Ingegneri pisani in Africa per insegnare biomedicina
Continua la collaborazione tra i ricercatori di ricercatori di bioingegeneria del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, il Fablab Pisa ed il consorzio di università africane ABEC, che per il terzo anno consecutivo propongono un corso intensivo di ingegneria biomedica, questa volta incentrato sulle applicazioni delle mobile technologies nello sviluppo di prodotti biomedicali e servizi legati l’assistenza sanitaria.
Il corso, della durata di una settimana, sponsorizzato in parte dall’United Nations Economic Commission for Africa (UNECA), si svolge durante l’Innovators Summer School della Addis Ababa University in Etiopia, dall’11 al 15 gennaio. La Summer School, giunta alla sua quarta edizione, è destinata a studenti iscritti ai nuovi corsi di ingegneria biomedica in nove università africane provenienti da sette diversi paesi (Kenia, Tanzania, Etiopia, Uganda, Malawi, Zambia e recentemente anche Egitto), che fanno parte del consorzio ABEC.
“La filosofia di fondo che collega tutte le Summer School organizzate negli anni è che l’open source design dei dispositivi biomedicali e lo sviluppo di capacità umane sono i due requisiti per migliorare l’assistenza sanitaria in Africa”, ha spiegato la professoressa Arti Ahluwalia che coordina il team formato da Carmelo De Maria (anche presidente del FabLab Pisa), Salvatore Balestrino, Lica Di Piero, Sonia Albana, Pasquale Martucci e Renata Bertocchi. In quest’ottica, la prossima Summer School ha lo scopo di insegnare come sfruttare le potenzialità dagli smartphone (connettività, visualizzazione, sensori, storage) per creare nuovi prodotti biomedicali e/o servizi o per potenziare quelli esistenti.
Con l’importante collaborazione di un’azienda locale, la Afmobi, gli studenti saranno guidati fin dai primi passi allo sviluppo di nuove app per i sistemi Android. Inoltre impareranno a connettere i loro smartphone a bio-sensori e dispositivi biomedici esterni, grazie anche all’utilizzo di VIPER, un’idea nata all’interno del Fablab Pisa. Come ogni anno, l’ammissione alla scuola è legata alla sottomissione di un progetto nell’ambito del “Innovation in Healthcare, focus on Maternal Health and Infectious Diseases” che dovrà essere migliorato/perfezionato dagli stessi studenti, lavorando in gruppi e applicando quanto appreso durante la Summer School. Fra i partecipanti anche Licia Di Pietro, studentessa di Ingegneria biomedica dell’Università di Pisa, che grazie ad una borsa di training Erasmus lavorerà all’Università di Kyambogo (Kampala, Uganda) per 4 settimane ad aprile insieme con gli ingegneri inglesi della la fondazione Amalthea Trust.
Ingegneri pisani in Africa per insegnare la biomedicina
Continua la collaborazione tra i ricercatori di ricercatori di bioingegeneria del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, il Fablab Pisa ed il consorzio di università africane ABEC, che per il terzo anno consecutivo propongono un corso intensivo di ingegneria biomedica, questa volta incentrato sulle applicazioni delle mobile technologies nello sviluppo di prodotti biomedicali e servizi legati l’assistenza sanitaria.
Il corso, della durata di una settimana, sponsorizzato in parte dall’ United Nations Economic Commission for Africa (UNECA), si svolge durante l’Innovators Summer School della Addis Ababa University in Etiopia, dall’11 al 15 gennaio.
La Summer School, giunta alla sua quarta edizione, è destinata a studenti iscritti ai nuovi corsi di ingegneria biomedica in 9 università africane provenienti da sette diversi paesi (Kenia, Tanzania, Etiopia, Uganda, Malawi, Zambia e recentemente anche Egitto), che fanno parte del consorzio ABEC.
“La filosofia di fondo che collega tutte le Summer School organizzate negli anni è che l’open source design dei dispositivi biomedicali e lo sviluppo di capacità umane sono i due requisiti per migliorare l’assistenza sanitaria in Africa”, ha spiegato la professoressa Arti Ahluwalia che coordina il team formato da Carmelo De Maria (anche presidente del FabLab Pisa), Salvatore Balestrino, Lica Di Piero, Sonia Albana, Pasquale Martucci e Renata Bertocchi. In quest’ottica, la prossima Summer School ha lo scopo di insegnare come sfruttare le potenzialità dagli smartphone (connettività, visualizzazione, sensori, storage) per creare nuovi prodotti biomedicali e/o servizi o per potenziare quelli esistenti.
Con l’importante collaborazione di un’azienda locale, la Afmobi, gli studenti saranno guidati fin dai primi passi allo sviluppo di nuove app per i sistemi Android. Inoltre impareranno a connettere i loro smartphone a bio-sensori e dispositivi biomedici esterni, grazie anche all’utilizzo di VIPER, un’idea nata all’interno del Fablab Pisa.
Come ogni anno, l’ammissione alla scuola è legata alla sottomissione di un progetto nell’ambito del “Innovation in Healthcare, focus on Maternal Health and Infectious Diseases” che dovrà essere migliorato/perfezionato dagli stessi studenti, lavorando in gruppi e applicando quanto appreso durante la Summer School. Fra i partecipanti anche Licia Di Pietro, studentessa di Ingegneria biomedica dell’Università di Pisa, che grazie ad una Borsa di training Erasmus lavorerà all’Università di Kyambogo (Kampala, Uganda) per 4 settimane ad aprile insieme con gli ingegneri inglesi della la fondazione Amalthea Trust.
Dimostrato per la prima volta il «contagio emotivo» nel cane
Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ha dimostrato per la prima volta che anche i cani provano empatia. Il "contagio emotivo" non è quindi una prerogativa esclusiva degli esseri umani o delle scimmie antropomorfe, ma anche i cani, proprio come noi, sperimentano una reazione involontaria e automatica, nonché rapidissima (richiede meno di un secondo), alla mimica facciale dei propri simili, tanto più se hanno di fronte un “amico”.
La ricerca degli etologi del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo pisano, Elisabetta Palagi, Velia Nicotra e Giada Cordoni, è stata appena pubblicata sulla “Royal Society Open Science”, la rivista della Royal Society britannica, e si basa sull’analisi del comportamento dei cani (Canis lupus familiaris) durante il gioco, prendendo in considerazione sia la mimica facciale (bocca socchiusa e rilassata) sia quella corporea (inchino giocoso).
“La risposta involontaria del cane alla gestualità facciale e corporea di un proprio simile esiste ed è rapida quanto quella umana – ha spiegato Elisabetta Palagi – ma non solo: le sessioni di gioco in cui la mimica facciale e corporea erano più frequenti erano anche quelle di maggior durata e se a giocare erano cani ‘amici’ la mimica facciale era ancora più marcata. La capacità di leggere attraverso il corpo e la ‘faccia’ le emozioni altrui e di rispondere in modo appropriato è alla base dell'evoluzione del comportamento prosociale e dell'altruismo, alla base cioè di quei comportamenti che vengono catalogati come empatici".
I dati per lo studio sono stati raccolti nell’agosto del 2012 nel giardino pubblico “Vincenzo Florio Junior” del Parco della Favorita a Palermo. Con il permesso dei proprietari, i ricercatori hanno filmato 49 cani domestici di razza e non, 26 femmine e 23 maschi dai 3 ai 72 mesi di età. Le riprese si sono svolte dalle sei alle nove di sera per un totale di 50 ore di video. Dopo un raffinato lavoro di video-analisi, i ricercatori hanno finalmente avuto modo di verificare la loro ipotesi.
"Insomma, ancora una volta potremmo trovarci di fronte alla scoperta che siamo più simili ad altri animali sociali di quanto non vorremmo credere – ha concluso Elisabetta Palagi - e numerosi sono i potenziali sviluppi di questo studio. In futuro speriamo di poter studiare la mimica anche nel lupo per capire quanto questo fenomeno sia frutto del processo di domesticazione o sia invece radicato nell'evoluzione della comunicazione emotiva dei carnivori sociali. Se così fosse si aprirebbero infinite linee di ricerca e di sicuro le risposte potrebbero farci scoprire molto sulla capacità di condivisione delle emozioni negli altri animali, oltre che sulle nostre”.
Ne hanno parlato:
Il Tirreno
Il Tirreno Pisa
La Nazione Pisa
La Gazzetta di Mantova
La Nuova Ferrara
NationalGeographicItalia
QN
Repubblica.it
Focus.it
Panorama.it
CorriereFiorentino.it
AdnKronos.it
GreenReport.it
TgRegione.it
InToscana.it
AskaNews.it
Dimostrato per la prima volta il contagio emotivo nel cane
Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ha dimostrato per la prima volta che anche i cani provano empatia. Il "contagio emotivo" non è quindi una prerogativa esclusiva degli esseri umani o delle scimmie antropomorfe, ma anche i cani, proprio come noi, sperimentano una reazione involontaria e automatica, nonché rapidissima (richiede meno di un secondo), alla mimica facciale dei propri simili, tanto più se hanno di fronte un “amico”.
La ricerca degli etologi del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo pisano, Elisabetta Palagi, Velia Nicotra e Giada Cordoni, è stata appena pubblicata sulla “Royal Society Open Science”, la rivista della Royal Society britannica, e si basa sull’analisi del comportamento dei cani (Canis lupus familiaris) durante il gioco, prendendo in considerazione sia la mimica facciale (bocca socchiusa e rilassata) sia quella corporea (inchino giocoso).
“La risposta involontaria del cane alla gestualità facciale e corporea di un proprio simile esiste ed è rapida quanto quella umana – ha spiegato Elisabetta Palagi – ma non solo: le sessioni di gioco in cui la mimica facciale e corporea erano più frequenti erano anche quelle di maggior durata e se a giocare erano cani ‘amici’ la mimica facciale era ancora più marcata. La capacità di leggere attraverso il corpo e la ‘faccia’ le emozioni altrui e di rispondere in modo appropriato è alla base dell'evoluzione del comportamento prosociale e dell'altruismo, alla base cioè di quei comportamenti che vengono catalogati come empatici".
I dati per lo studio sono stati raccolti nell’agosto del 2012 nel giardino pubblico “Vincenzo Florio Junior” del Parco della Favorita a Palermo. Con il permesso dei proprietari, i ricercatori hanno filmato 49 cani domestici di razza e non, 26 femmine e 23 maschi dai 3 ai 72 mesi di età. Le riprese si sono svolte dalle sei alle nove di sera per un totale di 50 ore di video. Dopo un raffinato lavoro di video-analisi, i ricercatori hanno finalmente avuto modo di verificare la loro ipotesi.
"Insomma, ancora una volta potremmo trovarci di fronte alla scoperta che siamo più simili ad altri animali sociali di quanto non vorremmo credere – ha concluso Elisabetta Palagi - e numerosi sono i potenziali sviluppi di questo studio. In futuro speriamo di poter studiare la mimica anche nel lupo per capire quanto questo fenomeno sia frutto del processo di domesticazione o sia invece radicato nell'evoluzione della comunicazione emotiva dei carnivori sociali. Se così fosse si aprirebbero infinite linee di ricerca e di sicuro le risposte potrebbero farci scoprire molto sulla capacità di condivisione delle emozioni negli altri animali, oltre che sulle nostre”.
L'Ateneo tra i 300 enti pubblici più virtuosi per il pagamento delle fatture
L’Università di Pisa è tra i trecento enti pubblici più virtuosi in Italia per il pagamento puntuale delle fatture e al secondo posto tra tutti gli atenei per tempi medi di pagamento. Sono questi i dati maggiormente significativi che si ricavano dalla piattaforma per il monitoraggio dei crediti commerciali verso le pubbliche amministrazioni, realizzata e gestita per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dal dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.
L’analisi, pubblicata per la prima volta, ha riguardato i circa 6.400 enti pubblici italiani che sono attivi nella comunicazione dei dati di pagamento, sugli oltre 20.000 enti registrati nella piattaforma, e ha preso in considerazione il periodo compreso tra il 1° luglio 2014 e il 31 ottobre 2015, fondamentale per il passaggio all’obbligatorietà delle fatture elettroniche, che è avvenuto dal giugno 2014 per i Ministeri e dal marzo 2015 per tutti gli altri enti pubblici.
Per quanto riguarda il pagamento delle fatture entro il tetto di 30 giorni dalla data di emissione, con alcune eccezioni che consentono il pagamento entro 60 giorni, l’Ateneo pisano con il 73% si piazza tra i trecento enti pubblici più virtuosi del Paese, in un elenco che comprende solo altre nove università virtuose. Ancora migliore è il dato riferito al tempo medio di pagamento, che vede l’Università di Pisa al secondo posto tra tutti gli atenei con 15,67 giorni medi per il pagamento, dietro solo all’Università degli Studi dell’Insubria di Varese (13,61) e davanti a quelle di Cassino e del Lazio Meridionale (16,51), di Torino (19,63), del Piemonte Orientale (22,09) e di Roma “Tor Vergata” (23,13), quasi tutti atenei di minori dimensioni rispetto all’Università di Pisa.
“L’analisi del Ministero – ha commentato il direttore generale dell’Ateneo, Riccardo Grasso – conferma che la nostra Università riesce a pagare le fatture con ottima puntualità, ribadendo nello stesso tempo che in molti ambiti dell’amministrazione siamo un punto di riferimento nel panorama nazionale universitario e, più in generale, delle pubbliche amministrazioni. Questo risultato - su impulso del rettore Massimo Augello, che ha fatto dell'efficienza e della produttività delle azioni amministrative una linea strategica dell'Ateneo - è innanzitutto il frutto dell'impegno messo negli scorsi mesi dagli uffici e dal personale preposti alla gestione della fatturazione elettronica e alla implementazione della Piattaforma Certificazione Crediti ed è poi merito dell’amministrazione tutta, direzioni, dipartimenti e strutture che hanno collaborato fattivamente alla gestione della complessa filiera dei pagamenti”.
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
TirrenoPisa.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
QuiNewsPisa.it
Controcampus.it
L’Ateneo di Pisa tra i 300 enti pubblici più virtuosi in Italia per il pagamento puntuale delle fatture
L’Università di Pisa è tra i trecento enti pubblici più virtuosi in Italia per il pagamento puntuale delle fatture e al secondo posto tra tutti gli atenei per tempi medi di pagamento. Sono questi i dati maggiormente significativi che si ricavano dalla piattaforma per il monitoraggio dei crediti commerciali verso le pubbliche amministrazioni, realizzata e gestita per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dal dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.
L’analisi, pubblicata per la prima volta, ha riguardato i circa 6.400 enti pubblici italiani che sono attivi nella comunicazione dei dati di pagamento, sugli oltre 20.000 enti registrati nella piattaforma, e ha preso in considerazione il periodo compreso tra il 1° luglio 2014 e il 31 ottobre 2015, fondamentale per il passaggio all’obbligatorietà delle fatture elettroniche, che è avvenuto dal giugno 2014 per i Ministeri e dal marzo 2015 per tutti gli altri enti pubblici.
Per quanto riguarda il pagamento delle fatture entro il tetto di 30 giorni dalla data di emissione, con alcune eccezioni che consentono il pagamento entro 60 giorni, l’Ateneo pisano con il 73% si piazza tra i trecento enti pubblici più virtuosi del Paese, in un elenco che comprende solo altre nove università virtuose. Ancora migliore è il dato riferito al tempo medio di pagamento, che vede l’Università di Pisa al secondo posto tra tutti gli atenei con 15,67 giorni medi per il pagamento, dietro solo all’Università degli Studi dell’Insubria di Varese (13,61) e davanti a quelle di Cassino e del Lazio Meridionale (16,51), di Torino (19,63), del Piemonte Orientale (22,09) e di Roma “Tor Vergata” (23,13), atenei questi sicuramente di minori dimensioni rispetto all’Università di Pisa.
“L’analisi del Ministero – ha commentato il direttore generale dell’Ateneo, Riccardo Grasso – conferma che la nostra Università riesce a pagare le fatture con ottima puntualità, ribadendo nello stesso tempo che in molti ambiti dell’amministrazione siamo un punto di riferimento nel panorama nazionale universitario e, più in generale, delle pubbliche amministrazioni. Questo risultato - su impulso del rettore Massimo Augello, che ha fatto dell'efficienza e della produttività delle azioni amministrative una linea strategica dell'Ateneo - è innanzitutto il frutto dell'impegno messo negli scorsi mesi dagli uffici e dal personale preposti alla gestione della fatturazione elettronica e alla implementazione della Piattaforma Certificazione Crediti ed è poi merito dell’amministrazione tutta, direzioni, dipartimenti e strutture che hanno collaborato fattivamente alla gestione della complessa filiera dei pagamenti”.
Ottanta iscritti per il Corso di alta formazione in 'Giustizia costituzionale'
Sono circa ottanta gli iscritti alla quinta edizione del corso di alta formazione in “Giustizia costituzionale e tutela giurisdizionale dei diritti” che si terrà a Pisa dall’11 al 29 gennaio 2016. Il corso, organizzato dal dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa con il coordinamento scientifico del professor Roberto Romboli, avrà la durata di tre settimane, con lezioni tenute in lingua italiana e spagnola da docenti italiani, spagnoli e latinoamericani.
I partecipanti al corso provengono dall’Italia e, in larghissima misura, da Paesi stranieri, soprattutto dell’America Latina. In particolare, gli iscritti a questa edizione provengono da Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Messico, Perù, Repubblica Dominicana.
Oltre ai numerosi seminari su tematiche che vanno dai modelli di giustizia costituzionale, alla tutela sovranazionale dei diritti fondamentali, il Corso prevede lo studio di casi pratici connessi all’attualità costituzionale, attraverso l’analisi di sentenze che hanno inciso nel campo della protezione dei diritti umani. All’interno del corso sono anche state programmate alcune conferenze tenute da ospiti illustri, tra cui Luigi Ferrajoli, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky.
Il corso è dedicato al ricordo del professor Alessandro Pizzorusso.
Il premio 'Laura Bacci' 2014 al giovane ricercatore Marco Landi
A Marco Landi dell’Università di Pisa è stato assegnato il Premio “Laura Bacci”, il riconoscimento dedicato alla giovane ricercatrice dell’IBIMET-CNR di Firenze scomparsa prematuramente nel 2013, destinato alla migliore tesi sul tema “Innovazione per la sostenibilità in agricoltura”. La tesi di dottorato di Marco Landi, dal titolo “Can anthocyanins photoprotect purple genotypes of Ocimum basilicum L. against boron toxicity and high light?”, è stata premiata durante una cerimonia che si è tenuta all'Accademia dei Georgofili a Firenze.
Lo studio di Landi è stato condotto presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa sotto la guida della professoressa Lucia Guidi, con la collaborazione di Massimiliano Tattini dell’Istituto della Protezione delle Piante del CNR di Firenze, e in parte presso la Victoria University of Wellington (NZ), sotto la supervisione del professor Kevin Gould. La ricerca è stata finanziata dal progetto PRIN 2009 “Risposta fisiologica di alcune specie ortive all’eccesso di boro” coordinato dal professor Alberto Pardossi.
Nella tesi è stato valutato come in diverse cultivars di basilico la capacità di tollerare una eccessiva disponibilità di boro, condizione frequente in suoli aridi o semi-aridi, sia legata alla presenza degli antociani che consente alle cultivars tolleranti di gestire, attraverso differenti meccanismi, l’eccessivo accumulo di questo elemento. I risultati ottenuti dimostrano come i prodotti del metabolismo secondario racchiudano un enorme potenziale adattativo per le piante, aspetto parzialmente inesplorato, ma quanto mai attuale nell’ottica del Global Change.
Marco Landi svolge attualmente la sua attività come assegnista di ricerca presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa, dove si occupa dello studio degli effetti fisiologici e biochimici indotti da stress abiotici tipici dell'areale mediterraneo su piante di interesse agrario e forestale. Oltre a essere co-autore di articoli scientifici di rilevanza internazionale e collaboratore di riviste internazionali, Marco Landi è stato coinvolto in altri progetti nazionali PRIN assegnati al dipartimento, come "Progettare la città verde nell'era del cambiamento globale: funzioni degli alberi urbani e loro adattabilità nelle future condizioni climatiche (TreeCity)", coordinato dal professor Giacomo Lorenzini.
Studenti pisani nel team di «Hyperloop», la navicella che viaggia alla velocità del suono
Ha un sogno Elon Musk, fondatore dell’azienda spaziale “SpaceX” e amministratore delegato della casa automobilistica statunitense Tesla Motors, specializzata in veicoli elettrici ad alte prestazioni e incoronata ad agosto 2015 l’azienda più innovativa al mondo dalla rivista “Forbes”: realizzare “Hyperloop”, il mezzo di trasporto di massa del futuro, una navicella che permetterà di coprire una distanza come quella tra Roma e Milano in poco più di 30 minuti, al costo di circa 20 euro a viaggiatore. Se questo sogno si avvicinerà alla realtà, il merito potrà essere attribuito anche a un gruppo di allievi ordinari di ingegneria della Scuola Superiore Sant’Anna e studenti dell’Università di Pisa i quali, unici in Italia e tra i pochi in Europa, sono stati selezionati nell’ambito della “SpaceX Hyperloop Pod Competition” lanciata da Elon Musk per attirare menti brillanti (fondamentali per il rapido sviluppo del progetto) e garantire visibilità dinanzi a potenziali investitori.
“Hyperloop” è il nome scelto per la navicella che sfreccerà alla velocità del suono, all’interno di un tubo dove l’aria sarà mantenuta a bassissima pressione, per ridurre al minimo la resistenza al movimento. Uno degli elementi fondamentali per la sicurezza e per il confort dei passeggeri che saliranno sulla navicella è rappresentato dal sistema delle sospensioni. Il gruppo italiano ha superato l’esame di una commissione internazionale composta da accademici e tecnici del settore dei trasporti proprio con il progetto di sistema delle sospensioni. Grazie a questo successo nella “SpaceX Hyperloop Pod Competition”, che nella prima parte ha visto la partecipazione di mille team di tutto il mondo, gli allievi ordinari della Sant’Anna e studenti dell’Università di Pisa sono stati convocati ad Austin (Texas), per illustrare il progetto, alla Texas A&M University, la quarta università più grande degli Stati Uniti, in occasione del “Design Weekend” del 29 e 30 gennaio 2016.
In questa occasione Luca Cesaretti, Lorenzo Andrea Parrotta, Emanuele Raffaele, Tommaso Sartor, Giorgio Valsecchi, Sandro Okutuga, Giulio De Simone – questi i nomi dei componenti del team italiano – presenteranno la loro soluzione innovativa, per la quale hanno trovato ispirazione in concezioni finora adottate in Formula1, in veicoli militari e nel mercato automobilistico di fascia più alta. Lo studio si è focalizzato sull’analisi delle performance del sistema di sospensioni in termini di confort e di sicurezza dei passeggeri, indagando dapprima le prestazioni ottenibili con un tradizionale sistema passivo, e implementando in seguito soluzioni tecnologiche innovative di tipo semi-attivo e attivo. Tali tecnologie, integrate nell’architettura del sistema, grazie a opportune strategie di controllo, permettono di migliorare in misura notevole le prestazioni ottenute.
“Ci riteniamo molto soddisfatti del lavoro svolto sinora e dei risultati che abbiamo ottenuto – commenta Luca Cesaretti, team leader del gruppo di allievi ordinari di ingegneria della Scuola Superiore Sant’Anna e studenti dell’Università di Pisa – e confidiamo di presentare in Texas un progetto all’avanguardia, anche se il nostro gruppo è composto soltanto da studenti. Siamo felici dell’opportunità di illustrare il progetto in un contesto internazionale e di elevatissimo livello tecnologico. Saremo sotto i riflettori del mondo scientifico e questo per noi rappresenta un ulteriore stimolo per ripagare la fiducia che la Commissione di esperti ci ha accordato. Il bello della sfida inizierà dalla fine di gennaio”.
“Sono felicissimo – sottolinea Marco Beghini, docente di progettazione meccanica e costruzione di macchine all’Università di Pisa, nonché faculty advisor del progetto - di aver accompagnato questi giovani in una impresa veramente sfidante per la quale hanno dimostrato coraggio, fantasia e solide conoscenze e competenze scientifiche e tecniche. Il lavoro è stato svolto in completa autonomia e non posso che sentirmi orgoglioso constatando che sono stati tutti miei allievi in corsi di costruzioni e progettazione meccanica. La bravura di questi giovani è già stata premiata dal raggiungimento di un prestigioso traguardo ma sono convinto che questo sia solo il punto di partenza per la loro carriera professionale”.
Ottanta iscritti per il corso di alta formazione in «Giustizia costituzionale»
Sono circa ottanta gli iscritti alla quinta edizione del Corso di alta formazione in “Giustizia costituzionale e tutela giurisdizionale dei diritti” che si terrà a Pisa dall’11 al 29 gennaio 2016. Il corso, organizzato dal dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa con il coordinamento scientifico del professor Roberto Romboli, avrà la durata di tre settimane, con lezioni tenute in lingua italiana e spagnola da docenti italiani, spagnoli e latinoamericani.
I partecipanti al corso provengono dall’Italia e, in larghissima misura, da Paesi stranieri, soprattutto dell’America Latina. In particolare, gli iscritti a questa edizione provengono da Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Messico, Perù, Repubblica Dominicana.
Oltre ai numerosi seminari su tematiche che vanno dai modelli di giustizia costituzionale, alla tutela sovranazionale dei diritti fondamentali, il Corso prevede lo studio di casi pratici connessi all’attualità costituzionale, attraverso l’analisi di sentenze che hanno inciso nel campo della protezione dei diritti umani. All’interno del corso sono anche state programmate alcune conferenze tenute da ospiti illustri, tra cui Luigi Ferrajoli, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky.
Il corso è dedicato al ricordo del professor Alessandro Pizzorusso.