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Ambasciatore del cinema italiano in Sud America e Israele per parlare della lingua italiana dei film. Nel quadro della XVII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, il professore Fabrizio Franceschini dell’Università di Pisa è stato invitato dagli Istituti Italiani di Cultura di vari paesi a tenere un ciclo di lezioni e conferenze. Gli appuntamenti in totale sono nove, dal 16 al 26 ottobre, e toccano città come Buenos Aires, Bogotà, Tel Aviv, Gerusalemme e Haifa. Di fronte ad una platea di studenti e amanti del cinema italiano, Franceschini parlerà della lingua nei film. Le pellicole sulle quali si soffermerà sono “La grande guerra” di Mario Monicelli (1959), “Il sorpasso” di Dino Risi (1962) e “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola (1974).

La commedia all’italiana rappresenta e aiuta a comprendere la storia e il costume dell’Italia del Novecento – spiega Franceschini - Questo è vero anche per il rapporto tra lingua e società, che conosce sviluppi decisivi proprio negli anni Sessanta del secolo scorso”.

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E così nella “La grande guerra”, ad esempio, emerge un’Italia caratterizzata, a livello degli strati subalterni, dall’uso di dialetti o varietà regionali, mentre l’uso dell’italiano è proprio delle élites colte. Tra i due poli ci sono però alcuni “umili” capaci di padroneggiare (entro certi limiti) i codici linguistici più elevati, come fanno i tre protagonisti, interpretati da Gassman, Sordi e Silvana Mangano.

Altro caso emblematico è quello del “Il sorpasso”, road movie ante litteram (tanto che, intitolato in inglese “The Easy Life”, è stato ripreso da “Easy Rider”), di fatto l’epopea del boom italiano degli anni Sessanta. In questo film risalta il nuovo volto linguistico dell’Italia: rispetto agli anni Cinquanta, il dialetto non è più predominante, ma a esso si sostituisce non solo l’italiano ‘ufficiale’ ma, spesso, un intreccio tra l’italiano e i vari dialetti, favorito dall’accresciuta mobilità sociale e territoriale. Stesso rispecchiamento anche in “C’eravamo tanto amati” dove la distribuzione tra i sei protagonisti di italiano e dialetto, italiano standard e dialetto più stretto riflette i cambiamenti della società e delle sue modalità espressive.

“In questo caso – conclude Franceschini - l’opposizione tra i due poli, italiano e dialetto (romanesco), è ben chiara, ad esempio, nel dialogo che contrappone Gianni Perego-Gassman, avvocato e industriale senza scrupoli, italofono e sempre pronto a stigmatizzare gli altrui difetti linguistici, al vecchio Romolo Catenacci-Fabrizi che, pur arricchitosi con l’edilizia, non rinuncia al romanesco e lo usa anzi come scudo difensivo e segnale identitario. Un bell’esempio di intreccio tra italiano e dialetto lo mostra invece Antonio-Manfredi, verso la fine del film: - Che tte pare... li posti a scòla so’ ssolo ducento! La domanda è la seguente. Che vvolemo fa’?... E allora entriamo tutti assieme, nominiamo un comitato unitario di lotta ... e occupàmo la scòla!“.

Lo scorso settembre presso la sede dell’International Atomic Energy Agency (IAEA) a Vienna si è svolta la cerimonia di consegna dei diplomi dell’ “European Master of Science in Nuclear Engineering”, un’ulteriore opportunità che il corso di studio in Ingegneria Nucleare a Pisa offre ai suoi studenti attraverso l’ “European Nuclear Education Network, ENEN”.

Tre dei nostri studenti, Maria Luisa Allegrini, Antonio Di Buono e Alberto Facchini, hanno ricevuto la certificazione. Due di loro hanno preso parte alla cerimonia, il terzo riceverà il certifica via posta. La cerimonia è stata un interessante opportunità di discutere sul futuro dell’energia nucleare e l’importanza di coinvolgere le giovani generazioni.

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L'attuale Presidente di ENEN, Prof. Leon Ciselj, dello Jozef Stefan Institute di Ljubljiana con Maria Luisa Allegrini e Antonio Di Buono

Le proteine hanno una dinamica molecolare simile a quella dei solidi cristallini. E, proprio come accade per i cristalli, la loro stabilità è legata all’ampiezza delle fluttuazioni locali. È questa la scoperta di un team internazionale di ricercatrici e ricercatori delle università di Pisa, Perugia, Verona, Paris Diderot Sorbonne-CNRS e del CNR-IPCF che emerge da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences - USA”.

“Conoscere le proprietà dinamiche delle proteine è una sfida fondamentale per la ricerca biofisica perché le proteine regolano il metabolismo cellulare, dunque sono la chiave per comprendere la vita”, spiegano il professore Simone Capaccioli e la dottoressa Maria Pachetti del Dipartimento di Fisica dell’Ateneo pisano.

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La ricerca ha mostrato una sorprendente somiglianza fra la fusione dei solidi cristallini e quella delle biomolecole allo stato nativo evidenziando che i due sistemi, apparentemente così diversi, condividono il comportamento dinamico in prossimità delle transizioni di fase.

“Ai dati raccolti – continua Pachetti - possiamo aggiunge anche un’importante acquisizione teorica, ovvero che i modelli sviluppati per la fisica dello stato solido possono essere applicati con successo ai sistemi biologici complessi”.

I ricercatori sono giunti al risultato inserendo una proteina modello in tre solventi diversi per osservarne la dinamica veloce, cioè le trasformazioni in tempi inferiori al nanosecondo, in corrispondenza della transizione di fusione (unfolding). La sperimentazione ha mostrato che, nonostante la temperatura di fusione della proteina cambi in base al tipo di solvente usato, in prossimità della temperatura di fusione, ovvero di unfolding irreversibile, le sue fluttuazioni locali raggiungono sempre lo stesso valore. Questo mostra un’analogia sorprendente con il criterio di Lindemann, proposto nel 1910 per la fusione dei solidi, secondo il quale i cristalli fondono quando le fluttuazioni atomiche medie eccedono un certo valore di soglia del reticolo cristallino. L’analogia osservata non solo ha offerto dati inediti sulla relazione fra flessibilità e stabilità della struttura delle proteine, ma può consentire di predire l’unfolding in speciali contesti (ad esempio, nei diversi ambienti cellulari) a partire dallo studio delle fluttuazioni termiche locali delle proteine.

“Risultati di questa portata sono possibili solo grazie alla collaborazione di ricercatrici e ricercatori di diverse discipline – conclude Capaccioli – per lo studio della dinamica molecolare ci siamo avvalsi di tecniche di simulazione numerica e di esperimenti, in particolare dello scattering elastico di neutroni, condotti presso il centro di ricerca europeo Laue-Langevin Institute di Grenoble”.

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Foto in alto: Schema dell’azione di un additivo (in rosso) sulla proteina (in grigio), immagine realizzata da Marina Katava, per gentile concessione.
Foto in basso: Alcuni degli autori (da sinistra a destra): Maria Pachetti e Simone Capaccioli (Dip. Fisica Università Pisa), Alessandro Paciaroni (Università di Perugia).

L’Università di Pisa, il Dipartimento di Giurisprudenza e i Consigli dell’Ordine degli Avvocati di Pisa, Livorno, Lucca, Massa Carrara e La Spezia hanno firmato le convenzioni necessarie a disciplinare l’anticipo di un semestre di tirocinio per l’accesso alla professione forense.

L’accordo è stato sottoscritto in rettorato, martedì 10 ottobre 2017, dal rettore Paolo Mancarella, dal direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Emanuela Navarretta, e dai presidenti Maria Grazia Fontana (Ordine di Lucca), Salvatore Gioè (Ordine di Massa Carrara), Salvatore Lupinacci (Ordine di La Spezia), Walter Maccioni (Ordine di Livorno), Stefano Pulidori (Ordine di Pisa).

Grazie a questi accordi, gli studenti pisani, fin dal quarto anno del corso di studi magistrale in Giurisprudenza e, dunque, prima di conseguire il diploma di laurea, potranno svolgere sei mesi di tirocinio per l’accesso alla professione forense, con la supervisione congiunta di un professore universitario e di un professionista del Foro.

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"I tirocini - ha commentato il rettore Paolo Mancarella - saranno per gli studenti un’esperienza formativa particolarmente qualificata, che potrà essere molto utile per indirizzare il loro percorso professionale. È importante sottolineare inoltre il significato di questa collaborazione tra diverse istituzioni, che mira alla formazione dei giovani studenti e laureandi del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza, creando un importante ponte tra università e mondo del lavoro e delle professioni".

Zan_Matematica_inside.jpgEsperte nei processi di apprendimento e insegnamento della matematica, le professoresse Rosetta Zan e Anna Baccaglini-Frank del dipartimento di Matematica dell'Università di Pisa, sono autrici di "Aver successo in matermatica. Strategie per l'inclusione e il recupero", appena uscito per la Utet.

 

Presentiamo qui una breve presentazione del volume a firma di Rosetta Zan.

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Il volume affronta il problema delle difficoltà in matematica, un fenomeno molto diffuso nel nostro paese, a qualsiasi livello scolare.

L’approccio tradizionale a questo problema consiste nel ripetere agli studenti alcuni argomenti, in genere quelli ritenuti più significativi o più difficili. Tale intervento difficilmente riesce a produrre dei cambiamenti significativi, e del resto appare discutibile sotto diversi aspetti: è un intervento locale, in quanto circoscritto a uno o più argomenti, quando in genere le difficoltà degli studenti sono generalizzate, cioè prescindono dall’argomento; inoltre non tiene conto della varietà di ‘diagnosi’ fatte dal docente («non si impegna», «ha lacune di base», «non ha metodo di studio», «ha un atteggiamento negativo»...), anche perché tali diagnosi sono spesso così vaghe da non essere in grado di suggerire azioni didattiche adeguate.

Questo volume – articolato in 8 Unità - vuole aiutare i docenti a superare le criticità dell’azione tradizionale di recupero, suggerendo un approccio alternativo. Dopo una breve introduzione teorica sui limiti dell’approccio tradizionale alle difficoltà in matematica (Unità 1), viene affrontato il tema della responsabilità dell’apprendimento (Unità 2), proponendo alcune strategie e materiali. Nell’Unità 3 viene approfondito il caso delle difficoltà locali, cioè circoscritte a un argomento specifico, con una riflessione sull’interpretazione degli errori. Nelle tre Unità successive si esaminano alcune possibili cause di difficoltà generalizzate (metodo di studio e in generale gestione delle risorse, lacune di base, atteggiamento negativo verso la matematica) presentando per ognuna strategie didattiche e materiali da utilizzare in classe. Nell’Unità 7 vengono presentate alcune proposte operative sull’organizzazione di interventi di recupero. Infine nell’Unità 8, curata da Anna Baccaglini-Frank, viene descritto a titolo di esempio un percorso di recupero su un argomento specifico e significativo, il concetto di funzione.

Rosetta Zan

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Un fine settimana in cui Pisa e la sua Università sono stati protagonisti. A cominciare dal grande successo dell'Internet Festival, un'edizione ricchissima con oltre 200 eventi sparsi in tutta la città. E per rivivere momenti ed emozioni guarda le FOTO, il VIDEO DELL'ALZABANDIERA e i servizi sul Tg3 Toscana della Rai (1 e 2).

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Grande entusiasmo anche per l'11° edizione della Cetilar Pisa Half Marathonche da quest’anno ha avuto nel comitato organizzatore anche l’Università di Pisa e l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.  Domenica 8 ottobre la partenza lungo un percorso compreso tra Via Contessa Matilde e Piazza dei Miracoli. 1.500 ateleti in gara e ospite d'onore Carlo Verdone, testimonial dell’Associazione per Donare la Vita Onlus, che ha postato su facebook un selfie di fronte al Rettorato che ha totalizzato 15mila "mi piace". Per rivedere i momenti della manifestazione ecco le FOTO e il servizio Rai sul TG3 Toscana.

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Sabato 7 ottobre si è svolta anche la cerimonia di consegna del "Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani" che è stato assegnato alla storica della musica italiana Margaret Murata, mentre il "Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani per la Scienza" lo ha vinto lo scienziato Lorenzo Moretta. Il Premio Galilei Giovani è andato invece a cinque giovani studiosi fra cui, per l'Ateneo pisano, il dottor Iacopo Fabiani, specialista in Cardiologia, assegnista e dottorando di ricerca dell'Università di Pisa. Le FOTO della cerimonia sono sul profilo Facebook dell'Università.

 

Questa mattina (venerdì 6 ottobre) il Comitato norvegese per il Nobel ha assegnato il Premio Nobel per la Pace a ICAN-International Campaign to abolish Nuclear Weapons. Nella motivazione, il Comitato rimarca che la scelta è caduta su ICAN per "il suo ruolo nel fare luce sulle catastrofiche conseguenze di un qualunque utilizzo di armi nucleari e per i suoi sforzi innovativi per arrivare a un trattato di proibizione di queste armi": Trattato che è stato approvato il 7 luglio dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con il voto favorevole di 122 Stati (e l’opposizione delle potenze nucleari e dei loro alleati).

Come rettore dell’Università di Pisa saluto con grande soddisfazione questo premio, ricordando l’impegno del nostro Ateneo per il disarmo nucleare espresso in tante circostanze e culminato, nel 2015, nel fitto programma di eventi di “Pisa non dimentica Hiroshima e Nagasaki” in occasione del 70° anniversario dei bombardamenti atomici delle due città giapponesi. La manifestazione, coordinata dal CISP con la collaborazione del Comune di Pisa, fu aperta dalla emozionante testimonianza di una hibakusha di Hiroshima e da una rappresentante di ICAN. Un impegno che già aveva reso possibile si creasse nel nostro Ateneo il primo corso di laurea in “Scienze della Pace” del nostro paese, cosa di cui oggi ci troviamo ad essere particolarmente orgogliosi.

Forte di questa consapevolezza, quest’anno ho proposto ai rettori delle altre università italiane di dare un segnale chiaro a sostegno del processo di disarmo nucleare e la CRUI si è espressa a favore del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari (leggi la Mozione CRUI).

Penso di poter affermare senza esagerazione e senza retorica che in questo Nobel – che è un Nobel assegnato, tramite ICAN, a tutta la società civile che nel mondo si impegna per il disarmo nucleare totale – c’è un pezzettino anche dell’impegno dell’Università di Pisa per la pace. Grazie a tutte e tutti Voi.

Paolo Mancarella


Guarda il video pubblicato da "la Repubblica" con l'annuncio del Premio Nobel a ICAN.

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Pisa si conferma una delle capitali di eccellenza per gli studi della bioingegneria, aggiudicandosi due dei premi di dottorato conferiti annualmente dal Gruppo Nazionale di Bioingegneria alle tesi di ricerca più meritevoli. Tra i lavori premiati infatti ci sono anche quelli di Chiara Magliaro e Mimma Nardelli, studentesse e poi dottorande al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, e che hanno condotto le loro ricerche presso il Centro dell’Università di Pisa “E.Piaggio”.

mimmaLa prima tesi di ricerca premiata, con il premio di dottorato “La Bioingegneria”, conferito per studi sul tema dei modelli, segnali di controllo e sistemi biologici, è andato a Mimma Nardelli, per lo studio e l'applicazione di nuovi metodi di analisi non-lineare ai segnali fisiologici.

Durante gli anni del dottorato, Mimma ha condotto le sue ricerche nel gruppo “Computational Physiology and Biomedical Instruments” presso il BioLab, un laboratorio congiunto tra il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e il Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Ateneo, in cui vengono condotte ricerche avanzate che riguardano lo studio dell’asse cuore-cervello, mettendo a punto sia strumenti teorici per analizzare e interpretare i segnali che manda il nostro corpo e convertirli in informazioni sullo stato generale e mentale del soggetto, sia dispositivi, come maglie sensorizzate, in grado di catturare e leggere questi segnali.

Nel contesto del progetto europeo PSYCHE (Personalised monitoring Systems for Care in Mental Health) si è occupata della ricerca di nuovi possibili marker dello stato umorale di soggetti con diagnosi di disturbo bipolare, attraverso l'analisi non-lineare dei segnali elettrocardiografici acquisiti attraverso sistemi indossabili. Ha inoltre validato l'applicazione di tali metodologie allo studio della variabilità della frequenza cardiaca durante protocolli di stimolazione sensoriale, ad esempio attraverso dispositivi aptici indossabili (progetto europeo WEARHAP, Wearable Haptics for Humans and Robots). Inoltre ha contributo a mettere a punto gli algoritmi di predizione dell'insorgenza di sintomi depressivi (progetto europeo NEVERMIND, NEurobehavioural predictiVE and peRsonalised Modelling of depressIve symptoms duriNg primary somatic Diseases with ICT-enabled self-management procedures)”

chiara magliaroChiara Magliaro si è aggiudicata invece il premio “Massimo Grattarola”, istituito per tesi di ricerca in Neuroingegneria e Bionanotecnologie, per i suoi studi sul cervello. Si è infatti occupata dello sviluppo di un metodo che, combinando tecniche avanzate di microscopia digitale e algoritmi di elaborazione e classificazione delle immagini, permette di ottenere una mappa tridimensionale della struttura neuronale del cervello. Tramite algoritmi intelligenti, l'immagine digitale di un singolo neurone viene estratta dall'intricata "foresta neuronale" tipica del cervello dei mammiferi, e in questo modo è possibile ricavare informazioni accurate sulla morfologia e la complessità delle cellule cerebrali. Lo scopo è quello di comprendere in maniera più esaustiva l'anatomia micro-strutturale del cervello e il suo contributo alla funzione cerebrale, e a studiare l'eziologia di malattie neurodegenerative e dello sviluppo, come i disordini dello spettro autistico o il morbo di Parkinson.

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Chiara Magliaro

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Mimma Nardelli

Sarà Carlo Verdone, eccezionale testimonial dell’Associazione per Donare la Vita Onlus, a dare il via all’11° edizione della Cetilar Pisa Half Marathon, che si svolgerà domenica 8 ottobre, dalle ore 9, lungo un percorso cittadino compreso tra la partenza in Via Contessa Matilde e l’arrivo in Piazza dei Miracoli. La manifestazione benefica, nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore sociale della donazione degli organi e dei tessuti a scopo di trapianto, vedrà la partecipazione di alcuni atleti con diversi gradi di abilità fisica. Anzi, la partenza vera e propria della gara competitiva, sarà preceduta dal via di un gruppo di atleti spingitori che si alterneranno nello spingere le carrozzine di atleti diversamente abili lungo tutto il percorso, mentre in testa alla maratona ci sarà all’inizio un atleta mieloleso che, grazie a un esoscheletro realizzato dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana nell’ambito di un progetto di ricerca coordinato dalla dottoressa Giulia Stampacchia, potrà alzarsi dalla carrozzina, camminare e, si spera, accennare alcuni passi di corsa.

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La Cetilar Pisa Half Marathon, che da quest’anno ha nel Comitato organizzatore anche l’Università di Pisa e l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, che si aggiungono alle altre Istituzioni da sempre impegnate nell’organizzazione, è stata presentata giovedì 5 ottobre a Palazzo alla Giornata dal rettore Paolo Mancarella, dal sindaco Marco Filippeschi, dal direttore generale dell'AOUP, Carlo Tomassini, dal prorettore con delega alle attività sportive, Marco Gesi, dal campione europeo di maratona, Daniele Meucci, da Giuseppe Cisterna, CFO di Pharmanutra, title sponsor della maratona, dal professor Ugo Boggi, organizzatore della manifestazione, da Giuseppe Bozzi, presidente dell'associazione per Donare la Vita onlus, e dai rappresentanti degli enti che danno supporto all'iniziativa.

Alla mezza maratona sono abbinati tre percorsi non competitivi e aperti a tutti, nell’ambito del Trofeo delle Tre Province, della lunghezza di 3, 8 e 15 chilometri, che potranno essere affrontati a passo libero. Per gli ultimi due è previsto il passaggio lungo le mura storiche di Pisa, aperte per l’occasione.

Il ritiro del pettorale per la gara competitiva e l’iscrizione alle altre marce potranno essere effettuati sabato 7 ottobre, dalle ore 9 alle 18.30, nell’ambito dell’Expo Half Marathon che si svolgerà all’Orto Botanico. Tutti i partecipanti, dopo aver ritirato la propria registrazione, potranno visitare liberamente il Giardino dei Semplici, mentre per i primi 100 atleti che ne faranno richiesta sono disponibili delle visite guidate. Sarà comunque possibile iscriversi direttamente la mattina dell’8 ottobre, dalle ore 7 alle 8.30 all’Istituto Tecnico Leonardo Da Vinci, in via Contessa Matilde, che ha dato la sua preziosa disponibilità per il supporto logistico ai servizi pre- e post-gara.

Le iscrizioni alla mezza maratona hanno già superato il record di oltre 1300 atleti registrato nell’edizione 2014 e gli organizzatori ritengono realistico raggiungere almeno i 1500 iscritti. Sono poi attesi più di 1000 marciatori non competitivi.

“L’attività dei trapianti svolta a Pisa – ha dichiarato il professor Ugo Boggi, chirurgo di fama internazionale e organizzatore della manifestazione - oltre che per il numero degli interventi, si è sempre distinta per la qualità dei risultati e per i numerosi primati ottenuti in termini di innovazione. Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema e in particolare sulla donazione di organi, l’Associazione per Donare la Vita Onlus organizza da anni la mezza maratona di Pisa, che vede anche la partecipazione di persone trapiantate e il coinvolgimento di persone con diversa abilità fisica. Anche quest’anno ringrazio tutti gli enti e le istituzioni che stanno collaborando per la riuscita dell’evento, a partire dall’Università e dall’AOUP che si sono aggiunte nel Comitato organizzatore, oltre a Pharmanutra, importante realtà imprenditoriale del territorio, che si conferma come title sponsor della manifestazione. Un ringraziamento speciale va a Carlo Verdone, che con straordinaria sensibilità e disponibilità ha accettato di essere presente alla partenza della gara e all’arrivo per premiare gli atleti”.

Il rettore  Mancarella e il prorettore Gesi hanno quindi annunciato che l’Università di Pisa, grazie in particolare alla collaborazione di Sport and Anatomy, ha istituito il primo trofeo “Sport and Anatomy” riservato al dipendente e allo studente che si classificheranno al primo posto nella mezza maratona.

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CHIUSURA STRADE
La manifestazione avrà luogo dalle 9 alle 12 della mattina ed interesserà diversi tratti stradali che saranno interdetti al traffico fino al passaggio degli atleti.

In particolare le strade cittadine interessate saranno:

Via Contessa Matilde (Partenza) – chiusa dalle 6,30 fino alle 9,30
Via delle Cascine – Chiusa dalle 9 alle 10
Via delle Lenze – Chiusa dalle 9,30 alle 11
Ponte del CEP - - Chiuso dalle 9 alle 12
Viale D’annunzio – Chiuso dalle 7 alle 12
Lungarni – Chiusi dalle 9 alle 12
Ponte Solferino – Chiuso dalle 9 alle 12
Via Mazzini – Chiusa dalle 9,30 alle 12

Via II Settembre sarà percorribile a senso unico verso Marina dalle 9 alle 12
Via Conte Fazio e Via Benedetto Croce saranno percorribili normalmente con un restringimento di carreggiata.

L’organizzazione della Mezza Maratona si scusa per i disagi che tali chiusure potranno causare ed inviata l’intera cittadinanza ad affollare le strade per ringraziare e salutare gli atleti che parteciperanno all’evento.

 

Lunedì 2 ottobre, presso Palazzo Giustiniani, alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso, si è svolta la terza edizione del Premio Cuore Digitale, conferito ogni anno a una startup che si è distinta nello sviluppo di soluzioni tecnologiche per il miglioramento della vita delle persone. Durante l’evento, Daniele Mazzei, del Centro di Ricerca dell’Università di Pisa “E.Piaggio”, e Lorenzo De Michieli, dell’Istituto Italiano di Tecnologia, hanno animato la tavola rotonda “Il valore dell’interazione uomo-macchina. Le protesi tecnologiche”, un’occasione di conoscenza e confronto tra il mondo della ricerca e quello della politica e dei media sulle nuove scoperte scientifiche al servizio dell’uomo. Come esempio emblematico della tecnologia al sostegno della disabilità è stata presentata la mano robotica SoftHand Pro, sviluppata all’interno del progetto SoftPro, finanziato dalla comunità Europea e coordinato dal professor Antonio Bicchi. La mano artificiale, che al momento rappresenta una delle punte più avanzate sulla ricerca delle protesi del futuro, è frutto di una collaborazione tra il Centro di Ricerca E. Piaggio (Università di Pisa), la Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia e lo spin-off QBrobotics.

L’atleta paralimpica Giusy Versace, presente in qualità di madrina dell’evento, ha testato personalmente la SoftHand Pro, riconoscendone la versatilità e la semplicità d’uso, qualità non usuali per le protesi, che invece richiedono solitamente lunghi tempi di training, tanto che l’atleta ha tenuto a sottolineare nel suo discorso la necessità di una formazione adeguata per le persone che ne fanno uso.

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Da sinistra: Daniele Mazzei (Centro Paggio), Giusy Versace, Lorenzo De Michieli (IIT) e Manuel Catalano (Centro Piaggio e IIT).

“La facilità a usarla – spiega Mazzei – è uno dei punti di forza della mano che, in quanto provvista di un solo motore, ha un controllo molto semplice. La somiglianza con la struttura funzionale della mano umana la rende estremamente adatta non solo per eseguire compiti di manipolazione di oggetti, ma anche per l’interazione: per le persone amputate sarà di nuovo possibile stringere la mano agli altri, o toccare con la protesi parti del proprio corpo, eseguendo gesti come per esempio intrecciare le mani. L’interazione a tutti i livelli, fisica, emotiva e sociale, tra uomo e dispositivi artificiali e robotici è una delle linee di ricerca principali del Centro Piaggio, e passa attraverso lo studio e la conoscenza di come l’uomo è fatto, nel corpo, nella mente e nelle emozioni, per poter raccogliere la sfida della robotica del futuro, quella di replicare non solo l’intelligenza astratta, ma anche le nostre competenze relazionali e di movimento e manipolazione”.

Attualmente sono in corso sperimentazioni sulla mano condotte in collaborazione con i più grandi istituti di ricerca e riabilitazione del mondo: l’Ability Lab di Chicago, in cui si sta sperimentando l’utilizzo della mano, in combinazione con un polso artificiale, su pazienti sottoposti alle più moderne pratiche chirurgiche di re-innervamento muscolare, la Rice University (Houston, Texas) e la Mayo Clinic (Rochester, Minnesota), dove attualmente sono in corso sperimentazioni sulla restituzione di sensazioni tattili al paziente, la Florida State University (Miami, Florida) e la Arizona State University (Austin, Arizona), dove la SoftHand Pro verrà utilizzata in sperimentazioni con interfacce neuronali, e infine l’Hannover Medical School (Hannover, Germania) dove le nuove versioni della mano, più leggere e compatte, saranno presto rese disponibili ai pazienti per una sperimentazione clinica avanzata.

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