Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Comunicati stampa
Lunedì, 13 Aprile 2015 16:24

Umberto Breccia

brecciaIl professor Umberto Breccia è nato a Volterra (Pisa) nel 1943.

È stato nominato ordinario di Istituzioni di diritto privato all'Università di Pisa nel 1979.

Nel corso della sua carriera è stato direttore dell'Istituto di Diritto privato e vicedirettore del dipartimento di Diritto privato "Ugo Natoli".

Nel 1992 è stato insignito dell'Ordine del Cherubino.

vialedellepiagge insideCensire il patrimonio arboreo del Comune di Pisa, valutare le condizioni di fitostabilità e riprogettare il verde in alcuni dei più importanti spazi cittadini, come piazza Dante, Santa Caterina e della Stazione. Sono questi alcuni degli incarichi che rientrano nell'accordo triennale appena stipulato fra il dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Ateneo e la Società Euroambiente di Pistoia che si è recentemente aggiudicata il contratto di global service degli spazi verdi del Comune di Pisa.
"Il quadro delle azioni programmate – spiega Giacomo Lorenzini, professore di Patologia vegetale e di Patologia forestale urbana dell'Università di Pisa - comprenderà campagne di verifica e di controllo, anche con tecniche biomolecolari, penetrometriche e di diagnostica per immagini, delle condizioni di salute del patrimonio arboreo, con particolare riferimento alla verifica delle condizioni di sicurezza, un tema che appare di straordinaria attualità alla luce dei frequenti casi di crolli e cedimenti di alberi con conseguenze drammatiche per l'incolumità dei cittadini".
I docenti e i ricercatori del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali avranno inoltre il compito di organizzare corsi di formazione teorico-pratica e di aggiornamento per i tecnici di Euroambiente e di affiancare la Società nell'esecuzione tecnica dei lavori, come ad esempio nella predisposizione dell'"albero modello" per la potatura di pini domestici, platani e tigli e nella fase di iniziale della "taggatura" georeferenziata degli alberi con tecnologia RFID (identificazione a radio frequenza).
"Sono compiti che si inseriscono perfettamente nei settori di ricerca e didattica del dipartimento che, unico in Italia, ha un corso di laurea magistrale di progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio – ha concluso Giacomo Lorenzini – e, infatti, saranno proprio gli studenti i co-protagonisti delle attività, potendo godere di un'opportunità unica per confrontarsi con le pratiche ordinarie e straordinarie di manutenzione del patrimonio verde, nell'ottica irrinunciabile di coniugare il 'sapere' con il 'saper fare'".

Ne hanno parlato:
La Nazione
Tirreno.it
Nazione.it
InToscana.it
PisaInformaFlash.it
PisaToday.it
GoNews.it
StampToscana.it

Censire il patrimonio arboreo del Comune di Pisa, valutare le condizioni di fitostabilità e riprogettare il verde in alcuni dei più importanti spazi cittadini, come piazza Dante, Santa Caterina e della Stazione. Sono questi alcuni degli incarichi che rientrano nell'accordo triennale appena stipulato fra il dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Ateneo e la Società Euroambiente di Pistoia che si è recentemente aggiudicata il contratto di global service degli spazi verdi del Comune di Pisa.
"Il quadro delle azioni programmate – spiega Giacomo Lorenzini, professore di Patologia vegetale e di Patologia forestale urbana dell'Università di Pisa - comprenderà campagne di verifica e di controllo, anche con tecniche biomolecolari, penetrometriche e di diagnostica per immagini, delle condizioni di salute del patrimonio arboreo, con particolare riferimento alla verifica delle condizioni di sicurezza, un tema che appare di straordinaria attualità alla luce dei frequenti casi di crolli e cedimenti di alberi con conseguenze drammatiche per l'incolumità dei cittadini".
I docenti e i ricercatori del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali avranno inoltre il compito di organizzare corsi di formazione teorico-pratica e di aggiornamento per i tecnici di Euroambiente e di affiancare la Società nell'esecuzione tecnica dei lavori, come ad esempio nella predisposizione dell'"albero modello" per la potatura di pini domestici, platani e tigli e nella fase di iniziale della "taggatura" georeferenziata degli alberi con tecnologia RFID (identificazione a radio frequenza).
"Sono compiti che si inseriscono perfettamente nei settori di ricerca e didattica del dipartimento che, unico in Italia, ha un corso di laurea magistrale di progettazione e gestione del verde urbano e del paesaggio – ha concluso Giacomo Lorenzini – e, infatti, saranno proprio gli studenti i co-protagonisti delle attività, potendo godere di un'opportunità unica per confrontarsi con le pratiche ordinarie e straordinarie di manutenzione del patrimonio verde, nell'ottica irrinunciabile di coniugare il 'sapere' con il 'saper fare'".

Lunedì 13 aprile sarà aperta al pubblico la Ludoteca Scientifica, la mostra interattiva giunta alla sua XIII edizione che anche quest'anno si propone di comunicare la scienza e i suoi metodi accompagnando i visitatori lungo un percorso di vari giochi ispirati a esperimenti scientifici. Grazie all'accordo siglato tra il dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa e la ditta CEMES SpA, le installazioni della Ludoteca saranno esposte presso i locali dell'ex monastero delle Benedettine in Piazza San Paolo a Ripa d'Arno, recentemente restaurati. Patrocinata dal Comune di Pisa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, la mostra vede la collaborazione tra i dipartimenti universitari di Fisica, Chimica, Scienze della Terra e dell'Istituto Nazionale di Ottica e di Chimica dei composti organometallici afferenti al Consiglio Nazionale delle Ricerche e della sezione pisana dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Le installazioni a disposizione del pubblico riproducono alcuni celebri esperimenti, come la caduta nel vuoto del sasso e della piuma immaginato da Galileo, e trattano diversi argomenti relativi al movimento, la gravità, il magnetismo e l'elettricità, la temperatura e il calore, i suoni e le vibrazioni, la luce e i colori. Come nell'anno passato viene riproposto anche il percorso dedicato alle fonti energetiche alternative che illustra lo sfruttamento dell'energia solare, la geotermia e la pila a idrogeno. Il visitatore può toccare e manipolare gli oggetti esposti sotto la supervisione di animatori e guide scientifiche che illustrano gli strumenti messi a disposizione e raccontano i fenomeni naturali che intervengono. Le guide sono selezionate tra gli studenti universitari secondo una formula già pienamente collaudata nelle edizioni passate, e la visita alla Ludoteca rappresenta un'occasione di incontro tra i visitatori e i giovani che la nostra università sta formando.

La mostra si rivolge in generale alla curiosità del vasto pubblico, anche di chi non ha una specifica preparazione scientifica. Ad oggi oltre 4000 visitatori hanno già prenotato la visita e la presenza più importante è quella degli studenti delle scuole inferiori e superiori provenienti dalla Toscana e dalle regioni limitrofe. Per le scolaresche la visita alla Ludoteca è un'opportunità per integrare la didattica tradizionale e nel caso delle scuole superiori per fare dell'orientamento universitario direttamente sul campo.

La Ludoteca sarà aperta al pubblico dal 13 aprile al 24 maggio, dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.30, escluso la domenica. L'iniziativa è coordinata dai professori Sergio Giudici, Nadia Ioli Pierazzini e Marco Maria Massai del dipartimento di Fisica e del CNR. Per prenotare la visita alla Ludoteca Scientifica telefonare al numero 050 3153776 (lun-ven ore 9-12 e 14.30-16), per ogni altra informazione consultare il sito: www.ludotecascientifica.it.

Dalla ricerca nuove speranze di cura per il carcinoma renale. Sulla rivista internazionale "Science Translational Medicine" sono stati appena pubblicati i risultati di uno studio condotto presso il Sunnybrook Research Institute dell'Università di Toronto e la Divisione di Farmacologia del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa che per la prima volta prospettano una terapia efficace per il tumore renale resistente al trattamento. Il carcinoma renale (RCC) è infatti un cancro normalmente considerato resistente alle chemioterapia tradizionale ed è attualmente trattato con terapie biologiche mirate, sebbene purtroppo anche l'efficacia di queste molecole sia limitata da una resistenza intrinseca e acquisita da parte delle cellule tumorali.
"I risultati preclinici di questo studio condotto in parte anche nel nostro laboratorio – ha spiegato Guido Bocci dell'Ateneo pisano che ha lavorato insieme a Teresa Di Desidero, assegnista dell'Università di Pisa e co-primo autore dell'articolo - hanno dimostrato che la combinazione di topotecano "metronomico" (un chemioterapico classico somministrato a basse dosi giornaliere e dunque con minore tossicità per i pazienti) e di pazopanib (una terapia biologica che inibisce la vascolarizzazione delle cellule cancerose) sia molto efficace per contrastare sia il tumore primitivo sia la malattia metastatica, in particolare come terapia adiuvante postchirurgica, a fronte invece di una assenza di effetto del pazopanib o del topotecano somministrati singolarmente. Abbiamo potuto dunque verificare che i due agenti combinati hanno determinato un significativo blocco della malattia metastatica, mentre dopo la sospensione del trattamento si è verificata la progressione del tumore".
A livello metodologico, la ricerca ha utilizzato linee cellulari umane di RCC resistenti alle terapie e in grado di metastatizzare spontaneamente in sedi tipiche come le ossa, i polmoni ed il sistema nervoso centrale, creando dei modelli in vivo che mimassero in modo molto realistico l'andamento della malattia.
"Questi risultati – ha concluso Guido Bocci - suggeriscono la possibilità di prendere in considerazione questo tipo di combinazione per future valutazioni cliniche nella malattia metastatica precoce o in fase avanzata, anche per i tumori apparentemente intrinsecamente "resistenti" ai farmaci biologici o alla chemioterapia, aprendo la strada per nuovi studi clinici in pazienti non altrimenti trattabili".
Il progetto di ricerca, che dalla sua ideazione alla sua completa realizzazione è durato circa 4 anni, è stato finanziato da istituzioni di diversi paesi ed in particolare con fondi provenienti dall'Ontario Institute for Cancer Research, dal Canadian Institutes for Health Research, dall'Israel Cancer Research Foundation, dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (FIRC) e dalla Società Italiana di Farmacologia (SIF).
---
Riferimenti all'articolo scientifico
Titolo: Postsurgical adjuvant or metastatic renal cell carcinoma therapy models reveal potent antitumor activity of metronomic oral topotecan with pazopanib
Autori: Christopher Jedeszko,1* Marta Paez-Ribes,1* Teresa Di Desidero,2* Shan Man,1 Christina R. Lee,1 Ping Xu,1 Georg A. Bjarnason,3 Guido Bocci,2 Robert S. Kerbel1
Affiliazioni: 1Biological Sciences Platform, Sunnybrook Research Institute, Toronto, Ontario M4N 3M5, Canada; 2Divisione di Farmacologia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, University of Pisa, Pisa 56126, Italy; 3Sunnybrook Odette Cancer Centre, Toronto, Ontario, Canada.
Rivista: Science Translational Medicine 8 April 2015, Vol 7, Issue 282

Bocci Di Desidero Dalla ricerca nuove speranze di cura per il carcinoma renale. Sulla rivista internazionale "Science Translational Medicine" sono stati appena pubblicati i risultati di uno studio condotto presso il Sunnybrook Research Institute dell'Università di Toronto e la Divisione di Farmacologia del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa che per la prima volta prospettano una terapia efficace per il tumore renale resistente al trattamento. Il carcinoma renale (RCC) è infatti un cancro normalmente considerato resistente alle chemioterapia tradizionale ed è attualmente trattato con terapie biologiche mirate, sebbene purtroppo anche l'efficacia di queste molecole sia limitata da una resistenza intrinseca e acquisita da parte delle cellule tumorali.
"I risultati preclinici di questo studio condotto in parte anche nel nostro laboratorio – ha spiegato Guido Bocci dell'Ateneo pisano che ha lavorato insieme a Teresa Di Desidero, assegnista dell'Università di Pisa e co-primo autore dell'articolo - hanno dimostrato che la combinazione di topotecano "metronomico" (un chemioterapico classico somministrato a basse dosi giornaliere e dunque con minore tossicità per i pazienti) e di pazopanib (una terapia biologica che inibisce la vascolarizzazione delle cellule cancerose) sia molto efficace per contrastare sia il tumore primitivo sia la malattia metastatica, in particolare come terapia adiuvante postchirurgica, a fronte invece di una assenza di effetto del pazopanib o del topotecano somministrati singolarmente. Abbiamo potuto dunque verificare che i due agenti combinati hanno determinato un significativo blocco della malattia metastatica, mentre dopo la sospensione del trattamento si è verificata la progressione del tumore".
A livello metodologico, la ricerca ha utilizzato linee cellulari umane di RCC resistenti alle terapie e in grado di metastatizzare spontaneamente in sedi tipiche come le ossa, i polmoni ed il sistema nervoso centrale, creando dei modelli in vivo che mimassero in modo molto realistico l'andamento della malattia.
"Questi risultati – ha concluso Guido Bocci - suggeriscono la possibilità di prendere in considerazione questo tipo di combinazione per future valutazioni cliniche nella malattia metastatica precoce o in fase avanzata, anche per i tumori apparentemente intrinsecamente "resistenti" ai farmaci biologici o alla chemioterapia, aprendo la strada per nuovi studi clinici in pazienti non altrimenti trattabili".
Il progetto di ricerca, che dalla sua ideazione alla sua completa realizzazione è durato circa 4 anni, è stato finanziato da istituzioni di diversi paesi ed in particolare con fondi provenienti dall'Ontario Institute for Cancer Research, dal Canadian Institutes for Health Research, dall'Israel Cancer Research Foundation, dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (FIRC) e dalla Società Italiana di Farmacologia (SIF).
---
Riferimenti all'articolo scientifico
Titolo: Postsurgical adjuvant or metastatic renal cell carcinoma therapy models reveal potent antitumor activity of metronomic oral topotecan with pazopanib
Autori: Christopher Jedeszko,(1)* Marta Paez-Ribes,(1)* Teresa Di Desidero,(2)* Shan Man,(1) Christina R. Lee,(1) Ping Xu,(1) Georg A. Bjarnason,(3) Guido Bocci,(2) Robert S. Kerbel(1)
Affiliazioni: (1)Biological Sciences Platform, Sunnybrook Research Institute, Toronto, Ontario M4N 3M5, Canada; (2) Divisione di Farmacologia, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, University of Pisa, Pisa 56126, Italy; (3) Sunnybrook Odette Cancer Centre, Toronto, Ontario, Canada.
Rivista: Science Translational Medicine 8 April 2015, Vol 7, Issue 282

Ne hanno parlato:
Il Tirreno
Tirreno.it
RepubblicaFirenze.it
PiùSaniPiùBelli.it
Aoup.it
InToscana.it
InSaluteNews.it

Mercoledì, 08 Aprile 2015 09:46

La sfida europea della biodiversità

I sapori perduti che ritornano sulle nostre tavole, cibi da riscoprire grazie a filiere alimentari sostenibili e di qualità che valorizzano la biodiversità. E' questa la sfida europea di Diversifood, un progetto quadriennale finanziato all'interno del programma Horizon 2020 che ha preso avvio nel febbraio 2015: oltre all'Università di Pisa, sono venti i partner coinvolti in dodici diversi Paesi.
"I sistemi biologici sono generalmente più resilienti e produttivi se sono diversificati e adattati agli specifici contesti, tuttavia lo sviluppo delle pratiche agronomiche non è andato in tale direzione - spiega il professore Gianluca Brunori del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Ateneo pisano - e nel tempo si è verificata una diminuzione costante della quantità di diversità coltivata, a cui nemmeno gli sforzi di conservazione dei materiali genetici messi in atto negli ultimi decenni dalle banche del germoplasma sono riusciti a far fronte".
Nei quattro anni del progetto sono previste sperimentazioni e analisi per una serie di prodotti dell'agricoltura e della selvicoltura, a livello di sistemi colturali, di azioni di marketing e di comunicazione e di studio delle relative cornici normative.
Fra i prodotti che il progetto intende valorizzare ci sono ad esempio il farro della Garfagnana o il "grano monococco", che dal punto di vista nutrizionale si differenzia dal frumento tenero o da quello duro per l'alto contenuto proteico e per l'elevata quantità di carotenoidi, o quello "saraceno", che in realtà non essendo un cereale è adatto per celiaci, oppure ancora l'amaranto, uno pseudocereale originario del centro America dai chicchi commestibili e solitamente consumato in modo simile ai cereali.
L'obiettivo di Diversifood è dunque di portare a risultati concreti di diretta applicazione: nuove specie, varietà, popolazioni e relative tecniche di produzione, riproduzione e utilizzo, definizione di modelli organizzativi tra i vari attori delle filiere e studio di marchi e altri strumenti di qualificazione e promozione.

Venerdì 10 aprile, alle ore 17, alla libreria Blu Book di Pisa, in via Toselli 23, il giornalista e scrittore Luca De Biase presenterà il suo libro "Homo pluralis. Essere umani nell'era tecnologica". Ne discuteranno con lui il filosofo Adriano Fabris e l'informatico Dino Pedreschi, entrambi docenti dell'Università di Pisa, Alberto Di Minin, professore di Management della Scuola Superiore Sant'Anna, ed Emanuele Baldacci, direttore delle reti di produzione e ricerca dell'ISTAT. L'evento è promosso dall'Università di Pisa, dall'Associazione La Nuova Limonaia e dal Laboratorio SoBigData.
Con "Homo pluralis" Luca de Biase propone una riflessione sul rapporto tra l'uomo e l'ambiente digitale che lo circonda, fatto di mercati finanziari automatizzati, relazioni umane mediate dai like su Facebook, un flusso d'informazioni incessante e invadente e protesi digitali che arricchiscono l'esperienza. In questo mondo, le macchine sembrano conquistare funzioni sempre più autonome dall'intervento dell'uomo, e le piattaforme online sulle quali ci informiamo e coordiniamo impongono i loro algoritmi, mentre raccolgono e analizzano enormi quantità di dati imparando dagli utenti.
È una dinamica evolutiva digitale che richiede un drastico adattamento culturale: la necessità per l'uomo di diventare cittadino consapevole di questo nuovo ambiente digitale, imponendo la propria creatività, intelligenza e senso etico, e di conquistare così una dimensione più autentica. Perché, nelle parole di De Biase, "la tecnologia va più veloce degli umani, ma gli umani possono imparare ad andare più lontano".

Sono stati consegnati direttamente al rettore Massimo Augello i due nuovi defibrillatori che saranno installati a Palazzo alla Giornata, sede del rettorato, e a Palazzo Vitelli, sede dell'amministrazione centrale. Le macchine sono state donate all'Università di Pisa dai familiari di Alice Bernardi, la giovane scomparsa nel luglio del 2014 in un incidente stradale, e dall'oreficeria "Casa Capone". La consegna è stata effettuata dal dottor Maurizio Cecchini, presidente della "CecchiniCuore onlus" e ideatore della campagna di diffusione dei defibrillatori nella provincia di Pisa.

Nel ringraziare il dottor Cecchini, i familiari di Alice Bernardi e i proprietari dell'oreficeria "Casa Capone", il rettore ha ricordato che fu lui stesso, nel 2008 in qualità di preside di Economia e commercio, a voler dotare la facoltà di un defibrillatore, il primo installato in una università italiana. "Dopo l'esempio di Economia - ha concluso il professor Augello - i DAE si sono diffusi all'interno del nostro Ateneo e diverse macchine sono oggi presenti al Polo Fibonacci, a Ingegneria, a Chimica e a Veterinaria. Sicuramente vogliamo continuare su questa strada, incentivando la cultura della sicurezza sul posto di lavoro".

Il dottor Cecchini, che dal dicembre 2007 ha personalmente installato oltre 250 defibrillatori automatici pubblici nella provincia di Pisa e tenuto corsi gratuiti formando più di 5.000 first responders, ha sottolineato l'importanza di questi strumenti. "In assenza dell'attività di defibrillatori - ha detto - la percentuale di sopravvivenza a un attacco cardiaco è di circa l'1 o il 2 per cento, contro il 50 per cento di possibilità di sopravvivenza se si utilizza il macchinario. In questi anni, nella nostra provincia siamo riusciti a salvare sei persone sulle nove colpite".

Martedì, 07 Aprile 2015 13:21

La sfida europea della biodiversità

logo diversifoodI sapori perduti che ritornano sulle nostre tavole, cibi da riscoprire grazie a filiere alimentari sostenibili e di qualità che valorizzano la biodiversità. E' questa la sfida europea di Diversifood, un progetto quadriennale finanziato all'interno del programma Horizon 2020 che ha preso avvio nel febbraio 2015: oltre all'Università di Pisa, sono venti i partner coinvolti in dodici diversi Paesi.
"I sistemi biologici sono generalmente più resilienti e produttivi se sono diversificati e adattati agli specifici contesti, tuttavia lo sviluppo delle pratiche agronomiche non è andato in tale direzione - spiega il professore Gianluca Brunori (foto) del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Ateneo pisano - e nel tempo si è verificata una diminuzione costante della quantità di diversità coltivata, a cui nemmeno gli sforzi di conservazione dei materiali genetici messi in atto negli ultimi decenni dalle banche del germoplasma sono riusciti a far fronte".
Nei quattro anni del progetto sono previste sperimentazioni e analisi per una serie di prodotti dell'agricoltura e della selvicoltura, a livello di sistemi colturali, di azioni di marketing e di cogianluca brunorimunicazione e di studio delle relative cornici normative.
Fra i prodotti che il progetto intende valorizzare ci sono ad esempio il farro della Garfagnana o il "grano monococco", che dal punto di vista nutrizionale si differenzia dal frumento tenero o da quello duro per l'alto contenuto proteico e per l'elevata quantità di carotenoidi, o quello "saraceno", che in realtà non essendo un cereale è adatto per celiaci, oppure ancora l'amaranto, uno pseudocereale originario del centro America dai chicchi commestibili e solitamente consumato in modo simile ai cereali.
L'obiettivo di Diversifood è dunque di portare a risultati concreti di diretta applicazione: nuove specie, varietà, popolazioni e relative tecniche di produzione, riproduzione e utilizzo, definizione di modelli organizzativi tra i vari attori delle filiere e studio di marchi e altri strumenti di qualificazione e promozione.

Ne hanno parlato:
EcoNews.it
AgroNotizie.it
Tirreno.it
Radio24IlSole24Ore.it
GreenReport.it
AgricolturaOggi.it
StampToscana.it
PaginaQ.it
PisaInformaFlash.it
GoNews.it
ControCampus.it

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa