Prestato al Museo del Bardo il ritratto di Giovanni Pagni collocato in rettorato
È volato in prestito al Museo Nazionale del Bardo, in Tunisia, il ritratto di Giovanni Pagni che normalmente è esposto nella Sala dei Mappamondi di Palazzo alla Giornata, sede del rettorato dell'Università di Pisa. L'opera d'arte resterà a Tunisi dal 18 marzo al 30 settembre come emblema della mostra "Antichità d'Africa alla Galleria degli Uffizi. Giovanni Pagni, medico e archeologo pisano nella Tunisia del XVII secolo".
La mostra del Bardo - organizzata a tre anni dall’attentato del 18 marzo 2015 in cui hanno perso la vita 24 persone, in gran parte turisti, tra i quali anche quattro italiani - presenta un nucleo di antichità provenienti dalla Tunisia raccolte nel 1677 dal medico e archeologo Giovanni Pagni, illustre professore dell'Università di Pisa.
Questi, oltre a raccogliere un vasto materiale in Tunisia studiando in particolare le rovine di Cartagine, fu per un anno al servizio del Bey Murad II che, riconoscente per la guarigione ottenuta grazie al suo intervento, gli dette in dono diversi reperti preziosi. Fra questi vi era una raccolta di oltre venti opere fra epigrafi, stele funerarie e stele votive di età imperiale, che da subito entrarono nelle collezioni delle Gallerie degli Uffizi e del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
I rilievi e le iscrizioni, fra le prime testimonianze dell’Africa romana che era possibile ammirare in Europa, sono stati per due secoli al centro dell’interesse degli studiosi internazionali. Tornano ora in Tunisia per iniziativa della Regione Toscana, in collaborazione con il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, l’Ambasciata italiana e l’istituto Italiano di Cultura a Tunisi, i musei degli Uffizi e del Bardo.
Il dipinto di Giovanni Pagni, realizzato dall'artista Giovanni Stella, faceva parte della serie dei ritratti realizzati alla fine del XVIII secolo per la Sala delle Lauree nel Palazzo Arcivescovile, dal quale fu poi trasferito all’Università di Pisa.
La scheda del quadro per la mostra è stata redatta dal professor Alessandro Tosi, tra i massimi esperti italiani di storia dell'arte moderna. La consegna della tela alla Società Cooperativa A.R.A., in qualità di ditta incaricata del trasporto, è avvenuta lo scorso 9 marzo, alla presenza della dottoressa Donatella Montanari, in rappresentanza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della provincia di Pisa, e della dottoressa Aurelia De Simone, in qualità di Economo dell’Università di Pisa.
Due selezioni per contratti di lavoro a tempo indeterminato, part-time 50%, presso l'Ufficio Sicurezza e Ambiente - Scad. 12/04
Mostra a Palazzo Blu "Il viaggio di Marco Polo" - Riduzione studenti e dipendenti
Si informa che è stata firmata una Convenzione con la Fondazione Palazzo Blu in occasione della Mostra "Il viaggio di Marco Polo" che si terrà dal 24 marzo al 1 luglio 2018, che prevede per il personale docente, tecnico – amministrativo e gli studenti dell'Ateneo di visitare la Mostra per tutta la sua durata, con un biglietto di ingresso riservato pari a € 4,00.
Per poter usufruire della promozione, gli studenti dovranno presentarsi presso la biglietteria della Mostra con la tessera universitaria nominale e un documento di identità in corso di validità, mentre il personale docente e il personale tecnico amministrativo dovrà presentarsi con un proprio tesserino e un documento di identità in corso di validità.
Info sulla mostra: https://palazzoblu.it/mostra/marco-polo-yamashita/
Il prof. Baiardi nel gruppo di studio per la sicurezza informatica del servizio sanitario italiano
Il professore Fabrizio Baiardi dell’Università di Pisa è uno degli undici esperti che darà vita a “Cybersecurity”, il primo gruppo di studio costituito a livello nazionale per la difesa dei dati informatici del servizio sanitario italiano. Annunciata nei giorni scorsi e coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, l’iniziativa è nata su impulso del Centro Nazionale di Tecnologie Innovative in Sanità Pubblica.
Fabrizio Baiardi
“Studieremo strategie specifiche – spiega Baiardi - per migliorare costantemente la difesa delle strutture sanitarie del Paese da attacchi informatici di varia natura, con l’obiettivo di sviluppare maggiore consapevolezza dei rischi cyber in sanità, da questo punto di vista infatti è importante sensibilizzare coloro che usano i dispositivi connessi in rete per salvaguardare i dati dei pazienti e dei medici”.
Fabrizio Baiardi è ordinario di informatica all’Università di Pisa e la sua ricerca è focalizzata sulla valutazione del rischio posto da sistemi ICT complessi a partire dallo studio delle vulnerabilità e delle intrusioni in sistemi informatici.
All’Università di Pisa si svolge l’Unistem day, giornata sulla ricerca sulle cellule staminali
Venerdì 16 marzo all'Università di Pisa si svolge l'Unistem day, la mattina dalle 9 alle 13 nella Sala Convegni del Polo Piagge (Via Giacomo Matteotti 11) e il pomeriggio dalle 14,30 alle 16 all'Unità di Biologia Cellulare e dello Sviluppo del Dipartimento di Biologia (Via del Brennero, 4).
Unistem day è un evento divulgativo sulla ricerca e sulle cellule staminali rivolto alle scuole superiori, che coinvolge 74 atenei italiani e centri di ricerca europei. Alla giornata organizzata all'Università di Pisa partecipano le scuole provenienti da Lucca (Liceo Vallisneri), Pisa (Santoni) e Cecina (Liceo Scientifico Fermi) e Pontedera (ITI Marconi).
Nato nel 2009 a Milano da un’idea di Elena Cattaneo, l’evento consolida con la decima edizione la sua dimensione internazionale, raggiungendo il numero record di 10 paesi europei coinvolti, a testimonianza del crescente interesse verso la scienza e la ricerca scientifica.
Quest’anno, l’Università di Pisa sarà presente grazie alla collaborazione di Mario Petrini e Alessandra Salvetti del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa, e di Marco Onorati del Dipartimento di Biologia. La giornata avrà inizio con l’intervento di Claudia Martini, Prorettrice per la ricerca in ambito nazionale. Successivamente, Alessandra Salvetti parlerà di cellule staminali e animali modello per il loro studio, Marco Onorati introdurrà le cellule staminali neurali, il segreto del nostro cervello. Interverranno Sabrina Vagnani (U.O. Reumatologia Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale), che parlerà di cellule staminali mesenchimali nella ricerca di base e Serena Danti, che illustrerà l’uso clinico delle cellule staminali mesenchimali. Nel pomeriggio si passerà al bancone nei laboratori di ricerca: i ragazzi incontreranno i ricercatori dell’Unità di Biologia Cellulare e dello Sviluppo del Dipartimento di Biologia e dell’Unità di Biologia Applicata del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale e osserveranno da vicino i fenomeni di rigenerazione nella planaria, un organismo modello, e le cellule staminali umane in coltura, provando, per un giorno, a mettersi nei panni di un ricercatore.
Il prof. Baiardi dell’Università di Pisa nel gruppo di studio per la sicurezza informatica del servizio sanitario italiano
Il professore Fabrizio Baiardi dell’Università di Pisa è uno degli undici esperti che darà vita a “Cybersecurity”, il primo gruppo di studio costituito a livello nazionale per la difesa dei dati informatici del servizio sanitario italiano. Annunciata nei giorni scorsi e coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, l’iniziativa è nata su impulso del Centro Nazionale di Tecnologie Innovative in Sanità Pubblica.
“Studieremo strategie specifiche – spiega Baiardi - per migliorare costantemente la difesa delle strutture sanitarie del Paese da attacchi informatici di varia natura, con l’obiettivo di sviluppare maggiore consapevolezza dei rischi cyber in sanità, da questo punto di vista infatti è importante sensibilizzare coloro che usano i dispositivi connessi in rete per salvaguardare i dati dei pazienti e dei medici”.
Fabrizio Baiardi è ordinario di informatica all’Università di Pisa e la sua ricerca è focalizzata sulla valutazione del rischio posto da sistemi ICT complessi a partire dallo studio delle vulnerabilità e delle intrusioni in sistemi informatici.
L’E-team, squadra corse dell’Ateneo, in cerca di ingegneri, esperti di marketing, comunicatori e… piloti!
L’E-team, la squadra corse dell'Ateneo, si prepara a rinnovare il proprio staff in vista della prossima stagione di gare e lancia una campagna di recruitment rivolta agli studenti di tutti i corsi di laurea. La ricerca di nuovi membri riguarda tutti i settori tecnici e gestionali, ma quest’anno il recruiting è rivolto in particolar modo al settore delle pubbliche relazioni.
La squadra punta a studenti che abbiano tutte o alcune delle seguenti competenze: livello di lingua inglese B.2 (o oltre), esperti in comunicazione, conoscenza di software di grafica, montaggio video.
Il rinnovo di parte della Squadra Corse riguarda anche i piloti, che abbiano esperienze “certificate” in campionati karting, rally o simili esperienze agonistiche. Per inviare la propria candidatura basta compilare il form “become a member” sul sito www.eteamsquadracorse.it.
Il progetto dell’E-Team nasce nel 2007 ad opera di un gruppo di studenti e dottorandi di Ingegneria e con il tempo si è ingrandito coinvolgendo anche studenti provenienti da altri corsi di laurea tra cui Economia, Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione e Giurisprudenza. La squadra infatti non è impegnata soltanto sotto il profilo della progettazione e della costruzione, ma anche sul fronte del marketing, delle pubbliche relazioni e della ricerca e gestione delle risorse economiche.
L’E-team partecipa ogni anno alla Formula SAE e Formula Student Germany, competizioni automobilistiche per veicoli monoposto progettati da studenti universitari, che prevedono prove statiche e gare di velocità. Inoltre, a partire da gennaio 2018 i membri del Team hanno dato vita a un nuovo progetto: un veicolo a guida autonoma, che parteciperà alla categoria Driverless del campionato di Formula Student.
L’E-team, squadra corse dell’Ateneo, in cerca di ingegneri, esperti di marketing, comunicatori e… piloti!
L’E-team, la squadra corse dell'Ateneo, si prepara a rinnovare il proprio staff in vista della prossima stagione di gare e lancia una campagna di recruitment rivolta agli studenti di tutti i corsi di laurea. La ricerca di nuovi membri riguarda tutti i settori tecnici e gestionali, ma quest’anno il recruiting è rivolto in particolar modo al settore delle pubbliche relazioni.
La squadra punta a studenti che abbiano tutte o alcune delle seguenti competenze: livello di lingua inglese B.2 (o oltre), esperti in comunicazione, conoscenza di software di grafica, montaggio video.
Il rinnovo di parte della Squadra Corse riguarda anche i piloti, che abbiano esperienze “certificate” in campionati karting, rally o simili esperienze agonistiche. Per inviare la propria candidatura basta compilare il form “become a member” sul sito www.eteamsquadracorse.it.
Il progetto dell’E-Team nasce nel 2007 ad opera di un gruppo di studenti e dottorandi di Ingegneria e con il tempo si è ingrandito coinvolgendo anche studenti provenienti da altri corsi di laurea tra cui Economia, Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione e Giurisprudenza. La squadra infatti non è impegnata soltanto sotto il profilo della progettazione e della costruzione, ma anche sul fronte del marketing, delle pubbliche relazioni e della ricerca e gestione delle risorse economiche.
L’E-team partecipa ogni anno alla Formula SAE e Formula Student Germany, competizioni automobilistiche per veicoli monoposto progettati da studenti universitari, che prevedono prove statiche e gare di velocità. Inoltre, a partire da gennaio 2018 i membri del Team hanno dato vita a un nuovo progetto: un veicolo a guida autonoma, che parteciperà alla categoria Driverless del campionato di Formula Student.
Sperimentazione animale responsabile: nasce il Centro 3R
È nato il “Centro interuniversitario per la promozione dei principi delle 3R nella didattica e nella ricerca (Centro 3R)”, novità assoluta nel panorama accademico italiano, nato su impulso delle Università di Pisa e di Genova. Il Centro 3R (www.centro3r.it) è una infrastruttura che si prefigge di avviare un processo di sensibilizzazione di studenti, ricercatori e docenti alla sperimentazione responsabile e ai metodi alternativi all’uso degli animali, in ottemperanza alla direttiva UE 2010/63 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, recepita in Italia con il D.Lgs. 26 del 4 marzo 2014. L’inaugurazione è stata ospitata al Centro congressi delle Benedettine, dove hanno portato i loro saluti il prorettore vicario dell’Università di Pisa, Nicoletta De Francesco, e il rettore dell’Università di Genova, Paolo Comanducci.
3R è l’acronimo di Replacement (sostituzione delle sperimentazioni sugli animali con metodi alternativi ogni qual volta questo sia possibile), Reduction (riduzione al minimo indispensabile del numero di animali utilizzati) e Refinement (continuo perfezionamento dei metodi impiegati allo scopo di ridurre la sofferenza degli animali). Il concetto delle 3R è stato per la prima volta introdotto da W. Russel e R. Burch nel 1959 in “The Principles of Humane Experimental Techniques”.
“La direttiva Europea stabilisce che gli stati membri assicurino che, ove possibile, un metodo o una strategia di sperimentazione, scientificamente soddisfacente, che non comporti l’uso di animali vivi, possa essere utilizzato in sostituzione di una procedura sugli animali – spiega la professoressa Arti Ahluwalia, direttrice del Centro 3R e responsabile per l’Università di Pisa – L’implementazione della D.L. 26 richiede uno sforzo puntato alla diffusione di informazione e formazione, in un contesto che possa favorire lo sviluppo di tecnologie sempre più adeguate per studi scientificamente validi”.
“Per raggiungere queste finalità – sottolinea la professoressa Anna Maria Bassi, vice direttrice del Centro 3R e responsabile per l’Università di Genova – il coinvolgimento dei giovani ricercatori è fondamentale nella sperimentazione di nuovi sistemi in vitro, in vivo e in silico, per garantire la salute umana e animale, e per la tutela dell’ecosistema. Tutto ciò richiede una cooperazione nazionale e internazionale perché solo dal confronto con altre realtà si possono conseguire più rapidamente risultati utili in linea con gli obiettivi di ricerca prefissati. In altre parole, bisogna educare i giovani ad avere una mentalità aperta alle innovazioni per ottenere miglioramenti visibili nell'applicazione delle 3R, delle scienze della vita e dell'istruzione, sia a livello nazionale che internazionale, nel campo della ricerca scientifica di base, traslazionale e applicata”.
“Il centro si farà promotore di iniziative per istituire nuovi corsi che mirino a formare una nuova generazione di scienziati maggiormente responsabili – aggiunge Paolo Milazzo, docente del dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e membro del Comitato scientifico-didattico – I corsi saranno incentrati sui principi delle 3R e sui nuovi metodi sperimentali e computazionali che possano sostituire la sperimentazione sugli animali o ridurre il numero di animali necessari negli esperimenti. È altresì fondamentale assicurare il trasferimento tecnologico verso il mondo accademico e le imprese, con l’elaborazione di progetti di ricerca e sviluppo congiunti su tematiche legate alle 3R. Il centro promuoverà questo tipo di progetti e si occuperà di diffondere le conoscenze e le migliori pratiche sulle 3R a livello nazionale”.
“Gli obiettivi prefissati potranno essere raggiunti – concludono i professori Ahluwalia, Bassi e Milazzo – grazie all’impegno, alla perseveranza e alla disponibilità di tutti i membri del Centro 3R, e alla auspicabile interazione con esperti di altri enti, e del mondo delle imprese”.
Complessivamente, 60 docenti e ricercatori delle due università coinvolte hanno scelto di aderire al Centro 3R fin dalla sua nascita. La composizione del Comitato scientifico-didattico, il principale organo di gestione e indirizzo, riflette la natura interdisciplinare del centro. Ve ne fanno parte per l’Università di Pisa: Arti Ahluwalia (responsabile) del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione; Maria Grazia Cascone, del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale; Patrizia Chetoni, del Dipartimento di Farmacia; Angelo Gazzano, del Dipartimento di Scienze Veterinarie; Paolo Milazzo, del Dipartimento di Informatica; Michela Novelli, del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia. Per l’Università di Genova: Anna Maria Bassi (responsabile), del Dipartimento di Medicina Sperimentale (DIMES), Manuela Marcoli, del Dipartimento di Farmacia (DIFAR); Laura Pastorino, del Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi (DIBRIS); Susanna Penco, del Dipartimento di Medicina Sperimentale (DIMES); Anna Pittaluga, del Dipartimento di Farmacia (DIFAR), Sonia Scarfì, del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV).
Sperimentazione animale responsabile: nasce il Centro 3R
È nato il “Centro interuniversitario per la promozione dei principi delle 3R nella didattica e nella ricerca (Centro 3R)”, novità assoluta nel panorama accademico italiano, nato su impulso delle Università di Pisa e di Genova. Il Centro 3R è una infrastruttura che si prefigge di avviare un processo di sensibilizzazione di studenti, ricercatori e docenti alla sperimentazione responsabile e ai metodi alternativi all’uso degli animali, in ottemperanza alla direttiva UE 2010/63 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, recepita in Italia con il D.Lgs. 26 del 4 marzo 2014. L’inaugurazione è stata ospitata al Centro congressi delle Benedettine, dove hanno portato i loro saluti la prorettrice vicaria dell’Università di Pisa, Nicoletta De Francesco, e il rettore dell’Università di Genova, Paolo Comanducci.
Da sinistra: Nicoletta De Francesco, prorettrice vicaria Università di Pisa, Paolo Comanducci, rettore Università di Genova, Arti Ahluwalia (Università di Pisa), direttrice del Centro 3R, Anna Maria Bassi (Università di Genova), vice direttrice del Centro 3R.
3R è l’acronimo di Replacement (sostituzione delle sperimentazioni sugli animali con metodi alternativi ogni qual volta questo sia possibile), Reduction (riduzione al minimo indispensabile del numero di animali utilizzati) e Refinement (continuo perfezionamento dei metodi impiegati allo scopo di ridurre la sofferenza degli animali). Il concetto delle 3R è stato per la prima volta introdotto da W. Russel e R. Burch nel 1959 in “The Principles of Humane Experimental Techniques”.
“La direttiva Europea stabilisce che gli stati membri assicurino che, ove possibile, un metodo o una strategia di sperimentazione, scientificamente soddisfacente, che non comporti l’uso di animali vivi, possa essere utilizzato in sostituzione di una procedura sugli animali – spiega la professoressa Arti Ahluwalia, direttrice del Centro 3R e responsabile per l’Università di Pisa – L’implementazione della D.L. 26 richiede uno sforzo puntato alla diffusione di informazione e formazione, in un contesto che possa favorire lo sviluppo di tecnologie sempre più adeguate per studi scientificamente validi”.
“Per raggiungere queste finalità – sottolinea la professoressa Anna Maria Bassi, vice direttrice del Centro 3R e responsabile per l’Università di Genova – il coinvolgimento dei giovani ricercatori è fondamentale nella sperimentazione di nuovi sistemi in vitro, in vivo e in silico, per garantire la salute umana e animale, e per la tutela dell’ecosistema. Tutto ciò richiede una cooperazione nazionale e internazionale perché solo dal confronto con altre realtà si possono conseguire più rapidamente risultati utili in linea con gli obiettivi di ricerca prefissati. In altre parole, bisogna educare i giovani ad avere una mentalità aperta alle innovazioni per ottenere miglioramenti visibili nell'applicazione delle 3R, delle scienze della vita e dell'istruzione, sia a livello nazionale che internazionale, nel campo della ricerca scientifica di base, traslazionale e applicata”.
“Il centro si farà promotore di iniziative per istituire nuovi corsi che mirino a formare una nuova generazione di scienziati maggiormente responsabili – aggiunge Paolo Milazzo, docente del dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e membro del Comitato scientifico-didattico – I corsi saranno incentrati sui principi delle 3R e sui nuovi metodi sperimentali e computazionali che possano sostituire la sperimentazione sugli animali o ridurre il numero di animali necessari negli esperimenti. È altresì fondamentale assicurare il trasferimento tecnologico verso il mondo accademico e le imprese, con l’elaborazione di progetti di ricerca e sviluppo congiunti su tematiche legate alle 3R. Il centro promuoverà questo tipo di progetti e si occuperà di diffondere le conoscenze e le migliori pratiche sulle 3R a livello nazionale”.
“Gli obiettivi prefissati potranno essere raggiunti – concludono i professori Ahluwalia, Bassi e Milazzo – grazie all’impegno, alla perseveranza e alla disponibilità di tutti i membri del Centro 3R, e alla auspicabile interazione con esperti di altri enti, e del mondo delle imprese”.
Complessivamente, 60 docenti e ricercatori delle due università coinvolte hanno scelto di aderire al Centro 3R fin dalla sua nascita. La composizione del Comitato scientifico-didattico, il principale organo di gestione e indirizzo, riflette la natura interdisciplinare del centro. Ve ne fanno parte per l’Università di Pisa: Arti Ahluwalia (responsabile) del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione; Maria Grazia Cascone, del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale; Patrizia Chetoni, del Dipartimento di Farmacia; Angelo Gazzano, del Dipartimento di Scienze Veterinarie; Paolo Milazzo, del Dipartimento di Informatica; Michela Novelli, del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia. Per l’Università di Genova: Anna Maria Bassi (responsabile), del Dipartimento di Medicina Sperimentale (DIMES), Manuela Marcoli, del Dipartimento di Farmacia (DIFAR); Laura Pastorino, del Dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei Sistemi (DIBRIS); Susanna Penco, del Dipartimento di Medicina Sperimentale (DIMES); Anna Pittaluga, del Dipartimento di Farmacia (DIFAR), Sonia Scarfì, del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV).