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L’Università di Pisa lancia il progetto “Pensiamo insieme il futuro, con oltre cento iniziative programmate dal 13 maggio fino a luglio, accessibili online da tutta Italia e dall’estero, che intendono contribuire al rilancio del Paese, all’investimento in cultura e formazione e alla costruzione del futuro dei giovani attraverso attività in rete di crescita, conoscenza, orientamento e approfondimento per tutti i ragazzi, per i futuri studenti universitari, e per la società in genere.

"È il tempo di dimostrare quanto crediamo nel futuro - ha detto il rettore Paolo Mancarella - dando alle nuove generazioni strumenti e possibilità perché possano esserne i veri protagonisti. Mai come oggi il nostro Paese ha bisogno dei suoi giovani. Il progetto nasce con questo intento: fornire loro strumenti e suggerimenti per aiutarli nelle scelte che si accingono a fare, stimolando la loro curiosità e aprendo loro le porte ‘virtuali’ di UniPi, in attesa di poterli accogliere di persona".


Il rettore Paolo Mancarella presenta il progetto "Pensiamo insieme il futuro".


Il progetto (http://unipi.it/pensiamoilfuturo) si articola in tre sezioni. La prima, dal titolo “Parliamone”, consiste in una serie di incontri online in cui giovani dialogano su attualità e futuro con docenti dell’Università di Pisa. In ognuno di essi, quattro docenti si confrontano esaminando da angolature diverse un tema di rilievo per la società moderna in ambito culturale, scientifico, tecnologico, medico, sociale. Lo fanno con un linguaggio accessibile anche agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e rispondendo in diretta agli stimoli provenienti dal pubblico. Si inizia venerdì 22 maggio con l’incontro dal titolo “Tra disastri e sfide epocali: le pandemie e la costruzione del futuro” e si continua nelle settimane successive parlando di “Cibo, salute e fake news” (25 maggio), “Le parole che usiamo parlando, scrivendo, online” (29 maggio), “Cos'è l'intelligenza (non solo artificiale)” (4 giugno), “La vita sugli altri pianeti” (11 giugno) e “Più connessi, più sicuri? La Cybersecurity nella società e nell'economia dei dati” (18 giugno). L’ultimo appuntamento attualmente in programma è per il 26 giugno, quando in discussione ci sono “Le parole dell'economia: Spread, MES, rating, default…”. Incontri successivi saranno fissati su temi richiesti dal pubblico tramite form disponibile sul sito. Chiunque può partecipare agli incontri e proporne di nuovi.

La seconda sezione del programma ha in calendario una serie di lezioni dal titolo “Verso la maturità. Avviciniamoci insieme” per accompagnare gli studenti che stanno per affrontare un appuntamento anche simbolicamente molto rilevante del loro percorso formativo, in una situazione particolare e difficile. Le lezioni saranno incentrate su temi tipicamente affrontati al quinto anno dei vari istituti secondari di secondo grado, con la possibilità di interagire e porre le proprie domande ai docenti universitari. In questo caso, il primo appuntamento è mercoledì 13, dalle 14:30 alle 17:15, con Roberto Gronda che interviene sul rapporto tra “Filosofia e Scienza”, seguito da Saulle Panizza che illustra il tema “Il principio personalista nella Costituzione italiana” e poi Lucia Pallottino, che discute di “La robotica di oggi e di domani”. Le lezioni proseguiranno, a cadenza settimanale, il 20 maggio con i seguenti temi: “Difendere le verità inutili. Pirandello e l’umorismo” (Raffaele Donnarumma), “Biochimica: destinazione cervello” (Eleonora Da Pozzo) e “Le avanguardie del ‘900” (Mattia Patti). La terza e ultima giornata sarà il 27 maggio, quando si parlerà di “Calcolabilità e algoritmi” (Fabrizio Luccio), “Guerra, guerra totale, guerra civile: il secondo conflitto mondiale e la storia del Novecento” (Gianluca Fulvetti) e “I cristalli intorno a noi” (Elena Bonaccorsi).

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La terza sezione, dal titolo “Piacere, UniPi! L’Ateneo si presenta ai futuri studenti”, riguarda le attività di orientamento dedicate ai giovani che nell’attuale situazione di emergenza sono chiamati a fare una scelta, informata e consapevole, sull’opportunità di proseguire la propria formazione e sul percorso universitario più adatto alle loro aspirazioni. Attraverso oltre cento incontri a distanza che saranno man mano pubblicizzati sul sito del progetto, gli studenti e le loro famiglie avranno l’opportunità di vedere e ascoltare dal vivo, in maniera interattiva, il racconto degli studi universitari e di tutto quanto l’Università e la città di Pisa mettono a disposizione per accoglierli e farli crescere sentendosi a casa loro.

A completare il progetto “Pensiamo insieme il futuro”, sul sito sarà possibile trovare anche i 23 video della raccolta “Raccontare la ricerca”, che descrivono alcuni dei principali progetti sviluppati all’Università di Pisa, e i programmi televisivi in corso di realizzazione grazie alla collaborazione con l’emittente “50 Canale” su argomenti legati alla vita durante e dopo l’emergenza coronavirus, oltre che su aspetti, momenti e luoghi dell’Ateneo e della città di Pisa.

Nessuna mora per gli studenti iscritti ai corsi di laurea dell'Università di Pisa che pagheranno in ritardo la seconda, la terza e la quarta rata dell'a.a. 2019/2020. È quanto ha deliberato questa mattina il CdA dell'Ateneo per venire ulteriormente incontro alle esigenze degli studenti in un momento di particolare difficoltà economica per tutta la popolazione.

Nello specifico, non sarà applicata nessuna indennità di mora agli studenti che pagheranno entro il 30 giugno 2020 la seconda rata. Mentre avranno tempo fino al 31 luglio per il saldo della terza, la cui scadenza era già stata spostata dal 15 al 30 maggio. Infine, nessuna mora neanche per coloro che pagheranno la quarta rata entro il 31 agosto.

"In un momento in cui le capacità economiche delle famiglie sono messe a dura prova dall'emergenza Covid-19 non potevamo rimanere indifferenti - ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella - Era necessario fare qualcosa e farlo velocemente, visto anche l'approssimarsi delle scadenze delle tasse universitarie. Con queste ulteriori agevolazioni speriamo di dare un po' di respiro alle famiglie dei nostri studenti".

Tabella Tasse

Il distanziamento che giustamente dobbiamo rispettare ha interrotto ormai da quasi due mesi un elemento importante della socialità: le strette di mano, gli abbracci, gli sguardi ricambiati, i sorrisi, il riverbero delle emozioni, per un’esperienza importante e comune, che si può avere pienamente solo con la prossimità dei corpi. È un aspetto tanto più imprescindibile quando la condivisione riguarda la musica. Lo comprendiamo bene, nell’ascoltarla dal vivo, in un teatro o in una sala da concerto, e ci è chiara in maniera immediata tutta la differenza che corre tra questo tipo di esperienza e una fruizione, sia pure piacevole, dal divano di casa, attraverso un apparecchio che funge da filtro. Quando, poi, la musica diventa esperienza ancora più attiva, per il cantare o il suonare insieme, il significato, non solo tecnico, della vicinanza fisica, diviene ancora più intenso ed evidente.

Tra le altre consuetudini che si sono bruscamente interrotte a causa del coronavirus, ci sono, per noi che facciamo parte del Coro o dell’Orchestra dell’Università, anche quelle delle nostre prove settimanali e dell’attesa degli appuntamenti con chi, da anni, ci fa dono del suo apprezzamento venendoci ad ascoltare.

 

Il video di saluto del Coro dell'Università di Pisa

 

Stiamo cercando – lo abbiamo fatto fin da subito - di sopperire come possiamo, incontrandoci attraverso i mezzi di comunicazione a distanza per continuare un dialogo a più voci, ma in qualche altro possibile modo, dato che la musica presuppone una partecipazione del corpo e quella d’insieme, quindi, non si può certo praticare a distanza.

Pensiamo con inquietudine e rammarico che i teatri, i cinema, i luoghi della cultura condivisa, dovranno comprensibilmente essere, purtroppo, gli ultimi a riaprire e anche questo ci addolora, insieme alla consapevolezza di ciò che potrebbe comportare in termini di sopravvivenza di queste dimensioni culturali primarie e per quanti, lavoratori del mondo dello spettacolo musicale, teatrale e cinematografico, temono per la propria attività futura.

 

 Il video di saluto dell'Orchestra dell'Università di Pisa: "Distanti... ma vicini"
 

Vogliamo, tuttavia, contribuire a tenere alta la voce della speranza nel futuro; una voce che può acquisire senso soltanto attraverso la solidarietà e la socialità. Non possiamo sottrarci alle misure di sicurezza che ancora, sia pure lievemente attenuate, continueranno a regolare le nostre attività, ma vogliamo almeno che la distanza fisica non coincida del tutto con quella sociale.
È questo il senso dei due video, uno del Coro e uno dell’Orchestra dell’Università. Si tratta di un saluto, rivolto alla comunità accademica e alla nostra città: un arrivederci a presto, per gioire ancora, insieme e in uno spazio condiviso, grande e accogliente, di tanta musica!

Maria Antonella Galanti
Responsabile del Centro musicale per la diffusione della cultura e della pratica musicale

Si racconta che in punto di morte a Lev Landau, uno dei più geniali fisici russi di tutti i tempi, sia servito un ventilatore polmonare e che uno dei suoi colleghi abbia proposto di costruirlo seduta stante. Chissà se Cristian Galbiati o i suoi collaboratori del progetto Milano Ventilatore Meccanico (MVM, http://mvm.care/it) conoscono questa storia, o se abbiano avuto il tempo di pensarci durante le poche settimane che hanno impiegato per sviluppare un innovativo ventilatore polmonare per supportare i pazienti Covid-19 ricoverati nelle terapie intensive di tutto il mondo.

Basato su una tecnologia di facile uso ma sicura ed efficiente, MVM ha un sistema di controllo avanzato che consente le diverse modalità di ventilazione con un costo complessivo dei componenti di poche centinaia di euro. Fondamentale è la semplicità del design, che include solo componenti di facile reperibilità sul mercato per poter permettere una produzione rapida e su vasta scala nei diversi Paesi. E l’obiettivo infatti è quello di avviare rapidamente la produzione di 1000 unità in ognuno dei tre Paesi che hanno fatto nascere il progetto: Italia, Stati Uniti e Canada.

DiFrancesco Fabio

Nata da un’idea di ricercatori impegnati in attività di ricerca sulla materia oscura nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e nei laboratori canadesi di SNOLAB e TRIUMF, che hanno messo a disposizione la loro esperienza sui sistemi di controllo gas, la collaborazione MVM opera in un ambiente di innovazione aperta (open hardware). Questo approccio, basato sulla condivisione continua di informazioni, schemi tecnici e risultati ottenuti, ha consentito il rapido avanzamento del progetto, la costruzione di una serie di prototipi funzionanti e portato ora a ottenere la certificazione di emergenza (EUA, Emergency Use Authorization) per l’uso clinico del dispositivo da parte della Food and Drug Administration (FDA), l’ente certificatore statunitense che rappresenta un riferimento a livello mondiale.

Biagini ridPer raggiungere quest’ultimo ma decisivo obiettivo, alcuni ricercatori del dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Università di Pisa (Tommaso Lomonaco, Denise Biagini e Fabio Di Francesco) e dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR (Pietro Salvo), supportati dal personale della Fondazione Toscana “Gabriele Monasterio” ed in collaborazione con la ditta SRA Instruments (Andrea Carretta), hanno prestato l’esperienza maturata in molti anni di ricerca nel campo dell’analisi dei gas espirati per verificare l’assenza di rilasci di composti volatili dannosi per i pazienti che dovranno utilizzare MVM. La collaborazione MVM si propone ora di ottenere sia la certificazione definitiva da parte di FDA che le analoghe certificazioni nazionali ovunque il dispositivo debba essere usato, e di avviare quindi la produzione.

Il mondo scientifico italiano ed internazionale sta dando prova di reagire con prontezza alla sfida globale posta da COVID-19, dimostrando che le conoscenze scientifiche generate dalla ricerca di base anche in campi apparentemente lontani dalla vita di tutti i giorni possono essere molto utili per raggiungere con rapidità obiettivi drammaticamente concreti. MVM è infatti un progetto nato dal basso nella comunità scientifica che si è propagato rapidamente fino ad includere ricercatori di sette nazioni (Italia, USA, Canada, Francia, Spagna, Regno Unito e Polonia), che hanno abbandonato all’improvviso le proprie attività di ricerca per prestare gratuitamente a tutti noi le proprie conoscenze e renderne disponibili i frutti senza fini di lucro. Una bella storia, un atto d’amore verso l’umanità.

Nella foto in alto: da sinistra Di Francesco, Lomonaco e Salvo.
Nella foto in basso: Biagini.

Parte dalle Università di Firenze, Pisa e Siena, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) per la Toscana, il progetto “UNI.T.I. - UNIversità Toscane per l’Infanzia”.

UNI.T.I. mette in campo le competenze e l’esperienza di ricerca in didattica dei docenti delle tre Università toscane per la formazione e l’aggiornamento professionale degli insegnanti di scuola dell’infanzia. A monte del progetto c’è la condivisione da parte di tutti i soggetti promotori del ruolo cruciale dal punto di vista formativo di questo segmento scolare: ruolo troppo spesso dimenticato anche nel dibattito attuale sulla scuola in tempi di emergenza Coronavirus.
Il Progetto rappresenta, inoltre, una prima iniziativa di erogazione congiunta tra i tre Atenei toscani e l’USR di percorsi di formazione insegnanti in servizio condivisi e coordinati a livello regionale. L’auspicio è che da questa prima esperienza possa svilupparsi una collaborazione duratura su questo fronte tra i soggetti in gioco, che risponda alle esigenze formative avvertite dal mondo della scuola del nostro territorio.

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Oltre che agli insegnanti in servizio della scuola dell’infanzia, i seminari sono aperti agli studenti delle Università di Firenze, Pisa e Siena. Al termine l'USR rilascerà una certificazione a tutti i partecipanti.

UNI.T.I. prevede la realizzazione di tre incontri, tenuti in modalità Webinar, che mireranno ad approfondire tematiche particolarmente significative quali: la continuità educativa e il ruolo della scuola dell'infanzia (12 maggio), la partecipazione e l’inclusione (19 maggio), le emozioni e lo sviluppo del bambino (26 maggio).
I seminari si svolgeranno tramite la piattaforma GoToWebinar, messa a disposizione dall’USR Toscana, che permette l’iscrizione fino a 500 persone. Ogni incontro si svolgerà dalle ore 16 alle ore 18,30 e sarà organizzato in 20 minuti di seminario tenuto da tre esperti universitari e 20 minuti dedicati alle risposte alle domande poste dai partecipanti, selezionate da un moderatore.
L’iscrizione ai singoli eventi è obbligatoria e assolutamente gratuita.

Per iscriversi occorre collegarsi ai seguenti link e compilare il relativo modulo:
Incontro del 12 maggio: https://attendee.gotowebinar.com/register/3156281574904521483
Incontro del 19 maggio: https://attendee.gotowebinar.com/register/5248512564585641227
Incontro del 26 maggio: https://attendee.gotowebinar.com/register/2562817974789430795

Il progetto “UNI.T.I.” è stato sviluppato da un Gruppo promotore composto dai delegati alla formazione insegnanti dei tre Atenei, i professori Giovanna Del Gobbo dell’Università di Firenze, Pietro Di Martino dell’Università di Pisa e Emilio Mariotti dell’Università di Siena, e dal direttore generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, Ernesto Pellecchia.
Il Comitato scientifico è formato dai professori Clara Silva dell’Università di Firenze, Donatella Fantozzi dell’Università di Pisa e Alessandra Romano dell’Università di Siena.

Silvano dAltoÈ scomparso a Montecatini, dopo lunga malattia, all’età di 82 anni, il professor Silvano D’Alto. Architetto e sociologo, allievo di Giovanni Michelucci, è stato per lungo tempo docente di Sociologia urbana e di Sociologia dell’ambiente al dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa e membro della Fondazione Giovanni Michelucci di Fiesole.

Originario di Sarzana, D’Alto è stato un uomo di grande generosità e di rara sensibilità. Si era laureato in Architettura a Firenze e dopo alcuni anni dedicati alla professione e all’insegnamento nelle scuole superiori aveva cominciato a collaborare con l’allora dipartimento di Sociologia dove aveva iniziato un lungo rapporto di collaborazione e amicizia con il professor Gian Franco Elia, di cui sarà consigliere ascoltato quando Elia divenne rettore dell’Ateneo pisano.

Longilineo, ossuto, con una candida capigliatura che era il suo tratto distintivo, ha insegnato per tanti anni presso l’Università trasmettendo a generazioni di studenti l’amore per lo studio dello spazio urbano. Instancabile e curioso viaggiatore ha condotto con grande passione ricerche nella savana venezuelana, a Caracas, in Ungheria e in Inghilterra da cui sono derivate numerose pubblicazioni. Tra gli argomenti dei suoi studi ricorre il tema del rapporto urbano e sociale tra centro e periferia per ridare senso e dignità a quest’ultima, come ha detto in uno degli ultimi interventi pubblici: “Avendo riguardo a connettere tutto quello che in periferia è disconnesso o meglio aspetta di essere connesso con forza e con dolcezza di senso”.

È anche per questa delicatezza d’animo e di linguaggio che di lui resta il ricordo di un uomo che ha dedicato tutta la vita alla ricerca del senso profondo delle cose e alla cura degli altri.

Con prudenza e sicurezza verso la normalità. È questa la linea scelta dall'Università di Pisa per contenere la diffusione del virus Sars-Cov-2 nei suoi ambienti di lavoro e di studio durate la fase 2. La ripartenza potrà iniziare già dal 4 maggio, ma in modo graduale, via via che le misure di prevenzione e sicurezza adottate dall'Ateneo entreranno a pieno regime.

"La fase 2, non è il momento del 'liberi tutti', ma della convivenza con il virus - ha commentato il rettore Paolo Mancarella -. È giusto, a mio avviso, che il ritorno alla normalità avvenga per gradi e solo quando la sicurezza degli ambienti sarà garantita al massimo. Dando precedenza a chi è più penalizzato da questa situazione e, nello specifico, ai ricercatori precari e a chi ha progetti di ricerca con scadenze da rispettare". "Sarebbe da irresponsabili – prosegue Mancarella – non far tesoro, in questo delicato momento, di tutto quanto accaduto nel Paese e della risposta eccezionale che la nostra Comunità ha saputo dare all'emergenza".

Esami, lezioni, tesi “in presenza” non riprenderanno: proseguiremo con la didattica online almeno fino al 31 agosto.

Prevista, invece, una riapertura graduale dei laboratori di ricerca, il cui utilizzo sarà permesso, in via prioritaria, ad assegnisti, dottorandi all’ultimo anno, specializzandi, borsisti, laureandi e rtd-a che hanno un termine entro cui svolgere i loro compiti, così da non danneggiarli. Rimarranno chiusi, invece, i laboratori didattici.

Alle stesse categorie sarà anche dato accesso prioritario al servizio di prestito bibliotecario, che ripartirà su appuntamento. Esclusa, invece, la riapertura di sale studio e sale consultazione. Già richiesto alla CRUI, inoltre, un intervento legislativo che consenta la deroga al limite del 15% per le fotocopie dei libri.

Per il personale tecnico-amministrativo sarà incentivato al massimo lo smart-working fino al 31 agosto, limitando a casi specifici, ddebitamente concordati, la presenza in ufficio. Per quanto riguarda i tirocini, invece, istruzioni più precise ci saranno con le nuove Indicazioni complementari al Decreto rettorale di avvio della Fase 2.

In attesa di un calendario ufficiale delle riaperture annunciate, si lavora a pieno ritmo per rendere operative tutte le misure di prevenzione e sicurezza già adottate dall'Università.

Nello specifico, il Tavolo Tecnico ha previsto, prima della riapertura, un piano di sanificazione delle strutture e, a regime, un piano giornaliero di mantenimento. Tutti i dipendenti in servizio saranno forniti di un kit personale per la pulizia degli strumenti d’ufficio, mentre nelle strutture saranno disposti appositi distributori di gel igienizzante per la pulizia delle mani.

In arrivo migliaia di mascherine chirurgiche che si aggiungeranno a quelle che l'Ateno ha ricevuto in donazione anche in queste ore.

Per l'accesso alle strutture dell'ateneo sarà obbligatoria l’autocertificazione quotidiana, tramite apposito modulo, di non aver alcuno dei sintomi associati a Covid-19. La componente medica del Tavolo Tecnico, nella riunione del 29 aprile, ha infatti sconsigliato di limitarsi alla misurazione della febbre, poco efficace, essendo piuttosto importante rilevare tutta la sintomatologia. I 150 termometri ad infrarossi ordinati dall’Ateneo saranno dunque una misura integrativa rimessa al comportamento responsabile di tutti i lavoratori.

Ulteriore misura di prevenzione, i divisori in vetro/plexiglas per separare il personale dal pubblico, installati, prioritariamente, nelle biblioteche e successivamente in altri sportelli di front-office.

Sempre per garantire la massima sicurezza, inoltre, è confermata la distanza di 3 metri da tenere negli ambienti chiusi, già adottata dall’Università fin dal mese di marzo come misura di distanziamento sociale. In corso di approvazione in queste ore, infine, il nuovo Protocollo di Sicurezza Anticontagio aggiornato al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile 2020.

L’IRCCS Fondazione Stella Maris avvia uno studio, che coinvolgerà centinaia di famiglie, per valutare l’impatto che l’emergenza COVID19 ha avuto sui bambini e sugli adolescenti con proble-matiche neuropsichiatriche, sia sul piano psicologico, che sulla possibilità di proseguire almeno in parte le cure. È il primo studio rilevante per ampiezza, profondità e specificità che si realizza nel nostro Paese per indagare gli effetti del lockdown su questa parte debole della società.

COVID PS-IMPACT. Stress familiare e disturbi psicopatologici causati dall’emergenza CO-VID-19 nella popolazione pediatrica con disturbi neuropsichiatrici: l’esperienza della pandemia Sars-Cov-2 in Italia. È questo il titolo dell’inchiesta, sviluppata d’intesa con i direttori delle tre Unità Operative cliniche dell’IRCCS Fondazione Stella Maris (Neurologia e Neuroriabilitazione, professor Giovanni Cioni, Psichiatria, professor Filippo Muratori, Psichiatria e Psicofarmacologia, dottor Gabriele Masi) e tutti gli specialisti che vi lavorano e viene condotta dai medici in formazione della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria infantile dell’Università di Pisa, diretta dalla professoressa Roberta Battini, che ha sede presso l’IRCCS.

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Per condurre lo studio c’è bisogno dell’aiuto di tutte le famiglie disponibili a dedicare un po’ del loro tempo a compilare on-line i tre questionari utili a capire come aiutare tutti i bambini, i ragazzi e le loro famiglie durante e dopo l’emergenza.

Lo studio fa parte dell’inchiesta EACD COVID-19 Survey-Families, promossa in questi giorni in più di 30 paesi dalla European Academy of Childhood Disability, per comprendere non solo l'impatto a breve e lungo termine del lockdown sui bambini e sui loro familiari rispetto alle loro condizioni di salute fisica, mentale, al loro stato finanziario, alle condizioni generali di vita ed alle possibilità di accesso all’istruzione ed a trattamenti e/o servizi, alla disponibilità di determinati tipi di trattamenti/servizi ed alla qualità dei trattamenti/servizi attualmente forniti.
Le informazioni, le opinioni e le proposte che le mamme e i papà forniranno saranno preziosissime per conoscere e dare evidenza alla loro situazione, con la fondata speranza che possano tradursi in proposte concrete per migliorare i servizi resi ai bambini e alle loro famiglie.

Lo studio non ha limitazioni geografiche ma è aperto a tutte le famiglie italiane con bambini e ragazzi con disturbi neuropsichiatrici. Il contributo di ognuno è importantissimo, per questo si chiede la massima partecipazione.

Per aderire al progetto è molto semplice, occorre accedere alla pagina dedicata sul sito dell’IRCCS Fondazione Stella Maris:
https://redcap.irccs-stellamaris.it/surveys/?s=C34CETAAJX, oppure sulla pagina FB dell’IRCCS Fondazione Stella Maris: https://www.facebook.com/IRCCSFondazioneStellaMaris/

Per qualsiasi chiarimento si prega di scrivere a “Linea Diretta”: https://www.fsm.unipi.it/linea-diretta/ o scrivere una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico Pediatrico della Regione Toscana il 21 aprile 2020.

(fonte: Ufficio Stampa IRCCS Fondazione Stella Maris)

LHF-Connect è il progetto che mette a disposizione delle strutture sanitarie le istruzioni per la costruzione di un robot di telepresenza, guidato tramite un software sviluppato da un team di ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) in collaborazione con l’Università di Pisa e rilasciato gratuitamente e open source, disponibile anche sulla piattaforma TechForCare.com recentemente lanciata dall’Istituto per la Robotica e le Macchine Intelligenti (I-Rim) e Maker Faire Rome.

 

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Il primo robot assemblato è ora operativo nelle corsie dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP) di Cisanello (Pisa) e permette al personale sanitario di controllare i pazienti ricoverati affetti da Covid-19 in remoto e di connetterli con le loro famiglie e amici attraverso le video chiamate, per alleviare i lunghi periodi di degenza. Altri test sono stati eseguiti nel Nuovo Ospedale Apuano della Azienda USL Toscana Nordovest. La tecnologia consente inoltre di prestare forme di assistenza di base come la consegna dei farmaci, diminuendo l’esposizione del personale sanitario al virus e riducendo la possibilità di contagio.

In particolare il dispositivo è stato testato, sia in reparti Covid-19 che di terapia intensiva e sub-intensiva, mettendo in comunicazione una paziente ricoverata in corsia e i suoi familiari, che dal momento del ricovero non avevano avuto la possibilità di vedersi. La procedura è avvenuta senza rendere necessaria l’esposizione del personale medico. Durante la sperimentazione si sono valutate anche le procedure per la sanificazione del dispositivo e sono state studiate le modalità per garantire la massima protezione della privacy.

Si sono inoltre sperimentate le potenzialità nel campo della telemedicina effettuando un consulto a distanza in un reparto di terapia intensiva tra il direttore del Dipartimento di Anestesia e rianimazione dell’AOUP Fabio Guarracino e un paziente intubato. Il medico ha osservato i monitor e interloquito con l’infermiere che assisteva il paziente. L’utilizzo di LHF-Connect ha consentito di ridurre sensibilmente i tempi complessivi del consulto, poiché non si è resa necessaria la fase di preparazione e vestizione del medico, e di limitare l’esposizione del personale al rischio di contagio. Inoltre il consulto può avvenire a distanza, anche da una città all’altra, aprendo la strada a molte numerose applicazioni.

Un terzo robot, assemblato autonomamente seguendo le istruzioni del progetto, è invece operativo presso il Centro Polivalente Anziani Asfarm di Induno Olona (Va), un RSA al momento Covid19-free, grazie alle azioni preventive dei gestori della struttura, dove il dispositivo mette in comunicazione gli ospiti con i parenti e, tele-operato dagli operatori della struttura, fornisce assistenza portando quotidiani o medicinali.

Il robot è dotato di una intelligenza artificiale che ne aiuta la navigazione, ma viene supervisionato a distanza da una persona che gli impartisce gli ordini. Al momento il robot viene utilizzato con l’assistenza remota di ricercatori o di operatori sanitari, ma il progetto prevede di istruire i volontari che offriranno alcune ore per guidare a distanza i robot nei reparti Covid-19 che li richiedono, aiutando il personale sanitario già sovraccarico di attività. I volontari possono dare la propria disponibilità sul sito del progetto.

Tecnicamente LHF-Connect è costituito da una base mobile realizzata modificando un’aspirapolvere robotico commerciale, da un piedistallo e due cellulari o tablet. Il software sviluppato dal team IIT e Università di Pisa permette la supervisione del robot da parte di un operatore remoto, rendendolo così in grado di raggiungere i letti dei pazienti ricoverati in isolamento. Quando la connessione tra il paziente e il medico o il parente è stabilita, il pilota volontario abbandona la comunicazione per garantire la privacy.

Il progetto LHF, di cui LHF-Connect è il primo prodotto, prende il nome da “Low Hanging Fruits” cioè quei frutti della ricerca robotica più avanzata svolta negli anni passati, e che sono oggi a portata di mano per una applicazione vasta e immediata. Nell’emergenza Covid-19, i ricercatori del progetto LHF hanno raccolto le necessità delle strutture ospedaliere e pensato a soluzioni rapide e realizzabili con oggetti commerciali di largo consumo, collaudati e disponibili facilmente, in breve tempo e con una spesa ridotta.

Nel caso del robot di telepresenza la spesa complessiva dei componenti necessari si aggira intorno ai 1000 euro, mentre il software viene rilasciato gratuitamente dai ricercatori IIT e reso disponibile, secondo lo spirito Open Source, a tutti i coloro che vogliano utilizzarlo o migliorarne le funzionalità.

Questo progetto ha potuto svilupparsi anche grazie all’azienda iRobot, la casa madre di Roomba - il robot aspirapolvere più diffuso e prodotto in milioni di esemplari – che ha concesso al progetto tutto italiano LHF-Connect di accedere alle proprie librerie software usandole e modificandole. Il progetto LHF è libero da ogni interesse commerciale e aperto all’utilizzo di qualsiasi prodotto possa essere utile.

“Abbiamo parlato molto con i medici ed il personale sanitario, e abbiamo scoperto che non c'era bisogno di “rocket science” per essere veramente utili – oggi e dovunque serva - in questo momento di emergenza. Ci è stato detto che un semplice robot di telepresenza sarebbe stato di grande aiuto per gli operatori, continuamente esposti a rischi di contagio, e per i ricoverati in reparti Covid-19, che rimangono isolati per settimane senza poter avere contatti con le proprie famiglie” racconta Antonio Bicchi, ricercatore IIT, professore all’Università di Pisa e Presidente di I-Rim “Il nostro obiettivo è dare ora il nostro contributo per la gestione delle strutture ospedaliere e un leggero sollievo ai ricoverati e alle loro famiglie. La ricerca italiana in Robotica, che è una delle più forti al mondo, continua intanto a preparare il futuro.” conclude Bicchi.

“Il progetto LHF-Connect offre grandi opportunità ai pazienti affetti da Covid-19, alle persone che vogliono essere loro vicine ed al personale sanitario, duramente impegnato in questa situazione di vera emergenza,” dice Mauro Ferrari, Professore di Chirurgia e Direttore del Centro ENDOCAS dell’Università di Pisa. “Le potenzialità del progetto, tuttavia, si potranno sviluppare oltre i confini di questa fase e saranno utilissime per disegnare una assistenza sanitaria molto più improntata sull’uso della telemedicina. Per questo, sia la Direzione Aziendale, sia i medici già coinvolti nel progetto hanno manifestato interesse e grande disponibilità”.

“Quando si sarà allentata la pressione sui ricoveri per Covid-19, che stiamo già osservando da qualche settimana anche nel nostro ospedale – dichiara il direttore generale dell’Aoup Silvia Briani – è naturale che riprendano gradualmente tutte le attività ma niente potrà più essere replicato con le stesse modalità della fase pre-Covid-19 perché ci saranno nuovi standard di sicurezza cui attenersi. Per cui stiamo già lavorando alla cosiddetta ‘ripartenza’ in accordo con le indicazioni regionali e queste potenzialità offerte dal dispositivo, in particolare sulla telemedicina/teleconsulto sono interessanti e meritano quindi di essere testate”.

"Un progetto concreto che dà un contributo sostanziale nella gestione di questa emergenza che coinvolge ogni ambito della nostra vita, compreso quello affettivo. Ma che soprattutto richiede nuove modalità di intervento in campo assistenziale e medico - commenta il Rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella -. Con LHF-Connect facciamo un passo in più verso la Fase 2 e la nostra Università è fiera di aver fatto parte di questo progetto che nasce da una preziosa collaborazione tra pubblico e privato e che conferma, una volta di più, come il nostro sistema Universitario sia un'eccellenza su cui è necessario investire per il futuro del Paese"

Il progetto rientra nell’iniziativa TechForCare, una piattaforma, recentemente lanciata su iniziativa di I-RIM, l’Istituto per la Robotica e le Macchine Intelligenti che riunisce la ricerca accademica più visionaria e l’industria aperta alle tecnologie avanzate e Maker Faire Rome - The European Edition punto di incontro della community dei makers e degli innovatori.

TechForCare ha il ruolo di raccogliere le esigenze tecnologiche nate in seguito all’emergenza Covid-19 e connetterle con chi tra Istituti di ricerca e Makers può offrire soluzioni pronte in breve tempo.

Qualsiasi struttura sanitaria che abbia bisogno di questa specifica soluzione può collegarsi al sito www.lhfconnect.net dove, oltre a poter vedere il robot in azione, sono disponibili tutti i disegni, il software e le istruzioni per chiunque voglia replicare il dispositivo. Questa e altre iniziative saranno anche presenti sulla piattaforma TechForCare.com e sul sito istituzionale dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).

La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), con la collaborazione anche dell'Università di Pisa, ha realizzato “Vicini a distanza” il video che racconta la pronta reazione degli atenei durante l’emergenza epidemiologica sul fronte della didattica a distanza. Oggi alle ore 12 le università diffondono il video attraverso i propri siti istituzionali e i canali social con l’hashtag #viciniadistanza.

La CRUI con la partecipazione delle università di tutto il paese ha realizzato il "Muro che unisce" (https://www.crui.it/il-muro-che-unisce.html) un insieme di immagini che raccontano il grande lavoro fatto in questa fase per la didattica, gli esami e le sedute di laurea. L'Università di Pisa ha collaborato per ora con le foto messe a disposizione dai professori Marcello Braglia di Impianti industriali meccanici (insieme allo studente Leonardo Marazzini), Gloria Cappelli di Lingua inglese (insieme alle studentesse Simona Barone, Cristina Distefano, Adriana Perrelli e Sara Vassalle), e Sergio Cortesini di Storia dell'arte contemporanea.

Negli scorsi giorni l'Università di Pisa aveva già supportato e contribuito al progetto con un proprio video e con altre iniziative lanciate con l'hashtag #UnipiNonSiFerma, a testimonianza di una comunità attiva e vivace anche di fronte alle difficoltà di questa fase. 

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