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Comunicati stampa

Nuovi Bus PisaFino al 31 luglio 2024 le studentesse e gli studenti iscritti all'Università di Pisa potranno acquistare gli abbonamenti urbani dell’autobus a tariffe agevolate. Comune di Pisa, Azienda Regionale per il Diritto allo Studio, Università di Pisa e Autolinee Toscane Spa hanno, infatti, rinnovato in questi giorni lo schema di convenzione che prevede, per l'abbonamento mensile ordinario per la tratta urbana - che normalmente costa 35 euro -, un prezzo di acquisto agevolato di 16 euro per gli studenti con un ISEE inferiore ai 36.151,28 euro, e di 22 euro per coloro che, invece, hanno un ISEE superiore 36.151,28 euro.

Per godere dell’agevolazione ciascun studente dovrà accedere al sito internet www-at-bus.it e registrarsi nella sezione “Acquista” (shop.at-bus.it) richiedendo l’agevolazione “Studente”. Gli Studenti in possesso di reddito familiare ISEE inferiore ad 36.151,98 euro dovranno richiedere l’agevolazione “Studente ISEE” (o “Ordinario ISEE” se superiore a 26 anni) caricando il proprio tagliando ISEE TPL. Una volta registrato, lo studente potrà acquistare tramite sito web il titolo, usufruendo delle tariffe agevolate previste dalla convenzione. Le agevolazioni si applicano anche agli studenti universitari, dottorandi, specializzandi, perfezionandi e visiting students di età uguale o superiore a 26 anni.

“Il rinnovo della convenzione – commenta il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi - rappresenta un passo ulteriore nell'impegno continuo dell'Università di Pisa nel migliorare l'esperienza degli studenti e favorire l'accessibilità ai servizi che contribuiscono al loro percorso accademico. Grazie a questa convenzione, gli studenti potranno continuare a usufruire di abbonamenti e tariffe agevolate che rendono il trasporto pubblico una scelta conveniente ed ecologica per spostarsi in tutta la città. Questo non solo ridurrà il peso finanziario sugli studenti, ma contribuirà anche alla riduzione dell'impatto ambientale attraverso la promozione dell'uso dei mezzi pubblici. Ringraziamo ARDSU, Comune di Pisa e Autolinee Toscane SpA per la collaborazione e la volontà di sostenere gli studenti nell'ottenere un accesso agevolato al trasporto. Insieme, stiamo costruendo un ambiente in cui lo studio e la ricerca si combinano con la sostenibilità e la responsabilità sociale”.

“Si tratta di un importante accordo – dichiara il sindaco di Pisa, Michele Conti – che anche per quest’anno siamo riusciti a portare a termine, grazie alla ottima collaborazione interistituzionale tra Comune, Università, Diritto allo Studio e Autolinee Toscane. L’Amministrazione Comunale sta facendo la propria parte fino in fondo per promuovere la fruizione di mezzi di trasporto pubblico locale e garantire adeguati servizi alla popolazione studentesca presente a Pisa. In una città dove risiedono circa 50mila studenti universitari, l’impegno per garantire abbonamenti per gli studenti a tariffe agevolate rappresenta una priorità su cui la nostra Amministrazione sta investendo per portare avanti azioni concrete di promozione della mobilità sostenibile. Riteniamo fondamentale lavorare in sinergia con le altre istituzioni e aziende cittadine per portare avanti un’azione coordinata nella gestione dei flussi di mobilità urbani, che impattano in maniera evidente sia sulla qualità della vita dei cittadini e degli studenti, che sulla sostenibilità ambientale complessiva della nostra città”.

“L'Azienda DSU Toscana ha agito tempestivamente per procrastinare la convenzione con Ateneo pisano, Comune di Pisa e Autolinee Toscane SpA - afferma il presidente ARDSU, Marco Del Medico - destinando cospicue risorse alle agevolazioni per il trasporto pubblico per gli studenti universitari che permetterà di mantenere contenuto il prezzo degli abbonamenti, incentivandone l'acquisto e favorendo una maggiore integrazione con il tessuto cittadino degli universitari ed una cultura dell'utilizzo del mezzo di trasporto pubblico in alternativa a quello privato per la riduzione del traffico cittadino”.

“L’Amministrazione comunale – aggiunge l’assessore con delega ai rapporti con l’Università, Frida Scarpa - con il rinnovo di questa convenzione vuole dare un segnale forte di grande sinergia con le altre istituzioni universitarie, finalizzata a diffondere all’interno della popolazione studentesca la cultura dell’utilizzo del mezzo di trasporto pubblico in alternativa a quello privato, contribuendo alla riduzione del traffico cittadino. Un impegno che stiamo portando avanti nei sistematici rapporti con l’Università di Pisa per condividere politiche per gli studenti che propongano un modello positivo di integrazione tra città e popolazione studentesca. Per questo il Comune ha trovato nuove risorse, in questo caso 24mila euro, per contribuire alle spese che andranno a coprire il costo agevolato degli abbonamenti”.

A fronte dell’agevolazione tariffaria agli studenti universitari, il Comune di Pisa, l’Università di Pisa e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio corrisponderanno ad Autolinee Toscana Spa, a titolo di mancati ricavi, per ciascun abbonamento acquistato dagli studenti, la differenza fra il valore nominale dell’abbonamento mensile (ordinario o ISEE) e il prezzo pagato dagli studenti, fino ad un massimo di 138.565 euro (oltre IVA).

Mensilmente Autolinee Toscane Spa riepilogherà infatti il totale dei titoli venduti, emettendo fattura nei confronti dei tre enti sulla base del numero di abbonamenti acquistati dagli studenti e addebitando ad ognuno il mancato ricavo con la seguente proporzione: Università di Pisa 42,5%; Azienda Regionale per il Diritto allo Studio 42,5%; Comune di Pisa 15%.

Link della Regione Toscana  per ottenere l’agevolazione ISEE -> https://servizi.toscana.it/tpl/isee-fe/

Cambio di passo per il mondo dell’editoria universitaria accessibile che a Pisa, in occasione dei recenti Stati Generali, ha definito quelli che sono stati chiamati “Gli impegni di P.I.S.A.: Percorsi Inclusivi e Servizi Accessibili”. Una tappa importantissima, che si aggiunge e segue il Trattato di Marrakech e l'European Accessibility Act, aprendo di fatto la strada per la futura definizione di un protocollo nazionale, che vedrà gli atenei italiani e il Governo lavorare in sinergia con gli editori.

“La necessità di lavorare in rete per favorire l’accesso alla cultura e agli studi universitari per tutti gli studenti e per tutte le studentesse con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento è emersa in modo chiaro da tutti gli interventi e dalla tavola rotonda che ha concluso gli Stati Generali dell’editoria universitaria accessibile del 7 luglio scorso, organizzati a Pisa dalla Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità (CNUDD), ha commentato Maurizio Messina, presidente del Gruppo Accademico Professionale AIE Associazione Italiana Editori. L’esperienza di Fondazione LIA, nata dalla collaborazione di AIE E UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) e riconosciuta come caso di eccellenza nel campo dell’accessibilità editoriale a livello internazionale, è un esempio di come lavorando insieme con obiettivi comuni si possano raggiungere risultati importanti. L’auspicio è che Gli impegni di P.I.S.A possano rappresentare la base per un futuro che, grazie alla condivisione ed al confronto fra tutti gli attori coinvolti, veda risolti i problemi attuali, grazie alla messa a punto di un progetto organico che superi l’attuale mancanza di coordinamento e renda più efficiente l’intero sistema”.

“Con Gli impegni di P.I.S.A, si avvicina sempre di più l’obiettivo di garantire a tutti l’accesso alla conoscenza e all’alta formazione, rispettando i traguardi temporali definiti a livello europeo nonché le linee tracciate da ANVUR attraverso il nuovo modello di accreditamento degli Atenei AVA3”, ha sottolineato il professor Luca Fanucci, Delegato all’inclusione degli studenti e del personale con disabilità e DSA dell’Università di Pisa e coordinatore del convegno. “La strada da compiere è, però, ancora lunga – aggiunge Fanucci - e la sfida è quella di mettere a disposizione della popolazione universitaria (e non solo) prodotti editoriali di natura digitale, inclusivi e accessibili, creando un sistema strutturato efficiente ed efficace”.

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Una sfida che, da tempo, vede proprio l’Università di Pisa e la sua casa editrice, la Pisa University Press, in prima linea, con un progetto di accessibilità inaugurato dall’edizione digitale, certificata dalla Fondazione LIA, della Costituzione Italiana, curata e commentata dai professori Roberto Romboli e Saulle Panizza, a cui presto si aggiungeranno altri titoli.

Un traguardo, quello raggiungo dalla Pisa University Press, che diventa esigenza imprescindibile rispetto ai numeri dell’ateneo pisano, frutto di una nuova consapevolezza diffusa tra gli studenti e il corpo docente. Nell’Università di Pisa sono, infatti, 1.866 gli studenti con certificazione di disabilità e 553 quelli con certificazione Disturbi Specifici per l’Apprendimento.

Al convegno del 7 luglio scorso, dal titolo “AVA3 e le nuove sfide per l’inclusione didattica: il ruolo dell’editoria universitaria accessibile”, promossa dalla CNUDD in collaborazione con il Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura dell’Università di Pisa-CIDIC, sono intervenuti: Riccardo Zucchi, Rettore dell’Università di Pisa; Claudio Pettinari, Rappresentante CRUI; Alberto Arenghi, Presidente CNUDD; Fabio Ferrucci, Delegato del Rettore alla Disabilità, Università degli Studi del Molise; Mario Barbuto, Presidente Fondazione LIA e UICI; Cristina Mussinelli, Segretario Generale Fondazione LIA; Maurizio Messina, Presidente Gruppo Accademico Professionale AIE (Associazione Italiana Editori); Claudia Napolitano, Presidente Associazione “Coordinamento University Press Italiane” e responsabile di Pisa University Press; Paola Passarelli, Direttore Generale Biblioteche e diritto d’autore.

Dall’intelligenza artificiale alla realtà aumentata per un’esperienza formativa senza precedenti. Sono tante le novità tecnologiche che accoglieranno gli iscritti all’Università di Pisa a partire dal prossimo anno accademico e che vanno ad arricchire la già ampia offerta digitale dell’ateneo pisano.

“A partire dall’anno accademico 2023/24 – spiega il professor Antonio Cisternino, presidente del Sistema Informatico di Ateneo - saranno messi a disposizione delle studentesse e degli studenti strumenti interattivi per visualizzare, durante la lezione in aula, contenuti digitali come modelli 3D interattivi, simulazioni, immagini e animazioni”.

“In alcuni casi, questo avverrà con l’ausilio di sistemi di realtà aumentata, così da arricchire l’esperienza formativa andando oltre la tradizionale lezione cattedratica e consentendo l’interazione con il materiale digitale – prosegue Cisternino - Grazie al sistema Signs, messo a punto dal nostro Ateneo, tutti questi contenuti saranno accessibili semplicemente scansionando un codice QR che ragazze e ragazzi troveranno sulle oltre 30.000 sedute dell’Ateneo”.

"Nei nostri servizi, inoltre, abbiamo già introdotto l’uso dell’intelligenza artificiale generativa – conclude i presidente del SIA – E molto presto gli studenti potranno interagire con chatbot per ricevere informazioni pratiche e personalizzate su tutto quello che riguarda il funzionamento del nostro Ateneo e indicazioni di primo orientamento sulla carriera universitaria".

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Novità, quelle anticipate dal professor Cisternino che si aggiungono ai tanti servizi digitali già attivi da tempo e modellati sulle esigenze degli studenti, così da agevolarli nelle operazioni di programmazione della propria carriera

Servizi oggi accessibili attraverso la piattaforma Agenda Didattica che, sempre di più, si sta configurando come un vero e proprio “assistente digitale” per chi studia a Pisa e dove, molto presto, arriveranno anche strumenti che renderanno ancor più semplice accedere a tutte quelle informazioni indispensabili per la carriera di studenti.

Già oggi, loggandosi sull’Agenda con le credenziali di ateneo, gli studenti, in pochi click, possono organizzare e gestire la propria vita universitaria, dall’iscrizione alle lezioni e agli esami, al libretto digitale, passando per l’accesso al portale Alice.

Sempre su Agenda Didattica, è attivo inoltre un sistema di notifica che aggiorna tempestivamente su eventuali cambi di orario o di aula sia per le lezioni che per gli esami.

Prosegue, così, il percorso di transizione digitale dell’Ateneo pisano che, tra le altre cose, è stato anche il primo ad approdare sulla App IO dove oggi le sue studentesse e i suoi studenti, sottoscrivendo l’apposito servizio, possono ricevere le notifiche della registrazione dei risultati della valutazione degli esami di profitto.

Successo dell'Università di Pisa nella procedura competitiva per lo sviluppo delle attività di ricerca fondamentale finanziata dal Fondo Italiano per la Scienza (bando FIS 2021). Nella graduatoria finale del Macrosettore “Physical sciences and engineering” sono, infatti, ben tre le proposte scientifiche dell'Ateneo pisano che hanno ricevuto un finanziamento, per un totale di circa tre milioni e mezzo di euro.

Ad ottenere il contributo del Fondo Italiano per la Scienza sono stati, nella categoria ricercatori emergenti (Starting Grant), Riccardo Guidotti del Dipartimento di Informatica, con il progetto “MIMOSA - Mining Interpretable Models explOiting Sophisticated Algorithms" (970.000,00 €), che introduce un cambio di paradigma da "data mining" a "model mining", puntando a definire una metodologia per estrarre modelli predittivi interpretabili, accurati ed eticamente responsabili per i sistemi di supporto alle decisioni basati su AI, da utilizzare in contesti critici come il settore medico o finanziario.

Nella stessa categoria abbiamo poi Matteo Bianchi del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e del Centro di Ricerca "Enrico Piaggio" con il progetto "PERCEIVING - Optimally designed haPtic systEms foR multi-Cue sEnsing and delIVery: foundatIons and techNoloGies" (994.796,00 €), col quale saranno sviluppate innovative interfacce per acquisire e restituire gli attributi principali legati alla percezione tattile, creando immagini per le mani per la realtà aumentata e la tele-robotica. 

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Infine, nella categoria ricercatori affermati (Advanced Grant) è stato finanziato il progetto di Dino Pedreschi del Dipartimento di Informatica, "Social Artificial Intelligence: foundations of AI-assisted techno-social systems" (1.489.600,00 €), che apre allo studio dei sistemi complessi in cui persone e algoritmi interagiscono e si influenzano a vicenda. Obiettivo: disegnare l’IA del futuro in modo da ridurre i rischi e favorire un migliore bilanciamento fra interessi individuali e obiettivi collettivi.

“Congratulazioni personali ai tre vincitori, perché si tratta di un bando – che mima i bandi europei ERC – dove la componente individuale della proposta è l’aspetto più importante - dichiara Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario dell’Università di Pisa - dobbiamo anche segnalare che su 16 progetti finanziati in Italia nel settore PE (Physical Sciences and Engineering), ben 3 sono dell’Università di Pisa. Se consideriamo anche il finanziamento del progetto "Innovative BioRobotic artIficial organS" di Arianna Menciassi della Scuola Superiore Sant'Anna, il 'Sistema Pisa' conferma così il proprio ruolo guida per il Paese.

Consolidator Grant UniPi locandina

The University of Pisa supports researchers, of any nationality, who wish to submit a project proposal for the ERC Consolidator Grant 2024 call, choosing the University of Pisa as their host institution, where a dedicated support service will be provided to researchers.

The European Research Council’s Consolidator Grant is one of the European Commission’s most prestigious grants and therefore highly competitive.  The funding is earmarked for researchers, who are in the middle phase of their scientific career (they can participate 7 years after completing their PhD), in order to strengthen their research groups and pursue innovative research activities on topics and methodologies of their choice.

The service proposed by UNIPI will be implemented by a consultancy agency and consists of an extensive and interactive review of the proposer’s CV and scientific profile (PI, Principal Investigator), as well as the project idea and its presentation.

Interested parties can submit proposals until 11th September 2023 by applying to the Consolidator@UNIPI call, published on the University website.

The call states that a maximum of 15 applicants selected by a special committee will be eligible for the service. The list of those admitted will be published by 25th September 2023 so that the service can be activated by the end of September, in order to be ready for submitting the proposal for the ERC Consolidator Grant by the deadline on 12th December 2023.

 

Consolidator Grant UniPi locandinaL'Università di Pisa sostiene le ricercatrici e i ricercatori, di qualsiasi nazionalità, che vogliono presentare una proposta progettuale per il bando ERC Consolidator Grant 2024, scegliendo l’Ateneo pisano come istituzione ospitante e lo fa offrendo loro un apposito servizio di supporto.

Il Consolidator Grant dell’European Research Council è uno dei più prestigiosi finanziamenti della Commissione Europea e per questo è altamente competitivo.  Il finanziamento è destinato a ricercatrici e ricercatori nella fase intermedia della loro carriera scientifica (possono partecipare dopo 7 anni dal conseguimento del dottorato), al fine di rafforzare i loro gruppi di ricerca e perseguire attività di ricerca innovativa su argomenti e mediante metodologie di loro scelta.

Il servizio proposto da UNIPI sarà realizzato da un’agenzia di consulenza e consiste in un processo di revisione ampio ed interattivo sul Curriculum Vitae e sul profilo scientifico del proponente (PI, Principal Investigator), sull'idea progettuale e sulla sua presentazione.

Gli interessati hanno tempo fino all’11 settembre 2023 per presentare la propria candidatura applicando al bando Consolidator@UNIPI pubblicato sul sito di Ateneo.

Al servizio, si legge nel bando, potranno accedere un massimo di 15 candidati selezionati da un’apposita commissione. L'elenco degli ammessi sarà pubblicato entro il 25 settembre 2023 in modo da poter attivare il servizio entro la fine di settembre e quindi essere pronti per sottomettere la proposta per il bando l’ERC Consolidator Grant entro la scadenza del 12 dicembre 2023.

 

Per saperne di più:  Consolidator@UNIPI - Il bando per supportare la tua partecipazione all'ERC COG

“E’ un grande orgoglio e un grande piacere consegnare oggi ai professori Paolo Ferragina e Giovanni Manzini la più alta onorificenza del Consiglio regionale, il Gonfalone d’argento; permettetemi anche di essere un po’ più orgoglioso ed emozionato perché il professor Ferragina, anzi Paolo, è un amico, è una persona piena di idee, sempre pronta a darti delle visioni di futuro brillanti per la nostra Toscana”. Così il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, alla cerimonia in sala Gonfalone a palazzo del Pegaso, con i professori ordinari di Algoritmi al dipartimento di informatica dell’Università di Pisa, e primi italiani a vincere il prestigioso premio internazionale “Paris Kanellakis Theory and Practice Award”.

Quello di oggi è un premio a tutta la scuola dell’informatica pisana, al nostro sistema della ricerca che è fondamentale per vincere le sfide del futuro. Quando con Toscana 2050 ci immaginiamo le traiettorie di futuro desiderabile, io penso proprio al lavoro che hanno fatto Ferragina e Manzini, che proprio a Pisa sono stati in grado di anticipare il futuro – ha continuato il presidente -. Come saprete, i professori Ferragina e Manzini, hanno ricevuto il premio internazionale, istituito nel 1996, che è considerato uno dei più prestigiosi nella disciplina, una sorta di Nobel che la Association for Computing Machinery attribuisce per ‘specifici risultati teorici che hanno avuto un impatto significativo e dimostrabile sulla pratica dell’informatica’. Sono i primi italiani della storia, e quarti europei in assoluto, a vincerlo”.

E con parole semplici, Mazzeo ha spiegato il perché di un simile traguardo: “Hanno vinto questo premio per aver ideato l’FM-Index, FM dalle loro iniziali; si tratta di un indice compresso, che supporta ricerche veloci nel testo usando uno spazio molto più piccolo, e prima di loro si pensava non fosse possibile fare una cosa del genere; per questo viene usato per i big data, ma soprattutto per la genomica, un’innovazione, come capite, straordinaria non solo nel campo delle campo delle strutture di dati compressi ma con tantissime applicazioni pratiche”.

 

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I professori Paolo Ferragina e Giovanni Manzini con, al centro, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo

 

Il presidente ha quindi spiegato che questo premio ha radici profonde, che derivano dalla grande tradizione e dai primati che l’Università di Pisa e Pisa vantano nell’informatica, a partire dalla Calcolatrice Elettronica Pisana di metà anni Cinquanta del secolo scorso, dal primo corso di laurea italiano in Informatica e dal primo collegamento alla rete Internet in Italia. “Ferragina e Manzini sono il presente e il futuro di questa storia, che noi Istituzioni abbiamo il compito di valorizzare e sostenere sempre di più – ha sottolineato -. Ma c’è un altro aspetto che vorrei sottolineare, nessuno dei due è pisano, nessuno dei due è toscano, ma entrambi si sono formati a Pisa, dove hanno trovato un ambiente stimolante in grado di far fiorire il loro talento e hanno poi scelto di vivere in Toscana: questa è la storia di tanti ragazzi, compresa la mia, che grazie alle nostre università, al nostro sistema di diritto allo studio e ai nostri centri di ricerca d’eccellenza, vengono nella nostra regione per formarsi e spesso restano”. “Noi dobbiamo essere orgogliosi di questo, la Toscana deve e può diventare un hub dell’innovazione – ha concluso Mazzeo – L’hi-tech genera occupazione anche futura, sviluppo, vitalità culturale, ma anche più opportunità, servizi e diritti per tutte e tutti. Ed è questo il modello di Toscana che vogliamo, il futuro desiderabile di Toscana 2050”.

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Una Toscana che ha accolto i premiati, come hanno tenuto a sottolineare, ricevendo con commozione il Gonfalone d’argento. “Vivo in Toscana da quando ho 19 anni e posso dire che la qualità della vita è tra le più alte – ha affermato Manzini – ho ricevuto molto da questa regione e, grazie a questo riconoscimento, ho in qualche modo la conferma che sto anch’io restituendo qualcosa alla comunità che mi ha accolto”.

“In fondo siamo due migranti della conoscenza – ha ribadito Ferragina – e se per noi Pisa è stata l’Università delle opportunità, noi abbiamo il compito di incoraggiare i giovani che intendano intraprendere questi percorsi di ricerca, credendo nei loro sogni e al tempo stesso stando con i piedi saldi a terra”.

In fondo, negli anni 2000 non si pensava possibile ridurre lo spazio dei dati e fare ricerca, mentre Ferragina e Manzini ci hanno creduto, e la loro scoperta, applicata alla biologia per il sequenziamento del Dna, porta a tanti risultati, anche nel campo delle malattie rare.

Presenti alla cerimonia in Consiglio regionale Giuseppe Iannaccone, Prorettore dell’Università di Pisa (Unipi); Francesco Barachini, Unipi; Mauro Ferrari, direttore della Fondazione TechCare e direttore del Festival della Robotica; i familiari dei premiati: Maria Rinaldi, Davide e Miriam Manzini.

 

Fonte: Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana

Sarà la piattaforma di premialità GoodGo, realizzata da EcoGeko, spin-off dell’Università di Pisa, il motore tecnologico di “Bike&walk2beach”, il contest del Comune di Livorno lanciato con l’intento di incentivare gli spostamenti a piedi o in bicicletta tra i cittadini che vanno al mare presso i cinque stabilimenti balneari della città che hanno aderito all’iniziativa che si svolgerà dal 1° al 31 agosto: Lido, Onde del Tirreno, Roma, Pancaldi e Nettuno.

Scaricando l’app di EcoGeko, i clienti dei cinque stabilimenti potranno partecipare ad una competizione che permetterà loro di accumulare dei crediti ogni volta che si recano al mare a piedi o in bicicletta. Alla fine del mese, chi lo avrà fatto più volte, si aggiudicherà il premio che ogni stabilimento balneare metterà in palio a proprie spese. Il primo premio sarà quasi per tutti un abbonamento gratuito per il prossimo anno, in più i bagni Lido hanno anche previsto una gara per i non abbonati che invece si tradurrà in uno sconto sul biglietto di ingresso, sconto direttamente erogabile quest'anno.

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Un momento della  presentazione del contest 'Bike&walk2beach'

 

“Si tratta di una iniziativa probabilmente unica nel suo genere – ha dichiarato l’assessora alla Mobilità Giovanna Cepparello, durante la presentazione dell’iniziativa – che abbiamo pensato per cominciare a lanciare la ciclovia Tirrenica, attualmente in corso di realizzazione ma che l'anno prossimo sarà sostanzialmente pronta su tutto il litorale”.

 

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Una vista della app GoodGo di EcoGeko srl

 

"Lo spin-off EcoGeko è impegnato nella promozione di una nuova cultura della mobilità orientata verso il rispetto per l'ambiente e i valori della sostenibilità che sempre più si stanno affermando nel nostro paese e anche a livello europeo – ha commentato Antonio Pratelli, professore presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa, uno dei soci fondatori dello spin-off accademico EcoGeko - Siamo costantemente impegnati a "fare innovazione" sia in termini di prodotto che di progetto, nel senso che quotidianamente lavoriamo per rendere la nostra suite di servizi e soluzioni tecnologiche sempre più performanti e in linea con le necessità del mercato, e - al tempo stesso - ci dedichiamo alla elaborazione di iniziative/progetti virtuosi e originali dal punto di vista dell'unicità delle idee realizzate. Ci auguriamo che il contest "Bike&Walk2Beach” realizzato in collaborazione con il Comune di Livorno possa aprire la strada a processi analoghi su scala nazionale”.

In the hottest summer in history, the semi-desert area of Los Monegros, Spain, provides us with an extraordinary story of adaptation and survival to climate changes around 6200 BC. A team of archaeologists from the University of Pisa engaged in the ‘MesoHistories’ project, directed by Niccolò Mazzucco, Professor at the University of Pisa and Javier Rey Lanaspa, archaeologist from the Government of Aragon, have found the traces.

“The scenario that is unfolding is of great interest not only archaeologically,” explains Professor Niccolò Mazzucco. “In almost a month of excavations at the site called ‘PBM’, located in Sariñena (Huesca, Spain), we have unearthed the remains of at least one hut, with post holes, four hearths in a pit, charred remains, some triangular and trapezoidal shape arrow heads, characteristic of the Mesolithic period, and a flint working area.

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“This is the oldest site discovered in the Los Monegros area so far: an open-air encampment from the Mesolithic period, which takes us back to the time of the last nomadic hunters, gatherers, fishermen who lived here at a time of severe climatic crisis, one of the coldest and driest periods of the current geological era, the Holocene”, Professor Mazzucco continues. The remains found will help us understand how these human beings tried to adapt themselves to the new environmental condition brought about by what is referred to as event 8.2 ka, i.e., the abrupt cooling of 1-3 °C that affected a large part of the northern hemisphere about 8,200 years ago and lasted about 160 years”.

The investigation of the archaeological finds is still ongoing, but the first results of the pollen analyses tell us of an environment that was extremely different from that of today. The data, in fact, indicate that in that prehistoric period the excavation site would have been characterised mainly by a semi-open landscape, dominated by species such as cypress and juniper. In addition to this, a swamp appears to have been present in this corner of the current Los Monegros desert.

It was on its shores that the group of nomadic hunters, gatherers, probably small, had built their camp, for hunting mammals and birds, as evidenced by some bone remains found during the excavation and which tell us of a significant change in diet.

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“Bird hunting was not very common and it is often difficult to document it archaeologically. In the case of ‘PBM’, the abundance of bird and small mammal bones found, might suggest a change in the diet of these hunters, gatherers and fishermen who had adapted to the new, harsher climatic conditions,” Niccolò Mazzucco concludes. “The increase in the number and type of prey hunted compared to a diet otherwise mainly based on hunting large ungulates, such as deer, wild boar, or wild goats, is often a reflection of an adaptation to new environmental conditions, to a change in the mobility and economic strategies of these groups. Although it is still too early to draw conclusions given that  only laboratory analyses will be able to clarify the actual composition of the hunted species, ‘PBM’ is a site that may offer new insights into the interpretation of this last phase of life of European hunter-gatherer-fishermen, at the dawn of the Neolithic revolution, which a few centuries after 6200 BC brought new upheavals with the arrival of the domestication of animals  and the beginning of agriculture.

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The excavation campaign, which started in July, is the third one at the ‘PBM’ site, it is part of the ‘MesoHistories’ project, directed by Niccolò Mazzucco, Professor at the University of Pisa (Italy), and Javier Rey Lanaspa, archaeologist at the Government of Aragon. In the scientific group are Aitor Ruiz-Redondo, Professor at the University of Zaragoza and researcher at the University of Zaragoza, Ignacio Clemente Conte, researcher at IMF-CSIC, and Ermengol Gassiot from the Autonomous University of Barcelona. This third campaign involved the participation of students from the Universities of Pisa and Zaragoza and it lasted approximately three weeks, during which the excavation operations were concluded, defining more precisely the extent of the occupation and the activities carried out, as well as the collection of new samples for chronological and environmental analyses.

Follow the Instagram profile @mesohistories  for updating on the PBM excavation.

Nell’estate più rovente della storia, l’area semi-desertica di Los Monegros, in Spagna, ci restituisce una straordinaria storia di adattamento e sopravvivenza ai cambiamenti climatici avvenuti attorno al 6200 a.C. A ritrovarne le tracce, un’equipe di archeologi dell’Università di Pisa impegnati nel progetto “MesoHistories”, diretto da Niccolò Mazzucco, professore dell’Ateneo pisano, e Javier Rey Lanaspa, archeologo del Governo di Aragona.

“Lo scenario che si sta componendo è di grandissimo interesse non solo archeologico – spiega il professor Niccolò Mazzucco – In quasi un mese di scavi nel sito chiamato ‘PBM‘, situato a Sariñena (Huesca, Spagna), abbiamo riportato alla luce i resti di almeno una capanna, con buche di palo, quattro focolari in fossa, resti di combustione, alcune punte di proiettile di forma triangolare e trapezoidale, caratteristiche del periodo mesolitico, e un’area di lavorazione della selce”.

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“Si tratta del sito più antico finora scoperto nel territorio di Los Monegros; un accampamento all’aperto del Mesolitico, che ci riporta all’epoca degli ultimi cacciatori-raccoglitori-pescatori nomadi vissuti qui in un momento di grave crisi climatica, uno dei periodi più freddi e aridi dell’attuale era geologica, l’Olocene -  prosegue Mazzucco - I resti ritrovati ci aiuteranno a comprendere come questi esseri umani abbiano cercato di adattarsi alla nuova condizione ambientale determinata da quello che viene indicato evento 8.2 ka, ossia il brusco raffreddamento di 1–3 °C che circa 8.200 anni fa interessò gran parte dell'emisfero settentrionale e durò circa 160 anni”.

Le indagini sui reperti sono ancora in corso, ma già i primi risultati delle analisi polliniche ci parlano di un ambiente estremamente diverso da quello attuale. I dati, infatti, indicano che in quel periodo preistorico il luogo dello scavo sarebbe stato caratterizzato principalmente da un paesaggio semi-aperto, dominato da specie come il cipresso e il ginepro. Oltre a ciò, in questo angolo dell’attuale deserto di Los Monegros sembra fosse presente una palude.

È sulle sue rive che il gruppo di cacciatori-raccoglitori nomadi, probabilmente di piccole dimensioni, aveva costruito il suo accampamento, per poter cacciare mammiferi ed uccelli, come testimoniano alcuni resti di ossa trovati durante lo scavo e che ci raccontano di un significativo cambio di dieta.

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“La caccia agli uccelli non era una cosa molto frequente ed è spesso difficile da documentare a livello archeologico. Nel caso di PBM, la relativa abbondanza di ossa di uccelli e piccoli mammiferi potrebbe suggerire un cambiamento nell’alimentazione di questi cacciatori-raccoglitori-pescatori che si erano adattati alle nuove, più rigide, condizioni climatiche – conclude Niccolò Mazzucco – L’allargamento del numero e del tipo di prede cacciate rispetto ad una dieta altrimenti principalmente basata sulla caccia ai grandi ungulati, quali cervo, cinghiale o capre selvatiche, è spesso riflesso di un adattamento a nuove condizioni ambientali, ad un cambiamento della mobilità e delle strategie economiche di questi gruppi. Sebbene sia ancora presto per trarre conclusioni, e solo le analisi di laboratorio potranno chiarire l’effettiva composizione delle specie cacciate, PBM è un sito che potrà offrire nuovi spunti per interpretare quest’ultima fase di vita dei cacciatori-raccoglitori-pescatori europei, all’alba della rivoluzione Neolitica, che pochi secoli dopo il 6200 a.C. porterà nuovi stravolgimenti con l’arrivo di specie domestiche e l’inizio dell’agricoltura”.

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La campagna di scavo iniziata a luglio, la terza nel sito “PBM”, fa parte del progetto “MesoHistories”, diretto da Niccolò Mazzucco, professore presso l’Università di Pisa (Italia), e Javier Rey Lanaspa, archeologo del Governo di Aragona. Nel gruppo scientifico sono coinvolti Aitor Ruiz-Redondo, professore presso l’Università di Saragozza e ricercatore presso l’Università di Saragozza, insieme a Ignacio Clemente Conte, ricercatore titolare presso la IMF-CSIC, ed Ermengol Gassiot dell’Università Autonoma di Barcellona. Questa terza campagna vede la partecipazione di studenti delle Università di Pisa e Saragozza ed ha avuto una durata di circa tre settimane, durante le quali si sono concluse le operazioni di scavo, definendo con maggiore precisione l’estensione dell’occupazione e le attività svolte, nonché la raccolta di nuovi campioni per analisi cronologiche e ambientali.

Per seguire gli aggiornamenti sullo scavo PBM e sul progetto, è attivo il profilo instagram @mesohistories.

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