Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi
Comunicati stampa

Dal 19 al 21 settembre si terranno a Pisa le "Giornate della cultura russa", un'iniziativa promossa dal centro di studi "Il Mondo Russo" e nata dalla collaborazione tra l'Università di Pisa e "Russkiy Mir", la fondazione russa che ha finanziato i lavori di restauro di alcuni locali di Palazzo Curini Galletti messi a disposizione dalla facoltà di Lingue e Letterature straniere.

Le tre giornate si apriranno lunedì 19 settembre nell'Aula magna della facoltà di Lingue e letterature straniere, in via Santa Maria 85, con il seminario "Fondamenti sociolinguistici dello studio della cultura della lingua in Russia e in Italia" a cui interverranno alcuni membri dell'Accademia russa delle scienze (Mosca). Alle 17.30, presso la Libreria Feltrinelli, in Corso Italia 50, appuntamento con la presentazione dei libri "Patologie" e "San'kja" di Zachar Prilepin (ed. Voland, Roma) alla presenza dell'autore. Partecipano Daniela Di Sora, Galina Denissova, Stefano Garzonio e Guido Carpi. Il programma completo delle altre giornate è disponibile sul sito www.unipi.it.

Il centro di studi "Il Mondo Russo" si propone di diffondere la cultura e della lingua russa, offrendo un servizio di carattere informativo e scientifico per tutte le facoltà dell'Ateneo pisano e, più in generale, per tutte le istituzioni culturali e scientifiche dell'area pisana e regionale. Le aule attrezzate e destinate a iniziative culturali e didattiche, oltre che all'autoapprendimento linguistico, hanno in dotazione anche una ricca biblioteca. Il centro metterà inoltre a disposizione degli studiosi l'accesso alle più importanti banche date culturali e d'informazione russe ed elaborerà annualmente un programma di iniziative di carattere didattico, scientifico (seminari, conferenze, workshop) e culturale (concerti, presentazioni di libri, visioni di film) allo scopo di sostenere la didattica e la ricerca nell'Ateneo e offrire alla città di Pisa un punto di riferimento nell'ambito dei rapporti culturali con la Russia.

Martedì, 20 Settembre 2011 07:20

Lavoro e sindacato nella storia d’Italia

Locandina del ciclo di incontriUndici incontri per raccontare i 150 anni di storia dell’unità di Italia dal punto di vista del lavoro e delle sue organizzazioni: è l’obbiettivo ambizioso di un ciclo organizzato dalla Camera del Lavoro, dal Dipartimento di storia e dalla Fondazione Di Vittorio.

L’inaugurazione si è tenuta venerdì 16 in una sala che si è riempita pian piano, con un pubblico misto di studenti e quadri del sindacato.
Di questi tempi il tema dell’unità di Italia è estremamente attuale, al di là delle celebrazioni, di un’attualità che forse era difficile da immaginare qualche anno fa.

Gian Franco Francese, segretario della Camera del Lavoro di Pisa, nel suo intervento introduttivo ha ricordato che Bossi ha da poco affermato che l’Italia va a picco e che il futuro è la Padania . “Troppo tempo abbiamo sorriso di questi atteggiamenti” afferma Francese “il 150° dell’unità non è un momento liturgico, ma deve essere un’ occasione per riflettere su una storia a cui il movimento operaio ha dato un contributo decisivo.”

Francese ha ricordato come le battaglie di emancipazione del sindacato siano state sempre legate all’affermarsi della democrazia in Italia: dallo sciopero generale proclamato a Milano nel 1904 per l’eccidio di Buggerru in Sardegna, agli scioperi del marzo ’43 che prepararono la resistenza, al ruolo di Di Vittorio nella Costituente, alle lotte degli anni 70 degli operai del Nord per lo sviluppo del meridione, fino all’impegno contro la mafia dopo le stragi dei primi anni novanta.Il ciclo di incontri, ha affermato Francese, è un’occasione per il dialogo tra sindacato, mondo accademico e città, ed è anche un ‘occasione di formazione per il gruppo dirigente della Camera del Lavoro.

Ma in che senso la riflessione storica può essere utile e formativa per un sindacato, e più in generale per i cittadini?
Luca Baldissara, del Dipartimento di Storia, ha cominciato il suo intervento ricordando quando, alla vigilia del suo primo giorno di scuola, il nonno, vecchio militante socialista, lo aveva portato davanti alla scuola per dirgli quanto fosse importante lo studio per l’emancipazione e la libertà di tutti.
Sulla scuola campeggiava la scritta “Historia magistra vitae”.
Ma la storia non insegna nulla, ha affermato provocatoriamente Baldissara: gli storici non hanno capacità previsionali, non possono dare ricette per il futuro. Possono però fornire ragioni sul presente, possono aiutare a inquadrare i fenomeni attuali all’interno di un movimento più ampio, di cui si possono comprendere le radici e valutare i diversi possibili esiti. La riflessione storica serve a dare coscienza e consapevolezza del nostro essere parte di un processo di mutamento.

Il ciclo di seminari, rivendica Baldissara, è stato organizzato a bella posta nella seconda metà dell’anno, quando ormai la foga celebrativa si è un po’ attenuata. Purtroppo l’occasione di riflettere sulla nostra storia è andata in gran parte perduta: c’è stato un fiorire di retorica apologetica e celebrativa, dovuta anche al folclore leghista, che ha fatto sì che i balconi si riempissero di tricolori (un chiaro segnale politico), e che si oscurasse la riflessione seria, in primo luogo sulla questione del lavoro.

Il caso italiano, ha affermato Baldissara, è particolare rispetto ad altri paesi dell’occidente europeo perché la sua storia è caratterizzata da una forte conflittualità sociale a ondate.
Ciò è spia di un problema strutturale del nostro paese: una non piena rappresentanza del mondo del lavoro, una mancata legittimazione da parte delle classi dirigenti per la rappresentanza politica del mondo del lavoro.
Il ciclo di seminari vuole essere un’occasione per ragionare con più freddezza su questi temi.

Gli incontri, ha affermato Pasquale Cuomo del Dipartimento di Storia, ripercorrono l’evoluzione del tessuto sociale ed economico italiano, dedicando attenzione particolare al ruolo del sindacato, che ha spesso dovuto supplire alla funzione non sua di rappresentanza anche politica del mondo del lavoro.
Nel programma verranno poi sempre considerate due questioni che sono costanti della storia d’Italia, lo sfruttamento del lavoro femminile da una parte, e l’emigrazione dall’altra, legata al problema dell’urbanizzazione selvaggia e al mutamento del paesaggio delle nostre città nella seconda metà del secolo scorso.

Ha concluso l’incontro Adolfo Pepe, direttore della Fondazione Di Vittorio, con l’intervento più direttamente politico della giornata. Pepe ha insistito sull’attenzione alla dimensione metanazionale che il sindacato deve avere oggi per non perdere la propria funzione. Dato che la nostra sovranità nazionale è fortemente limitata dalle scelte dei governi francese e soprattutto tedesco, il sindacato deve confrontarsi con gli altri sindacati europei ma anche prepararsi a trattare con i governi che effettivamente decidono.

Gli undici incontri toccheranno le fasi cruciali della storia italiana postunitaria, le prime organizzazioni sindacali dell’’800 (è il tema del prossimo incontro il 29 settembre), la Grande Guerra, il biennio rosso, il fascismo, la resistenza, gli anni sessanta, la conflittualità degli anni settanta, le sconfitte degli anni 80, le trasformazioni degli anni 90.
Il ciclo si chiuderà il 16 dicembre con l’incontro “Crisi, trasformazioni sociali e lavoro. Quale sindacato per il XXI secolo?” a cui interverrà la segretaria generale della CGIL Susanna Camusso.

Programma del ciclo di incontri

Lunedì, 19 Settembre 2011 10:36

The map of archaeological potential of Pisa

MappaIs there someone still convinced that humanistic research is not able to attract significant funds and lead a multi-disciplinary and highly innovative project? And that, in addition to achieving important scientific results, it is not able to offer a realistic contribution to local government priorities, such as supporting landscape protection and urban planning policies? The "Mappa" project is ready to prove sceptics wrong. The aim of the project is to develop a map of archaeological potential of the urban and periurban areas of Pisa as a predictive tool for protecting the city's archaeological heritage and for steering its development guidelines.

The project will last two years and involve a wide range of professionals including archaeologists, historians, architectural historians, geologists, geomorphologists, mathematicians and statistics. The project is coordinated by Professor Maria Letizia Gualandi from the Department of Archaeological Sciences, together with the Departments of Earth Sciences (project contacts: Prof. Marta Marta Pappalardo and Giovanni Sarti) and of Mathematics (project contacts: Prof. Dario Bini and Prof. Sergio Steffè). "Mappa" also involves the Municipality of Pisa, the Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici (Regional Directorate for Cultural and Landscape Heritage of Tuscany), the Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana (Superintendency for Archaeological Heritage of Tuscany) and the Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno (Superintendency for Architectural, Landscape, Artistic, Historical and Ethno-anthropological Heritage for the Provinces of Pisa and Livorno). With a total project budget of 800,000 Euros, the project has been financed for over 600,000 Euros with the PAR-FAS funds of Regione Toscana. "MAPPA" was one of the 24 awarded projects among the over 100 projects submitted and was the only one funded in the field of humanities.

The project stems from a scientific approach – the calculation of the archaeological potential of a specific area – that has spread in English speaking countries over at least two decades, yet has only recently appeared in Italy during the past few years. Pisa, therefore, is the first case study on an urban area conducted at national level and, given the city's size and its historical and topographic features could represent an operational model for application in similar cities, both in Tuscany and in other Italian and European areas. The final research result could be the creation of a spin-off capable of exporting standardised methodologies and procedures and, together, of training new skilled figures capable of coordinating inter-disciplinary teams.

MappaThe research activities conducted by the project team will seek to create a map that, starting from acquired archaeological information, combines historical-archaeological data with data from geological and geophysical surveying and prospecting, geomorphologic reconstructions, historical mapping and registers, toponymic data and analysis of urban construction elements. Further processing, carried out on the basis of mathematical and coded interpretative models, will allow the team to make assumptions on the higher or lower chance of archaeological remains in areas of which we have no existing information today. Consequently, the map of archaeological potential will become a vital tool to learn and safeguard Pisa's archaeological heritage, since providing a well-defined picture of space organisation during various historical ages. Furthermore, it will develop an accessible and easy-to-use digital archive of archaeological data: a tool of great significance that, so far, has not been developed.

Finally, the map will support urban planning policies in contexts where archaeological remains encounter the building or environmental transformation needs of an area. "With the introduction of new legislation – explains Prof. Gualandi – evaluating archaeological potential is essential for steering local government policies. For this reason, the map will serve as a tool for compensating between public/private urban expansion needs and the community's interest in protecting and safeguarding common heritage".

More about the project on: http://mappaproject.arch.unipi.it/

Lunedì, 19 Settembre 2011 10:09

La Carta del potenziale archeologico di Pisa

Gruppo MappaC'è ancora qualcuno convinto che la ricerca umanistica non possa attirare cospicui finanziamenti, proponendosi come capofila di un progetto multidisciplinare e fortemente innovativo? E che essa, oltre a raggiungere importanti risultati scientifici, non possa contribuire concretamente al governo del territorio, supportando per esempio le politiche di tutela del paesaggio e di pianificazione urbanistica? A smentire gli scettici c'è ora il progetto "Mappa" dell'Università di Pisa, che ha l'obiettivo di realizzare la carta di potenziale archeologico dell'area urbana e periurbana di Pisa, uno strumento predittivo per salvaguardare il patrimonio archeologico della città e per indirizzarne le linee di sviluppo urbanistico.

Il progetto, che avrà durata biennale, si basa sull'integrazione di diverse figure professionali, dagli archeologi agli storici e agli storici dell'architettura, dai geologi ai geomorfologi, dai matematici agli statistici. È coordinato dalla professoressa Maria Letizia Gualandi, del dipartimento di Scienze archeologiche, in sinergia con i dipartimenti di Scienze della terra (referenti la professoressa Marta Pappalardo e il dottor Giovanni Sarti) e di Matematica (referenti i professori Dario Bini e Sergio Steffè). "Mappa" coinvolge anche il Comune di Pisa, la Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici e le Soprintendenze per i Beni archeologici della Toscana e per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno. È finanziato per più di 600 mila euro, su 800 mila complessivi, con i fondi PAR-FAS della Regione Toscana, risultando tra i 24 progetti vincitori sugli oltre 100 presentati e l'unico del settore umanistico.

Il progetto nasce da un approccio scientifico, quello legato al calcolo del potenziale archeologico di una determinata area, che si è diffuso nei paesi anglosassoni da almeno due decenni, ma che in Italia si sta affacciando solo da pochi anni. La ricerca su Pisa rappresenta quindi il primo case study a livello nazionale su un'area urbana e, anche per le caratteristiche storiche, topografiche e dimensionali della città, potrebbe costituire un modello operativo da applicare anche ad altri centri simili, sia in Toscana che in altre aree italiane ed europee. Risultato finale della ricerca potrebbe essere la creazione di uno spin-off in grado di esportare metodologie e procedure standardizzate e, insieme, di formare nuove figure specialistiche capaci di coordinare team interdisciplinari.

MappaLe ricerche degli studiosi pisani andranno dunque a costruire una mappa che, partendo dalle conoscenze acquisite a livello archeologico, unisca le informazioni di carattere storico-archeologico a dati desumibili da indagini e prospezioni geologiche e geofisiche, ricostruzioni geomorfologiche, cartografie e catasti storici, dati toponomastici, analisi delle componenti di edilizia urbana. Una serie di elaborazioni successive, effettuate secondo modelli matematici e interpretativi codificati, permetteranno di formulare ipotesi sulla maggiore o minore probabilità che vi siano resti archeologici e a quale profondità in zone per le quali non disponiamo di alcun altro tipo di informazione. In questo modo la mappa del potenziale archeologico diventerà uno strumento fondamentale per la conoscenza e la tutela del patrimonio archeologico della città di Pisa, poiché consentirà di avere un quadro definito dell'organizzazione degli spazi nelle varie epoche storiche e di costruire un archivio digitale accessibile e fruibile di tutti i dati archeologici, uno strumento di grande importanza, ma che finora non è mai stato realizzato.

La carta servirà infine come supporto alle politiche di pianificazione urbanistica in quei contesti in cui il bene archeologico incrocia le esigenze di edificazione o di trasformazione ambientale di un'area. "Con le nuove normative – spiega la professoressa Gualandi – la valutazione del potenziale archeologico è divenuta un elemento imprescindibile per orientare le politiche di governo del territorio. Per questo, la carta servirà come strumento di compensazione tra le esigenze pubbliche e private di espansione urbanistica e l'interesse della collettività alla salvaguardia e alla tutela del bene comune".

Il progetto è visibile sul sito: http://mappaproject.arch.unipi.it/

Ne hanno parlato:

Unità Toscana

Tirreno Pisa

Nazione Pisa

TirrenoPisa.it

PisaNotizie.it

PisaInformaFlash.it

 

 

Venerdì, 16 Settembre 2011 09:38

L'Ateneo che parla straniero

immatricolati stranieriSono diverse decine gli studenti extra-comunitari che in questi giorni si stanno recando al Centro Matricolandosi per iscriversi all'Università di Pisa. Come succede ormai da alcuni anni, alla fine saranno più di 400 gli immatricolati provenienti da Paesi non comunitari e circa 2.500 gli iscritti complessivi, un numero che rappresenta quasi il 5% degli oltre 50.000 studenti dell'Ateneo. Buona parte di questi ragazzi risiede da anni in Italia con la famiglia, ma è in costante aumento anche il numero di coloro che si trasferiscono dall'estero per seguire un corso di laurea pisano.

Le principali aree di provenienza sono tre: l'Europa dell'Est, con in testa l'Albania e la Romania (che pure è un paese comunitario) e poi la Russia e l'Ucraina; il mondo arabo, rappresentato sia dalle nazioni del Nord Africa che da quelle del Medio Oriente; la Cina, in vertiginosa crescita dopo l'avvio del progetto "Marco Polo". Molto più rari sono gli studenti dell'India e del Sud America, mentre quest'anno una immatricolazione ha riguardato anche una giovane statunitense, arrivata a Pisa per ragioni personali.

Gli studenti di ognuna di queste aree si indirizzano in prevalenza verso settori disciplinari mirati. Così, i cinesi vengono a Pisa per studiare in prevalenza economia, gli arabi per provare i test di accesso ai corsi a numero programmato dell'area medica e veterinaria, quelli dell'Est Europa soprattutto per imparare le lingue. Non mancano dai 10 ai 20 casi annui di persone che, dopo aver conseguito la laurea triennale nel Paese di origine, scelgono Pisa per continuare gli studi specialistici. È il caso, per fare un esempio, di Gasmi Mohamed Marouane, ventiseienne di Tunisi, laureato in Matematica nella sua città e ora giunto a Pisa per iscriversi al corso magistrale in Matematica o a quello in Ingegneria civile. "Amo molto l'Italia e specialmente Pisa – dice - da quando avevo quindici anni e mi è capitato di vedere la Torre Pendente in un film. Da allora coltivo il sogno di venire qui a studiare".

I ragazzi extra-comunitari riconoscono nell'Italia una delle culle della cultura mondiale, ma la loro scelta è spesso dettata da motivazioni pratiche. Nel nostro Paese, infatti, le tasse universitarie sono più basse, spesso anche in modo sensibile, rispetto alle principali nazioni europee o agli Stati Uniti e i servizi per il diritto allo studio sono più estesi, comprendendo tra gli altri la possibilità di alloggiare nelle residenze universitarie o di ottenere una borsa di studio. Il costo medio della vita è accessibile e competitivo se confrontato con quello di nazioni a noi paragonabili. Pisa, poi, ha un sistema universitario che gode di grande prestigio a livello internazionale e la città, grazie alla sua Torre, è universalmente conosciuta.

Non bisogna dimenticare, infine, che pochissimi lasciano i loro Paesi per affrontare un'avventura "al buio". Quasi tutti si muovono potendo contare su una solida rete di relazioni formata da familiari, amici o membri della comunità di origine, che orientano in partenza le loro scelte e che forniscono una prima, fondamentale base di appoggio. "Ho deciso di venire a Pisa per provare a entrare alla facoltà di Medicina e chirurgia - racconta Jorin Veizaj, diciannovenne di Valona – perché qui ho alcuni cugini e un amico e anche perché l'Università di Pisa è molto conosciuta nel mio Paese".

Questi studenti, con l'entusiasmo e la determinazione con cui affrontano un'esperienza di studio e di vita nel nostro Paese, rappresentano senza dubbio uno dei capitoli più positivi che l'università italiana può vantare nel consesso globalizzato e altamente competitivo dell'alta formazione mondiale. Le note dolenti arrivano invece quando si parla di politica nazionale per incentivare l'internazionalizzazione. A dispetto dei ripetuti proclami sull'impegno a valorizzare il settore, prima dell'estate il ministero ha emanato una circolare che subordina la possibilità di iscriversi ai corsi di laurea a numero chiuso all'ottenimento di un punteggio minimo ai test di accesso. "Abbiamo avviato le pratiche per venire a studiare in Italia prima dell'emanazione di questa circolare – ripetono ora molti ragazzi – altrimenti, e seppure a malincuore, avremmo optato per un altro Paese, più aperto e disponibile ad accoglierci".

Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa

Nazione Pisa

Unità Toscana

TirrenoPisa.it

NazionePisa.it

PisaNotizie.it

PisaInformaFlash.it

Sono aperte le iscrizioni ai corsi, organizzati dal Circolo ricreativo dell'Università di Pisa (CRDU), di Fotografia digitale-livello base (per iniziandi), di Fotografia digitale-livello avanzato e Photoshop (per esperti) e di Educazione all'immagine fotografica.

Grazie alla collaborazione con Digitalphoto-Art (www.digitalphoto-art.it) di Lucca, a Pisa si è formato un polo di insegnamento per la fotografia di grande importanza e dimensione.

I programmi delle lezioni sono organizzati in modo da fornire una formazione di livello che serva per vivere la fotografia non solo come hobby, ma anche come opportunità professionale. Alle lezioni teoriche in aula saranno affiancate uscite fotografiche sotto la guida dell'insegnante e agli allievi sarà inoltre riservata una sala di posa di grandi dimensioni e attrezzata con macchinari moderni.

Le lezioni serali avranno frequenza settimanale: il martedì, dal 4 ottobre, il corso base; il mercoledì, dal 5 ottobre, il corso avanzato con Photoshop; il giovedì, con frequenza quindicinale a partire dal 13 ottobre, gli Incontri di Educazione all'immagine. Per tutti l'orario è tra le 21,15 e le 23,15.

Le iscrizioni, aperte a tutti, si effettuano da Foto Atelier, in via S. Martino 84 (orario di negozio, sabato pomeriggio chiuso).

Ulteriori informazioni e il dettaglio dei programmi sono consultabili sul sito del CRDU (www.crdu.unipi.it) o al numero 338/3934530.

Domenica 11 settembre, a Marina di Massa, nell'ex-sala del cinema della colonia Olivetti, con il saluto di benvenuto del vicesindaco di Massa, Martina Nardi, ha avuto inizio la seconda fase del progetto internazionale "Riqualificazione di parti degradate della città europea: esperienze a confronto". Il progetto, cofinanziato dal MIUR nell'ambito del programma di internazionalizzazione del sistema universitario "Cooperlink 2010-2011" vede la partecipazione di quattro università europee: l'Escola Tècnica Superior d'Arquitectura de Barcelona, l'Università degli Studi di A. Xhuvani, Elbasan (Albania), l'Università di Pavia e l'Università di Pisa, coinvolgendo 18 studenti dei corsi di studio in Architettura, Ingegneria edile-architettura e Beni Culturali, selezionati tramite una graduatoria di merito, i loro tutor e alcuni docenti.

Dopo il primo workshop svoltosi nei mesi scorsi in Spagna a Hospitalet de l'Anfant, il gruppo di lavoro si confronta nel secondo incontro dal titolo "Social Housing and Urban Development of Casette (MS)", in corso a Marina di Massa fino al 19 settembre e affronterà il tema della riqualificazione urbana e architettonica del borgo di Casette, che si trova sulla collina di fronte alle storiche cave di marmo "Gioia", attraverso la progettazione di interventi di housing sociale.

Gli studenti, suddivisi in gruppi, dopo aver analizzato il contesto territoriale e l'evoluzione storica dell'area in oggetto, si concentreranno sulla progettazione di alcuni comparti urbani e periurbani; l'obiettivo dello studio è quello di individuare le caratteristiche del sito per interventi rivolti alla creazione di edilizia agevolata, sia mediante il recupero di edifici preesistenti che attraverso interventi di nuova costruzione; risulta inoltre fondamentale analizzare e progettare il potenziamento dei collegamenti tra il borgo di Casette e il territorio circostante, valorizzandone le componenti naturali e paesaggistiche.

La giornata conclusiva del workshop di Marina di Massa, realizzato con il patrocinio del Comune di Massa e il contributo dell'ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) di Massa-Carrara, è prevista per il giorno 19 settembre presso la sala del consiglio del palazzo comunale di Massa. Dopo le relazioni di carattere istituzionale, gli studenti esporranno i loro lavori finali alla presenza delle autorità e dei visiting professor.

Giovedì, 15 Settembre 2011 10:18

Il Museo di Calci entra in classe

Sulla spinta degli ottimi risultati raggiunti negli ultimi anni in termini di interesse e di adesioni alle attività, il Museo di Storia naturale e del territorio dell'Università di Pisa presenta "Il Museo entra in classe!", la nuova offerta didattica per le scuole. L'idea, finanziata dalla Regione Toscana, è nata dalla collaborazione con il dipartimento di Informatica e ha previsto la realizzazione di una "Valigia didattica" contenente una scenografia componibile che mostra come erano i Monti Pisani 217 milioni di anni fa. L'attività si realizza direttamente in classe con l'esperto del Museo, dottor Simone Farina, e si basa sull'applicazione dei codici "datamatrix" sui reperti e sulla loro lettura tramite l'uso di cellulari smartphone. Si possono così visualizzare informazioni e immagini riguardanti gli animali selezionati, con la possibilità di ottenere approfondimenti cliccando su link specifici, con interessanti implicazioni in termini di efficacia sui processi di apprendimento dei ragazzi. Le prime classi a sperimentare questa nuova modalità didattica saranno dieci classi del Comune di Calci, coordinate dalla professoressa Renata Bibbiani.

Il progetto è inserito nel programma di attività per le scuole "Tutti al Museo!" che prevede laboratori e percorsi didattici, attività ludico-scientifiche e visite guidate sui cinque settori scientifici del Museo. Nel passato anno scolastico ben 13.500 ragazzi, provenienti dall'intera regione e non solo, hanno partecipato ai progetti del Museo, trascorrendo intere giornate nel contesto della Certosa tra studio e divertimento. L'offerta è arricchita ulteriormente dalle collaborazioni con l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sezione di Pisa e con l'Associazione Italiana di Protistologia Onlus con proposte scientifiche di grande interesse sui vulcani e sui protisti.

Per orientarsi meglio gli insegnanti avranno a disposizione gli esperti e gli operatori in incontri organizzati presso il Museo. Per informazioni di dettaglio ci si può rivolgere alla referente dei Servizi Educativi del Museo dottoressa Angela Dini. I dati sui progetti e sulle visite ed il programma completo "Tutti al Museo!" anno scolastico 2011/2012 sono disponibili all'indirizzo: www.msn.unipi.it/didattica.

Mercoledì, 14 Settembre 2011 09:33

Miele, rimedio naturale da valorizzare

baraleNon è detto che le medicine siano sempre amare, anzi. E' il caso del miele, un rimedio già noto alla tradizione popolare, le cui capacità terapeutiche sono adesso confermate anche dagli scienziati. "Nel nostro Ateneo - racconta Roberto Barale professore di Genetica all'Università di Pisa – con i colleghi microbiologi abbiamo condotto delle ricerche dimostrando le proprietà antimicrobiche di alcuni mieli toscani". La scoperta è stata che i mieli più scuri e la "melata" (secrezioni zuccherine raccolte dalle api) sono particolarmente attivi contro alcuni batteri patogeni dell'uomo. L'helicobacter pylori, che colonizza la mucosa dello stomaco provocando gastrite e ulcere, è uno di questi, ma c'è anche lo staffilococco, responsabile di molte malattie della pelle come l'acne. "In questo caso – continua il professore - gli esperimenti in vitro hanno dimostrato che certi tipi di miele e melate sono attivi anche nei confronti di quelle specie batteriche resistenti ai normali antibiotici".

Ma purtroppo (anche se di miele si parla) le buone notizie finiscono qui. "L'Italia produce miele di tantissime varietà ed alta qualità eppure la ricerca in questo settore non è sostenuta", è infatti il j'accuse del professore che ha dovuto interrompere i suoi studi sull'argomento per mancanza di finanziatori. A livello internazionale la situazione è invece ben diversa. In Nuova Zelanda, alla Waikato University fin dal 1995 esiste una"Honey Research Unit", finanziata da imprese private, che studia e pubblica su riviste scientifiche le capacità terapeutiche del miele, in particolare di quello di Manuka, una pianta indigena del luogo.

Le ricerche condotte dai neozelandesi sono a tutto campo: dalla medicina umana a quella veterinaria. Ci sono studi che riguardano le proprietà antibiotiche, antibatteriche e antimicotiche del miele Manuka mentre sul fronte delle patologie si va dalle malattie della pelle come gli eczemi, ai processi di cicatrizzazione, sino alla mastite delle mucche "In Nuova Zelanda – conclude Barale – la sinergia fra imprese e ricerca è riuscita a valorizzare un prodotto tipico di grande valore salutistico ed ambientale producendo ricchezza, da noi questo purtroppo accade molto più raramente o per niente". Risultato: per acquistare in farmacia o su Internet un chilo di miele di Manuka occorrono da 70 a 140 euro, a seconda del tipo, mentre il prezzo della stessa quantità di miele nostrano, che potrebbe avere le stesse proprietà, si aggira intorno ai 7-10 euro.

Ne hanno parlato:

InToscana.it 

Sono stati riaperti i termini dell'avviso per la presentazione di candidature finalizzate alla formazione di un elenco di revisori esterni idonei al servizio di certificazione dei costi sostenuti dall'Università di Pisa per l'esecuzione di progetti di ricerca finanziati nell'ambito di Programmi comunitari e internazionali (con particolare riferimento al VII Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico dell'UE e ad altre tipologie di Programmi a finanziamento comunitario/internazionale). Il nuovo termine per la presentazione delle candidature è il 05/10/2011. L'avviso, già inoltrato agli Ordini interessati, è pubblicato sul sito web dell'Università di Pisa e affisso all'Albo Ufficiale dell'Ateneo.

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa