Robotica: l'integrazione fa la forza
Mercoledì 6 marzo un gruppo di allievi della Scuola Superiore Sant’Anna che segue il corso di Sistemi di programmazione e di miglioramento della performance in sanità e la laurea magistrale in Innovation management, ha fatto visita al Centro multidisciplinare di chirurgia robotica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.
L’incontro aveva come obiettivo la presentazione del Centro come polo di riferimento di pratiche innovative di organizzazione multidisciplinare, oltreché piattaforma di sviluppo di innovativi sistemi di management. Oltre alla sua naturale vocazione clinica, infatti, il Centro è da tempo punto di riferimento nazionale e internazionale di formazione attraverso le numerose professionalità dell’Ateneo pisano che quotidianamente svolgono attività di tutoring e proctoring in ambito chirurgico. È inoltre sede di master universitari di II livello e di corsi per tutte le scuole di specializzazione dell’Università di Pisa e per il corso di laurea in Medicina e chirurgia, oltre ad avere accolto in questi anni più di 300 ospiti stranieri in formazione da tutta Europa. Verso il Centro, inoltre, nel corso degli ultimi anni si è registrato un interesse sempre crescente di istituzioni nazionali e internazionali con riferimento al relativo modello gestionale e di funzionamento.
Gli allievi, accompagnati da Sabina Nuti, docente di Economia e gestione delle imprese alla Scuola Superiore Sant’Anna, sono stati accolti dalla Franca Melfi, direttore del Centro multidisciplinare di chirurgia robotica, nonché docente di Chirurgia toracica all’Università di Pisa, e per l’Aoup dal direttore generale Silvia Briani, dal direttore sanitario Grazia Luchini e dal direttore amministrativo, Carlo Milli.
“Questi anni sono stati proficui – ha dichiarato la professoressa Melfi – perché il Centro è cresciuto, grazie alla partnership con omologhe strutture in tutta Europa, spiccando per il modello innovativo che integra la multidisciplinarietà con la standardizzazione delle procedure e soprattutto per un elevato livello di formazione, didattica e ricerca, che ne fa un polo di riferimento su scala internazionale”.
“Quando dico, e lo dico spesso, che l’Università di Pisa è culla dell’eccellenza mi riferisco proprio ad esempi come questo – ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella –. E mi fa particolarmente piacere sottolineare, in questo caso, il fatto che il Centro è nato grazie alla identità di vedute tra Università e AOUP, che hanno messo in campo risorse e competenze di altissimo livello proprio perché convinti della bontà del progetto. Il fatto che la Scuola S. Anna lo abbia scelto come modello da cui prendere spunto è conferma di tutto ciò”.
Un impegno per contrastare le discriminazioni negli atenei
Un impegno concreto per garantire, in ambito universitario, ambienti inclusivi e rispettosi delle differenze anche in tema di orientamento sessuale, con particolare attenzione alla questione delle carriere alias. È questo il punto centrale del documento che la Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane ha prodotto e inviato a tutti gli atenei italiani e alle istituzioni di riferimento, tra cui MIUR, Presidenza del Consiglio dei Ministri, CRUI, ANVUR e Consiglio nazionale degli studenti universitari. La mozione è nata nell’ambito del convegno “Le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” svoltosi a Pisa alcune settimane fa, organizzato dalla Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane, congiuntamente al Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa e in collaborazione con Universitrans, il progetto di ricerca nazionale sulle carriere alias.
”Nel nostro documento chiediamo un impegno fattivo di tutti i soggetti coinvolti per far sì che gli atenei diventino luoghi in cui le diversità trovino inclusione e rispetto – commenta la professoressa Elettra Stradella, presidente del CUG dell’Università di Pisa - Promuovere il benessere fisico, psicologico e relazionale delle persone che studiano e lavorano nel nostro ambito è la missione principale dei Comitati Unici di Garanzia universitari. Le iniziative da mettere in campo sono molteplici, vanno dalla dimensione della didattica e della ricerca – con l’integrazione di contenuti che facciano riferimento alle questioni relative all’identità di genere e all’orientamento sessuale – fino ad arrivare al piano della formazione del personale docente e a quello della valorizzazione del contributo della componente studentesca per una progettazione partecipata di questi percorsi».
Nella mozione è riservata un’attenzione particolare alla questione delle carriere alias, per la quale è stato prodotto un documento di sintesi elaborato da un apposito Tavolo costituitosi al convegno pisano. Il testo comprende alcune raccomandazioni e una proposta di accordo di riservatezza per l’attivazione della carriera alias, senza l’obbligatorietà di presentare ulteriore documentazione in merito all’inizio della transizione di genere. Tra i punti in evidenza, c’è la raccomandazione a tutti gli atenei di introdurre il tesserino magnetico di riconoscimento provvisto di fotografia in modo che, in sede di identificazione (esame, segreteria, biblioteca, mensa, etc.), non sia necessario presentare anche il documento d’identità. In più a questo si raccomanda di estendere tali tutele anche al personale docente, ricercatore, amministrativo e tecnico, dottorandi, titolari di assegno di ricerca e ospiti che ne facciano richiesta.
Si invita inoltre il Consorzio interuniversitario CINECA e gli Enti per il diritto allo studio ad adeguare rapidamente i sistemi informativi e le proprie procedure amministrative per rendere effettivi e facilmente esercitabili i diritti delle persone transgender che studiano e lavorano negli atenei, con l’utilizzo della carriera alias. In particolare, si invita il CINECA ad intervenire nel più breve tempo possibile sul software di gestione della carriera della popolazione studentesca e del personale al fine di rendere più agevole e immediata la gestione amministrativa delle carriere alias, e si invitano gli Enti per il Diritto allo Studio a modificare prassi e procedure per rendere effettivo l’accesso alla carriera alias con riferimento ai servizi erogati.
Incarico di collaborazione temporanea per le attività di comunicazione per il Sistema Museale ed il Museo della Grafica
Presentata la settantunesima edizione della Viareggio Cup
Il presidente del Cgc Viareggio, Alessandro Palagi ha presentato - alla presenza del sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, del consigliere regionale della Figc, Giorgio Merlini, del prorettore dell’Università di Pisa con delega allo sport, Marco Gesi, e del presidente della Fondazione Carnevale, Marialina Marcucci - la settantunesima edizione della Viareggio Cup e la prima edizione della Viareggio Women's Cup.
Nel corso della presentazione - avvenuta nella sala Belvedere del Gran Teatro Puccini di Torre del Lago - il presidente Alessandro Palagi ha anche ufficializzato i vincitori dei premi "Roghi", "Bresciani", Scirea", "Cgc Viareggio" e "Gianneschi", rispettivamente il giornalista Riccardo Cucchi; il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina; l'ex portiere della Nazionale, Giovanni Galli; il responsabile del settore giovanile dell'Inter, Roberto Samaden; l'imprenditore Riccardo Fabbri.
La Viareggio Cup si arricchisce di altri due premi: il trofeo "Ondina" (che andrà al reponsabile del settore giovanile della Juventus Women's, Stefano Braghin) e il "Gianluca Signorini"; quest'ultimo, voluto dalla famiglia del compianto capitano del Genoa, sarà destinato al migliore difensore della manifestazione.
La collaborazione che l’Università di Pisa ha con il torneo di Viareggio è giunta al terzo anno consecutivo. Gli studenti dell’ateneo pisano che stanno frequentando i master di Sport and Anatomy (Fisioterapia Sportiva e in Teoria e Tecniche della Preparazione Atletica nel Calcio) e i laureandi in Scienze Motorie saranno assegnati dall’organizzazione alle squadre in gara e con esse faranno il percorso del torneo vivendo in prima persona tutto quello che concerne una manifestazione calcistica tra le più importanti al mondo.
Inoltre, durante il torneo saranno organizzati molti appuntamenti formativi aperti agli studenti dell’ateneo pisano che si concluderanno con il congresso del 23 marzo dal titolo "La preparazione atletica del giovane calciatore e della giovane calciatrice" che si terrà presso l’hotel Esplanade di Viareggio.
Dalle università un documento per il contrasto alle discriminazioni negli atenei
Un impegno concreto per garantire, in ambito universitario, ambienti inclusivi e rispettosi delle differenze anche in tema di orientamento sessuale, con particolare attenzione alla questione delle carriere alias. È questo il punto centrale del documento che la Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane ha prodotto e inviato a tutti gli atenei italiani e alle istituzioni di riferimento, tra cui MIUR, Presidenza del Consiglio dei Ministri, CRUI, ANVUR e Consiglio nazionale degli studenti universitari. La mozione è nata nell’ambito del convegno “Le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” svoltosi a Pisa alcune settimane fa, organizzato dalla Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane, congiuntamente al Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa e in collaborazione con Universitrans, il progetto di ricerca nazionale sulle carriere alias.
”Nel nostro documento chiediamo un impegno fattivo di tutti i soggetti coinvolti per far sì che gli atenei diventino luoghi in cui le diversità trovino inclusione e rispetto – commenta la professoressa Elettra Stradella, presidente del CUG dell’Università di Pisa - Promuovere il benessere fisico, psicologico e relazionale delle persone che studiano e lavorano nel nostro ambito è la missione principale dei Comitati Unici di Garanzia universitari. Le iniziative da mettere in campo sono molteplici, vanno dalla dimensione della didattica e della ricerca – con l’integrazione di contenuti che facciano riferimento alle questioni relative all’identità di genere e all’orientamento sessuale – fino ad arrivare al piano della formazione del personale docente e a quello della valorizzazione del contributo della componente studentesca per una progettazione partecipata di questi percorsi».
Nella mozione è riservata un’attenzione particolare alla questione delle carriere alias, per la quale è stato prodotto un documento di sintesi elaborato da un apposito Tavolo costituitosi al convegno pisano. Il testo comprende alcune raccomandazioni e una proposta di accordo di riservatezza per l’attivazione della carriera alias, senza l’obbligatorietà di presentare ulteriore documentazione in merito all’inizio della transizione di genere. Tra i punti in evidenza, c’è la raccomandazione a tutti gli atenei di introdurre il tesserino magnetico di riconoscimento provvisto di fotografia in modo che, in sede di identificazione (esame, segreteria, biblioteca, mensa, etc.), non sia necessario presentare anche il documento d’identità. In più a questo si raccomanda di estendere tali tutele anche al personale docente, ricercatore, amministrativo e tecnico, dottorandi, titolari di assegno di ricerca e ospiti che ne facciano richiesta.
Si invita inoltre il Consorzio interuniversitario CINECA e gli Enti per il diritto allo studio ad adeguare rapidamente i sistemi informativi e le proprie procedure amministrative per rendere effettivi e facilmente esercitabili i diritti delle persone transgender che studiano e lavorano negli atenei, con l’utilizzo della carriera alias. In particolare, si invita il CINECA ad intervenire nel più breve tempo possibile sul software di gestione della carriera della popolazione studentesca e del personale al fine di rendere più agevole e immediata la gestione amministrativa delle carriere alias, e si invitano gli Enti per il Diritto allo Studio a modificare prassi e procedure per rendere effettivo l’accesso alla carriera alias con riferimento ai servizi erogati.
Quando le piante fanno scuola: al via BotS, la Botanic School per insegnanti
Alcuni giorni fa ha preso avvio BotS - Botanic School, la scuola di formazione rivolta a docenti della scuola primaria e secondaria organizzata dall’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa. L’iniziativa, che coinvolge 17 docenti, ha lo scopo di approfondire e migliorare le conoscenze di base nel campo della botanica, ma soprattutto di costruire nuovi approcci didattici, il più possibile interdisciplinari.
La scuola si articola in sei incontri pomeridiani, sino al prossimo aprile: “Gli argomenti trattati spaziano dalle caratteristiche principali delle piante a quelle più specifiche di Gimnosperme e Angiosperme, con una finestra di approfondimento sulla palinologia e gli insetti impollinatori – spiega Lorenzo Peruzzi, direttore dell’Orto e Museo Botanico - Per l’occasione la nostra struttura diviene spazio di apprendimento all’aperto, dove risulta chiara l’efficacia didattica di luoghi diversi dalle aule scolastiche”.
Durante gli incontri saranno perfezionate e approfondite conoscenze disciplinari e interdisciplinari, unendo alla teoria attività pratiche, visite interattive e discussioni di gruppo, che valorizzano così anche l’elemento esperienziale. Per informazioni scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Quando le piante fanno scuola: al via BotS, la Botanic School per insegnanti
Alcuni giorni fa ha preso avvio BotS - Botanic School, la scuola di formazione rivolta a docenti della scuola primaria e secondaria organizzata dall’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa. L’iniziativa, che coinvolge 17 docenti, ha lo scopo di approfondire e migliorare le conoscenze di base nel campo della botanica, ma soprattutto di costruire nuovi approcci didattici, il più possibile interdisciplinari.
La scuola si articola in sei incontri pomeridiani, sino al prossimo aprile: “Gli argomenti trattati spaziano dalle caratteristiche principali delle piante a quelle più specifiche di Gimnosperme e Angiosperme, con una finestra di approfondimento sulla palinologia e gli insetti impollinatori – spiega Lorenzo Peruzzi, direttore dell’Orto e Museo Botanico - Per l’occasione la nostra struttura diviene spazio di apprendimento all’aperto, dove risulta chiara l’efficacia didattica di luoghi diversi dalle aule scolastiche”.
Durante gli incontri saranno perfezionate e approfondite conoscenze disciplinari e interdisciplinari, unendo alla teoria attività pratiche, visite interattive e discussioni di gruppo, che valorizzano così anche l’elemento esperienziale. Per informazioni scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
8 marzo: incontro su “Donna e diritti”
In occasione della Giornata internazionale delle donne, venerdì 8 marzo alle 16,30 alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani di Viareggio (Piazza Giuseppe Mazzini 11) si svolgerà la conferenza "Donna e diritti: quale sostegno dalle strutture pubbliche?".
All’incontro aperto al pubblico, intervengono esperti e docenti dell’Università di Pisa, Rita Biancheri e Maria Grazia Ricci del dipartimento di Scienze Politiche e Paolo Rossi del dipartimento di Fisica.
L’appuntamento fa parte di un ciclo organizzato dal Comune di Viareggio in collaborazione con la Pisa University Press, dal titolo "Scienza e territorio. Gli effetti della ricerca nella nostra vita".
Le Scienze agrarie di fronte alla sostenibilità
L'Accademia dei Georgofili ha organizzato insieme al Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientalialimentari dell'Università di Pisa la giornata di studio "Le Scienze agrarie di fronte alla sostenibilità. Paradigmi a confronto". L'incontro ha avuto un grande successo di partecipazione sia da parte degli studenti che dei docenti. Le relazioni sono state seguite con particolare attenzione e hanno alimentato una viva discussione al termine delle presentazioni dei relatori. Di seguito offriamo una sintesi dei contenuti trattati alla giornata di studi, a firma del professor Amedeo Alpi, docente dell'Università di Pisa e presidente della Sezione Centro-Ovest dell'Accademia dei Georgofili.
Le premesse
L'evoluzione che l'agricoltura ha subito durante la seconda metà del secolo ventesimo è stata riassunta mettendo in risalto anche il parallelo cambiamento delle scienze agrarie, considerate come scienze applicate ai bisogni primari dell'uomo. Pertanto, se l'attività di Norman Borlaug - il padre della Rivoluzione Verde - è stata guidata, per vari lustri, dall'obiettivo di incrementare le produzioni per un mondo carente in alimenti, così, in anni più vicini a noi, si è seguito, quanto meno in Italia e in Europa, il cammino fatto dal vino, caratterizzato da un eccezionale salto qualitativo, ma con un contemporaneo calo produttivo se riportato all'ettaro di vigna coltivata. Seguendo questo percorso si osserva che nel 1990 si afferma, nell'Unione Europea, il concetto di agricoltura multifunzionale che sancisce, in modo più generale, che le rese per ettaro non sono più il dato fondamentale, ma diviene prioritaria la qualità del prodotto e il mantenimento in buone condizioni dell'ambiente in cui si opera. Il rispetto dell'ambiente, globalmente inteso, guadagna molti consensi anche nel mondo scientifico; tanto è vero che la prestigiosa rivista Nature pubblica, nel 2009, l'articolo di Johan Rockström et al. "A safe operating space for humanity", nel quale vengono fissate quelle soglie che non devono essere superate e concernenti una serie di parametri, quali biodiversità, qualità dell'acqua, ecc. che sono entrati in un progressivo degrado anche a seguito dell'agricoltura indirizzata esclusivamente agli incrementi produttivi. Analogamente nel 2015 la Conferenza Internazionale sul Clima di Parigi, partecipata da 175 Nazioni, ha stabilito, per contenere l'incremento termico medio mondiale entro 1,5°C, una serie di comportamenti utili a ridurre l'accumulo di gas serra, ai quali viene chiamata ad adeguarsi anche l'agricoltura, considerata anch'essa produttrice di tali gas.
Le agricolture
Pertanto, attualmente la sfida per l'agricoltura sta nell'esser capace di generare reddito per l'agricoltore, ma nell'ambito della compatibilità ambientale e sociale. Per far questo si riducono i classici input della rivoluzione verde (fertilizzanti, fitofarmaci, ecc.) cercando, nel contempo di aumentare gli input "interni" (evitare l'erosione del suolo, ridurre la perdita di sostanza organica, ridurre la salinità, contenere la perdita di biodiversità, cioè tutte quelle ricadute negative di una agricoltura che ha avuto per obiettivo solo l'incremento delle produzioni). E' quanto prevede l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile con i suoi 17 obiettivi (e 169 sotto-obiettivi), sottolineando quanto complessa e impegnativa sia questa via. A fronte di una razionalizzazione delle tecniche e dei mezzi tecnici già abbastanza realizzata, ci sono altri obiettivi più complicati da raggiungere: ridisegnare gli agroecosistemi, basandosi sui processi e non sui prodotti e definire, su basi nuove, l'intesa produttori-consumatori. In conclusione, si concorda che l'orientamento riduzionistico, perseguito per molti anni dalle scienze agrarie, ha evitato di considerare le ricadute negative di tipo socio-ambientale.
Ritenendo fondamentali i rapporti tra forma di agricoltura e sostenibilità, ci si è posti alcune domande alle quali appare arduo rispondere considerando l'enorme variabilità globale esistente sia in termini di dimensioni delle aziende agrarie (grandi dimensioni, sino a toccare centinaia di migliaia di ettari, in certe aree del mondo, o piccole dimensioni sino a scendere sotto un ettaro, tipico di molte aree asiatiche) che in termini di competitività (es.: sul prezzo o sulla qualità?). E ancora: la qualità deve essere per pochi o per tutti? Il convenzionale e il biologico devono o non devono coesistere? L'agricoltura convenzionale è ormai limitata alle zone non evolute del mondo, mentre l'agricoltura integrata ha ridotto notevolmente l'uso dei prodotti chimici di sintesi e ha rivalutato antiche pratiche agronomiche molto efficaci (es. rotazioni). L'agricoltura biologica può condurre a produzioni più basse, ma certamente a minor impatto ambientale ed esenti dalla maggior parte dei residui chimici, mentre la biodinamica si presenta con fondamenti discutibili anche perché poco studiata. L’agricoltura conservativa appare più convincente anche in virtù della sua ampia diffusione a livello globale. Tenendo conto della sola sostenibilità economica, si potrebbe dire che la forma di agricoltura integrata sembrerebbe più sostenibile della biologica, ma la situazione si ribalta se si considera la sostenibilità ambientale. La conclusione è stata razionale anche se abbastanza salomonica: la migliore forma di agricoltura è quella suggerita dalle specifiche condizioni socio-ambientali. Quindi nessuna è migliore delle altre, ma le varie forme devono coesistere.
Focalizzando la ricerca sui rapporti tra sistemi di produzione e qualità degli alimenti si è discusso il metodo metanalitico con riferimento particolare al lavoro di Barañsky et al. (British Journal of Nutrition, 2014) che ha analizzato oltre 17.000 lavori scientifici. Questo accurato confronto ha fatto rilevare poche differenze tra i prodotti derivati da agricoltura convenzionale e quelli derivati da agricoltura biologica. Più che alla forma di agricoltura, le differenze tra prodotti sono più imputabili al genotipo e al clima. Pertanto, anche la meta-analisi porta alla conclusione che per capirne di più del complesso rapporto tra salute, ambiente e economia occorre approfondire e ampliare la ricerca.
Il futuro
Il futuro dell'agricoltura è stato delineato tenendo presente la nascita e sviluppo dell'Agroecologia. Nonostante il termine “Agroecologia” sia nato intorno al 1930, negli anni recenti ha conosciuto una rinnovata fortuna. Attualmente il termine comprende sia la produzione di alimenti che la gestione degli agroecosistemi e, come tale, può essere considerata una scienza, ma è anche un movimento sociale che comporta una pratica applicazione. Nel 2014 in Francia si è implementato il metodo agroecologico; all'EXPO nel 2015 si è discussa l'importanza dell'agroecologia e nel 2018 è nata AIDA, l'Associazione Italiana di Agroecologia, associazione di promozione sociale che comporta una visione sistemica e trans-disciplinare dell'agroecologia, segnando una inclusione e un superamento dell'agricoltura di precisione, come di quelle integrata e biologica, introducendo la dimensione sociale. Si ritiene indispensabile trasformare i sistemi agroalimentari, così come anticipato dalla "Lancet Commission on global mental health and sustainable development" nell'Ottobre 2018. L'agroecologia promuove una agricoltura per la biodiversità; il caso di studio è rappresentato dalle "cover crops", cioè le colture di copertura per una agricoltura che non richieda lavorazioni (no till). L'agroecologia, così intesa, non può basarsi su una sola disciplina, ma supera, di fatto, anche l'interpretazione multidisciplinare e interdisciplinare per proporre la dimensione trans-disciplinare nel senso dato a questo termine da Jean Piaget nel 1970, che si manifesta non nelle interazioni tra ricerche specializzate, ma mettendo in evidenza i collegamenti all'interno di un sistema totale che supera i confini disciplinari. Pertanto la frammentazione delle conoscenze, così come si è venuta a determinare nel tempo, nonostante abbia svolto un ruolo utile, è ora da superare se si vuole realizzare una transizione ecologica delle attività umane.
Il ruolo delle scienze agrarie per la sostenibilità è stato infine posto in termini di paradigmi, cioè dei sistemi di valori che orientano le decisioni sia individuali che istituzionali e politiche; in tal senso la valutazione diviene globale passando dalla scienza alle religioni attraversando tutti i settori intermedi, ma rispettando gli specifici ambiti dei fatti (scienza), dei valori (filosofia) e dei doveri (etica). Questo tipo di atteggiamento conferma quanto detto in precedenza circa il limite della cultura disciplinare e sottolinea la necessità di andare verso un carattere trans-disciplinare delle ricerche. Occorre una sorta di nuovo atteggiamento che integri l'agricoltura con l'umanità; muovendosi in questa ottica divengono intollerabili le enormi differenze di qualità di vita che si riscontrano sul pianeta. A questa profonda ingiustizia va sommato il ripristino del predominio della natura, che va assecondata anziché contrastata. Il percorso compiuto sino ad ora è stato invece nel senso contrario: tutto è stato industrializzato, trascurando la natura e la sua proprietà sistemica che trova nell'insieme delle parti il vero successo e che costituisce il fondamentale esempio di sostenibilità.
Amedeo Alpi