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Comunicati stampa

Sviluppare e validare un simulatore fisico sensorizzato ad alta fedeltà per formare i chirurghi robotici, con interazioni realistiche tra strumenti e tessuti per orientare e perfezionare i loro movimenti durante le procedure operatorie: è questo l’obiettivo del nuovo progetto OPERATION 2.0, coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna, in collaborazione con l’Università di Pisa e il Centro di Chirurgia Robotica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e finanziato dall’azienda Intuitive Surgical. Il progetto apre la strada a una nuova metodologia generale di simulatori fisici, in grado di riprodurre con la massima precisione i tessuti del corpo umano per formare e addestrare i medici chirurghi che si occupano di chirurgia robotica. Il progetto è condotto dall’area di ricerca coordinata dalla prof.ssa Arianna Menciassi (Istituto di BioRobotica, Scuola Sant’Anna) e avrà il supporto clinico del gruppo di chirurgia robotica guidato dalla prof.ssa Franca Melfi (Università di Pisa e Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana): una collaborazione che certifica il ruolo internazionale di primo piano degli enti di ricerca pisani nel campo della robotica chirurgica.

“Questo è il risultato – spiega Franca Melfi - di una lunga collaborazione tra il Centro di Chirurgia Robotica e l’Istituto di Biorobotica. Negli anni infatti si è creata una particolare sinergia tra il team dei chirurghi toracici, composta dalla dottoressa Zirafa e dai dottor Romano e Davini, e il team della professoressa Menciassi, tra cui l’ingegnera Tognarelli e l’ingegner Mariani, che hanno portato allo sviluppo di simulatori fisici tra cui quest’ultimo, estremamente utili, per il percorso formativo dei chirurghi che intendono iniziare un programma di chirurgia robotica”.

“Le competenze di bioingegneria e simulazione fisica del nostro gruppo – commenta Arianna Menciassi – combinate con l’esperienza clinica della Prof.ssa Melfi, ci consentiranno di sviluppare un sistema di training a basso costo, versatile, che l’azienda Intuitive Surgical, produttrice del robot Da Vinci, ha considerato di estremo valore per migliorare la qualità della formazione. Il sistema verrà testato durante corsi di training a chirurghi in formazione che ci permetteranno di estrarre dei parametri oggettivi sulla validità del nostro approccio rispetto a percorsi di training tradizionali”.

Operation 2.0 1

Sistema per il training di chirurchi robotici toracici
OPERATION 2.0 (acronimo di A Sensorized Physical Simulator for Mastering Robot-Tissue Interaction) si concentrerà sulla chirurgia toracica robotica. Questa scelta è dovuta al supporto clinico fornito dal gruppo di Chirurgia Robotica coordinato dalla prof.ssa Franca Melfi, partner clinico del progetto, e al crescente interesse che sta nascendo negli ultimi anni intorno a quest'area. Il simulatore fisico sensorizzato vuole essere un sistema innovativo per il training di chirurghi robotici toracici, con l’obiettivo di aiutarli nel moderare la tensione su tessuti fragili, come quelli venosi, e prevenire la principale complicazione durante questo tipo di procedura, ovvero il sanguinamento intra-operatorio. Il simulatore riprodurrà infatti interazioni realistiche tra gli strumenti e i tessuti, orientando e perfezionando i movimenti del chirurgo. Grazie alla sensorizzazione, si fornirà inoltre un feedback in tempo reale per la correzione degli errori commessi e per registrare le metriche eseguite durante la simulazione.

Pisa centro di riferimento per la robotica chirurgica
Il progetto OPERATION 2.0 rientra in una sinergia scientifica e clinica che ha rafforzato il ruolo degli enti di ricerca pisani nel settore della robotica chirurgica. Attraverso finanziamenti europei e nazionali, e attività sviluppate all’interno di laboratori congiunti, la collaborazione tra l’Istituto di BioRobotica, l’Università di Pisa e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana ha permesso di sviluppare una serie di progetti all’avanguardia per sostenere il peso sempre più crescente della robotica chirurgica in ambito medico sanitario.

“Avere a Pisa specialisti di chirurgia esperti di tecnologie robotiche – continua Arianna Menciassi - è un’opportunità di crescita e innovazione che ci permette di portare avanti progetti di ampio respiro, talvolta più vicini alla clinica, talvolta che riguardano obiettivi più lontani ma di impatto sul processo chirurgico e terapeutico”.

“In questo ambito – conclude Franca Melfi - il Centro di Chirurgia Robotica è sede di un consolidato programma di training in cui professionisti qualificati, con le competenze acquisite, possono garantire attività di training per tutte le discipline. Esso di fatto rappresenta la sede fisiologica di integrazione per la ricerca e l’applicazione clinica grazie alle collaborazioni con gli istituti e le scuole di eccellenza presenti sul territorio pisano”.

Il primo screening mirato in Toscana, condotto nelle scuole secondarie attraverso la somministrazione di questionari sulla familiarità per morte improvvisa e l’esecuzione di elettrocardiogrammi digitali, è partito in questa settimana presso l’Istituto da Vinci-Fascetti a Pisa a nell’ambito del progetto JUST (acronimo di JUvenile Sudden deaTh: JUST know and treat - Morte cardiaca improvvisa giovanile: conoscerla per prevenirla).

Il progetto è appoggiato dalla Fondazione Pisa e promosso dal professore Marco di Paolo dell’Università di Pisa e dai professori Michele Emdin e Claudio Passino, entrambi della Scuola Superiore Sant’Anna e della Fondazione Monasterio.

In tre anni, il progetto JUST ha già portato alla realizzazione di un registro informatico dei casi di morte improvvisa, alla messa a punto di una strategia di intervento basata sulla programmazione della diffusione delle tecniche di “basic life support” (rianimazione cardiopolmonare) per laici, alla messa a punto di campagne di educazione e, appunto, all’attuazione di screening mirati nelle scuole secondarie come quello che si svolge in questi giorni all’Istituto da Vinci-Fascetti, a Pisa.

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Lo screening è organizzato in collaborazione con il dirigente scolastico Federico Betti, con i suoi collaboratori Gaetano Fabozzi e Stefano Mazzantini, con i docenti di scienze motorie e con i collaboratori scolastici dell'istituto, con Fabio Pagliazzi e Valeria Raglianti del Provveditorato agli Studi di Pisa. A eseguire i controlli sui giovani sono i cardiologi Alberto Giannoni e Francesco Gentile, con gli infermieri e i tecnici della Fondazione Monasterio (Silvia Terenzoni, Francesca Bramanti, Teresa Ceccanti, Cristiane De Jesus, Anna Di Sessa, Giovanni Iudice, Sara Guerrieri, Maria Giuseppina Paci, Elisabetta Menicagli, Letizia Diara), coordinati da Marco Vaselli.

“E’ giustificato considerare la morte cardiaca improvvisa del giovane come una condizione sanitaria di assoluta rilevanza - sottolineano i promotori del progetto JUST - Si stima che la rianimazione cardiopolmonare e la disponibilità diffusa di defibrillatori esterni semiautomatici potrebbero prevenire circa un quarto delle morti improvvise pediatriche e giovanili”.

Il professor Marco Gesi, prorettore dell’Università di Pisa per i Rapporti con gli enti del territorio e delega allo Sport, è stato eletto per il periodo 2022-2025 nel Comitato Direttivo di Unisport Italia, la rete di 53 atenei nata a dicembre del 2018 con l’obiettivo di valorizzare a 360 gradi il ruolo dello sport nel contesto delle tre missioni dell’Università in Italia. Il nuovo Comitato, composto da otto rappresentanti eletti e da uno nominato di diritto dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), si riunirà nei prossimi giorni per nominare al proprio interno il presidente.

La nomina degli otto delegati nazionali è avvenuta nell’ambito della prima Conferenza nazionale su università e sport e della terza Assemblea generale di Unisport Italia, che si sono tenute il 25 marzo all’Università degli Studi di Roma “Foro Italico”. L’assemblea è stata aperta dalla relazione sulle attività del triennio 2019-2022 tenuta dal presidente uscente, il professor Paolo Bouquet dell’Università di Trento, che ha sottolineato l’importanza del lavoro che attenderà il nuovo Comitato per rafforzare sempre più l’ecosistema dello sport universitario, dalla pratica sportiva negli atenei ai programmi di supporto alla dual career degli studenti-atleti, dalla ricerca scientifica e tecnologica ai processi di innovazione e terza missione. Subito dopo la riunione è proseguita appunto con l’elezione del nuovo Comitato di Coordinamento della rete.

"Sono onorato per questa rielezione – ha commentato il professor Gesi - Ricordo che l’Università di Pisa ha aderito da subito a questa rete e da sempre siede nel direttivo. Con questa nuova nomina spero di portare a termine i lavori che mi vedono coinvolto tra cui la dual career a cui stiamo lavorando insieme ai rappresentanti della commissione atleti, CONI e CUSI”.

Gesi

I ricercatori dell’Università di Pisa hanno investigato per la prima volta il contenuto di circa cinquanta vasi e anfore provenienti dalla tomba di Kha e Merit del Museo Egizio di Torino risalenti a circa 3500 anni fa. L’indagine è avvenuta senza aprire o intaccare i reperti grazie ad una innovativa metodologia che ha permesso di “annusare” le tracce dei composti organici residui. Nei preziosi contenitori in alabastro sono stati identificati resine e unguenti spesso insieme a cera d’api, uno dei materiali più rinvenuti perché usato sia come conservante sia come base per la preparazione di cosmetici. Nelle anfore i ricercatori hanno poi rintracciato pesci essiccati e molecole volatili la cui presenza potrebbe essere associata a farina d’orzo o addirittura birra come suggerito dalla presenza di composti volatili specifici della fermentazione dei cereali.

Il lavoro appena pubblicato sul Journal of Archaeological Science è stato svolto dai chimici dell’Ateno pisano attraverso due campagne diagnostiche eseguite nel 2019 presso il Museo Egizio.

In particolare, l’esame dei reperti è stato eseguito con uno spettrometro di massa SIFT-MS (Selected Ion Flow Tube-Mass Spectrometry) trasportabile, un macchinario che solitamente è impiegato in ambito medico per quantificare i metaboliti del respiro o per determinare inquinanti ambientali, e che solo recentemente ha dimostrato la sua utilità anche nel campo dei beni culturali per eseguire indagini preservando l’integrità dei reperti.

“Questo studio ha dimostrato la possibilità di impiegare questo genere di strumentazione direttamente nei musei, per ottenere informazioni importanti su numerosi oggetti in modo rapido e completamente non distruttivo – spiega la professoressa Ilaria Degano dell’Università di Pisa - un simile approccio potrà dunque essere impiegato in nuove campagne diagnostiche, ed eventualmente in futuro esteso anche all’indagine di materiali diversi provenienti dall’ambito dei beni culturali, quali ad esempio collezioni di oggetti d’arte moderni e contemporanei”.

“È utile sottolineare – continua Degano - come l’applicazione di questa tecnica permetta di impiegare un sistema di analisi senza solventi con benefici per l’ambiente e la salute degli operatori, basato su una strumentazione innovativa per innescare un circolo virtuoso con gli esperti del settore”.

Ilaria Degano del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale ha lavorato alla ricerca insieme a un gruppo di colleghi docenti e ricercatori composto da Jacopo La Nasa, Francesca Modugno, Erika Ribechini e Maria Perla Colombini, e Camilla Guerrini che ha dedicato all’argomento la sua tesi di laurea magistrale. Lo studio si è avvalso inoltre del supporto tecnico dell’azienda SRA Instruments che ha fornito la strumentazione e il supporto tecnico, e degli esperti del Museo Egizio che hanno collaborato all’interpretazione dei risultati nel contesto archeometrico.

I ricercatori dell’Università di Pisa hanno investigato per la prima volta il contenuto di circa cinquanta vasi e anfore provenienti dalla tomba di Kha e Merit del Museo Egizio di Torino risalenti a circa 3500 anni fa. L’indagine è avvenuta senza aprire o intaccare i reperti grazie ad una innovativa metodologia che ha permesso di “annusare” le tracce dei composti organici residui. Nei preziosi contenitori in alabastro sono stati identificati resine e unguenti spesso insieme a cera d’api, uno dei materiali più rinvenuti perché usato sia come conservante sia come base per la preparazione di cosmetici. Nelle anfore i ricercatori hanno poi rintracciato pesci essiccati e molecole volatili la cui presenza potrebbe essere associata a farina d’orzo o addirittura birra come suggerito dalla presenza di composti volatili specifici della fermentazione dei cereali.

Il lavoro appena pubblicato sul Journal of Archaeological Science è stato svolto dai chimici dell’Ateno pisano attraverso due campagne diagnostiche eseguite nel 2019 presso il Museo Egizio.

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Reperti "imbustati" in attesa di essere analizzati (Foto: Federico Taverni, Museo Egizio)

In particolare, l’esame dei reperti è stato eseguito con uno spettrometro di massa SIFT-MS (Selected Ion Flow Tube-Mass Spectrometry) trasportabile, un macchinario che solitamente è impiegato in ambito medico per quantificare i metaboliti del respiro o per determinare inquinanti ambientali, e che solo recentemente ha dimostrato la sua utilità anche nel campo dei beni culturali per eseguire indagini preservando l’integrità dei reperti.

“Questo studio ha dimostrato la possibilità di impiegare questo genere di strumentazione direttamente nei musei, per ottenere informazioni importanti su numerosi oggetti in modo rapido e completamente non distruttivo – spiega la professoressa Ilaria Degano dell’Università di Pisa - un simile approccio potrà dunque essere impiegato in nuove campagne diagnostiche, ed eventualmente in futuro esteso anche all’indagine di materiali diversi provenienti dall’ambito dei beni culturali, quali ad esempio collezioni di oggetti d’arte moderni e contemporanei”.

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 L'analisi dei reperti (Foto: Federico Taverni, Museo Egizio)

“È utile sottolineare – continua Degano - come l’applicazione di questa tecnica permetta di impiegare un sistema di analisi senza solventi con benefici per l’ambiente e la salute degli operatori, basato su una strumentazione innovativa per innescare un circolo virtuoso con gli esperti del settore”.

Ilaria Degano del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale ha lavorato alla ricerca insieme a un gruppo di colleghi docenti e ricercatori composto da Jacopo La Nasa, Francesca Modugno, Erika Ribechini e Maria Perla Colombini, e Camilla Guerrini che ha dedicato all’argomento la sua tesi di laurea magistrale. Lo studio si è avvalso inoltre del supporto tecnico dell’azienda SRA Instruments che ha fornito la strumentazione e il supporto tecnico, e degli esperti del Museo Egizio che hanno collaborato all’interpretazione dei risultati nel contesto archeometrico.


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 L'analisi dei reperti (Foto: Federico Taverni, Museo Egizio)

 In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, la città di Pisa celebra uno dei maggiori intellettuali del ’900 con la mostra “Manca sempre qualcosa” che si inaugura il 1 aprile alle 17 al Museo della Grafica (Palazzo Lanfranchi, Lungarno Galilei, 9). L’ingresso è su prenotazione e per l’occasione il Museo resterà aperto sino alle 22.

Pensata come un omaggio che non può certo esaurire la sterminata produzione del poeta di Casarsa, la mostra che durerà sino al 2 maggio si articola in quattro sezioni fra foto, video e installazioni: “Io, Pier Paolo Pasolini”, video dell’Associazione Casa Testori, “Matera, la mia Gerusalemme”, ovvero 25 scatti di Domenico Notarangelo dal set de “Il Vangelo secondo Matteo", “A Pier Paolo” altri 13 scatti di Elio Ciol e infine “Una disperata mancanza” opere grafiche e installazione di Stefano Tonelli.

 

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Tonelli, Una disperata mancanza

Il titolo scelto per la mostra riprende alcuni versi di Pasolini (“Manca sempre qualcosa, c’è un vuoto/in ogni mio intuire...”) che accompagneranno i visitatori come una sorta di fil rouge. L’intera esistenza di Pier Paolo Pasolini fu un inesausto e incessante corpo a corpo con questa “mancanza”, una “incompletezza mai compiuta” di pensiero e di azione che il poeta sapeva essere tanto insopprimibile quanto risolvibile da solo. Aveva ben colto questo aspetto Giovanni Testori che, dalle pagine de “L’Espresso”, pochi giorni dopo la morte di Pasolini ebbe a esprimersi circa la sua drammatica fine. Le parole e gli interrogativi di Testori saranno riprodotte nell’ultimo video della prima sezione della mostra “Io, Pier Paolo Pasolini”. Parole che vogliono essere un invito a percorrere personalmente la riscoperta delle opere di Pier Paolo Pasolini e della sua irriducibile, contraddittoria, originalità.

Pasolini costituisce infatti un capitolo aperto – una ferita aperta, oseremmo dire - nella nostra storia. Una ferita profonda capace di scavare e illuminare, ancora oggi, le inquietudini che attraversano la società contemporanea. Una ferita che il poeta visse in prima persona, esito del grande mutamento – antropologico prima ancora che di costume – che il popolo del nostro paese andò “gioiosamente” subendo con l’avvento di modelli largamente orientati al consumo e alle leggi di mercato figlie del boom economico degli anni del secondo dopoguerra. Andava così sparendo un mondo, millenario e rurale, in cui generazioni di uomini e donne hanno vissuto, e con quello si decostruiva quell’immagine ancestrale di una umanità il cui rapporto con la terra, la natura, le cose e i propri simili si svolgeva in una dimensione naturalmente aperta alla trascendenza. Le contraddizioni, l’eterna nostalgia con cui l’intellettuale friulano guardava al mondo in cui era cresciuto - e che stava velocemente mutando - possono essere emblematicamente racchiuse nella parola “mancanza”.

Grazie alla collaborazione tecnica del Polo Multimediale dell’Università di Pisa, sarà possibile seguire l’inaugurazione in diretta streaming sul canale Youtube del Sistema Museale di Ateneo “Video Sma Unipi” L’ente promotore della mostra è il Comune di Pisa, Assessorato al Turismo e al Commercio; la realizzazione è del Museo della Grafica con la collaborazione di Cinema Arsenale; la curatela è di Davide Rondoni, Massimo Trocchi e Paolo Pesciatini sono i curatori e la direzione organizzativa è della Libreria Pellegrini. La mostra ha il patrocinio dell’Università di Pisa, del Centro Studi Pier Paolo Pasolini e del Sistema Museale di Ateneo.

In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, la città di Pisa celebra uno dei maggiori intellettuali del ’900 con la mostra “Manca sempre qualcosa” che si inaugura il 1 aprile alle 17 al Museo della Grafica (Palazzo Lanfranchi, Lungarno Galilei, 9). L’ingresso è su prenotazione al link https://museodellagrafica.sma.unipi.it/prenotazione-eventi-speciali/ e per l’occasione il Museo resterà aperto sino alle 22.

Pensata come un omaggio che non può certo esaurire la sterminata produzione del poeta di Casarsa, la mostra che durerà sino al 2 maggio si articola in quattro sezioni fra foto, video e installazioni: “Io, Pier Paolo Pasolini”, video dell’Associazione Casa Testori, “Matera, la mia Gerusalemme”, ovvero 25 scatti di Domenico Notarangelo dal set de “Il Vangelo secondo Matteo", “A Pier Paolo” altri 13 scatti di Elio Ciol e infine “Una disperata mancanza” opere grafiche e installazione di Stefano Tonelli.

Il titolo scelto per la mostra riprende alcuni versi di Pasolini (“Manca sempre qualcosa, c’è un vuoto/in ogni mio intuire...”) che accompagneranno i visitatori come una sorta di fil rouge. L’intera esistenza di Pier Paolo Pasolini fu un inesausto e incessante corpo a corpo con questa “mancanza”, una “incompletezza mai compiuta” di pensiero e di azione che il poeta sapeva essere tanto insopprimibile quanto risolvibile da solo. Aveva ben colto questo aspetto Giovanni Testori che, dalle pagine de “L’Espresso”, pochi giorni dopo la morte di Pasolini ebbe a esprimersi circa la sua drammatica fine. Le parole e gli interrogativi di Testori saranno riprodotte nell’ultimo video della prima sezione della mostra “Io, Pier Paolo Pasolini”. Parole che vogliono essere un invito a percorrere personalmente la riscoperta delle opere di Pier Paolo Pasolini e della sua irriducibile, contraddittoria, originalità.

Pasolini costituisce infatti un capitolo aperto – una ferita aperta, oseremmo dire - nella nostra storia. Una ferita profonda capace di scavare e illuminare, ancora oggi, le inquietudini che attraversano la società contemporanea. Una ferita che il poeta visse in prima persona, esito del grande mutamento – antropologico prima ancora che di costume – che il popolo del nostro paese andò “gioiosamente” subendo con l’avvento di modelli largamente orientati al consumo e alle leggi di mercato figlie del boom economico degli anni del secondo dopoguerra. Andava così sparendo un mondo, millenario e rurale, in cui generazioni di uomini e donne hanno vissuto, e con quello si decostruiva quell’immagine ancestrale di una umanità il cui rapporto con la terra, la natura, le cose e i propri simili si svolgeva in una dimensione naturalmente aperta alla trascendenza. Le contraddizioni, l’eterna nostalgia con cui l’intellettuale friulano guardava al mondo in cui era cresciuto - e che stava velocemente mutando - possono essere emblematicamente racchiuse nella parola “mancanza”.

Grazie alla collaborazione tecnica del Polo Multimediale dell’Università di Pisa, sarà possibile seguire l’inaugurazione in diretta streaming sul canale Youtube del Sistema Museale di Ateneo “Video Sma Unipi” al link: https://www.youtube.com/watch?v=8AXqpDYVrw8. L’ente promotore della mostra è il Comune di Pisa, Assessorato al Turismo e al Commercio; la realizzazione è del Museo della Grafica con la collaborazione di Cinema Arsenale; la curatela è di Davide Rondoni, Massimo Trocchi e Paolo Pesciatini sono i curatori e la direzione organizzativa è della Libreria Pellegrini.

La mostra ha il patrocinio dell’Università di Pisa, del Centro Studi Pier Paolo Pasolini e del Sistema Museale di Ateneo.

Il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi" organizza delle visite guidate in bicicletta nella ex tenuta di Tombolo, dove sono in corso ricerche su nuove forme di agricoltura più sostenibile.

Un’esperienza cicloturistica adatta a tutte le età ed accessibile a tutti, grazie anche alla possibilità di poter scegliere tra diverse alternative.

Le visite guidate si svolgeranno ogni martedì e giovedì della settimana (al mattino e, su richiesta, al pomeriggio) e il primo e terzo sabato del mese (al mattino).

È necessaria la prenotazione.

Leggi i dettagli

 

Il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi" organizza delle visite guidate in bicicletta nella ex tenuta di Tombolo, dove sono in corso ricerche su nuove forme di agricoltura più sostenibile.

Un’esperienza cicloturistica adatta a tutte le età ed accessibile a tutti, grazie anche alla possibilità di poter scegliere tra diverse alternative.

Le visite guidate si svolgeranno ogni martedì e giovedì della settimana (al mattino e, su richiesta, al pomeriggio) e il primo e terzo sabato del mese (al mattino).

È necessaria la prenotazione.

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