Corso di elettrificazione dei veicoli: consegnati i diplomi ai dipendenti Vitesco
Fornire le competenze chiave per affrontare le sfide del futuro sulla mobilità smart e sostenibile, riconvertedo la produzione dell’azienda verso l’elettrificazione dei veicoli. Queste le finalità del corso di perfezionamento in “Automotive Electronics and Powertrain Electrification” che da febbraio a dicembre 2020 ha coinvolto 100 dipendenti delle sedi di S. Piero a Grado e Fauglia di Vitesco Technologies.
Giovedì 8 luglio la consegna ufficiale dei diplomi, con una cerimonia che si è svolta nel giardino del Polo Tecnologico di Navacchio. Presenti il Rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella, l’assessora al lavoro, alla formazione, all'università e alla ricerca della Regione Toscana Alessandra Nardini e il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo. Per il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione il direttore Andrea Caiti, il responsabile del corso di perfezionamento Sergio Saponara e il coordinatore dei laboratori Crosslab per l’Industria 4.0 Giuseppe Anastasi. Con loro, rappresentanti di Vitesco e Unione Industriali Pisa.
La cerimonia di conferimento è stata preceduta da una visita del rettore e del presidente del Consiglio Regionale ai laboratori Crosslab, un centro di eccellenza per il trasferimento tecnologico della ricerca di avanguardia su industria 4.0, che vede la stretta collaborazione tra scienziati e imprese.
“I nostri docenti hanno trasmesso conoscenze chiave per lo sviluppo della componentistica di auto ibride ed elettriche – spiega Andrea Caiti, direttore del DII – per quasi 500 ore di lezioni e laboratori, in modo tale che gli stabilimenti pisani di Vitesco abbiano la possibilità di innovare e quindi rimanere strategici, con una ricaduta importante sul tessuto produttivo e sociale del territorio”.
"Con la cerimonia di oggi si chiude un percorso di formazione molto importante per il nostro territorio - commenta il rettore, Paolo Mancarella - Esempio virtuoso di quella collaborazione tra istituzioni, aziende e Università che qui a Pisa è ormai una tradizione. In un momento così delicato come quello che stiamo vivendo è, d’altronde, fondamentale mettere in campo ogni energia positiva utile al rilancio del nostro Paese e della nostra economia. E questo è lo spirito con cui è nato il corso di perfezionamento in “Automotive Electronics and Powertrain Electrification”, figlio della preziosa sinergia che negli anni si è consolidata tra il nostro Ateneo, l’Unione Industriali e la Regione Toscana".
Il corso di perfezionamento è stato cofinanziato dalla Regione Toscana tramite voucher formativi. “Un segnale importante per il nostro territorio e per il tessuto produttivo toscano – afferma l’assessora regionale al lavoro, alla formazione, all'università e alla ricerca Alessandra Nardini - La Regione sostiene i percorsi di formazione e aggiornamento delle competenze di lavoratrici e lavoratori, in questo caso dipendenti della Vitesco, dando loro gli strumenti per affrontare la transizione che questo settore sta vivendo e vivrà. L'obiettivo principale è quello di garantire stabilità ad un insediamento industriale fondamentale per l’occupazione e lo sviluppo di quest'area. Voglio sottolineare quanto sia stata fondamentale e assolutamente preziosa la sinergia tra Università, Regione e mondo dell'impresa. Da parte nostra continueremo a dare il massimo contributo sia per affrontare le sfide del futuro sulla mobilità smart e sostenibile che per sostenere la permanenza di siti come questi sul nostro territorio."
“Fare innovazione e anticipare il futuro è possibile – aggiunge il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo - E la collaborazione tra la Vitesco Technologies del gruppo Continental, la Regione Toscana, l’Unione Industriali di Pisa e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa ne è la migliore dimostrazione. Con questo accordo non solo salviamo dei post di lavoro, non solo andiamo verso una produzione di motori elettrici innovativi e rispettosi dell'ambiente, ma inauguriamo una buona pratica importante: formare i lavoratori per salvare i posti di lavoro, la produzione e soprattutto rendere innovativa e attrattivo per altri investitori un territorio. Qui abbiamo la prova che la riconversione ecologica del sistema produttivo non solo è auspicabile, ma che , unendo le qualità dell’investitore privato con le qualità delle istituzioni pubbliche, è anche la leva più produttiva da azionare per realizzare veramente un futuro di crescita attenta alla qualità della vita sia dal punto di vista ambientale che sociale”.
“Guardiamo con ottimismo al futuro accettando la sfida della trasformazione - conclude il direttore di stabilimento Vitesco Riccardo Toncelli – Con il programma di qualificazione di Vitesco Technologies possiamo valorizzare i nostri punti di forza, come le competenze e la passione che questo stabilimento ha sempre espresso".
Incarico nell’ambito dell’attività di Placement del dip.di Scienze Politiche: “Supporto alle attività di Placement e orientamento in uscita/avvicinamento al mondo del lavoro; il monitoraggio dei tirocini svolti dagli studenti ai Cdl magistrale”
La lingua inglese per la ricerca: si è concluso per 300 dottorandi Unipi il corso organizzato dal CLI
Con un’edizione “a distanza” che ha coinvolto più di 300 partecipanti, si è concluso il ciclo di lezioni di “English for Research Publication and Presentation Purposes for PhDs, il corso organizzato dal CLI, il Centro Linguistico d’Ateneo, e tenuto da Joanne Spataro e Andrea Schiffer, che ha la finalità di dare una preparazione linguistica scientificamente alta a tutti i dottorandi del primo anno dell’Università di Pisa. Il corso – fortemente voluto dall’Ateneo pisano – dà la possibilità agli allievi dei programmi di PhD di acquisire strumenti e competenze linguistiche che, unite alla loro ottima preparazione scientifica, li aiuteranno ad affermarsi nel mondo della ricerca, lavorando in team internazionali e potendo condividere i risultati dei loro studi e le loro scoperte con il pubblico più ampio.
“I dottorandi sono stati suddivisi in 10 corsi della durata di 30 ore, 7 tenuti da Joanne Spataro e 3 da Andrea Schiffer, per un totale di circa 300 studenti – racconta la professoressa Silvia Bruti, direttrice del CLI – La percentuale di frequenza è stata molto alta, con soltanto 2 studenti al di sotto dell’80% per la partecipazione alle attività, mentre la totalità ha conseguito il profitto previsto. Siamo molto soddisfatti della riuscita di questa iniziativa”.
L’offerta formativa proposta dal CLI non è finalizzata solamente all’acquisizione delle abilità linguistiche necessarie per la scrittura, la pubblicazione di articoli scientifici in lingua inglese e la partecipazione a convegni, seminari e workshops internazionali. La particolarità del corso è infatti quella di fornire anche “soft skills”, competenze trasversali alla pura conoscenza della lingua inglese, grazie alle quali i ragazzi imparano a lavorare in team, a sviluppare pensiero critico, capacità sociali e creatività, confrontandosi costantemente con dottorandi del proprio settore scientifico e con quelli appartenenti ad altri ambiti disciplinari.
Accompagnati dalla dottoressa Joanne Spataro e dalla dottoressa Andrea Schiffer, i dottorandi imparano a scrivere il loro primo abstract, a confrontarsi con la peer-reviewing e a fare una presentazione dei loro argomenti di ricerca, in cui devono tener conto non solo della chiarezza nell’esposizione, dell’efficacia delle slide, ma anche di postura, gestualità e capacità di coinvolgimento del pubblico insieme alle tecniche di comunicazione online.
“È nostra convinzione che la partecipazione altamente interattiva e coinvolgente del corso sia il valore aggiunto di cui abbiano bisogno i nostri dottorandi provenienti da vari parti del mondo e dell’Italia – commenta Joanne Spataro – Nei nostri corsi imparano ad approcciare il mondo della ricerca scientifica, diventando membri di una comunità accademica internazionale e interculturale. Nonostante l’emergenza Covid ci abbia costretto a svolgere i corsi interamente online, abbiamo constatato che la modalità remota abbia addirittura facilitato e migliorato la frequenza dei corsi soprattutto di quei dottorandi stranieri e dei dottorandi fuori sede. Il corso ERPP si conferma anche quest’anno come percorso formativo alquanto unico (l’Università di Pisa sembra essere l’unico ateneo a livello nazionale a offrire questa formazione a tutti i dottorandi del primo anno), valido (si pone come modello di formazione anche a livello internazionale) e singolare per consentire ai nostri dottorandi di sviluppare quelle competenze specifiche che permetteranno loro di confrontarsi con la comunità accademica internazionale”. Le stesse parole sono state condivise da Andrea Schiffer, molto contenta di far parte di questo progetto ambizioso e stimolante.
Per fare qualche esempio del lavoro compiuto dai dottorandi riportiamo l’esperienza di alcuni di loro.
“Frequentare il corso “English for Research Purposes” è stato davvero utile e piacevole – racconta Clara Grassi, allieva del corso di dottorato in Matematica – Durante le lezioni ho ottenuto indicazioni precise sia per la scrittura di articoli, sia per la preparazione di presentazioni. In particolare, ho trovato molto utili le tecniche di sintesi per rendere un abstract breve e allo stesso tempo chiaro. Inoltre, ho apprezzato la possibilità di applicare personalmente tutte le lezioni teoriche, ricevendo indicazioni dirette su come migliorare. Infine, il corso è stato un vero luogo d’incontro che mi ha permesso di conoscere dottorandi di diversi corsi di studio e di condividere la passione che tutti abbiamo per la ricerca”.
“Trovo che il corso sia stato molto utile e interessante – aggiunge Laura Bussi, allieva del corso di dottorato in Informatica – Imparando l’inglese in semi-autonomia, si finisce quasi sempre per avere delle lacune; il corso mi ha aiutata a colmarne alcune e a capire, d’altra parte, come gestire la scrittura di un articolo scientifico. Anche la parte relativa alla presentazione mi ha dato molti spunti: sulle cattive abitudini da evitare, su come mantenere alta l’attenzione (cosa ancor più importante in questo momento storico!) e su come gestire ritmo e tono di voce. Non è stato solo un corso di inglese, quindi, ma in generale un arricchimento delle competenze richieste a un ricercatore. Infine, la nostra insegnante, Joanne, è stata eccezionale nel coinvolgerci, nello scherzare con noi e nel farci sentire un gruppo. In un periodo in cui si moltiplicano gli impegni online, il rischio che il corso diventasse solo “un’altra serie di seminari da seguire” era molto alto, ma la capacità di coinvolgere e l’entusiasmo di Joanne lo hanno reso un appuntamento che aspettavamo di settimana in settimana. In un primo anno che non è stato certamente facile, ci ha fatti sentire davvero vicini e partecipi”.
“Il corso “English for Research Purposes” mi ha dato l’opportunità di acquisire il processo di scrittura di un articolo scientifico e anche come fare una presentazione di successo nell’ambito di una conferenza – aggiunge Mohammad Babaeifar, allievo del corso di dottorato in Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni – Durante le lezioni ho imparato come organizzare i contenuti e definire i problemi, descrivere le tecniche, dimostrare e riassumere i risultati, rendendo così il mio articolo attraente per i lettori. Mi è piaciuta molto l'atmosfera amichevole e positiva della classe. Indubbiamente, questo deriva dai metodi pratici di insegnamento della nostra insegnante e dalla passione che tutti hanno espresso per l'apprendimento in classe”.
"Sono un medico specializzato in Oncologia Medica e il mio campo di ricerca è lo studio delle resistenze dei tumori polmonari ai nuovi trattamenti immunoterapici - conclude Andrea Sbrana, dottorando in Fisiopatologia Clinica presso il Dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica - Ho trovato in questo corso uno slancio a far sì che il mio progetto di ricerca possa essere eccellente. L’aiuto che la professoressa Spataro ci ha dato è stato grandissimo: ci ha permesso di rendere il nostro inglese fluente, grammaticalmente sempre più corretto e simile a quello usato da persone madrelingua, ma soprattutto adatto a far sì che possiamo esporre i nostri progetti di ricerca e condividerli con la comunità scientifica intera. Il corso ERP ha aggiunto un tassello fondamentale e strutturale al percorso dei dottorandi dell’Università di Pisa. Alla professoressa Spataro, sempre eccellente e brillante nel suo lavoro, e a tutti coloro che rendono possibile questo percorso il mio più sentito grazie per permetterci di fare un percorso di ricerca caratterizzato da stimolo all’eccellenza, incoraggiamento all’elevata qualità e invito alla condivisione internazionale".
Ecco le piante “acchiappa plastica” a difesa delle coste
C’è una barriera verde che protegge le coste. Piante come lo sparto pungente o la gramigna delle spiagge sono fra i migliori difensori contro l’invasione di plastica. La loro conformazione e le radici molto ramificate agiscono infatti come vere e proprie “trappole” per limitare la dispersione dei rifiuti. La conferma del ruolo fondamentale svolto dalla vegetazione dei sistemi dunali arriva da uno studio pubblicato su Marine Pollution Bulletin e condotto da un team dell’Università di Pisa sul litorale da Viareggio a Calambrone nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli.
Alessio Mo, Marco D’Antraccoli, Gianni Bedini e Daniela Ciccarelli sono partiti da un censimento dei rifiuti marini. Tre le spiagge che hanno preso in esame: Calambrone, Lecciona e Bufalina, la prima a sud della foce del fiume Arno e le ultime due a nord, siti in cui si depositano maggiormente i detriti a causa delle correnti.
Rifiuti spiaggiati, Alessio Mo sul campo mentre rccoglie e cataloga i rifiuti sulla spiaggia
La maggior parte del materiale che hanno rilevato (85%) era costituita da plastiche di natura polimerica, quindi carta e cartone (3,6%) e legno lavorato (3,1%). In particolare, per quanto riguarda la plastica si trattava soprattutto di frammenti di piccole e medie dimensioni, resti di spugne domestiche, pacchetti di patatine, involucri di dolci e mozziconi e filtri di sigaretta, ma anche vasi in plastica e sacchetti per mangimi o fertilizzanti associati alle attività agricole.
“Il problema dei rifiuti costieri è di grande attualità e il legame con la vegetazione è ancora poco studiato interne - spiega Daniela Ciccarelli – Quando infatti le dune costiere sono erose o prive di una consistente copertura vegetale i rifiuti possono raggiungere anche le aree più. Questa situazione merita una grande attenzione specie se pensiamo che il Mar Mediterraneo è stato identificato come una delle aree più inquinate del mondo, anche perché è un bacino semichiuso con coste interne densamente popolate”.
Il lavoro pubblicato su Marine Pollution Bulletin è il risultato della tesi di laurea magistrale in Biologia marina di Alessio Mo che attualmente si occupa di vegetazione costiera. Marco D’Antraccoli è curatore dell’Orto e Museo Botanico di Ateneo. Daniela Ciccarelli e Gianni Bedini del Dipartimento di Biologia si occupano da diversi anni di vegetazione dei sistemi dunali costieri in ambiente Mediterraneo sia dal punto di vista della conservazione che della gestione.
Il Cus Pisa Basket vince i play-off e vola in C Gold
Con la vittoria in gara 4 di finale play-off contro Leonardo Servizi Dany Quarrata (battuto 64-54), il Gas and Heat Cus Pisa Basket conquista una storica promozione in serie C Gold.
Una vittoria, quella della formazione guidata da coach Walter Angiolini, che arriva al termine di una trionfale cavalcata in un campionato dominato dalla forza di un gruppo di giocatori pisani che, accomunati dagli studi universitari e dalla passione per la pallacanestro, due anni fa ha deciso di ritrovarsi e di gettare le basi a un progetto, subito sostenuto dal Cus Pisa e dal presidente Stefano Pagliara, di crescita e sviluppo che ha permesso alla squadra del Cherubino di ottenere il doppio salto di categoria, dalla serie D alla C Gold.
Un risultato che per la formazione universitaria mancava da decenni, raggiunto grazie al talento, ma soprattutto all'impegno e al sacrificio di un gruppo (giocatori, staff tecnico e dirigenti) che ha affrontato con la massima professionalità, serietà e dedizione un percorso che ha permesso al basket universitario e a quello pisano di approdare nuovamente in una prestigiosa categoria.
(Fonte: Ufficio Stampa e comunicazione CUS).
Ecco le piante “acchiappa plastica” a difesa delle coste
C’è una barriera verde che protegge le coste. Piante come lo sparto pungente o la gramigna delle spiagge sono fra i migliori difensori contro l’invasione di plastica. La loro conformazione e le radici molto ramificate agiscono infatti come vere e proprie “trappole” per limitare la dispersione dei rifiuti. La conferma del ruolo fondamentale svolto dalla vegetazione dei sistemi dunali arriva da uno studio pubblicato su Marine Pollution Bulletin e condotto da un team dell’Università di Pisa sul litorale da Viareggio a Calambrone nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli.
Alessio Mo, Marco D’Antraccoli, Gianni Bedini e Daniela Ciccarelli sono partiti da un censimento dei rifiuti marini. Tre le spiagge che hanno preso in esame: Calambrone, Lecciona e Bufalina, la prima a sud della foce del fiume Arno e le ultime due a nord, siti in cui si depositano maggiormente i detriti a causa delle correnti.
Rifiuti spiaggiati, Alessio Mo sul campo mentre rccoglie e cataloga i rifiuti sulla spiaggia
La maggior parte del materiale che hanno rilevato (85%) era costituita da plastiche di natura polimerica, quindi carta e cartone (3,6%) e legno lavorato (3,1%). In particolare, per quanto riguarda la plastica si trattava soprattutto di frammenti di piccole e medie dimensioni, resti di spugne domestiche, pacchetti di patatine, involucri di dolci e mozziconi e filtri di sigaretta, ma anche vasi in plastica e sacchetti per mangimi o fertilizzanti associati alle attività agricole.
“Il problema dei rifiuti costieri è di grande attualità e il legame con la vegetazione è ancora poco studiato interne - spiega Daniela Ciccarelli – Quando infatti le dune costiere sono erose o prive di una consistente copertura vegetale i rifiuti possono raggiungere anche le aree più. Questa situazione merita una grande attenzione specie se pensiamo che il Mar Mediterraneo è stato identificato come una delle aree più inquinate del mondo, anche perché è un bacino semichiuso con coste interne densamente popolate”.
Il lavoro pubblicato su Marine Pollution Bulletin è il risultato della tesi di laurea magistrale in Biologia marina di Alessio Mo che attualmente si occupa di vegetazione costiera. Marco D’Antraccoli è curatore dell’Orto e Museo Botanico di Ateneo. Daniela Ciccarelli e Gianni Bedini del Dipartimento di Biologia si occupano da diversi anni di vegetazione dei sistemi dunali costieri in ambiente Mediterraneo sia dal punto di vista della conservazione che della gestione.
borsa di ricerca dal titolo “Attività di monitoraggio fitosanitario e relativa diagnosi di laboratorio dei principali patogeni sul territorio nazionale"
Borsa di studio e approfondimento trimestrale dal titolo “Esperimenti e analisi dati su optomeccanica di cavità con nano-membrana attiva”
Avviso di fabbisogno interno per un incarico per il seguente progetto “Progettazione degli impianti nucleari”
Ingresso e campo di hockey: inaugurate le nuove strutture del Cus Pisa
Un nuovo ingresso, per rendere più agevole il flusso di utenti, e un nuovo manto per il campo da hockey per ospitare incontri ed eventi internazionali. Il rettore dell'Università di Pisa Paolo Mancarella, insieme al professor Marco Gesi, prorettore dell'Università di Pisa con delega alle attività sportive, al presidente del Cus Pisa Stefano Pagliara, al vicepresidente del Cus Pisa Giuliano Pizzanelli, all'assessore Massimo Dringoli e all'ex commissario straordinario del Cus Pisa Marco Treggi, ha inaugurato le nuove strutture che arricchiscono e ammodernano gli impianti di via Chiarugi.
Si tratta del nuovo ingresso illuminato, che permette di facilitare l'accesso alla cittadella sportiva universitaria, e il nuovo manto del campo di hockey, uno dei pochi in Italia a vantare tutte le certificazioni necessarie per ospitare eventi sportivi di livello internazionale. I primi di una serie di interventi strutturali che entro il 2023 permetteranno di rinnovare e ammodernare ulteriormente la cittadella sportiva e di dotarla di nuovi impianti anche per l'introduzione di nuove discipline sportive. Tra questi, due campi da paddle e due da tennis in terra battuta.
La cerimonia di inaugurazione si è svolta al termine di “Return to play” il torneo misto calcio a 5 e green volley, accompagnato dalle esibizioni e dalle dimostrazioni del Cus Junior, il settore polidisciplinare rivolto ai più piccoli, che ha “celebrato” il pieno ritorno all'attività sportiva. Al termine dell'iniziativa, il Cus Pisa ha omaggiato con premi e riconoscimenti le squadre vincitrici del torneo, la formazione del Cus Pisa Basket che ha ottenuto la promozione in serie C Gold, la squadra di calcio a 5 femminile, neopromossa in serie A2, e Anna Bongiorni, la velocista cussina che ha recentemente vinto con la casacca del gruppo sportivo dei carabinieri il titolo italiano nei 100 metri stabilendo il suo record personale. (Fonte: Ufficio stampa CUS Pisa).