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Comunicati stampa

Crui e NapolitanoMercoledì 20 luglio 2011, la Giunta della Conferenza dei Rettori è stata ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Fra i temi al centro del confronto: le questioni finanziarie, l'applicazione della riforma, il diritto allo studio, la fuga dei cervelli, la produttività della ricerca e i problemi delle università non statali.

Facendo riferimento a richiamo più volte espresso pubblicamente dal presidente Napolitano sul periodo economicamente complicato che le università italiane attraversano, riuscendo però a mantenere alti gli standard qualitativi della ricerca, il presidente CRUI, Marco Mancini, ha ribadito l'estrema urgenza del rifinanziamento delle attività universitarie, che nel 2011 subiranno per il secondo anno una forte riduzione. Se i tagli previsti anche per il 2012 non saranno rivisti, ciò pregiudicherà irrimediabilmente gli attuali e riconosciuti standard qualitativi e bloccherà di fatto la meritocrazia negli atenei.

La Giunta ha apprezzato la sensibilità mostrata dal presidente della Repubblica sui temi della fuga dei cervelli, del diritto allo studio e della capacità di autoriforma che gli Atenei stanno dimostrando in questi mesi.

(Ufficio stampa CRUI)

gruppo laurea psicologiaSono Deborah Fabiani, venticinquenne di Pomarance, e Francesco Blengini, ventiquattrenne di Corsanico (Lucca), i primi laureati del corso di laurea magistrale in Psicologia clinica e della salute. I due giovani hanno completato il loro percorso di studi mercoledì 20 luglio 2011, discutendo rispettivamente una tesi sulla "Valutazione neuropsicologica pre e post anestesia",  e una sulla "Psicologia dell'emergenza e ottimizzazione delle risorse umane: il ruolo dello psicologo nella gestione della crisi". Deborah Fabiani si è laureata con la votazione di 110 e lode, Francesco Blengini con 105. Entrambe le ricerche testimoniano il peculiare approccio pisano alla psicologia, molto orientato all'integrazione dei saperi e all'impegno sociale. Non a caso, il gruppo di psicologi pisani si è impegnato sia nel supporto ai soccorritori del terremoto de L'Aquila del 6 aprile 2009, sia nel sostegno ai parenti delle vittime dell'incidente alla stazione di Viareggio del 29 giugno 2009.

Con queste lauree, la psicologia pisana festeggia il suo primo quinquennio di vita. Il primo corso di laurea triennale in Scienze e tecniche di psicologia clinica e della salute è stato attivato infatti nel 2006, colmando una lacuna formativa dell'Ateneo pisano e iniziando un cammino avventuroso e per molti versi sperimentale all'interno del panorama accademico nazionale.

Con il professor Mario Guazzelli, presidente del corso di laurea magistrale in Psicologia clinica e della salute, abbiamo tracciato il bilancio di quest'esperienza.

Professor Guazzelli, quali sono state le peculiarità dell'approccio pisano alla psicologia?

Pisa è stata la prima sede in Italia ad aver attivato i corsi di Psicologia all'interno della facoltà di Medicina e chirurgia, una circostanza non certo casuale: da un lato la psicologia pisana affonda le sue radici nella tradizione e nel patrimonio di competenze della psichiatria, dall'altro la sua particolare posizione istituzionale configura un'opzione culturale ben precisa.

laureati psicologiaQuale?

Sin dall'inizio, la psicologia pisana si è proposta di superare i dualismi che hanno dominato nel passato il dibattito nell'ambito del mondo psichico. Lo sviluppo della psichiatria biologica e l'avvicinamento della psicologia clinica alle neuroscienze hanno reso obsoleta la contrapposizione nei confronti del paradigma epistemologico della neurologia. Per converso la scoperta della plasticità cerebrale in rapporto alla generalità delle esperienze della vita ha sottratto validità alla contrapposizione tra psichiatria clinico-biologica e psicoanalisi. Anche l'antagonismo tra terapie somatiche e terapie psicologiche si è progressivamente attenuato, sia grazie all'approccio integrato ai diversi interventi sempre più frequente nella pratica clinica, sia in virtù delle evidenze crescenti fornite dagli studi di esplorazione in vivo del cervello che suggeriscono meccanismi di azione sostanzialmente identici, diversi solamente per il punto di attacco del processo terapeutico. Il significato di questi processi si può chiaramente leggere nei tentativi di sistematizzazione teorica intrapresi dalla filosofia nel suo programma di naturalizzazione della mente e di superamento del dualismo cartesiano mente/corpo che lascia il posto invece a pratiche molto più fruttuose di integrazione dei saperi e delle conoscenze. Questo apre spazi nuovi di intervento sia sul piano teorico che pratico alla psicologia clinica, senza peraltro impoverirla nelle sue radici umanistico-filsofico.

Quali sono stati i vantaggi di far parte della facoltà di Medicina e chirurgia?

La collocazione dei corsi di psicologia nella facoltà ha permesso agli studenti di svolgere le attività di tirocinio all'interno dell'Azienda ospedaliero-universitaria pisana, consentendo loro di affrontare le questioni di pratica clinica già durante il corso di studi. Il forte ancoraggio alla clinica permette agli studenti di fare esperienze in tutte le branche della medicina: la psicogeriatria, la psiconcologia, la psicologia dei trapianti, le sostanze d'abuso e la valutazione neuropsicologica in sede peritale sono solo pochi esempi di come la psicologia clinica si debba aprire alle competenze specialistiche che la nuova situazione odierna richiede di affrontare.

E per quanto riguarda la ricerca?

Ad essa è affidato un compito altrettanto importante, perché è avvertita la necessità che si sviluppi una psicologia generale, ovvero una fisiologia della mente, a cui possano fare riferimento le diverse articolazioni della psicologia clinica. Per valorizzare questo aspetto, Pisa ha ospitato nel 2009 la 23a conferenza della European Health Psychology Society (la Società europea di psicologia della salute) e ha attivato all'interno dell'Aoup l'Unità operativa di psicologia clinica.

Quali sono le prospettive della psicologia pisana nel prossimo futuro?

Fino a oggi la maggior parte degli studenti della Toscana si sono dovuti rivolgere alle Scuole di specializzazione private e anche per i nostri nuovi due laureati e per quelli della sessione di settembre, che si annuncia molto più nutrita, le prospettive non sono molto rosee. Non siamo ancora riusciti a trasferire a livello professionale quella che è un'impostazione culturale valida. Sebbene la riforma universitaria abbia posto criteri minimi più severi, a Pisa possediamo tutte le risorse necessarie per attivare la Scuola di specializzazione in Psicologia clinica.

discussione tesi psicologia Inoltre trattandosi di una Scuola con un impianto innovativo, come in parte anche i corsi di laurea, abbiamo, per così dire, fatto tendenza, tanto che abbiamo già ricevuto dai colleghi di altri atenei la generosa offerta di venire a insegnare gratuitamente nella Scuola. Questo è un segno dell'attenzione con cui nel resto del Paese si guarda alle innovazioni introdotte a Pisa. Stiamo lavorando di concerto con la presidenza della facoltà di Medicina per poter attivare fin dal prossimo anno accademico la Scuola di specializzazione in Psicologia clinica e siamo certi che l'entusiasmo e la sensibilità per i nostri studenti delle autorità accademiche e dei colleghi consentiranno di superare le difficoltà che l'applicazione della riforma pone continuamente al mondo accademico.

Ne hanno parlato:

Nazione Pontedera

Il Tirreno Pisa

InToscana.it

TirrenoPisa.it

 

 

 

Non lasciare la televisione in standby, regolare opportunamente la temperatura del condizionatore, spegnere le lampade quando non c'è nessuno nella stanza: tutti noi abbiamo imparato che con piccoli gesti quotidiani possiamo evitare inutili sprechi di energia, ma spesso la pigrizia e la fretta fanno apparire questi accorgimenti come inutili seccature. Partendo da questa osservazione, il dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa ha avviato una ricerca per studiare come le moderne tecnologie informatiche possano aiutarci a fare un uso più intelligente dei dispositivi elettrici, grazie anche all'utilizzo di Internet. Il risultato è "GreenBuilding", un prototipo di sistema automatico per la gestione efficiente dell'energia che permette di ridurre il consumo energetico negli edifici residenziali, dove è stato stimato si potrebbe risparmiare fino al 30% dei consumi senza diminuire il livello di comfort.

Il sistema - sviluppato da Giuseppe Anastasi, docente di Reti informatiche presso la facoltà di Ingegneria, insieme ad altre persone fra cui lo studente Francesco Corucci - è composto di sensori che, collegati alle prese della corrente, permettono il monitoraggio in tempo reale dei consumi relativi ai singoli elettrodomestici. "I dati dei consumi vengono raccolti ed elaborati in un server che provvede a inviare opportuni feedback agli utenti, via e-mail o sms", spiega il professor Anastasi. "La particolarità di questi sensori è che sono allo stesso tempo degli attuatori, possono cioè spegnere, accendere e controllare opportunamente il comportamento dell'elettrodomestico e aiutarci così a usare in modo più efficiente le risorse energetiche".

Con un controllo a distanza o l'impostazione di semplici regole tramite il server, "GreenBuilding" permette di spegnere una lampada lasciata accesa, azionare la lavatrice in orari notturni, regolare lo spegnimento di elettrodomestici lasciati in standby, adattare automaticamente la luminosità di una lampada alle condizioni ambientali, e così via. "Il sistema è stato sperimentato in un tipico appartamento di studenti universitari", racconta Anastasi. "Abbiamo collegato il nostro sistema a un lampadario, un computer fisso, un portatile, due media station (tv e videoregistratore) e un frigorifero, e abbiamo osservato e registrato i consumi nell'arco di 15 giorni. "GreenBuilding" ne ha monitorato il funzionamento, regolato l'accensione e lo spegnimento, registrando dati e dando consigli per un corretto utilizzo degli stessi".

Alla facoltà di Ingegneria di Pisa, dunque, sta prendendo vita uno strumento potenzialmente molto utile, che potrebbe essere facilmente installato nelle nostre case. Lo stesso vale per gli uffici, dove spesso luci e altri dispositivi vengono lasciati accesi, o in standby, anche in orari notturni o durante il week-end: "Secondo una ricerca che la National Energy Foundation britannica ha condotto nel 2007, il 43.5% della popolazione lavorativa inglese usa il PC per il proprio lavoro e ben il 18% non lo spegne mai", aggiunge Anastasi. "È stato calcolato che la quantità di energia sprecata è pari a 153 milioni di euro ed è equivalente all'emissione di 700mila tonnellate di CO2 nell'atmosfera. Per il nostro paese possiamo assumere percentuali simili. Se vogliamo rientrare nella direttiva europea chiamata "20-20-20" (entro il 2020 ridurre del 20% il consumo di energia e dei gas di scarico, aumentare del 20% l'utilizzo di energie rinnovabili) dobbiamo mettere in atto azioni correttive che ci permettano di abbattere i consumi elettrici".

Per ora "GreenBuilding" è solo un prototipo, perfettamente funzionante, ma che ha costi ancora non commercialmente sostenibili: "L'auspicio è poter produrre un sistema che non arrivi a costare più di 200 euro e che ogni famiglia potrebbe installare a casa con una modalità simile a quella dell'allarme antifurto", conclude Anastasi. "Per adesso l'idea è usarlo con ditte di certificazione energetica chiamate da grandi compagnie e aziende a fare monitoraggi e report sui consumi energetici interni. Siamo stati già contattati da una ditta canadese che utilizza sistemi simili a "GreenBuilding", forse sarà il primo esperimento concreto per utilizzare il nostro dispositivo".

136 postazioni sono a disposizione degli studenti dell'Università di Pisa nella nuova aula studio situata nella Palazzina "ex-Cral" di via Buonarroti, la più grande di tutto l'Ateneo. La sala è stata inaugurata lunedì 18 luglio, alla presenza del prorettore per gli Studenti, Rosalba Tognetti, e di quello per l'Edilizia, Sandro Paci, oltre che del presidente del Consiglio degli studenti, Emiliano Dovico.

Fino alla fine dello scorso anno accademico l'aula era utilizzata per le lezioni del corso di laurea in Biologia, che da alcuni mesi sono state spostate e suddivise tra il Polo Fibonacci e il Polo di Porta Nuova. Smantellate le precedenti strutture in legno, i locali sono stati risanati, messi a norma dal punto di vista della sicurezza, dotati di un moderno impianto di illuminazione e ripavimentati secondo lo stile dell'ambiente. Sono stati quindi arredati recuperando materiale dalle sale studio dismesse "Solferino" e "Giardino" e attrezzati con torrette per l'utilizzo dei computer e altri supporti informatici. L'intero intervento è costato diverse decine di migliaia di euro.

Nei prossimi mesi saranno realizzati altri lavori, che renderanno il complesso Pacinotti ancora più funzionale e accogliente, andando così incontro alle esigenze di spazi di studio e di aggregazione più volte espresse dagli studenti pisani.

Ricerca tecnologica, lavoro di gruppo e competenze multidisciplinari sono le parole d'ordine dell'E-Team, la squadra corse dell'Università di Pisa che da diversi anni partecipa alle competizioni internazionali della Formula SAE e della Formula Student. A queste regole non sfugge la nuova monoposto, la ET4 o meglio ETken, che è stata inaugurata a Palazzo Vitelli alla presenza del rettore Massimo Augello, del prorettore vicario, Nicoletta De Francesco, del faculty advisor, Massimo Guiggiani, e del capo progetto, Gabriele Fantechi. I due piloti sono Mario Bertolotto e Tommaso Castellini, entrambi studenti di Ingegneria.

Le novità della vettura 2011 partono dallo stesso nome, frutto di un sofisticato gioco simbolico. ET4, infatti, andrebbe letto più propriamente come ETken, dalla lettera maiuscola "ken" dell'alfabeto armeno molto simile a un 4, il cui numero Unicode è 1343, anno di fondazione dell'Università di Pisa. Inoltre "ken" è il termine in antico inglese che il filosofo John Locke utilizza per identificare la conoscenza e da qui deriva il motto della monoposto: "Think beyond your ken".

A livello tecnico la nuova vettura, la quarta ideata e costruita dal team universitario di Pisa, pesa circa 200 chili e monta un motore Aprilia SXV, con potenza di 65 cavalli e capacità di accelerazione da 0 a 100 chilometri in 4 secondi. Ha un telaio in tubi di acciaio realizzato alla Pieracci Meccanica e componenti superleggeri - cerchi in magnesio, carene, sospensioni e semiassi in carbonio - progettati dagli studenti e realizzati da Brusa Meccaniche e dall'INFN. È inoltre dotata di cambio sequenziale e telemetria bidirezionale. I test sono effettuati grazie agli automezzi messi a disposizione da Liberty Rentals.

Il progetto dell'E-Team (www.eteamsquadracorse.it) è nato nel 2008. Nel corso degli anni, ai 34 elementi provenienti da Ingegneria si sono aggiunti studenti delle facoltà di Economia, Giurisprudenza, Lettere, Lingue e Scienze politiche, le cui competenze sono fondamentali perché, ai fini delle gare, la squadra non è chiamata solo a progettare e costruire la vettura, ma anche ad affrontare i problemi legati alla ricerca e gestione delle risorse economiche, al marketing, alle pubbliche relazioni e alla comunicazione. Dopo un ricambio generazionale piuttosto radicale, quest'anno la squadra è composta da 35 studenti di diverse facoltà scientifiche e umanistiche.

Il debutto in pista della monoposto risale al 2008, sul circuito di Fiorano, in una gara di Formula SAE Italy. La ET1 si classifica prima tra i debuttanti e terza tra le squadre italiane alla gara di durata. Il 2009 è un anno cruciale: con la ET2ev il team pisano prende parte alla Formula Student Germany, sullo storico circuito di Hockenheim, insieme ad altre 78 squadre provenienti dalle università di ogni parte del mondo e si qualifica al decimo posto nella prova statica del cost report. Nello stesso anno partecipa alla Formula SAE Italy, all'autodromo di Varano de' Melegari, sotto l'occhio di una giuria tecnica composta da ingegneri delle più prestigiose maison automobilistiche italiane tra le quali Lamborghini, Ferrari, Fiat, Maserati e Dallara. In gara la monoposto si piazza al secondo posto tra le italiane e al dodicesimo nella classifica generale dei 39 team internazionali. Ottiene inoltre il nono posto nella prova statica design event e il quinto nel cost event. Il 2010 è l'anno della ET3, realizzata da un team sempre più numeroso ed eterogeneo, segno dell'accresciuta notorietà del progetto. La squadra si ripresenta alle competizioni in Italia e Germania, proiettandosi al vertice tra le squadre italiane e al nono posto della classifica mondiale. Il programma del 2011 prevede la partecipazione alla Formula Student Germany in agosto e alla Formula SAE Italy in settembre.

Gli obiettivi raggiunti in questi anni vanno oltre i pur eccellenti risultati in ambito sportivo. Il progetto E-Team rappresenta infatti una palestra formativa in cui si deve progettare e realizzare, in tempi brevi, un prodotto tecnologicamente avanzato e che abbia una concreta verifica sul campo con la partecipazione alle gare. Un laboratorio per imparare attraverso la competizione, dunque, e un'opportunità preziosa per i giovani studenti che desiderano lavorare nelle più prestigiose case automobilistiche e motoristiche italiane ed estere.

"Ho sempre seguito con grande interesse le riunioni dei grandi del mondo, ritenendo che i destini dei popoli fossero dipendenti dagli scambi di opinione derivanti da quelle conversazioni. Il G8 e il G20 hanno sempre rappresentato per me due club privati ed esclusivi, due circoli del potere". Inizia con questa premessa il racconto che Francesca Larosa, studentessa del secondo anno di Economia e commercio all'Università di Pisa, ha scritto sulla sua recente esperienza parigina, durante la quale ha rappresentato l'Italia come ministro dello sviluppo ai G8/G20 Youth Summits.

"Giunti nella capitale francese – spiega Francesca - le aspettative non sono state deluse: il lavoro presso la ESCP (l'università che ospitava le negoziazioni) si è rivelato stimolante e i partecipanti al programma attenti, competenti e pieni di potenziale. L'agenda del mio pannello ha interessato la volatilità dei prezzi del cibo, la produttività nel settore agricolo, le rimesse degli immigrati, il microcredito, la microfinanza e fin da subito abbiamo capito come ognuno di noi avesse le idee ben chiare in proposito... Tornata a casa sento di aver imparato moltissimo e di aver avuto modo di esprimere le mie idee come mai prima: un delegato forte è anche colui che alle competenze e alle conoscenze aggiunge una personalità forte e dinamica. Ho avuto una possibilità unica di affacciarmi da vicino al mondo diplomatico (anche se in senso giovanile) e di capire quanto sia difficile conciliare posizioni a volte opposte; ho dovuto fare i conti con le differenze linguistiche (tutti i Summit sono in inglese) prestando attenzione al fatto che definire l'Iran "amico" o "alleato" può dar vita ad una discussione interminabile (i Capi di Stato sono rimasti chiusi nelle loro stanze a negoziare fino alle 6.30 del mattino). Ho fatto i conti con gli stereotipi culturali che tutti i popoli hanno sulle spalle, sentendo la responsabilità di dimostrare che gli italiani possono arrivare prima dei tedeschi sul lavoro e provando profonda soddisfazione nel notare un lieve stupore sui visi degli altri".

"Dopo l'incontro in Francia – conclude la studentessa di Economia - la delegazione italiana sta lavorando alla messa in piedi di un'associazione che coordini questi tipi di Summit dalla logistica alla preparazione. Con l'appoggio del ministro della Gioventù, che abbiamo incontrato prima di partire, e di altre organizzazioni internazionali e non, speriamo di essere in grado di diventare ancora più forti e di preparare la strada per i successivi giovani ministri. Nel frattempo sosteniamo gli esami in università portando avanti il nostro singolare percorso, ognuno nella propria sede. Dalla Cina al Canada, i piccoli rappresentanti delle venti potenze del mondo, continuano le loro vite".

Il prossimo anno i Summit saranno divisi: il G8 negli Stati Uniti e il G20 in Messico. Nel frattempo è possibile leggere il comunicato finale dell'appuntamento parigino, scoprire i curriculum dei delegati e vedere i video degli eventi e delle negoziazioni su www.g8-g20-youth-summits.org

Nel nostro futuro ci saranno telefonini in grado di monitorare i parametri vitali del portatore e di trasmetterli in tempo reale al centro ospedaliero di riferimento, sistemi che rilevano i livelli di traffico all'interno di una galleria avvisando i soccorsi in caso di allarme, frigoriferi che controllano e segnalano la scadenza degli alimenti e automobili che dialogano con i semafori. Questi sono solo alcuni esempi delle infinite applicazioni di Internet 3.0, che metterà in rete tra loro non solo i computer, ma oggetti diversi e di uso quotidiano, dotati di una propria "intelligenza" e capaci di comunicare tra loro attraverso piccoli sensori che trasmettono e ricevono informazioni. Il risultato sarà un universo fisico interconnesso, che è stato ribattezzato "Internet delle cose" ("The Internet of Things").

La Comunità Europea ha riconosciuto l'importanza che queste applicazioni avranno nella nostra vita quotidiana e ha deciso di stimolare e finanziare la nascita di uno spazio comune europeo di ricerca e di formazione nel settore, attraverso la creazione di una rete di eccellenze raccolte intorno allo "European Institute of Embedded Control" (EECI). In questa rete, l'Università di Pisa ha un ruolo di primissimo piano, essendo la struttura coordinatrice degli studi congiunti di dottorato ICO-NEH (International Curriculum Option of Doctoral Studies in Networked, Embedded, and Hybrid Control Systems for Complex Distributed Heterogeneous Systems). ICO-NEH è frutto di un accordo sottoscritto da 18 tra le maggiori università italiane ed europee (italiane, tedesche, francesi, spagnole, olandesi e greche) per la creazione di un percorso comune di eccellenza negli studi di dottorato, che porterà alla formazione di una comunità scientifica formata da giovani di alto livello e dalle solide basi comuni.

"L'Unione Europea - spiega Massimo Augello, rettore dell'Università di Pisa – sta finanziando molti progetti legati al cosiddetto Internet 3.0, poiché mira a conservare e se possibile consolidare il primato acquisito in questo campo su Stati Uniti e Giappone. La questione della formazione è dunque decisiva per creare una comunità di scienziati altamente qualificata e in grado di competere con quelle dei Paesi non europei. Per questo, la firma della convenzione ICO-NEH rappresenta per l'Italia un'importante opportunità per rimanere all'avanguardia in un settore tecnologico strategico e molto promettente in quanto a sviluppi applicativi".

"Creando una rete internazionale di atenei e laboratori interdisciplinari che collaborano tra di loro – aggiunge Antonio Bicchi, direttore del Centro 'Enrico Piaggio' dell'Università di Pisa e ideatore di ICO-NEH – l'internet degli oggetti sarà integrato sempre di più con campi di ricerca molto diversi, come robotica, informatica, medicina e molti altri, generando applicazioni e risolvendo problemi socialmente molto rilevanti, come la produttività e la piacevolezza del lavoro, la medicina e la riabilitazione, l'assistenza e la cura domestica".

È stata eseguito all'Ospedale didattico veterinario "Mario Modenato" dell'Università di Pisa il primo intervento in Italia e tra i primi al mondo di plasmaferesi terapeutica con tecnica di filtrazione a cascata in un cane affetto da mieloma multiplo. Tale tecnica consente la separazione del plasma dai globuli rossi, mediante l'ausilio di un primo filtro separatore, e nella sua successiva purificazione per passaggio in un filtro di depurazione. Questo permette di allontanare i composti nocivi presenti in circolo, mantenendo inalterate le restanti componenti ematiche del paziente.

La plasmaferesi fa parte di un gruppo di tecniche terapeutiche, estremamente complesse, definite genericamente con il termine di terapie extracorporee che, sebbene ampiamente diffuse in medicina umana, trovano un'applicazione ancora molto limitata in medicina veterinaria. La terapia plasmaferetica prevede una numerosa serie di applicazioni cliniche e rientra in un progetto ambizioso che nasce dalla collaborazione tra il dipartimento di Clinica veterinaria dell'Ateneo pisano e la University of California Davis. È infatti all'Università di Davis che la dottoressa Ilaria Lippi, che ha eseguito l'intervento di plasmaferesi, ha appena trascorso un periodo di studio e aggiornamento sotto la guida del professor Larry Cowgill.

La dottoressa Lippi fa parte dell'Unità operativa di medicina interna e di medicina d'urgenza dell'Ospedale didattico veterinario, dove lavora sotto la guida della professoressa Grazia Guidi.

La collaborazione tra Ilaria Lippi e il professor Cowgill, nonché le competenze e la forte determinazione della professoressa Guidi, hanno portato di recente alla creazione nell'ospedale pisano di una della Sezione di nefrologia, emodialisi e purificazione ematica, diretta dalla stessa Guidi, che rappresenta una sostanziale novità nel panorama universitario veterinario italiano e conferma la volontà e l'impegno della facoltà pisana di Medicina veterinaria a raggiungere standard qualitativi sempre migliori nella didattica e nella ricerca.

È stata presentata alla Certosa di Calci, alla presenza del direttore Walter Landini, del vice direttore Roberto Barbuti, della protettrice per il Territorio, Maria Antonella Galanti e dei rappresentanti dell'amministrazione del Comune di Calci, la nuova segnaletica stradale per l'indicazione turistica del museo di Storia naturale e del territorio realizzata in attuazione del progetto proposto dalla dottoressa Sabrina Balestri.

La segnaletica, già installata a partire dal primo luglio, copre un raggio di dieci chilometri intorno alla Certosa, in ottemperanza a quanto disposto dall'art. 39, comma 2, codice della strada, ed è stata ideata e realizzata per dare maggiore visibilità alla Certosa di Pisa sul territorio. Uno dei punti critici infatti era la carenza di segnaletica adeguata e, conseguentemente, la difficoltà di raggiungere la sede museale soprattutto per i visitatori provenienti da fuori il territorio pisano. Hanno collaborato alla realizzazione del progetto Pietro Begliuomini, Beatrice Consani e Francesco Falleri.

Martedì, 19 Luglio 2011 09:40

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