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Martedì, 12 Novembre 2013 13:01

Aspettando Halloween

Giovedì 24 ottobre alla Gipsoteca di Arte Antica, in piazza San Paolo all'Orto, il Sistema Museale di Ateneo dell'Università di Pisa presenta il primo appuntamento della rassegna "Aspettando Halloween", fra conversazioni, spettacoli e visite guidate, un programma "da brivido" tutto a ingresso libero.

Si comincia alle 17.00 con il maestro Alessio Sabella che parlerà del tema "Il gotico in musica. Percorsi nel macabro, dal tardo Medioevo all'estetica rock" seguendo il percorso evolutivo dell'idioma musicale gotico lungo le sue diverse incarnazioni attraverso i secoli: dai primordi polifonici della Scuola di Notre-Dame alle arditezze dell'Ars Subtilior tardogotica, dalla temperie preromantica e neogotica alla musica notturna di Béla Bartók, fino alla sua piena affermazione nell'ambito del gothic rock, dark wave e heavy metal.

Alle 20.30 si svolgerà poi lo spettacolo-conferenza "Il faro. Unfamous Last Words... Le ultime parole "poco" famose di Edgar Allan Poe", di e con Alessandro Ferrari, organizzato dalle associazione culturali Alchemia e Il Teatro Fantasma, con il contributo del consiglio degli studenti dell'Università di Pisa.

C'è anche un progetto dell'Università di Pisa tra quelli premiati con un Advanced Grant dall'European Research Council (ERC): la professoressa Maria Concetta Morrone, docente di Fisiologia dell'Ateneo, si è aggiudicata un finanziamento di 2,5 milioni di euro per il periodo 2014-2018 con una ricerca nel campo delle neuroscienze cognitive. "Early cortical sensory plasticity and adaptability in human adults" – questo il titolo del progetto finanziato – si propone di indagare la plasticità e la capacità di adattamento del cervello degli adulti, con studi sperimentali in ambito clinico che riguardano in particolare gli aspetti visivi.

Lo studio vedrà la collaborazione scientifica dell'Istituto Neuroscienze del CNR e il coinvolgimento della Fondazione Stella Maris per l'utilizzo del macchinario Imago 7. "La plasticità neuronale è un meccanismo importante per la memoria e la cognizione – spiega la professoressa Morrone – Per molto tempo si è pensato che i sistemi neuronali sensoriali siano "plastici" solo durante il cosiddetto "periodo critico", capaci cioè di modificare la propria struttura e la propria funzionalità esclusivamente in età giovane. Con il nostro studio dimostreremo che tale capacità di cambiamento è presente anche nel cervello degli adulti, e in particolare per le proprietà visive di base come la dominanza oculare".

Il gruppo di ricerca guidato da Maria Concetta Morrone – che comprende anche studiosi dell'Istituto di Neuroscienze del CNR, dell'Università di Firenze, della Stella Maris, del Meyer e dell'Università di Oxford – ha già indagato il grande potenziale plastico della corteccia visiva adulta, aprendo la strada a nuove e importanti applicazioni in ambito diagnostico e terapeutico, in particolare nell'ambito del trattamento dell'ambliopia (o "occhio pigro") in età pediatrica. Nell'ambito del progetto finanziato dall'ERC, gli studiosi proporranno una serie di esperimenti organizzati in diverse linee di ricerca, a partire dallo studio degli effetti a breve periodo della deprivazione monoculare sulla riorganizzazione della corteccia visiva negli adulti e dall'analisi delle implicazioni cliniche del patching monoculare nei bambini affetti da ambliopia e all'esplorazione funzionale della corteccia visiva nei neonati..

Il gruppo di ricerca è formato da numerosi ricercatori toscani che da molto tempo collaborano con Maria Concetta Morrone, come il professor Giovanni Cioni, la dottoressa Michela Tosetti della Fondazione Stella Maris, il professor David Burr dell'Università di Firenze (uno dei primi laureati ERC in Italia) e da molti giovani dottorandi e post-doc.

"Nel labirinto delle ideologie" è il titolo del convegno in programma a Pisa dal 24 al 25 ottobre nell'Aula Magna del dipartimento di Scienze politiche, un'iniziativa che intende ricordare la figura e l'opera di Domenico Settembrini, per molti anni docente di Storia del movimento operaio e del sindacalismo, di Storia del pensiero politico contemporaneo e di Storia delle dottrine politiche nella facoltà di Scienze politiche dell'Università di Pisa. I lavori si apriranno giovedì 24 ottobre alle ore 15 e si articoleranno in tre sessioni. Tra i relatori al convegno Giampietro Berti, Lorenzo Infantino, Luciano Pellicani, Antonio Carioti, Dario Antiseri, Claudio Cesa.

Domenico Settembrini è stato uno dei massimi conoscitori del pensiero rivoluzionario dell'Ottocento e del Novecento – il marxismo, l'anarchismo, il leninismo, il fascismo – che ha esplorato con straordinaria curiosità intellettuale, rigore filologico e originalità interpretativa. La sua è stata una delle voci più autorevoli del pensiero liberale che ha tenuto desti i valori della ragione critica e della libertà intellettuale in un'Italia all'epoca dominata, sia nel mondo accademico che nella società, da un soffocante conformismo ideologico.

L'Università di Pisa ricorda il professor Umberto Carpi, a poco più di due mesi dalla scomparsa, con un incontro che si terrà mercoledì 23 ottobre 2013, a partire dalle ore 15, nell'Aula Magna del Polo Carmignani. L'iniziativa, coordinata dal professor Gianfranco Fioravanti, sarà aperta dai saluti del rettore Massimo Augello e del sindaco Marco Filippeschi. Subito dopo seguiranno gli interventi dell'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che era legato a Umberto Carpi da una lunga amicizia e dalla comune esperienza al ministero dell'Industria, del commercio e dell'artigianato, e dei professori Marco Santagata e Salvatore Settis, amici e colleghi di Carpi, che ripercorreranno la biografia scientifica e culturale dell'insigne docente di Letteratura italiana.

Nell'ambito delle manifestazioni promosse in tutta Italia dall'Istat e dalla Società italiana di statistica (Sis) per celebrare la "Giornata italiana della statistica", mercoledì 23 ottobre il dipartimento di Economia e management dell'Università di Pisa organizza una giornata di studi dal titolo "La misura del benessere in Italia: il ruolo della statistica". I lavori si terranno nell'Aula magna del Polo Piagge (in via Matteotti 3) e saranno aperti alle ore 11 dalle presentazioni di Monica Pratesi, docente di Statistica, Paolo Scapparone, docente di Economia politica, e Paolo Picchi, dirigente del Servizio sistema informativo, studi e statistica della Provincia di Pisa.

Seguiranno gli interventi di Chiara Gigliarano, ricercatore del dipartimento di Scienze economiche e sociali dell'Università Politecnica delle Marche, "Misurare il benessere economico e sostenibile in Italia: un confronto regionale"; Linda Porciani, dell'Istat, sede per la Toscana, "Gli indicatori di benessere in Italia e in Toscana"; Luca Faustini, dell'Istat, sede per la Toscana, "Un focus sulla Toscana in base alle statistiche ufficiali del territorio"; Michela Casarosa, responsabile dell'Ufficio Statistica, supporto alla programmazione e osservatorio sociale della Provincia di Pisa, "Knowledge for planning. L'esperienza della Provincia di Pisa verso l'evidence-based policy making". La giornata di studi si chiuderà alle 13 con le conclusioni di Alessandro Valentini, dell'Istat, sede per la Toscana

La "Giornata italiana della statistica" è una manifestazione che punta a favorire lo sviluppo della funzione statistica nel Paese ed è inserita nel quadro più ampio delle celebrazioni dell'Anno internazionale della statistica.

"Vanitas. Bellezza e cosmesi nell'antichità" una rassegna a ingresso gratuito, tre pomeriggi di conferenze, workshop e visite guidate alle collezioni dell'Università con in più l'esposizione dei costumi di scena della fondazione Cerratelli.

L'Egitto è il tema della prima giornata. Lunedì 21 ottobre dalle 16.00 alla Gipsoteca di Arte Antica, in piazza San Paolo all'Orto 20, interverranno il direttore del Museo Egizio di Firenze, Maria Cristina Guidotti, con una conferenza dal titolo "Cosmesi e bellezza nell'antico Egitto", e il make-up artist Roberto Consoli, con un workshop dedicato alle reinterpretazioni moderne del trucco egizio nel cinema a cui seguirà una visita guidata alle collezioni egittologiche a cura della responsabile, Flora Silvano.

Mercoledì 23 ottobre alle 15,30 è prevista una visita guidata all'Orto Botanico, in via Luca Ghini 13, incentrata sulle piante usate nella cosmesi e quindi la conferenza "La cosmesi: un mondo in continua evoluzione" di Daniela Monti e Silvia Tampucci del dipartimento di Farmacia.

L'ultimo incontro è dedicato al mondo greco e romano. Mercoledì 30 ottobre dalle 16.30 alla Gipsoteca di Arte Antica, la responsabile, Fulvia Donati, terrà la conferenza "La moda e la bellezza muliebre nel mondo antico" e accompagnerà i partecipanti in una visita guidata delle collezioni. A seguire, Diego Fiorini, della Fondazione Cerratelli, e Bruna Niccoli, dell'Università di Pisa, affronteranno il tema dell'"Interpretazione della classicità dall'archivio di costumi di scena Cerratelli".

La rassegna "Vanitas. Bellezza e cosmesi nell'antichità" è organizzata dall'Archeoclub di Pisa, con il patrocinio e il contributo del Comune di Pisa e la collaborazione del Sistema Museale di Ateneo dell'Università di Pisa e della Fondazione Cerratelli.

Martedì, 12 Novembre 2013 12:54

Come riciclavano gli uomini di Neandertal

Per chi pensa che il riciclaggio sia una pratica moderna, arriva una smentita direttamente dalla preistoria: secondo studi internazionali a cui ha partecipato anche Giovanni Boschian, docente di Antropologia dell'Università di Pisa, i nostri antenati del Paleolitico erano soliti riciclare gli oggetti di uso comune nella vita quotidiana. Le prove di questa usanza sono state presentate a Tel Aviv a un convegno che ha visto la partecipazione di cinquanta antropologi e paleontologi da tutto il mondo: "Abbiamo indizi che già 300.000 anni fa l'uomo di Neandertal avesse la consuetudine di riutilizzare utensili precedentemente scartati – spiega Boschian – Gli uomini davano a questi oggetti una nuova forma e un nuovo impiego, per questo possono essere considerati gli iniziatori della pratica del riciclaggio".

Il professor Boschian ha condotto le sue ricerche a Castel di Guido, un sito archeologico presso Roma, risalente a circa 320-270.000 anni fa. La peculiarità di questo luogo è la presenza di attrezzi - detti bifacciali per la loro forma - non solo in pietra, ma anche in osso di elefante. Il sito, infatti, era ricco di pozze d'acqua usate come abbeveratoi naturali da elefanti e altre specie (incluso l'uomo), una situazione ideale per gli umani che, comunemente dediti allo sciacallaggio, prelevavano cibo dalle carcasse degli elefanti già morti, o che forse loro stessi avevano finito.

"L'uso di questa materia prima, decisamente raro, era dovuto alla scarsezza di materie prime come la selce e altre pietre nella zona – dice Boschian – Per realizzarli venivano utilizzate, oltre alla pietra, grosse schegge di osso di elefante, derivanti dall'estrazione del midollo, complemento alimentare fondamentale nella dieta dell'epoca. Già questa può essere considerata una forma iniziale di riciclaggio, ma dallo studio di questi oggetti si scopre che a Castel di Guido essi venivano spesso riutilizzati a distanza di tempo, o che una volta rotti erano riciclati per altri scopi".

L'uso di carcasse di animali uccisi da cause naturali come siccità o predazione da parte di altri animali era relativamente comune nelle società del Paleolitico, sin da almeno 2,5 milioni di anni fa, per procurarsi cibo come carne, grasso e midollo. Tuttavia quest'aspetto non viene normalmente considerato come vero e proprio riciclaggio, ma semplicemente un modo di procurarsi cibo. Anche il riuso di utensili, per mezzo di una sorta di "riaffilatura", non è considerato strettamente riciclaggio.

"Il riciclo vero e proprio è inteso come uso per scopi completamente nuovi di oggetti scartati dopo una precedente utilizzazione – specifica Boschian – Ciò comporta ripensare e riprogettare il nuovo uso e in certi casi modificare la forma iniziale dell'oggetto, con un'operazione che implica attitudini mentali avanzate, in particolare la capacità di previsione e la progettualità, ravvisabili in alcune tecniche di lavorazione che sembrano esser state mirate a ottenere oggetti che in futuro potessero essere riutilizzati".

Un altro aspetto particolarmente interessante è la lettura "sociologica" che si può dare questo fenomeno: "Il riciclaggio poteva essere dovuto sia alla scarsezza di materie prime, sia alla generale "pigrizia" degli umani, come dimostrato dal fatto che se ne rinvengano prove anche in altri siti del Paleolitico in cui le materie prime non scarseggiano. Tutto questo testimonia un'evoluzione delle capacità mentali dell'uomo, ma anche il permanere di certi suoi peculiari atteggiamenti nei confronti della vita".

Giovedì 17 e venerdì 18 ottobre, i docenti e i ricercatori della Scuola civilistica pisana organizzano un convegno dal titolo "La metafora delle fonti e il diritto privato europeo" dedicato al professor Umberto Breccia, ordinario di Diritto privato dell'Università di Pisa, che dal 1° novembre cesserà l'attività di docente. Il convegno, ospitato a Palazzo Reale, si articolerà in tre sessioni e vedrà la presenza di relatori illustri, tra cui il giurista Stefano Rodotà e i giudici della Corte costituzionale Paolo Grossi e Giuseppe Tesauro.

I lavori si apriranno giovedì 17 alle ore 15 con i saluti della professoressa Emanuela Navarretta, a nome della direzione del dipartimento di Giurisprudenza. Seguirà la prima sessione del convegno dal titolo "Principi costituzionali, Europa e diritto privato", presieduta da Pietro Rescigno, con gli interventi di Federico Sorrentino, Stefano Rodotà, Antonio Gambaro e Fabio Padovini.

Venerdì 18 ottobre il convegno riprenderà alle ore 9.00 con la sessione presieduta da Piero Schlesinger "Diritto dell'Unione Europea e diritto privato", con relatori Giuseppe Tesauro, Carlo Castronovo, Vincenzo Roppo e Adolfo di Majo. L'ultima sessione, presieduta da Paolo Grossi, avrà inizio alle ore 15 e vedrà le relazioni di Nicolò Lipari, Salvatore Patti, Aurelio Gentili e Giuseppe Vettori. Le conclusioni saranno affidate a Francesco D. Busnelli.

Un team di ricercatori dell'Università di Pisa ha "fotografato" per la prima volta come si sviluppa il cervello se manca la serotonina, la cosiddetta "molecola della felicità" così chiamata perché fra le più coinvolte nel controllo dell'umore e delle emozioni. La ricerca sarà pubblicata a ottobre sulla rivista scientifica americana "Molecular Psychiatry", prima al mondo per impact factor nella classifica nel campo della psichiatria.

Per raggiungere l'obiettivo i ricercatori pisani hanno utilizzato sofisticate tecnologie di genetica molecolare e hanno sostituito su cavie di laboratorio la sequenza del gene responsabile della sintesi di serotonina con una proteina verde fluorescente o Green Fluorescent Protein (GFP) in modo da riuscire a vedere i neuroni con grande precisione attraverso speciali tecniche di microscopia.

"Per la prima volta grazie alla nostra metodologia abbiamo osservato una drastica alterazione dello sviluppo della ramificazione delle fibre dei neuroni serotoninergici. Normalmente il cervello contiene un numero molto piccolo di neuroni capaci di sintetizzare la serotonina e solo grazie alla presenza di fibre nervose altamente ramificate è possibile trasportare e distribuire questo neurotrasmettitore in tutte le aree dell'encefalo", ha spiegato il professor Massimo Pasqualetti del Dipartimento di Biologia dell'Ateneo pisano che ha coordinato un team di ricerca tutto al femminile e composto da Sara Migliarini, Barbara Pelosi e Giulia Pacini.

"La nostra scoperta – ha aggiunto Massimo Pasqualetti - dimostra dunque che alterazioni dei normali livelli di serotonina durante lo sviluppo del sistema nervoso centrale agiscono sulla formazione delle corrette connessioni (o circuiteria) nel cervello causando alterazioni permanenti che potrebbero predisporre a patologie neuropsichiatriche dello sviluppo, le quali, a loro volta, possono essere all'origine, anche nell'uomo, dell'insorgenza di più gravi disturbi neuropsichiatrici come schizofrenia e autismo".

Al Museo della Grafica a Pisa in Lungarno Galilei 9 rivive la cerimonia del tè del Giappone imperiale con il Maestro Ikka Tsukuda, i cui antenati furono i primi a servire il tè all'imperatore. L'appuntamento è per venerdì 18 ottobre: il primo turno è alle 17 e il secondo alle 18,15. Il biglietto di ingresso costa 5 euro ed è necessaria la prenotazione via mail o telefono (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Tel. 050 2216067).

La cerimonia del tè, un rito antichissimo tutt'oggi è praticato in Giappone, si svolge nell'assoluto silenzio dei partecipanti, padrone e ospiti. Tutta la cerimonia è un insieme di gesti fissi e lentissimi che racchiudono una vera e propria tecnica di meditazione strettamente legata al pensiero e alle pratiche ZEN.

La cerimonia del tè sarà preceduta da una conferenza del Maestro Ikka Tsukuda che si svolgerà mercoledì 16 ottobre alle 17 nell'Aula Magna del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali in via del Borghetto 80 a Pisa dal titolo "Scienza alimentare e cultura del tè in Giappone".

Entrambe gli eventi sono organizzati dall'Università di Pisa, dall'Istituto Giapponese di Cultura "Japan Foundation", da MIRAI Associazione Culturale Italo-Giapponese, dal Sistema Museale di Ateneo, dal Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, dal Centro di ricerca «Nutraceutica e alimentazione per la salute» dell'Università di Pisa e dal Comune di Pisa.

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