Cento iscritti per il corso di alta formazione in “Giustizia costituzionale”
Sono oltre cento gli iscritti alla ottava edizione del corso di alta formazione in “Giustizia costituzionale e tutela giurisdizionale dei diritti” che si terrà a Pisa dal 14 gennaio al 1° febbraio 2019. Il corso, organizzato dal dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa con il coordinamento scientifico del professor Roberto Romboli, avrà la durata di tre settimane; sarà inaugurato alla presenza del rettore Paolo Mancarella e proseguirà con lezioni tenute in lingua italiana e spagnola da docenti italiani, spagnoli e latinoamericani.
I partecipanti al corso provengono dall’Italia e, in larghissima misura, da paesi stranieri, soprattutto dell’America Latina.
Oltre ai numerosi seminari su tematiche che vanno dai modelli di giustizia costituzionale, alla tutela sovranazionale dei diritti fondamentali, il corso prevede lo studio di casi pratici connessi all’attualità costituzionale, attraverso l’analisi di sentenze che hanno inciso nel campo della protezione dei diritti umani. All’interno del corso sono anche state programmate alcune conferenze tenute da ospiti illustri, tra cui Luigi Ferrajoli, Eduardo Ferrer-Mac Gregor, Luis López Guerra, Gaetano Silvestri e Gustavo Zagrebelsky.
Il professor Dino Pedreschi nel gruppo di lavoro del MIUR sull'intelligenza artificiale
Il professor Dino Pedreschi, ordinario di Informatica dell'Università di Pisa, è stato nominato nel gruppo di lavoro del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca incaricato di definire gli indirizzi di carattere generale e nazionale sul tema dell’intelligenza artificiale, che è di assoluta rilevanza per lo sviluppo culturale e industriale dell'Italia. Insieme ad altri quattro esperti, il professor Pedreschi sarà chiamato in particolare a monitorare e coordinare le risorse a disposizione nel nostro Paese, nell'ottica della possibile creazione di un centro di ricerca e laboratorio sull'intelligenza artificiale che coinvolga i paesi interessati in ambito Europeo.
Il professor Dino Pedreschi, nato a Castelnuovo Garfagnana nel 1958, svolge da oltre 30 anni attività di ricerca in Informatica, con particolare riferimento al settore oggi indicato come Data Science, o scienza dei dati, di cui è un pioniere a livello internazionale. Il focus delle sue ricerche è comprendere la società attraverso la lente dei “big data”, attraverso il “social data mining” e la “big data analytics”: le città sostenibili e la mobilità umana, la complessità delle reti sociali ed economiche, l’etica digitale e la difesa della privacy e dei diritti, forme di intelligenza artificiale che pongano la persona e i valori umani al centro. Dirige con Fosca Giannotti, del CNR, il laboratorio KDD LAB, Knowledge Discovery and Data Mining Lab, congiunto tra Università di Pisa e ISTI-CNR. Autore di oltre 250 pubblicazioni, ha coordinato svariati progetti di ricerca nazionali e internazionali, fra cui otto progetti europei nel programma di ricerca di base Future Emerging Technology della Commissione Europea. È stato “visiting scientist” alla Northeastern University di Boston, all’Università del Texas di Austin, al CWI di Amsterdam e a UCLA. Dal 2016 è il coordinatore del primo dottorato italiano di Data Science, congiunto fra Scuola Normale Superiore, Università di Pisa, CNR, Scuola Sant’Anna e Scuola IMT Lucca.
“Intelligenza Artificiale è uguale a Big Data più Machine Learning - dice il professor Pedreschi - La nuova primavera della IA, dopo un lungo inverno seguito alla disillusione degli anni 80, è il regalo della scienza dei dati, dell’apprendimento automatico da masse enormi di esempi che riesce finalmente ad affrontare con successo la comprensione e la traduzione dei testi, il riconoscimento delle immagini, la guida autonoma e molto altro. L’effetto combinato e disposto di tanti esempi da cui imparare, modelli sofisticati di apprendimento e capacità di calcolo ad altissime prestazioni. Grandi opportunità di progresso, ma anche nuove criticità e preoccupazione, ripercussioni sulla sfera dei diritti, del lavoro, della democrazia. L’Europa e con essa il nostro paese hanno la possibilità e la responsabilità di sviluppare una IA ‘umana', che si ponga l’obiettivo di espandere l’esperienza umana, non di rimpiazzarla. Un esempio di IA umana è un esoscheletro che permette a una persona paralizzata di camminare. Abbiamo bisogno di sviluppare forme di IA analoghe a livello cognitivo, in grado di portarci a un livello oggi irraggiungibile di conoscenza e consapevolezza e di aiutarci ad affrontare le sfide individuali e collettive che abbiamo davanti, aumentando il benessere di tutti.”
Il professor Dino Pedreschi nel gruppo di lavoro del MIUR sull'intelligenza artificiale
Il professor Dino Pedreschi, ordinario di Informatica dell'Università di Pisa, è stato nominato nel gruppo di lavoro del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca incaricato di definire gli indirizzi di carattere generale e nazionale sul tema dell’intelligenza artificiale, che è di assoluta rilevanza per lo sviluppo culturale e industriale dell'Italia. Insieme ad altri quattro esperti, il professor Pedreschi sarà chiamato in particolare a monitorare e coordinare le risorse a disposizione nel nostro Paese, nell'ottica della possibile creazione di un centro di ricerca e laboratorio sull'intelligenza artificiale che coinvolga i paesi interessati in ambito Europeo.
Il professor Dino Pedreschi, nato a Castelnuovo Garfagnana nel 1958, svolge da oltre 30 anni attività di ricerca in Informatica, con particolare riferimento al settore oggi indicato come Data Science, o scienza dei dati, di cui è un pioniere a livello internazionale. Il focus delle sue ricerche è comprendere la società attraverso la lente dei “big data”, attraverso il “social data mining” e la “big data analytics”: le città sostenibili e la mobilità umana, la complessità delle reti sociali ed economiche, l’etica digitale e la difesa della privacy e dei diritti, forme di intelligenza artificiale che pongano la persona e i valori umani al centro. Dirige con Fosca Giannotti, del CNR, il laboratorio KDD LAB, Knowledge Discovery and Data Mining Lab, congiunto tra Università di Pisa e ISTI-CNR. Autore di oltre 250 pubblicazioni, ha coordinato svariati progetti di ricerca nazionali e internazionali, fra cui otto progetti europei nel programma di ricerca di base Future Emerging Technology della Commissione Europea. È stato “visiting scientist” alla Northeastern University di Boston, all’Università del Texas di Austin, al CWI di Amsterdam e a UCLA. Dal 2016 è il coordinatore del primo dottorato italiano di Data Science, congiunto fra Scuola Normale Superiore, Università di Pisa, CNR, Scuola Sant’Anna e Scuola IMT Lucca.
“Intelligenza Artificiale è uguale a Big Data più Machine Learning - dice il professor Pedreschi - La nuova primavera della IA, dopo un lungo inverno seguito alla disillusione degli anni 80, è il regalo della scienza dei dati, dell’apprendimento automatico da masse enormi di esempi che riesce finalmente ad affrontare con successo la comprensione e la traduzione dei testi, il riconoscimento delle immagini, la guida autonoma e molto altro. L’effetto combinato e disposto di tanti esempi da cui imparare, modelli sofisticati di apprendimento e capacità di calcolo ad altissime prestazioni. Grandi opportunità di progresso, ma anche nuove criticità e preoccupazione, ripercussioni sulla sfera dei diritti, del lavoro, della democrazia. L’Europa e con essa il nostro paese hanno la possibilità e la responsabilità di sviluppare una IA ‘umana', che si ponga l’obiettivo di espandere l’esperienza umana, non di rimpiazzarla. Un esempio di IA umana è un esoscheletro che permette a una persona paralizzata di camminare. Abbiamo bisogno di sviluppare forme di IA analoghe a livello cognitivo, in grado di portarci a un livello oggi irraggiungibile di conoscenza e consapevolezza e di aiutarci ad affrontare le sfide individuali e collettive che abbiamo davanti, aumentando il benessere di tutti.”
Incarico presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale per "Sorveglianza Fisica della Radioprotezione nelle strutture dell’Università di Pisa"
Avviso di fabbisogno interno per una unità di personale cat. D nell’ambito della chirurgia generale dei piccoli animali
Avviso di fabbisogno interno per una unità di personale cat. D nell’ambito della diagnostica per immagini dei piccoli animali
Percorso PF24: aperte le pre-immatricolazioni. Scadenza 21 gennaio 2019
Percorso PF24: aperte le pre-immatricolazioni. Scadenza 21 gennaio 2019
Narrare la malattia
E' in uscita con la Pisa University Press il volume Narrare la malattia per costruire la salute curato da Rita Biancheri, professoressa del dipartimento di Scienze Politiche dell'Ateneo, e da Stefano Taddei, direttore della Unità Operativa di Medicina 1 dell'Aoup.
Pubblichiamo di seguito una breve presentazione a firma della professoressa Biancheri.
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A quarant’anni dalla nascita del Sistema Sanitario nazionale con la legge 833 del 1978 permangono diseguaglianze di salute, difficoltà di accesso alle cure, consistenti differenze regionali che in una prospettiva ormai storica consentono di comprendere, con maggiore efficacia, molte delle cause che hanno condizionato negativamente la qualità dei servizi offerti.
Gran parte della letteratura pubblicata nell’ultimo ventennio fa riferimento all’importanza dell’attivazione del paziente, alla prospettiva relazionale oltre a valorizzare la funzione di voice della partecipazione associazionistica. Dall’altra parte altri studiosi hanno messo in guardia sull’ambiguità dei concetti utilizzati con il rischio di descrivere “un involucro vuoto”, di teorizzare principi difficilmente applicabili. Dinamiche complesse che costringono, anzi rendono imprescindibile, un ripensamento sulle pratiche, sulle modalità di presa in carico dei malati cronici, sulle risposte per il fine vita, su come aiutare chi soffre.
Cambiano i bisogni dei pazienti, si sono allungate le speranze di vita ma sono troppi gli anni passati in cattiva salute, soprattutto per le donne; cresce l’esigenza di informazione ma spesso si ricorre a notizie mediatiche mentre la comunicazione esperta, la prevenzione subisce incrinature e derive pericolose. In questa cornice, brevemente delineata, il volume intende trattare, attraverso vari approcci, un tema che nel nostro paese rischia di essere considerato irrilevante o non applicabile, proprio perché richiede un cambiamento di paradigma, un svolta a nostro avviso necessaria.
La contrapposizione tra il crescente bisogno di tecnologie e l’umanizzazione delle cure fa parte di un filo rosso che corre all’interno di un confronto più che trentennale; gli Autori e le Autrici di questo libro condividono l’assunto che proprio per affrontare la minaccia di una perdita di creatività, di capacità di riconoscimento dell’altro, di fronte ai domini dell’ipertecnologizzazione, della medicalizzazione della vita e del consumerismo occorrano nuovi strumenti derivanti da un cambiamento epistemologico, da un’integrazione dei saperi, attraverso il racconto delle esperienze vissute. Una possibile risposta alle sfide in grado di assumere, al tempo stesso, la complessità e l’unicità della condizione umana.
Rita Biancheri
“San Rossore 1938”: lettura alla libreria Feltrinelli
“Da Sambadù a Moravia: le Leggi Razziali e i libri” è il titolo della terza lettura cittadina che si svolge nell’ambito della rassegna dell’Università di Pisa “San Rossore 1938”. L’appuntamento è giovedì 10 gennaio alle 17,30, alla Libreria Feltrinelli a Pisa (Corso Italia 50). L’incontro a ingresso libero è a cura di Luca Biagiotti e Franco Farina con Paolo Giommarelli e riguarderà la politica del regime fascista sui prodotti culturali degli ebrei. Non soltanto gli ebrei come persone, ma anche il loro pensiero, i loro prodotti intellettuali e artistici dovevano sparire dai luoghi di apprendimento e dalla memoria del nostro Paese. La minuziosità, la scrupolosità, e anche la goffaggine di questo percorso di censura totale del pensiero ebraico, vengono quindi raccontati in questa lettura.