Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Comunicati stampa

valerio_ascaniE' quasi un paradosso: la Torre di Pisa è uno dei monumenti più celebri al mondo, ma è talmente conosciuto che il suo aspetto turistico e iconico ha ormai largamente prevalso sulla conoscenza delle sue caratteristiche storico-architettoniche. E questo specialmente nei confronti del pubblico straniero, anche per la scarsa circolazione all'estero dei testi scientifici sull'argomento, scritti per lo più da autori italiani. Proprio per colmare questa lacuna nasce l'ultimo libro di Valerio Ascani (foto), ricercatore del Dipartimento di Civiltà e Forme del sapere dell'Università di Pisa. Il volume, scritto in inglese, s'intitola "The Leaning Tower of Pisa. Concept and realisation of a medieval Masterpiece" (ETS, Pisa 2014) e spiega, con agilità e rigore scientifico, la nascita di questo capolavoro architettonico medievale tenendo conto degli studi più recenti e avanzati. E nel rimettere in ordine i tasselli non mancano le soprese, ad esempio che il progetto arrivò a prevedere una piccola cupola oppure che la pianta, basata sul numero 15, oltre ad essere un unicum dell'architettura medievale europea, si lega alla simbologia cristiana del culto della Vergine.

"Ho potuto accertare – ha spiegato Valerio Ascani - la presenza di una base geometrica legata a figure piane quali il triangolo equilatero e il pentagono ed ho individuato il processo compositivo che ha portato, mediante rotazione sui vertici delle due figure sovrapposte, a generare la pianta del monumento, che appare singolarmente basata sul numero 15. Di questa peculiarità abbiamo ricercato le ragioni possibili, in termini soprattutto di simbologia cristiana, giungendo ad offrire alcune plausibili soluzioni, riflesse in schemi elaborati con la collaborazione di dottori di ricerca dell'Università di Palermo e con il Laboratorio grafico del nostro dipartimento. La scelta della geometria legata al numero 15 e ai suoi multipli dovette originare dalla volontà di alludere alla dedicazione mariana della vicina cattedrale, che il campanile andava a completare, dato che nella teologia e nell'iconografia della Vergine vari elementi rimandano a quel numero".

Per quanto riguarda poi la struttura cilindrica della Torre – spiega ancora il libro – essa si rifà alla tipologia dei fari e delle torri di avvistamento costiere che in quel stesso periodo, la seconda metà del XII secolo, la Repubblica pisana stava costruendo sul litorale, anche se naturalmente in questo caso la chiave è spirituale e religiosa. La Torre di fatto rappresentava un richiamo visivo e sonoro per fedeli e pellegrini, che venivano così indirizzati verso i riti che si svolgevano in duomo, una teoria confermata dall'analisi delle iconografie dei rilievi e dei capitelli del campanile.

Reinterpretando la documentazione conservata e confrontando i dati con l'analisi delle murature, il volume di Ascani propone infine anche una nuova scaletta cronologica sui circa 180 anni della storia costruttiva del monumento. "Dopo la fondazione nel 1173 – conclude il ricercatore dell'Ateneo pisano – ci fu un primo arresto dei lavori intorno al 1185, al livello del terzo ordine di loggette, che fu poi completato lentamente nei decenni intorno al 1200, sino alla più decisa ripresa dei lavori con i tre anelli superiori di logge a partire dagli anni Sessanta del Duecento per terminare con la terrazza sommitale attribuita a Giovanni Pisano e avviata nel 1299. La sommità del campanile con la cella 'a cannocchiale' è stata poi realizzata in due fasi distinte, al contrario di quanto sinora sostenuto, di cui restano evidenti i segni di giuntura e le sovrapposizioni. Queste fasi vanno fatte ricadere rispettivamente nel primo e nel secondo quarto del Trecento e ascritte la prima a maestranze formate alla scuola di Giovanni Pisano, la seconda alla bottega dei figli di Andrea Pisano, che intorno o subito dopo la metà del XIV secolo devono aver compiuto il coronamento sommitale, mutando un precedente progetto che prevedeva un cupolino di cui è tuttora evidente l'impostazione, e consegnando quindi alla posterità la Torre come in sostanza ancor oggi la possiamo vedere".

Ne hanno parlato:
Il Tirreno Pisa
La Nazione Pisa
Tirreno.it
Nazione.it
PaginaQ.it
StampToscana.it
PisaToday.it
PianetaUniversitario.it
GoNews.it
PisaInformaFlash
GreenReport.it
Controcampus.it
NoveFirenze.it
DonneeCultura.eu

"Argini e Margini" e "JazzWide Summer", in collaborazione con l'associazione Isola del Jazz e con il Patrocinio del Consiglio degli Studenti dell'Università di Pisa, presentano il concerto del nuovo trio di Michele Polga, Lorenzo Conte e Enrico Smiderle.

E' un incontro, un viaggio espressivo che il saxofonista Michele Polga, Lorenzo Conte, contrabbassista e il batterista Enrico Smiderle classe 1991, intraprendono per rileggere assieme il grande repertorio dei Broadway standards e le proprie composizioni originali.

Photo_by_E._Demuru_3Whether or not humans are the only empathic beings is still under debate. In a new study  - Palagi et al., Yawn contagion in humans and bonobos: emotional affinity more than species matters -, researchers directly compared the 'yawn contagion' effect between humans and bonobos (our closest evolutionary cousins). By doing so they were able to directly compare the empathic abilities of ourselves with another species, and found that a close relationship between individuals is more important to their empathic response than the fact that individuals might be from the same species.

The ability to experience others' emotions is hard to quantify in any species, and, as a result, it is difficult to measure empathy in an objective way. The transmission of a feeling from one individual to another, something known as 'emotional contagion,' is the most basic form of empathy. Feelings are disclosed by facial expressions (for example sorrow, pain, happiness or tiredness), and these feelings can travel from an "emitting face" to a "receiving face." Upon receipt, the mirroring of facial expressions evokes in the receiver an emotion similar to the emotion experienced by the sender.

Yawn contagion is one of the most pervasive and apparently trivial forms of emotional contagion. Who hasn't been infected at least once by another person's yawn (especially over dinner)? Humans and bonobos are the only two species in which it has been demonstrated that yawn contagion follows an empathic trend, being more frequent between individuals who share a strong emotional bond, such as friends, kin, and mates. Because of this similarity, researchers sought to directly compare the two species. Over the course of five years, they observed both humans and bonobos during their everyday activities and gathered data on yawn contagion by applying the same ethological approach and operational definitions. The results of their research are published today in the peer-reviewed journal PeerJ .

Two features of yawn contagion were compared: how many times the individuals responded to others' yawns and how quickly. Intriguingly, when the yawner and the responder were not friends or kin, bonobos responded to others' yawns just as frequently and promptly as humans did. This means that the assumption that emotional contagion is more prominent in humans than in other species is not necessarily the case.

However, humans did respond more frequently and more promptly than bonobos when friends and kin were involved, probably because strong relationships between humans are built upon complex and sophisticated emotional foundations linked to cognition, memory, and memories. In this case, the positive feedback linking emotional affinity and the mirroring process seems to spin faster in humans than in bonobos. In humans, such over-activation may explain the potentiated yawning response and also other kinds of unconscious mimicry response, such as happy, pained, or angry facial expressions.

In conclusion, this study suggests that differences in levels of emotional contagion between humans and bonobos are attributable to the quality of relationships shared by individuals. When the complexity ofsocial bonds, typical of humans, is not in play, Homo sapiens climb down the tree of empathy to go back to the understory which we share with our ape cousins.

(PeerJ Press Release)

Venerdì, 22 Agosto 2014 09:52

Empatia: l'uomo vince sempre?

Photo_by_E._Demuru_Se gli uomini siano o meno gli unici esseri capaci di empatia e quanto questa caratteristica ci differenzi dagli altri animali sono ancora temi su cui si concentra un acceso dibattito scientifico. Un nuovo elemento di discussione è dato dallo studio di un team di ricercatori del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa (Elisabetta Palagi, Ivan Norscia ed Elisa Demuru) che ha comparato il contagio emotivo nell'uomo e nel bonobo, la specie evolutivamente più prossima all'uomo insieme allo scimpanzé. L'analisi dei livelli di contagio emotivo ha messo in luce che una stretta relazione tra gli individui è il fattore più importante nel determinare la risposta empatica e che l'uomo "vince" sul bonobo solo quando sono implicati legami forti, ma questa differenza si annulla quando sono coinvolte relazioni deboli.

La trasmissione di un'emozione da un individuo a un altro, meglio conosciuto come contagio emotivo, è la forma più basilare di empatia. Le emozioni, positive e negative, hanno una controparte "fisica" che è rappresentata dalle espressioni facciali. È infatti tramite la faccia che comunichiamo al mondo i nostri stati d'animo. Quando qualcuno percepisce un'espressione facciale, ad esempio un sorriso, può mettersi in moto un meccanismo automatico e inconscio che porta il ricevente a effettuare a sua volta, come in un gioco di specchi, quella stessa espressione facciale. Alla medesima espressione corrisponde il medesimo stato d'animo, nel caso del sorriso l'emozione condivisa è la felicità. Questo è il meccanismo, noto come percezione-azione, che ci permette di condividere le emozioni con gli altri.

Il contagio di sbadiglio si basa su questo meccanismo ed è una delle forme più pervasive e apparentemente primitive di contagio emotivo. Chi non è mai stato contagiato almeno una volta dallo sbadiglio di un'altra persona (soprattutto dopo cena)? L'uomo e il bonobo sono ad oggi le uniche due specie nelle quali è stato dimostrato che il contagio di sbadiglio segue un gradiente empatico ed è più frequente tra gli individui che condividono uno stretto legame emotivo, come amici e parenti. Data questa somiglianza, i ricercatori hanno comparato direttamente le due specie, applicando lo stesso approccio metodologico basato sulla pura osservazione etologica. I ricercatori hanno osservato entrambe le specie nelle loro attività quotidiane e raccolto dati sul contagio di sbadiglio e i loro risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PeerJ .

Sono state confrontate due caratteristiche del contagio di sbadiglio: frequenza e velocità di trasmissione da un individuo all'altro. Curiosamente, quando l'emettitore dello sbadiglio e chi ne era contagiato non erano amici o parenti, i bonobo rispondevano allo sbadiglio altrui con la stessa frequenza e velocità che si sono osservate negli umani. Ciò significa che l'uomo non è la specie che mostra sempre il più alto livello di contagio emotivo.

Comunque, l'uomo risponde più frequentemente e più velocemente del bonobo quando sono coinvolti amici e parenti, probabilmente perché le forti relazioni umane sono caratterizzate da un sofisticato sistema emotivo in cui si intrecciano processi cognitivi, memoria e ricordi. In questo caso, il circuito positivo che si instaura tra l'affinità emotiva e il meccanismo percezione-azione sembra essere più forte negli uomini che nei bonobo. Nell'uomo tale iper-attivazione potrebbe spiegare la maggiore frequenza e velocità nel contagio, così come altre forme di mimica inconscia (ad esempio espressioni facciali di dolore, rabbia o felicità).

In sintesi, questo studio suggerisce che i differenti livelli di contagio emotivo tra uomo e bonobo sono attribuibili alla qualità delle relazioni tra gli individui. "Quando la complessità dei legami sociali, tipica degli uomini, non è in gioco - spiega Elisabetta Palagi - l'uomo scende dal "podio empatico" per ritornare sul gradino che condividiamo con i nostri cugini più prossimi: le grandi scimmie antropomorfe".

Ne hanno parlato:
FrenchTribune.com
Newspoint.co.za
Phs.org
Scienceblog.com
TheConversation.com
AlphaGalileo.org
Business-standard.com
Columbian.com
ConcordMonitor.com
Counselheal.com
Daulymail.co.uk
Delhidailynews.com
Examiner.com
Redorbit.com
Sbs.com.au
Science20.com
Sciencedaily.com
Scienceworldreport.com
Skynews.com.au
The-scientist.com
Timesofmalta.com
Washingtonpost.com
Westerndailypress.co.uk
Zeenews.india.com
Au.news.yahoo.com


 


Giovedì, 21 Agosto 2014 13:05

Selezione per otto tirocini al DSU Toscana

logoDsu1Il DSU Toscana, nell'Ambito del Progetto Giovanisì della Regione Toscana, indice una selezione per otto Tirocini Formativi e di Orientamento non Curriculari da svolgersi nelle proprie strutture di servizio, attivati sulla base delle Convenzioni che l'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario ha sottoscritto con le Università di Firenze, Pisa e Siena.

Possono presentare la candidatura laureati presso uno degli Atenei della Toscana, che hanno conseguito il titolo di studio nelle varie classi non prima del 20 ottobre 2013, con un'età compresa fra i 18 e 30 anni, questi ultimi non compiuti alla data di scadenza stabilita dall'avviso.

I tirocini sono retribuiti con 500 euro lordi al mese ed hanno la durata di 6 mesi a partire dal 20 ottobre 2014.

La presentazione della candidatura dovrà pervenire all'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario entro giovedì 4 settembre 2014 con le modalità previste dall'apposito avviso pubblicato sul sito www.dsu.toscana.it (Ufficio Stampa DSU Toscana)

Superquark1Andrà in onda durante la prima serata di RAI 1 di giovedì 21 agosto, nell'ambito della trasmissione di divulgazione scientifica "Superquark" di Piero Angela, un servizio sugli scavi condotti dall'Università di Pisa nel sito archeologico di Badia Pozzeveri, in provincia di Lucca. Lo scavo, su cui opera la Divisione di Paleopatologia guidata dal professor Gino Fornaciari, è tra i principali della Toscana per dimensione e numero di partecipanti. Deve la sua notorietà anche alla collaborazione che già da diversi anni vede lavorare gomito a gomito i ricercatori pisani e quelli della Ohio State University, la prima università statunitense per dimensioni e la seconda per numero di studenti. Proprio per questi motivi, nel dicembre dello scorso anno aveva conquistato la copertina della rivista "Science".

superquark3In tre giorni di riprese, la troupe di "Superquark", coordinata sul campo dal giornalista e autore Giovanni Carrada, stretto collaboratore di Piero Angela, ha filmato le attività di scavo e di didattica e compiuto interviste sulle metodologie utilizzate dal gruppo di ricerca. Al centro del servizio ci saranno gli importanti risultati ottenuti dallo scavo sia in campo archeologico, sia, soprattutto, in quello bioarcheologico e archeoantrologico, con un particolare riguardo alle sepolture pertinenti alla grande epidemia di colera che colpì Italia ed Europa nell'autunno del 1855, mietendo, solo in Toscana, oltre 27mila vittime.

Per maggiori informazioni si possono consultare gli indirizzi: http://www.paleopatologia.it/Badiapozzeveri/BP11/
e http://spark.sciencemag.org/the-thousand-year-graveyard/

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
Tirreno Lucca
Nazione Lucca
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Grande successo della scuola estiva Field School Pozzeveri in Medieval Archaeology and Bioarchaeology

fornaciari1Ben 33 studenti americani e canadesi hanno preso parte, tra giugno e agosto, alla quarta edizione della Field School Pozzeveri, la scuola estiva dedicata allo scavo del complesso monastico di San Pietro di Pozzeveri, organizzata e coordinata dall'Università di Pisa (professor Gino Fornaciari) e dall'Ohio State University (professor Clark Spencer Larsen).

Gli scavi, condotti in regime di concessione ministeriale e in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Toscana - resi possibili grazie al generoso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e al supporto del Comune di Altopascio - hanno permesso di portare alla luce i resti dell'antico chiostro del monastero, risalente alla fine dell'XI secolo, la chiesa dell'abbazia di San Pietro e numerosi ambienti abitativi del complesso monastico, identificabili molto verosimilmente con la foresteria del monastero.
A ridosso della facciata della chiesa medievale, a destra e a sinistra dell'ingresso, sono state individuate ed esplorate due grandi tombe privilegiate in muratura del XII secolo, probabilmente appartenenti ai Signori di Porcari, che ebbero a lungo il patronato dell'abbazia. Di eccezionale interesse è risultato il rinvenimento, in una di queste tombe, dei resti scheletrici ancora in connessione di un bambino di 4-5 anni, il cui cranio appariva avvolto da sottilissimi fili d'oro. Si tratta finora dell'unico ritrovamento archeologico attestante l'utilizzo, nei secoli immediatamente posteriori al 1000, di un prezioso tessuto di broccato d'oro, molto verosimilmente lucchese del XII secolo, per avvolgere il corpo del defunto, che costituisce anche una ulteriore prova del rango elevato degli individui sepolti.
Numerosi i reperti rinvenuti: ceramiche, vetri, oggetti metallici, medaglie devozionali e una fossa per la gettata delle campane. Quasi duecento gli individui scheletrici recuperati, che consentiranno di ricostruire uno spaccato su stile di vita, malattie e attività fisica della comunità dall'XI al XIX secolo.

Allo scavo archeologico si è unita un'attività didattica di alto profilo gestita da un'equipe italo-americana di 13 specialisti; in questo modo, gli studenti stranieri, interessati ad approfondire i metodi dell'archeologia medievale e della bioarcheologia, hanno appreso a scavare, recuperare, restaurare e studiare i resti osteologici e gli altri reperti grazie all'installazione di tre laboratori organizzati direttamente sul cantiere: un laboratorio antropologico, un laboratorio informatico ed un laboratorio per i reperti ceramici, metallici e vitrei.

fornaciari2

A partire dal 4 agosto, per due settimane, agli studenti americani subentreranno gli iscritti al master di primo livello in Bioarcheologia, Paleopatologia e Antropologia Forense coordinato dalle Università di Pisa, Bologna e Milano.

Il cantiere di scavo di Badia Pozzeveri, collocato lungo il tracciato della via Francigena in prossimità di Altopascio, costituisce ad oggi l'unico e il più grande scavo archeologico di ricerca, aperto e visitabile, collocato sul tratto lucchese dell'importante strada medievale. Lo scavo archeologico si lega al progetto di recupero delle architetture monumentali della chiesa di San Pietro ed è fortemente sostenuto dall'amministrazione comunale di Altopascio, la quale si prefigge lo scopo di salvare un bene fondamentale per la storia non solo della comunità di Badia Pozzeveri, ma di tutta la lucchesia orientale. I reperti rinvenuti, una volta compiuto il restauro della chiesa di San Pietro e dell'annesso complesso architettonico, andranno a costituire una raccolta museale, adatta a essere ospitata negli stessi ambienti insieme a un percorso espositivo che illustri le vicende dell'abbazia e le "storie" (caratteristiche fisiche, stile di vita, attività fisica e malattie) registrate e narrate dalle ossa dei nostri antenati, inumati per secoli nell'area del monastero camaldolese.

Sarà possibile seguire i risultati degli scavi e degli studi di laboratorio, aggiornati in tempo reale, sul sito della Divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa: www.paleopatologia.it.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Conclusa la Summer School in Osteoarchaeology and Paleopathology
 

scuola Fornaciari 1

Si è intanto conclusa la Summer School in Osteoarchaeology and Paleopathology, che si è svolta nel Laboratorio di Paleopatologia della Scuola Medica sotto la direzione e supervisione del professor Gino Fornaciari e le cui attività di laboratorio sono state seguite dalle dottoresse Valentina Giuffra e Simona Minozzi. Si è trattato della prima edizione della Summer School, che ha avuto più richieste di partecipazione rispetto alle aspettative, tanto che è stato necessario attivare due sessioni. I dieci allievi ammessi provenivano da diverse parti del mondo, tra cui l'Ohio, la Georgia, le Hawaii e l'Australia.

La Summer School in Osteoarchaeology and Paleopathology è volta a fornire le competenze necessarie per effettuare lo studio antropologico e paleopatologico di base dei resti scheletrici umani antichi. Ciascuna sessione della Summer School si è svolta nell'arco di tre settimane, durante le quali sono state effettuate lezioni frontali e una consistente parte di attività pratica in laboratorio.

scuola Fornaciari 2Gli studenti sono stati istruiti sulle procedure di pulizia, consolidamento, restauro, siglatura, inventario e schedatura dei resti scheletrici e dentari. Sono state inoltre affrontate le principali tematiche riguardanti lo studio antropologico dei resti scheletrici, in particolare le metodologie per la determinazione del sesso e dell'età alla morte degli individui, l'osteometria, il rilevamento dei caratteri ereditari e il rilevamento del grado di sviluppo delle inserzioni muscolari. Infine, gran parte delle lezioni è stata dedicata alla paleopatologia, cioè al riconoscimento delle malattie nei resti scheletrici.

Gli studenti hanno potuto visitare il già richiamato scavo archeologico di Badia Pozzeveri, dove si svolgeva contemporaneamente la Field School, organizzata in collaborazione tra le Università di Pisa e dell'Ohio e co-diretta dai professori Fornaciari e Larsen, e hanno potuto osservare il lavoro archeologico e di recupero dei resti umani. Inoltre, hanno effettuato una visita alla Divisione di Radiologia dell'Università di Pisa, dove gli studenti hanno potuto vedere l'applicazione delle indagini radiologiche ai resti scheletrici patologici, e una visita al Museo di Anatomia Umana "Filippo Civinini", dove sono conservati preziosi reperti anatomici.

meucci1Il fondista pisano Daniele Meucci ha vinto la maratona dei Campionati Europei in corso di svolgimento a Zurigo, arrivando da solo sul traguardo dopo aver staccato nettamente tutti gli avversari. Al secondo posto il polacco Shegumo, terzo il russo Reunkov. Si corona così uno splendido mese di sport per l'Università di Pisa, di cui Daniele Meucci è laureato e ora dottorando in Robotica, a poche settimane dalla conquista dell'argento individuale e dell'oro a squadre da parte di Martina Batini, studentessa di Ingegneria, ai campionati mondiali di fioretto di Kazan.

Il rettore Massimo Augello ha espresso le felicitazioni dell'Università di Pisa, commentando così la vittoria ottenuta da Daniele Meucci: "A un mese di distanza dall'argento individuale e dall'oro a squadre ottenuti ai campionati mondiali di fioretto da Martina Batini, studentessa di Ingegneria all'Università di Pisa, una nuova splendida affermazione sportiva vede come protagonista uno studente del nostro Ateneo. Daniele Meucci, che oggi è diventato campione europeo della maratona, si è infatti laureato all'Università di Pisa in Ingegneria dell'Automazione e sta attualmente seguendo il corso di dottorato in Robotica. All'arrivo vittorioso della sua gara, in diretta RAI, Daniele ha tenuto a includere tra i ringraziamenti anche la sua Università. È l'Università di Pisa a essere oggi in festa, orgogliosa di questo campione dello sport, dello studio e della vita. Aspetteremo ora il rientro di Daniele per tributare a lui, e a Martina, il sentito riconoscimento da parte dell'Ateneo pisano".

meucci2

Il professor Ugo Boggi, chirurgo di fama mondiale, è amico del neocampione europeo. A lui abbiamo chiesto di tracciare il profilo sportivo e umano di Daniele Meucci: "Definire Daniele un Campione è facile - ha detto - visto il suo impressionante palmares e la vittoria odierna. Anche se la mia conoscenza personale con Daniele scaturisce proprio dal mondo sportivo, che frequento in modo amatoriale, ho avuto il piacere di conoscerlo anche come persona.
Daniele è un ragazzo pulito, per bene, sensibile, e altruista. Quando partecipa alla mezza maratona città di Pisa, che l'Associazione per Donare la Vita Onlus organizza per sensibilizzare l'opinione pubblica circa il valore della donazione degli organi e tessuti, Daniele regolarmente vince e stabilisce il record del percorso. Non che ciò sia necessariamente semplice, neppure per lui, vista la regolare partecipazione di atleti di colore di ottimo valore e di altri atleti italiani molto forti. Dopo aver vinto, Daniele lascia regolarmente i suoi premi in beneficenza. Nessuno degli altri atleti lo fa. Spesso ci regala sue maglie o le sue tute, indossate con la Nazionale, perché ne possiamo fare oggetto di lotterie di beneficenza. Chi ha fatto sport sa il valore simbolico che anche i semplici indumenti possono avere per uno sportivo.
Daniele è sposato con Giada, ex-atleta di ottimo livello, ed ha due bambini. Anche oggi ha ricordato loro all'arrivo della maratona. Daniele è così tutti i giorni: famiglia, campo di atletica, e studio. Qualcuno potrebbe dire, 'un giovane di altri tempi.
Non mi è mai capitato incontrando Daniele che non fosse cortese e disponibile. L'oro che ha vinto oggi, e che tutti noi speriamo sia solo il primo di una lunga serie, deriva dalle sue innate qualità atletiche (vederlo correre dal vivo è uno spettacolo), ma anche dalla sua costante e meticolosa dedizione a uno sport fatto prevalentemente di fatica. Il fatto che nonostante l'impegno sportivo sia anche laureato in Ingegneria, e che ora stia effettuando il dottorato di ricerca in robotica, ne testimoniano anche le qualità intellettive. La sua tattica nella gara odierna, semplicemente perfetta, è forse la migliore dimostrazione della correttezza della locuzione latina 'mens sana in corpore sano.
Ora, insieme ai tanti sportivi pisani che conoscono bene Daniele, aspetto il Campione per salutarlo e festeggiarlo."

------------------------------------------------------

Sintesi biografica di Daniele Meucci

meucci3Daniele Meucci è nato a Pisa il 7 Ottobre 1985 e si è dedicato all'atletica leggera a partire dai 17 anni di età. I riscontri cronometrici indicano che è il miglior mezzofondista italiano degli ultimi 20 anni (distanze dai 3.000 ai 10.000 m). Il suo record personale sui 10.000 metri (27.32.96) è il quarto tempo Italiano all-time, migliore del record personale del campione olimpico Alberto Cova. È un atleta militare, in forza al gruppo sportivo dell'Esercito dal 2005. Il suo attuale allenatore è Massimo Magnani, già maratoneta di livello mondiale e attuale coordinatore tecnico della Nazionale Italiana di atletica leggera. Daniele Meucci è testimonial dell'Associazione per donare la vita onlus, che sostiene l'importanza della donazione d'organi e di tessuti.

Daniele si è laureato in Ingegneria all'Università di Pisa e attualmente sta seguendo il dottorato di ricerca in Robotica. All'arrivo vittorioso della maratona europea, in diretta RAI, tra i ringraziamenti ha incluso anche l'Università "che gli ha consentito di studiare".

Titoli

Campione italiano 5000 metri 2007, Campione italiano 10000 metri 2006 e 2007, Campione italiano 3000 metri indoor 2008 e 2009, Campione italiano 5000 metri indoor 2009, Campione italiano di mezza maratona 2014, Campione europeo di maratona 2014.

Medaglie

Medaglia di bronzo 10000 metri, Campionati Europei under 23 2007 (Debrecen); Medaglia di bronzo 10000 metri, Campionati Europei 2010 (Barcellona); Medaglia di bronzo a squadre corsa campestre (cross), Campionati Europei 2009 (Dublino); Medaglia di bronzo individuale corsa campestre (cross), Campionati Europei 2012 (Budapest); Medaglia di bronzo a squadre corsa campestre (cross), Campionati Europei 2012 (Budapest); Medaglia d'argento 10000 metri, Campionati Europei 2012 (Helsinki); Medaglia d'oro maratona, Campionati Europei 2014 (Zurigo).

L'Università di Pisa continua a essere, insieme a quelle di Bologna, Milano, Padova, Roma "La Sapienza" e Torino, la migliore in Italia secondo il prestigioso Academic Ranking of World Universities (www.shanghairanking.com/) elaborato dalla "Jiao Tong" University di Shanghai per il 2014. Pisa e Roma fanno un passo indietro rispetto allo scorso anno, scendendo tra il 151° e il 200° posto, dove si collocano Milano e Padova, che confermano il risultato del 2013, e Bologna e Torino, che salgono invece di un gradino. Più in basso si piazzano l'Università di Firenze e il Politecnico di Milano, posizionate tra il 201° e il 300° posto. Altri 13 atenei sono tra il 301° e il 500° posto.

L'Università di Pisa ottiene risultati lusinghieri per quanto riguarda il macro settore delle Scienze naturali e matematiche, dove si piazza tra il 101° e il 150° posto al mondo, e i campi disciplinari della Matematica, in cui è prima in Italia e tra il 76° e il 100° posto al mondo, e della Fisica, dove è tra il 101° e il 150° posto generale.

Come al solito, a primeggiare nella classifica di Shanghai sono le università degli Stati Uniti, con 146 tra le prime 500, seguite dalla Cina (44), dalla Germania (39) e dal Regno Unito (38). Con 21 atenei tra i primi 500, l'Italia vede aumentare di due unità il suo contingente, posizionandosi sullo stesso livello di Francia e Canada. Per la prima volta, tuttavia, il nostro Paese non ha rappresentanti tra le prime 150 posizioni al mondo, mentre gli Stati Uniti ne hanno 52 tra i primi 100, il Regno Unito 8, Canada, Francia e Germania 4 ciascuna.

"Il ranking di Shanghai – ha commentato il rettore Massimo Augello – può essere letto in una duplice chiave. In campo nazionale, l'Università di Pisa conferma di essere ai primissimi posti della graduatoria e ribadisce la tradizione e la vitalità di alcuni suoi settori di punta, a partire da quelli delle Scienze naturali, della Matematica e della Fisica. A livello generale, la classifica è frutto di un panorama internazionale sempre più dinamico e globalizzato, in cui si affacciano nuove realtà e guadagnano posizioni le università dei Paesi che continuano a investire nel settore. In questo quadro, l'Italia mantiene una buona qualità media – con 21 atenei tra i primi 500 – ma perde progressivamente le sue punte di eccellenza, considerando che in poco più di un decennio siamo usciti dalle prime 100 e ora anche dalle prime 150 posizioni al mondo. A mio parere, questa situazione è l'inevitabile conseguenza dei continui tagli al finanziamento del sistema universitario e del blocco del turn over di personale. Al tempo stesso, essa riflette lo stato complessivo del Paese, in cui si fa fatica a individuare e valorizzare i settori che possono davvero contribuire al rilancio della nostra economia e porre le basi per un solido sviluppo futuro. Certamente tra questi settori vi è quello dell'università e della ricerca."

Mercoledì, 06 Agosto 2014 08:15

Chiusura estiva 2014

calendario13Gli Uffici dell'Amministrazione dell'Università di Pisa rimarranno chiusi da giovedì 7 agosto (compreso) a mercoledì 20 agosto (compreso).

La chiusura riguarda anche le Segreterie studenti, il Centro Matricolandosi e il Servizio Job Placement, in pausa da giovedì 7 agosto (compreso) a mercoledì 20 agosto (compreso).

Anche l'Ufficio USID - Unità di Servizi per l'Integrazione degli studenti con Disabilità e lo Sportello Dislessia e DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) saranno chiusi al pubblico da giovedì 7 agosto (compreso) a mercoledì 20 agosto (compreso).

Per 15 studenti del corso di laurea magistrale in Banca, finanza e mercati finanziari dell'Università di Pisa si aprono le porte delle aziende. Grazie al progetto Business Plan in Progress, un'iniziativa promossa dalla professoressa Giovanna Mariani del dipartimento di Economia e Management e Stefano Luisotti, amministratore delegato della Welcome Italia, i ragazzi avranno l'opportunità di collaborare attivamente con le imprese per un progetto di planning.

Le aziende Pertici Industries, Wi-Tech (Claud4Wi), Femme by Michele Rossi, Micky Mouse Center Viareggio hanno infatti deciso di aderire al progetto e di collaborare con piccoli gruppi di studenti per poter redigere un business plan reale, utilizzando un format di planning basato su un modello matematico elaborato dalla stessa Welcome per le proprie attività di pianificazione, budget e controllo.

Gli studenti, inoltre, parteciperanno alla stesura di un libro, in italiano e in inglese, in cui esporranno l'esperienza formativa a diretto contatto con le aziende con lo scopo di promuovere la cultura della pianificazione d'impresa. Welcome Italia si è offerta di finanziare la pubblicazione del libro e di riconoscere un premio agli studenti che porteranno a termine il progetto. Alla conclusione del progetto sarà organizzato un workshop per discutere le esperienze degli studenti e le valutazioni da parte delle imprese.

Gli studenti che partecipano al progetto sono Alfredo Scarfò, Domenico Gallo, Federico Draghi e Andrea Perelli (azienda Pertici Industries); Bruno Procopio, Paolo Panaia e Gemma Conti (azienda Wi-Tech); Gabriele Mini, Ilaria Quattrone, Fabio Ferraro e Giulia Cini (azienda Femme by Michele Rossi); Federico Giovannini, Giulia Cartei, Alessandro Bacci e Fabrizio Frisone (Micky Mouse Center Viareggio).

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa