Bando per personale di cat. C presso il Dip. di Ingegneria Civile e Industriale
leggi i dettagli sul portale : https://bandi.unipi.it/public/Bandi/Detail/4d21df84-d227-4f21-a9d4-504b148b3e3f
Zerynth, spin off Unipi, rafforza la propria presenza sul territorio e inaugura nuovi spazi a Pisa
Zerynth, azienda spin off dell'università di Pisa e leader di soluzioni Industrial IoT per le aziende manifatturiere, ha inaugurato i nuovi uffici a Pisa in Galleria G.B. Gerace in occasione dell’evento Zerynth Connect che si è tenuto a Pisa il 21 settembre.
All’inaugurazione hanno presenziato l’assessore alle attività produttive e commercio del Comune di Pisa Paolo Pesciatini, e i delegati del rettore dell'Università di Pisa Chiara Galletti, Corrado Priami e Giuseppe Anastasi, insieme al direttore del Dipartimento di Informatica Vincenzo Ambriola. Sono inoltre intervenuti Andrea Madonna, presidente dell’Unione Industriale Pisana e Andrea Di Benedetto, presidente del Polo Tecnologico di Navacchio.
La presenza dei vertici di istituzioni di grande rilievo sul territorio ha rappresentato un’occasione per sottolineare l’importanza che l’ecosistema pisano - della ricerca, dell’innovazione e dell’impresa - ha nelle strategie di sviluppo aziendale di Zerynth a sostegno della transizione verso l’Industria 5.0.
L’evento è stato seguito dalla conferenza “Zerynth Connect”, nella quale è stato approfondito il tema dell’Industria 5.0 con interventi da parte di Zerynth e di partner leader dell’innovazione e della digitalizzazione industriale italiana, come Olivetti, parte del gruppo TIM Enterprise, e il Competence Center MADE 4.0. Inoltre, è stato significativo il contributo da parte di realtà aziendali che hanno intrapreso progetti di digitalizzazione e transizione verso la Industry 5.0, tra cui spiccano il gruppo Baglini Ascensori, un’eccellenza del territorio Pisano, e Riri, eccellenza nella manifattura di accessori per il fashion.
“I nuovi uffici ospitano oggi più di 40 professionisti con competenze di ingegneria gestionale, robotica e informatica,” afferma Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. CEO di Zerynth. “Siamo orgogliosi di poter contare su un team di esperti dedicati alla digitalizzazione dei macchinari e impianti industriali, che consentiranno alle aziende manifatturiere di ottimizzare i propri processi produttivi e raggiungere nuovi livelli di sostenibilità aziendale.”
Zerynth è nata nel 2015 da quattro visionari fondatori: Gabriele Montelisciani, Giacomo Baldi, Daniele Mazzei e Gualtiero Fantoni. La loro ambizione era chiara sin dall'inizio: sostenere l'industria nell'abbracciare la trasformazione digitale. In meno di un decennio, Zerynth ha avuto una crescita esponenziale e conquistando la fiducia di oltre 150 clienti in svariati settori industriali, dalla manifattura discreta, al food & beverage, alla logistica, fino alla produzione di macchinari.
“Zerynth ha il tema della connessione nel proprio DNA” sostiene Daniele Mazzei, Chief Product Officer di Zerynth. “Siamo nati e cresciuti grazie a una solida collaborazione con l'Università e i centri di innovazione nel territorio di Pisa, e continuiamo a sostenere l'industria nell'adottare le migliori tecnologie affinchè possano rispondere alle nuove esigenze del mercato e rimanere competitive.”
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Zerynth
Zerynth supporta le aziende manifatturiere nell’efficientamento della produzione, incrementando il valore degli asset industriali interconnessi. Attraverso la Zerynth Industrial IoT & AI Platform, connette con approccio plug-and-play qualsiasi macchinario industriale in meno di 3 ore e in modo non invasivo, abilitando una completa trasformazione 4.0 con semplicità, velocità e sicurezza.
Fondata nel 2015, Zerynth vanta oggi un team di oltre 40 professionisti esperti in ambito IoT, partnership strategiche con system integrator e provider tecnologici come SAP, ed oltre 150 aziende clienti in svariati settori industriali: manifattura discreta, food & beverage, logistica, utility e produzione di macchinari. Zerynth ha sede in Italia, a Pisa, ma persegue un ambizioso progetto di espansione su scala internazionale.
(Fonte Ufficio stampa Zerynth)
Ammissione alle attività formative della Scuola Normale Superiore
E-Team squadra corse - Join us
Inizia il Recruiting per la stagione 2023-24 dell'E-Team Squadra Corse.
Il Team è un gruppo di studenti provenienti da ogni dipartimento che ogni anno, collaborando insieme, progettano e realizzano una monoposto per partecipare alle competizioni di Formula Student, a livello nazionale ed internazionale.
Sabato 30 settembre alle ore 15.00 e giovedì 5 ottobre alle ore 19.00 avranno luogo i Meeting su Teams con accesso tramite codice 94774h3.
Se sei interessato/a a partecipare a questo progetto, compila la richiesta per il recruiting.
Sea level in 2100 up to one metre higher than today
If greenhouse gas emissions continue at the current rate, by 2100 the sea level on Earth could have risen by up to one metre, with increasing damage from storm surges and extreme weather events. The prospect comes from a study published in the journal “Earth System Science Data”, in which Professors Matteo Vacchi (Photo) of the University of Pisa and Alessio Rovere of the Ca’ Foscari University of Venice were the first authors. The research put together all existing data on sea levels during the last interglacial period, 125,000 years ago, the last one in which the Earth was slightly warmer than today, about 1-1.5 degrees on a global scale and 3-5 at the poles. According to the online atlas created by the researchers, sea levels at that time were between 3 and 9 metres higher than now.
“During the interglacial period, climatic conditions were due to a change in the Earth’s orbital configuration,” explains Matteo Vacchi. “Today's climate warming, on the other hand, derives mainly from the increase of carbon dioxide emissions in the atmosphere due to the anthropogenic effect.
Globally, the most vulnerable areas to the sea level rise are the atolls in the Pacific and the large coastal plains of south-east Asia. As for the Mediterranean, the Venice lagoon, the upper Adriatic, and in general the large coastal plains, e.g., the Volturno in Naples, but also the Pisa plain in Tuscany, are particularly vulnerable, and for North Africa the flat coastal areas of Tunisia, Morocco and the Nile Delta.
Primarily responsible for rising seas would be the melting of the planet’s two large polar ice sheets, Greenland, and Antarctica. From this point of view, the data put together by the study are fundamental for outlining future climate scenarios. If the entire ice sheet currently covering Greenland were to melt, the global sea level would rise by about 7 metres. If, on the other hand, the entire Antarctic ice sheet were to melt, the sea would rise by an additional 58 metres.
"There have been periods on Earth, when the sea level was above the current one," Vacchi concludes, "but what is worrying today is the increasing rate, i.e., the acceleration that has taken place over the last 150 years, coinciding with the start of the industrial revolution that has greatly increased greenhouse gases into the atmosphere.
The work published in the journal “Earth System Science Data” is the result of the WARMCOASTS project funded by the European Union’s Horizon 2020 research and innovation programme (Grant agreement No. ERC-StG-802414), won by Professor Alessio Rovere.
Il livello del mare nel 2100 fino a un metro in più rispetto ad oggi
Se le emissioni di gas serra continueranno al ritmo attuale, nel 2100 il livello del mare sulla Terra potrebbe aumentare anche fino a un metro, con danni sempre maggiori per mareggiate e fenomeni estremi. La prospettiva arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Earth System Science Data a cui hanno partecipato i professori Matteo Vacchi (foto) dell’Università di Pisa e Alessio Rovere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia come primo autore.
La ricerca ha messo insieme tutti i dati esistenti relativi al livello del mare durante l’ultimo periodo interglaciale, 125mila anni fa, l’ultimo in cui la Terra è stata lievemente più calda rispetto ad oggi, circa 1-1,5 gradi su scala globale e 3-5 ai poli. Secondo l’atlante on line creato dai ricercatori, il livello dei mari all’epoca era tra i 3 e i 9 metri più alto di adesso.“Nel periodo interglaciale le condizioni climatiche erano dovute a un cambiamento nella configurazione orbitale della Terra – spiega Matteo Vacchi – il riscaldamento climatico odierno deriva invece, in larga parte, dall’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera dovuto all’effetto antropico”.
A livello globale le zone più vulnerabili all’innalzamento del livello del mare sono gli atolli nel Pacifico e le gradi piane costiere del sud-est asiatico. Per quanto riguarda il Mediterraneo sono particolarmente vulnerabili la laguna di Venezia, l'alto Adriatico, e in generale le grandi piane costiere, per esempio il Volturno di Napoli, ma anche la piana pisana in Toscana, e per il nord Africa le zone costiere pianeggianti della Tunisia, del Marocco e il Delta del Nilo.
Prima responsabile dell’innalzamento dei mari sarebbe la fusione delle due grandi calotte polari del Pianeta, Groenlandia e Antartide. Da questo punto di vista i dati messi assieme dallo studio sono fondamentali per delineare dei modelli climatici futuri. Se infatti si dovesse fondere tutta la calotta glaciale che copre attualmente la Groenlandia, il livello globale del mare salirebbe di circa 7 metri. Se invece si dovesse fondere tutta la calotta antartica l’aumento sarebbe di ulteriori 58 metri.
“Nella Terra ci sono stati dei periodi in cui il livello del mare è salito al di sopra dell'attuale – conclude Vacchi – ma quello che preoccupa oggi sono i tassi di risalita, ovvero l'accelerazione avvenuta negli ultimi 150 anni, in concomitanza con l’inizio della rivoluzione industriale che ha aumentato enormemente le emissioni di gas serra nell’atmosfera”.
Il lavoro pubblicato Earth System Science Data è frutto del progetto WARMCOASTS finanziato dall’Unione Europea, programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 (Grant agreement No. ERC-StG-802414), vinto dal professore Alessio Rovere.
Università di Pisa: intitolata alla professoressa Giovanna Mariani la sede del CLab
Giornata di grande commozione, quella di oggi, per la comunità dell’Università di Pisa che questa mattina ha intitolato la sede del suo Contamination Lab (CLab Pisa) alla professoressa Giovanna Mariani, docente di finanza aziendale e presidente del corso di laurea magistrale in Banca, finanza aziendale e mercati finanziari, scomparsa il 4 novembre scorso a soli 60 anni.
Una cerimonia sentitissima a cui hanno preso parte i familiari della professoressa; numerosi amici e colleghi; il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone; gli ex rettori Massimo Mario Augello e Paolo Maria Mancarella e l’ex direttore generale dell’Ateneo, Riccardo Grasso. Oltre al delegato del rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell'innovazione, Alessio Cavicchi; al presidente del Comitato Spin Off dell'Ateneo pisano, Stefano Chessa, e a tre docenti titolari di altrettante spin-off dell'Ateneo Pisano: Luca Fanucci (Ingeniars S.r.L.), Ugo Faraguna (Sleepacta S.r.L.) e Filippo Graziani (Bee Queen 33 S.r.L.).
“La ‘Gloria’ ha vinto la sua battaglia chiamando in anticipo la professoressa Giovanna Mariani, alla quale è valsa interpretare la vita quale perduranza di significato al ‘Valore’ della Persona – ha detto la professoressa Elena Bruno, attuale presidente del Corso di Laurea Magistrale in Banca, Finanza Aziendale e Mercati Finanziari dell’Università di Pisa e legata da una profonda amicizia a Mariani - Di lei permangono in me contributi di linearità comportamentale e generosità affettiva e professionale che la innalzano a modello da imitare”.
Caratteri, questi, che tornano, forti, anche nel ritratto che di Giovanna Mariani ha tratteggiato il professor Luca Spataro, direttore del Dipartimento Economia e Management dell'Ateneo Pisano. “Giovanna era una persona schietta, generosa, appassionata e, proprio per questo, in grado di coinvolgere chi le stava intorno - ha ricordato durante la cerimonia di intitolazione – L’ho conosciuta nei primi anni 2000 e ben presto potei apprezzarne la dedizione nell'insegnamento, la capacità di coinvolgersi in nuovi e numerosi progetti, di instaurare rapporti improntati al rigore e al rispetto con colleghi e studenti”.
“Le sue ultime fatiche - ha aggiunto Spataro - sono state il curriculum internazionale del corso di laurea di Banca, finanza aziendale e mercati finanziari, con cui ha arricchito l'offerta didattica del Dipartimento, nonché il progetto PRIN di cui era capofila e che verrà portato avanti dai suoi collaboratori sparsi in diversi Atenei italiani. Ma l’eredità lasciata da Giovanna è anche caratterizzata dal coraggio e dall’attaccamento alla vita che ci ha testimoniato nel combattere la malattia”.
Per tutto questo l'Università di Pisa ha voluto ricordarla; "per la sua eccellenza e autenticità di modello culturale, correlate a capacità rappresentativa di “Arte” formativa imprenditoriale", come recita la targa commemorativa scoperta oggi nel cortile interno del Centro Congressi "Le Benedettine", dove si trova la sede di quel CLab alla cui nascita, la professoressa Mariani, ha dato un contributo fondamentale, come hanno ricordato i colleghi e gli amici dell’Unità Servizi Trasferimento Tecnologico dell’Università di Pisa: “L'attività del Comitato Spin off ed il conseguente supporto alle start up, il Contamination Lab Pisa, così come molte altre attività in seno all’unità del trasferimento tecnologico, sono nate e cresciute con Giovanna. Ci ha insegnato che la dimensione sociale di un’impresa rappresenta sia una premessa sia un ingrediente per riuscire ad inserirsi e costruire legami con il territorio. Il suo pensiero divergente e l’approccio inclusivo sono stati per noi il valore aggiunto alle molte giornate di lavoro trascorse insieme, che vogliamo appunto ricordare con l’intitolazione a suo nome della sede del Contamination Lab Pisa”.
Università di Pisa: intitolata alla professoressa Giovanna Mariani la sede del CLab
Giornata di grande commozione, quella di oggi, per la comunità dell’Università di Pisa che questa mattina ha intitolato la sede del suo Contamination Lab (CLab Pisa) alla professoressa Giovanna Mariani, docente di finanza aziendale e presidente del corso di laurea magistrale in Banca, finanza aziendale e mercati finanziari, scomparsa il 4 novembre scorso a soli 60 anni.
Una cerimonia sentitissima a cui hanno preso parte i familiari della professoressa; numerosi amici e colleghi; il prorettore vicario, Giuseppe Iannaccone; gli ex rettori Massimo Mario Augello e Paolo Maria Mancarella e l’ex direttore generale dell’Ateneo, Riccardo Grasso. Oltre al delegato del rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell'innovazione, Alessio Cavicchi; al presidente del Comitato Spin Off dell'Ateneo pisano, Stefano Chessa, e a tre docenti titolari di altrettante spin-off dell'Ateneo Pisano: Luca Fanucci (Ingeniars S.r.L.), Ugo Faraguna (Sleepacta S.r.L.) e Filippo Graziani (Bee Queen 33 S.r.L.).
“La ‘Gloria’ ha vinto la sua battaglia chiamando in anticipo la professoressa Giovanna Mariani, alla quale è valsa interpretare la vita quale perduranza di significato al ‘Valore’ della Persona – ha detto la professoressa Elena Bruno, attuale presidente del Corso di Laurea Magistrale in Banca, Finanza Aziendale e Mercati Finanziari dell’Università di Pisa e legata da una profonda amicizia a Mariani - Di lei permangono in me contributi di linearità comportamentale e generosità affettiva e professionale che la innalzano a modello da imitare”.
Caratteri, questi, che tornano, forti, anche nel ritratto che di Giovanna Mariani ha tratteggiato il professor Luca Spataro, direttore del Dipartimento Economia e Management dell'Ateneo Pisano. “Giovanna era una persona schietta, generosa, appassionata e, proprio per questo, in grado di coinvolgere chi le stava intorno - ha ricordato durante la cerimonia di intitolazione – L’ho conosciuta nei primi anni 2000 e ben presto potei apprezzarne la dedizione nell'insegnamento, la capacità di coinvolgersi in nuovi e numerosi progetti, di instaurare rapporti improntati al rigore e al rispetto con colleghi e studenti”.
“Le sue ultime fatiche - ha aggiunto Spataro - sono state il curriculum internazionale del corso di laurea di Banca, finanza aziendale e mercati finanziari, con cui ha arricchito l'offerta didattica del Dipartimento, nonché il progetto PRIN di cui era capofila e che verrà portato avanti dai suoi collaboratori sparsi in diversi Atenei italiani. Ma l’eredità lasciata da Giovanna è anche caratterizzata dal coraggio e dall’attaccamento alla vita che ci ha testimoniato nel combattere la malattia”.
Per tutto questo l'Università di Pisa ha voluto ricordarla; "per la sua eccellenza e autenticità di modello culturale, correlate a capacità rappresentativa di “Arte” formativa imprenditoriale", come recita la targa commemorativa scoperta oggi nel cortile interno del Centro Congressi "Le Benedettine", dove si trova la sede di quel CLab alla cui nascita, la professoressa Mariani, ha dato un contributo fondamentale, come hanno ricordato i colleghi e gli amici dell’Unità Servizi Trasferimento Tecnologico dell’Università di Pisa: “L'attività del Comitato Spin off ed il conseguente supporto alle start up, il Contamination Lab Pisa, così come molte altre attività in seno all’unità del trasferimento tecnologico, sono nate e cresciute con Giovanna. Ci ha insegnato che la dimensione sociale di un’impresa rappresenta sia una premessa sia un ingrediente per riuscire ad inserirsi e costruire legami con il territorio. Il suo pensiero divergente e l’approccio inclusivo sono stati per noi il valore aggiunto alle molte giornate di lavoro trascorse insieme, che vogliamo appunto ricordare con l’intitolazione a suo nome della sede del Contamination Lab Pisa”.
Conclusa la Masterclass Breast Pathology for residents
Nel contesto delle attività promosse dalla Scuola Nazionale di Specializzazione in Anatomia Patologica, con il patrocinio del Collegio Italiano dei Professori di Anatomia Patologica e dell’Università di Pisa, si è da poco conclusa la Masterclass Breast Pathology for residents, svoltasi dal 20 al 22 settembre nel’aula Contamination Lab del Centro Congressi Le Benedettine.
Questo evento ha rappresentato un significativo sforzo collaborativo che ha coinvolto quattro prestigiose istituzioni accademiche: l'Università di Pisa, rappresentata dal professor Antonio Giuseppe Naccarato unitamente ai dottori Cristian Scatena e Nicolò Fanelli del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia; l'University College Dublin, con la partecipazione della professoressa Cecily Quinn; l'Università di Bologna, rappresentata dalla professoressa Maria Pia Foschini, e l'Università di Torino, con la partecipazione della professoressa Isabella Castellano.
L’iniziativa non solo ha offerto una formazione di altissimo livello nell’ambito della patologia mammaria, ma ha anche rappresentato un momento di aggregazione per i 18 giovani medici specializzandi provenienti da 14 diverse università italiane come Firenze, Siena, Genova, Bologna, Verona, Padova, Pavia, Torino, Piemonte Orientale, Trieste, La Sapienza di Roma, Cagliari, Bari e Messina.
Nell’ambito dell’iniziativa è stato istituito il premio “BrEaST AWARD” che è stato vinto dalla Dottoressa Marialessandra Capuzzolo (nella foto in basso), allieva della scuola di Bari, a cui sarà offerta l’iscrizione al prossimo European Congress of Pathology – ECP 2024 che si terrà a Firenze, dal 7 all’ 11 settembre prossimo.
Conclusa la Masterclass Breast Pathology for residents
Nel contesto delle attività promosse dalla Scuola Nazionale di Specializzazione in Anatomia Patologica, con il patrocinio del Collegio Italiano dei Professori di Anatomia Patologica e dell’Università di Pisa, si è da poco conclusa la Masterclass Breast Pathology for residents, svoltasi dal 20 al 22 settembre nel’aula Contamination Lab del Centro Congressi Le Benedettine.
Questo evento ha rappresentato un significativo sforzo collaborativo che ha coinvolto quattro prestigiose istituzioni accademiche: l'Università di Pisa, rappresentata dal professor Antonio Giuseppe Naccarato unitamente ai dottori Cristian Scatena e Nicolò Fanelli del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia; l'University College Dublin, con la partecipazione della professoressa Cecily Quinn; l'Università di Bologna, rappresentata dalla professoressa Maria Pia Foschini, e l'Università di Torino, con la partecipazione della professoressa Isabella Castellano.
L’iniziativa non solo ha offerto una formazione di altissimo livello nell’ambito della patologia mammaria, ma ha anche rappresentato un momento di aggregazione per i 18 giovani medici specializzandi provenienti da 14 diverse università italiane come Firenze, Siena, Genova, Bologna, Verona, Padova, Pavia, Torino, Piemonte Orientale, Trieste, La Sapienza di Roma, Cagliari, Bari e Messina.
Nell’ambito dell’iniziativa è stato istituito il premio “BrEaST AWARD” che è stato vinto dalla Dottoressa Marialessandra Capuzzolo (nella foto in basso), allieva della scuola di Bari, a cui sarà offerta l’iscrizione al prossimo European Congress of Pathology – ECP 2024 che si terrà a Firenze, dal 7 all’ 11 settembre prossimo.