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Comunicati stampa

Giuseppe Iannaccone del Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa è stato nominato Fellow dell'Institute of Electronic and Electrical Engineers (IEEE) a partire dal primo gennaio di quest'anno. Il professore ha ricevuto il riconoscimento per i suoi contributi allo sviluppo di modelli dei processi di conduzione e rumore in dispositivi nanoelettronici.

"La comprensione del funzionamento dei dispositivi a semiconduttore in scala nanometrica - ha spiegato Iannaccone - rende possibile il continuo progresso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) che ha portato potentissimi strumenti di comunicazione e di calcolo in ogni tasca".

Il titolo di Fellow, conferito dal consiglio direttivo, è il grado più elevato che un socio può raggiungere all'interno dell'IEEE ed è riconosciuto dalla comunità scientifica come un onore prestigioso e un importante traguardo della carriera. La IEEE è l'associazione professionale più grande del mondo dedicata al progresso della tecnologia che conta 40.0000 soci in 160 paesi, comprendendo un ampio spettro di settori che vanno dai sistemi aerospaziali, i calcolatori, le telecomunicazioni, ai sistemi biomedicali, i sistemi elettrici e l'elettronica di consumo.

Giuseppe Iannaccone si è laureato in Ingegneria Elettronica presso l'Università di Pisa nel 1992 e ha ricevuto un Ph.D dalla stessa università nel 1996 dove adesso è professore ordinario di Elettronica. I risultati della sua attività scientifica sono stati pubblicati in più di 160 articoli in riviste internazionali con peer review e in più di 120 articoli in atti di conferenze internazionali. Ha coordinato inoltre alcuni progetti di ricerca Europei e nazionali con ampi partenariati, e progetti di trasferimento di tecnologie avanzate.

Venerdì, 09 Gennaio 2015 11:28

Lezioni di bioingegneria in Tanzania

team tanzaniaIn una settimana hanno imparato a progettare e stampare oggetti semplici usando software e stampanti open source, tutto grazie al corso "From Making to Marketing" tenuto dai ricercatori di Bioingegneria del Centro Piaggio dell'Università Pisa e del FabLab Pisa. Sono 40 gli studenti e i docenti provenienti da 9 università africane - di Tanzania, Kenia, Uganda, Malawi, Zambia ed Etiopia - che dall'8 al 12 dicembre hanno acquisito i fondamenti della prototipazione rapida e della progettazione di modelli di business ispirati al PhD Plus dell'Ateneo pisano. Il corso, sponsorizzato in parte dall'UNECA, si è svolto durante l'Innovators Summer School presso la Muhimibili University di Daresalaam, in Tanzania, e ha avuto come protagonisti Arti Ahluwalia, Carmelo De Maria, Salvatore Balestrino, Gabriele Montelisciani, Renata Bertocchi, Serena Giusti, Sonia Albana.

tanzania foto3Da sempre l'idea di fondo del team di ricercatori, studenti e tecnici di Bioingegneria del Centro Piaggio e del Fablab Pisa è che l'open source design dei dispositivi biomedicali associato allo sviluppo delle capacità umane siano i due requisiti per migliorare l'healthcare in Africa. I bioingegneri dell'Ateneo pisano sono stati fondamentali per l'organizzazione del curriculum di studi dei colleghi africani e per il successo della Summer School.

La Summer School di Daresalaam ha mostrato come si sviluppa un prodotto a partire dall'ideazione fino alla sua commercializzazione. La progettazione e la fabbricazione di uno sterilizzatore UV per l'acqua che ha vinto la Innovation Competition dello scorso anno è stato proposto come case study e ha costituito la parte pratica del corso.

tanzania foto 4Sotto la supervisione di esperti di business aziendale e di marketing, lo sterilizzatore ha attraversato tutte le fasi di innovazione e commercializzazione. In parallelo gli studenti hanno lavorato in gruppo per sviluppare le proprie strategie di business e di marketing per le proprie idee.

 

 

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa 
NazionePisa.it
TirrenoPisa.it
Controcampus.it
Greenreport.it

Venerdì, 09 Gennaio 2015 10:13

Lezioni di bioingegneria in Tanzania

In una settimana hanno imparato a progettare e stampare oggetti semplici usando software e stampanti open source, tutto grazie al corso "From Making to Marketing" tenuto dai ricercatori di Bioingegneria del Centro Piaggio dell'Università Pisa e del FabLab Pisa. Sono 40 gli studenti e i docenti provenienti da 9 università africane - di Tanzania, Kenia, Uganda, Malawi, Zambia ed Etiopia - che dall'8 al 12 dicembre hanno acquisito i fondamenti della prototipazione rapida e della progettazione di modelli di business ispirati al PhD Plus dell'Ateneo pisano. Il corso, sponsorizzato in parte dall'UNECA, si è svolto durante l'Innovators Summer School presso la Muhimibili University di Daresalaam, in Tanzania, e ha avuto come protagonisti Arti Ahluwalia, Carmelo De Maria, Salvatore Balestrino, Gabriele Montelisciani, Renata Bertocchi, Serena Giusti, Sonia Albana.

Da sempre l'idea di fondo del team di ricercatori, studenti e tecnici di Bioingegneria del Centro Piaggio e del Fablab Pisa è che l'open source design dei dispositivi biomedicali associato allo sviluppo delle capacità umane siano i due requisiti per migliorare l'healthcare in Africa. I bioingegneri dell'Ateneo pisano sono stati fondamentali per l'organizzazione del curriculum di studi dei colleghi africani e per il successo della Summer School.

La Summer School di Daresalaam ha mostrato come si sviluppa un prodotto a partire dall'ideazione fino alla sua commercializzazione. La progettazione e la fabbricazione di uno sterilizzatore UV per l'acqua che ha vinto la Innovation Competition dello scorso anno è stato proposto come case study e ha costituito la parte pratica del corso. Sotto la supervisione di esperti di business aziendale e di marketing, lo sterilizzatore ha attraversato tutte le fasi di innovazione e commercializzazione. In parallelo gli studenti hanno lavorato in gruppo per sviluppare le proprie strategie di business e di marketing per le proprie idee.

Sono circa novanta gli iscritti alla quarta edizione del Corso di alta formazione in "Giustizia costituzionale e tutela giurisdizionale dei diritti" che si terrà a Pisa dal 12 al 30 gennaio 2015. Il Corso, organizzato dal dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pisa con il coordinamento scientifico del professor Roberto Romboli, avrà la durata di tre settimane, con lezioni tenute in lingua italiana e spagnola da docenti italiani, spagnoli e latinoamericani.

I partecipanti al corso provengono dall'Italia e, in larghissima misura, da Paesi stranieri, soprattutto dell'America Latina. In particolare, gli iscritti a questa edizione provengono da: Colombia, Argentina, Brasile, Perù, Messico, Costa Rica, Ecuador, Cile, Uruguay, Panama e Paraguay.

Oltre ai numerosi seminari su tematiche che vanno dai modelli di giustizia costituzionale, alla tutela sovranazionale dei diritti fondamentali, il Corso prevede lo studio di casi pratici connessi all'attualità costituzionale, attraverso l'analisi di sentenze che hanno inciso nel campo della protezione dei diritti umani. All'interno del corso sono anche state programmate alcune conferenze tenute da ospiti illustri, tra cui Ugo De Siervo, Valerio Onida, Luigi Ferrajoli, Gustavo Zagrebelsky. La conclusione del Corso è affidata ad un intervento del Professore Emerito Alessandro Pizzorusso.

giustizia costituzionaleSono circa novanta gli iscritti alla quarta edizione del Corso di alta formazione in "Giustizia costituzionale e tutela giurisdizionale dei diritti" che si terrà a Pisa dal 12 al 30 gennaio 2015. Il Corso, organizzato dal dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pisa con il coordinamento scientifico del professor Roberto Romboli, avrà la durata di tre settimane, con lezioni tenute in lingua italiana e spagnola da docenti italiani, spagnoli e latinoamericani.

I partecipanti al corso provengono dall'Italia e, in larghissima misura, da Paesi stranieri, soprattutto dell'America Latina. In particolare, gli iscritti a questa edizione provengono da: Colombia, Argentina, Brasile, Perù, Messico, Costa Rica, Ecuador, Cile, Uruguay, Panama e Paraguay.

Oltre ai numerosi seminari su tematiche che vanno dai modelli di giustizia costituzionale, alla tutela sovranazionale dei diritti fondamentali, il Corso prevede lo studio di casi pratici connessi all'attualità costituzionale, attraverso l'analisi di sentenze che hanno inciso nel campo della protezione dei diritti umani. All'interno del corso sono anche state programmate alcune conferenze tenute da ospiti illustri, tra cui Ugo De Siervo, Valerio Onida, Luigi Ferrajoli, Gustavo Zagrebelsky. La conclusione del Corso è affidata ad un intervento del Professore Emerito Alessandro Pizzorusso.

nencioniSi è spento lo scorso 30 dicembre all'età di 85 anni il professor Franco Nencioni, figura di riferimento dell'Istituto di Elettrotecnica prima e del dipartimento di Sistemi elettrici e automazione dopo, e più in generale per l'intera facoltà di Ingegneria. Molto conosciuto anche in Ateneo, Franco Nencioni ha dedicato più di mezzo secolo allo studio e all'insegnamento dell'Elettrotecnica e nel corso della sua attività è stato maestro di generazioni di ingegneri che oggi, diventati professionisti in aziende ed enti pubblici, ne conservano un vivo e profondo ricordo.  Infatti è sempre stata profonda convinzione del professore che si dovesse essere sempre attenti alle istanze degli studenti, da lui considerati la profonda ragione d'essere dell'Università.

Franco Nencioni, insignito tra l'altro dell'Ordine del Cherubino dell'Università di Pisa, è stato a lungo presidente del Consiglio di corso di laurea di Ingegneria elettrotecnica prima ed elettrica dopo e presidente del corso di dottorato di ricerca in Ingegneria elettrotecnica tenendo per molti anni numerosi insegnamenti anche presso l'Accademia Navale di Livorno, con i cui responsabili ha tenuto proficui e cordiali rapporti. È stato inoltre coordinatore nazionale dei Presidenti dei Consigli di corso di laurea in Ingegneria elettrica delle università italiane, contribuendo anche presso sedi istituzionali quali il Ministero dell'Università al rinnovamento dell'offerta didattica. Ha anche mantenuto intensi rapporti con la Associazione Elettrotecnica Italiana (AEI).

Coloro che l'hanno conosciuto hanno sempre ricordato con vividezza il suo carattere energico, la sua forte determinazione e la sua onestà intellettuale.
Sotto la sua guida si sono formati numerosi ricercatori e docenti, oggi attivi in diverse università italiane e in istituti di ricerca anche stranieri, e i suoi allievi ricordano con affetto le vivaci discussioni su quale fosse il migliore modo di esporre contenuti didattici o sviluppare temi di ricerca in cui lui sempre cercava di coniugare il rigore metodologico con la chiarezza espositiva.

L'ultima voltà che è stato presente presso la facoltà di Ingegneria è stato in occasione delle celebrazioni del centenario dell'istituzione della Scuola di Ingegneria, nell'ottobre del 2013, e va ricordata la sua commozione quando alla fine di quella intensa giornata disse di sentirsi orgoglioso di aver contribuito per circa 50 anni allo sviluppo della facoltà di Ingegneria.

La sua scomparsa lascia in chi l'ha conosciuto e apprezzato un profondo vuoto, ma al tempo stesso un sentimento di arricchimento per i suoi insegnamenti.

A partire da mercoledì 14 gennaio avranno inizio le prove dell'Orchestra dell'Università di Pisa per l'anno 2015. Le prove si terranno nel consueto orario - dalle 20.30 fino alle 23.00 circa - presso il Polo Carmignani (dietro Piazza dei Cavalieri e Mensa Centrale) e saranno finalizzate alla preparazione del concerto in programma per la metà di marzo.
Per chi avesse intenzione di iniziare a suonare con l'Orchestra, può scrivere all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure tramite messaggio privato sulla pagina Facebook o sul profilo Twitter dell'Orchestra. Per chi avesse intenzione di assistere alle prove, invece, è pregato di presentarsi alle 20.30 o alle 21.45 in modo da non interrompere le prove stesse.
Ricordiamo che la partecipazione all'Orchestra dell'Università di Pisa è completamente gratuita e spontanea; non si richiede il possesso di nessun diploma musicale. L'Orchestra inoltre accetta musicisti in qualsiasi periodo dell'anno.
Per gli enti, i dipartimenti e i professori dell'Università di Pisa che fossero intenzionati a richiedere la partecipazione dell'Orchestra a eventi di rilevanza accademica, o per chiunque non faccia parte dell'Università di Pisa e fosse intenzionato a richiedere la partecipazione dell'Orchestra a eventi esterni, è possibile scrivere all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Foto Orchestra by Flavio PaganoA partire da mercoledì 14 gennaio 2015 ricominceranno le prove dell'Orchestra dell'Università di Pisa con il consueto orario - dalle 20.30 fino alle 23.00 circa - presso il Polo Carmignani (dietro Piazza dei Cavalieri e Mensa Centrale). Le prove saranno finalizzate alla preparazione del Concerto in programma per la metà di marzo 2015.
Per chi avesse intenzione di iniziare a suonare con l'Orchestra, può scrivere all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure tramite messaggio privato sulla pagina Facebook o sul profilo Twitter dell'Orchestra. Per chi avesse intenzione di assistere alle prove, invece, è pregato di presentarsi alle 20.30 o alle 21.45 in modo da non interrompere le prove stesse.
Ricordiamo che la partecipazione all'Orchestra dell'Università di Pisa è completamente gratuita e spontanea; non si richiede il possesso di nessun diploma musicale. L'Orchestra inoltre accetta musicisti in qualsiasi periodo dell'anno.
Per gli enti, i dipartimenti e i professori dell'Università di Pisa che fossero intenzionati a richiedere la partecipazione dell'Orchestra a eventi di rilevanza accademica, o per chiunque non faccia parte dell'Università di Pisa e fosse intenzionato a richiedere la partecipazione dell'Orchestra a eventi esterni, è possibile scrivere all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

(Foto in alto a destra scattata da Giuseppe Flavio Pagano per Radioeco)

Mercoledì, 07 Gennaio 2015 11:09

Il lato buono dei microbi

Come è possibile addomesticare i microbi? E a quale scopo poi? Sono queste alcune delle domande a cui risponde, con rigore scientifico e piglio divulgativo, il volumetto fresco di stampa "Microbi domestici e addomesticati" (ETS, 2014) della professoressa Manuela Giovannetti Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca "Nutraceutica e Alimentazione per la Salute" dell'Università di Pisa.

"La maggior parte delle persone considera i microbi, in modo negativo cioè come 'germi' o 'batteri' – spiega Manuela Giovannetti - eppure fin dalla nascita della civiltà, senza vederli e senza conoscerne l'esistenza, abbiamo utilizzato e manipolato i microrganismi per produrre cibi e bevande. E ancora oggi essi sono alla base della nostra vita quotidiana. Proviamo solo a immaginare per un momento un mondo senza microbi: dovremmo fare a meno di vino, birra, formaggi, yogurt, pane, pizza, caffè, cioccolato, funghi e tartufi, ma anche di un gran numero di sostanze terapeutiche come antibiotici, cortisone e insulina".

Insomma tutti noi conviviamo da sempre con le straordinarie imprese compiute quotidianamente dai microbi benefici. Basti pensare che il nostro intestino ne contiene da 10 a 100 mila miliardi (cioè circa 10 volte di più del totale delle cellule di tutto il nostro corpo), che in media pesano circa 1,2 Kg e che il loro genoma collettivo contiene almeno 100 volte più geni di quelli presenti nel nostro. Questi microbi non sono nostri commensali, ma dei veri e propri simbionti mutualistici, capaci di degradare molti polisaccaridi di origine vegetale di cui ci nutriamo, altrimenti indigeribili, e di sintetizzare aminoacidi e vitamine essenziali.

Ma nonostante tutto, i microbi continuano a godere di una cattiva fama. Se però cambiamo loro nome, e li chiamiamo "fermenti", tutto cambia come dimostra la pubblicità delle grandi industrie alimentari. Basta infatti soffermarsi a leggere l'etichetta degli yogurt e dei vari tipi di latte fermentato per scoprire che i miliardi di fermenti vivi e attivi non sono altro che "microbi" come i bifido batteri, gli streptococchi e i lattobacilli.

"Sono dunque partita da queste considerazioni – conclude l'autrice - per raccontare le straordinarie imprese compiute dai microbi benefici che gli esseri umani hanno addomesticato durante la loro storia, usando sistemi sempre più precisi e raffinati per trasformarli in piccole 'macchine' capaci di produrre alimenti e bevande prelibati, composti farmaceutici salvavita e beni industriali di grande diffusione".

La storia che stiamo per raccontare inizia con uno studio geologico/mineralogico delle miniere delle Alpi Apuane, un progetto avviato tre anni fa da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Pisa, di cui fanno parte Massimo D'Orazio, Riccardo Petrini, Roberto Giannecchini, Cristian Biagioni e Simone Vezzoni. A un certo punto, le loro analisi evidenziano una presenza significativa di tallio - un metallo molto tossico che in passato era utilizzato per confezionare topicidi e insetticidi - nella rete idrica di una piccola frazione di quasi mille anime, Valdicastello Carducci, situata nel Comune di Pietrasanta, in Versilia. Gli studiosi segnalano tempestivamente la grave anomalia alle autorità responsabili e da lì si innesca, salendo via via di livello, una vicenda di tutt'altro tipo, con un'emergenza ambientale che riguarda la stessa sicurezza degli abitanti, coinvolgendo cittadini, amministratori e politici, e con un caso mediatico che attira l'interesse dei mass media di ambito locale e ben presto regionale e nazionale.
"Noi ricercatori - commenta il professor D'Orazio, ora che la fase più acuta dell'emergenza sembra superata - siamo diventati improvvisamente punto di riferimento per un'intera comunità, ricoprendo un ruolo che non ci appartiene, ma confermando nello stesso tempo che le università possono svolgere un'importante funzione sociale, in stretta relazione con il territorio di riferimento e a difesa dei cittadini. Il nostro studio, che è ancora in corso di svolgimento, dimostra che un approccio scientifico multidisciplinare può rappresentare uno strumento essenziale per una corretta pianificazione nella gestione delle risorse, con implicazioni dirette e rilevanti sulla qualità della nostra vita quotidiana".
Riavvolgiamo il nastro e torniamo all'inizio della nostra storia, agli studi mineralogici condotti sulle Alpi Apuane. Essi, oltre a produrre diverse pubblicazioni su riviste internazionali, hanno consentito di individuare una serie di minerali accessori dei depositi a barite-pirite-ossidi di ferro contenenti tallio, un elemento relativamente raro che difficilmente forma in natura minerali propri e concentrazioni a scala geologica. Sono così stati descritti tre minerali di tallio nuovi al mondo - boscardinite, protochabournéite e arsiccioite - e le evidenze dell'esistenza dei fusi a solfuri di più bassa temperatura sino a oggi osservati in natura.
L'eccezionalità di queste scoperte è stata ulteriormente evidenziata tramite analisi geochimiche che hanno mostrato elevati contenuti in tallio nella pirite che forma parte consistente dei corpi minerari. Presenze fino a oltre 1100 milligrammi per chilogrammo di tallio sono stati misurati in una fascia mineralizzata che corre da Valdicastello Carducci fino a Fornovolasco.
Riconosciuta l'importanza di queste mineralizzazioni e il loro potenziale impatto ambientale, data l'elevata tossicità del tallio, i ricercatori pisani hanno iniziato una serie di studi per valutare il potenziale rilascio di metalli pesanti nell'ambiente, attraverso lo studio dei drenaggi minerari nel bacino del torrente Baccatoio, a monte dell'abitato di Valdicastello. In tal modo è stato osservato che il tallio passa dalla matrice solida alla fase acquosa attraverso una complessa serie di reazioni. In aggiunta, le ricerche hanno dimostrato come il destino del tallio, a differenza degli altri metalli e metalloidi, non risenta in maniera significativa dei processi naturali di rimozione dalla fase acquosa connessi a fenomeni di precipitazione, presentando anzi un comportamento "conservativo" che consente all'elemento di persistere disciolto e disperdersi nell'ambiente attraverso le acque.
Le caratteristiche idrogeologiche del bacino, sede dell'area contaminata, consentono dunque un'elevata interazione fra la circolazione idrica sotterranea e le mineralizzazioni a pirite. Gli studiosi hanno così evidenziato la presenza, in aggiunta a numerose sorgenti con acque di buona qualità, di altre con percentuali variabili di tallio, anche in misura superiore al consentito. Da qui nasce la segnalazione agli enti preposti dello scorso settembre, da cui è derivata l'emergenza tallio a Valdicastello Carducci: un caso che resta aperto e che richiama la necessità di ulteriori e più approfondite indagini scientifiche.

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