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Comunicati stampa

Ha festeggiato i suoi primi 40 anni la rivista "Egitto e Vicino Oriente", fondata nel 1978 e da allora diretta da Edda Bresciani, Professore Emerito dell'Università di Pisa. In questa occasione la rivista, che è edita dalla Pisa University Press, si presenta con un inedito disegno di copertina color oro.
La ricorrenza è stata celebrata martedì 10 luglio, a Palazzo alla Giornata, nell'ambito di una cerimonia organizzata dalla Pisa University Press, alla quale sono intervenuti il rettore Paolo Mancarella, la prorettrice vicaria Nicoletta De Francesco, il direttore generale, Riccardo Grasso, il direttore del dipartimento di Civiltà e forme del sapere, Pierluigi Barrotta, le professoresse Alessandra Avanzini e Marilina Betrò, il professor Gianluca Miniaci, il ricercatore Paolo Marini e altri giovani docenti, oltre all'amministratore unico della casa editrice dell'Ateneo, Claudia Napolitano. Era presente la professoressa Edda Bresciani, alla quale sono legate molte delle fortune degli studi egittologici pisani, che costituiscono uno dei settori di maggior prestigio dell'Ateneo.
"Ero già Ordinaria da dieci anni - ha ricordato la professoressa Edda Bresciani - quando decisi, con un certo coraggio, di fondare una rivista egittologica pisana: il nome 'Egitto e Vicino Oriente' mi sembrò efficace; il disegno sulla copertina, bi-diviso, mostrava le due anime delle nostre ricerche nell’ambito del dipartimento. Tolsi il disegno da una tavola dei 'Monumenti' di Ippolito Rosellini, il fondatore dell’Egittologia pisana, anzi italiana, anzi mondiale, che per primo nel 1826 insegnò Egittologia a Pisa. Fondai la rivista registrandola a mio nome, ma con l’intenzione di non conservarla tale. Infatti mi consultai con il rettore del tempo, il professor Ranieri Favilli, e cedetti contrattualmente la rivista per la cifra simbolica di una lira, stabilendone la direzione a me stessa a vita. Così nel 1978 uscì il primo numero".
"La rivista - ha sottolineato il rettore Paolo Mancarella - è nata con l'obiettivo di diffondere i risultati scientifici raggiunti nell'allora Istituto 'Ippolito Rosellini', poi Dipartimento di Scienze storiche del mondo antico, al cui interno la tradizione di studi egittologici veniva progressivamente affiancata dalle discipline orientalistiche, archeologiche e filologiche. Sin dagli inizi, dunque, la rivista si è caratterizzata per la pluralità d'interessi, oltre che per l’apertura ai giovani ricercatori e agli studiosi di altre università, con una significativa presenza di autori stranieri. Ben presto è diventata voce autorevole e accreditata sia a livello nazionale che internazionale, e oggi la sua raccolta è custodita in molte biblioteche universitarie di tutta Italia”.

Ha festeggiato i suoi primi 40 anni la rivista "Egitto e Vicino Oriente", fondata nel 1978 e da allora diretta da Edda Bresciani, Professore Emerito dell'Università di Pisa. In questa occasione la rivista, che è edita dalla Pisa University Press, si presenta con un inedito disegno di copertina color oro.
La ricorrenza è stata celebrata martedì 10 luglio, a Palazzo alla Giornata, nell'ambito di una cerimonia organizzata dalla Pisa University Press, alla quale sono intervenuti il rettore Paolo Mancarella, la prorettrice vicaria Nicoletta De Francesco, il direttore generale, Riccardo Grasso, il direttore del dipartimento di Civiltà e forme del sapere, Pierluigi Barrotta, le professoresse Alessandra Avanzini e Marilina Betrò, il professor Gianluca Miniaci, il ricercatore Paolo Marini e altri giovani docenti, oltre all'amministratore unico della casa editrice dell'Ateneo, Claudia Napolitano. Era presente la professoressa Edda Bresciani, alla quale sono legate molte delle fortune degli studi egittologici pisani, che costituiscono uno dei settori di maggior prestigio dell'Ateneo.

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"Ero già Ordinaria da dieci anni - ha ricordato la professoressa Edda Bresciani - quando decisi, con un certo coraggio, di fondare una rivista egittologica pisana: il nome 'Egitto e Vicino Oriente' mi sembrò efficace; il disegno sulla copertina, bi-diviso, mostrava le due anime delle nostre ricerche nell’ambito del dipartimento. Tolsi il disegno da una tavola dei 'Monumenti' di Ippolito Rosellini, il fondatore dell’Egittologia pisana, anzi italiana, anzi mondiale, che per primo nel 1826 insegnò Egittologia a Pisa. Fondai la rivista registrandola a mio nome, ma con l’intenzione di non conservarla tale. Infatti mi consultai con il rettore del tempo, il professor Ranieri Favilli, e cedetti contrattualmente la rivista per la cifra simbolica di una lira, stabilendone la direzione a me stessa a vita. Così nel 1978 uscì il primo numero".

"La rivista - ha sottolineato il rettore Paolo Mancarella - è nata con l'obiettivo di diffondere i risultati scientifici raggiunti nell'allora Istituto 'Ippolito Rosellini', poi Dipartimento di Scienze storiche del mondo antico, al cui interno la tradizione di studi egittologici veniva progressivamente affiancata dalle discipline orientalistiche, archeologiche e filologiche. Sin dagli inizi, dunque, la rivista si è caratterizzata per la pluralità d'interessi, oltre che per l’apertura ai giovani ricercatori e agli studiosi di altre università, con una significativa presenza di autori stranieri. Ben presto è diventata voce autorevole e accreditata sia a livello nazionale che internazionale, e oggi la sua raccolta è custodita in molte biblioteche universitarie di tutta Italia".

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Il professore Giovanni Vozzi dell’Università di Pisa è stato eletto di tesoriere dell’International Society for Biofabrication (ISBF), un’organizzazione scientifica senza scopo di lucra fondata nel 2010 che promuove a livello di ricerca, sviluppo e formazione l’innovazione nel settore della biofabbricazione. L’annuncio è stato dato venerdì 6 luglio: Giovanni Vozzi entrerà in carica il 1 gennaio 2019 ed il suo mandato durerà di tre anni. Il suo incarico prevede il controllo e la gestione della situazione finanziaria della ISBF, comprese la preparazione e presentazione della relazione finanziaria annuale, la valutazione delle sponsorizzazioni e l’organizzazione di eventi scientifici e di cooperazione internazionale.
“Sono molto contento dell’incarico ottenuto – ha dichiarato Giovanni Vozzi – è un importante riconoscimento che non riguarda solamente me, che sono stato tra i soci fondatori della ISBF, ma tutta l’Università di Pisa che è stata la prima in Italia fare ricerca nell’ambito della biofabbricazione”.
Giovanni Vozzi è professore associato in Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed al Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa. E’ autore di più di 130 pubblicazioni su riviste internazionali e di numerosi brevetti. I suoi interessi di ricerca spaziano dallo sviluppo di nuove tecnologie di micro- e nano-fabbricazione alla loro applicazione all’ingegneria biomedica.
Insieme a Giovanni Vozzi entreranno come nuovi membri nel consiglio di amministrazione della ISBF anche i professori Tim Woodfield dell’Università di Otago in Nuova Zelanda come presidente, e Marcy Zenobi-Wong dell’ETH di Zurigo come segretario generale.

Il professore Giovanni Vozzi dell’Università di Pisa è stato eletto di tesoriere dell’International Society for Biofabrication (ISBF), un’organizzazione scientifica senza scopo di lucra fondata nel 2010 che promuove a livello di ricerca, sviluppo e formazione l’innovazione nel settore della biofabbricazione. L’annuncio è stato dato venerdì 6 luglio: Giovanni Vozzi entrerà in carica il 1 gennaio 2019 ed il suo mandato durerà di tre anni. Il suo incarico prevede il controllo e la gestione della situazione finanziaria della ISBF, comprese la preparazione e presentazione della relazione finanziaria annuale, la valutazione delle sponsorizzazioni e l’organizzazione di eventi scientifici e di cooperazione internazionale.

 

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Il professore Giovanni Vozzi


“Sono molto contento dell’incarico ottenuto – ha dichiarato Giovanni Vozzi – è un importante riconoscimento che non riguarda solamente me, che sono stato tra i soci fondatori della ISBF, ma tutta l’Università di Pisa che è stata la prima in Italia fare ricerca nell’ambito della biofabbricazione”.

Giovanni Vozzi è professore associato in Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione ed al Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa. E’ autore di più di 130 pubblicazioni su riviste internazionali e di numerosi brevetti. I suoi interessi di ricerca spaziano dallo sviluppo di nuove tecnologie di micro- e nano-fabbricazione alla loro applicazione all’ingegneria biomedica.

Insieme a Giovanni Vozzi entreranno come nuovi membri nel consiglio di amministrazione della ISBF anche i professori Tim Woodfield dell’Università di Otago in Nuova Zelanda come presidente, e Marcy Zenobi-Wong dell’ETH di Zurigo come segretario generale.

Giovedì 5 Luglio, ad Amman, alla presenza del professor Adel Tweissi, ministro giordano dell’Università e della ricerca scientifica, di Giovanni Brauzzi, ambasciatore della Repubblica Italiana in Giordania, e del professor Maashhoor Al-Refai, Presidente della Princess Sumaya University for Technology una delegazione dell’Università di Pisa, guidata dal professor Francesco Marcelloni, prorettore alla Cooperazione e Relazioni Internazionali, ha stipulato un articolato accordo di cooperazione con la Royal Scientific Society (RSS) della Giordania. La Presidente della RSS, H.R.H. Principessa Sumaya bint Hassan, ha voluto essere presente alla cerimonia e firmare personalmente il protocollo.

La delegazione pisana era composta inoltre dal professor Umberto Desideri, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni e dal professor Nicola Perilli del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale ed era accompagnata da Carlo Volpi, direttore della ricerca e sviluppo di Omnia Group, impresa ICT toscana presente in Giordania attraverso partenariati industriali e istituzionali.

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Attraverso lo scambio reciproco di studenti e docenti, attività di ricerca congiunte, partecipazione a progetti di ricerca e trasferimento tecnologico, l’accordo prevede di rafforzare la collaborazione scientifica, cooperazione e interazione tra le due istituzioni su diverse discipline. In particolare sulle infrastrutture IT e soluzioni ICT, sulla modellizzazione e valutazione della qualità delle acque superficiali e sotterranee, sull’uso di risorse idriche non convenzionali, sullo sviluppo di tecniche di marketing sociale per promuovere il risparmio di acqua ed energia, sulla vulnerabilità delle acque superficiali e sotterranee da fonti di inquinamento, sulla preservazione degli ecosistemi mediterranei, sul monitoraggio, la previsione e la mitigazione degli effetti legati ai cambiamenti climatici, e sugli impatti economici e sociali dei flussi di rifugiati.

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“Ringrazio il professor Nicola Perilli e Carlo Volpi” – afferma il prof. Marcelloni – “per i contatti iniziali avuti con la professoressa Hanan Malkawi vice-presidente di RSS e l'ingegner Tareq Hasan, vice presidente della Princess Sumaya University, e il lavoro di relazioni svolto che hanno portato oggi, dopo qualche mese di lavoro, a siglare questo accordo che consente all’Università di Pisa di collaborare con una delle istituzioni di ricerca e trasferimento tecnologico più prestigiose del Medio Oriente. Ringrazio la principessa Sumaya per la sua grande disponibilità e visione degli orizzonti della collaborazione scientifica avviata, e il nostro ambasciatore, Giovanni Brauzzi, la cui presenza all'evento ha testimoniato di una forte presenza italiana in campo scientifico in Giordania. Sono convinto che questo sia l’inizio di una proficua collaborazione, che consenta di poter, in particolare, presentare proposte congiunte di progetto anche in ambito comunitario, progetti che i professori Desideri e Perilli stanno già sviluppando con i diversi colleghi della RSS.”

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Da un premio di ricerca finalizzato a documentare la presenza di Franz Liszt a Pisa nella prima metà dell'Ottocento è emersa una storia affascinante, che assegna alla nostra città la primogenitura storica per quanto riguarda la nascita del recital solistico per pianoforte. I risultati dello studio - condotto dalla musicologa Mariateresa Storino con il sostegno dell'Università di Pisa e dell'Agenzia Generale UnipolSAI divisione SAI di Pisa - sono stati presentati lunedì 9 luglio a Palazzo alla Giornata, per l'Ateneo, dal rettore Paolo Mancarella, dal direttore generale Riccardo Grasso, dai professori Maria Antonella Galanti, responsabile del "Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale", e Alessandro Cecchi; per la Direzione e Agenzia Generale UnipolSAI, dai dottori Giorgio Chiarini, Fabrizio Cusin, Dario Sarti e Maurizio Sbrana.
Erano inoltre presenti Carlo Cardella, proprietario del fortepiano su cui ha suonato Liszt, la professoressa Gabriella Garzella, in rappresentanza dell’Opera della Primaziale Pisana, e la professoressa Mariateresa Storino, vincitrice del premio di ricerca intitolato a Liszt.
L’atto di nascita del recital solistico moderno a pagamento si registra ufficialmente il 9 giugno 1840 a Londra con un concerto di Franz Liszt, emblema del virtuosismo pianistico ottocentesco; fin dal marzo del 1839 però, nel corso del suo viaggio in Italia in compagnia della contessa Marie d’Agoult, il pianista si era esibito a Roma in “soliloqui musicali”, una novità importante in un mondo dominato dall’opera e dalle cosiddette accademie. Sebbene per decenni i musicologi abbiano sostenuto tale ricostruzione, l’accenno di Marie d’Agoult a un recital solistico tenuto da Liszt a Pisa nel gennaio del 1839 – di cui sembrava non esistere alcuna traccia – lasciava aperta l’indagine.
A metà del 2017, l’Agenzia Generale UnipolSAI – divisione SAI – ha deciso di promuovere e sovvenzionare un premio di studio finalizzato a ricostruire la vicenda, sulla scia delle varie attività culturali, sociali, sportive e comunicazionali poste in essere nel tempo. Il concorso, bandito dal "Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale" dell’Università di Pisa con la supervisione della professoressa Maria Antonella Galanti e del dottor Alessandro Cecchi, ha assegnato il premio alla musicologa Mariateresa Storino, che da anni svolge ricerche su Liszt, con importanti pubblicazioni. L’interesse dell’Agenzia UnipolSai per Liszt nasce dal quasi casuale ritrovamento di un fortepiano Graf, di proprietà della famiglia Cardella, riconducibile a un concerto tenuto da Liszt a Pisa nel 1839.
"La scoperta del fortepiano Graf su cui Liszt suonò e di documenti a esso legati – ha affermato la musicologa Mariateresa Storino – consentono per la prima volta di poter confermare la testimonianza della d’Agoult rivedendo il percorso cronologico e geografico di creazione del recital pianistico. Questa scoperta ne retrodata la nascita e determina in Pisa il luogo di gestazione dello stesso conferendo alla città un primato nella storia della musica. Si riapre così l’interesse sui giorni italiani di Liszt che, sebbene negli ultimi decenni siano stati oggetto di importanti contributi – per esempio ad opera di Luciano Chiappari e Gregorio Nardi – hanno ancora molti aspetti inesplorati".
La borsa di studio offerta dall’Agenzia Generale UnipolSAI ha permesso alla musicologa Storino di portare alla luce documenti inediti e i risultati della ricerca confluiranno in un volume di prossima pubblicazione che sarà presentato in occasione di una giornata di studi dedicata all’argomento.
In conclusione della conferenza la professoressa Gabriella Garzella ha annunciato che, all’interno della manifestazione di musica sacra "Anima Mundi", sarà programmato un concerto del pianista Michele Campanella, stella di prima grandezza del pianismo mondiale, che si svolgerà nel Camposanto Monumentale utilizzando lo stesso strumento suonato nel 1839 da Liszt ed eseguendo composizioni dello stesso musicista ungherese.

Da un premio di ricerca finalizzato a documentare la presenza di Franz Liszt a Pisa nella prima metà dell'Ottocento è emersa una storia affascinante, che assegna alla nostra città la primogenitura storica per quanto riguarda la nascita del recital solistico per pianoforte. I risultati dello studio - condotto dalla musicologa Mariateresa Storino con il sostegno dell'Università di Pisa e dell'Agenzia Generale UnipolSAI divisione SAI di Pisa - sono stati presentati lunedì 9 luglio a Palazzo alla Giornata, per l'Ateneo, dal rettore Paolo Mancarella, dal direttore generale Riccardo Grasso, dai professori Maria Antonella Galanti, responsabile del "Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale", e Alessandro Cecchi; per la Direzione e Agenzia Generale UnipolSAI, dai dottori Giorgio Chiarini, Fabrizio Cusin, Dario Sarti e Maurizio Sbrana.
Erano inoltre presenti Carlo Cardella, proprietario del fortepiano su cui ha suonato Liszt, la professoressa Gabriella Garzella, in rappresentanza dell’Opera della Primaziale Pisana, e la professoressa Mariateresa Storino, vincitrice del premio di ricerca intitolato a Liszt.

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L’atto di nascita del recital solistico moderno a pagamento si registra ufficialmente il 9 giugno 1840 a Londra con un concerto di Franz Liszt, emblema del virtuosismo pianistico ottocentesco; fin dal marzo del 1839 però, nel corso del suo viaggio in Italia in compagnia della contessa Marie d’Agoult, il pianista si era esibito a Roma in “soliloqui musicali”, una novità importante in un mondo dominato dall’opera e dalle cosiddette accademie. Sebbene per decenni i musicologi abbiano sostenuto tale ricostruzione, l’accenno di Marie d’Agoult a un recital solistico tenuto da Liszt a Pisa nel gennaio del 1839 – di cui sembrava non esistere alcuna traccia – lasciava aperta l’indagine.
A metà del 2017, l’Agenzia Generale UnipolSAI – divisione SAI – ha deciso di promuovere e sovvenzionare un premio di studio finalizzato a ricostruire la vicenda, sulla scia delle varie attività culturali, sociali, sportive e comunicazionali poste in essere nel tempo. Il concorso, bandito dal "Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale" dell’Università di Pisa con la supervisione della professoressa Maria Antonella Galanti e del dottor Alessandro Cecchi, ha assegnato il premio alla musicologa Mariateresa Storino, che da anni svolge ricerche su Liszt, con importanti pubblicazioni. L’interesse dell’Agenzia UnipolSai per Liszt nasce dal quasi casuale ritrovamento di un fortepiano Graf, di proprietà della famiglia Cardella, riconducibile a un concerto tenuto da Liszt a Pisa nel 1839.

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"La scoperta del fortepiano Graf su cui Liszt suonò e di documenti a esso legati – ha affermato la musicologa Mariateresa Storino – consentono per la prima volta di poter confermare la testimonianza della d’Agoult rivedendo il percorso cronologico e geografico di creazione del recital pianistico. Questa scoperta ne retrodata la nascita e determina in Pisa il luogo di gestazione dello stesso conferendo alla città un primato nella storia della musica. Si riapre così l’interesse sui giorni italiani di Liszt che, sebbene negli ultimi decenni siano stati oggetto di importanti contributi – per esempio ad opera di Luciano Chiappari e Gregorio Nardi – hanno ancora molti aspetti inesplorati".

La borsa di studio offerta dall’Agenzia Generale UnipolSAI ha permesso alla musicologa Storino di portare alla luce documenti inediti e i risultati della ricerca confluiranno in un volume di prossima pubblicazione che sarà presentato in occasione di una giornata di studi dedicata all’argomento.

In conclusione della conferenza la professoressa Gabriella Garzella ha annunciato che, all’interno della manifestazione di musica sacra "Anima Mundi", sarà programmato un concerto del pianista Michele Campanella, stella di prima grandezza del pianismo mondiale, che si svolgerà nel Camposanto Monumentale utilizzando lo stesso strumento suonato nel 1839 da Liszt ed eseguendo composizioni dello stesso musicista ungherese.

 

 

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