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Comunicati stampa

È stato inaugurato il Centro interuniversitario di ricerca e servizi sulla statistica avanzata per lo sviluppo equo e sostenibile, risultato della collaborazione fra il dipartimento di Statistica, informatica e applicazioni dell'Università di Firenze, il dipartimento di Economia e management dell'Università di Pisa e quello di Economia politica e statistica dell'Università di Siena. Il Centro, che avrà sede a Pisa con la previsione di ruotare successivamente nelle altre città, è stato presentato venerdì 15 maggio 2015, alla Gipsoteca di arte antica, da Alberto Tesi e Massimo Augello, rispettivamente rettori delle Università di Firenze e Pisa, Achille Lemmi in rappresentanza dell'Ateneo senese, e dal presidente dell'ISTAT, Giorgio Alleva, che ha tenuto una relazione dal titolo "L'esperienza dell'ISTAT nella misurazione del benessere".
Il Centro nasce dalla volontà della comunità scientifica toscana di approfondire e sviluppare una tematica che è - e sarà sempre più in futuro - di assoluta centralità istituzionale e politica. Lo sviluppo equo e sostenibile richiede infatti strumenti analitici in grado di trattare una realtà decisamente complessa, come quella collegata alla definizione di well-being secondo l'approccio del Premio Nobel, Amartya Sen. Questa supera e rende maggiormente realistico il concetto di benessere della dottrina economica tradizionale, collegata al principio di massimizzazione del reddito (o della spesa per consumi) per ottenere massimizzazione di benessere.
Su queste tematiche, nelle realtà accademiche toscane esiste un importante patrimonio di sperimentate conoscenze e di consolidati risultati di ricerca, formatosi in modo autonomo o in gruppi integrati di ricerca, spesso ancorati a finanziamenti di istituzioni pubbliche e private internazionali, sia locali che nazionali. Proprio per questo rilevante patrimonio comune, i promotori del Centro hanno voluto intitolare l'istituzione a uno dei più autorevoli studiosi dei temi della disuguaglianza e della distribuzione personale del reddito: il professore Camilo Dagum, che proprio nell'ambito scientifico toscano ha contribuito all'approfondimento e alla diffusione delle tematiche proprie del Centro stesso.
Il Centro interuniversitario di ricerca e servizi sulla statistica avanzata per lo sviluppo equo e sostenibile ha tra le sue finalità quelle di promuovere e favorire la cooperazione multidisciplinare nell'ambito della ricerca e dell'applicazione di metodi statistici avanzati, consolidati e/o alternativi, per la studio dello sviluppo equo e sostenibile, e di fornire una risposta specifica nell'ambito sopra indicato alla volontà espressa dalla Regione Toscana di sostenere la collaborazione fra università, l'integrazione fra sistema della ricerca e sistema produttivo. L'istituzione promuoverà inoltre ricerche applicate su temi che impegnino la sperimentazione di apporti multi e interdisciplinari; acquisirà incarichi di ricerca internazionali, nazionali, regionali e locali che permettano di verificare in modo incrementale gli avanzamenti scientifici della sperimentazione multidisciplinare, interdisciplinare e interateneo; organizzerà manifestazioni scientifiche nazionali e internazionali anche con il coinvolgimento di altri enti, istituzioni ed imprese; promuoverà, infine, accordi e convenzioni con centri e istituti di ricerca e sviluppo, con enti, Fondazioni e imprese, pubblici o privati, sia italiani che stranieri, operanti nei settori di interesse.
Il Consiglio scientifico è costituito dai professori Monica Pratesi, che è stata eletta come direttore, Simone D'Alessandro, Davide Fiaschi e Nicola Salvati per l'Università di Pisa; dai professori Marcello Galeotti, Laura Grassini, Filomena Maggino e Alessandra Petrucci per l'Università di Firenze; dai professori Gianni Betti, Giulio Ghellini, Laura Neri e Tiziano Razzolini per l'Università di Siena.

centro toscano statistica insideÈ stato inaugurato il Centro interuniversitario di ricerca e servizi sulla statistica avanzata per lo sviluppo equo e sostenibile, risultato della collaborazione fra il dipartimento di Statistica, informatica e applicazioni dell'Università di Firenze, il dipartimento di Economia e management dell'Università di Pisa e quello di Economia politica e statistica dell'Università di Siena. Il Centro, che avrà sede a Pisa con la previsione di ruotare successivamente nelle altre città, è stato presentato venerdì 15 maggio 2015, alla Gipsoteca di arte antica, da Alberto Tesi e Massimo Augello, rispettivamente rettori delle Università di Firenze e Pisa, Achille Lemmi in rappresentanza dell'Ateneo senese, e dal presidente dell'ISTAT, Giorgio Alleva, che ha tenuto una relazione dal titolo "L'esperienza dell'ISTAT nella misurazione del benessere".
Il Centro nasce dalla volontà della comunità scientifica toscana di approfondire e sviluppare una tematica che è - e sarà sempre più in futuro - di assoluta centralità istituzionale e politica. Lo sviluppo equo e sostenibile richiede infatti strumenti analitici in grado di trattare una realtà decisamente complessa, come quella collegata alla definizione di well-being secondo l'approccio del Premio Nobel, Amartya Sen. Questa supera e rende maggiormente realistico il concetto di benessere della dottrina economica tradizionale, collegata al principio di massimizzazione del reddito (o della spesa per consumi) per ottenere massimizzazione di benessere.
Su queste tematiche, nelle realtà accademiche toscane esiste un importante patrimonio di sperimentate conoscenze e di consolidati risultati di ricerca, formatosi in modo autonomo o in gruppi integrati di ricerca, spesso ancorati a finanziamenti di istituzioni pubbliche e private internazionali, sia locali che nazionali. Proprio per questo rilevante patrimonio comune, i promotori del Centro hanno voluto intitolare l'istituzione a uno dei più autorevoli studiosi dei temi della disuguaglianza e della distribuzione personale del reddito: il professore Camilo Dagum, che proprio nell'ambito scientifico toscano ha contribuito all'approfondimento e alla diffusione delle tematiche proprie del Centro stesso.
Il Centro interuniversitario di ricerca e servizi sulla statistica avanzata per lo sviluppo equo e sostenibile ha tra le sue finalità quelle di promuovere e favorire la cooperazione multidisciplinare nell'ambito della ricerca e dell'applicazione di metodi statistici avanzati, consolidati e/o alternativi, per la studio dello sviluppo equo e sostenibile, e di fornire una risposta specifica nell'ambito sopra indicato alla volontà espressa dalla Regione Toscana di sostenere la collaborazione fra università, l'integrazione fra sistema della ricerca e sistema produttivo. L'istituzione promuoverà inoltre ricerche applicate su temi che impegnino la sperimentazione di apporti multi e interdisciplinari; acquisirà incarichi di ricerca internazionali, nazionali, regionali e locali che permettano di verificare in modo incrementale gli avanzamenti scientifici della sperimentazione multidisciplinare, interdisciplinare e interateneo; organizzerà manifestazioni scientifiche nazionali e internazionali anche con il coinvolgimento di altri enti, istituzioni ed imprese; promuoverà, infine, accordi e convenzioni con centri e istituti di ricerca e sviluppo, con enti, Fondazioni e imprese, pubblici o privati, sia italiani che stranieri, operanti nei settori di interesse.
Il Consiglio scientifico è costituito dai professori Monica Pratesi, che è stata eletta come direttore, Simone D'Alessandro, Davide Fiaschi e Nicola Salvati per l'Università di Pisa; dai professori Marcello Galeotti, Laura Grassini, Filomena Maggino e Alessandra Petrucci per l'Università di Firenze; dai professori Gianni Betti, Giulio Ghellini, Laura Neri e Tiziano Razzolini per l'Università di Siena.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Toscana24.ilSole24Ore.com
GreenReport.it
TirrenoPisa.it
GoNews.it
Unifi.it

logo unipiCon riferimento a notizie di stampa apparse negli scorsi giorni su iniziative politiche programmate presso il Palazzo dei Congressi, di proprietà dell'Ateneo, l'Università di Pisa ricorda che esso è da diversi anni in uso con concessione di affitto a società privata, che definisce in totale autonomia l'utilizzo e la programmazione della struttura medesima. Con l'occasione, l'Ateneo intende ricordare che da sempre le proprie sedi istituzionali non sono disponibili per ospitare iniziative di partito e elettorali.

Con riferimento a notizie di stampa apparse negli scorsi giorni su iniziative politiche programmate presso il Palazzo dei Congressi, di proprietà dell'Ateneo, l'Università di Pisa ricorda che esso è da diversi anni in uso con concessione di affitto a società privata, che definisce in totale autonomia l'utilizzo e la programmazione della struttura medesima. Con l'occasione, l'Ateneo intende ricordare che da sempre le proprie sedi istituzionali non sono disponibili per ospitare iniziative di partito e elettorali.

Giovedì, 14 Maggio 2015 09:01

Passi avanti nella cura delle malattie rare

malattia rara insideUna ricerca scientifica tutta italiana ha confermata l'efficacia del metodo Dried Blood Spot (DBS) per la diagnosi precoce di una rara patologia genetica, la malattia di Pompe. Si tratta dello studio LOPED, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry. L'indagine, promossa dall'Associazione Italiana Miologia, ha coinvolto 17 centri italiani per la cura delle malattie neuromuscolari fra cui anche l'Università di Pisa.

Per valutare la diffusione della patologia nella sua forma ad esordio tardivo sono state sottoposte all'indagine oltre mille persone di età superiore ai 5 anni utilizzando un semplice test di screening, la metodica del Dried Blood Spot (DBS), che prevede il prelievo e l'analisi di una goccia di sangue essiccata su filtri di carta bibula, una speciale carta assorbente per filtrare liquidi organici.
La malattia di Pompe, dovuta a una carenza dell'enzima a-glucosidasi e al conseguente abnorme accumulo cellulare di glicogeno inutilizzato, può manifestarsi a diverse età della vita, da forme infantili che causano un grave impegno cardiaco e respiratorio, a quelle dell'adulto che possono arrivare a gabriele sicilianoconfinare i pazienti su una sedia a rotelle. E' ormai noto che l'inizio tempestivo della terapia enzimatica sostitutiva, oggi disponibile con una molecola di laboratorio, sia in grado di modificare il decorso della patologia, altrimenti orientato verso una inesorabile progressione.

"Il contributo del gruppo di ricercatori della Clinica Neurologica del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale – ha spiegato il professore Gabriele Siciliano (foto) dell'Ateneo pisano - è stato quello di rilevare in soggetti a rischio, ma in realtà pressoché asintomatici, quali fossero le conseguenze funzionali a livello muscolare del deficit dell'enzima interessato. Grazie all'utilizzo di metodiche in grado di studiare il metabolismo muscolare e i fenomeni della fatica ad esso connessi, siamo stati in grado di rilevare le alterazioni cliniche precoci della malattia sulla base delle quali definire il timing di un corretto intervento terapeutico".
L'unità della Clinica Neurologica dell'Università di Pisa da anni si occupa in modo particolare degli aspetti fisiopatologici e clinici con cui si manifesta il coinvolgimento muscolare in numerose malattie neurologiche, tra cui le distrofie muscolari o le malattie mitocondriali, ambiti nei quali coordina l'attività di reti di ricerca multicentriche nazionali e internazionali.

Una ricerca scientifica tutta italiana ha confermata l'efficacia del metodo Dried Blood Spot (DBS) per la diagnosi precoce di una rara patologia genetica, la malattia di Pompe. Si tratta dello studio LOPED, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry. L'indagine, promossa dall'Associazione Italiana Miologia, ha coinvolto 17 centri italiani per la cura delle malattie neuromuscolari fra cui anche l'Università di Pisa. Per valutare la diffusione della patologia nella sua forma ad esordio tardivo sono state sottoposte all'indagine oltre mille persone di età superiore ai 5 anni utilizzando un semplice test di screening, la metodica del Dried Blood Spot (DBS), che prevede il prelievo e l'analisi di una goccia di sangue essiccata su filtri di carta bibula, una speciale carta assorbente per filtrare liquidi organici.
La malattia di Pompe, dovuta a una carenza dell'enzima a-glucosidasi e al conseguente abnorme accumulo cellulare di glicogeno inutilizzato, può manifestarsi a diverse età della vita, da forme infantili che causano un grave impegno cardiaco e respiratorio, a quelle dell'adulto che possono arrivare a confinare i pazienti su una sedia a rotelle. E' ormai noto che l'inizio tempestivo della terapia enzimatica sostitutiva, oggi disponibile con una molecola di laboratorio, sia in grado di modificare il decorso della patologia, altrimenti orientato verso una inesorabile progressione.
"Il contributo del gruppo di ricercatori della Clinica Neurologica del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale – ha spiegato il professore Gabriele Siciliano dell'Ateneo pisano - è stato quello di rilevare in soggetti a rischio, ma in realtà pressoché asintomatici, quali fossero le conseguenze funzionali a livello muscolare del deficit dell'enzima interessato. Grazie all'utilizzo di metodiche in grado di studiare il metabolismo muscolare e i fenomeni della fatica ad esso connessi, siamo stati in grado di rilevare le alterazioni cliniche precoci della malattia sulla base delle quali definire il timing di un corretto intervento terapeutico".
L'unità della Clinica Neurologica dell'Università di Pisa da anni si occupa in modo particolare degli aspetti fisiopatologici e clinici con cui si manifesta il coinvolgimento muscolare in numerose malattie neurologiche, tra cui le distrofie muscolari o le malattie mitocondriali, ambiti nei quali coordina l'attività di reti di ricerca multicentriche nazionali e internazionali.

walkman2 insideE' in partenza per Los Angeles da Genova il team dell'Istituto Italiano di Tecnologia con il robot Walkman per partecipare alla prima edizione del DARPA Robotics Challenge (DRC), la competizione internazionale tra squadre di robotici lanciata nel settembre 2012 dall'Agenzia per la ricerca avanzata del dipartimento di difesa statunitense (DARPA) che ha l'obiettivo di definire gli standard tecnologici dei robot da impiegare in situazioni di disastro naturale o causato dall'uomo.

La competizione che si terrà a Pomona, vicino Los Angeles in California, i prossimi 5 e 6 giugno, vedrà confrontarsi 25 team, provenienti da USA, Giappone, Corea del Sud, Europa, Hong Kong, Repubblica Popolare Cinese. Tra i competitors di Walkman, i robot del Jet PropulsionLabs della NASA e quello sviluppato dal DARPA con Boston Dynamics che verrà utilizzato da 7 squadre, tra cui quella del MIT. In palio 3,5 milioni di dollari che si aggiudicheranno le prime tre squadre classificate.

Il robot Walkman è stato ideato e realizzato dall'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, in collaborazione con il Centro di Ricerca"E. Piaggio" dell'Università di Pisa, all'interno di un progetto finanziato dalla Commissione Europea dalla fine del 2013. Il team italiano è l'unica realtà in Europa che parteciperà alla competizione su invito diretto dal DARPA. "Per la forza del suo team e delle loro idee, credo che la loro partecipazione al DRC aumenterà la qualità della competizione nel suo insieme": queste le parole usate da Gill Pratt, direttore del programma DRC nella lettera di invito indirizzata al ricercatore di IIT Nikolaos Tsagarakis, che guiderà il team durante la competizione.

Secondo Tsagarakis "il confronto con le altre squadre all'interno di uno scenario realistico è importante per verificare che ci stiamo muovendo nella direzione giusta. La partecipazione alla DRC è solo uno dei nostri obiettivi, poiché in seguito ci confronteremo con altri scenari definiti insieme agli enti di Protezione Civile".

"Le abilità del robot " aggiunge Antonio Bicchi, co-coordinatore scientifico del progetto WalkMan "discendono dalla forma umanoide, necessaria per un robot che in futuro dovrà convivere con gli uomini e adattarsi ai loro ambienti. Le mani, per esempio, sono uno sviluppo della "Pisa/IIT SoftHand", basata su un disegno e un principio di funzionamento simile a quello di una mano umana, che la rendono in grado di afferrare tutti i tipi di oggetti. "Ugualmente cruciale per la riuscita della competizione – prosegue Bicchi, coordinatore del gruppo di robotica del Centro "E. Piaggio" e senior scientist di IIT – è stato il lavoro dei ricercatori pisani guidati da Lucia Pallottino, mettendo a punto interfacce per la comunicazione naturale tra il robot ed il team di guida, e gli algoritmi per rendere autonomo il robot in quelle fasi dove il pilota non potrà vederlo e guidarlo."

walkman quad 2 insideLe abilità dei robot che verranno valutate durante la DRC sono molteplici: camminare e operare in autonomia, salire scale e superare altri ostacoli, aprire porte e girare valvole, manovrare utensili di lavoro, guidare un veicolo tipo Ranger. La competizione coinvolge sia i robot sia le squadre di scienziati che li comandano. Gli elementi tecnici che definiranno il loro successo saranno: il software e l'interfaccia di controllo sviluppati da ciascuna squadra, la strategia pensata per superare le difficoltà dello scenario, le tecnologie volte a garantire equilibrio, robustezza, destrezza ed efficienza energetica. In più circostanze le comunicazioni fra il team e il robot verranno interrotte per rendere ancor più veritiera la simulazione di una situazione di emergenza.

"Siamo molto orgogliosi di potere partecipare alla DRC con un progetto costruito interamente in Italia e in rappresentanza dell'Europa – sottolinea Roberto Cingolani, direttore scientifico di IIT - Sono molti i paesi del mondo che investono nelle tecnologie robotiche, proprio per il loro valore applicativo, dalla domotica ai risvolti biomedicali e industriali. Walkman è la dimostrazione che anche l'Europa, e in primis l'Italia, gioca un ruolo decisivo per lo sviluppo del settore, in particolare nella definizione degli standard tecnologici di una delle principali tecnologie del futuro."

Il robot Walkman è un umanoide alto1,85 metri e pesante 100 chili,è munito di batteria che gli permette di avere un'autonomia di un'ora ed è in grado di camminare, aprire porte e utilizzare strumenti di lavoro come un trapano, e chiudere e aprire una valvola industriale.

Walkman, si distingue per alcune caratteristiche uniche: il movimento elastico dei giunti che gli permettono di avere un movimento fluido e sicuro nell'interazione con l'uomo e con l'ambiente; un ridotto consumo di energia; leggerezza delle gambe prive di motori lungo la parte bassa; versatilità e destrezza nella manipolazione. Il busto è in grado di ruotare di 180 gradi, facilitando così la manipolazione degli oggetti in ogni direzione intorno al robot, mentre le braccia possono ruotare all'indietro facilitando le azioni dietro la schiena. La prova più difficile per i ricercatori di IIT e del centro Piaggio sarà manovrare il robot per guidare l'auto.

 

E' in partenza per Los Angeles da Genova il team dell'Istituto Italiano di Tecnologia con il robot Walkman per partecipare alla prima edizione del DARPA Robotics Challenge (DRC), la competizione internazionale tra squadre di robotici lanciata nel settembre 2012 dall'Agenzia per la ricerca avanzata del dipartimento di difesa statunitense (DARPA) che ha l'obiettivo di definire gli standard tecnologici dei robot da impiegare in situazioni di disastro naturale o causato dall'uomo.

La competizione che si terrà a Pomona, vicino Los Angeles in California, i prossimi 5 e 6 giugno, vedrà confrontarsi 25 team, provenienti da USA, Giappone, Corea del Sud, Europa, Hong Kong, Repubblica Popolare Cinese. Tra i competitors di Walkman, i robot del Jet PropulsionLabs della NASA e quello sviluppato dal DARPA con Boston Dynamics che verrà utilizzato da 7 squadre, tra cui quella del MIT. In palio 3,5 milioni di dollari che si aggiudicheranno le prime tre squadre classificate.

Il robot Walkman è stato ideato e realizzato dall'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, in collaborazione con il Centro di Ricerca"E. Piaggio" dell'Università di Pisa, all'interno di un progetto finanziato dalla Commissione Europea dalla fine del 2013. Il team italiano è l'unica realtà in Europa che parteciperà alla competizione su invito diretto dal DARPA. "Per la forza del suo team e delle loro idee, credo che la loro partecipazione al DRC aumenterà la qualità della competizione nel suo insieme": queste le parole usate da Gill Pratt, direttore del programma DRC nella lettera di invito indirizzata al ricercatore di IIT Nikolaos Tsagarakis, che guiderà il team durante la competizione.

Secondo Tsagarakis "il confronto con le altre squadre all'interno di uno scenario realistico è importante per verificare che ci stiamo muovendo nella direzione giusta. La partecipazione alla DRC è solo uno dei nostri obiettivi, poiché in seguito ci confronteremo con altri scenari definiti insieme agli enti di Protezione Civile".

"Le abilità del robot " aggiunge Antonio Bicchi, co-coordinatore scientifico del progetto WalkMan "discendono dalla forma umanoide, necessaria per un robot che in futuro dovrà convivere con gli uomini e adattarsi ai loro ambienti. Le mani, per esempio, sono uno sviluppo della "Pisa/IIT SoftHand", basata su un disegno e un principio di funzionamento simile a quello di una mano umana, che la rendono in grado di afferrare tutti i tipi di oggetti. "Ugualmente cruciale per la riuscita della competizione – prosegue Bicchi, coordinatore del gruppo di robotica del Centro "E. Piaggio" e senior scientist di IIT – è stato il lavoro dei ricercatori pisani guidati da Lucia Pallottino, mettendo a punto interfacce per la comunicazione naturale tra il robot ed il team di guida, e gli algoritmi per rendere autonomo il robot in quelle fasi dove il pilota non potrà vederlo e guidarlo."

Le abilità dei robot che verranno valutate durante la DRC sono molteplici: camminare e operare in autonomia, salire scale e superare altri ostacoli, aprire porte e girare valvole, manovrare utensili di lavoro, guidare un veicolo tipo Ranger. La competizione coinvolge sia i robot sia le squadre di scienziati che li comandano. Gli elementi tecnici che definiranno il loro successo saranno: il software e l'interfaccia di controllo sviluppati da ciascuna squadra, la strategia pensata per superare le difficoltà dello scenario, le tecnologie volte a garantire equilibrio, robustezza, destrezza ed efficienza energetica. In più circostanze le comunicazioni fra il team e il robot verranno interrotte per rendere ancor più veritiera la simulazione di una situazione di emergenza.

"Siamo molto orgogliosi di potere partecipare alla DRC con un progetto costruito interamente in Italia e in rappresentanza dell'Europa – sottolinea Roberto Cingolani, direttore scientifico di IIT - Sono molti i paesi del mondo che investono nelle tecnologie robotiche, proprio per il loro valore applicativo, dalla domotica ai risvolti biomedicali e industriali. Walkman è la dimostrazione che anche l'Europa, e in primis l'Italia, gioca un ruolo decisivo per lo sviluppo del settore, in particolare nella definizione degli standard tecnologici di una delle principali tecnologie del futuro."

Il robot Walkman è un umanoide alto1,85 metri e pesante 100 chili,è munito di batteria che gli permette di avere un'autonomia di un'ora ed è in grado di camminare, aprire porte e utilizzare strumenti di lavoro come un trapano, e chiudere e aprire una valvola industriale.
Walkman, si distingue per alcune caratteristiche uniche: il movimento elastico dei giunti che gli permettono di avere un movimento fluido e sicuro nell'interazione con l'uomo e con l'ambiente; un ridotto consumo di energia; leggerezza delle gambe prive di motori lungo la parte bassa; versatilità e destrezza nella manipolazione. Il busto è in grado di ruotare di 180 gradi, facilitando così la manipolazione degli oggetti in ogni direzione intorno al robot, mentre le braccia possono ruotare all'indietro facilitando le azioni dietro la schiena. La prova più difficile per i ricercatori di IIT e del centro Piaggio sarà manovrare il robot per guidare l'auto.

Venerdì 15 maggio dalle 10, nell'aula G1 del Polo Ex-Guidotti in via Trieste si svolgerà una giornata di studi dedicata alle metodologie di studio delle arti applicate. L'incontro, organizzato dalla professoressa Antonella Capitanio, sarà aperto dalla presentazione della donazione all'Università di Pisa della biblioteca personale di Donata Devoti, dal 1970 primo docente di arti applicate dell'Ateneo pisano.
"La Biblioteca di Storia delle Arti - ha detto Antonella Capitanio - si è così arricchita di circa 1.500 volumi legati essenzialmente alla storia delle arti applicate, ma non solo. A raccoglierli con la curiosità e la passione di una vita è stata Donata Devoti e a donarli dopo la sua dolorosa scomparsa il marito Paolo Lombardi. Si tratta di un patrimonio librario che fotografa gli interessi di una studiosa, ma anche i tempi e la cultura in cui sono maturati: prima di tutto dunque la storia e la tecnica dei tessuti antichi, settore di studio di cui Donata Devoti è stata esperta di riconosciuto rilievo internazionale".
Alla giornata di studio interverranno Giuseppe Buttazzo, presidente del Sistema Bibliotecario d'Ateneo, Marco Collareta dell'Università di Pisa, Pierluigi Leone De Castris dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, Simonetta Castronovo del Museo Civico Arte Antica di Torino, Dora Liscia Bemporad dell'Università di Firenze, Alessandro Della Latta del Kunsthistorisches Institut in Florenz e Domenica Digilio del Restauro e Studio Tessili di Pisa.

Martedì 12 maggio è stato pubblicato sul sito TED (Tenders Electronic Daily), versione online del "Supplemento alla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea" per gli appalti pubblici europei, il bando di gara per i lavori di adeguamento, consolidamento e riorganizzazione funzionale dell'edificio denominato "La Sapienza", che comprende anche la fornitura e la posa in opera di arredi ordinari e tecnici. Il bando prevede inoltre la contestuale cessione, a titolo di corrispettivo contrattuale parziale, di un immobile di proprietà dell'Ateneo.
Il valore stimato dei lavori è di circa 9 milioni e 800 mila euro, più IVA, e il termine ultimo di esecuzione è fissato in 308 giorni a partire dall'aggiudicazione dell'appalto. La procedura di gara, di tipo aperta, pone come termine per il ricevimento delle offerte il 29 giugno 2015, mentre l'apertura delle buste con le offerte è prevista per il giorno successivo.
Il bando è consultabile sul sito della Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea, all'indirizzo:
http://ted.europa.eu/udl?uri=TED:NOTICE:162726-2015:TEXT:IT:HTML&src=0

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