Matematica, storia e scienze protagoniste delle lezioni del ciclo “Verso la maturità”
Matematica, storia e scienze sono le protagoniste delle tre lezioni della settimana tenute da docenti dell’Università di Pisa nell’ambito del ciclo “Verso la maturità”, pensato per accompagnare gli studenti agli esami del quinto anno delle scuole superiori. Le lezioni, a cui si può partecipare e interagire con domande collegandosi al link http://pensiamoilfuturo.unipi.it/verso-la-maturita/, sono in programma mercoledì 27 maggio, a partire dalle 14.30, con Fabrizio Luccio, professore emerito del dipartimento di Informatica, che parla di “Calcolabilità e algoritmi”. L’intervento muove dalla definizione di algoritmo di calcolo, proposta da Alan Turing nel 1936, che ha accompagnato lo sviluppo dell’informatica ove l’algoritmo è il principale protagonista.
Alle 15.30 il professor Gianluca Fulvetti del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere introduce il tema della “Guerra, guerra totale, guerra civile: il Secondo conflitto mondiale e la storia del Novecento”. La lezione approfondisce esperienze e memorie della Seconda guerra mondiale e affronta la questione dell’evoluzione di culture di guerra tipiche dell’età contemporanea, fino all’emergenza Covid che viene narrata e forse anche percepita facendo proprio riferimento a una situazione di guerra.
Alle 16.30 la professoressa Elena Bonaccorsi del dipartimento di Scienze della Terra discute de “I cristalli intorno a noi”: una chiacchierata alla scoperta del mondo dei cristalli per intraprendere un percorso didattico che coinvolga più discipline, dalle scienze della Terra alla chimica, dalla fisica alla matematica, dal disegno alla storia dell’arte e alla storia della scienza.
Le lezioni di “Verso la maturità” fanno parte di “Pensiamo insieme il futuro”, il progetto che l’Università di Pisa dedica ai giovani, alla loro formazione e alla costruzione del loro futuro attraverso attività in rete di crescita, conoscenza, orientamento e approfondimento culturale. Info sul sito: http://pensiamoilfuturo.unipi.it/
Cybersecurity: al via all’Università di Pisa un corso di laurea per i difensori del web
Prende il via in settembre presso l’Università di Pisa il corso di laurea magistrale in “Cybersecurity”. Si tratta del primo corso di laurea in Italia a offrire una formazione completa non solo sui classici aspetti legati al software, come la sicurezza di dati, programmi, sistemi operativi e sistemi di comunicazione, ma anche su quelli che riguardano l’hardware, come dispositivi elettronici, propagazione del segnale e i sistemi biometrici. Il corso di laurea magistrale sarà gestito congiuntamente dai dipartimenti di Ingegneria dell’Informazione e di Informatica dell’Ateneo pisano.
“Il cyberspazio ha le sue fondamenta nel mondo fisico – commenta GianLuigi Ferrari, direttore del dipartimento di Informatica - Tutti i sistemi informatici sono realizzati utilizzando i circuiti integrati (hardware) presenti in tutti i moderni dispositivi elettronici. I circuiti stanno diventando più veloci, più economici e più potenti, e ciò ha permesso lo sviluppo di tecnologie chiave come l'intelligenza artificiale, l'Internet of Things e i sistemi autonomi, da cui la crescita economica e la sicurezza nazionale dipendono sempre di più. Ne segue che la fiducia incondizionata nell'hardware non è più un'opzione sostenibile. Una componente fisica compromessa può minare tutti gli strati superiori della sicurezza informatica di un sistema, con effetti devastanti. La sicurezza hardware, pertanto, si concentra sulla protezione dei sistemi dalle vulnerabilità a livello fisico dei dispositivi. In questi sono inclusi anche i sistemi biometrici, come per esempio i sistemi per il riconoscimento delle impronte digitali o il riconoscimento facciale.”
Oltre alla sicurezza di software e hardware, il corso di laurea mira ad inquadrare la sicurezza informatica sia nel contesto delle organizzazioni e delle aziende che devono proteggersi dal rischio informatico, sia in quello degli aspetti legali e giuridici.
“La nostra ambizione quindi – afferma Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – è quella di coprire gli argomenti fondamentali per la preparazione culturale di esperti in cybersecurity “a tutto tondo”. Riteniamo infatti essenziale fare fronte in modo efficace alla richiesta crescente, da parte del mondo delle imprese e della pubblica amministrazione, di specialisti dotati di elevate competenze scientifiche e tecnologiche nell’ambito della sicurezza informatica, e di conseguenza ci aspettiamo diverse opportunità professionali per gli studenti che decidono di intraprendere questo indirizzo di studi.
L’Università di Pisa ha d’altronde una solida tradizione nel settore dell'informatica e delle tecnologie digitali. A Pisa è stato costruito il primo calcolatore, è stato creato il primo corso di laurea in Informatica in Italia più di 50 anni fa, ed è stato attivato il primo collegamento a Internet in Italia nel 1986. Nel settore specifico della cybersecurity sono attivi diversi progetti, anche internazionali, e da anni è attivo un master in sicurezza informatica in collaborazione con il CNR. Il nuovo corso di laurea magistrale può inoltre beneficare delle competenze dei due dipartimenti che sono all'avanguardia, a livello internazionale, nel settore delle tecnologie digitali. Questo corso di laurea si innesta quindi su un preciso solco di studi e competenze che l’Università di Pisa può mettere a disposizione di studenti provenienti sia dall’Italia che dall’estero.”
Maggiori informazioni sul sito http://unipi.it/cybersecurity.
Marchio spin-off: l'Università di Pisa sospende il pagamento della licenza per il 2020
La crisi economica seguita all'emergenza Covid-19 non ha risparmiato le 27 spin-off accademiche dell'Università di Pisa e l'Ateneo corre in loro aiuto. Il Consiglio di Amministrazione ha infatti approvato la sospensione, per il 2020, del pagamento della licenza per la concessione del marchio nazionale di impresa “Azienda spin off dell’Università di Pisa”, di proprietà dell'Ateneo, per le aziende costituite già da tre anni. Allo stesso tempo è stata anche prorogata di un anno la scadenza per la verifica periodica dei requisiti necessari per poter mantenere l'accreditamento come spin-off.
"Come molte piccole e medie imprese toscane e italiane, anche le nostre spin-off sono in difficoltà a causa della crisi generata da due mesi di lockdown e dall'emergenza Covid-19 - ha dichiarato il rettore, Paolo Mancarella -. Era nostro dovere intervenire in loro favore, considerando l'importanza che ricoprono nella valorizzazione della ricerca universitaria e nel trasferimento tecnologico. Siamo quindi intervenuti dove potevamo: sulla licenza di concessione del marchio e sulla verifica triennale dei requisiti. Di fatto il 2020 non sarà conteggiato, esentandole così, sia dal pagamento della concessione che dalla procedura di ri-accreditamento".
“Le aziende spin-off dell’Ateneo sono uno degli strumenti principali tramite i quali si attua il trasferimento tecnologico e la ricerca diviene motore di progresso economico e sociale – ha commentato il professor Leonardo Bertini, delegato del rettore per spin-off, startup e brevetti - In un momento in cui la Toscana e l’Italia tutta sono chiamate a superare una gravissima crisi, queste aziende possono giocare un ruolo decisivo, sia nel superamento delle difficoltà economiche attraverso l’apertura di nuove opportunità di mercato, sia attraverso contributi diretti alla risoluzione dei problemi connessi all’emergenza sanitaria. Ritengo quindi di grande importanza che l’Ateneo, nell’ambito delle molte iniziative intraprese per affrontare l’emergenza Covid 19, abbia deciso di dare anche ad esse un segnale particolare della sua attenzione e del suo sostegno.”
Incarico per supporto alla gestione delle pagine web del Dipartimento di Scienze agrarie legate alla ricerca internazionale
Incarico di lavoro autonomo per "Implementare e mantenere il data base relativo ai contatti internazionali attivati da parte dei docenti afferenti tematiche di interesse del centro
Borsa di studio e approfondimento da conferirsi da parte del Dipartimento di Economia e Management sul tema “Politiche di sostenibilità per la Regione Toscana”
Avviso di fabbisogno interno nell’ambito del progetto: “Analisi delle regolamentazioni etico-giuridiche in rapporto alla progettazione e utilizzo di tecnologie sviluppate all’interno del progetto POTION nell’ambito dell’Unione Europea”
Arriva "Eco di casa", il nuovo format di RadioEco con interviste agli alloggiati delle residenze universitarie
Raccontare la vita di uno studente fuorisede all'interno delle residenze universitarie del DSU Toscana, soprattutto in un momento storico particolare come quello che stiamo vivendo. È ciò che si propone "Eco di casa", format radiofonico prodotto dall'emittente universitaria pisana RadioEco in collaborazione con l'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario.
Si tratta di un podcast registrato due volte alla settimana, il mercoledì e il venerdì, all'interno del quale verranno ospitati, in ciascuna puntata, un ragazzo o una ragazza alloggiati in una delle case dello studente di Pisa, intervistati da uno speaker della radio. Saranno chiacchierate piacevoli e informali, per parlare della vita degli studenti provenienti da altre realtà territoriali all'interno degli spazi DSU, dove molti di questi giovani sono stati costretti a rimanere durante questa fase di emergenza sanitaria lontani dai propri familiari.
Si parlerà di lockdown, certo, di cosa significa sentirsi a casa senza avere i propri cari a condividere quelle stanze, ma questa sarà anche una opportunità per gli alloggiati delle residenze di raccontarsi, attraverso le proprie passioni, i propri interessi, le usanze, le abitudini, per sentirsi un po' meno soli, un po' più vicini tra di loro e ai loro affetti che sono a chilometri di distanza.
Il podcast della prima puntata di "Eco di casa" è stato inserito nella apposita pagina del sito web di Radioeco e a questo seguiranno gli altri.
"È una sorta di eco, un messaggio che parte da Pisa – sostiene Tommaso Calleri responsabile del format per RadioEco - che raggiunge tutti coloro che vogliono farsi coinvolgere da queste parole, e che può dar vita a un riverbero emotivo: un gesto, un pensiero, un sorriso, uno sguardo che può davvero farci sentire un'unica comunità di uomini e donne. Una sfida che abbiamo raccolto su proposta dell'Azienda DSU trovando subito l'adesione entusiasta di molti studenti alloggiati nelle residenze universitarie".
"Una bellissima iniziativa – aggiunge il presidente del DSU Toscana Marco Moretti – che dà voce agli studenti ospiti delle nostre residenze universitarie e che rappresentano una comunità presente e viva all'interno della città ma spesso non percepita. Questa è l'occasione per sentire le loro storie e testimonianze, quanto mai interessanti per il particolare momento che stiamo vivendo. Per questo indirizzo un ringraziamento ai redattori di RadioEco, agli speaker che condurranno la trasmissione e agli studenti che hanno offerto la loro collaborazione e hanno reso possibile la trasmissione".
Una iniziativa analoga verrà realizzata anche dalla radio universitaria dell'Ateneo di Siena "Uradio" che sta perfezionando un format simile che dovrebbe partire con una puntata pilota entro la fine di maggio, in sinergia con quanto realizzato da Radioeco.
(fonte: Ufficio comunicazione ARDSU Toscana)
Spray al pepe per conservare la carne e film agli oli essenziali per frutta e verdura
Uno spray all’aroma di pepe per conservare più a lungo la carne oppure una pellicola alla cannella per proteggere le mele da insetti e funghi, tutto a base di chitosano una sostanza del tutto naturale e biodegradabile ricavata in questo caso dagli insetti. E’ questo lo scenario di un futuro non troppo lontano al quale stanno lavorando gli scienziati di Fedkito, un progetto triennale appena finanziato nell’ambito di PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) attualmente il più importante programma di ricerca dell’area euro-mediterranea.
La professoressa Barbara Conti dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa è la coordinatrice del progetto che coinvolge Italia, Francia, Grecia, Tunisia e Marocco con la partecipazione di atenei, istituti di ricerca e aziende. Nell’ambito di Fedkito i ricercatori svilupperemo diversi packaging a base di chitosano arricchiti di oli essenziali in base alle caratteristiche di cibi che dovranno essere conservati, quindi film per proteggere frutta fresca e vegetali, spray per la carne, e liquido per i prodotti caseari.
La professoressa Barbara Conti dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa coordinatrice del progetto Fedkito
“Per potenziare gli effetti protettivi del chitosano - spiega Barbara Conti – abbiamo avuto l’idea è di aggiungere degli oli essenziali che sceglieremo sulla base di abbinamenti un’analisi sensoriale che tengano conto del gusto e degli aromi in modo da dare ai consumatori un ulteriore valore aggiunto”
Ma l’impegno del progetto nei confronti della sicurezza alimentare non finisce qui. I ricercatori infatti vogliono sperimentare anche una speciale “etichetta intelligente” dotata di biosensori per misurare l’eventuale presenza di micotossine e, residui di pesticidi e residui che possono compromettere la qualità e la salubrità dei cibi anche durante le fasi di trasporto, e stoccaggio e vendita al dettaglio.
“Lavoriamo secondo una prospettiva di protezione integrata che sia anche sostenibile per l’ambiente – conclude Barbara Conti – il progetto si basa infatti anche sul principio dell’economia circolare e così ricaveremo la chitina per il chitosano dagli stessi insetti utilizzati per degradare ed eliminare i rifiuti e gli scarti della filiera agroalimentare”.
Insieme all’Università di Pisa partecipano al progetto le università di Bologna, Hassan II di Casablanca in Marocco, Tessaglia in Grecia, la Sorbona e il Centre Technique Industriel de la Plasturgie et des Composites per la Francia, il Centro di Biotecnologia di Borj Cedria in Tunisia e come partner aziendali due italiane, Gusto parmigiano e Azienda Agricola Salvadori Furio.
Spray al pepe per conservare la carne e pellicole agli oli essenziali per frutta e verdura
Uno spray all’aroma di pepe per conservare più a lungo la carne oppure una pellicola alla cannella per proteggere le mele da insetti e funghi, tutto a base di chitosano una sostanza del tutto naturale e biodegradabile ricavata in questo caso dagli insetti.
E’ questo lo scenario di un futuro non troppo lontano al quale stanno lavorando gli scienziati di Fedkito, un progetto triennale appena finanziato nell’ambito di PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) attualmente il più importante programma di ricerca dell’area euro-mediterranea.
La professoressa Barbara Conti dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa è la coordinatrice del progetto che coinvolge Italia, Francia, Grecia, Tunisia e Marocco con la partecipazione di atenei, istituti di ricerca e aziende.
Nell’ambito di Fedkito i ricercatori svilupperemo diversi packaging a base di chitosano arricchiti di oli essenziali in base alle caratteristiche di cibi che dovranno essere conservati, quindi film per proteggere frutta fresca e vegetali, spray per la carne, e liquido per i prodotti caseari.
“Per potenziare gli effetti protettivi del chitosano - spiega Barbara Conti – abbiamo avuto l’idea è di aggiungere degli oli essenziali che sceglieremo sulla base di abbinamenti un’analisi sensoriale che tengano conto del gusto e degli aromi in modo da dare ai consumatori un ulteriore valore aggiunto”.
Ma l’impegno del progetto nei confronti della sicurezza alimentare non finisce qui. I ricercatori infatti vogliono sperimentare anche una speciale “etichetta intelligente” dotata di biosensori per misurare l’eventuale presenza di micotossine e, residui di pesticidi e residui che possono compromettere la qualità e la salubrità dei cibi anche durante le fasi di trasporto, e stoccaggio e vendita al dettaglio.
“Lavoriamo secondo una prospettiva di protezione integrata che sia anche sostenibile per l’ambiente – conclude Barbara Conti – il progetto si basa infatti anche sul principio dell’economia circolare e così ricaveremo la chitina per il chitosano dagli stessi insetti utilizzati per degradare ed eliminare i rifiuti e gli scarti della filiera agroalimentare”.
Insieme all’Università di Pisa partecipano al progetto le università di Bologna, Hassan II di Casablanca in Marocco, Tessaglia in Grecia, la Sorbona e il Centre Technique Industriel de la Plasturgie et des Composites per la Francia, il Centro di Biotecnologia di Borj Cedria in Tunisia e come partner aziendali due italiane, Gusto parmigiano e Azienda Agricola Salvadori Furio.