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Lunedì, 18 Luglio 2011 10:42

Nuova aula studio all'ex-Cral

aula ex Cral136 postazioni sono a disposizione degli studenti dell'Università di Pisa nella nuova aula studio situata nella Palazzina "ex-Cral" di via Buonarroti, la più grande di tutto l'Ateneo. La sala è stata inaugurata lunedì 18 luglio, alla presenza del prorettore per gli Studenti, Rosalba Tognetti, e di quello per l'Edilizia, Sandro Paci, oltre che del presidente del Consiglio degli studenti, Emiliano Dovico.

Fino alla fine dello scorso anno accademico l'aula era utilizzata per le lezioni del corso di laurea in Biologia, che da alcuni mesi sono state spostate e suddivise tra il Polo Fibonacci e il Polo di Porta Nuova. Smantellate le precedenti strutture in legno, i locali sono stati risanati, messi a norma dal punto di vista della sicurezza, dotati di un moderno impianto di illuminazione e ripavimentati secondo lo stile dell'ambiente. Sono stati quindi arredati recuperando materiale dalle sale studio dismesse "Solferino" e "Giardino" e attrezzati con torrette per l'utilizzo dei computer e altri supporti informatici. L'intero intervento è costato diverse decine di migliaia di euro.

Nei prossimi mesi saranno realizzati altri lavori, che renderanno il complesso Pacinotti ancora più funzionale e accogliente, andando così incontro alle esigenze di spazi di studio e di aggregazione più volte espresse dagli studenti pisani.

Orario: dal lunedì al sabato 8-24; domenica e festivi 10-24

Ne hanno parlato:

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ET4Technological research, team work and multi-disciplinary competence are the key words of the 'E-Team', the University of Pisa racing team, which for many years has taken part in the 'Formula SAE' and 'Formula Student' international competitions. There is no exception to the above work involved in the creation of the new ET4, or rather Etken, which was inaugurated at Palazzo Vitelli in the presence of the Chancellor Massimo Augello and the Vice Chancellor, Nicoletta De Francesco.

The novelty of the 2011 vehicle begins with its name, the product of a sophisticated symbolic game. ET4, in fact, should more properly be read as Etken from the capital letter 'Ken' from the Armenian alphabet which looks very similar to a 4, whose Unicode (a standard for representing characters as integers) is 1343, the year the University of Pisa was founded. Furthermore, 'Ken' is an old English term that the philosopher John Locke used to identify knowledge and from which derives the single-seater's motto: "Think beyond your ken."

Technologically speaking this new vehicle (the fourth created and built by the Pisa University team) has an Aprilia SXV engine with its chassis in steel tubes created at the 'Pieracci Meccanica' garage and super-light components designed by the students and built by 'Brusa Meccaniche' and 'INFN.' Tests were carried out thanks to vehicles being available from 'Liberty Rentals.'

The 'E-Team Project' was established in 2008. Over the course of the years, the 34 (original) members from the Faculty of Engineering were joined by students from the Faculties of Economics, Law, Letters and philosophy, Foreign languages and literatures, and Political Science, whose competences are fundamental because the team is not called only to design and build the vehicles, but also to face problems relating to research and management of economic resources, marketing, public relations and communication.

ET4 logoAfter a rather radical generational overhaul this year the team is composed of 35 students from various scientific and 'humanities' Faculties.

The debut of the single-seater on the track dates back to 2008 on the Fiorano circuit in the 'Formula SAE Italy' race. The ETI ranked first among the novices and third among the Italian teams in the endurance race. 2009 was a crucial year. With ET2ev the Pisan team took part in the 'Formula Student Germany' driving on the historical Hockenheim track, together with other 78 teams from universities all over the world. They arrived at tenth place in the 'cost report' static test . In the same year they took part in 'Formula SAE Italy' at the Varano dè Melegari racetrack, under the eyes of a technical jury, composed of engineers from the most prestigious Italian automobile firms including: Lamborghini, Ferrari, Maserati and Dallara. In the race the single-seater came in at second place in the Italian group and twelfth place out of 39 of the international teams. They arrived at ninth place in the 'design event' static test and at fifth place in the 'cost event.' 2010 was the year of ET3, created by a more numerous and heterogeneous team (a mark of the growing notoriety of the project). The team returned to competitions in Italy and Germany and projected themselves up to the top place of all the Italian teams and reached ninth place in the world championships. The 2011 program is set to have 'Formula Student Germany' in August and 'Formula SAE Italy' in September.

Et4 GruppoThe objectives reached in these years go beyond the already excellent sporting results. The 'E-Team Project', in fact, represents a training ground where the aim is to design and create, in a short time, a technologically advanced product which is solidly verifiable on the track when competing in races. A laboratory for learning through competition, therefore, is a priceless opportunity for young students who wish to work in the most prestigious car and motorbike firms in Italy and abroad.

Giovedì, 14 Luglio 2011 09:53

ETken in pole position

ET4 con rettoreRicerca tecnologica, lavoro di gruppo e competenze multidisciplinari sono le parole d'ordine dell'E-Team (www.eteamsquadracorse.it), la squadra corse dell'Università di Pisa che da diversi anni partecipa alle competizioni internazionali della Formula SAE e della Formula Student. A queste regole non sfugge la nuova monoposto, la ET4 o meglio ETken, che è stata inaugurata a Palazzo Vitelli alla presenza del rettore Massimo Augello, del prorettore vicario, Nicoletta De Francesco, del faculty advisor, Massimo Guiggiani, e del capo progetto, Gabriele Fantechi. I due piloti sono Mario Bertolotto e Tommaso Castellini, entrambi studenti di Ingegneria.

Le novità della vettura 2011 partono dallo stesso nome, frutto di un sofisticato gioco simbolico. ET4, infatti, andrebbe letto più propriamente come ETken, dalla lettera maiuscola "ken" dell'alfabeto armeno molto simile a un 4, il cui numero Unicode è 1343, anno di fondazione dell'Università di Pisa. Inoltre "ken" è il termine in antico inglese che il filosofo John Locke utilizza per identificare la conoscenza e da qui deriva il motto della monoposto: "Think beyond your ken".

A livello tecnico la nuova vettura, la quarta ideata e costruita dal team universitario di Pisa, pesa circa 200 chili e monta un motore Aprilia SXV, con potenza di 65 cavalli e capacità di accelerazione da 0 a 100 chilometri in 4 secondi. Ha un telaio in tubi di acciaio realizzato alla Pieracci Meccanica e componenti superleggeri - cerchi in magnesio, carene, sospensioni e semiassi in carbonio - progettati dagli studenti e realizzati da Brusa Meccaniche e dall'INFN. È inoltre dotata di cambio sequenziale e telemetria bidirezionale. I test sono effettuati grazie agli automezzi messi a disposizione da Liberty Rentals.

ET4 LogoIl progetto dell'E-Team è nato nel 2008. Nel corso degli anni, ai 34 elementi provenienti da Ingegneria si sono aggiunti studenti delle facoltà di Economia, Giurisprudenza, Lettere, Lingue e Scienze politiche, le cui competenze sono fondamentali perché, ai fini delle gare, la squadra non è chiamata solo a progettare e costruire la vettura, ma anche ad affrontare i problemi legati alla ricerca e gestione delle risorse economiche, al marketing, alle pubbliche relazioni e alla comunicazione. Dopo un ricambio generazionale piuttosto radicale, quest'anno la squadra è composta da 35 studenti di diverse facoltà scientifiche e umanistiche.

Il debutto in pista della monoposto risale al 2008, sul circuito di Fiorano, in una gara di Formula SAE Italy. La ET1 si classifica prima tra i debuttanti e terza tra le squadre italiane alla gara di durata. Il 2009 è un anno cruciale: con la ET2ev il team pisano prende parte alla Formula Student Germany, sullo storico circuito di Hockenheim, insieme ad altre 78 squadre provenienti dalle università di ogni parte del mondo e si qualifica al decimo posto nella prova statica del cost report. Nello stesso anno partecipa alla Formula SAE Italy, all'autodromo di Varano de' Melegari, sotto l'occhio di una giuria tecnica composta da ingegneri delle più prestigiose maison automobilistiche italiane tra le quali Lamborghini, Ferrari, Fiat, Maserati e Dallara. In gara la monoposto si piazza al secondo posto tra le italiane e al dodicesimo nella classifica generale dei 39 team internazionali. Ottiene inoltre il nono posto nella prova statica design event e il quinto nel cost event. Il 2010 è l'anno della ET3, realizzata da un team sempre più numeroso ed eterogeneo, segno dell'accresciuta notorietà del progetto. La squadra si ripresenta alle competizioni in Italia e Germania, proiettandosi al vertice tra le squadre italiane e al nono posto della classifica mondiale. Il programma del 2011 prevede la partecipazione alla Formula Student Germany in agosto e alla Formula SAE Italy in settembre.

ET4 GruppoGli obiettivi raggiunti in questi anni vanno oltre i pur eccellenti risultati in ambito sportivo. Il progetto E-Team rappresenta infatti una palestra formativa in cui si deve progettare e realizzare, in tempi brevi, un prodotto tecnologicamente avanzato e che abbia una concreta verifica sul campo con la partecipazione alle gare. Un laboratorio per imparare attraverso la competizione, dunque, e un'opportunità preziosa per i giovani studenti che desiderano lavorare nelle più prestigiose case automobilistiche e motoristiche italiane ed estere.

 




Ne hanno parlato:

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Tirreno Pisa

L'Unità Toscana

Quotidiano Nazionale

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Nazione Pisa

 

 

volume studentesseAnnamaria Galoppini è stata a lungo titolare della cattedra di Diritto privato nella facoltà di Scienze politiche dell'Università di Pisa. Ha dedicato i suoi studi a temi di diritto privato con rilevanti profili politologici, quali la parità di trattamento (fra uomo e donna, fra le minoranze religiose e etniche) e la protezione dei soggetti deboli (infermi di mente, lavoratori subordinati), i rapporti familiari, la responsabilità per danni. Recentemente Annamaria Galoppini ha pubblicato un libro che ripercorre la storia delle donne all'Università di Pisa tra la fine del XIX e la metà del XX secolo.
 

Studiando i problemi della condizione femminile, come vado facendo da molto tempo, era naturale incontrare quello dell'accesso delle donne all'istruzione, in particolare all'istruzione superiore, nel quale le esponenti del movimento di emancipazione (prima fra tutte, Anna Maria Mozzoni) avevano visto il mezzo (insieme con il lavoro extradomestico) per liberare le donne dalla loro plurisecolare inferiorità civile e politica.

L'occasione mi è venuta dalla "Festa della Toscana", dedicata dalla Regione nel 2002 alla storia delle donne, nella sua dimensione regionale e nelle sue articolazioni locali. In una città come Pisa, la storia dell'istruzione femminile superiore si salda con quella della sua antica e celebre Università.

Lunghe indagini archivistiche e documentarie mi hanno portato ad elaborare elenchi di iscritte e di laureate e diplomate, con statistiche, grafici e tabelle sulla situazione delle studentesse pisane fino al 1940 e, su questa base, a costruirne la storia. Si è venuto così a delineare anche un profilo di storia dell'Università pisana, in quegli stessi anni: una storia, allo stato, tutta da scrivere.

Annamaria Galoppini


Per saperne di più:
Annamaria Galoppini, Le studentesse dell'Università di Pisa (1875-1940), Edizioni ETS, 2011
Scheda volume

 



 

Francesca Larosa, studentessa del secondo anno di Economia e commercio all'Università di Pisa, ha rappresentato l'Italia come ministro dello sviluppo ai G8/G20 Youth Summits, che si sono tenuti in Francia dal 29 maggio al 3 giugno 2011. In questo articolo, la giovane studentessa racconta la sua esperienza a Parigi.

Francesca LarosaHo sempre seguito con grande interesse le riunioni dei grandi del mondo ritenendo che i destini dei popoli fossero dipendenti dagli scambi di opinione derivanti da quelle conversazioni. Il G8 e il G20 hanno sempre rappresentato per me due clubs privati ed esclusivi, due circoli del potere.

Dopo una selezione basata su CV, lettera motivazionale e colloquio su Skype, sono stata chiamata per rappresentare l'Italia come Ministro dello Sviluppo ai G8/G20 Youth Summits di Parigi (29 Maggio – 3 Giugno 2011). Stessa forma di quelli "reali", ma delegati molto più giovani e freschi.

A portare alte le istanze del "Bel Paese" sette baldi universitari, divisi per competenze: Capo di Stato (Edoardo Morgante), Sherpa

(Marta Castellani), Economia (Francesco Tacconi), Difesa (Nicola Speranza), Esteri (Cinzia Bianco), Ambiente (Erika Guerra) ed la sottoscritta allo Sviluppo. Sono partita da Pisa piena di emozione, di speranze, un paper in tasca che mi ha fatto da guida e ha tracciato la mia linea di discussione e tanta voglia di dire la mia. Difesa ed Esteri nel G8, gli altri nel G20, Capi di Stato e Sherpa in entrambi i summit.

Giunti nella capitale francese le aspettative non sono state deluse: il lavoro presso la ESCP (l'università che ospitava le negoziazioni) si è rivelato stimolante e i partecipanti al programma attenti, competenti e pieni di potenziale. L'agenda del mio pannello ha interessato la volatilità dei prezzi del cibo, la produttività nel settore agricolo, le rimesse degli immigrati, il microcredito, la microfinanza e fin da subito abbiamo capito come ognuno di noi avesse le idee ben chiare in proposito. Al contrario di ciò che si ritiene, nel G8/G20 non si vota: non è la maggioranza a fare la differenza, ma il consenso, il chè rende le cose più complesse da un punto di vista diplomatico perchè si ha la necessità di coinvolgere le istanze di tutti e trovare un compromesso soddisfacente. Ovviamente Paesi più importanti e potenti, contano teoricamente di più, ma l'Italia ha in questo caso, lasciato un'impronta davvero positiva in quasi tutte le aree. Dalle più problematiche (come la Difesa e gli Esteri) a quelle più friendly (come Ambiente e Sviluppo), siamo riusciti a mantenere un'ottima linea e a parlare in rappresentanza di una popolazione giovanile che troppo spesso è relegata nel silenzio e nella passività politica.

E' stato decisivo, a questo riguardo, il pre-summit: Europe's Voice, una tavola rotonda, anch'essa organizzata per Ministeri diversi, di tutti i delegati europei (Francia, Italia, Regno Unito, Germania e l'Unione Europea come osservatore), al termine della quale è stato prodotto un comunicato finale che ha gettato le fondamenta per quello, successivo e più complesso, del G8/G20.

Ci siamo ben presto resi conto dell'importanza di un'istituzione sovranazionale, della nostra matrice comune e del vantaggio che ciascuno poteva trarre nell'essere appoggiato da altri quattro stati. Un "gioco cooperativo" per usare una terminologia economica, che ha dato degli ottimi risultati portandoci ad una win-win strategy che ci ha profondamente aiutato in sede di negoziazione con Paesi più lontani quali Indonesia, Russia e Giappone.

Gruppo G8Tornata a casa sento di aver imparato moltissimo e di aver avuto modo di esprimere le mie idee come mai prima: è chiaro che la nostra opinione personale fosse irrilevante, ma l'individualità ha giocato un ruolo chiave: un delegato forte è anche colui che alle competenze e alle conoscenze aggiunge una personalità forte e dinamica. Ho avuto una possibilità unica di affacciarmi da vicino al mondo diplomatico (anche se in senso giovanile) e di capire quanto sia difficile conciliare posizioni a volte opposte; ho dovuto fare i conti con le differenze linguistiche (tutti i summit sono in inglese) prestando attenzione al fatto che definire l'Iran "amico" o "alleato" può dar vita ad una discussione interminabile (i Capi di Stato sono rimasti chiusi nelle loro stanze a negoziare fino alle 6:30 del mattino, ndr). Ho fatto i conti con gli stereotipi culturali che tutti i popoli hanno sulle spalle, sentendo la responsabilità di dimostrare che gli Italiani possono arrivare prima dei tedeschi sul lavoro e provando profonda soddisfazione nel notare un lieve stupore sui visi degli altri.

Dal punto di vista umano, la ricchezza acquisita è inesprimibile a parole. Molti di coloro con cui ho avuto la fortuna di parlare sono, senza ombra di dubbio, i leader del futuro, coloro che con le loro idee guideranno gli Stati in un futuro non troppo lontano e la sensazione è di viva speranza. La nostra generazione non è semplicemente più mobile di quella precedente; è caratterizzata da un'internazionalizzazione che sta facendo davvero la differenza. Basti pensare al fatto che ognuno di noi parlava almeno due o tre lingue: la comunicazione si appiana, le differenze sono solamente fonte di ricchezza.

Tornata in patria, la delegazione italiana sta lavorando alla messa in piedi di un'associazione che coordini questi tipi di summit dalla logistica alla preparazione. Con l'appoggio del Ministro della Gioventù che abbiamo incontrato prima di partire e di altre organizzazioni internazionali e non, speriamo di essere in grado di diventare ancora più forti e di preparare la strada per i successivi giovani Ministri. Nel frattempo sosteniamo gli esami in università portando avanti il nostro singolare percorso, ognuno nella propria sede. Dalla Cina al Canada, i piccoli rappresentanti delle 20 potenze del mondo, continuano le loro vite. Il prossimo anno i summit saranno divisi: G8 negli Stati Uniti e G20 in Messico e c'è chi già si sta preparando all'evento. Nel frattempo è possibile leggere il comunicato finale su www.g8-g20-youth-summits.org, scoprire i CV dei delegati, vedere i video degli eventi e delle negoziazioni e farsi un'idea almeno approssimativa di ciò che è stato. United we stand, divided we fall: al prossimo anno!

Francesca Larosa


Ne hanno parlato:

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TgRegioneToscana.it

Reti oggettiNel nostro futuro ci saranno telefonini in grado di monitorare i parametri vitali del portatore e di trasmetterli in tempo reale al centro ospedaliero di riferimento, sistemi che rilevano i livelli di traffico all'interno di una galleria avvisando i soccorsi in caso di allarme, frigoriferi che controllano e segnalano la scadenza degli alimenti e automobili che dialogano con i semafori. Questi sono solo alcuni esempi delle infinite applicazioni di Internet 3.0, che metterà in rete tra loro non solo i computer, ma oggetti diversi e di uso quotidiano, dotati di una propria "intelligenza" e capaci di comunicare tra loro attraverso piccoli sensori che trasmettono e ricevono informazioni. Il risultato sarà un universo fisico interconnesso, che è stato ribattezzato "Internet delle cose" ("The Internet of Things").

La Comunità Europea ha riconosciuto l'importanza che queste applicazioni avranno nella nostra vita quotidiana e ha deciso di stimolare e finanziare la nascita di uno spazio comune europeo di ricerca e di formazione nel settore, attraverso la creazione di una rete di eccellenze raccolte intorno allo "European Institute of Embedded Control" (EECI). In questa rete, l'Università di Pisa ha un ruolo di primissimo piano, essendo la struttura coordinatrice degli studi congiunti di dottorato ICO-NEH (International Curriculum Option of Doctoral Studies in Networked, Embedded, and Hybrid Control Systems for Complex Distributed Heterogeneous Systems). ICO-NEH è frutto di un accordo sottoscritto da 18 tra le maggiori università italiane ed europee (italiane, tedesche, francesi, spagnole, olandesi e greche) per la creazione di un percorso comune di eccellenza negli studi di dottorato, che porterà alla formazione di una comunità scientifica formata da giovani di alto livello e dalle solide basi comuni.

Bicchi

"L'Unione Europea - spiega Massimo Augello, rettore dell'Università di Pisa – sta finanziando molti progetti legati al cosiddetto Internet 3.0, poiché mira a conservare e se possibile consolidare il primato acquisito in questo campo su Stati Uniti e Giappone. La questione della formazione è dunque decisiva per creare una comunità di scienziati altamente qualificata e in grado di competere con quelle dei Paesi non europei. Per questo, la firma della convenzione ICO-NEH rappresenta per l'Italia un'importante opportunità per rimanere all'avanguardia in un settore tecnologico strategico e molto promettente in quanto a sviluppi applicativi".

"Creando una rete internazionale di atenei e laboratori interdisciplinari che collaborano tra di loro – aggiunge Antonio Bicchi, direttore del Centro 'Enrico Piaggio' dell'Università di Pisa e ideatore di ICO-NEH – l'internet degli oggetti sarà integrato sempre di più con campi di ricerca molto diversi, come robotica, informatica, medicina e molti altri, generando applicazioni e risolvendo problemi socialmente molto rilevanti, come la produttività e la piacevolezza del lavoro, la medicina e la riabilitazione, l'assistenza e la cura domestica".

Ne hanno parlato:

Repubblica Affari e Finanza

Il Fatto Quotidiano

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reti oggettiIn our future there will be mobile phones capable of monitoring their bearers' vital parameters and transmitting these, in real time, to referred hospitals, systems which will be able to detect traffic levels inside tunnels thus averting rescuers in case of alarm, fridges which will control and detect food expiration, and cars which will converse with traffic lights. These are a few examples of the infinite applications of 'Internet 3.0' which will place onto the network not only the computers themselves (all interconnected) but various objects of daily use 'gifted' with their own 'intelligence' and capable of communicating among themselves via small sensors which can transmit and receive information. The result will be an interconnected physical universe which has been renamed: 'The Internet of Things.'

The European Community has recognised the importance these applications will have in our daily lives and has decided to encourage and finance the establishment of a European common space for research and training in this sector through the creation of a 'Network of Excellence (NoE)' revolving around the EECI (European Embedded Control Institute). The University of Pisa has a major role in this network in that it acts as the coordinating body of the 'ICO-NEH joint course in doctorate studies' (International Curriculum Option of Doctoral Studies in Networked, Embedded and Hybrid Control Systems for Complex Distributed Heterogenous Systems). ICO-NEH is the product of an agreement undersigned by 18 of the largest Italian and European (Italian, German, French, Spanish, Dutch and Greek) universities for the creation of a 'pathway to excellence' via a doctorate course which will result in the training of a high level young-bodied scientific community having a solid common basic understanding among its members.

Bicchi"The European Union" explains Massimo Augello, Chancellor of the University of Pisa, " is financing many projects concerned with 'Internet 3.0', since it aims at preserving and, if possible, consolidating the primacy acquired in this field over the United States and Japan. The question of training is crucial for creating a community of highly qualified scientists capable of competing with others from non-European countries. For this, the signing of the ICO-NEH convention represents an important opportunity for Italy to continue its avantgarde approach in a sector which is technologically strategic and which is very promising in terms of application development."

"In creating an international network of universities and interdisciplinary laboratories which inter-collaborate," adds Antonio Bicchi, director of the 'Enrico Piaggio Centre' at the University of Pisa and creator of the 'ICO-NEH Project,' 'The Internet of things' will be integrated more and more with very diverse fields of research, such as robotics, I.T., medicine and many others, all of which will generate applications such as productivity, 'agreeableness' of work, medicine, rehabilitation, assistance and domestic care.

Venerdì, 08 Luglio 2011 15:11

Bruner: letteratura, diritto e vita

Jerome BrunerPer tre giorni Pisa ha ospitato uno dei più grandi rappresentanti della psicologia contemporanea: Jerome Bruner. Studioso di psicologia, di diritto e di letteratura, Bruner, uno dei padri del cognitivismo e della psicologia culturale, può essere definito un grande umanista dei nostri tempi.

L’ultimo dei tre incontri, che si è tenuto il 6 luglio a giurisprudenza, è stato dedicato ai rapporti tra diritto, letteratura e vita. Un incontro molto partecipato, tanto che è stato necessario trovare un’aula più grande, mentre il novantaseienne professor Bruner aspettava pazientemente su una panchina nel cortile della Sapienza.

Poi l’aula è stata scelta, si è riempita, e alla fine, sorridente e appoggiandosi sul suo bastone è entrato in aula Jerome Bruner, che risponde abbastanza ai cliché del vecchio saggio, con la faccia abbronzata e segnata da profonde rughe e gli occhi ingranditi e un po’ deformati dalle lenti degli occhiali.

Dopo le presentazioni di Daria Coppola e Pierluigi Consorti, Bruner è “saltato”, come ha affermato, al cuore del tema del suo intervento: la necessità del rapporto tra letteratura e diritto, quindi la necessità di una forte interdisciplinarità nella ricerca e nella didattica accademica. Quell’ interdisciplinarità che, ha riconosciuto Consorti nella sua introduzione, suona ancora scandalosa, specialmente in ambito giuridico in Italia.

Il rapporto tra letteratura e diritto è invece secondo Bruner fondamentale: sia la letteratura che il diritto descrivono, ognuno a suo modo, la realtà sociale in cui hanno radici comuni.

Mentre la letteratura però esplora le possibilità della vita, ciò che potrebbe essere, il diritto impone delle costrizioni, limita le possibilità dentro delle norme, ed è sostenuto in questa limitazione dal complesso e potente apparato repressivo (magistratura e forze dell’ordine) di cui sono dotati gli stati moderni.

Nelle aule di tribunale anglosassoni, i testimoni cominciano alzando la mano destra e dicendo

“Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità”. È impossibile, chiosa Bruner ridendo, però è chiaro che il diritto vuole la verità, mentre la letteratura vuole la verosimiglianza, ha come criterio ciò che è umanamente possibile.

Nonostante le loro grandissime differenze, diritto e letteratura hanno però bisogno l’uno dell’altra, condividono un approccio umano alla nostra condizione: condividono un modo di pensare “narrativo”, il modo in cui diamo senso alla condizione umana.

Per definire cosa è la narrazione Bruner ha come punto di riferimento un grande del pensiero classico, Aristotele, e il suo concetto di “peripeteia”, lo sconvolgimento delle attese per un evento imprevisto. Al centro di ogni buona storia c’è una violazione di un codice di norme, perchè ogni storia ha una sottostante assunzione di valori: la narrazione procede col tentativo di rimettere a posto le cose, di trovare una soluzione allo sconvolgimento che è successo.

Un altro grande punto di riferimento è Michail Bachtin quando afferma che la funzione della letteratura è di rendere strano ciò che è familiare.

Bruner mima la letteratura: la letteratura ti acchiappa per la giacca e dice “Ehi , aspetta un momento! Ti pare normale tutto questo?”. La letteratura ha quindi un carattere sovversivo e disturbante.

Nel suo corso ad Harvard Bruner ha deciso di alternare di settimana in settimana lo studio di casi giuridici allo studio di casi letterari: ad esempio è stato chiesto agli studenti di fare un’analisi giuridica dell’Orestea di Eschilo, che è particolarmente significativa per i suoi rapporti con il diritto. Allo stesso tempo anche i casi giuridici vengono studiati dal punto di vista letterario. La giustizia e il diritto devono gestire il conflitto tragico, e hanno bisogno della letteratura per comprendere la tragedia.

“Le tre giornate con Jerome Bruner” afferma Daria Coppola, del Dipartimento di Linguistica, una delle organizzatrici dell’iniziativa “sono state un’importante occasione di apertura dell’Università, di contatto tra il mondo accademico, la provincia, il comune e le scuole del territorio.

Spesso all’università si raggiungono risultati nel campo della ricerca di cui le scuole sono del tutto all’oscuro. Allo stesso tempo nelle scuole molti insegnanti sperimentano sul campo metodologie innovative che sarebbero estremamente interessanti per il mondo accademico. Gli incontri con Bruner sono stati una preziosa occasione non solo per riflettere assieme su temi importanti, ma anche per prendere contatti e gettare i semi per future collaborazioni.”

“L’importanza di figure come Bruner” continua Coppola “sta anche nel suo insistere sull’interdisciplinarità della ricerca e dell’attività accademica.A volte ci si chiude a coltivare il proprio giardinetto e si guarda solo a quello, senza accorgersi, a causa dei muri di recinzione, degli altri giardini che ci circondano; se si abbattessero le recinzioni, anziché avere tanti piccoli giardini avremmo un bel parco da coltivare assieme, con maggior beneficio per tutti. Oggi, con l’affermarsi di modelli aziendali anche per l’università, si insiste troppo sulla competizione e poco sulla collaborazione. Un grande maestro come Bruner ci ricorda che nel 21° secolo la ricerca o è interdisciplinare o non è”.

CaneÈ stata eseguito all'Ospedale didattico veterinario "Mario Modenato" dell'Università di Pisa il primo intervento in Italia e tra i primi al mondo di plasmaferesi terapeutica con tecnica di filtrazione a cascata in un cane affetto da mieloma multiplo. Tale tecnica consente la separazione del plasma dai globuli rossi, mediante l'ausilio di un primo filtro separatore, e nella sua successiva purificazione per passaggio in un filtro di depurazione. Questo permette di allontanare i composti nocivi presenti in circolo, mantenendo inalterate le restanti componenti ematiche del paziente.

La plasmaferesi fa parte di un gruppo di tecniche terapeutiche, estremamente complesse, definite genericamente con il termine di terapie extracorporee che, sebbene ampiamente diffuse in medicina umana, trovano un'applicazione ancora molto limitata in medicina veterinaria. La terapia plasmaferetica prevede una numerosa serie di applicazioni cliniche e rientra in un progetto ambizioso che nasce dalla collaborazione tra il dipartimento di Clinica veterinaria dell'Ateneo pisano e la University of California Davis. È infatti all'Università di Davis che la dottoressa Ilaria Lippi, che ha eseguito l'intervento di plasmaferesi, ha appena trascorso un periodo di studio e aggiornamento sotto la guida del professor Larry Cowgill.

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La dottoressa Lippi fa parte dell'Unità operativa di medicina interna e di medicina d'urgenza dell'Ospedale didattico veterinario, dove lavora sotto la guida della professoressa Grazia Guidi.

La collaborazione tra Ilaria Lippi e il professor Cowgill, nonché le competenze e la forte determinazione della professoressa Guidi, hanno portato di recente alla creazione nell'ospedale pisano di una della Sezione di nefrologia, emodialisi e purificazione ematica, diretta dalla stessa Guidi, che rappresenta una sostanziale novità nel panorama universitario veterinario italiano e conferma la volontà e l'impegno della facoltà pisana di Medicina veterinaria a raggiungere standard qualitativi sempre migliori nella didattica e nella ricerca.

Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa

Nuovo Corriere di Firenze

InToscana.it

PisaNotizie.it

TirrenoPisa.it

NazionePisa.it

Agi.it

Martedì 12 luglio alle ore 9, nei locali del Centro di calcolo, la facoltà di Economia organizza un incontro dedicato alla simulazione del test di accesso. All'iniziativa, organizzato dalla Commissione orientamento e comunicazione in collaborazione con la Commissione test di accesso, parteciperanno 45 studenti provenienti dagli istituti superiori delle varie province della Toscana, la maggior parte dei quali ha partecipato a "Porte aperte a Economia 2011".

Obiettivo dell'incontro è quello di illustrare le modalità di svolgimento del test di accesso per favorire la preparazione e rendere più agevole l'approccio alla prova. A tal fine, a una prima parte illustrativa, seguirà una vera e propria simulazione pratica effettuata con i computer del Centro di calcolo della facoltà.

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