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Comunicati stampa

Si terrà venerdì 24 aprile, alle ore 11 nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, la cerimonia di conferimento dell'Ordine del Cherubino e di nomina dei Professori Emeriti. L'incontro sarà aperto dalla proiezione del nuovo video di presentazione dell'Ateneo, cui seguirà il saluto del rettore Massimo Augello, in cui, come da tradizione, verrà sviluppata una sintetica riflessione sullo stato dell'Università di Pisa e del sistema universitario italiano.

La cerimonia proseguirà con il saluto ai quattro nuovi Professori Emeriti e il conferimento dell'Ordine del Cherubino a dieci illustri docenti dell'Ateneo.

L'Ordine del Cherubino, unica onorificenza concessa dall'Università di Pisa, è assegnato ai docenti che hanno contribuito ad accrescere il prestigio dell'Ateneo per i loro particolari meriti scientifici e culturali o per il loro contributo alla vita e al funzionamento dell'Ateneo. Quest'anno i professori insigniti dell'Ordine del Cherubino sono, in ordine di anzianità di chiamata, Francesco Pegoraro, del dipartimento di Fisica; Pierpaolo Degano, del dipartimento di Informatica; Mirko Tavoni, del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica; Romano Giglioli, del dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni; Giacomo Lorenzini, del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali; Giuseppe Petralia, del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere; Giancarlo Galli, del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale; Marco Enrico Luigi Guidi, del dipartimento di Economia e Management; Gino Fornaciari, del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia; Sandra Vitolo, del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale.

La nomina a Professore Emerito mira a dare rilievo pubblico a questa figura, caratterizzata innanzitutto per aver svolto in modo esemplare i propri compiti istituzionali, e subito dopo, per la riconosciuta eccellenza del curriculum scientifico, la rilevante responsabilità e il prestigio internazionale dei ruoli ricoperti. I docenti che saranno nominati Professore Emerito sono Umberto Breccia, Paolo Corsini, Marcello Giorgi e Cesare Letta.

Giovedì 23 aprile si terrà la terza edizione del Congresso del dipartimento di Fisica "Enrico Fermi" dell'Università di Pisa, una giornata di incontri che ha lo scopo di far conoscere agli studenti le attività del dipartimento nella ricerca, nella didattica e per la diffusione della cultura scientifica, collocandole nel contesto mondiale. Quest'anno il programma prevede una parte dedicata alle attività istituzionali, seguita da presentazioni orali e tramite poster dei numerosi progetti di ricerca in corso. Nell'edizione 2015 le attività di ricerca saranno illustrate a partire da punti di vista differenti, con una sessione in cui i contributi orali vengono forniti da studenti e dottorandi, seguita da una sessione in cui saranno le ricercatrici e i ricercatori ad affrontare temi di ricerca di punta svolti nel dipartimento.

"Nel sistema della ricerca pisano, che vede anche Scuola Normale, Scuola Sant'Anna, INFN, CNR, INGV, EGO, Stella Maris e il tessuto delle imprese di alta tecnologia, il dipartimento è per quanto riguarda la Fisica l'istituzione più grande, e ha l'impegnativo compito di formare tutti i nuovi fisici – commenta il direttore Francesco Fidecaro – Come spesso succede, dal confronto e dalla discussione sorgono nuove idee, per cui il Congresso è anche un'occasione per cercare di capire come sarà possibile incidere sui futuri sviluppi della scienza e della tecnologia".

Nel corso della giornata, che si aprirà alle 8.45 nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, verranno mostrati numerosi risultati, tutti molto innovativi, per cui è stata prevista una ampia sessione di poster, dove i ricercatori più giovani avranno modo di presentare il loro lavoro e comunicare la loro passione per la ricerca. Tra gli impegni maggiori si notano lo studio delle proprietà del bosone di Higgs, scoperto con il contributo essenziale delle ricercatrici e ricercatori pisani, le numerose questioni aperte in cosmologia, la materia oscura, la formazione delle stelle, la ricerca di fenomeni rari come segnale di nuova fisica, i fondamenti della meccanica quantistica. Un grande interesse sta suscitando l'aumento della sensibilità dell'interferometro Virgo, e si stanno creando collaborazioni per gli studi astrofisici, tramite telescopi e il satellite "Fermi" per osservare ciò che rimane dopo l'emissione di un'onda gravitazionale.

Le notevoli competenze nel dominio dell'ottica e della Fisica della materia stanno portando a nuovi connubi, quali l'uso di sistemi quantistici per studiare le equazioni della Fisica teorica, oppure innovative tecniche da applicarsi alla risonanza magnetica per estrarre più informazioni da tessuti viventi. L'utilizzo di laser di grande potenza sta aprendo possibilità di accelerare particelle, oppure di produrre nanoparticelle e studiarne l'effetto su sistemi viventi.

A fianco vi è una intensa attività di sviluppo di nuovi rivelatori che serviranno ai futuri esperimenti, oppure che vedranno la loro applicazione alla raccolta di immagini mediche, usate per diagnosi o di aiuto alla terapia. Non mancano le ricerche a carattere applicato, dalla geofisica all'inquinamento acustico e al fotovoltaico, ma anche metodi della teoria applicati a situazioni completamente nuove. Vengono anche presentate le attività di diffusione della cultura scientifica, che il pubblico cittadino ha sempre mostrato di apprezzare.

Quattro incontri per parlare di prodotti naturali per la salute: tra aprile e giugno, il dipartimento di Farmacia dell'Università di Pisa organizza un ciclo di seminari rivolto principalmente a coloro che svolgono, o svolgeranno, una professione sanitaria riguardante la vendita, l'acquisto e la preparazione di prodotti di origine naturale – dall'integratore alla specialità galenica – ma anche a quanti desiderino approfondire le loro conoscenze su tali prodotti.

Durante i seminari, tenuti da docenti universitari e da professionisti del settore, verranno affrontate a 360 gradi le possibili problematiche relative all'uso di un prodotto naturale, dall'efficacia agli eventi avversi, trattando anche l'aspetto legislativo e il controllo di qualità, fino alle insidie degli acquisti on line.

Il ciclo di seminari, intitolato "I prodotti naturali per la salute: aggiornamenti per dispensarli in modo consapevole", si aprirà giovedì 23 aprile alle ore 14.30 nell'aula F8 del Polo Etruria, in via Diotisalvi. Nel primo incontro la professoressa Maria Cristina Breschi dell'Università di Pisa parlerà de "Il regno vegetale come fonte di farmaci", mentre la professoressa Carla Ghelardini dell'Università di Firenze illustrerà "Le insidie del naturale".

Gli altri appuntamenti sono in programma il 7 e il 21 maggio e il 4 giugno, con all'ordine del giorno temi come "Nutraceutica e corretti stili di vita", "Botanicals nei prodotti per la salute: aspetti regolatori", "Contraffazione ed e-commerce dei prodotti naturali per la salute", "Garantire la qualità naturale", "Fitoterapia in gravidanza e pediatria: come le nuove tecnologie ne migliorano l'efficacia".

Fermi 5 yr with constellation borders smallGiovedì 23 aprile si terrà la terza edizione del Congresso del dipartimento di Fisica "Enrico Fermi" dell'Università di Pisa, una giornata di incontri che ha lo scopo di far conoscere agli studenti le attività del dipartimento nella ricerca, nella didattica e per la diffusione della cultura scientifica, collocandole nel contesto mondiale. Quest'anno il programma prevede una parte dedicata alle attività istituzionali, seguita da presentazioni orali e tramite poster dei numerosi progetti di ricerca in corso. Nell'edizione 2015 le attività di ricerca saranno illustrate a partire da punti di vista differenti, con una sessione in cui i contributi orali vengono forniti da studenti e dottorandi, seguita da una sessione in cui saranno le ricercatrici e i ricercatori ad affrontare temi di ricerca di punta svolti nel dipartimento.

Virgo BS copia"Nel sistema della ricerca pisano, che vede anche Scuola Normale, Scuola Sant'Anna, INFN, CNR, INGV, EGO, Stella Maris e il tessuto delle imprese di alta tecnologia, il dipartimento è per quanto riguarda la Fisica l'istituzione più grande, e ha l'impegnativo compito di formare tutti i nuovi fisici – commenta il direttore Francesco Fidecaro – Come spesso succede, dal confronto e dalla discussione sorgono nuove idee, per cui il Congresso è anche un'occasione per cercare di capire come sarà possibile incidere sui futuri sviluppi della scienza e della tecnologia".

Nel corso della giornata, che si aprirà alle 8.45 nell'Aula Magna del Polo Fibonacci, verranno mostrati numerosi risultati, tutti molto innovativi, per cui è stata prevista una ampia sessione di poster, dove i ricercatori più giovani avranno modo di presentare il loro lavoro e comunicare la loro passione per la ricerca. Tra gli impegni maggiori si notano lo studio delle proprietà del bosone di Higgs, scoperto con il contributo essenziale delle ricercatrici e ricercatori pisani, le numerose questioni aperte in cosmologia, la materia oscura, la formazione delle stelle, la ricerca di fenomeni rari come segnale di nuova fisica, i fondamenti della meccanica quantistica. Un grande interesse sta suscitando l'aumento della sensibilità dell'interferometro Virgo, e si stanno creando collaborazioni per gli studi astrofisici, tramite telescopi e il satellite "Fermi" per osservare ciò che rimane dopo l'emissione di un'onda gravitazionale.

runLe notevoli competenze nel dominio dell'ottica e della Fisica della materia stanno portando a nuovi connubi, quali l'uso di sistemi quantistici per studiare le equazioni della Fisica teorica, oppure innovative tecniche da applicarsi alla risonanza magnetica per estrarre più informazioni da tessuti viventi. L'utilizzo di laser di grande potenza sta aprendo possibilità di accelerare particelle, oppure di produrre nanoparticelle e studiarne l'effetto su sistemi viventi.

TonelliA fianco vi è una intensa attività di sviluppo di nuovi rivelatori che serviranno ai futuri esperimenti, oppure che vedranno la loro applicazione alla raccolta di immagini mediche, usate per diagnosi o di aiuto alla terapia. Non mancano le ricerche a carattere applicato, dalla geofisica all'inquinamento acustico e al fotovoltaico, ma anche metodi della teoria applicati a situazioni completamente nuove. Vengono anche presentate le attività di diffusione della cultura scientifica, che il pubblico cittadino ha sempre mostrato di apprezzare.

Il programma completo della giornata è disponibile sul sito del Congresso.

studenti cinesi webUn accordo quadro con l'Università di Pechino per lo scambio di studenti e contatti con la Chongqing University per collaborazioni future: è rientrata da pochi giorni a Pisa la delegazione dell'Ateneo che ha preso parte al China International Education Exhibition Tour (CIEET), la più grande fiera cinese dedicata all'istruzione superiore ospitata a Pechino, in cui ogni anno si danno appuntamento i rappresentanti delle più importanti università del mondo. Arrivato alla diciannovesima edizione, il CIEET ha ospitato in questi anni più di 1300 istituzioni provenienti da 30 paesi e oggi ha il supporto di ambasciate straniere, enti governativi e media internazionali.

firma pechinoLa delegazione dell'Università di Pisa, composta dal prorettore per l'internazionalizzazione Alessandra Guidi e da Paola Cappellini, dell'Ufficio Internazionale, ha partecipato a Pechino a una cerimonia ufficiale in cui è stato firmato un memorandum of agreement con la Beijing Foreign Studies University, rappresentata dal rettore Peng Long. L'Ateneo pechinese è una delle migliori università della Cina e ha un dipartimento per l'insegnamento della lingua italiana con cui saranno attivati scambi di studenti.

Inoltre la delegazione pisana ha avuto diversi incontri con la Chongqing University – in particolare con il loro rettore Zhou Xuhong e con il professor Li Jing – per un accordo di collaborazione che prevede l'erogazione di borse di studio comprensive di vitto e alloggio per gli studenti pisani interessati a trascorrere un periodo di studio nella loro università.

A Chongqinq la delegazione dell'Ateneo ha inoltre incontrato il Console Generale d'Italia Sergio Maffettone e ha preso parte al board meeting annuale dell'Istituto Confucio di Pisa per il "Development Plan" insieme ai rappresentati della Scuola Superiore Sant'Anna, al professor Meng Weidong, vice rettore della Chongqing University, alla professoressa Wu Xueyan, direttrice dell'Istituto Confucio di Pisa e ai professori Li Hua, Zhao Chengping, Ran Maosheng e Li Jing.

beijing delegazione

Martedì, 21 Aprile 2015 08:59

Un caso storico di biodiversità

francolino neroA introdurlo in Toscana dalla Sicilia fu Lorenzo il Magnifico che ne importò alcuni esemplari come uccelli ornamentali per la sua villa di Poggio a Caiano vicino Firenze. Protagonista di questa storia è il francolino nero – nome scientifico Francolinus francolinus (Galliformes) – ormai estinto nel Mediterraneo occidentale e attualmente presente in un'area che si estende da Cipro e la Turchia attraverso il Medio Oriente e l'Asia centrale, fino al subcontinente indiano. A ricostruire la diffusione di questa specie, di cui si erano perse le tracce nei nostri cieli nel I secolo dopo Cristo sino alla sua ricomparsa in epoca medievale e alla nuova estinzione a fine Ottocento, sono stati Giovanni Forcina, Monica Guerrini e Filippo Barbanera dell'Unità di Zoologia-Antropologia del dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa. I risultati dell'indagine, realizzata in collaborazione, tra gli altri, con ricercatori dello Smithsonian Institution (Washington, USA), del Museo di Storia Naturale di Londra, e della Bahauddin Zakariya University (Pakistan), sono stati appena pubblicati nella rivista internazionale "Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America".
"La nostra ricerca ha accertato per la prima volta lo status esotico del francolino nero nel Mediterraneo occidentale – ha spiegato Filippo Barbanera dell'Ateneo pisano - ed ha consentito di tracciare la sua diffusione ad opera dell'uomo attraverso vie commerciali fin da distanti località dell'Asia meridionale ed orientale".
Lo studio, iniziato nel 2007 grazie ad una consolidata collaborazione con il Game Fund Service del Ministero degli Interni di Cipro, si è basato sull'analisi del DNA mitocondriale di circa 300 campioni di francolino, sia moderni che storici (XIII-XX secolo). Questi ultimi appartengono alle collezioni ornitologiche di 15 musei di storia naturale di Europa e Stati Uniti tra cui il museo di Ginevra (foto a sinistra) o quello de "La Specola" di Firenze, che ha consentito di campionare gli ultimi francolini italiani abbattuti nei pressi di Gela in Sicilia a metà Ottocento.
francolino nero Museo GinevraLe analisi genetiche sono state quindi integrate da una cospicua ricerca di tipo storico, letterario ed artistico che ha consentito di valutare, ad esempio, il ruolo svolto dai crociati e dai catalano-aragonesi nell'importare il francolino nero da Cipro alla Sicilia sino alla penisola iberica. Considerato infatti pregevole selvaggina sin dall'età classica, il francolino nero ha sempre suscitato un notevole interesse in virtù non solo del gusto delicato ma anche delle proprietà curative e perfino afrodisiache attribuite alle sue carni. Il drammaturgo greco Aristofane, l'epigrammista latino Marziale, il poeta Orazio, il filosofo e naturalista Plinio il Vecchio sono alcuni degli autori che lo hanno menzionato nelle loro opere. In seguito, nel Medioevo e nel Rinascimento, è stato preda ambita di caccia, come elegantemente dimostrato dall'affresco seicentesco "Il ritrovo dei cacciatori" esposto alla Galleria Palatina a Firenze. E non ultimo, nell'ambito della tradizione medica islamica, la digeribilità della sua carne ha fatto sì che fosse incluso tra i cibi particolarmente indicati ai pellegrini diretti alla Mecca.
"Questo lavoro testimonia le potenzialità delle collezioni museali per lo studio della fauna selvatica in termini di evoluzione, ricostruzione degli spostamenti (anche quelli mediati dall'uomo) e risoluzione di problemi in ambito archeozoologico – ha concluso Filippo Barbanera – così come l'importanza degli studi genetici al fine di comprendere l'impatto dell'uomo nella ridistribuzione della biodiversità attualmente in corso su scala globale (omogenizzazione biotica)".

Ne hanno parlato:
AdnKronos
Tirreno.it
Focus.it
Panorama.it
Tempo.it
EarthDay.it
LiberoQuotidiano.it
Nazione.it
GoNews.it
StampToscana.it
FirenzeOnLine.it
GreenReport.it
AnimalGlamour.it
ControCampus.it
PisaInformaFlash.it

A introdurlo in Toscana dalla Sicilia fu Lorenzo il Magnifico che ne importò alcuni esemplari come uccelli ornamentali per la sua villa di Poggio a Caiano vicino Firenze. Protagonista di questa storia è il francolino nero – nome scientifico Francolinus francolinus (Galliformes) – ormai estinto nel Mediterraneo occidentale e attualmente presente in un'area che si estende da Cipro e la Turchia attraverso il Medio Oriente e l'Asia centrale, fino al subcontinente indiano. A ricostruire la diffusione di questa specie, di cui si erano perse le tracce nei nostri cieli nel I secolo dopo Cristo sino alla sua ricomparsa in epoca medievale e alla nuova estinzione a fine Ottocento, sono stati Giovanni Forcina, Monica Guerrini e Filippo Barbanera dell'Unità di Zoologia-Antropologia del Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa. I risultati dell'indagine, realizzata in collaborazione, tra gli altri, con ricercatori dello Smithsonian Institution (Washington, USA), del Museo di Storia Naturale di Londra, e della Bahauddin Zakariya University (Pakistan), sono stati appena pubblicati nella rivista internazionale "Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America".
"La nostra ricerca ha accertato per la prima volta lo status esotico del francolino nero nel Mediterraneo occidentale – ha spiegato Filippo Barbanera dell'Ateneo pisano - ed ha consentito di tracciare la sua diffusione ad opera dell'uomo attraverso vie commerciali fin da distanti località dell'Asia meridionale ed orientale".
Lo studio, iniziato nel 2007 grazie ad una consolidata collaborazione con il Game Fund Service del Ministero degli Interni di Cipro, si è basato sull'analisi del DNA mitocondriale di circa 300 campioni di francolino, sia moderni che storici (XIII-XX secolo). Questi ultimi appartengono alle collezioni ornitologiche di 15 musei di storia naturale di Europa e Stati Uniti tra cui il museo di Ginevra o quello de "La Specola" di Firenze, che ha consentito di campionare gli ultimi francolini italiani abbattuti nei pressi di Gela in Sicilia a metà Ottocento.
Le analisi genetiche sono state quindi integrate da una cospicua ricerca di tipo storico, letterario ed artistico che ha consentito di valutare, ad esempio, il ruolo svolto dai crociati e dai catalano-aragonesi nell'importare il francolino nero da Cipro alla Sicilia sino alla penisola iberica. Considerato infatti pregevole selvaggina sin dall'età classica, il francolino nero ha sempre suscitato un notevole interesse in virtù non solo del gusto delicato ma anche delle proprietà curative e perfino afrodisiache attribuite alle sue carni. Il drammaturgo greco Aristofane, l'epigrammista latino Marziale, il poeta Orazio, il filosofo e naturalista Plinio il Vecchio sono alcuni degli autori che lo hanno menzionato nelle loro opere. In seguito, nel Medioevo e nel Rinascimento, è stato preda ambita di caccia, come elegantemente dimostrato dall'affresco seicentesco "Il ritrovo dei cacciatori" esposto alla Galleria Palatina a Firenze. E non ultimo, nell'ambito della tradizione medica islamica, la digeribilità della sua carne ha fatto sì che fosse incluso tra i cibi particolarmente indicati ai pellegrini diretti alla Mecca.
"Questo lavoro testimonia le potenzialità delle collezioni museali per lo studio della fauna selvatica in termini di evoluzione, ricostruzione degli spostamenti (anche quelli mediati dall'uomo) e risoluzione di problemi in ambito archeozoologico – ha concluso Filippo Barbanera – così come l'importanza degli studi genetici al fine di comprendere l'impatto dell'uomo nella ridistribuzione della biodiversità attualmente in corso su scala globale (omogenizzazione biotica)".

Martedì, 21 Aprile 2015 08:56

In ricordo di Elio Toaff

"L'Università di Pisa - ha detto il rettore Massimo Augello - ha appreso con tristezza la notizia della morte di Elio Toaff, che in qualità di rabbino capo ha rappresentato per molti decenni la massima autorità spirituale e morale ebraica in Italia. Nato a Livorno nel 1915, Toaff si è laureato alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Pisa nel 1938, discutendo con il professor Lorenzo Mossa una tesi sul conflitto legislativo in Palestina fra la legislazione ottomana, quella inglese e quella ebraica. Nel 2006 è stato insignito del "Campano d'Oro" dall'Associazione dei Laureati dell'Ateneo Pisano, in una cerimonia intensa e partecipata, alla quale è intervenuto l'ex presidente della Repubblica e suo grande amico, Carlo Azeglio Ciampi".
Per leggere il testo del discorso tenuto da Elio Toaff in occasione del conferimento del "Campano d'Oro", in cui l'ex rabbino capo ha ripercorso i suoi anni universitari, raccontando il coraggio del professor Mossa, che accettò di assegnargli la tesi di laurea malgrado le discriminazioni delle leggi razziali, che pur avevano dissuaso tanti suoi colleghi a fare altrettanto: http://www.unipi.it/index.php/tutte-le-news/item/5882-in-ricordo-di-elio-toaff

Tra i cinque finalisti che giovedì 16 aprile si sfideranno alla fiera dell'automazione di Hannover per il KUKA Innovation Award c'è anche un team del Centro di ricerca "E. Piaggio" dell'Università di Pisa che, in collaborazione con l'AASS Research Center dell'Università di Orebro (Svezia), presenterà un innovativo sistema di presa da applicare su un braccio robotico. I ragazzi dovranno fare una dimostrazione live della loro applicazione che è in grado di operare, in maniera del tutto autonoma, in un ambiente di lavoro - come un magazzino - in cui il robot deve prelevare oggetti disposti casualmente, appoggiarli su un pallet e trasportare tutto alla stazione di destinazione.
"Il nostro dispositivo di presa, chiamato Velvet-II – spiega Vinicio Tincani, ricercatore del Centro Piaggio – è un gripper capace di afferrare stabilmente oggetti di piccole dimensioni e forme differenti, come lattine, bottiglie, penne, piccole scatole e palline da tennis. Ha superfici attive e sensibili su ciascuna falange, in grado di manipolare oggetti una volta afferrati, quindi di ruotarli e traslarli mentre sono in presa stabile, di riconoscere le forze scambiate fra oggetto e gripper, di capire in quali punti avviene il contatto e infine di simulare diversi coefficienti di attrito fra oggetto e falangi".
Il dispositivo Velvet-II sarà montato sul braccio robotico "KUKA LBR iiwa", un prodotto ad elevato contenuto tecnologico prodotto dalla KUKA, un'azienda tedesca leader del settore che ogni anno lancia questa competizione con lo scopo primario di promuovere il trasferimento tecnologico da ambienti accademici all'industria e di favorire l'innovazione nel campo dell'automazione industriale: "Il nostro sistema è in grado di muoversi autonomamente in ambienti strutturati quali quelli delle fabbriche – continua TIncani - e grazie a speciali telecamere a bordo è in grado di riconoscere gli operai che indossano vesti particolari e quindi di cooperare con essi".
Il team del Centro Piaggio è composto da Vinicio Tincani e Gualtiero Fantoni, con la supervisione del professor Antonio Bicchi.

Lunedì, 20 Aprile 2015 09:15

In ricordo di Elio Toaff

Si è spento ala soglia dei cento anni Elio Toaff, l'ex rabbino capo che per molti decenni ha rappresentato la massima autorità spirituale e morale ebraica in Italia. Nato a Livorno nel 1915, Toaff si è laureato alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Pisa nel 1938, discutendo con il professor Lorenzo Mossa una tesi sul conflitto legislativo in Palestina fra la legislazione ottomana, quella inglese e quella ebraica. Nel 2006 Elio Toaff è stato insignito del "Campano d'Oro" dall'Associazione dei Laureati dell'Ateneo Pisano, alla presenza del suo grande amico ed ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Proponiamo di seguito il testo del discorso tenuto da Elio Toaff in occasione del conferimento del "Campano d'Oro", in cui l'ex rabbino capo ha ripercorso i suoi anni universitari, raccontando il coraggio del professor  Mossa, che accettò di assegnargli la tesi di laurea malgrado le discriminazioni delle leggi razziali, che pur avevano dissuaso tanti suoi colleghi a fare altrettanto.

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toaff1Sono veramente molto commosso per la manifestazione di stima e di affetto che avete voluto concedermi. Io non so come potrei contraccambiare questo sentimento che voi oggi mi fate sentire così caldo e così pieno di stima e allora vi dirò che, entrando nell'Università in cui ho passato momenti felici e anche momenti dolorosi, ho rivissuto l'atmosfera indefinibile che nell'Università di Pisa si sente, che è ancora qualche cosa di vivo, qualche cosa che mi sorprende per la profondità del sentimento.

Quando sono entrato in questo luogo, dico la verità, non avevo provato niente che mi attirasse, che risvegliasse qualche cosa nel mio intimo, che veramente mi facesse sentire a casa mia. Ho sbagliato: perché poco dopo mi sono sentito a casa mia, ho sentito veramente, attraverso le vostre espressioni e l'applauso che mi avete tributato, che c'è qualche cosa che ci lega, come il ricordo del professor Lorenzo Mossa, a cui debbo molto.

Nel 1938 nessuno voleva assegnarmi la tesi di laurea e quindi non avrei potuto laurearmi. Allora il professor Mossa mi invitò a casa sua e mi chiese: "Lei ha abbastanza coraggio?". Risposi: "Penso di sì". Allora Mossa propose: "Guardi, potrebbe fare una tesi sul conflitto legislativo in Palestina fra la legislazione ottomana, quella inglese e quella ebraica". Io accettai e così feci la mia tesi di laurea. Alla discussione, con Mossa, c'erano un altro professore di cui non ricordo il nome e il presidente della commissione Cesarini Sforza. Mossa mi presentò dicendo che avrei parlato di un paese che si stava avviando ad avere un destino felice e continuò su questo tono. A un certo punto, Cesarini Sforza si tolse la toga, la gettò sul tavolo e se ne andò. Io guardai stupito Mossa, non sapendo come si potesse procedere, e lui reagì a quello sguardo dicendo: "Vabbé, si farà in due, è lo stesso". Così continuammo la discussione della tesi di laurea e alla fine lui mi propose: "G - uardi 110 non glielo posso dare, si accontenta di 105?". "Anche troppo", replicai io. E lui: "Allora le darò 103!". Accettai felice.

Questi sono ricordi che non si possono cancellare e che si conservano per tutta la vita, finendo per far parte della stessa personalità di un individuo. Per questo debbo riconoscere che entrando in questa Università - ma non in quest'Aula dove non ero mai stato perché mi tenevano fuori - ho sentito risvegliare qualcosa in me, cioè il ricordo di quegli insegnanti che, al di là di ogni pregiudizio razziale, mi avevano trattato come tutti gli altri allievi.

Una volta, quando andavo dal professor Mossa, gli raccontai quello che mi era capitato durante il viaggio che facevo da Livorno per venire all'Università a Pisa. Alcuni giovani fascisti mi avevano fermato, mi avevano fatto distendere in uno scompartimento, mi avevano spogliato e avevano scritto delle frasi ingiuriose sulla mia pancia. Gli mostrai le scritte e lui ribattè: "Non lo cancelli! Si faccia fotografare, perché questo oltraggio deve rimanere per dimostrare fino a che punto si può arrivare con la politica". Era questa la politica che il fascismo insegnava ai giovani e questo il modo con cui essi dovevano comportarsi con gli ebrei. Bene, io possiedo ancora quella fotografia, perché mi sono sempre detto che non avrei mai dovuto dimenticare.

In questo mio breve ricordo, posso però aggiungere un episodio di segno opposto, legato al custode della Sapienza. Un giorno mi vide entrare e poco dopo mi affrontò chiedendomi di seguirlo. "Venga con me e non faccia discorsi", disse con tono perentorio. Mi portò in uno stanzino, mi chiuse all'interno con le chiavi e mi disse: "Le spiegherò". Solo dopo un'ora il custode si decise finalmente a riaprire. "Non mi ringrazia nemmeno?", chiese. Veramente io non vedevo alcuna ragione per ringraziarlo di avermi rinchiuso in uno sgabuzzino. Ma lui si spiegò: "lo sa perché l'ho rinchiusa? C'erano quattro fascisti che erano venuti a prenderla".

Fu una dimostrazione di fratellanza che non mi sarei aspettato e debbo dire che nel dopoguerra ho avuto modo di sdebitarmi con lui. Il custode era ormai anziano, aveva lasciato il posto di lavoro e se la passava male, così cercai di fare in modo che se la passasse un po' meglio.

In conclusione voglio ringraziarvi per avermi dato la possibilità di ricordare pezzi della mia vita qui con voi, in modo semplice e immediato, senza fare un discorso con la "d" maiuscola. Ho solo voluto parlare come uso fare di solito, senza salire in cattedra, cercando di arrivare con quelle espressioni che, uscendo dal cuore, entrano nel cuore.

Elio Toaff

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