Nelle acque del Ticino si rinnova la sfida fra Pisa e Pavia
Cresce l’attesa per il tradizionale appuntamento remiero fra gli equipaggi dell’Università di Pisa e dell’Università di Pavia che si sfideranno per la 55° edizione sabato 13 maggio sulle acque del Ticino. La gara, come è noto, si svolge infatti negli anni dispari a Pavia sul Ticino, in quelli pari a Pisa, sull’Arno: dalla prima edizione del 1929 si ripropone l’appassionante sfida fra gli studenti-canottieri dei due atenei che si contendono il Trofeo Curtatone Montanara. La Pisa-Pavia vuole ricordare i giovani volontari universitari che, spinti dagli ideali risorgimentali, presero parte alla battaglia nei pressi di Mantova il 29 maggio 1848. Alla regata, che richiama la Oxford-Cambridge, partecipano i canottieri del CUS Pisa e del CUS Pavia, che rinnovano ogni anno una sfida sportiva dalla spiccata rivalità goliardica.
«Ci faremo valere – dichiara Mario Gioli, responsabile della sezione canottaggio Cus Pisa – con una selezione di atleti competitiva che cercherà di prevalere contro una potenza del canottaggio universitario italiano come il Cus Pavia. L’impresa è ardua ma ce la metteremo tutta».
L’equipaggio del Cus Pisa è composto da Mirko Barbieri, Andrea Cattermol, Giulio Francalacci, Gianluca Manfredini, Edoardo Margheri, Andrea Nepi, Flavio Ricci, Francesco Petri, Greta Masserano (timoniere). Gli atleti-studenti pisani sono partiti alla volta di Pavia, dove li attenderà un agguerritissimo equipaggio pavese che sarà sostenuto dal numeroso pubblico casalingo.
L’inizio della manifestazione è previsto per le ore 16.30. La gara si svolgerà fra l’idroscalo (partenza) e la casa galleggiante dei Vogatori pavesi (arrivo): un percorso sulla distanza di 500-700 metri da percorrere due volte, nella prima e nella seconda manche.
Il programma della gara è disponibile a questo link.
Agenda UNIPI: gli eventi dal 13 al 15 maggio
Sabato 13 maggio alle 9 al Dipartimento cardiotoracico dell'Ospedale di Cisanello (via Paradisia, 2) si svolge il convegno regionale della Società Italiana di Cardiologia dedicato al tema della ricerca nelle scuole di cardiologia tosco-umbre.
Sabato 13 maggio alle 16 a Pavia, si disputerà sul Ticino la storica Regata universitaria Pisa-Pavia, la gara di canottaggio fra gli equipaggi composti da studenti universitari degli atenei di Pisa e di Pavia.
Sabato 13 maggio alle 21 nella Chiesa di San Michele in Foro a Lucca (piazza san Michele) verrà eseguito il Requiem in re minore K626 di Wolfgang Amadeus Mozart in memoria del professor Pietro Pfanner. Sul palco il coro dell'Università di Pisa, l’orchestra da camera Luigi Boccherini e come solisti Federica Nardi, soprano Fulvia Bertoli, contralto, Marco Mustaro, tenore, Giorgio Marcello, basso. Dirige il maestro Stefano Barandoni.
Il professor Pietro Pfanner ha indissolubilmente legato il suo nome alla Fondazione Stella Maris. Subito dopo la laurea a Roma si è trasferito a Pisa, nella Clinica delle malattie nervose e mentali dell'Università, dove ha iniziato la sua carriera accademica. Ordinario di Neuropsichiatria infantile dalla metà degli anni '70, ha ricoperto prestigiosi incarichi nella facoltà pisana di Medicina e Chirurgia, fino a essere insignito dell'ordine del Cherubino dall'Ateneo nel 1998.
Sabato 13 maggio alle 18 alla libreria Feltrinelli di Pisa (corso Italia, 50) la professoressa Liliana Dell'Osso dell’Ateneo pisano e la dottoressa Barbara Carpita presentano il loro libro "L'Abisso negli occhi. Lo sguardo femminile nel mito e nell'arte" (Edizioni ETS).
Lunedi 5 maggio alle 14, nell'aula magna del Polo Fibonacci dell’Università di Pisa(Via Filippo Buonarroti, 3) Marco Bianchi, divulgatore scientifico della fondazione Umberto Veronesi, terrà un seminario sul tema "Alimentazione, sport e prevenzione". L'incontro è organizzato dal gruppo studentesco "Principi Attivi-Sinistra per", in collaborazione con il prof. Gian Carlo Demontis del dipartimento di Farmacia.
Lunedì 15 maggio alle 16, nell'aula CAR-C del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa (Via Pasquale Paoli, 15) si svolge la presentazione del volume “Giudici e corsari nel Mediterraneo. Il Tribunale delle prede di Sicilia 1808-1813” di Rita Foti dell’Università di Palermo. L'incontro, introdotto da Annalisa Biagianti, è organizzato nell'ambito dei seminari di Storia Moderna della Scuola di Dottorato in Storia.
Lunedì 15 maggio alle 17.30, nell'aula B1 di Palazzo Boilleau dell’Università di Pisa (Via Santa Maria, 85), Corrado Bologna tiene una lezione "Sugli ultimi versi delle Fleurs du Mal". L'incontro fa parte dell'undicesimo ciclo di lezioni del Seminario d'interpretazione testuale.
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Baleen Whales’ Ancestors Were Toothy Suction Feeders
The remains of the oldest known baleen whale have risen from the coastal desert of Peru, already known for its extraordinary fossils as the Leviathan. The skeleton have been found inside 36 million years old rocks, and it will help to shed light on the origin and evolution of the mysticete group, which includes the blue whale, the humpback whale, and the right whale. The discovery has been made by an international research group of paleontologists and geologists from the Universities of Pisa and Camerino and the Natural History Museums of Paris, Brussels and Lima and recently published in the international journal Current Biology (DOI: 10.1016 / j. cub.2017.04.026).
Mystacodon reconstruction A Gennari: This illustration shows two Mystacodon selenensis individuals diving down to catch eagle rays along the seafloor of a shallow cove off the coast of present-day Peru. Reconstruction by Alberto Gennari.
"What we have found is a whale very different from those that now swim in our seas - says Giovanni Bianucci, paleontologist of the Department of Earth Sciences of the Pisa University who participated in the digging and study of the fossil – Our Peruvian whale shows primitive characters as the presence of the hind limbs, even if extremely small (we found a tiny innominate bone), and robust teeth which gave this whale the name "Mystacodon", which means "mysticete with teeth". The name of the species "selenensis" evokes Selene, the goddess of the moon, for Media Luna, the locality where the fossil was discovered. Moreover, this baleen whale, as most of those lived in the past, was much smaller than the living ones: only about 4 meters, few if compared to the 30 and more meters achieved by the blue whale. By studying this skeleton we have come to the conclusion that Mystacodon selenensis probably fed by sucking small preys on sandy bottoms. This type of feeding is supported by the peculiar tooth wear due to the accidental swallowing of sand when catching the prey. Even pectoral fins show a peculiar mobility, probably useful to direct and balance the body when the whale was moving near the bottom. "
This photo shows members of the excavation team (from the Museo de Historia Natural, Lima and the Muséum National d’Histoire Naturelle, Paris) gathered around a plaster jacket surrounding part of the skeleton of Mystacodon selenensis at the Media Luna locality in the Pisco Basin, Peru. Photo by Giovanni Bianucci.
To understand the real importance of this discovery we must trace back to the origins of the two large, still living, groups of cetaceans: the odontocetes (dolphins, killer whale and sperm whale) and the mysticetes. The odontocetes (toothed whales) have developed a biosonar that allows them to detect prey, such as fishes and squids, even in low light conditions, while mysticetes (baleen whales) have replaced their teeth with baleen to filter small organisms from the water mass or sandy bottoms. These two important 'innovations' have allowed cetaceans to diversify and colonize all marine environments. But at what specific moment of the evolutionary history of whales these two large groups originated is still a mystery. Genetic studies carried out on extant cetaceans suggest that this important event occurred around 40 million years ago, but fossil finds in rocks of this age are very rare and, in fact, the oldest fossil toothed whale known is 'only' 29 million years old, and the oldest baleen whale was, up to our discovery, 34 million years old. Therefore, Mystacodon selenesis, with its 36 million years of age and its primitive characters, such as the presence of teeth and hind limbs, it is very important to fill the gap in the knowledge of the early whale history of this fascinating group of marine mammals.
This photo shows members of the excavation team digging around the skeleton of Mystacodon selenensis at the Media Luna locality in the Pisco Basin, Peru. Photo by Giovanni Bianucci.
"One of the most important aspects of this research - explains Claudio Di Celma, geologist of the School of Science and Technology of Camerino University, who has been involved in the stratigraphic study of this fossil - was to provide an age as accurate as possible of the specimen. For this reason, many rock samples were collected in the various outcropping layers, including the one containing the whale skeleton. In these samples we found the microfossils which allowed our colleague Etienne Steurbaut to date the whale remains to 36 million years ago".
"This research and others we have been carrying on in the last 10 years and more, always in collaboration with several foreign institutions - concludes Giovanni Bianucci - confirm the extraordinary paleontological importance of the Peru coastal desert and its outstanding fossils. It is a fossil deposit unique at a worldwide scale, that documents in great detail 40 million years of evolution of marine vertebrates".
Media Luna locality in the Pisco Basin, Peru.
Scoperto in Perù il più antico antenato delle balene
Dal deserto costiero del Perù, già noto per aver restituito fossili straordinari come quello del Leviatano, affiorano i resti della più antica balena fino ad oggi ritrovata: all’interno di rocce più antiche di 36 milioni di anni, è stato rinvenuto lo scheletro di un misticeto che aiuterà a far luce sull’origine e sull’evoluzione degli antenati delle balene e delle balenottere. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricerca internazionale di paleontologi e geologi delle università di Pisa e di Camerino e dei musei di storia naturale di Parigi, Bruxelles e Lima ed è stata pubblicata sulla rivista internazionale Current Biology (DOI: 10.1016/j.cub.2017.04.026).
“Quella che abbiamo trovato è una balena molto diversa da quelle che nuotano nei nostri mari - afferma Giovanni Bianucci, paleontologo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa che ha partecipato allo scavo e allo studio del fossile - che conserva caratteri primitivi, come la presenza delle zampe posteriori, seppure estremamente ridotte (è stato trovato il bacino molto piccolo), e denti robusti che le sono valsi il nome di “Mystacodon”, che sta a significare “misticeto con i denti”. Il nome della specie “selenensis” evoca invece Selene, la dea della Luna, in riferimento a Media Luna, la località in cui è stato scoperto il fossile. Inoltre questa balena, come la maggior parte di quelle vissute nel passato, era molto più piccola di quelle di oggi: solo 4 metri, pochi se confrontati con gli oltre 30 raggiunti dalla balenottera azzurra. Dallo studio del suo scheletro siamo arrivati alla conclusione che Mystacodon selenensis probabilmente si nutriva su fondali sabbiosi aspirando piccole prede. Questo tipo di alimentazione è supportato dalla peculiare usura dei denti dovuta all’accidentale ingestione di sabbia durante la cattura delle prede. Anche la pinna pettorale mostra una particolare mobilità utile a dirigere e bilanciare il corpo quando l’animale si spostava in prossimità del fondo”.
Per capire l’importanza di questo ritrovamento bisogna risalire all’origine dei due grandi gruppi ancora viventi di cetacei: gli odontoceti (delfini, orche e capodogli) e i misticeti (balene e balenottere). Gli odontoceti hanno sviluppato un biosonar che permette loro di individuare le prede, come pesci e calamari, anche con poca luce, mentre i misticeti hanno sostituito i denti con i fanoni per filtrare piccoli organismi nella massa d’acqua o nei fondali sabbiosi. Queste due importanti ‘innovazioni’ hanno permesso ai cetacei di diversificarsi e di colonizzare tutti gli ambienti marini. Ma in quale preciso momento della storia evolutiva dei cetacei abbiano avuto origine questi due grandi gruppi è ancora un mistero: gli studi genetici condotti sui cetacei attuali suggeriscono che questo importante evento si sia verificato intorno a 40 milioni di anni fa, ma i reperti fossili in rocce di età simile sono molto rari e, di fatto, il più antico odontoceto fossile conosciuto ha ‘solo’ 29 milioni di anni mentre il più antico misticeto aveva, fino ad oggi, ‘solo’ 34 milioni di anni. Pertanto Mystacodon selenesis, con i suoi 36 milioni di anni e con caratteri ancora primitivi, come la presenza di denti e di zampe posteriori, rappresenta un importante tassello che va a colmare un vuoto nella conoscenza di questo importante gruppo di mammiferi marini.
“Uno degli aspetti cruciali di questa ricerca – spiega Claudio Di Celma, geologo della Scuola di scienze e tecnologie dell’Università di Camerino che ha curato lo studio stratigrafico dell’area di ritrovamento del fossile – è stato quello di fornire un’età più precisa possibile del reperto. Per questo motivo sono stati raccolti numerosi campioni di roccia nei diversi strati affioranti, compreso quello che conteneva lo scheletro della balena. In questi campioni sono stati trovati dei microfossili che hanno permesso al collega Etienne Steurbaut di datare a 36 milioni di anni fa i resti del cetaceo”.
“Questa ricerca come altre che stiamo portando avanti da oltre 10 anni, tutte in collaborazione con diverse istituzioni straniere – conclude Giovanni Bianucci – conferma la straordinaria importanza del deserto costiero del Perù per i suoi eccezionali fossili. Si tratta di un giacimento unico a livello mondiale che documenta in dettaglio 40 milioni di anni di evoluzione dei vertebrati marini”.
Scoperto in Perù il più antico antenato delle balene
Dal deserto costiero del Perù, già noto per aver restituito fossili straordinari come quello del Leviatano, affiorano i resti della più antica balena fino ad oggi ritrovata: all’interno di rocce più antiche di 36 milioni di anni, è stato rinvenuto lo scheletro di un misticeto che aiuterà a far luce sull’origine e sull’evoluzione degli antenati delle balene e delle balenottere. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricerca internazionale di paleontologi e geologi delle università di Pisa e di Camerino e dei musei di storia naturale di Parigi, Bruxelles e Lima ed è stata pubblicata sulla rivista internazionale Current Biology (DOI: 10.1016/j.cub.2017.04.026).
Ricostruzione artistica di Mystacodon selenesis (disegno di Alberto Gennari).
“Quella che abbiamo trovato è una balena molto diversa da quelle che nuotano nei nostri mari - afferma Giovanni Bianucci, paleontologo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa che ha partecipato allo scavo e allo studio del fossile - che conserva caratteri primitivi, come la presenza delle zampe posteriori, seppure estremamente ridotte (è stato trovato il bacino molto piccolo), e denti robusti che le sono valsi il nome di “Mystacodon”, che sta a significare “misticeto con i denti”. Il nome della specie “selenensis” evoca invece Selene, la dea della Luna, in riferimento a Media Luna, la località in cui è stato scoperto il fossile. Inoltre questa balena, come la maggior parte di quelle vissute nel passato, era molto più piccola di quelle di oggi: solo 4 metri, pochi se confrontati con gli oltre 30 raggiunti dalla balenottera azzurra. Dallo studio del suo scheletro siamo arrivati alla conclusione che Mystacodon selenensis probabilmente si nutriva su fondali sabbiosi aspirando piccole prede. Questo tipo di alimentazione è supportato dalla peculiare usura dei denti dovuta all’accidentale ingestione di sabbia durante la cattura delle prede. Anche la pinna pettorale mostra una particolare mobilità utile a dirigere e bilanciare il corpo quando l’animale si spostava in prossimità del fondo”.
Foto di gruppo dopo lo scavo di Mystacodon selenesis a Media Luna, nel deserto costiero del Perù. Da sinistra: Eusebio Diaz, Rodolfo Salas-Gismondi, Walter Aguirre, Mario Urbina, Giovanni Bianucci, Rafael Varas-Malca, Christian de Muizon e Manuel Marinez-Cáceres (il cranio è in primo piano, fasciato con il gesso). (Foto O. Lambert)
Per capire l’importanza di questo ritrovamento bisogna risalire all’origine dei due grandi gruppi ancora viventi di cetacei: gli odontoceti (delfini, orche e capodogli) e i misticeti (balene e balenottere). Gli odontoceti hanno sviluppato un biosonar che permette loro di individuare le prede, come pesci e calamari, anche con poca luce, mentre i misticeti hanno sostituito i denti con i fanoni per filtrare piccoli organismi nella massa d’acqua o nei fondali sabbiosi. Queste due importanti ‘innovazioni’ hanno permesso ai cetacei di diversificarsi e di colonizzare tutti gli ambienti marini. Ma in quale preciso momento della storia evolutiva dei cetacei abbiano avuto origine questi due grandi gruppi è ancora un mistero: gli studi genetici condotti sui cetacei attuali suggeriscono che questo importante evento si sia verificato intorno a 40 milioni di anni fa, ma i reperti fossili in rocce di età simile sono molto rari e, di fatto, il più antico odontoceto fossile conosciuto ha ‘solo’ 29 milioni di anni mentre il più antico misticeto aveva, fino ad oggi, ‘solo’ 34 milioni di anni. Pertanto Mystacodon selenesis, con i suoi 36 milioni di anni e con caratteri ancora primitivi, come la presenza di denti e di zampe posteriori, rappresenta un importante tassello che va a colmare un vuoto nella conoscenza di questo importante gruppo di mammiferi marini.
Scavo dello scheletro fossile di Mystacodon selenesis a Media Luna, nel deserto costiero del Perù (foto G. Bianucci).
“Uno degli aspetti cruciali di questa ricerca – spiega Claudio Di Celma, geologo della Scuola di scienze e tecnologie dell’Università di Camerino che ha curato lo studio stratigrafico dell’area di ritrovamento del fossile – è stato quello di fornire un’età più precisa possibile del reperto. Per questo motivo sono stati raccolti numerosi campioni di roccia nei diversi strati affioranti, compreso quello che conteneva lo scheletro della balena. In questi campioni sono stati trovati dei microfossili che hanno permesso al collega Etienne Steurbaut di datare a 36 milioni di anni fa i resti del cetaceo”.
“Questa ricerca come altre che stiamo portando avanti da oltre 10 anni, tutte in collaborazione con diverse istituzioni straniere – conclude Giovanni Bianucci – conferma la straordinaria importanza del deserto costiero del Perù per i suoi eccezionali fossili. Si tratta di un giacimento unico a livello mondiale che documenta in dettaglio 40 milioni di anni di evoluzione dei vertebrati marini”.
Media Luna, la località del deserto costiero del Perù dove è stato trovato lo scheletro fossile di Mystacodon selenesis (foto G. Bianucci).
Ne hanno parlato:
National geographic
Focus
Corriere.it
Tirreno
gonews.it
ADNkronos
PisaToday.it
InToscana.it
Scienze Notizie
Nazione Pisa
‘Staff training week’ at the University of Pisa for Erasmus+ in Europe and beyond
They are guests of the University of Pisa for a week, and they will be able to become familiar with various structures of the university and visit the city. They are participants in one of the staff training week organized in the framework of the International Credit Mobility KA 107, a programme which can be defined “Erasmus outside Europe” or, better, outside the European Union and the other countries normally admitted to Erasmus+: one of our guests comes from Serbia. The programme allows academic staff, professors and technical-administrative personnel, as well as university students enrolled in institutions of higher education in ‘partner countries’ to participate in mobility to European institutions, and vice versa.
In the photo above; the international mobility participants being welcomed to the Rectorate by professor Lisandro Benedetti Cecchi, Pro-Rector for European and International Research, by professor Katherine Isaacs and by the staff of the European Programmes Office.
International Credit Mobility KA 107 is one of the important new action lines introduced by the Erasmus+ Programme; and in this respect the University of Pisa is one of the pioneers in Italy. Thanks to the ICM initiative individual mobility is now possible with non-EU countries in the Balkans, and with non-European countries from Southeast Asia, to Central Asia, to China, the Near East and North Africa. The participants in the staff training week are Thanyaxay Kankong (Savannakhet University – Lao), Guo Guannan (Guangxi University - China), Janara Baitugolova (Naryn State University - Kyrgyzstan), Bolortuya Myagmarsuren (MUST - Mongolia), Zahra Ait Malek e Asma El Hachadi (Université Cadi Ayyad, Marrakech - Morocco).
This week teaching staff are also visiting the University of Pisa thanks to the KA 107 framework: professors Biljana Šimunović Bešlin (University of Novi Sad - Serbia) and Bayarsaikhan Dashdondog (NUM - Mongolia) are teaching in the Department of Civilizations and Forms of Knowledge; and Lai Thi Ngoc (Vietnam National University of Agriculture), Rustam Daniyarov (Tashkent Pediatric Medical Institute - Uzbekistan), Shaimaa Sahmoud (Suez Canal University, Egypt) and Doaa Ghareeb (Alexandria University, Egypt), are carrying out research in various university laboratories.
Interest in mobility to these countries is growing among University of Pisa staff too. Teachers, researchers, administrative staff and doctoral students who are interested in participating can consult this page or write to: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
The countries with which the University of Pisa has already opened the new opportunities for mobility are Cambodia, China, Lao, Mongolia, Vietnam, Kazakstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Egypt, Israel, Morocco and Serbia.
Gli studenti vincitori della tappa toscana dei Giochi della Chimica
E’ arrivata alla conclusione la tappa toscana dei Giochi della Chimica, una manifestazione che da quest’anno vede la partecipazione attiva del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, con la presidente della Società chimica italiana Toscana, professoressa Maria Rosaria Tinè, e la delegata dei giochi per la Toscana, professoressa Valentina Domenici.
Alla finale hanno partecipato 365 studenti provenienti da una da una cinquantina di scuole superiori di tutta la regione e la premiazione dei vincitori avverrà sabato 13 maggio all’Istituto “Bernardino Lotti” di Massa Marittima. La cerimonia sarà introdotta una conferenza divulgativa del professor Andrea Pucci dell’Ateneo pisano intitolata “Polimeri che giocano con la luce”.
Ma ecco i nomi dei ragazzi e delle ragazze che saliranno sul podio. Per la classe di concorso A (studenti del biennio) al primo posto c’è Enrico Bolognesi dell’ITIS “Buzzi” di Prato, al secondo Vlad Vadim e al terzo Matteo Fascetto Sivillo, entrambi del “Galilei” di Arezzo. Per la classe di concorso B (studenti del triennio di scuole a indirizzo non chimico) il primo posto va a Xhanej Olgerti dell'istituto "Filippo Pacini" di Pistoia, il secondo Damiano Lucarelli del Liceo “Amedeo Di Savoia” di Pistoia e il terzo Liu Zhengming del Liceo “Ulisse Dini” di Pisa. Per la classe di concorso C (studenti del triennio di scuole a indirizzo chimico) primo classificato è Dario Papi, secondo Stefano Agardi e terzo Marco Morganti, tutti dell’ITIS “Buzzi” di Prato.
Verranno inoltre premiate le studentesse che hanno raggiunto il migliore piazzamento: Giulia Paggini del Liceo 'Città di Piero' di Sansepolcro per la categoria A, Silvia Oliveti dell'istituto "Anna Maria Enriques Agnoletti" di Sesto Fiorentino per la categoria B e Carolina Rosadini della scuola superiore “Galilei” di Arezzo per la categoria C.
Nella stessa occasione saranno premiati anche i vincitori del concorso grafico indetto dalla sezione SCI Toscana sul tema “Chimica e Sensazioni”, che sono Nicoletta Giosa al primo posto e Rebecca Mariotti al secondo del Liceo Artistico "Tito Sarrocchi" di Siena.
“I Giochi rappresentano già da qualche anno un vero e proprio appuntamento per i ragazzi delle scuole superiori – spiegano Maria Rosaria Tinè e Valentina Domenici – dopo le selezioni regionali una squadra nazionale verrà scelta in rappresentanza dell’Italia per le Olimpiadi della Chimica, che quest’anno si svolgeranno in Tailandia dal 6 al 15 luglio 2017”.
Un ringraziamento da parte degli organizzatori va infine agli enti e alle aziende che hanno sostenuto l’iniziativa: due spin-off dell'Ateneo pisano, SpinPET e Chema, Solvay, Huntsman, Nuova Solmine, Bioconsult, Labo2000, l'Ordine dei Chimici della Toscana, Federchimica nazionale e Zanichelli-scienze, che ogni anno prepara per i ragazzi le cartelline con i test.
Nella figura, il bozzetto vincitore del concorso grafico.
Agenda UNIPI: tutti gli eventi di venerdì 12 maggio
Venerdì 12 maggio alle 9,00 nell’aula magna della Scuola Medica dell’Università di Pisa (Via Roma, 55) si svolge il III Meeting del GIPaleo, il Gruppo Italiano di Paleopatologia. Per l’occasione sarà inaugurato anche il parziale riallestimento del Museo di Anatomia Patologica, che sarà completato nel giro dei prossimi mesi, un traguardo che è stato reso possibile soprattutto grazie ad un contributo della Fondazione Pisa.
Venerdì 12 maggio alle 14,30 nell’aula magna del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa (Via Cosimo Ridolfi, 10) si svolge il workshop su “La Banca di Raffaele Mattioli” al quale partecipano autorevoli esponenti del mondo accademico e bancario, tra i quali il presidente della Banca IMI, Gaetano Miccichè, e l'amministratore delegato della Cassa di Risparmio di San Miniato, Divo Gronchi. L’iniziativa è incentrata sulla figura del banchiere ed economista Raffaele Mattioli (1895-1973) che per quarant'anni è stato al vertice della Banca Commerciale Italiana dando un contributo fondamentale allo sviluppo dell'economia italiana del secondo dopoguerra.
Venerdì 12 maggio alle 15 nell'aula Gerace del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa (Largo Bruno Pontecorvo, 3) si svolge l'incontro "IT Infrastructures for cloud, fog and mobility" con Giampaolo Mischi di Dell. L'incontro fa parte di un ciclo di seminari sul tema "Research, Innovation and Future of ICT", con rappresentanti di imprese del settore dell'ICT. L’obiettivo è quello di avvicinare la ricerca svolta all’interno del dipartimento alle ultime tendenze in fatto di innovazione industriale al fine di promuovere e di far emergere le sfide scientifiche e tecnologiche internazionali e di potenziare i contatti con le aziende.
Venerdì 12 maggio alle ore 15, al Polo Piagge dell’Università di Pisa (Via Giacomo Matteotti), Giuliano Amato terrà una lezione magistrale su "I rapporti con l'Unione Europea". L’evento conclude il primo ciclo di lezioni seminariali organizzate dai dipartimenti di Giurisprudenza e di Scienze politiche con l’obiettivo di promuovere la conoscenza della Costituzione italiana.
Venerdì 12 maggio alle 16.30 nella Sala Regia di Palazzo Gambacorti (Lungarno Gambacorti, 1) si svolge il seminario "Le Guerre dei Droni" organizzato dal Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace dell’Università di Pisa. All’evento partecipano Massimo Artini, vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, Maurizio Simoncelli dell’Istituto Ricerche Internazionale Archivio Disarmo e Francesco Vignarca, coordinatore nazionale Rete Italiana Disarmo. A seguire, alle 21 al cinema Arsenale (Vicolo Scaramucci), sarà proiettato il film "Diritto di uccidere" di Gavin Hood.
Venerdì 12 maggio alle 17 al Polo Carmignani dell’Università di Pisa (Piazza dei Cavalieri) Elisa Valero Ramos terrà una conferenza sulla genesi del progetto architettonico. L'incontro fa parte del ciclo di lezioni di architettura “Genesis” organizzato da studenti e professori del corso di laurea in Ingegneria Edile Architettura.
Venerdì 12 maggio alle 17.30, alla Libreria La Feltrinelli di Pisa (Corso Italia, 50) la professoressa Maria Antonella Galanti dell’Ateneo pisano presenta il romanzo “Colpo di sole. Una storia d'amore” di Emilia Pardo Bazán, (edizioni Ets) con la traduttrice Daniela Petrucci.
Ecco gli studenti vincitori della tappa toscana dei Giochi della Chimica
E’ arrivata alla conclusione la tappa toscana dei Giochi della Chimica, una manifestazione che da quest’anno vede la partecipazione attiva del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, con la presidente della Società chimica italiana Toscana, professoressa Maria Rosaria Tinè, e la delegata dei giochi per la Toscana, professoressa Valentina Domenici.
Alla finale hanno partecipato 365 studenti provenienti da una da una cinquantina di scuole superiori di tutta la regione e la premiazione dei vincitori avverrà sabato 13 maggio all’Istituto “Bernardino Lotti” di Massa Marittima. La cerimonia sarà introdotta una conferenza divulgativa del professor Andrea Pucci dell’Ateneo pisano intitolata “Polimeri che giocano con la luce”.
Ma ecco i nomi dei ragazzi e delle ragazze che saliranno sul podio. Per la classe di concorso A (studenti del biennio) al primo posto c’è Enrico Bolognesi dell’ITIS “Buzzi” di Prato, al secondo Vlad Vadim e al terzo Matteo Fascetto Sivillo, entrambi del “Galilei” di Arezzo. Per la classe di concorso B (studenti del triennio di scuole a indirizzo non chimico) il primo posto va a Xhanej Olgerti dell'istituto "Filippo Pacini" di Pistoia, il secondo Damiano Lucarelli del Liceo “Amedeo Di Savoia” di Pistoia e il terzo Liu Zhengming del Liceo “Ulisse Dini” di Pisa. Per la classe di concorso C (studenti del triennio di scuole a indirizzo chimico) primo classificato è Dario Papi, secondo Stefano Agardi e terzo Marco Morganti, tutti dell’ITIS “Buzzi” di Prato.
Verranno inoltre premiate le studentesse che hanno raggiunto il migliore piazzamento: Giulia Paggini del Liceo 'Città di Piero' di Sansepolcro per la categoria A, Silvia Oliveti dell'istituto "Anna Maria Enriques Agnoletti" di Sesto Fiorentino per la categoria B e Carolina Rosadini della scuola superiore “Galilei” di Arezzo per la categoria C.
Nella stessa occasione saranno premiati anche i vincitori del concorso grafico indetto dalla sezione SCI Toscana sul tema “Chimica e Sensazioni”, che sono Nicoletta Giosa al primo posto e Rebecca Mariotti al secondo del Liceo Artistico "Tito Sarrocchi" di Siena.
“I Giochi rappresentano già da qualche anno un vero e proprio appuntamento per i ragazzi delle scuole superiori – spiegano Maria Rosaria Tinè e Valentina Domenici – dopo le selezioni regionali una squadra nazionale verrà scelta in rappresentanza dell’Italia per le Olimpiadi della Chimica, che quest’anno si svolgeranno in Tailandia dal 6 al 15 luglio 2017”.
Un ringraziamento da parte degli organizzatori va infine agli enti e alle aziende che hanno sostenuto l’iniziativa: due spin-off dell'Ateneo pisano, SpinPET e Chema, Solvay, Huntsman, Nuova Solmine, Bioconsult, Labo2000, l'Ordine dei Chimici della Toscana, Federchimica nazionale e Zanichelli-scienze, che ogni anno prepara per i ragazzi le cartelline con i test.
Didascalia: Il bozzetto vincitore del concorso grafico.
All’Università di Pisa la staff training week dell’Erasmus “extra-europeo”
Sono ospiti dell’Università di Pisa per una settimana e avranno l’opportunità di conoscere da vicino le varie strutture dell’Ateneo e visitare la città. Sono i partecipanti alla staff training week dell’International Credit Mobility KA 107, il programma che può essere definito “l’Erasmus extra-europeo” o, meglio, l'Erasmus nei Paesi al di fuori dell'Unione Europea o di quelli normalmente ammessi all'Erasmus+ (come la Serbia). Il programma consente sia al personale accademico (docenti e tecnici) sia agli studenti afferenti al settore dell’istruzione superiore di paesi “oltre l’Europa” di partecipare a una esperienza di mobilità verso l’Europa, e vice versa.
Nella foto sopra: gli ospiti internazionali accolti in rettorato da Lisandro Benedetti Cecchi, prorettore per la ricerca in ambito europeo e internazionale, dalla professoressa Katherine Isaacs e dallo staff dell'Ufficio internazionale dell'Ateneo.
L’International Credit Mobility KA 107 è una delle grandi novità introdotte dal Programma Erasmus+ in cui l’Università di Pisa risulta uno dei pionieri in Italia. Grazie ad esso si sono aperte le porte di paesi non EU dei Balcani e di altri paesi extra-europei, dal Sud Est Asiatico all’Asia centrale, fino al Nord Africa. I partecipanti alla staff training week pisana sono Thanyaxay Kankong (Savannakhet University – Laos), Guo Guannan (Guangxi University - Cina), Janara Baitugolova (Naryn State University - Kyrgyzstan), Bolortuya Myagmarsuren (MUST - Mongolia), Zahra Ait Malek e Asma El Hachadi (Université Cadi Ayyad, Marrakech - Marocco).
Sempre nell’ambito della mobilità KA 107, sono a Pisa anche la professoressa Biljana Šimunović Bešlin (Novi Sad - Serbia) e la professoressa Bayarsaikhan Dashdondog (NUM - Mongolia) che hanno tenuto lezioni presso il Dipartimento di Civiltà e forme del sapere, e Lai Thi Ngoc (Vietnam National University of Agriculture), Rustam Daniyarov (Tashkent Pediatric Medical Insitute - Uzbekistan), Shaimaa Sahmoud (Suez Canal University, Egitto) e Doaa Ghareeb (Alessandria University), che svolgeranno attività scientifica presso laboratori universitari.
Anche da Pisa l’interesse verso la mobilità in questi paesi sta crescendo: i docenti, lo staff e i dottorandi interessati a partecipare al programma possono consultare questa pagina o scrivere all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
I paesi con cui l’Università di Pisa ha già aperto mobilità sono Cambogia, Cina, Laos, Mongolia, Vietnam, Kazakistan, Kirghizistan, Tajikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Egitto, Israele, Marocco e Serbia.