La mostra “Lungo il Nilo”
Dal 28 aprile al 25 luglio 2010 l’Egitto è a Palazzo Blu, a Pisa, in una mostra dedicata alla Spedizione Franco-Toscana, finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa e curata da Marilina Betrò, in collaborazione con Gianluca Miniaci e Paolo Del Vesco. Scintillante nastro, il Nilo di questa mostra conduce il visitatore attraverso un viaggio a più dimensioni. Lungo i mille chilometri che da Alessandria portarono Champollion, Rosellini e la loro Spedizione Franco-Toscana ad Abu Simbel, scorrono - scanditi dal tempo delle loro soste, delle impressioni narrate, dei disegni e delle antichità che da lì riportarono, qui esposti - i millenni della storia e civiltà dell’antico Egitto, che per la prima volta andavano ricostruendo coloro che seppero ridare voce alla sua scrittura dimenticata. Un Egitto visto con gli occhi incantati di chi ne riscopriva le meraviglie, ancora in gran parte celate e note a pochi; riletto con l’ebbrezza di chi poteva finalmente di nuovo ascoltare - dopo secoli di silenzio - quelle parole antiche: l’attimo zero del lungo percorso che dalla riscoperta dell’Egitto ha portato alla scienza di oggi. È dunque anche il viaggio lungo duecento anni della moderna egittologia, iniziata con Champollion, proseguita da Rosellini, che qui a Pisa insegnò, visse, lasciò un patrimonio di documenti, disegni, manoscritti, ancora in buona parte inediti, e un’eredità di studi, raccolta oggi dagli insegnamenti di Egittologia che in questa città e Università si sono succeduti. Ciò che è esposto in mostra rappresenta una parte piccola, ma significativa, del frutto di sedici mesi di intenso lavoro della “Spedizione Letteraria Toscana in Egitto”, che Ippolito Rosellini (Pisa,1800-1843) diresse nel 1828-29, su incarico del Granduca di Toscana Leopoldo II. La Spedizione affiancava quella parallela francese, guidata dal celeberrimo decifratore dei geroglifici, Jean-François Champollion, quale primo fortunatissimo esempio di una joint expedition internazionale. A quel viaggio e in particolare alla parte toscana della Spedizione e ai suoi frutti ha aperto le sale Palazzo Blu, ospitando tra le sue pareti circa 250 opere, scelte tra le più belle o significative di quanto Rosellini riportò in Toscana, ad illustrazione di alcune delle celebri tappe di quel viaggio: Saqqara, Beni Hasan, Tebe, Abu Simbel e altre ancora.
Dei monumenti visitati, degli scavi intrapresi, dell’incanto come delle fatiche ci parlano sito per sito i disegni e gli acquerelli dei pittori della Spedizione, accostati alle note rapide sui taccuini, alle lettere, agli oggetti: il brano di un diario che narra con voce emozionata della scoperta di una tomba intatta nella necropoli tebana fa da contrappunto agli oggetti stessi di quella scoperta, il corredo della nutrice di una principessa, figlia del re Taharqa, esibito in mostra; gli stupendi acquerelli dei bassorilievi di Abu Simbel disegnati al lume delle fiaccole sono esposti insieme alle lettere e ai diari che descrivono le condizioni di lavoro inimmaginabili in cui furono realizzati; i documenti che registrano le incombenze quotidiane, le liste degli oggetti personali - libri, strumenti scientifici, pennelli e colori ma anche armi – affiancano i campioni di piante raccolti dal naturalista della Spedizione, Giuseppe Raddi, la piccola collezione etnografica messa insieme in Nubia da Gaetano Rosellini, ingegnere della Spedizione e zio di Ippolito, i vasi raccolti negli scavi e documentati con precoce e moderna sensibilità archeologica. Dopo un’introduzione dedicata alla genesi dell’idea e al tragitto verso l’Egitto, un luminescente Nilo accompagna il visitatore della mostra nella sua sezione centrale, lungo un percorso simbolico da Alessandria fino ad Abu Simbel e alla Seconda Cateratta. Da qui inizia il viaggio di ritorno, con la lunga sosta a Tebe, l’antica capitale dell’impero egiziano, che catturò la Spedizione con le sue inesauribili meraviglie: il lungo soggiorno, che li vide per la prima volta abbandonare barche e tende per alloggiare prima nella “principesca” dimora della tomba di Ramses IV, poi in una vera casa sulle colline della necropoli, e produsse una messe ricchissima di oggetti, disegni e quaderni manoscritti, è rappresentato nella mostra da una sezione apposita. Con la penultima parte del percorso si lascia il Nilo per entrare in un nuovo diverso viaggio, quello negli usi e costumi degli antichi Egiziani, così come Rosellini li ricostruì attraverso lo studio delle scene, dei testi e dei tanti oggetti di vita quotidiana che da lì aveva riportato. L’ultima sezione della mostra è infine dedicata al ruolo di Rosellini nella diffusione della scienza egittologica: con la morte precoce di Champollion a 42 anni, lo studioso italiano, che a sua volta morì a soli 43, ne restò infatti il solo erede scientifico e continuatore. Alla sua opera si deve la formazione di grandi egittologi, come il tedesco Richard Karl Lepsius, e la nascita dell’egittologia italiana. La realizzazione della mostra è stata possibile grazie alle opere gentilmente concesse dalla Biblioteca Universitaria di Pisa, dal Museo Egizio di Firenze, dalle Collezioni Egittologiche dell’Ateneo pisano, dal Museo dell’Opera Primaziale Pisana e dal Museo Botanico di Pisa. Il catalogo (Lungo il Nilo. Ippolito Rosellini e la Spedizione Franco-Toscana in Egitto 1828-1829) è pubblicato dall’editore Giunti. (m.b.)