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Comunicati stampa
Venerdì, 13 Gennaio 2012 10:04

Al via il reclutamento per il G8/G20 Giovanile

YouthSummitSono ufficialmente aperte le selezioni per far parte della Delegazione Italiana per il G8 & G20 Youth Summit, l'unico evento giovanile parallelo ai vertici dei "Grandi". Fin dal 2006, il Summit ha riunito giovani leader provenienti dai paesi del G20 che si confrontano, negoziano e formulano nuove idee sui temi in agenda dei Capi di Stato del G20, fino a stendere un comunicato finale che viene consegnato alla Presidenza di turno del G20. Al Summit di Parigi dello scorso anno era presente anche una studentessa della facoltà di Economia dell'Università di Pisa, Francesca Larosa, che ha rappresentato l'Italia come ministro dello sviluppo.

Il Summit è organizzato dal G8 & G20 Youth Network, un network internazionale che raccoglie 20 associazioni di tutto il mondo. La Young Ambassadors Society è il comitato organizzativo che si occupa del reclutamento della Delegazione Italiana, che sarà composta da Capo di Stato, Sherpa, Ministro degli Affari Esteri, Ministro dell'Economia, Ministro della Finanza, Ministro della Giustizia, Ministro dello Sviluppo, Ministro della Difesa, Ministro dell'Ambiente e Addetto stampa.

Per far parte della Delegazione basta mandare la propria candidatura attraverso il sito www.youngambassadorsociety.org. Coloro che supereranno questa prima fase di selezione verranno contattati per un colloquio via skype. I migliori entreranno a far parte della Delegazione Italiana che seguirà un processo di preparazione prima di recarsi al Summit dal 3 al 9 giugno 2012. Il Summit si svolgerà a Washington DC, presso la prestigiosa Georgetown University, dove la Delegazione di giovani Ministri italiani si confronterà con le proprie controparti provenienti dai 20 Grandi Paesi, sulle sfide di natura globale.

Questa esperienza già in passato ha dato la possibilità ai ragazzi non solo di approfondire la propria conoscenza dell'inglese e delle attuali tematiche economiche, politiche, ecologiche, dello sviluppo, di sicurezza, di giustizia, ma gli ha anche conferito una certa professionalità, intraprendenza e flessibilità intellettuale. Confrontarsi con giovani altrettanto brillanti proveniente da tutti e 5 i continenti poi, è un'occasione unica per imparare davvero a conoscere e interagire con le altre culture.

Venerdì, 13 Gennaio 2012 09:38

Marco Luise nominato 'Fellow' dell'IEEE

Marco LuiseMarco Luise, docente di Telecomunicazioni alla facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa, è stato nominato "fellow" dell'IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), l'associazione internazionale di professionisti impegnata a favore del progresso della tecnologia a beneficio dell'umanità. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato al professore "per i suoi contributi al settore della sincronizzazione e dell'elaborazione del segnale nelle telecomunicazioni". L'attività di ricerca del professor Luise si svolge nell'ambito delle telecomunicazioni, e più specificamente nel campo delle radiotrasmissioni terrestri e via satellite, delle comunicazioni "wireless", e dei sistemi di posizionamento satellitari.

L'"IEEE fellow" è conferito a una personalità con un eccellente primato di risultati, provenienti da diverse aree scientifiche, che vanno dai sistemi aerospaziali, all'ingegneria informatica, delle telecomunicazioni e biomedica, all'elettronica. Per il 2012, sono 322 i professionisti che nel mondo hanno ottenuto il riconoscimento. Attraverso i suoi 385.000 membri in 160 paesi del mondo, l'IEEE promuove lo sviluppo della tecnologia per l'umanità e pubblica circa il 30% del materiale tecnico riguardante i diversi settori di interesse.

Marco Luise è professore ordinario di Telecomunicazioni all'Università di Pisa. Nato a Livorno nel 1960, si è laureato con lode e ha ottenuto il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria elettronica presso l'Università di Pisa. Ha dapprima occupato un posto di ricercatore dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) presso lo European Space Research and Technology Centre (ESTEC), Noordwijk, Paesi Bassi; è stato poi ricercatore del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) presso il Centro Studio Metodi Dispositivi Radiotrasmissioni (CSMDR), Pisa e (dal 1991 al 1999) Professore Associato presso il Dipartimento Ingegneria Informazione dell'Università di Pisa. È stato presidente e organizzatore rispettivamente della V, VI, VII, e IX edizione del convegno "Tyrrhenian International Workshop on Digital Communications", mentre nel 1998 è stato presidente del convegno URSI Symposium ISSSE.

Recentemente, ha svolto le funzioni di Co-Chairman del programma tecnico del convegno "7th International Workshop on Digital Signal Processing Techniques for Space Communications" e della conferenza "European Wireless 2002". Recentemente, è stato General Chairman della conferenza EUSIPCO 2006 che si è tenuta a Firenze nel settembre 2006; è stato general co-chair del congresso European Wireless 2010 e Technical Program Chair del Future Network and Mobile Summit 2010 della Commissione Europea.

Oltre che presso l'Università di Pisa, è anche docente alla Scuola di Alti Studi IMT (Istituzioni, Mercati, Tecnologie) di Lucca, ed è direttore esecutivo della Rete di Eccellenza della Commissione Europea su "Wireless Communications NEWCOM++".

Autore di poco meno di 300 contributi scientifici a livello internazionale, di una ventina di libri e di una decina di brevetti, il professor Luise ha fatto parte come editor del comitato di redazione della rivista "IEEE Transactions on Communications" e della rivista "European Transactions on Telecommunications" (della quale è membro dello Advisory Board). Ha fondato ed è stato il primo editor-in-chief dell'"International Journal of Navigation and Observation", ed è division editor per Communication Theory and Systems del "Journal of Communications and Networks". È segretario nazionale del GTTI, Gruppo Telecomunicazioni Teoria dell'Informazione e siede nella giunta del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT). È anche presidente della Commissione C della URSI e membro dello International Committee on Global Navigation Satellite Systems (ICG) delle Nazioni Unite. È presidente e ha contribuito a fondare l'Associazione ToscanaSpazio.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa 

Venerdì, 13 Gennaio 2012 09:35

Giubbotto salvacuore protegge da infarto

LifeVest_jpgÈ in tutto simile a un giubbotto antiproiettile, come quelli che indossano le forze dell'ordine, e lo scopo è lo stesso: proteggere il cuore, ma non dai colpi d'arma da fuoco bensì da aritmie, fibrillazioni ventricolari o arresti cardiaci, tutte disfunzioni cardiache gravi che possono essere letali.

A Pisa il dispositivo si usa ormai dalla fine del 2010, nell'Unità operativa di Malattie Cardiovascolari 2 dell'Aoup diretta dalla Dr.ssa Maria Grazia Bongiorni (nella foto a destra). E' un sistema di defibrillazione esterna che il paziente può indossare 24 ore su 24, con alcune caratteristiche sovrapponibili ai defibrillatori impiantabili per via sottocutanea, e che consente una protezione costante in caso di insorgenza delle patologie di cui sopra. E' dotato di piastre "indossabili" attraverso un corsetto, collegato con un defibrillatore vero e proprio di dimensioni contenute, del peso di circa 1 kg., che si indossa a tracolla come un Holter.

Il giubbotto viene utilizzato in tutte quelle situazioni transitorie in cui non è possibile o non è definitivamente raccomandato, per motivi clinici, impiantare un dispositivo definitivo sottocutaneo; è il caso, ad esempio, di pazienti che hanno subìto un evento cardiaco acuto, come un infarto, in cui è indicato un monitoraggio di circa 2 mesi della funzione cardiaca in attesa di un eventuale impianto di un defibrillatore definitivo. Un'ulteriore indicazione riguarda quei pazienti che hanno subìto una rimozione dei devices precedentemente impiantati, per motivi infettivi – in questo caso non si può reimpiantarne un altro subito, se non utilizzando un accesso venoso dal lato opposto rispetto al precedente. Il vantaggio del giubbotto, nei pazienti giovani che hanno effettuato una rimozione di devices per infezione, è anche di tipo estetico poiché, grazie alla fase transitoria di protezione del cuore rappresentata dal dispositivo, si permette alla cicatrice di guarire e quindi di intervenire la seconda volta, per l'impianto definitivo, sullo stesso lato da cui è stato rimosso. Ciò preserva il corpo, specie di giovani donne, da una doppia cicatrice che può lasciare segni anche dal punto di vista psicologico.

Foto_MGBDalla fine del 2010 ad oggi a Pisa il giubbotto, che costa circa 50mila euro – l'Aoup ne ha in dotazione 2, e il dispositivo si usa in pochi altri centri in Italia – è stato utilizzato con buoni risultati su 9 pazienti (alcuni dei quali provenienti da altre regioni). L'utilizzo richiede un semplice addestramento e una programmazione ad personam che dura all'incirca 20 minuti all'atto della dimissione del paziente. Non richiede particolari abilità nella gestione da parte del portatore, in quanto il funzionamento è automatico. Va indossato sempre, anche di notte (si toglie solo sotto la doccia !), e monitora costantemente il ritmo cardiaco del paziente, riconoscendo le aritmie potenzialmente fatali secondo algoritmi che sono in grado di stabilire quando è necessario intervenire con una scarica defibrillatrice. I cardiologi del reparto possono monitorare l'andamento di ogni singolo paziente dal computer, grazie alla possibilità del sistema di scaricare i dati immagazzinati su un server accessibile dall'ospedale.

La casistica mondiale registra oltre 3000 casi di soggetti che l'hanno indossato, con un'aderenza alla terapia superiore al 90% e un'efficacia del primo shock erogato prossima al 100%. (Ufficio stampa AOUP)

Giovedì, 12 Gennaio 2012 13:05

Pisa, città per gli studenti

studentesse_wifiIn origine furono le Logge di Banchi. Poi è stata la volta del primo tratto di viale delle Piagge e di Largo Ciro Menotti. E presto toccherà anche al Giardino Scotto e alle piazze Dante e Santa Caterina, oltre ad un'area in ciascuno dei sei Ctp in cui è suddiviso il territorio comunale che dovrà essere individuata in accordo con gli stessi consigli territoriali. Pisa, la città da cui è partito il primo collegamento internet d'Italia, si conferma decisamente all'avanguardia e mette in rampa di lancio un progetto destinato ad incrementare in modo esponenziale le aree wi-fi del territorio comunale, quelle in cui è possibile collegarsi alla rete gratuitamente e senza fili. Il tutto nello spazio dei prossimi quindici mesi grazie a "Pisa, città per gli studenti", un progetto promosso dal Comune in collaborazione con l'Università, l'Azienda per il Diritto allo Studio e l'associazione giovanile "Memoria delle Radici" per migliorare la qualità della vita degli studenti universitari di cui, fra l'altro, l'ampliamento della rete wi-fi cittadina costituisce soltanto uno dei molteplici interventi previsti.

L'investimento, infatti è di circa 294mila euro – 186mila dei quali (il 64%) finanziati da un bando dell'Anci con risorse messe a disposizione dal Ministero della Gioventù e il resto a carico dei partner –, e sono destinati sicuramente ad aumentare il numero delle aree a connessione gratuita e senza fili, ma anche per rinnovare la convenzione fra Comune, Università. Dsu e Cpt che prevede tariffe agevolate in favore degli studenti dell'ateneo pisano (circa 20mila gli abbonamenti "agevolati" fatti nei primi dieci mesi del 2011) e per favorire l'accesso a spettacoli teatrali, concerti ed altri eventi culturali mediante sconti e promozioni rivolte agli universitari.

Conferenza Stampa Comune

Non solo, il progetto prevede anche la realizzazione di spazi e "aule studio" all'aperto nei punti in cui è assicurata la copertura wi-fi, la creazione di un portale per favorire l'incontro fra domanda e offerta di alloggi per studenti e iniziative a sostegno della creatività studentesca quale il "Folk in progress", un vero e proprio concorso nazionale rivolto a giovani band studentesche invitate reinterpretare canzoni tradizionali e un festival, ospitato dalla città della Torre e dedicato alla musica popolare, cui sarà invitato a partecipare anche il gruppo vincitore del concorso.

Importanti anche le iniziative che riguarderanno il Cus che grazie a questo progetto, si doterà di un vero e proprio ufficio di comunicazione collocato all'interno dei propri impianti e, soprattutto, realizzerà un sistema informatico che consentirà agli studenti di iscriversi al centro sportivo universitario e di prenotare attività e servizi on line attraverso il sito dell'ente. Infine sarà rivisitata la grafica e l'immagine del Centro d'Ascolto e Consulenza dell'Università e potenziati i servizi rivolti agli studenti universitari stranieri e disabili.

Per l'inizio vero e proprio degli interventi manca soltanto la sottoscrizione del protocollo d'intesa fra i cinque soggetti promotori e l'Anci,una formalità che sarà sbrigata entro fine mese. (Comunicato del Comune di Pisa)

Andrea MonorchioAgostino Monorchio, docente di Campi elettromagnetici alla facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa, è stato nominato "fellow" dell'IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers), l'associazione internazionale di professionisti impegnata a favore del progresso della tecnologia a beneficio dell'umanità. Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato al professore "per i suoi contributi allo sviluppo di metodi di calcolo per l'elettromagnetismo e alla realizzazione di metamateriali mediante l'uso di superfici selettive in frequenza". Le ricerche del professor Monorchio hanno contribuito a sviluppare nuove metodologie di calcolo per la progettazione elettromagnetica in grado di sfruttare pienamente le moderne risorse di calcolo oggi a disposizione. I metamateriali da lui indagati sono materiali 'artificiali' con proprietà fisiche non reperibili in natura che permettono la realizzazione di dispositivi tecnologici innovativi, quali ad esempio antenne miniaturizzate, filtri compatti, o l'insorgenza di effetti e fenomeni originali quali l'invisibilità radar ed ottica.

L'"IEEE fellow" è conferito a una personalità con un eccellente primato di risultati, provenienti da diverse aree scientifiche, che vanno dai sistemi aerospaziali, all'ingegneria informatica, delle telecomunicazioni e biomedica, all'elettronica. Per il 2012, sono 322 i professionisti che nel mondo hanno ottenuto il riconoscimento. Attraverso i suoi 385.000 membri in 160 paesi del mondo, l'IEEE promuove lo sviluppo della tecnologia per l'umanità e pubblica circa il 30% del materiale tecnico riguardante i diversi settori di interesse.

Agostino Monorchio si è laureato in Ingegneria elettronica a Pisa nel 1991 e dal 2002 è professore associato della stessa università. È "Adjunct Professor" della Pennsylvania State University e docente presso l'Accademia Navale di Livorno. È stato Visiting Professor presso l'Università di Granada, Spagna, e presso la Communication University of China di Pechino.

Ha trascorso periodi di formazione e di ricerca presso l'Electromagnetic Communication Laboratory della Pennsylvania State University (USA) sia in seguito all'assegnazione di una borsa di studio (Fellowship award) della Summa Foundation, New Mexico (USA) sia nell'ambito del programma CNR-NATO Senior Fellowships. Ha svolto numerose ricerche a carattere industriale e attività di consulenza tecnica per industrie nazionali, europee e statunitensi, coordinando, in qualità di responsabile scientifico, un cospicuo numero di progetti di ricerca nazionali ed europei. Svolge la funzione di revisore per riviste scientifiche internazionali, ed è stato Associate Editor della rivista IEEE Antennas and Wireless Propagation Letters dal 2002 al 2007. Ha svolto attività di revisione di progetti di ricerca di interesse nazionale del Ministero della Ricerca e di prodotti sottoposti al Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR).

L'attività di ricerca svolta dal professor Monorchio è inerente i metodi numerici per l'elettromagnetismo, i metamateriali a microonde, la propagazione radio per sistemi wireless, la progettazione e miniaturizzazione di antenne e la compatibilità elettromagnetica. L'attività viene svolta principalmente presso il Laboratorio Antenne, Microonde e Compatibilità Elettromagnetica del dipartimento di Ingegneria dell'informazione dell'Università di Pisa, insieme a un nutrito gruppo di studenti di dottorato, assegnisti di ricerca e contrattisti. I risultati delle ricerche sono stati finora pubblicati in più di 100 articoli su riviste e capitoli di libri e più di 200 comunicazioni a congressi internazionali e nazionali; è coautore di 4 brevetti.

È afferente al Laboratorio Nazionale RASS del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT) e all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) della Sezione di Pisa. È membro della Società Italiana di Elettromagnetismo (SIEM).

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa 

logo EETServirà a costruire un database con i classici del pensiero economico tradotti nelle varie lingue europee il Multilateral Project LLP/Erasmus "EE-T. Economic e-Translations into and from European Languages" appena attivato all'Università di Pisa. Finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Programma Lifelong Learning - sub programma Erasmus (518297-LLP-2011-IT-ERASMUS-FEXI) e coordinato dai professori Marco Guidi e Massimo Augello, il progetto è il primo del genere che coinvolge un gruppo multidisciplinare di economisti, storici del pensiero economico, storici economici e linguisti e che mira a costruire e mettere a disposizione della comunità scientifica una banca di testi on line relativi alla storia dell'economia politica e una serie di contributi di ricerca sulla formazione e circolazione internazionale delle idee e dei linguaggi economici.

Marco Guidi

Come tutti i Multilateral Projects, questo programma, di durata biennale, mira a promuovere uno degli obiettivi di Europa 2020: favorire il "triangolo della conoscenza" tra ricerca, istruzione e innovazione. Al contempo, saranno sperimentate forme innovative di didattica on line e di social networking che possano avvicinare gli studenti a questi risultati di indagine scientifica, fornendo loro testi economici del passato sui quali svolgere le loro esercitazioni e le loro ricerche di tesi.

L'idea di base che ha attratto l'attenzione dell'Unione Europea è che in tempi di crisi economica ci sia bisogno di avvicinare studenti e lettori ai classici del pensiero economico: una "ricchezza delle idee" che fa il parallelo con la "ricchezza delle nazioni" e insegna a evitare errori che già sono stati compiuti nel passato.

Sono partner del progetto, oltre all'Università di Pisa, l'Università di Paris 2 Panthéon Assas, l'Università di Hohenheim di Stoccarda, l'Università di Barcellona, l'Università di Lisbona, l'Università di Messolongi, L'Università di Bucarest e la Middle East Technical University di Ankara, oltre che due partner privati, Pixel e Connectis di Firenze.

libri Economia

Da gennaio è attivo un portale (http://eet.pixel-online.org/) nel quale sarà possibile trovare progressivamente i vari prodotti del progetto e al quale saranno chiamati a contribuire, in una inedita prospettiva "social", tutti gli studiosi e gli studenti interessati.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa 
Unità Toscana
PisaNotizie.it
PisaInformaFlash.it

Martedì, 10 Gennaio 2012 16:00

Il 'pecorino anticolesterolo' su RaiUno

pecoreIl 10 gennaio 2012 il programma di RaiUno "Occhio alla spesa" si è collegato in diretta con il Centro interdipartimentale di ricerche agro-ambientali "Enrico Avanzi" (CIRAA) dell'Università di Pisa, dove il dottor Andrea Serra ha parlato del "pecorino anticolesterolo", uno speciale formaggio in grado di far diminuire l'LDL (il colesterolo dannoso) studiato da un gruppo di ricerca dell'Ateneo pisano. Il pecorino è stato prodotto alimentando cinquanta pecore di un allevamento in provincia di Grosseto con una speciale miscela di cereali e semi di lino in quantità non inferiore al 30%. A seguire il progetto è stata un'équipe guidata dai professori Pierlorenzo Secchiari (coordinatore nazionale) e Marcello Mele.

I ricercatori hanno formulato un mangime sperimentale contenente semi di lino estrusi (una fonte naturale di acidi grassi omega-3). La composizione degli acidi grassi del formaggio ha evidenziato che nel grasso del formaggio ottenuto dalle pecore alimentate con il mangime contenente semi di lino vi è stata una diminuzione di quasi il 30% degli acidi grassi saturi, indicati come fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, e un aumento di acidi grassi omega-3 e di CLA (quest'ultimo con proprietà favorevoli rispetto al controllo e alla prevenzione dell'ipercolesterolemia nell'uomo) rispettivamente del 200% e del 400%. Tali proprietà sono spesso riscontrate anche nei formaggi ottenuti da latte prodotto da pecore alimentate con pascoli in primavera, periodo di massima disponibilità di erba nelle condizioni pedoclimatiche che contraddistinguono l'area mediterranea. La strategia nutrizionale messa a punto, pertanto, consentirebbe di prolungare il periodo di disponibilità di formaggi con queste caratteristiche per tutto l'anno.

Durante la sperimentazione, fatta all'ospedale Brotzu di Cagliari dal gruppo coordinanti dal professor Sebastiano Banni, il formaggio arricchito è stato distribuito a soggetti leggermente ipercolesterolemici e sovrappeso. Ogni sperimentazione ha previsto la partecipazione di 20 soggetti e, dopo 3 settimane di assunzione giornaliera di 90 grammi di formaggio arricchito naturalmente in CLA, i pazienti mostravano una diminuzione significativa del colesterolo-LDL (quello dannoso) di circa il 10%. Questi risultati hanno messo in evidenza che il formaggio di pecora, quando ottenuto da latte prodotto con opportuni sistemi di allevamento, non solo non induce aumento della colesterolemia, ma può contribuire ad abbassarla e, pertanto, può essere convenientemente introdotto nella dieta di soggetti ipercolesterolemici.

Attualmente il gruppo di ricerca di Secchiari e Mele sta verificando la possibilità del trasferimento su "larga scala" della tecnica e del prodotto messe a punto. Nell'ambito della misura 124 del PSR 2007-2013 della Regione Toscana sono state organizzate sperimentazioni che coinvolgono un certo numero di aziende nelle quali verrà utilizzata la razione sperimentata in precedenza il cui latte verrà caseificato presso il Caseificio di Manciano (GR). Per quanto riguarda la sperimentazione sull'uomo, in collaborazione con la Fondazione Leonardo di Padova presso il Policlinico di Abano Terme, nell'ambito del Progetto denominato CLADIS, il formaggio arricchito verrà somministrato a pazienti anziani. La possibilità di inserire nella dieta di questa categoria di soggetti il formaggio pecorino assume una particolare importanza in quanto questo alimento è in grado di fornire calcio a elevata biodisponibilità e proteine molto digeribili e dell'ottimo valore biologico.

Guarda il video della trasmissione.

conferenza donazione PizzanelliUn quadro che raffigura il Palazzo alla Giornata come appariva all'inizio del Novecento, opera dell'artista pisano Ferruccio Pizzanelli, tra i maggiori esponenti della pittura toscana del XX secolo. Il dipinto è stato consegnato, martedì 10 gennaio 2012, dai rappresentanti della direzione generale della Fondiaria SAI e dell'Agenzia generale SAI di Pisa nelle mani del rettore Massimo Augello. Cornice della cerimonia la suggestiva Sala dei Mappamondi dello stesso Palazzo oggi sede del rettorato, il luogo per di più in cui il giovane Pizzanelli aveva tenuto la sua prima esposizione.

Nel loro intervento, il rettore dell'Ateneo Pisano, i vertici della Società assicuratrice, Piergiorgio Costantini e Cesare Zunino, e l'agente generale e procuratore della Società, Maurizio Sbrana, hanno ricordato la solida tradizione di collaborazione che lega le due Istituzioni, che va anche al di là delle convenzioni sottoscritte per agevolare il ricorso ai servizi assicurativi da parte del personale e degli studenti dell'Università. Negli scorsi anni, infatti, la SAI ha finanziato l'istituzione di borse di studio a laureati in discipline giuridiche ed economiche con tesi in argomento assicurativo; ha permesso di acquisire una preziosa collezione mineralogica che è entrata a far parte del patrimonio scientifico dell'Ateneo e che è possibile ammirare al Museo di Storia naturale e del territorio di Calci; ha contributo all'acquisto di nove manoscritti giovanili di Enrico Fermi; ha donato il ritratto di Galileo Galilei che è stato collocato nella Sala al piano terra di Palazzo alla Giornata.

Quadro Pizzanelli

Il rettore ha quindi sottolineato il ruolo sociale svolto dalla compagnia di assicurazione "attraverso l'impegno convinto in campo culturale, poiché il grado di progresso di ogni società si misura a partire dalla sua capacità di trasmettere cultura e di guardare sempre, e con fiducia, al futuro". I rappresentanti della Sai hanno messo in evidenza il profondo legame che lega la Società e la sua Agenzia generale alla città di Pisa, di cui l'Università è senza dubbio tra le più importanti istituzioni e il principale luogo di elaborazione e di trasmissione del sapere.

I professori di Storia dell'arte, Lucia Tomasi Tongiorgi e Alessandro Tosi, hanno tracciato un breve profilo di Ferruccio Pizzanelli, un artista abile con i pennelli, così come nella lavorazione artistica del cuoio, e capace di descrivere con la sue opere paesaggi e volti autentici della tradizione toscana. È stato inoltre illustrato il volume dedicato al pittore pisano e al dipinto su Palazzo alla Giornata, realizzato dalla SAI con un testo curato dal professor Stefano Renzoni.

Nella stessa occasione, alla presenza del preside della facoltà di Agraria, Manuela Giovannetti, è stato anche presentato il volume curato dai professori Alessandro Tosi e Romano Paolo Coppini sui due grandi affreschi realizzati da Ferruccio Pizzanelli nell'Aula Magna della facoltà di Agraria e su quello che si trova nell'ex Clinica dermatologica.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
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PisaInformaFlash.it
TirrenoPisa.it
Tirreno Pisa (10/01) 

Tg:
50canale
TV Granducato 

Mauro Rosi C'è anche un docente dell'Università di Pisa nella nuova "Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi" appena nominata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Mauro Rosi, docente di Geochimica e Vulcanologia e direttore del dipartimento di Scienze della Terra dell'Ateneo pisano, è il nuovo vicepresidente dell'organo di consulenza scientifica del capo dipartimento della Protezione civile che raccoglie le competenze di 58 professori universitari, rappresentanti dei principali enti di ricerca nazionali (come Cnr e Ingv) ed esperti tecnici delle diverse tipologie di rischi naturali, ambientali e industriali.

Le nomine, sono state firmate a fine dicembre dal presidente del consiglio Mario Monti su proposta del capo dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli, che ha indicato in Luciano Maiani, ex presidente del Cnr, il presidente e in Giuseppe Zamberletti il presidente emerito. La nuova commissione sarà articolata in cinque settori corrispondenti alle varie tipologie di rischio: settore rischio sismico; settore rischio vulcanico; settore rischi meteo-idrologico, idraulico e di frana; settore rischi chimico, nucleare, industriale e trasporti; settore rischio ambientale e incendi boschivi. Compito della nuova commissione sarà fornire al dipartimento della Protezione civile pareri di carattere tecnico-scientifico in relazione alle diverse tipologie di rischio e anche indicazioni per migliorare le capacità di valutazione, previsione e prevenzione dei diversi rischi.

Mauro Rosi si è laureato a Pisa in Geologia nel 1974 ed è professore ordinario di Vulcanologia dal 2002. Dal 2006 è direttore del dipartimento di Scienze della Terra. Attualmente ricopre l'incarico di presidente della Federazione Nazionale di Scienze della Terra ed è membro del consiglio scientifico dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il professor Rosi ha un'esperienza pluridecennale nella gestione di crisi vulcaniche di tutto il mondo (eruzione del St. Helens-USA 1980, Nevado del Ruiz-Colombia 1985, Guagua Pichincha e Tungurahua-Ecuador 1999, St. Helens-USA 2004, Merapi-Indonesia 2006, Isola Reunion-Oceano Indiano 2009) e in Italia (Etna, 1981; Etna 1983; Stromboli 1985; Etna 2001; Etna 2002; Stromboli 2002-2003; Stromboli 2007). Rosi ha anche svolto, in alcuni casi, il ruolo di consulente per conto di autorità governative per l'assunzione di decisioni in materia di protezione civile (N. del Ruiz-Colombia 1985, Guagua Pichincha e Tungurahua-Ecuador 1999) e organismi internazionali (Nazioni Unite luglio 2011).


Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa
PisaNotizie.it 
PisaInformaFlash.it 

pellicolaIl 4 gennaio 2012, all'interno del programma "Cose dell'altro Geo", è andata in onda su RaiTre la trasmissione "Geo Scienza", dove sono stati presentati da Andrea Pucci, ricercatore del dipartimento di Chimica e chimica industriale, una serie di esperimenti su alcuni film polimerici condotti dal team di ricerca dell'Università di Pisa. I materiali hanno la proprietà di cambiare colore a seguito di stimoli esterni di varia natura come le deformazioni meccaniche e gli sbalzi di temperatura, e sono sviluppati in collaborazione con i professori Marco Pasquali, Francesco Ciardelli e Giacomo Ruggeri all'interno di un progetto denominato "Poloptel", finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa.

In studio Andrea Pucci ha mostrato una serie di pellicole che, sottoposte a deformazione, hanno cambiato colore in emissione da verde a blu a causa della rottura degli aggregati di colorante in esso dispersi. In un secondo esperimento è stato poi mostrato il fenomeno opposto, cioè la formazione di aggregati di colorante una volta che il film viene posto per pochi istanti sopra una piastra alla temperatura controllata superiore a 60°C.

I risultati di questa ricerca potrebbero avere importanti ricadute nella vita di tutti i giorni portando allo sviluppo di pellicole per "imballaggio intelligente", capaci cioè di rilevare attraverso un cambiamento delle proprietà ottiche del materiale se vi è stata una sollecitazione esterna (contaminazione), attraverso uno stress meccanico (deformazione, strappo del materiale), o di natura termica (sbalzo di temperatura). Visti i controlli necessari per tutti gli alimenti appartenenti alla catena del freddo, la ricerca potrebbe portare allo sviluppo di nuovi imballaggi alimentari, le cui caratteristiche devono rispondere a parametri precisi, come garantire la protezione dell'alimento da danni meccanici, oppure prevenirne o ritardarne la degradazione fisica.

Guarda il video della trasmissione.
 

Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa 
PisaNotizie.it
TirrenoPisa.it 
Greenreport.it 

 

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Intervista ad Andrea Pucci
 

AndreaPucciDi cosa è fatta la pellicola sensibile alla deformazione meccanica?
Il materiale è semplicemente composto da una miscela di un polimero di largo uso, soprattutto nel settore dei film per l'imballaggio e cioè polietilene o polipropilene oppure poliesteri aventi caratteristiche anche di biodegradabilità, con un colorante generalmente impiegato come sbiancante ottico per plastiche o tessuti in concentrazione inferiore all'1% in peso.

Quali sono i materiali più largamente utilizzati per tale tipo di applicazione?
Sono materiali plastici che compongono i film per l'imballaggio e generalmente polietilene, sia a bassa che alta densità, o polipropilene. Negli ultimi anni poliesteri biodegradabili stanno entrando come materiali di largo consumo. Le caratteristiche principali del colorante sono la sua fluorescenza, le sue proprietà ottiche modulabili a seconda del suo stato di aggregazione e la sua scarsa mobilità all'interno del film polimerico, proprietà che rende il colorante impiegabile anche per gli imballaggi alimentari. Tra le caratteristiche appunto degli imballaggi alimentari, la protezione dell'alimento da danni meccanici, la prevenzione o ritardo della degradazione fisica e il rappresentare una fonte di informazione risultano quelle maggiormente richieste negli ultimi anni.

Come si prepara la pellicola?
Il metodo di preparazione prevede l'aggiunta sia del polimero che del colorante all'interno della camera di miscelazione di un miscelatore discontinuo oppure di un estrusore. L'alta temperatura presente all'interno della macchina di circa 180-200°C a seconda del polimero di partenza fa fondere il polimero mentre la rotazione dei rotori consente la miscelazione del colorante all'interno della matrice fusa. Terminata la miscelazione, la miscela polimero-colorante viene recuperata e sottoposta a un processo di stampaggio ad alta temperatura e pressione che consente l'ottenimento della pellicola avente spessori dell'ordine dei 100 micron

In quali forme le molecola di colorante sono disperse?
A seconda della concentrazione di colorante all'interno del film di polimero si possono avere due forme in equilibrio tra di loro: quella in cui le molecole di colorante sono disperse singolarmente e non interagenti tra di loro (M) e quella in cui le molecole sono fortemente interagenti e aggregate (A).

Come posso promuovere la loro aggregazione e cosa comporta alle proprietà del colorante?
L'aggregazione può essere ad esempio promossa aumentando la concentrazione del colorante all'interno del film. Esisterà quindi una soglia di concentrazione, che varia in base alla natura del polimero e del colorante stesso, al di sopra della quale l'equilibrio tra le due forme viene a instaurarsi. Alcuni coloranti sono in grado di emettere un radiazione luminosa chiamata fluorescenza differente se le loro molecole sono nella forma non interagente oppure in quella aggregata. Ad esempio, nel caso del colorante da noi utilizzato la forma non interagente e molecolarmente dispersa nel film polimerico emette luce blu a 430 nm, mentre la forma aggregata di colorante emette luce verde (500 nm).

polietileneCosa succede ad esempio se una pellicola contenente coloranti in forma aggregata subisce una deformazione?
A seguito della deformazione meccanica le catene di polimero tendono a riorganizzarsi lungo la direzione dello stress meccanico. Le forze che agiscono a livello molecolare sono tali da promuovere non solo il trascinamento degli aggregati di colorante lungo la direzione di deformazione ma anche la loro rottura. L'accumulazione all'interno del film deformato di molecole di colorante non più nella forma di aggregato ma nella forma isolata e non interagente promuove di conseguenza anche una variazione di colore dell'emissione da verde a blu.

Di cosa è fatta la pellicola sensibile alla sollecitazione termica?
La pellicola sensibile allo stress di natura termico, come ad esempio uno sbalzo di temperatura, è composta da un materiale polimerico differente dal caso dei materiali usati precedentemente come indicatori di deformazione. Il polimero è infatti caratterizzato dall'avere la temperatura di transizione vetrosa, e cioè il valore di temperatura al di sotto della quale un materiale amorfo si comporta da solido vetroso, al di sopra della temperatura ambiente e non distante da quella di miscelazione.

Come si prepara?
Il materiale polimero+colorante si prepara sempre per miscelazione meccanica ad alta temperatura introducendo i componenti nella camera di miscelazione. A fine processo il polimero tende a raffreddare e la sua temperatura scende al di sotto della temperatura di transizione vetrosa più velocemente della diffusione delle molecole di colorante le quali al di sotto della transizione vetrosa si troveranno intrappolate cineticamente all'interno del film nella forma non interagente. Il film quindi emetterà un'emissione blu a circa 430 nm.

Cosa succede alla pellicola contenente colorante se viene sollecitata termicamente al di sopra di una certa temperatura?
Se la pellicola contenente colorante molecolarmente disperso subisce uno stress termico a una temperatura superiore alla sua transizione vetrosa, la mobilità della fase polimerica consente la diffusione delle molecole di colorante che tendono ad aggregarsi promuovendo il cambiamento di colore in emissione da blu a verde.

Dov'è indirizzata la ricerca oggi su tale tipo di applicazione?
La ricerca oggi soprattutto in ambito accademico è indirizzata verso materiali biodegradabili o ottenuti da processi di riciclo di plastiche, quindi si pensa anche a applicazioni non in ambito puramente alimentare ma ad esempio materiali per il settore dell'edilizia dove è importante monitorare la stabilità meccanica di una struttura portante. Inoltre la ricerca è concentrata nel rendere il materiale ancora più sensibile verso ad esempio le minime sollecitazioni meccaniche o piccole variazioni di temperatura.

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