L’Erbario Unipi apre al pubblico con le visite virtuali, è il primo in Italia
Fino ad oggi accessibile solo a studiosi e ricercatori, l’Erbario dell’Università di Pisa è il primo in Italia che apre le sue porte al pubblico grazie alla tecnologia. Da alcune settimane nel Museo Botanico dell’Ateneo pisano (Via Luca Ghini 13 / Via Roma 56) sono infatti attive due postazioni multimediali, che permettono una visita virtuale fra le storiche collezioni di piante, corredate e arricchite da una serie di informazioni aggiuntive come provenienza geografica e data di raccolta. Gli stessi contenuti sono inoltre disponibili on line all’indirizzo http://erbario.unipi.it
“Luca Ghini, fondatore nel 1543 del primo Orto Botanico accademico al mondo proprio qui a Pisa, nello stesso periodo ebbe la felice intuizione di utilizzare, per l'insegnamento e la ricerca, anche piante essiccate – spiega il professore Lorenzo Peruzzi dell’Università di Pisa, direttore dell’Orto e Museo Botanico – Da allora, gli erbari sparsi in tutto il mondo sono oggi 3.100 e raccolgono oltre 386 milioni di campioni di piante, di cui circa 350.000 sono nel nostro Erbario, uno dei più importanti in Italia per consistenza, qualità e varietà con collezioni che partono dal Settecento”.
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Il progetto di digitalizzazione dell’Erbario è in corso dal 2018 grazie ad un finanziamento della Fondazione Pisa ed ha impegnato sinora sette studenti e ricercatori nella delicata operazione di scansionare migliaia di campioni conservati negli armadi del Museo Botanico e di inserire in un database le informazioni contenute nei cartellini di identificazione delle piante essiccate e pressate. Grazie a questo lavoro, i visitatori virtuali possono attualmente navigare fra oltre 7.500 campioni, fra cui spiccano ad esempio tutte le raccolte brasiliane di felci del grande naturalista Giuseppe Raddi (1770–1829) e tutte le felci e gimnosperme dell'Erbario di Michele Guadagno (1878-1930).
“Siamo quasi a metà del progetto di digitalizzazione dell'Erbario Guadagno, una delle collezioni storiche che custodiamo – conclude il professore Peruzzi – una delle più importanti collezioni che conserviamo a Pisa. La conclusione di questo progetto, grazie al finanziamento ottenuto dalla Fondazione Pisa, sarà il primo grande passo verso la completa digitalizzazione del nostro Erbario, per renderlo liberamente accessibile sia alla comunità scientifica che alla cittadinanza. Presto, in una delle due postazioni del Museo Botanico, svilupperemo anche delle attività ludico-scientifiche, per cercare di far avvicinare più persone possibile al meraviglioso mondo della museologia botanica”.
Elena Cattaneo ospite dell’Università di Pisa per un incontro sulla corretta comunicazione scientifica “anti bufale”
Elena Cattaneo e Marco Tamietto sono i protagonisti di un incontro “Esperienze di Scienza” che si svolgerà venerdì 24 gennaio, dalle 9 alle ore 13, nell'aula magna del Polo Fibonacci dell’Università di Pisa (Via Filippo Buonarroti, 3). L’appuntamento organizzato dagli studenti del dottorato in Biologia dell’Ateneo sarà dedicato ai temi della comunicazione e della divulgazione scientifica per contrastare “bufale” e disinformazione.
Dopo il saluto delle autorità accademiche, la mattinata sarà aperta dalla senatrice e professoressa Elena Cattaneo che terrà una lectio su "Huntington: da un gene antico a un pugno di cellule bellissime” in cui illustrerà la ricerca di frontiera sulle cellule staminali per comprendere (e sperare di curare) le malattie neurodegenerative. Seguirà quindi l’intervento del professore Marco Tamietto dell’Università di Torino su "Visione cieca: le basi neurali della coscienza", una ricerca che l’estate scorsa lo ha reso bersaglio degli insulti e delle minacce (gli è stata recapitata per posta una lettera minatoria insieme ad un proiettile) da parte di gruppi estremisti.
L’Erbario dell’Università di Pisa apre al pubblico con le visite virtuali, è il primo in Italia
Fino ad oggi accessibile solo a studiosi e ricercatori, l’Erbario dell’Università di Pisa è il primo in Italia che apre le sue porte al pubblico grazie alla tecnologia. Da alcune settimane nel Museo Botanico dell’Ateneo pisano (Via Luca Ghini 13 / Via Roma 56) sono infatti attive due postazioni multimediali, che permettono una visita virtuale fra le storiche collezioni di piante, corredate e arricchite da una serie di informazioni aggiuntive come provenienza geografica e data di raccolta. Gli stessi contenuti sono inoltre disponibili on line all’indirizzo http://erbario.unipi.it
“Luca Ghini, fondatore nel 1543 del primo Orto Botanico accademico al mondo proprio qui a Pisa, nello stesso periodo ebbe la felice intuizione di utilizzare, per l'insegnamento e la ricerca, anche piante essiccate – spiega il professore Lorenzo Peruzzi dell’Università di Pisa, direttore dell’Orto e Museo Botanico – Da allora, gli erbari sparsi in tutto il mondo sono oggi 3.100 e raccolgono oltre 386 milioni di campioni di piante, di cui circa 350.000 sono nel nostro Erbario, uno dei più importanti in Italia per consistenza, qualità e varietà con collezioni che partono dal Settecento”.
Il progetto di digitalizzazione dell’Erbario è in corso dal 2018 grazie ad un finanziamento della Fondazione Pisa ed ha impegnato sinora sette studenti e ricercatori nella delicata operazione di scansionare migliaia di campioni conservati negli armadi del Museo Botanico e di inserire in un database le informazioni contenute nei cartellini di identificazione delle piante essiccate e pressate. Grazie a questo lavoro, i visitatori virtuali possono attualmente navigare fra oltre 7.500 campioni, fra cui spiccano ad esempio tutte le raccolte brasiliane di felci del grande naturalista Giuseppe Raddi (1770–1829) e tutte le felci e gimnosperme dell'Erbario di Michele Guadagno (1878-1930).
“Siamo quasi a metà del progetto di digitalizzazione dell'Erbario Guadagno, una delle collezioni storiche che custodiamo – conclude il professore Peruzzi – una delle più importanti collezioni che conserviamo a Pisa. La conclusione di questo progetto, grazie al finanziamento ottenuto dalla Fondazione Pisa, sarà il primo grande passo verso la completa digitalizzazione del nostro Erbario, per renderlo liberamente accessibile sia alla comunità scientifica che alla cittadinanza. Presto, in una delle due postazioni del Museo Botanico, svilupperemo anche delle attività ludico-scientifiche, per cercare di far avvicinare più persone possibile al meraviglioso mondo della museologia botanica”.
Didascalie foto:
Erbario Unipi: i faldoni e gli armadi dove sono conservati i campioni dell’erbario dell’Università di Pisa
Postazioni: le postazioni multimediali al Museo e Orto botanico dell’Università di Pisa
Concorso fotografico dell'Orto e Museo Botanico, anno 2020
Concorso fotografico dell'Orto e Museo Botanico, anno 2020
Anche per l'anno 2020 si terrà il concorso fotografico a tema botanico, bandito dall’Orto e Museo Botanico del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pisa. Il bando è aperto a tutti.
Le proposte dovranno pervenire entro il 30 marzo 2020.
Il primo classificato riceverà come premio una copia della ‘Flora d’Italia’ di Sandro Pignatti (4 volumi), mentre le 12 fotografie (vincitrice inclusa) più votate, saranno utilizzate per il calendario 2021 dell’Orto e Museo Botanico di Pisa.
La presentazione di tutte le foto meritevoli e la contestuale premiazione della foto vincitrice, avverrà presso l’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa, nel pomeriggio di sabato 18 Maggio 2020. A partire da quella data, sarà allestita una mostra temporanea, presso la struttura, che esporrà tutte le foto meritevoli.
Bando e informazioni: https://www.ortomuseobot.sma.unipi.it/2020/01/fito-2020-concorso-fotografico/
Avviso di fabbisogno interno "Monitoraggio delle condizioni vegetative, fitosanitarie e di stabilità di 35 alberi radicati nell’orto botanico comunale di Lucca"
Borsa di Ricerca sul tema "Tecnologie, metodi e strumenti per la conservazione delle mura urbane".
Sonno e performance: i turni sonno/veglia di 2 ore sono la formula vincente
Né troppo, né troppo poco, la formula migliore per gestire il sonno degli equipaggi durante le regate è alternare due ore di sonno e due di veglia; addirittura, per ogni ora di sonno in più che si aggiunge, il piazzamento medio peggiora di 16 posizioni. E’ questo quanto emerge dal progetto “151 e una notte”, coordinato da Ugo Faraguna professore di Fisiologia Umana dell’Università di Pisa, che insieme al suo gruppo, ha analizzato la gestione del sonno degli equipaggi dell’appuntamento velico “151 Miglia-Trofeo Cetilar”.
“Le regate sono un laboratorio ideale per studiare il sonno e i suoi ritmi in situazione di stress – spiega Ugo Faraguna – per analogia i risultati che otteniamo possono essere applicati in molte altre situazioni, anche per migliorare la performance lavorativa in ambienti professionali a ciclo continuo come fabbriche e ospedali”.
La ricerca ha analizzato il sonno di 165 equipaggi, in media otto velisti per imbarcazione, che hanno partecipato al “151 Miglia-Trofeo Cetilar”. La regata, giunta alla decima edizione, si è svolta dal 29 maggio al 1 giugno 2019 dai porti di Pisa e Livorno sino alla Marina di Punta Ala (GR) ed ha previsto una notta intera di navigazione.
“Una competizione che dura più giorni di navigazione continua, notte e dì – ha detto Ugo Faraguna - mette a dura prova l’attenzione, la lucidità e la capacità di lavorare in stretta sinergia con gli altri membri dell’equipaggio; per questo motivo un’accurata valutazione della qualità del sonno risulta intuitivamente essenziale per comprendere quali possono essere le strategie vincenti che impattano positivamente sulla performance”.
I ricercatori dell’Università di Pisa hanno quindi sottoposto i membri degli equipaggi a un questionario per stabile, anche sulla base poi del risultato della gara, quale delle strategie messe in atto – i turni di sonno veglia andavano da 2 a 4 ore – fosse la migliore. Per questioni statistiche sono state invece scartate le situazioni estreme, cioè gli equipaggi che sono rimasti sempre svegli e quelli con i turni di una sola ora, troppo poco per entrare nelle fasi profonde del sonno.
“I turni di due ore sono risultati la strategia vincente – ha concluso Faraguna – chi ha dormito di più ha fatto peggio in classifica. I turni di quattro ore sono risultati infatti associati ad un piazzamento peggiore. Possiamo speculare che questo sia legato al concetto di inerzia del sonno: più si dorme, più tempo ci vuole per essere operativi al risveglio. Questa prima esperienza ci impone di continuare ad indagare. Il prossimo anno ci piacerebbe studiare i tempi di reazione durante tutta la regata, a chi vorrà aderire all’evoluzione di “151 e una notte, seconda edizione.”
La ricerca dell’Università di Pisa è stata promossa dallo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa. Il “151 Miglia-Trofeo Cetilar” è un evento organizzato da un vasto comitato formato da: YC Repubblica Marinara di Pisa, YC Punta Ala e YC Livorno, con la collaborazione del Porto di Pisa, del Marina di Punta Ala, dei partner PharmaNutra S.p.A. con il brand Cetilar®, Rigoni di Asiago, North Sails e TAG Heuer, e di Devitalia Telecomunicazioni. Questa regata d’altura richiama l’attenzione di armatori italiani e internazionali sulle province di Pisa, Livorno e Grosseto, essendo infatti una tappa del Campionato Italiano Offshore della FIV, del Mediterranean Maxi Offshore Challenge, il circuito di regate riservato ai Maxi Yachts, e del Trofeo Arcipelago Toscano.
Gestione del sonno e performance: i turni sonno/veglia di 2 ore sono la formula vincente
Né troppo, né troppo poco, la formula migliore per gestire il sonno degli equipaggi durante le regate è alternare due ore di sonno e due di veglia; addirittura, per ogni ora di sonno in più che si aggiunge, il piazzamento medio peggiora di 16 posizioni. E’ questo quanto emerge dal progetto “151 e una notte”, coordinato da Ugo Faraguna professore di Fisiologia Umana dell’Università di Pisa, che insieme al suo gruppo, ha analizzato la gestione del sonno degli equipaggi dell’appuntamento velico “151 Miglia-Trofeo Cetilar”.
“Le regate sono un laboratorio ideale per studiare il sonno e i suoi ritmi in situazione di stress – spiega Ugo Faraguna – per analogia i risultati che otteniamo possono essere applicati in molte altre situazioni, anche per migliorare la performance lavorativa in ambienti professionali a ciclo continuo come fabbriche e ospedali”.
La ricerca ha analizzato il sonno di 165 equipaggi, in media otto velisti per imbarcazione, che hanno partecipato al “151 Miglia-Trofeo Cetilar”. La regata, giunta alla decima edizione, si è svolta dal 29 maggio al 1 giugno 2019 dai porti di Pisa e Livorno sino alla Marina di Punta Ala (GR) ed ha previsto una notta intera di navigazione.
“Una competizione che dura più giorni di navigazione continua, notte e dì – ha detto Ugo Faraguna - mette a dura prova l’attenzione, la lucidità e la capacità di lavorare in stretta sinergia con gli altri membri dell’equipaggio; per questo motivo un’accurata valutazione della qualità del sonno risulta intuitivamente essenziale per comprendere quali possono essere le strategie vincenti che impattano positivamente sulla performance”.
I ricercatori dell’Università di Pisa hanno quindi sottoposto i membri degli equipaggi a un questionario per stabile, anche sulla base poi del risultato della gara, quale delle strategie messe in atto – i turni di sonno veglia andavano da 2 a 4 ore – fosse la migliore. Per questioni statistiche sono state invece scartate le situazioni estreme, cioè gli equipaggi che sono rimasti sempre svegli e quelli con i turni di una sola ora, troppo poco per entrare nelle fasi profonde del sonno.
“I turni di due ore sono risultati la strategia vincente – ha concluso Faraguna – chi ha dormito di più ha fatto peggio in classifica. I turni di quattro ore sono risultati infatti associati ad un piazzamento peggiore. Possiamo speculare che questo sia legato al concetto di inerzia del sonno: più si dorme, più tempo ci vuole per essere operativi al risveglio. Questa prima esperienza ci impone di continuare ad indagare. Il prossimo anno ci piacerebbe studiare i tempi di reazione durante tutta la regata, a chi vorrà aderire all’evoluzione di “151 e una notte, seconda edizione.”
La ricerca dell’Università di Pisa è stata promossa dallo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa. Il “151 Miglia-Trofeo Cetilar” è un evento organizzato da un vasto comitato formato da: YC Repubblica Marinara di Pisa, YC Punta Ala e YC Livorno, con la collaborazione del Porto di Pisa, del Marina di Punta Ala, dei partner PharmaNutra S.p.A. con il brand Cetilar®, Rigoni di Asiago, North Sails e TAG Heuer, e di Devitalia Telecomunicazioni. Questa regata d’altura richiama l’attenzione di armatori italiani e internazionali sulle province di Pisa, Livorno e Grosseto, essendo infatti una tappa del Campionato Italiano Offshore della FIV, del Mediterranean Maxi Offshore Challenge, il circuito di regate riservato ai Maxi Yachts, e del Trofeo Arcipelago Toscano.