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Al via a Pisa la prima edizione del master di II livello in Cardiologia del cane e del gatto (Cardio_Pet), organizzato dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa in collaborazione con il Consorzio Quinn. Il percorso formativo ad alta specializzazione è il secondo in Italia nel suo genere e ha ricevuto l’interesse da medici veterinari da tutta Italia e anche dall’estero. Diretto dalla professoressa Rosalba Tognetti, il master ha lo scopo di fornire agli allievi competenze teorico-pratiche approfondite nel campo della cardiologia veterinaria. Il corso proporrà un ampio ventaglio di conoscenze, aggiornate allo stato dell’arte, per la diagnosi, la prognosi e la terapia delle malattie cardiocircolatorie del cane e del gatto con lo scopo di consentire a ciascun partecipante di acquisire le competenze e le abilità indispensabili per la gestione autonoma del paziente cardiopatico. Saranno inoltre affrontate le tematiche della responsabilità professionale, della gestione dei dati sensibili, della comunicazione con il proprietario e del lavoro in equipe.

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Alla lezione inaugurale del master, tenuta da Massimiliano Tursi, ricercatore dell’Università di Torino, hanno portato i loro saluti la professoressa Anna Monreale, delegata del rettore per i master, il direttore del Dipartimento di Scienze Veterinarie Francesco Di Iacovo, la direttrice Rosalba Tognetti, il coordinatore scientifico Tommaso Vezzosi, il coordinatore didattico Giacomo Petrini. Era presente anche il tutor d’aula Andrea della Pina, che seguirà e assisterà gli allievi nel corso dell’anno.

“Abbiamo attivato questo master pensando rivolgerci a medici veterinari in cerca di occasioni formative e di aggiornamento professionale con peculiarità molto specifiche e siamo rimasti piacevolmente colpiti dall’interesse che abbiamo generato – commenta la professoressa Rosalba Tognetti – Abbiamo infatti ricevuto 120 domande di iscrizione al test di ammissione, con richieste arrivate da tutta Italia e anche da paesi esteri come Grecia e Svizzera, da parte sia di giovani medici veterinari, sia da parte di professionisti già avviati che hanno deciso di investire risorse nel potenziamento e perfezionamento delle loro competenze. Alla fine, abbiamo ammesso 44 allievi, decidendo di ampliare del 10% il numero massimo di partecipanti e dare l’opportunità di frequentare il corso a più persone”.

“Il master che si inaugura oggi alle Benedettine va ad ampliare un’offerta formativa post laurea che già di per sé è molto ricca - aggiunge la professoressa Anna Monreale - Questa ricchezza è il risultato della preziosa attività dei nostri docenti che, come in questo caso, decidono di investire in una formazione all’avanguardia, che permette ai partecipanti di adeguare ed elevare il proprio livello professionale, facilitando l’accesso a posizioni lavorative qualificate e un aggiornamento delle competenze. Avere attività così fruttuose, che aprono le porte a collaborazioni con il mondo accademico internazionale, con il mondo dei professionisti e con le aziende, è a mio parere di fondamentale valore e come Università stiamo lavorando e continueremo a lavorare per supportare queste iniziative”.

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“È con estrema soddisfazione e impegno che il QUINN, in qualità di consorzio universitario dell’ateneo pisano specializzato nell’alta formazione, ha messo a disposizione il proprio know-how più che trentennale nell’organizzazione di master – dichiara Giacomo Petrini – La collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria risale agli anni Novanta ed oggi arriva a segnare una nuova e importante tappa. In coerenza con la nostra mission, il team del QUINN e i nostri docenti sono pronti a dare il loro contributo a questa nuova avventura capace di intercettare un bisogno diffuso pur nella sua specificità tecnica”.

Il master è organizzato in sei moduli didattici che si svolgeranno in sei settimane singole distribuite nell’arco dell’anno. Mentre i laboratori e le dimostrazioni pratiche saranno ospitati all’Ospedale Didattico Veterinario di San Piero a Grado, le lezioni teoriche si terranno al Centro Congressi Le Benedettine e, saltuariamente, anche in altre aule dell’Ateneo, con la volontà di far vivere ai partecipanti l’ambiente universitario pisano valorizzando anche il rapporto con la città.

Il telefonino che si scarica troppo velocemente? Il problema può dipendere dai vari protocolli con cui navighiamo in rete e non è detto che quelli più recenti siano anche i più vantaggiosi dal punto di vista energetico. La notizia arriva da uno studio dell’Università di Pisa e dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR recentemente pubblicato sulla rivista Pervasive and Mobile Computing.

In particolare, l’obiettivo dei ricercatori era di valutare il consumo energetico di smartphone e dispositivi di Internet of Things (IoT) rispetto ai diversi protocolli HTTP che sono alla base della trasmissione dati sul Web.

“Generalmente quando si parla delle differenti versioni del protocollo HTTP l’attenzione è focalizzata sulle “prestazioni” intese come il tempo necessario a scaricare dati e risorse mediante la rete – spiega Alessio Vecchio autore dello studio e docente al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Ateneo pisano – Il nostro studio invece si è concentrato sul consumo energetico che è particolarmente rilevante nel contesto dell’Internet delle Cose (Internet of Things), dove molti dispositivi sono alimentati a batteria. In questo ambito risparmiare energia consente di allungare significativamente il tempo di vita del dispositivo, evitando la sostituzione o la ricarica delle batterie con conseguenze positive in termini di sostenibilità e usabilità”.

Il protocollo HTTP è tra i protocolli di comunicazione più usati nelle reti informatiche, basti pensare che il Web si basa su di esso. Anche la comunicazione tra dispositivi IoT, quali sensori o sistemi per la domotica, è spesso basata sul protocollo HTTP. Attualmente le tre versioni principali sono HTTP/1.1, HTTP/2, e il più recente HTTP/3, che differiscono in modo sostanziale tra di loro, anche per prestazioni energetiche. Come ha rivelato lo studio, in alcuni scenari HTTP/3, che generalmente è più efficiente delle altre versioni, può consumare fino al 30% in più. Questo, per esempio, accade quando i dati da trasferire sono molti, mentre consuma meno degli altri quando i dati sono pochi.

“Il nostro studio è importante per due motivi, uno di carattere pratico e uno di carattere scientifico – sottolinea Vecchio - Dal punto di vista pratico, grazie ai risultati ottenuti, è possibile, per chi sia interessato a costruire sistemi che facciano uso di smartphone e dispositivi IoT, fare delle scelte che tengano conto degli aspetti di natura energetica. Dal punto di vista scientifico, si aprono nuovi scenari di ricerca. Ad esempio, lo studio di algoritmi intelligenti che siano

La ricerca è stata svolta nel contesto di Future-Oriented REsearch LABoratory (FoReLab), un progetto del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) con il programma Dipartimenti di Eccellenza.

Hanno partecipato allo studio insieme ad Alessio Vecchio, Chiara Caiazza, Dottore di Ricerca in Smart Computing (programma di dottorato congiunto erogato dalle Università di Firenze, Pisa e Siena) e Valerio Luconi, Dottore di Ricerca in Ingegneria dell’Informazione presso Università di Pisa nel 2016 e ricercatore presso Istituto di Informatica e Telematica del CNR dal 2019.

Tutti e tre i partecipanti al gruppo di ricerca sono accomunati dall’interesse e dall’attenzione per le tematiche ambientali, in particolare per la sostenibilità energetica. Lo studio delle implicazioni energetiche dei protocolli di rete è quindi stato un ottimo punto di incontro per coniugare aspetti di ricerca legati all’informatica e all’ingegneria dei sistemi con tematiche di risparmio energetico.

 

 

 

 

 

 

 

Il telefonino che si scarica troppo velocemente? Il problema può dipendere dai vari protocolli con cui navighiamo in rete e non è detto che quelli più recenti siano anche i più vantaggiosi dal punto di vista energetico. La notizia arriva da uno studio dell’Università di Pisa e dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR recentemente pubblicato sulla rivista Pervasive and Mobile Computing.

In particolare, l’obiettivo dei ricercatori era di valutare il consumo energetico di smartphone e dispositivi di Internet of Things (IoT) rispetto ai diversi protocolli HTTP che sono alla base della trasmissione dati sul Web.

“Generalmente quando si parla delle differenti versioni del protocollo HTTP l’attenzione è focalizzata sulle “prestazioni” intese come il tempo necessario a scaricare dati e risorse mediante la rete – spiega Alessio Vecchio autore dello studio e docente al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Ateneo pisano – Il nostro studio invece si è concentrato sul consumo energetico che è particolarmente rilevante nel contesto dell’Internet delle Cose (Internet of Things), dove molti dispositivi sono alimentati a batteria. In questo ambito risparmiare energia consente di allungare significativamente il tempo di vita del dispositivo, evitando la sostituzione o la ricarica delle batterie con conseguenze positive in termini di sostenibilità e usabilità”.

Il protocollo HTTP è tra i protocolli di comunicazione più usati nelle reti informatiche, basti pensare che il Web si basa su di esso. Anche la comunicazione tra dispositivi IoT, quali sensori o sistemi per la domotica, è spesso basata sul protocollo HTTP. Attualmente le tre versioni principali sono HTTP/1.1, HTTP/2, e il più recente HTTP/3, che differiscono in modo sostanziale tra di loro, anche per prestazioni energetiche. Come ha rivelato lo studio, in alcuni scenari HTTP/3, che generalmente è più efficiente delle altre versioni, può consumare fino al 30% in più. Questo, per esempio, accade quando i dati da trasferire sono molti, mentre consuma meno degli altri quando i dati sono pochi.

“Il nostro studio è importante per due motivi, uno di carattere pratico e uno di carattere scientifico – sottolinea Vecchio - Dal punto di vista pratico, grazie ai risultati ottenuti, è possibile, per chi sia interessato a costruire sistemi che facciano uso di smartphone e dispositivi IoT, fare delle scelte che tengano conto degli aspetti di natura energetica. Dal punto di vista scientifico, si aprono nuovi scenari di ricerca. Ad esempio, lo studio di algoritmi intelligenti che siano in grado di scegliere dinamicamente la versione del protocollo HTTP più efficiente dal punto di vista energetico a seconda dello schema di comunicazione, della quantità di dati da trasferire e delle condizioni della rete”.

 

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Una foto del sistema di monitoraggio

 

La ricerca è stata svolta nel contesto di Future-Oriented REsearch LABoratory (FoReLab), un progetto del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) con il programma Dipartimenti di Eccellenza.

Hanno partecipato allo studio insieme ad Alessio Vecchio, Chiara Caiazza, Dottore di Ricerca in Smart Computing (programma di dottorato congiunto erogato dalle Università di Firenze, Pisa e Siena) e Valerio Luconi, Dottore di Ricerca in Ingegneria dell’Informazione presso Università di Pisa nel 2016 e ricercatore presso Istituto di Informatica e Telematica del CNR dal 2019.

Tutti e tre i partecipanti al gruppo di ricerca sono accomunati dall’interesse e dall’attenzione per le tematiche ambientali, in particolare per la sostenibilità energetica. Lo studio delle implicazioni energetiche dei protocolli di rete è quindi stato un ottimo punto di incontro per coniugare aspetti di ricerca legati all’informatica e all’ingegneria dei sistemi con tematiche di risparmio energetico.

 

 

 

 

 

 

 

Venerdì, 26 Gennaio 2024 10:36

Bando per attività di tutoraggio all'INFN

L'Istituto di Fisica Nucleare - INFN ha istituito un albo nazionale di validità annuale per studenti che vogliano svolgere attività di tutoraggio nelle attività di outreach.

L'iscrizione all'albo è riservato a studenti con laurea triennale in una materia STEM conseguita con voto =>95/110.
Il compenso per il tutoraggio ammonterà a 25 euro/ora, fino a un massimo di 20 ore. 

Tuttele informazioni al link: https://www.inpa.gov.it/bandi-e-avvisi/dettaglio-bando-avviso/?concorso_id=045854baa89c455fa544529bcc86b146 

Venerdì, 26 Gennaio 2024 10:32

Bando Servizio Civile Universale

Sul portale del Ministero dell'Università e della Ricerca è stata pubblicata la notizia relativa al bando per il Servizio Civile Universale.
Le domande di partecipazione sono aperte sino al 15 febbraio 2024.

Tutte le informazioni, il bando e l'opuscolo al link.

ANNELIES LOCANDINA CONCERTOGiovedì 25 gennaio, alle 21.15, nella Sala Titta Ruffo del Teatro Verdi di Pisa, va in scena "Annelies" di James Whitbourn, un’opera musicale per strumenti, coro e soprano solista che traspone in musica il famosissimo diario di Anne Frank (il cui nome per esteso era appunto Annelies). Il concerto, organizzato dal Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici dell'Università di Pisa in occasione del Giorno della Memoria, sarà introdotto dal musicologo Alessandro Cecchi (Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica).

La partitura dell'opera, che si sviluppa in 14 movimenti, è stata scritta in due versioni: una più ampia, per orchestra sinfonica, ed una più intima, per una compagine di strumentisti composta da clarinetto, violino, violoncello e piano. Annelies è stata eseguita per la prima volta al National UK Holocaust Memorial Day a Westminster Hall, Londra, il 27 gennaio 2005, mentre la prima mondiale è avvenuta nell'aprile 2005 alla Cadogan Hall di Londra, diretta da Leonard Slatkin con il Coro di Clare College Cambridge e la Royal Philharmonic Orchestra.

"Annelies" ripercorre la sfida commovente di Anne, che nel suo diario, giorno dopo giorno, racconta le paure, le speranze, il coraggio e la resistenza di lei bambina ebrea costretta alla clandestinità e alla deportazione. Il testo originale del diario di Anne è stato rielaborato dalla scrittrice Melanie Challenger, diventando il libretto dell’opera di Whitbourn. Nell’evento qui presentato, la lettura dei brani in prosa della Challenger non cantati è affidata al celebre doppiatore Carlo Valli. Pervasa da una struggente vulnerabilità e da un’insostenibile intensità emotiva, la musica che accompagna i testi presenta i rintocchi delle campane della Westerkerk, gli echi delle trasmissioni radiofoniche dell’epoca che filtravano dagli altri appartamenti e una serie di elementi della cultura ebraica e tedesca di Anna. Il Times ha descritto l’opera come «una partitura che trova i suoi maggiori punti di forza in un profondo rispetto e in una assoluta mancanza di retorica».

L'ingresso è libero con prenotazione obbligatoria (www.eventbrite.it - info 050 941111).

 

 

L’Università di Pisa ha conferito la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere all’attore, autore e regista Marco Paolini con una cerimonia che si è svolta il 25 gennaio nell’aula magna nuova del Palazzo “La Sapienza”
Il pomeriggio è stato aperto dai saluti del Rettore Riccardo Zucchi, quindi il professore Pierluigi Barrotta del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere ha letto la Motivazione del conferimento, a seguire la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha fatto la Laudatio. A conclusione della cerimonia, Marco Paolini ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata “Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”.

La cerimonia di conferimento della laurea honoris causa

“Una laurea honoris causa è anzitutto un modo per onorare chi la riceve, è questo è certamente il caso di Marco Paolini, figura di grande rilievo nel mondo dell’arte, del teatro, della cultura e dell’impegno civile” ha esordito così il Rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi nell’inaugurare la cerimonia.
“Marco Paolini ci apre nuove prospettive – ha aggiunto Zucchi - Nel suo caso, la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere enfatizza in particolare l’uso del metodo teatrale e dialogico per una rilettura critica di ciò che riteniamo noto, evoluzione moderna di un approccio che risale ai grandi dialoghi di Platone”.

Sull’impegno civile di Marco Paolini è tornata anche la Motivazione del conferimento della laurea honoris causa letta subito dopo dal professore Pierluigi Barrotta, ordinario di Logica e Filosofia della Scienza del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
“Il teatro di Marco Paolini – ha detto Barrotta - è un teatro civile e di denuncia basato sul coraggio della presa di posizione e sull’importanza di tenere vivo il pensiero critico e dubitoso che rappresenta la linfa vitale della ricerca filosofica”.
In particolare nella motivazione il riferimento è a due lavori: il racconto del Vajont, considerato “una vera e propria riflessione di Filosofia della Scienza che ci ricorda che ogni opera artatamente costruita dall’uomo e inserita nell’ambiente naturale rende necessario l’apporto e la supervisione critica della ricerca scientifica”, e ITIS Galileo che “rappresenta una pietra miliare per chi si occupa dei legami tra la Filosofia e la Scienza, ma anche per chi si batte per l’indipendenza e laicità della seconda”.

“Nel teatro di Marco Paolini la narrazione ha un ruolo centrale, che per semplicità vi proporrò di considerare socratica”, ha detto la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, che ha tenuto la Laudatio.
“Come filosofe e filosofi emotivamente coinvolti nel suo teatro gli esprimiamo oggi la nostra gratitudine – ha quindi concluso - Perché non solo ci ha invitato a considerare questioni che riguardano noi e il nostro passato, ma, soprattutto nelle sue opere più recenti, ci ha proposto riflessioni appassionate sul rapporto fra le generazioni e sulla responsabilità che abbiamo tutti e tutte di immaginare assieme un futuro accettabile per l’ecosistema terra”.

Dopo il conferimento ufficiale della laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha infine preso la parola Marco Paolini che ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata “Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”. Nel suo appassionato e personale racconto del suo rapporto con il teatro, Paolini ha ricordato i suoi esordi, gli scrittori e autori che hanno influenzato il suo percorso come Luigi Meneghello e Peter Brook sino ai progetti futuri.
“Il mio è un mestiere di incontri – ha detto Paolini - Devi accorgerti quando succedono, per questo tengo un quaderno. L’unico criterio utile è il numero sulla copertina. Sarà un caso ma gli appunti per questa occasione son finiti sul quaderno n. 100. Son circa 8/9000 pagine di quaderni che non servono granché, ma ogni tanto vengono buone per non perdersi o per accorgersi che sto girando in tondo. È questa la natura del mio lavoro”.

 

L’Abiura – 26 gennaio incontro con studentesse e studenti UNIPI

Venerdì 26 gennaio alle 10.00, presso il Polo Carmignani (Piazza dei Cavalieri) Marco Paolini terrà una lezione aperta alla comunità studentesca dal titolo "L'abiura".

Il filo conduttore dell’incontro sarà il dialogo intergenerazionale, al centro dell’ultimo lavoro teatrale di Paolini (Boomers, in scena sabato 27 gennaio al Teatro Verdi): un dialogo necessario, ma reso difficile dall’apparente rottura del codice comunicativo e culturale fra le generazioni. L’accelerazione del tempo storico e i profondi cambiamenti in corso stanno rapidamente trasformando le parole e le cose. Boomers e millennials non parlano lo stesso linguaggio, forse non vivono nemmeno nello stesso mondo, o per lo stesso mondo. I loro punti di vista sono spesso lontani, antagonistici, su molti fronti: la società patriarcale; le relazioni, la sessualità, l’identità di genere; l’Occidente e il suo modello di sviluppo; l’ideologia e l’impegno politico; la tecnologia, l’ambiente, il futuro. Sono ancora in grado di capirsi? Ha senso per loro farlo? Possono costruire insieme dei ponti tra futuro e passato? O l’unica soluzione (per i boomers) è… l’abiura?

 

 

L’Università di Pisa ha conferito la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere all’attore, autore e regista Marco Paolini con una cerimonia che si è svolta il 25 gennaio nell’aula magna nuova del Palazzo “La Sapienza”
Il pomeriggio è stato aperto dai saluti del Rettore Riccardo Zucchi, quindi il professore Pierluigi Barrotta del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere ha letto la Motivazione del conferimento, a seguire la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha fatto la Laudatio. A conclusione della cerimonia, Marco Paolini ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”.

La cerimonia di conferimento della laurea honoris causa

“Una laurea honoris causa è anzitutto un modo per onorare chi la riceve, è questo è certamente il caso di Marco Paolini, figura di grande rilievo nel mondo dell’arte, del teatro, della cultura e dell’impegno civile” ha esordito così il Rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi nell’inaugurare la cerimonia.
“Marco Paolini ci apre nuove prospettive – ha aggiunto Zucchi - Nel suo caso, la laurea honoris causa in Filosofia e Forme del Sapere enfatizza in particolare l’uso del metodo teatrale e dialogico per una rilettura critica di ciò che riteniamo noto, evoluzione moderna di un approccio che risale ai grandi dialoghi di Platone”. (leggi il testo completo del Saluto del Rettore)

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Il rettore Riccardo Zucchi conferisce la laurea al drammaturgo Marco Paolini

Sull’impegno civile di Marco Paolini è tornata anche la Motivazione del conferimento della laurea honoris causa letta subito dopo dal professore Pierluigi Barrotta, ordinario di Logica e Filosofia della Scienza del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
“Il teatro di Marco Paolini – ha detto Barrotta - è un teatro civile e di denuncia basato sul coraggio della presa di posizione e sull’importanza di tenere vivo il pensiero critico e dubitoso che rappresenta la linfa vitale della ricerca filosofica”.
In particolare nella motivazione il riferimento è a due lavori: il racconto del Vajont, considerato “una vera e propria riflessione di Filosofia della Scienza che ci ricorda che ogni opera artatamente costruita dall’uomo e inserita nell’ambiente naturale rende necessario l’apporto e la supervisione critica della ricerca scientifica”, e ITIS Galileo che “rappresenta una pietra miliare per chi si occupa dei legami tra la Filosofia e la Scienza, ma anche per chi si batte per l’indipendenza e laicità della seconda”. (leggi il testo completo della motivazione)

“Nel teatro di Marco Paolini la narrazione ha un ruolo centrale, che per semplicità vi proporrò di considerare socratica”, ha detto la professoressa Alessandra Fussi, presidente del Corso di laurea in Filosofia e Forme del Sapere del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, che ha tenuto la Laudatio.
“Come filosofe e filosofi emotivamente coinvolti nel suo teatro gli esprimiamo oggi la nostra gratitudine – ha quindi concluso - Perché non solo ci ha invitato a considerare questioni che riguardano noi e il nostro passato, ma, soprattutto nelle sue opere più recenti, ci ha proposto riflessioni appassionate sul rapporto fra le generazioni e sulla responsabilità che abbiamo tutti e tutte di immaginare assieme un futuro accettabile per l’ecosistema terra”. (leggi il testo completo della Laudatio)

Dopo il conferimento ufficiale della laurea in Filosofia e Forme del Sapere, ha infine preso la parola Marco Paolini che ha tenuto la sua Lectio Magistralis intitolata “Pratica e grammatica del (mio) mestiere del teatro”. Nel suo appassionato e personale racconto del suo rapporto con il teatro, Paolini ha ricordato i suoi esordi, gli scrittori e autori che hanno influenzato il suo percorso come Luigi Meneghello e Peter Brook sino ai progetti futuri.
“Il mio è un mestiere di incontri – ha detto Paolini - Devi accorgerti quando succedono, per questo tengo un quaderno. L’unico criterio utile è il numero sulla copertina. Sarà un caso ma gli appunti per questa occasione son finiti sul quaderno n. 100. Son circa 8/9000 pagine di quaderni che non servono granché, ma ogni tanto vengono buone per non perdersi o per accorgersi che sto girando in tondo. È questa la natura del mio lavoro”. (leggi il testo completo della Lectio magistralis)

 

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Marco Paolini legge la sua lectio magistralis

 

L’Abiura – 26 gennaio incontro con studentesse e studenti UNIPI

Venerdì 26 gennaio alle 10.00, presso il Polo Carmignani (Piazza dei Cavalieri) Marco Paolini terrà una lezione aperta alla comunità studentesca dal titolo "L'abiura".

Il filo conduttore dell’incontro sarà il dialogo intergenerazionale, al centro dell’ultimo lavoro teatrale di Paolini (Boomers, in scena sabato 27 gennaio al Teatro Verdi): un dialogo necessario, ma reso difficile dall’apparente rottura del codice comunicativo e culturale fra le generazioni. L’accelerazione del tempo storico e i profondi cambiamenti in corso stanno rapidamente trasformando le parole e le cose. Boomers e millennials non parlano lo stesso linguaggio, forse non vivono nemmeno nello stesso mondo, o per lo stesso mondo. I loro punti di vista sono spesso lontani, antagonistici, su molti fronti: la società patriarcale; le relazioni, la sessualità, l’identità di genere; l’Occidente e il suo modello di sviluppo; l’ideologia e l’impegno politico; la tecnologia, l’ambiente, il futuro. Sono ancora in grado di capirsi? Ha senso per loro farlo? Possono costruire insieme dei ponti tra futuro e passato? O l’unica soluzione (per i boomers) è… l’abiura?

 

 

Following two intense days of activities, meetings, and laboratory visits, the kick-off meeting of the Societal Engagement working package (WP5) of Circle U. concluded in Pisa. Circle U. is a University Alliance comprising the University of Pisa and eight other European universities: Aarhus University (Denmark), Humboldt-Universität zu Berlin (Germany), King’s College London (UK), Université Paris Cité (France), University of Belgrade (Serbia), Université catholique de Louvain (Belgium), University of Oslo (Norway), and University of Vienna (Austria).

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Led by Professor Alessio Cavicchi, representatives from the partner universities convened in Pisa to collaborate over the next four years on initiatives aimed at fostering direct interaction between universities and civil society, as well as the entrepreneurial ecosystem. The objective is to promote economic and social growth within the region. Among these initiatives, notable is the establishment of the InCU.bator, a platform designed to promote entrepreneurship opportunities for students, including challenges, hackathons, boot camps, and other innovative formats.

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On Monday, the guests were greeted by Rector Riccardo Zucchi, Vice Rector Giuseppe Iannaccone, Vice Rector for Cooperation and International Relations Giovanni Federico Gronchi, and several other members of the academic community involved in the project in various capacities. Among them were Francesco Lorenzoni and Sariel Vita, representatives from Pisa’s CUSU, the Circle U. Student Union bringing together students from the nine universities.

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Demonstrating the commitment to local connections, on Tuesday, the Circle U. working group relocated to the Technological Pole of Navacchio. Here, they engaged with representatives from some associated partners of the Alliance. Alongside hosts Andrea Di Benedetto, President, and Silvia Marchini, responsible for the start-up area at the Pole, attendees included Frida Scarpa, councilor for relations with university institutions of the Municipality of Pisa, and Iulia Apreotesei from the Tour4U association. Opportunities for collaboration were discussed, offering international visibility to local initiatives and events. Foreign guests also had the chance to attend presentations from spin-off companies of the University of Pisa residing at the Technological Pole (Proxima Robotics, Weabios, Echoes) and tour the CrossLab facility.

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"Circle U. presents a tremendous opportunity for the university community and the entire region," commented Professor Alessio Cavicchi. "On the one hand, it offers the chance to expand research and educational horizons; on the other, it provides the opportunity to gain international reach and visibility. This applies both in terms of attracting talent and capital from abroad and in terms of disseminating and promoting the excellence we have within the region. Achieving this will require increasingly close dialogue between universities and local communities, as well as between universities and public administrations".

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Dopo due intense giornate di attività, incontri e visite ai laboratori, si è concluso a Pisa il kick-off meeting del gruppo di lavoro sul Societal Engagement (WP5) di Circle U., l’Alleanza Universitaria di cui fa parte l’Università di Pisa insieme ad altri 8 atenei europei: Aarhus University (Danimarca), Humboldt-Universität zu Berlin (Germania), King’s College London (UK), Université Paris Cité (Francia), Università di Belgrado (Serbia), Università di Louvain (Belgio), Università di Oslo (Norvegia) e Università di Vienna (Austria).

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A Pisa erano presenti i rappresentanti degli atenei partner che, coordinati dal professor Alessio Cavicchi, lavoreranno nei prossimi quattro anni allo sviluppo di iniziative in grado di attivare processi di interazione diretta dell’università con la società civile e il tessuto imprenditoriale, con l’obiettivo di promuovere la crescita economica e sociale del territorio. Tra queste spicca la creazione dell’InCU.bator, una piattaforma in cui promuovere tutte le occasioni di formazione all’imprenditorialità per studenti, tra cui challenges, hackathon, boot camps e altri format innovativi.

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Nella giornata di lunedì gli ospiti sono stati salutati dal rettore Riccardo Zucchi, dal prorettore vicario Giuseppe Iannaccone, dal prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali Giovanni Federico Gronchi e da molti altri membri della comunità accademica coinvolti a vario titolo nel progetto. Tra loro anche Francesco Lorenzoni e Sariel Vita, rappresentanti pisani del CUSU, la Circle U. Student Union che riunisce studentesse e studenti delle 9 università.

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A testimonianza della volontà di creare connessioni con il territorio, nella giornata di martedì il gruppo di lavoro Circle U. si è trasferito al Polo Tecnologico di Navacchio dove, tra le altre cose, ha potuto incontrare i rappresentanti di alcuni partner associati dell’Alleanza: oltre ai “padroni di casa” Andrea Di Benedetto, presidente, e Silvia Marchini, responsabile dell’area sturt-up del Polo, sono intervenuti Frida Scarpa, assessora ai rapporti con le istituzioni universitarie del Comune di Pisa, e Iulia Apreotesei dell’associazione Tour4U. Con loro sono già state discusse occasioni di collaborazione che offriranno opportunità di visibilità internazionale a iniziative ed eventi del territorio. Infine, gli ospiti stranieri hanno potuto assistere alla presentazione di alcune aziende spin-off dell’Università di Pisa che risiedono al Polo Tecnologico (Proxima Robotics, Weabios, Echoes) e visitare i CrossLab.

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“Circle U. è una grandissima occasione per la comunità universitaria e per tutto il territorio – ha commentato il professor Alessio Cavicchi – da una parte c’è la possibilità di allargare i propri orizzonti di ricerca e formazione, dall’altra c’è la possibilità di acquistare una portata e una visibilità internazionale. Questo vale sia in termini di attrazione di talenti e capitali dall’estero, sia in termini di disseminazione e divulgazione delle eccellenze che abbiamo sul territorio. Perché questo avvenga sarà necessario un dialogo sempre più serrato fra università e comunità locali e tra università e pubbliche amministrazioni”.

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