Il team LeanIng Project dell’Università di Pisa a Monaco di Baviera per l’Air Cargo Challenge
Il neonato team LeanIng Project ha rappresentato l’Università di Pisa a Monaco di Baviera all’Air Cargo Challenge 2022, competizione internazionale di aeromodellismo che si svolge con cadenza biennale. Il team di Pisa è composto da 8 membri: Yuri Dello Ioio, team leader, si è occupato delle strutture insieme al collega Ivan Lari; Geraldina Berti e Luca Mostallinohanno lavorato alla sezione aerodinamica del progetto; Federico Gaspari si è dedicato all’elettronica; Edoardo Gaspari e Domenico Geraci hanno sviluppato il modello al CAD; a pilotare l’aeromodello Gerardo Dello Ioio. Anche altri studenti hanno collaborato al progetto, alcuni provenienti dal corso di Ingegneria aerospaziale, altri dal corso di Ingegneria gestionale, che si sono occupati della ricerca di sponsor.
Pluto, l’aeromodello sviluppato per l’occasione, ha una struttura costituita da tubi in fibra di carbonio collegati all’ala mediante un giunto in alluminio. L’ala ha forma in pianta rettangolare e presenta un profilo curvo, mentre la coda ha una configurazione a T con profilo simmetrico. Entrambe sono realizzate in legno. Le scelte progettuali sono state fatte in accordo con il regolamento della competizione, che imponevano delle restrizioni principalmente sulle dimensioni e l’impianto propulsivo.
Lo scopo dell’Air Cargo Challenge è la progettazione e la realizzazione di un drone radiocomandato che deve affrontare delle ispezioni tecniche e delle prove di volo. La competizione si è svolta nel corso di quattro giornate. La prima è stata interamente dedicata alle ispezioni tecniche atte a verificare le informazioni dichiarate nel Technical Report, mentre nelle successive tre giornate si sono svolte le prove di volo per un totale di quattro round.
Il team di Pisa si è distinto nelle ispezioni tecniche in quanto, insieme a pochi altri team, non ha ricevuto alcuna penalità grazie alla perfetta aderenza del modello realizzato con quanto specificato nel report tecnico. La missione da portare a termine durante i voli della competizione consisteva nel trasportare un carico pagante costituito da fittizie sacche di sangue. Per questo progetto è stata predisposta una baia di carico realizzata tramite stampa 3D in ABS rinforzato al Kevlar.
Il team LeanIng Project ha chiuso la gara aggiudicandosi la sedicesima posizione a livello mondiale e la quarta a livello nazionale.
All’Università di Pisa i primi due laureati in Innovazione Sostenibile in Viticoltura ed Enologia
Sono Matteo Cantini e Nicola Mercanti i primi due laureati in "Innovazione Sostenibile in Viticoltura ed Enologia", il corso di laurea magistrale inter-ateneo tra l’Università di Pisa e l'Università degli Studi di Firenze attivato nell'anno accademico 2020/21. Il percorso di studi mira alla formazione di figure professionali capaci di svolgere attività complesse di pianificazione, gestione, controllo e coordinamento nell’ambito dell’intera filiera vitivinicola in un’ottica di sostenibilità e tutela dell’ambiente, impiegando consapevolmente rigorosi metodi scientifici e strumenti di lavoro innovativi. Claudio D’Onofrio (Università di Pisa) e Lisa Granchi (Università degli Studi di Firenze), rispettivamente presidente e vicepresidente del corso di laurea, esprimono grande soddisfazione per il conseguimento della laurea di Matteo Cantini e Nicola Mercanti entro i due anni previsti dal corso di studio, ed entrambi con la votazione di 110/110 e lode.
Matteo Cantini, 24 anni, proveniente da Scandicci (FI), ha discusso la tesi “Diversità e caratteristiche delle comunità di lieviti presenti nelle vespe sociali e sulle uve alla vendemmia: indagine in tre aziende Toscane”, con relatori Lisa Granchi e Marzia Cristiana Rosi dell’Università degli Studi di Firenze, correlatore Annita Toffanin dell’Università di Pisa. L’obiettivo del lavoro è stato quantificare, al momento della vendemmia, le comunità di lieviti presenti sull’esoscheletro, nell’intestino delle vespe sociali e sulla superficie delle uve in tre diverse realtà aziendali della Toscana rappresentative di tre DOCG: Chianti Classico, Brunello Di Montalcino e Nobile di Montepulciano. Lo studio ha confermato che le vespe sociali sono vettori di ceppi di lievito che si riscontrano anche sulla superficie delle uve e che possono essere un serbatoio naturale di biodiversità per la selezione di ceppi di lievito da sfruttare per applicazioni biotecnologiche che possono contribuire alla riduzione dell’uso di composti chimici rendendo più salubre il vino e più sostenibile la sua produzione. Ad agosto Matteo inizierà un nuovo impiego presso un’azienda vinicola a Montalcino per la stagione di vendemmia 2022, che lo vedrà impegnato fino a fine dicembre. Successivamente vorrebbe fare un’esperienza analoga nell’emisfero australe per aver modo di confrontarsi con modalità e stili diversi di fare vino.
Nicola Mercanti, 24 anni, originario di Carrara, ha discusso la tesi “Tecnologie innovative per lo studio dei meccanismi diffusionali che influenzano l'evoluzione del vino” con relatori Angela Zinnai e Fabio Mencarelli dell’Università di Pisa, e Fabrizio Palla dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Lo scopo del lavoro è stato verificare quali variabili e in che modo risultano essere più o meno importanti durante la fase di affinamento del vino. I risultati ottenuti hanno evidenziato il ruolo fondamentale svolto dalla temperatura e suggeriscono possibili future strategie basate sulla formulazione di cicli termici opportuni, messi a punto sulla base delle caratteristiche composizionali del vino in conservazione, da impiegare nel corso della maturazione del prodotto in cantina. I dati sperimentali mostrano che, nel periodo di osservazione, l’utilizzo del tappo di sughero monopezzo è una scelta percorribile dato che tale soluzione risulta analoga a quella del tappo a corona. La chiusura delle bottiglie deve prevedere l’uso di un rivestimento esterno al tappo che garantisca l’impermeabilità ai gas e ai liquidi che renda possibile l’affinamento dei vini in mare. Per il futuro, l’aspirazione di Nicola è entrare nel mondo della ricerca, che lo ha affascinato da quando ha iniziato a studiare, e spera di poter continuare a coltivare questa passione tramite un’attività di dottorato.
L'Imaging-Laboratory dell’Ateneo nella comunità internazionale Z-Inspection
Il laboratorio di ricerca ImagingLab dell’Università di Pisa è entrato a far parte della comunità internazionale Z-Inspection per una intelligenza artificiale (IA) affidabile. L’obiettivo è quello di esplorare le implicazioni etiche dell’IA nella diagnostica per immagini, laddove l’uso delle “macchine intelligenti” ha delle ricadute immediate sul processo diagnostico e quindi sui pazienti.
“L’intelligenza artificiale applicata alle immagini diagnostiche è un tema di grande interesse scientifico e clinico-pratico, ma anche etico”, spiega Emanuele Neri (foto), ordinario di Radiologia del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e direttore del laboratorio di cui fanno parte docenti e ricercatori dell’Ateneo pisano.
“Possiamo fidarci dell’IA quando viene utilizzata per una diagnosi? – continua Neri – E chi è responsabile della diagnosi, il computer o il medico? L’IA può alterare l’informazione diagnostica e condurre il medico in errore? Sono queste alcune delle domande a cui Z-Inspection vuole rispondere analizzando le molte applicazioni dell’IA in medicina”.
Z-Inspection è una comunità internazionale a cui aderiscono laboratori di ricerca di tutto il mondo, conforme alle linee guida del “High-level expert group on AI” della Comunità Europea, che ha lo scopo di spiegare i processi alla base dell’IA e renderla spiegabile al medico e al paziente.
Initiatives promoted by other bodies
Nuova centralina meteo per monitorare la pioggia al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo
Il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) dell’Università di Pisa ha allestito nella sua sede in via Caruso 16 una nuova centralina meteo per il monitoraggio della pioggia, consultabile online su sito meteo.dii.unipi.it. L’iniziativa rientra nel progetto INSIDERAIN, finanziato dalla Regione Toscana, che punta a sviluppare strumenti innovativi per la previsione e la misurazione delle precipitazioni partendo da segnali satellitari. L’obiettivo in particolare è sostenere il settore agricolo, da sempre condizionato dall'andamento pluviometrico, e per il quale previsioni il più esatte possibili sono di fondamentale importanza.
“La centralina acquisisce le rilevazioni ogni cinque minuti - spiega Filippo Giannetti, docente di telecomunicazioni al DII – quindi i dati sono elaborati per creare grafici sull’andamento di temperature, pioggia, vento, pressione atmosferica e molto altro, grafici consultabili pubblicamente e di facile lettura”.
La centralina Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa
La centralina è solo una delle iniziative del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione volte a trovare strumenti per affrontare l’emergenza climatica. Nell’ambito del progetto europeo SCORE, Filippo Giannetti e il suo team hanno sviluppato la prima versione di una piattaforma che raccoglie i dati dei sensori meteo ed ambientali di dieci città costiere, tra cui Massa, unica italiana, oltre a mappe georeferenziate e serie storiche di misure climatiche.
La piattaforma è già a disposizione dei ricercatori del progetto, con l’obiettivo ultimo di contrastare l’erosione e l’impatto dei cambiamenti climatici sulle aree costiere europee.
"I dati raccolti dai sensori – commenta Giannetti - andranno ad alimentare in tempo-reale anche il cosiddetto “gemello digitale” (digital twin), cioè una rappresentazione virtuale delle città costiere, che tramite appositi programmi di simulazione ed apprendimento automatico potrà fornire informazioni utili sullo stato delle città con in particolare attenzione agli effetti delle nuove condizioni meteo ed ambientali determinate dai cambiamenti climatici in corso, attivando, se necessario, un sistema di allerta precoce che potrà consentire di prendere misure tempestive”.
"La piattaforma - conclude Giannetti - sarà così al centro del complesso processo di scambio di dati fra i 28 partner del progetto, e permetterà l'elaborazione di modelli per produrre proiezioni meteo, analisi di rischio, valutazione quantitativa dell’impatto socio-economico dei cambiamenti climatici, ma anche dei possibili benefici derivanti dall’adozione di soluzioni basate su di un approccio ecosistemico”.
COVID-19, modelli e algoritmi per gestire gli effetti di una pandemia sul sistema sanitario
Per migliorare le strategie decisionali mediante previsioni basate sui dati epidemiologici, finora condizionate da criteri difficilmente quantificabili, è stata sviluppata e testata una nuova metodologia matematica in grado di valutare la pressione sul sistema sanitario e aiutare le autorità locali a sviluppare strategie decisionali per contenere gli effetti di una pandemia. Lo studio, pubblicato sulla rivista IEEE JBHI – Journal of Biomedical and Health Informatics, è frutto della collaborazione con il Dipartimento di Medicina e Clinica Sperimentale dell’Università di Pisa e l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana ed è coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (grazie alla sinergia tra il Laboratorio MeS dell’Istituto di Management e l’Healthcare Mechatronics Lab dell’Istituto di BioRobotica).
Analizzando parametri oggettivi, come il numero dei ricoveri ordinari in ospedale e il numero dei ricoveri in terapia intensiva, il modello matematico sviluppato fornisce indicazioni per stimare l’andamento di una pandemia e la conseguente pressione sul sistema sanitario. "I modelli predittivi bio-matematici che analizzano e correlano mediante equazioni differenziali e algoritmi di intelligenza artificiale le dinamiche dei fenomeni naturali e dei loro bio-marcatori sono strumenti che si stanno dimostrando sempre più utili nel garantire adeguatezza e tempestività alle decisioni clinico-sanitarie. Per realizzarli occorre un'affiatata squadra multi-competente di ingegneri, fisici, matematici, medici ed esperti di management sanitario.
"Tale approccio metodologico costituisce la base della medicina di precisione, preventiva e personalizzata” dichiara Maurizia Brunetto, docente dell’Università di Pisa e primaria di Epatologia presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.
Il punto di partenza dello studio è stata la creazione di un modello decisionale, associato ad un modello previsionale, entrambi basati su dati epidemiologici certi: i ricoveri ospedalieri ordinari e i ricoveri in terapia intensiva: “Molte previsioni sono influenzate da parametri difficilmente quantificabili, come ad esempio il numero complessivo di contagi” spiega Gastone Ciuti, professore associato presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna. “Combinando il numero dei posti letto ordinari e in terapia intensiva, occupati dai pazienti, l’algoritmo decisionale definisce un parametro unico ed oggettivo che viene rapportato a una soglia oltre la quale il sistema sanitario di una determinata area rischia di andare in sofferenza, suggerendo eventuali chiusure e riaperture localizzate”.
In aggiunta, spiega Angelo Damone, ricercatore presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna, “Il modello predittivo fornisce un’estrapolazione dell'occupazione dei posti letto per aiutare le autorità locali a rimuovere o destinare risorse straordinarie negli ospedali.” Le previsioni derivanti dal modello matematico sviluppato nello studio sono state utilizzate nei mesi scorsi dal Comando Operativo di Vertice Interforze per supportare la definizione delle priorità e delle richieste di intervento provenienti dalle province in cui i ricoveri per COVID-19 erano in aumento. L’algoritmo è stato usato anche da due Regioni (Toscana e Puglia) nell’ambito delle loro task force (come la CROSS - Centrale Remota Operazioni Soccorso Sanitario) per distribuire i ricoveri COVID-19 e non COVID-19 in relazione alla disponibilità dei posti letto ospedalieri ordinari e di terapia intensiva all’interno delle aziende sanitarie.
Questo modello, spiega Milena Vainieri, professoressa associata dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, “rappresenta uno strumento utile per supportare le decisioni sull’allocazione delle risorse scarse, come i posti letto in terapia intensiva o in generale nelle degenze ordinarie, durante le emergenze epidemiche o pandemiche come il COVID-19”.
A questo link, il video con l'intervista ai ricercatori.
(Fonte: Ufficio stampa AOUP)
Ateneo in lutto per la scomparsa del professor Carloni
Ateneo in lutto per la scomparsa del professore Luciano Carloni, già professore ordinario di Chimica del Suolo presso la Facoltà di Agraria. Pubblichiamo di seguito il ricordo del suo allievo professore Roberto Cardelli, associato di Chimica agraria presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali.
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Il 28 luglio scorso, a Viareggio, si è spento serenamente il professore Luciano Carloni (foto), già professore ordinario di Chimica del Suolo presso la Facoltà di Agraria della nostra Università. Ho avuto il piacere di essere un suo allievo e per questo mi onoro di scrivere queste poche righe di doveroso ricordo. Era nato a Santo Pietro Belvedere (Pisa) il 6 febbraio del 1923 e si era laureato in Chimica presso la nostra Università nel 1948.
Durante la sua appassionata attività di docente, il professor Carloni riusciva benissimo ad integrare le conoscenze classiche del suolo con competenze di chimica pura e scienze naturali. Dal fisico asciutto e gran camminatore, oltre ai minerali egli infatti conosceva molto bene le piante anche per esperienza diretta acquisita con lunghe passeggiate nei boschi, che amava.
Tra i lavori scientifici del professor Carloni ricordiamo quelli sulla azione catalitica degli ossidi nel terreno, sulla mineralizzazione dell’azoto e sulla trasformazione e lisciviazione dell’urea nel suolo. Fu il relatore della mia tesi sperimentale, e in quel periodo ebbi modo di conoscere la persona educata, gentile, riservata e molto rispettosa degli altri, quale lui era. Ricordo ancora il profumo lasciato nel suo studio dalla pipa o dal sigaro toscano, che era solito fumare. Fu anche direttore della rivista internazionale Agrochimica, e nel 1989 gli fu conferita l’onorificenza accademica dell’Ordine del Cherubino.
Roberto Cardelli
Internet festival 2022: gli ospiti e le prime anticipazioni
#imperfezione è la parola chiave della nuova edizione di Internet Festival, in programma a Pisa da 6 al 9 ottobre. Una scelta apparentemente controcorrente quando si parla di innovazione digitale, dai più considerata il regno della potenza, dell’infallibilità, dell’efficacia; dove progresso e tecnologia sono protagonisti indiscussi. Eppure, mai come adesso la rivoluzione digitale è apparsa fragile e vulnerabile. Per la sua dodicesima edizione Internet Festival ha scelto di raccontare un’innovazione digitale meno idealizzata, più imperfetta, e di rimettere al centro l’essere umano e il suo ecosistema. Un’innovazione ispirata a principi etici e solidali, non più uno scudo per diventare invincibili, ma un percorso di sensibilità e inclusione, in grado di preservare l’equilibrio dell’ecosistema naturale in cui viviamo.
Numerosi gli ospiti attesi, tra cui: la giornalista e scrittrice Francesca Mannocchi, il Commissario Agcom Elisa Giomi, lo scrittore e blogger Paolo Nori, il massmediologo Derrick de Kerckhove, il regista Alessio Marzilli, la filosofa e saggista Michela Marzano, il dj e producer Dino Sabatini, il responsabile del Center of Data Science and Complexity for Society della Sapienza di Roma Walter Quattrociocchi, la divulgatrice scientifica e scrittrice Gabrielle Greyson, il professore di Informatica giuridica presso l'Università di Milano e docente di criminalità informatica al Master dell'Università di Bologna, Giovanni Ziccardi.
Quattro giorni di panel, tavole rotonde, lectio magistralis, laboratori, incontri con autori, workshop, in cui si parlerà di sostenibilità, informazione, del rapporto tra diritto e cibo, di guerra e democrazia, ma anche di arte al tempo degli NFT e della Blockchain, attivismo fuori e dentro la rete, sport e inclusione, e di Metaverso tra narrativa e realtà. E poi spazio, come sempre, alla musica, al cinema e alle performance artistiche. Un programma di appuntamenti che proseguirà online sino al mese di dicembre.
E naturalmente la città di Pisa è pronta a farsi attraversare dall’onda di IF2022. Confermate le sedi storiche del festival: dalle Logge dei Banchi, che ospiterà installazioni interattive e un vero e proprio sportello tech della Regione Toscana, al Centro Congressi le Benedettine dell'Università di Pisa, base operativa dei laboratori dedicati a bambini e ragazzi, dalla Scuola Normale Superiore, alla Scuola Superiore Sant’Anna, all’Area della Ricerca CNR, e ancora Cinema Arsenale, Royal Victoria Hotel, Gipsoteca di Arte Antica, Cinema Lumiere, Camera di Commercio. A queste si aggiungono alcune novità per l’edizione 2022: il Deposito Pontecorvo, luogo di contaminazione culturale e creativa, location di eventi e formazione, nonché di una inedita serata tecno; OpenPi, spazio coworking dinamico, pensato per la professione e anche il tempo libero; e la sede dell’azienda RJC Soft.
Conclusa la Summer School su Food and Innovation in Rural Transition
Si è conclusa l’edizione 2022 della Summer School Food and Innovation in Rural Transition: the Tuscany case organizzata dal Dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa. Tornata in presenza dopo due anni, le lezioni si sono svolte dal 2 al 29 luglio a Sillico, nel comune di Pieve Fosciana, in provincia di Lucca. I venti partecipanti di quest’anno provenivano da Germania, Francia, Albania, Finlandia, Georgia, Turchia, Libano, Filippine, Cina, Taiwan, Nepal, Pakistan, Bangladesh, Benin e Uganda.
Il corso ha affrontato i temi della transizione e dello sviluppo sostenibile nelle zone rurali, dell’innovazione e del ruolo delle piccole aziende agricole nello sviluppo rurale sostenibile con una prospettiva multidisciplinare. Gli studenti hanno partecipato a lezioni frontali tenute da docenti delle università di Pisa e di Firenze e da professionisti dello sviluppo rurale, hanno visitato aziende e cooperative agricole della Garfagnana e preso parte a momenti di confronto e di dialogo diretto con agricoltori, amministratori e la comunità locale.
A conclusione del percorso, il 29 luglio gli studenti hanno presentato i loro elaborati finali presso l’Unione dei Comuni a Castelnuovo di Garfagnana, evidenziando gli elementi di forza dei percorsi di sviluppo locali, le soluzioni innovative adottate dalle imprese e le possibili azioni di miglioramento da avviare. Alla presentazione finale sono stati invitati, oltre a imprese e istituzioni incontrate dai partecipanti, anche rappresentanti della Regione Toscana, dell’Università di Pisa e delle associazioni del mondo agricolo.
La Summer school è organizzata dal Dipartimento di Scienze veterinarie con il supporto del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali e del Laboratorio di studi rurali Sismondi. La Scuola è collegata a un importante programma europeo: l’International Master of Rural Development (IMRD), del programma Erasmus Mundus, coordinato dall’Universiteit Gent in Belgio.