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Comunicati stampa
Giovedì, 26 Marzo 2015 10:06

'La gioia ha i piedi scalzi'

denuccio1Si è tenuta venerdì 27 marzo, nella Saletta delle Edizioni ETS, la presentazione del libro La gioia ha i piedi scalzi, di Giacomo De Nuccio, Nicoletta Prandoni e Fabio Scarso. Il volume raccoglie alcune immagini di viaggio scattate da Prandoni e Scarso e le poesie ispirate alle immagini scritte da De Nuccio.

Giacomo De Nuccio è uno dei ragazzi affetti dalla Sindrome "X fragile", che anche grazie all'USID ha frequentato i corsi universitari con grande successosi, laureandosi in Lettere moderne all'Università di Pisa. Giacomo ha scelto gli studi letterari un po' per piacere e un po' per dovere, affinché la parola, per lui tanto avara nella comunicazione verbale, gli sia più amica almeno in quella scritta e appaia fonte di speranza a tutti coloro che la vita ha posto su sentieri impervi paralleli al suo. Insieme agli autori, alla presentazione sono intervenuti il prorettore per la Didattica e presidente della Conferenza Nazionale Universitaria Delegati Disabilità, Paolo Mancarella, e la professoressa Annamaria Cotrozzi.

Pubblichiamo di seguito l'Introduzione al volume, a firma della scrittrice e poetessa Ludovica Cantarutti, e alcune foto del libro.

 

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 Sulle ali del cavallo di cristallo

cavallo

Lo scrittore e poeta statunitense Jack Kerouac nel suo libro intitolato Satori a Parigi afferma come "si viaggi per cambiare idea". Ma è proprio necessario viaggiare per mutare le proprie idee, ci si domanda? Perché, nel caso di questo libro, nel caso di artisti che qui esprimono la loro empatia raccogliendo ciascuno a modo proprio le espressioni del loro talento artistico, nel caso soprattutto di uno degli artisti, Giacomo De Nuccio, il viaggio non influenza la sua arte di poeta. Se, infatti, Nicoletta e Fabio viaggiano ripetutamente in lungo e in largo per tutti i continenti, producendo fine materiale di testimonianza, nel caso di Giacomo, come dicevo, non è così. In questo libro che ha già di per sè un titolo emblematico La gioia ha i piedi scalzi il viaggio per Giacomo è di tutt'altro genere, è di quel genere intellettuale capace di sostituire lo spostamento reale tanto da far credere di essere stato "al seguito". È lo straordinario "rovesciamento" prerogativa dei poeti quando la loro ispirazione va oltre tutto e tutti e non è "testimonianza", ma "affermazione".
Nel connubio fra le foto delle varie civiltà prodotte da Nicoletta e Fabio ed i versi aderenti alle immagini di Giacomo si sgrana un rosario colorato e particolare.

Così se la ragazza dal vestito nero e la testa coperta sorride con eleganza i versi fanno da eco Ho un sorriso/ non lo vendo./ Non è saldo di fine stagione/ non lo metto in prigione/ non lo affido al primo offerente...

sorriso

Se la foto offre delle piccole mani il poeta dice: Sono mani che sanno/ la pietà dell'ascolto/al racconto che snoda/ dai tuoi occhi sul mondo sgranati/ e da ciascuna tua piega...

E mentre ancora l'immagine riporta un mongolo a cavallo la poesia sarà... ed è un cavallo di cristallo/ il mio indomabile cuore/ mentre cavalco un futuro/ di impalpabili illusioni,/ eteree nuvole/ che il mio tempo fuggente/ disegnano di un colore/ infinito di speranza.

C'è un'apparenza che va sfatata, quella di credere che la fotografia in generale la faccia da padrona nei libri illustrati pur se lasciata al commento dello scrittore. In questo caso, non me ne vogliano gli amici Nicoletta e Fabio la cui bravura ed efficacia nel fotografare è indiscutibile, in qualche modo il gioco si ribalta per quella genialità artistica che ha sempre distinto Giacomo De Nuccio che "a piedi scalzi" ormai da molto tempo insegue la Grande Gioia, quella del sublime incastro dei suoi pensieri con i suoi atti quotidiani.
Si tratta di un "viaggio" assolutamente unico che spesso elargisce a chi conosce e frequenta Giacomo l'idea che la vita sia qualcosa di veramente straordinario, anche se noi spesso ce ne dimentichiamo. E Giacomo De Nuccio, in questi giorni dottore in Lettere Moderne (Dipartimento di Filologia, Lettere e Linguistica dell'Università di Pisa) è qui proprio per farlo con dovizia di particolari.

Ludovica Cantarutti

simoncini Assegnati due importanti riconoscimenti internazionali nel campo della ginecologia e dell'ostetricia al professore Tommaso Simoncini, del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa nonché ginecologo in forze nell'Unità operativa di Ostetricia e ginecologia 1 dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana (a sinistra nella foto insieme al Prof. Joseph G. Shenker, Presidente dell'International Academy of Human Reproduction)
Durante il 16° World Congress on Human Reproduction, che si è svolto a Berlino dal 18 al 21 marzo, Simoncini è stato nominato a Fellow ad eundem della International Academy of Human Reproduction (IAHR). La IAHR è una istituzione accademica internazionale composto da 36 membri nominati in base a criteri di eccellenza per il loro contributo scientifico nel campo di medicina della riproduzione. La nomina a Fellow è un incarico a vita, e al momento Tommaso Simoncini è il più giovane tra tutti i Fellows dell'Academy.
Questo riconoscimento arriva a pochi mesi di distanza dall'attribuzione del premio internazionale "Arnaldo Bruno" che è stato conferito al professore Simoncini dall'Accademia Nazionale dei Lincei. L'Accademia dei Lincei, fondata nel 1603, è la più antica società accademica del mondo, e il premio "Arnaldo Bruno", presentato dal Presidente della Repubblica Italiana, è assegnato dopo una selezione internazionale estremamente competitiva basata sulla valutazione dei contributi scientifici in campo ginecologico.

Giovedì, 26 Marzo 2015 10:04

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Assegnati due importanti riconoscimenti internazionali nel campo della ginecologia e dell'ostetricia al professore Tommaso Simoncini, del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa nonché ginecologo in forze nell'Unità operativa di Ostetricia e ginecologia 1 dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana. Durante il 16° World Congress on Human Reproduction, che si è svolto a Berlino dal 18 al 21 marzo, Simoncini è stato nominato a Fellow ad eundem della International Academy of Human Reproduction (IAHR). La IAHR è una istituzione accademica internazionale composto da 36 membri nominati in base a criteri di eccellenza per il loro contributo scientifico nel campo di medicina della riproduzione. La nomina a Fellow è un incarico a vita, e al momento Tommaso Simoncini è il più giovane tra tutti i Fellows dell'Academy.
Questo riconoscimento arriva a pochi mesi di distanza dall'attribuzione del premio internazionale "Arnaldo Bruno" che è stato conferito al professore Simoncini dall'Accademia Nazionale dei Lincei. L'Accademia dei Lincei, fondata nel 1603, è la più antica società accademica del mondo, e il premio "Arnaldo Bruno", presentato dal Presidente della Repubblica Italiana, è assegnato dopo una selezione internazionale estremamente competitiva basata sulla valutazione dei contributi scientifici in campo ginecologico.

Il master in "Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione" (APC) dell'Università di Pisa, con il patrocinio della Prefettura di Pisa, organizza il prossimo venerdì 27 marzo una lectio magistralis di Michele Prestipino, procuratore aggiunto presso la Procura di Roma. Il seminario avrà come tema "La mafia, le mafie, le nuove mafie: metodo mafioso e modelli di espansione", e si svolgerà presso la sala Convegni della Prefettura di Pisa, in Piazza Mazzini 7, alle ore 16.00. Michele Prestipino, già in servizio presso le procure di Palermo e Reggio Calabria, si è occupato di recente dell'inchiesta "Mondo di Mezzo", che ha svelato un perverso intreccio tra politica e mafie che soffocava la città di Roma.

Michele Prestipino ha un'esperienza trentennale in magistratura, dal 1996 è stato sostituto procuratore a Palermo, componente della Direzione Distrettuale Antimafia. Nel novembre 2008 è diventato procuratore aggiunto presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, fino al 2013 quando, con voto unanime del CSM, si è trasferito a Roma. Durante la sua carriera ha svolto indagini importanti, tra cui quella sulle diverse articolazioni del sistema Provenzano, da quelle economico-finanziarie a quelle operative e militari, che hanno portato nel 2006 all'arresto del capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, dopo quarant'anni di latitanza.

Per ulteriori informazioni http://masterapc.sp.unipi.it/.

I ricercatori dell'Università di Pisa ce l'hanno fatta, ancora prima della fine della campagna di crowdfunding lanciata un mese fa su Kickstarter il loro progetto ha raggiunto l'obiettivo dei 20.000 dollari e adesso VIPER il prodotto hi-tech nato nel mondo di Internet delle Cose, potrà andare in produzione. Dal prossimo lunedì, Daniele Mazzei del Centro Piaggio, Giacomo Baldi dell'Azienda ospedaliera universitaria pisana, Gualtiero Fantoni e Gabriele Montelisciani del dipartimento di Ingegneria civile e industriale inizieranno a ingegnerizzare la scheda e a finalizzare la suite del dispositivo ad alto tasso di tecnologia che promette di rivoluzionare e semplificare la nostra vita quotidiana rendendo accessibile qualsiasi oggetto tramite computer o cellulare.

L'Università di Pisa è stato il primo ateneo italiano a sbarcare su Kickstarter, la piattaforma internazionale di crowdfunding per progetti creativi, e in meno di un mese ha raccolto circa 20.700 dollari, superando addirittura l'obiettivo iniziale. Il dispositivo che i ricercatori andranno a realizzare potrà aiutare le persone a monitorare la propria casa senza dover fare tracce nei muri, permettendo di sapere, ad esempio, se il cane ha sete o se i bambini sono rientrati da scuola, di spegnere il riscaldamento se è stato lasciato inavvertitamente acceso o di controllare da lavoro se è stato chiuso il gas, il tutto con dei semplici click, senza dover avere una laurea in ingegneria o in informatica.

I risultati più interessanti raggiunti dal team di ricercatori pisani in questo mese di campagna di crowdfunding sono anche altri: la notizia di VIPER ha avuto grande risonanza, è apparsa in oltre 20 articoli su testate nazionali e locali, ha ricevuto post su blog generalisti, ma anche ottime e dettagliate descrizioni sui blog di ATMEL, ARM, Hackaday, buildinginternetofthings, a dimostrazione del valore del prodotto made in Pisa.

Inoltre la campagna di crowdfunding ha permesso alla neonata realtà di attivare le prime collaborazioni industriali con aziende italiane: la prima riguarda lo sviluppo di una particolare scheda con microcontrollore, mentre la seconda prevede lo sviluppo di 15 tavole rotanti sincronizzate da montare come espositori in una gioielleria parigina.

Inoltre i nostri ricercatori sono stati contattati per "agganciare" VIPER ai servizi cloud sviluppati all'interno di progetti europei ed è partita una prima collaborazione con un celebre autore di libri divulgativi su Arduino, sull'elettronica per hobbisti, sulle stampanti 3D e sul digital making.

toscolataIl primo assaggio di Toscolata, la cioccolata con i prodotti nel cuore, risultato dell'omonimo progetto coordinato dall'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Cnr, con la partecipazione dell'Università di Pisa, dell'Università di Siena, dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, è coinciso con l'annuncio del prossimo inizio – previsto entro maggio 2015 - della sperimentazione clinica, per valutare gli effetti benefici sul sistema cardiovascolare di 30 volontari, fra i 30 e i 65 anni. Il progetto Toscolata è stato finanziato dalla Regione Toscana ed ha ricevuto il patrocinio dei Comuni Montani del Casentino, della Società di Ortoflorofrutticultura Italiana (Soi), della Provincia di Siena, del vivaio forestale "Il Campino".

L'annuncio del "reclutamento" per questa "dolce" e "appetitosa" sperimentazione è arrivato durante la giornata di presentazione, ospitata proprio dalla Scuola Superiore Sant'Anna a Pisa, dove il partner di progetto e produttore della Toscolata, l'azienda Vestri di Arezzo, ha riproposto elementi tipici di una cioccolateria dove le tavolette si producono in maniera artigianale e dove sono stati presentanti gli ingredienti principali della Toscolata, tutti di origine toscana e provenienti da agricoltura biologica. La presentazione è culminata nell'assaggio della Toscolata, nella cui ricetta figurano la mela "Panaia rossa" e l'olio extravergine di oliva toscano e nella valutazione, attraverso una scheda di assaggio semplificata.

toscolata2All'iniziativa presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa hanno partecipato Marco Masi e Enrico Mario Pe', rispettivamente coordinatore dell'area educazione, istruzione, università e ricerca della Regione Toscana e direttore dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Sant'Anna di Pisa.

Claudio Cantini, coordinatore del progetto Toscolata, ne ha presentato obiettivi e risultati. Luca Sebastiani, dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna, si è soffermato sulle proprietà organolettiche e sui composti nutraceutici presenti nelle mele e nell'olio di oliva prodotto con varietà toscane. Per le mele, in questa prima fase lo studio ha preso in esame le antiche varietà del Casentino, come la "Panaia" rossa, la "Ruggina", la "Mora" e la "Nesta". Tra queste, la "Panaia" rossa è risultata particolarmente ricca in composti polifenolici (ricchi di sostanze antiossidanti, che possono contribuire a "rallentare l'invecchiamento") e quindi è stata scelta per arricchire il cioccolato da utilizzare nella sperimentazione clinica. Per l'olio la scelta è ricaduta su un olio di più varietà di olive, derivato da "Frantoio", "Leccino", "Moraiolo", ricco in biofenoli, sostanze antiossidanti. Patrizia Salusti, del Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università di Siena, ha presentato le procedure di preparazione di un cioccolato di alta qualità, com'è appunto la Toscolata, evidenziando le problematiche connesse alla tracciabilità degli ingredienti e del prodotto finito.

cioccolata7Rossella Di Stefano del dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica Molecolare e dell'area critica dell'Università di Pisa ha fornito indicazioni sul progetto clinico correlato alla Toscolata, con riferimento al paziente "ideale" e agli effetti salutistici attesi sulle cellule coinvolte nella riparazione del sistema cardiovascolare. Per la sperimentazione clinica, saranno arruolati 30 volontari, fra 35 e 65 anni, portatori di almeno tre fattori di rischio cardiovascolare come fumo, dislipidemia (colesterolo alto), familiarità per malattie cardiovascolari, sovrappeso, ipertensione (pressione alta).

I partecipanti alla studio saranno chiamati ad assumere 40 grammi di Toscolata ogni giorno, seguendo un protocollo sperimentale che alterna la Toscolata con olio extravergine e la Toscolata con mela "Panaia" rossa. All' inizio e al termine di ogni assunzione saranno eseguiti prelievi per dosare il numero di cellule ematiche circolanti, note per essere diminuite nei pazienti che presentano fattori di rischio cardiovascolare e importanti per evitare la progressione del danno che porta alla formazione della placca aterosclerotica, responsabile di infarto, ictus, ischemie periferiche. Il risultato atteso è che il numero di queste cellule possa aumentare dopo l'assunzione di Toscolata. A queste analisi saranno associate quelle dei metaboliti, in collaborazione con il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, per ottenere un profilo dei metaboliti esogeni (derivanti dall'assunzione di Toscolata) ed endogeni, coinvolti nella definizione del rischio cardiovascolare.

Per candidarsi, come volontario, alla fase clinica del progetto Toscolata è possibile scrivere ai seguenti indirizzi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

kickstarter fullI ricercatori dell'Università di Pisa ce l'hanno fatta, ancora prima della fine della campagna di crowdfunding lanciata un mese fa su Kickstarter il loro progetto ha raggiunto l'obiettivo dei 20.000 dollari e adesso VIPER, il prodotto hi-tech nato nel mondo di Internet delle Cose, potrà andare in produzione. Dal prossimo lunedì, Daniele Mazzei del Centro di ricerca "E. Piaggio", Giacomo Baldi dell'Azienda ospedaliera universitaria pisana, Gualtiero Fantoni e Gabriele Montelisciani del dipartimento di Ingegneria civile e industriale inizieranno a ingegnerizzare la scheda e a finalizzare la suite del dispositivo ad alto tasso di tecnologia che promette di rivoluzionare e semplificare la nostra vita quotidiana rendendo accessibile qualsiasi oggetto tramite computer o cellulare.

L'Università di Pisa è stato il primo ateneo italiano a sbarcare su Kickstarter, la piattaforma internazionale di crowdfunding per progetti creativi, e in meno di un mese ha raccolto circa 20.700 dollari, superando addirittura l'obiettivo iniziale. Il dispositivo che i ricercatori andranno a realizzare potrà aiutare le persone a monitorare la propria casa senza dover fare tracce nei muri, permettendo di sapere, ad esempio, se il cane ha sete o se i bambini sono rientrati da scuola, di spegnere il riscaldamento se è stato lasciato inavvertitamente acceso o di controllare da lavoro se è stato chiuso il gas, il tutto con dei semplici click, senza dover avere una laurea in ingegneria o in informatica.

team ricercatori VIPERI risultati più interessanti raggiunti dal team di ricercatori pisani in questo mese di campagna di crowdfunding sono anche altri: la notizia di VIPER ha avuto grande risonanza, è apparsa in oltre 20 articoli su testate nazionali e locali, ha ricevuto post su blog generalisti, ma anche ottime e dettagliate descrizioni sui blog di ATMEL, ARM, Hackaday, buildinginternetofthings, a dimostrazione del valore del prodotto made in Pisa.

Inoltre la campagna su Kickstarter ha permesso alla neonata realtà di attivare le prime collaborazioni industriali con aziende italiane: la prima riguarda lo sviluppo di una particolare scheda con microcontrollore, mentre la seconda prevede lo sviluppo di 15 tavole rotanti sincronizzate da montare come espositori in una gioielleria parigina.

I nostri ricercatori sono stati contattati per "agganciare" VIPER ai servizi cloud sviluppati all'interno di progetti europei ed è partita una prima collaborazione con un celebre autore di libri divulgativi su Arduino, sull'elettronica per hobbisti, sulle stampanti 3D e sul digital making.

Ne hanno parlato: 
Tirreno Pisa
LaStampa.it 
TirrenoPisa.it
askanews.it
PaginaQ 
Controcampus.it 
PisaToday.it

Martedì, 24 Marzo 2015 10:03

«Le strane coppie»

Stefano Brugnolo"Le strane coppie. Antagonismo e parodia dell'uomo comune" edito da Il Mulino è uno degli ultimi lavori di Stefano Brugnolo, professore di Critica letteraria e Letterature comparate del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa. Stefano Brugnolo ricopre attualmente la cattedra che fu del professore Francesco Orlando di cui è diretto allievo e con il quale si è laureato nel 1980 con una tesi dal titolo "Il surrealismo e la psicoanalisi freudiana: l'inconscio tra retorica e antiretorica". Presentiamo di seguito un intervento a sua firma in cui ci racconta del suo libro.


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Chiariamo subito cosa si intende per nel libro per 'strane coppie'? In linea di massima, le strane coppie di cui ci si occupa sono composte da individui 'fuori squadra' che sono complementari l'uno all'altro, simili ma diversi, antitetici ma uguali. Ne consegue che i personaggi sono presentati come due opposti che s'attraggono o due simili che si respingono. Le varianti possibili di queste combinazioni di diversità e uguaglianza, di affinità e contrasto sono tantissime. Il lungo e il corto, il grasso e il magro, il furbo e il tonto, il parolaio e il muto, ecc.

E' un tema diffusissimo che viene da lontano, che si ritrova già nella Commedia dell'Arte, e poi in tanta letteratura, ma anche nel circo, nel cabaret, nel varietà, nel cinema, alla televisione. Forse i massimi rappresentanti di questa tipologia di personaggi restano Don Chisciotte e Sancio Panza. Che se anche cominciano le loro avventure come servo e padrone, poi si trasformano sempre di più in amici che magari battibeccano e minacciano sempre di separarsi ma non possono farlo, perché si vogliono bene.

strane coppieDi strane coppie però è pieno il mondo: si pensi anche a quelle televisive recenti, a Gaspare e Zuzzurro, a Ficarra e Picone, ad Ale e Franz, e a tante altre. Nel libro si constata che si danno due fondamentali possibilità di rappresentazione: qualche volta sono solo loro i protagonisti assoluti e noi ci confrontiamo e identifichiamo con i due tipi; qualche volta invece a imbattersi in quei due strani tipi è un personaggio che se li vede venire avanti quando meno se l'aspettava (e allora noi lettori o spettatori siamo indotti ad indentificarci con il malcapitato). Sono di questo secondo tipo le strane coppie che se la prendono con i protagonisti di Kafka, ma anche il Gatto e la Volpe in Pinocchio. In questi casi più che protagonisti i due tipi sono gli antagonisti di qualche povero uomo qualunque. Del primo tipo sono invece per esempio le coppie formate da Stanlio e Ollio, da Bouvard e Pécuchet di Flaubert, da Vladimiro e Estragone di Beckett, da Jules e Vincent di Pulp Fiction. E perché no da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. e da tanti altri comici più recenti. Comunque sia, là dove le strane coppie entrano in campo - e quasi sempre lo fanno proponendosi grottescamente di realizzare compiti importanti e difficili -, creano garbugli, confusione, mulinelli, equivoci, qui pro quo, sia a livello di scambi verbali che di azioni vere e proprie.

A partire da questa constatazione il libro prova a rispondere a questa domanda: chi sono, cosa rappresentano questi personaggi? La risposta avanzata è questa: questi due tipi poco affidabili e raccomandabili costituiscono la parodia vivente di un soggetto moderno che si presume unico e saldo. Ne costituiscono insomma lo specchio rovesciato. Essi infatti spesso minacciano beffardamente la nostra integrità e rispettabilità di individui 'per bene', fanno sempre il verso alla nostra mediocre normalità, la imitano e la interpretano male, grottescamente, da pagliacci quali sono, ma comportandosi così ce ne restituiscono anche un'immagine dissacrante e illuminante. Insomma, l'ipotesi del libro, a volerla semplificare è che ognuno di noi può ritrovarsi e rivedersi in quelle nostre strane e brutte copie/coppie che sono Stanlio e Ollio, Bouvard e Pécuchet e tutti gli altri....


Stefano Brugnolo
Professore di Critica Letteraria e Letterature Comparate

Martedì, 24 Marzo 2015 09:57

La furbizia dei cavalli

Il cavallo è un animale furbo che capisce e segue le indicazioni dell'uomo, ma solo quando gli conviene. E' questo il risultato di uno studio condotto dei ricercatori del dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Pisa che per la prima volta ha dimostrato che i cavalli, contrariamente a quanto sinora documentato dalla letteratura scientifica, possiedono capacità cognitive evolute e memoria a breve termine. I risultati della ricerca, svolta da Paolo Baragli e Claudio Sighieri dell'Ateneo pisano in collaborazione con Paola Lovrovich dell'Italian Horse Protection Association, sono stati pubblicati sull'ultimo numero della rivista internazionale "Applied Animal Behaviour Science".
La ricerca è partita da un test condotto su 24 cavalli divisi in due gruppi. In entrambi i casi gli animali avevano di fronte tre secchi uguali e capovolti e dovevano indovinare sotto quale si nascondesse un pezzo di carota. Ma in un caso dovevano trovare la carota senza alcuna indicazione o aiuto, mentre nell'altro potevano vedere la persona che si avvicinava al secchio, nascondeva la carota e poi se ne andava.
"Nel corso della prova i cavalli – ha spiegato Paolo Baragli - hanno dimostrato di saper cambiare la propria strategia di ricerca per raggiungere il loro obiettivo, cioè la carota, nel più breve tempo possibile, a prescindere anche dagli indizi forniti dall'uomo".
In altre parole, i cavalli del gruppo che vedevano la persona nascondere la carota all'inizio sfruttavano questa indicazione ed erano più precisi, cioè andavano verso il secchio giusto, ma impiegavano più tempo. Con il succedersi delle prove gli animali hanno cambiato strategia e sono diventati meno precisi ma più veloci, capovolgendo anche tutti i secchi, sicuri comunque di trovare la carota.
"I risultati di questo test dimostrano che i cavalli sono in grado di comprendere e di usare il significato cognitivo delle indicazioni umane per compiere le proprie scelte – ha concluso Paolo Baragli – ma sono anche in grado di cambiare la propria strategia nel momento in cui si rendono conto che l'informazione ottenuta non è fondamentale per raggiungere l'obiettivo, soprattutto se può essere conquistato più velocemente in altro modo. E tutto ciò avviene in un arco di tempo, cioè la durata dei test, molto breve ad indicare il fatto che i cavalli possiedono sofisticate capacità di trovare rapidamente soluzioni diverse ad uno stesso problema, basandosi sull'esperienza fatta".

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