volta registrato, lo studente potrà acquistare tramite sito web il titolo, usufruendo delle tariffe agevolate previste dalla convenzione. L’Università di Pisa invierà ad Autolinee Toscane Spa gli elenchi aggiornati di tutti gli aventi diritto all’acquisto dell’abbonamento ridotto e di tutti gli studenti residenti fuori toscana con ISEEU inferiore alla soglia minima per l’ulteriore agevolazione.
A fronte dell’agevolazione tariffaria, il Comune di Pisa, l’Università di Pisa e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario corrisponderanno ad Autolinee Toscana Spa, a titolo di mancati ricavi, per ciascun abbonamento acquistato dagli studenti, la differenza fra il valore nominale dell’abbonamento mensile (ordinario/ISEEU 35 euro o ISEE 28 euro) e il prezzo pagato dagli studenti, fino ad un massimo di 146.300 euro.
Mensilmente Autolinee Toscane Spa riepilogherà il totale dei titoli venduti, emettendo fattura nei confronti dei tre Enti sulla base del numero di abbonamenti acquistati dagli studenti e addebitando ad ognuno il mancato ricavo con la seguente proporzione: Università di Pisa 42,5%; Azienda Regionale per il Diritto allo Studio 42,5%; Comune di Pisa 15%.
Storia e pace al Pisa Book Festival con Pisa University Press
La storia vista attraverso un personaggio carico, ancora oggi, in particolare per i giovani, di significato come Giacomo Matteotti. I temi della pace, occasione anche per ‘celebrare’ i 20 anni del Centro interdisciplinare di Scienze della Pace dell’Università di Pisa.
Il Pisa Book Festival, rassegna che festeggia anch’essa la ventesima edizione, ospiterà due conversazioni ‘firmate’ Pisa University Press.
Giovedì 29 settembre, alle 17, al Museo delle Navi Antiche-Book Club, in occasione dell’incontro Matteotti si racconta. La famiglia, gli studi, la politica sarà presentata l’opera in 5 tomi (disponibili in forma gratuita in modalità Open Access al link) frutto del progetto L’idea che non muore: Giacomo Matteotti realizzato dall’Università di Pisa all’interno del Bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri che prevede la realizzazione di iniziative didattiche e formative sviluppate anche attraverso linguaggi creativi (incluse le nuove tecnologie) per l’approfondimento e la divulgazione della figura, dell’opera e degli scritti di Giacomo Matteotti.
L'incontro, alla presenza dei curatori del cofanetto Stefano Caretti e Jaka Makuc, sarà preceduto dai saluti di Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, e Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio Regionale della Toscana.
Modera la giornalista Gianna Fregonara.
Il libro “Matteotti si racconta. La vita, gli studi, la politica”
Un viaggio alla scoperta delle principali tappe del percorso umano e intellettuale del deputato socialista, visto non più solo come vittima e martire del Fascismo. Un viaggio che si compie attraverso la voce stessa di Matteotti, in un continuo scambio tra il Giacomo intimo (compresi gli scambi con l’amatissima moglie Velia Titta o con l’amico Filippo Turati) e i temi dell’azione politica. Ogni volume tematico è, infatti, una raccolta di testi matteottiani, contestualizzati e selezionati.
Stefano Caretti, ordinario di Storia contemporanea ed autore di numerosi saggi sulla storia del socialismo, ha pubblicato le Opere di Giacomo Matteotti in 13 volumi (Pisa, Nistri-Lischi e poi Pisa University Press, 1983-2020). È presidente del Centro studi e documentazione "Sandro Pertini".
Jaka Macuk, dottorando all’Università di Bologna, ha compiuto i suoi studi in Italia e all’estero su temi di filosofia teoretica e di filosofia della storia, ottenendo numerosi riconoscimenti. Si è interessato alla figura di Giacomo Matteotti attraverso articoli, convegni e conferenze in vari Istituti scolastici.
Venerdì 30 settembre, alle 16, al Museo delle Navi Antiche – Book Club, si svolgerà il secondo incontro: “No bomba. Facciamo la pace”. Una conversazione con i professori Enza Pellecchia e Pierluigi Consorti per ripercorrere, collegandosi al contesto internazionale attuale, i primi vent’anni del Centro Interdisciplinare ‘Scienze per la Pace’ di Pisa (1998-2021), al centro anche del volume appena uscito per Pisa University Press intitolato “Università e Pace” (a cura di Filippo Espinoza). Modera l’incontro il giornalista Francesco Paletti.
È la storia di un progetto pionieristico: a metà degli anni Novanta un gruppo di docenti dell’Università di Pisa ha iniziato a interrogarsi sul contributo che le discipline accademiche possono dare alla costruzione della “pace positiva”, mettendo a frutto le riflessioni sulla trasformazione nonviolenta dei conflitti proprie dei Peace Studies anglosassoni. Così è nato il Cisp, contaminazione virtuosa da cui sono nati prima i Corsi di laurea in Scienze per la pace, poi la Rete delle Università italiane per la Pace.
Pierluigi Consorti, direttore del Centro di ateneo “Scienze per la pace”, insegna Diritto ecclesiastico, Diritto interculturale e Diritto comparato delle religioni nel Dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pisa. Ha diretto il Master universitario in “Gestione dei conflitti interculturali ed interreligiosi” ed ora dirige il Master interuniversitario in “Gestione dei conflitti e mediazione”.
Enza Pellecchia è Professore Ordinario di Diritto Privato del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. Dirige il CISP-Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace dell’Università di Pisa. Si occupa di diritti della persona, di soggetti deboli e di disarmo.
RE-TECH. Innovazione sostenibile ed integrazione nel territorio
RUniPace esprime solidarietà nei confronti delle donne iraniane
La Rete delle Università italiane per la Pace - di cui fa parte anche l'Università di Pisa - esprime la propria vicinanza e solidarietà alle studentesse di nazionalità iraniana iscritte presso gli atenei italiani e più in generale a tutte le donne iraniane e ai tanti giovani uomini iraniani che in questi giorni stanno coraggiosamente protestando.
“La morte di Mahsa Amini a Teheran e di altre cinque donne che erano scese in piazza per protestare scuote profondamente le nostre coscienze” – dichiarano Enza Pellecchia e Marco Mascia, coordinatrice e coordinatore della Rete – “non possiamo rimanere indifferenti di fronte alla violazione di diritti umani fondamentali. Ci attiveremo per organizzare iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica”.
In Gipsoteca si celebrano i 10 anni del Sistema Museale d’Ateneo
Lunedì 26 e martedì 27 settembre, alla Gipsoteca di Arte Antica, si terrà il convegno "2012-2022: 10 anni del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa. Esperienze e prospettive a confronto”, una due giorni di incontri e riflessioni per festeggiare i dieci anni dello SMA dell’Ateneo pisano. La sessione mattutina del 26 settembre si aprirà alle 9 con i saluti istituzionali del rettore Paolo Mancarella e la presentazione di Chiara Bodei, attuale presidente dello SMA, che introdurrà i suoi predecessori – Marilina Betrò, Roberto Barbuti, Alfonso Maurizio Iacono, e Nicoletta De Francesco – per un breve excursus sulla storia del Sistema. Seguiranno gli interventi dei direttori di tutti i musei che fanno parte dello SMA. Alle 12.30 Sabrina Balestri, coordinatrice organizzativa del Sistema, terrà un intervento dal titolo “Lo SMA dietro le quinte”. Seguirà un breve saluto di Loredana Lorenzini, dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale.
Nel pomeriggio, a partire dalle 14.30, è prevista una sessione dal titolo “I musei universitari: collezioni che non si vogliono più nascondere” con ospiti i direttori di sistemi museali universitari da tutta Italia (Bologna, Padova, Firenze, Napoli Federico II e Siena) e il curatore della Gipsabguss-und Antikensammlung dell’Università di Tubinga, Alexander Heinemann. Aprirà gli interventi Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, in collegamento da remoto.
Martedì 27 settembre il convegno si aprirà alle ore 9 con una sessione dal titolo “Dopo la pandemia: musei a confronto” e alle 11.30 si terrà la tavola rotonda finale condotta dalla professoressa Antonella Gioli, con tutti i relatori e con i rappresentanti dei musei della rete museale pisana.
Gli interventi saranno trasmessi in streaming sul seguente link: http://call.unipi.it/10anniDiSMA. La partecipazione in presenza è gratuita ed è possibile esclusivamente su prenotazione fino al raggiungimento del numero massimo dei posti disponibili. Per prenotare, collegarsi a questo link.
I ragni granchio, inaspettate sentinelle della biodiversità
Si cibano degli insetti impollinatori, ma a differenza dei loro simili non tessono le tele, piuttosto si mimetizzano sui fiori prendendone il colore per sorprendere e catturare le prede con chele grandi e robuste. Sono i “ragni granchio”, piccoli araneidi che come rivela uno studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista “Ecological Indicators”, hanno un ruolo fondamentale come indicatori e custodi della biodiversità vegetale.
“Molti organismi, appartenenti sia al regno vegetale che animale, sono spesso privi di una nota importanza nei vari ecosistemi sia naturali che antropizzati – spiega Stefano Benvenuti docente dell’Ateneo pisano e autore dello studio - i ragni granchio ne sono un chiaro esempio dal momento che essi sfuggono spesso alla vista degli osservatori risultando così trascurati nella valutazione della biodiversità di un determinato ecosistema”.
La presenza di questi predatori è dunque un indice della complessità di un ecosistema e la loro specifica funzione sembra quella di contenere la prolificità delle specie di fiori dominanti. La loro predazione degli impollinatori che visitano i fiori limita infatti il trasferimento del polline e la relativa formazione di seme lasciando così “spazi ecologici” alle specie meno abbondanti.
Teatro della sperimentazione sono state le cosiddette “wildflower strips”, strisce di fiori ai margini delle colture allestite al Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi dell’Università di Pisa. Seguendo le suggestioni del famoso scienziato James Lovelock sull’autoregolazione dell’intera biosfera, è emerso che anche questi micro-ecosistemi funzionano con la stessa logica di Gaia secondo la quale tutta la biodiversità ha un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. La creazione di queste “wildflower strips” ha così portato alla formazione di una piramide alimentare, costituita dai fiori selvatici alla base (produttori), dagli impollinatori al centro (consumatori) e dai ragni granchio all’apice (predatori).
“Dal momento che gli agroecosistemi sono notoriamente carenti di biodiversità – conclude Benvenuti - i ragni granchio sono quindi un valido indicatore della complessità biologica di un determinato ambiente, assumendo inoltre il ruolo ecologico di “custodi” della biodiversità. In pratica ogni organismo, anche se apparentemente insignificante, può avere un ruolo cruciale nel mantenimento della biodiversità e dell’equilibrio dinamico degli ecosistemi”.
I ragni granchio, inaspettate sentinelle della biodiversità
Si cibano degli insetti impollinatori, ma a differenza dei loro simili non tessono le tele, piuttosto si mimetizzano sui fiori prendendone il colore per sorprendere e catturare le prede con chele grandi e robuste. Sono i “ragni granchio”, piccoli araneidi che come rivela uno studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista “Ecological Indicators”, hanno un ruolo fondamentale come indicatori e custodi della biodiversità vegetale.
Ragno granchio che ha appena catturato un apoideo
“Molti organismi, appartenenti sia al regno vegetale che animale, sono spesso privi di una nota importanza nei vari ecosistemi sia naturali che antropizzati – spiega Stefano Benvenuti docente dell’Ateneo pisano e autore dello studio - i ragni granchio ne sono un chiaro esempio dal momento che essi sfuggono spesso alla vista degli osservatori risultando così trascurati nella valutazione della biodiversità di un determinato ecosistema”.
La presenza di questi predatori è dunque un indice della complessità di un ecosistema e la loro specifica funzione sembra quella di contenere la prolificità delle specie di fiori dominanti. La loro predazione degli impollinatori che visitano i fiori limita infatti il trasferimento del polline e la relativa formazione di seme lasciando così “spazi ecologici” alle specie meno abbondanti.
Ragno granchio che ha appena catturato un bombo appostato nelle vicinanze dei fiori
Teatro della sperimentazione sono state le cosiddette “wildflower strips”, strisce di fiori ai margini delle colture allestite al Centro di Ricerche Agro-Ambientali “Enrico Avanzi dell’Università di Pisa. Seguendo le suggestioni del famoso scienziato James Lovelock sull’autoregolazione dell’intera biosfera, è emerso che anche questi micro-ecosistemi funzionano con la stessa logica di Gaia secondo la quale tutta la biodiversità ha un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi. La creazione di queste “wildflower strips” ha così portato alla formazione di una piramide alimentare, costituita dai fiori selvatici alla base (produttori), dagli impollinatori al centro (consumatori) e dai ragni granchio all’apice (predatori).
Ragno granchio, mimetizzato con la parte centrale dell’infiorescenza, che ha appena catturato un dittero
“Dal momento che gli agroecosistemi sono notoriamente carenti di biodiversità – conclude Benvenuti - i ragni granchio sono quindi un valido indicatore della complessità biologica di un determinato ambiente, assumendo inoltre il ruolo ecologico di “custodi” della biodiversità. In pratica ogni organismo, anche se apparentemente insignificante, può avere un ruolo cruciale nel mantenimento della biodiversità e dell’equilibrio dinamico degli ecosistemi”.
Elezioni delle rappresentanze studentesche - biennio 2024-2026: risultati definitivi e eletti
Per informazioni rivolgersi al personale dell'Unità Elettorale e costituzione strutture universitarie
(mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel. 0502212378-350-221)
Donazione libraria Mirri: acquisiti in catalogo i circa 1500 volumi
Dopo l’attesa forzata degli anni di pandemia, la cospicua donazione libraria che il professore Mario Mirri ha lasciato alla Biblioteca di Filosofia e storia dell’Università di Pisa è finalmente disponibile. I circa 1500 volumi sono stati inseriti nel catalogo di Ateneo e del Sistema Bibliotecario Nazionale, grazie all’impegno prioritario dedicatogli dal personale bibliotecario.
Mario Mirri (1925-2018), allievo di Delio Cantimori e Armando Saitta, fondatore e ispiratore della cosiddetta ‘scuola pisana’, è stato uno degli storici più importanti del nostro paese. Ha insegnato Storia moderna all’Università di Pisa ed è stato tra i fondatori della rivista “Società e Storia”.
Nato a Cortona (Arezzo) nel 1925, Mirri è stato studioso di storia del Settecento, di storia degli Stati territoriali, di storia dell’agricoltura e di storia dell’istruzione agraria nell’Ottocento.
Cresciuto a Vicenza, fu membro attivo della Resistenza. Già da giovanissimo frequentava gli ambienti dell’antifascismo azionista e liberalsocialista vicentino, quello che poi avrebbe dato vita alla cosiddetta banda dei “piccoli maestri”. Nel romanzo di Luigi Meneghello, Mirri è citato come “Marietto”, ed era il più giovane di tutti. Laureatosi in filosofia a Padova, nel 1948 Mirri fu ammesso alla Scuola Normale di Pisa con una borsa di perfezionamento riservata agli ex partigiani. Fu allievo di Delio Cantimori e si perfezionò nel 1951 con una tesi su “Ceto dirigente e politica agraria nel Settecento in Toscana”, vincitrice del premio “Biblioteca di G. Feltrinelli” nel 1954.
Nel 1949 fu nominato assistente volontario alla cattedra di Storia moderna all’Università di Pisa; nel 1955 divenne assistente straordinario e contemporaneamente docente di Storia e Filosofia nella scuola secondaria superiore. Nel 1963 fu chiamato come professore incaricato di Storia del Risorgimento dalla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa e contemporaneamente vinse il concorso ad assistente ordinario presso la cattedra di Storia moderna. Nell 1967-68, dopo il trasferimento di Armando Saitta a Roma, Mario Mirri fu nominato professore ordinario di Storia moderna a Pisa e dall’anno accademico 1987-88 fino al pensionamento nel 1995 ha ricoperto la cattedra di Storia della storiografia.
Il professor Mirri è stato protagonista di una stagione di profondo rinnovamento della storiografia sull’agricoltura e lo sviluppo capitalistico, fondando quella che poi è stata chiamata “la scuola pisana”, ovvero una generazione di storici che ha affrontato tematiche innovative per l’epoca come la demografia, la storia economica, quella della cultura materiale. Nella sua lunga carriera di storico, Mirri è stato autore di saggi importantissimi sulle riforme settecentesche, sull’agricoltura, sull’istruzione agraria e, negli ultimi anni, ha offerto originali riletture della stessa Resistenza. Per suo impulso e impegno, è nato proprio a Pisa prima un Istituto di Storia medievale, moderna e contemporanea e poi un dipartimento di Storia, e infine un corso di laurea in Storia, attivato a livello nazionale. Un altro settore che Mirri ha molto curato è stato quello del Dottorato di ricerca in Storia, istituito nel 1983, di cui è stato per molti anni coordinatore.
Mario Mirri è stato insignito dell’Ordine del Cherubino nel 1979 e nominato emerito nel 1995-1996.
“Gli anni ’80 in 80 scatti”, apre una nuova mostra al Museo della Grafica
Venerdì 23 settembre alle 11, nel Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi (Lungarno Galileo Galilei, 9) si inaugura la mostra “Gli anni ’80 in 80 scatti”, una raccolta di 20 stampe fotografiche realizzate dall’artista e sinologo Andrea Cavazzuti, oltre a 60 fotografie digitalizzate (diapositive) rintracciate negli album delle famiglie emigrate dalla Cina in Italia negli anni ’80. Nata da un’idea dell’associazione EOE (EstOvestEst), la mostra è patrocinata dal Comune di Pisa e dall’Istituto Confucio di Pisa, partner principale di EOE, con il supporto anche di IMAGO e ACSI. Intervengono all'inaugurazione, Paolo Pesciatini, assessore al turismo e commercio Comune di Pisa, Alessandro Tosi, direttore del Museo della Grafica, Wang Yunlin, direttrice dell'Istituto Confucio Pisa, Elisa Debernardi, presidente associazione EOE, Cristian Biasci, vicepresidente associazione EOE.
L’esposizione sarà aperta al pubblico da venerdì 23 settembre a lunedì 10 ottobre 2022, visitabile tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 19:00 escluso il lunedì.
In occasione della mostra, venerdì 30 settembre è previsto un dibattito per raccontare la Cina di quegli anni e il modo in cui iniziavano ad affacciarsi al contesto italiano le prime famiglie cinesi, il loro processo di integrazione e le prime relazioni. Oltre all’artista Andrea Cavazzuti, all’incontro parteciperanno Barbara Pasquale, documentarista e video editor; Carlo Laurenti, scrittore e traduttore; Zhi An, professore e scrittore collegato direttamente dalla Cina via streaming.
SULLA MOSTRA
La raffinata ricerca di Andrea Cavazzuti che si presenta con stampe in bianco e nero di fotografie realizzate in quegli anni, contrasta con le foto proposte in video, riprese dagli album di famiglia, foto a colori che mantengono il sapore delle stampe comuni che ognuno di noi conserva tra i propri ricordi, e costituiscono uno spunto di riflessione su un periodo della nostra storia recente che, se ben vista con sguardi molto diversi, sottolinea una lontananza che oggi appare quasi dimenticata. Così spiega il suo rapporto con la Cina il fotografo Andrea Cavazzuti in un’intervista di Olivo Barbieri “…allenato com’ero a cercare oltre gli stereotipi anche in patria, fotografavo una Cina non vista e, quel che è peggio, nemmeno immaginata, quindi invisibile. Le cose già viste soddisfano, consolano, hanno a che fare con la memoria, mentre il non visto è secco, scostante, refrattario, a volte antipatico. La Cina mi si presentava come uno straordinario bazar di oggetti, scene e comportamenti non omologati tra i nostri cliché culturali. Per me era irresistibile: gli oggetti in vista, la totale mancanza di privacy, le attività umane messe in scena su un palcoscenico sempre aperto, il paradiso del fotografo”. E conclude “Non è possibile immaginare cosa sarà la Cina domani senza considerare cosa sia stata fino a ieri. E’ l’ultima frontiera di espansione della civiltà globale per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. È l’ultimo e definitivo confronto di civiltà. Dopo la Cina, saremo al bivio. Mi illudo e spero, con questa mia scelta di vita, di aver dato a me stesso e ai miei figli almeno la possibilità, una volta giunti al bivio, di saper leggere i segnali stradali”.
CENNI BIOGRAFICI SU ANDREA CAVAZZUTI
Andrea Cavazzuti (Milano, 1959) è artista, fotografo, video e film maker e sinologo. Laureato in lingua e letteratura cinese presso Ca’ Foscari di Venezia. Nei primi anni ottanta si reca in Cina a Nanchino nel 1981 e poi a Shanghai nel 1982 per studiare per due anni alla Fudan University, esperienza che stabilì il suo legame indissolubile con la Cina. Inizia a fotografare negli anni settanta. Negli anni novanta si dedica a video e film. Il suo lavoro tratta diversi aspetti dell’arte e della società. Ha realizzato e partecipato a numerose produzioni, sia televisive che cinematografiche, poi distribuite da RAI, ARTÈ, SRF, ABC e Sky TV, nonché proiettate in cinema e istituzioni culturali internazionali. Il suo lavoro è stato esposto in Musei quali, Triennale di Milano, Italia; Guangdong Museum of Art, Guangzhou, Cina; Museo Marco, Vigo, Spagna; Working People’s Cultural Palace, Pechino e Changjiang Museum, Taiyuan, Cina; MAXXI, Roma, Italia; Carnegie Hall, New York, Stati Uniti; Museo Ferroviario di Pietrarsa, Napoli, Italia.