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Preparare professionisti che operano nelle imprese culturali pubbliche e private nel settore dei beni artistici da molti considerato il petrolio dell’Italia. È questo uno degli obiettivi di StaArt, la nuova laurea magistrale in storia dell’Arte dell’Università di Pisa appena attivata. Il percorso formativo multidisciplinare è infatti arricchito da laboratori pratici e tirocini che consentono di entrare in contatto con le diverse professioni nel mondo del lavoro. Queste non si limitano all’insegnamento nelle scuole, alla ricerca accademica, o alla pubblica amministrazione. Tra gli sbocchi possibili ci sono il curatore nella produzione e comunicazione di eventi connessi all’arte e alla sua storia, l’organizzazione di residenze per artisti emergenti, progetti di didattica museale, impieghi nell’editoria e nel mercato dell’arte in aste e gallerie commerciali.


“A Pisa - spiega il professore Sergio Cortesini presidente di StArt - studentesse e studenti potranno approcciarsi allo studio della Storia dell’arte intesa come mappatura visuale della storia dell’intelligenza umana, come espressione personale ma anche mezzo di comunicazione sociale. Saranno invitati ad analizzare le storie degli artisti e della critica, spaziando dal mondo tardo-antico al presente, in Italia e in Europa ma sempre di più guardando in prospettive transnazionali e decoloniali, che aprono alla consapevolezza di storie delle arti plurali e dell’arte globale”.

StArt intende così fornire a studentesse e studenti una solida base di carattere storico e metodologico per indagare le opere d’arte non soltanto da un punto di vista formale, ma anche come prodotto intellettuale e materiale di un determinato contesto storico, culturale, sociale ed economico. La specificità di un’opera d’arte si arricchisce così nello studio delle fonti documentarie, archivistiche e a stampa, e oggi anche digitali e multimediali.
Con questo approccio interdisciplinare, le iscritte e gli iscritti di StArt potranno inoltre conoscere le tecniche e lo stato di conservazione dei manufatti e studiare come valorizzare il patrimonio che ci è stato tramandato o quello che stiamo producendo, percorrendo la storia del collezionismo e confrontandosi con le sfide dei musei di oggi.

Per le iscrizioni e le informazioni sul piano di studi tutte le informazioni sono sul sito del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

Preparare professionisti che operano nelle imprese culturali pubbliche e private nel settore dei beni artistici da molti considerato il petrolio dell’Italia. È questo uno degli obiettivi di StaArt, la nuova laurea magistrale in storia dell’Arte dell’Università di Pisa appena attivata. Il percorso formativo multidisciplinare è infatti arricchito da laboratori pratici e tirocini che consentono di entrare in contatto con le diverse professioni nel mondo del lavoro. Queste non si limitano all’insegnamento nelle scuole, alla ricerca accademica, o alla pubblica amministrazione. Tra gli sbocchi possibili ci sono il curatore nella produzione e comunicazione di eventi connessi all’arte e alla sua storia, l’organizzazione di residenze per artisti emergenti, progetti di didattica museale, impieghi nell’editoria e nel mercato dell’arte in aste e gallerie commerciali.


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Il professore Cortesini insieme ad un gruppo di studentesse e studenti


“A Pisa - spiega il professore Sergio Cortesini presidente di StArt - studentesse e studenti potranno approcciarsi allo studio della Storia dell’arte intesa come mappatura visuale della storia dell’intelligenza umana, come espressione personale ma anche mezzo di comunicazione sociale. Saranno invitati ad analizzare le storie degli artisti e della critica, spaziando dal mondo tardo-antico al presente, in Italia e in Europa ma sempre di più guardando in prospettive transnazionali e decoloniali, che aprono alla consapevolezza di storie delle arti plurali e dell’arte globale”.

StArt intende così fornire a studentesse e studenti una solida base di carattere storico e metodologico per indagare le opere d’arte non soltanto da un punto di vista formale, ma anche come prodotto intellettuale e materiale di un determinato contesto storico, culturale, sociale ed economico. La specificità di un’opera d’arte si arricchisce così nello studio delle fonti documentarie, archivistiche e a stampa, e oggi anche digitali e multimediali.
Con questo approccio interdisciplinare, le iscritte e gli iscritti di StArt potranno inoltre conoscere le tecniche e lo stato di conservazione dei manufatti e studiare come valorizzare il patrimonio che ci è stato tramandato o quello che stiamo producendo, percorrendo la storia del collezionismo e confrontandosi con le sfide dei musei di oggi.

Per le iscrizioni e le informazioni sul piano di studi tutte le informazioni sono sul sito del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

 

In occasione della settimana europea della mobilità dal 16 al 22 settembre, la Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA) dell'Università di Pisa insieme a Federazione italiana ambiente e bicicletta (FIAB) organizzano per venerdì 20 settembre due iniziative speciali per promuovere una mobilità cittadina più sostenibile e consapevole.

Dalle 8.30 alle 10.00 e dalle 14.00 alle 15.30 si svolge “Bike2Work”: studentesse, studenti, personale e docenti sono invitati a recarsi in Ateneo con la biciletta e a passare dal cortile del Palazzo la Sapienza (via Curtatone e Montanara) dove potranno compilare un breve questionario e contribuire a migliorare le politiche di mobilità sostenibile dell’Ateneo. In cambio riceveranno le istruzioni su come ritirare un gadget gratuito per la propria bicicletta.
Il pomeriggio dalle 17.30 al Centro Congressi Le Benedettine (Piazza S. Paolo a Ripa D'Arno, 16), si terrà un evento aperto a tutti dedicato alla mobilità urbana dal titolo "Chiacchierata informale sul tema del mobility management". Sono previsti gli interventi di Eleonora Perotto, Mobility manager Politecnico di Milano, di Barbara Melotti, Mobility Manager Aeroporto Bologna e di Paolo Ferri, Ceo Wecity.

Per partecipare alle due iniziative è raccomandata la registrazione. Ma intanto parliamo della giornata con il professor Marco Avvenuti, referente mobilità della Commissione per la Sostenibilità di Ateneo e con la sua presidente professoressa Elisa Giuliani, pro-rettrice per la Sostenibilità e l’Agenda 2030.

Professore Avvenuti, quali sono le sfide e opportunità per rendere le nostre città più accessibili, sicure e rispettose dell’ambiente?
Partiamo prima di tutto dalla sicurezza. Purtroppo, fatti tragici e recenti, e penso al ciclista travolto e rimasto ucciso in uno scontro con un’auto sui lungarni a Pisa a inizio settembre, ci ricordano, con grande rammarico, che anche nella nostra città la sicurezza stradale è motivo di allarme, come del resto lo è a livello nazionale. Secondo i dati ISTAT, nel 2023 in Italia gli incidenti sono avvenuti per il 73,3% in strade urbane, le vittime sono aumentate per i conducenti di biciclette (212; 205 nel 2022) e sono 485 fra i pedoni. Gli utenti più vulnerabili rappresentano il 50% dei morti sulle strade (49,3% nel 2022). E una nota particolarmente negativa è la quota di bambini da 0 a 14 anni deceduti in incidente stradale: 41 nel 2023, in aumento rispetto agli anni precedenti. Proprio in ambito urbano, dove le infrastrutture e le regolamentazioni dovrebbero garantire sicurezza e vivibilità, assistiamo sempre più spesso a comportamenti che mettono a rischio la vita, quali velocità eccessiva, utilizzo dei cellulari alla guida, mancato rispetto delle norme elementari della circolazione. Ed è triste constatare che, come società, ci siamo abituati a tollerare tutto questo per un sistema di mobilità che privilegia la velocità, quando poi sappiamo che nei centri urbani gli spostamenti avvengono a velocità medie sempre più basse a causa dell’abuso delle auto private e della congestione che ne consegue. E che la maggior parte delle distanze percorse è inferiore ai 4 km, quindi percorribili con biciclette.

Che si può fare per migliorare la situazione?
È urgente recuperare il ritardo nell'attuazione di interventi concreti per ridurre, se non azzerare, il numero delle vittime. Sappiamo che è possibile, come dimostrano le esperienze di molte città europee e ora anche italiane, come ad esempio a Bologna, dove dopo l’introduzione della “Città 30” si è registrato un calo degli incidenti più gravi (-37,8%), insieme ad un aumento dell’uso della bicicletta (+12%), del bike sharing (+92%) e del trasporto pubblico (+11%). Esistono quindi strumenti efficaci per salvare vite umane e migliorare la vivibilità nelle città senza comprometterne la mobilità. Tra questi, la moderazione della velocità, con l'istituzione di zone a 30 km/h sempre più ampie, il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico, l’uso di dispositivi previsti dal codice della strada come il restringimento dello spazio dedicato alle auto private, la condivisione della carreggiata, le piste ciclabili. Inoltre, è fondamentale un’azione di repressione dei comportamenti scorretti con una presenza più capillare delle forze dell'ordine e l’uso appropriato di strumenti tecnologici di controllo (autovelox) e i sistemi di sicurezza attiva a bordo dei veicoli.

Professoressa Giuliani, cosa sta facendo la Commissione per la Sostenibilità di Ateneo?
Come Commissione per la Sostenibilità di Ateneo abbiamo il compito di guidare l'Università verso un suo sviluppo sostenibile, anche sotto il profilo della mobilità urbana. Soprattutto non vogliamo che la percezione di una scarsa sicurezza scoraggi le migliaia di persone che popolano la nostra comunità universitaria a utilizzare la bicicletta per gli spostamenti. Il tema della sicurezza si aggiunge peraltro al già grave problema dell’esposizione dei cittadini e delle cittadine (a piedi o meno) all’inquinamento da particolati fini legato al traffico urbano, che la ricerca scientifica dimostra essere responsabile di migliaia di morti premature all’anno. Auspichiamo pertanto un cambiamento culturale nella concezione dell’uso della strada e che questo sia ampiamente condiviso anche nelle altre realtà cittadine. Anche alla luce dell’accordo sui temi della sostenibilità siglato tra la nostra università e il Comune di Pisa il 7 maggio scorso, siamo disponibili a collaborare con l’amministrazione comunale per trovare soluzioni che rendano la mobilità sostenibile e, soprattutto, sicura.

 

In occasione della settimana europea della mobilità dal 16 al 22 settembre, la Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA) dell'Università di Pisa insieme a Federazione italiana ambiente e bicicletta (FIAB) organizzano per venerdì 20 settembre due iniziative speciali per promuovere una mobilità cittadina più sostenibile e consapevole.

Dalle 8.30 alle 10.00 e dalle 14.00 alle 15.30 si svolge “Bike2Work”: studentesse, studenti, personale e docenti sono invitati a recarsi in Ateneo con la biciletta e a passare dal cortile del Palazzo la Sapienza (via Curtatone e Montanara) dove potranno compilare un breve questionario e contribuire a migliorare le politiche di mobilità sostenibile dell’Ateneo. In cambio riceveranno le istruzioni su come ritirare un gadget gratuito per la propria bicicletta.
Il pomeriggio dalle 17.30 al Centro Congressi Le Benedettine (Piazza S. Paolo a Ripa D'Arno, 16), si terrà un evento aperto a tutti dedicato alla mobilità urbana dal titolo "Chiacchierata informale sul tema del mobility management". Sono previsti gli interventi di Eleonora Perotto, Mobility manager Politecnico di Milano, di Barbara Melotti, Mobility Manager Aeroporto Bologna e di Paolo Ferri, Ceo Wecity.

 

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Per partecipare alle due iniziative è raccomandata la registrazione. Ma intanto parliamo della giornata con il professor Marco Avvenuti, referente mobilità della Commissione per la Sostenibilità di Ateneo e con la sua presidente professoressa Elisa Giuliani, pro-rettrice per la Sostenibilità e l’Agenda 2030.

Professore Avvenuti, quali sono le sfide e opportunità per rendere le nostre città più accessibili, sicure e rispettose dell’ambiente?
Partiamo prima di tutto dalla sicurezza. Purtroppo, fatti tragici e recenti, e penso al ciclista travolto e rimasto ucciso in uno scontro con un’auto sui lungarni a Pisa a inizio settembre, ci ricordano, con grande rammarico, che anche nella nostra città la sicurezza stradale è motivo di allarme, come del resto lo è a livello nazionale. Secondo i dati ISTAT, nel 2023 in Italia gli incidenti sono avvenuti per il 73,3% in strade urbane, le vittime sono aumentate per i conducenti di biciclette (212; 205 nel 2022) e sono 485 fra i pedoni. Gli utenti più vulnerabili rappresentano il 50% dei morti sulle strade (49,3% nel 2022). E una nota particolarmente negativa è la quota di bambini da 0 a 14 anni deceduti in incidente stradale: 41 nel 2023, in aumento rispetto agli anni precedenti. Proprio in ambito urbano, dove le infrastrutture e le regolamentazioni dovrebbero garantire sicurezza e vivibilità, assistiamo sempre più spesso a comportamenti che mettono a rischio la vita, quali velocità eccessiva, utilizzo dei cellulari alla guida, mancato rispetto delle norme elementari della circolazione. Ed è triste constatare che, come società, ci siamo abituati a tollerare tutto questo per un sistema di mobilità che privilegia la velocità, quando poi sappiamo che nei centri urbani gli spostamenti avvengono a velocità medie sempre più basse a causa dell’abuso delle auto private e della congestione che ne consegue. E che la maggior parte delle distanze percorse è inferiore ai 4 km, quindi percorribili con biciclette.

Che si può fare per migliorare la situazione?
È urgente recuperare il ritardo nell'attuazione di interventi concreti per ridurre, se non azzerare, il numero delle vittime. Sappiamo che è possibile, come dimostrano le esperienze di molte città europee e ora anche italiane, come ad esempio a Bologna, dove dopo l’introduzione della “Città 30” si è registrato un calo degli incidenti più gravi (-37,8%), insieme ad un aumento dell’uso della bicicletta (+12%), del bike sharing (+92%) e del trasporto pubblico (+11%). Esistono quindi strumenti efficaci per salvare vite umane e migliorare la vivibilità nelle città senza comprometterne la mobilità. Tra questi, la moderazione della velocità, con l'istituzione di zone a 30 km/h sempre più ampie, il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico, l’uso di dispositivi previsti dal codice della strada come il restringimento dello spazio dedicato alle auto private, la condivisione della carreggiata, le piste ciclabili. Inoltre, è fondamentale un’azione di repressione dei comportamenti scorretti con una presenza più capillare delle forze dell'ordine e l’uso appropriato di strumenti tecnologici di controllo (autovelox) e i sistemi di sicurezza attiva a bordo dei veicoli.

Professoressa Giuliani, cosa sta facendo la Commissione per la Sostenibilità di Ateneo?
Come Commissione per la Sostenibilità di Ateneo abbiamo il compito di guidare l'Università verso un suo sviluppo sostenibile, anche sotto il profilo della mobilità urbana. Soprattutto non vogliamo che la percezione di una scarsa sicurezza scoraggi le migliaia di persone che popolano la nostra comunità universitaria a utilizzare la bicicletta per gli spostamenti. Il tema della sicurezza si aggiunge peraltro al già grave problema dell’esposizione dei cittadini e delle cittadine (a piedi o meno) all’inquinamento da particolati fini legato al traffico urbano, che la ricerca scientifica dimostra essere responsabile di migliaia di morti premature all’anno. Auspichiamo pertanto un cambiamento culturale nella concezione dell’uso della strada e che questo sia ampiamente condiviso anche nelle altre realtà cittadine. Anche alla luce dell’accordo sui temi della sostenibilità siglato tra la nostra università e il Comune di Pisa il 7 maggio scorso, siamo disponibili a collaborare con l’amministrazione comunale per trovare soluzioni che rendano la mobilità sostenibile e, soprattutto, sicura.

Martedì, 17 Settembre 2024 09:44

Convenzione CUG con asili nido 2025

 

Anche quest’anno il Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa, al fine di promuovere la conciliazione dei tempi di vita, ha stipulato una convenzione per ridurre i costi delle rette mensili degli asili nido con Arnera Società Cooperativa Sociale Onlus che gestisce numerosi nidi d’infanzia nel territorio pisano. 
Chiunque appartenga alla comunità universitaria pisana (personale docente, tecnico-amministrativo, dottorandi/e, specializzandi/e, assegnisti/e di ricerca, borsisti/e, studenti) può richiedere tali riduzioni per i propri figli e figlie.

Tutte le informazioni al link: https://cug.unipi.it/convenzione-con-asili-nido-2025/ 

Martedì, 17 Settembre 2024 09:42

Convenzione CUG con asili nido 2025

Anche quest’anno il Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa, al fine di promuovere la conciliazione dei tempi di vita, ha stipulato una convenzione per ridurre i costi delle rette mensili degli asili nido con Arnera Società Cooperativa Sociale Onlus che gestisce numerosi nidi d’infanzia nel territorio pisano. 
Chiunque appartenga alla comunità universitaria pisana (personale docente, tecnico-amministrativo, dottorandi/e, specializzandi/e, assegnisti/e di ricerca, borsisti/e, studenti) può richiedere tali riduzioni per i propri figli e figlie.

Tutte le informazioni al link: https://cug.unipi.it/convenzione-con-asili-nido-2025/ 

Una targa e un grande applauso hanno salutato, questa mattina al Polo delle Benedettine di Pisa, gli 80 anni del professor Luciano Lenzini, ossia il “padre” italiano di Internet. Fu lui, infatti, l’artefice del primo nodo di connessione del nostro paese nel lontano 1986, proiettando l’Italia nel futuro.

“Con la targa che oggi consegniamo al prof. Luciano Lenzini il nostro Ateneo non vuole solo celebrare la sua carriera nel campo dell’informatica, ma anche ringraziarlo per il contributo che ha dato alla formazione delle nuove generazioni – ha commentato il prof. Giuseppe Iannacone, prorettore vicario dell’Università di Pisa, aprendo i festeggiamenti -  Sono tantissimi i giovani che lui ha guidato nel percorso da studenti a ricercatori e che oggi sono impegnati in importanti atenei, centri di ricerca e imprese”.

“Se oggi l’Università di Pisa può vantare una lunga e solida tradizione nel campo dell’informatica lo si deve, in primo luogo, a persone come Luciano Lenzini, artefice di quel progetto che il 30 aprile 1986 permise all’Italia di connettersi per la prima volta ad Internet – ha detto il prof. Giuseppe Anastasi, delegato del rettore per la transizione digitale dell’Ateneo pisano – Per questo oggi è un onore per noi poterlo festeggiare, come è un immenso piacere averlo ancora tra i nostri più stretti collaboratori in tanti progetti di ricerca. In particolari quelli che riguardano Quantum Computing e Quantum Networking, suo nuovo campo d’interesse.  Lunedì 23 settembre, peraltro, inaugurerà un suo corso su queste tematiche all’interno del corso di laurea in Ingegneria Informatica”.

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A festeggiarlo, sono stati i colleghi e tutta la governance dell’Università di Pisa, dove Lenzini si è laureato in Fisica nel 1969 e dove ha insegnato per quasi trent’anni come Professore Ordinario di Ingegneria Informatica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. All’Ateneo pisano era arrivato nel 1994, dopo aver lasciato il CNUCE, l’istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) dove, dal 1970, aveva svolto attività di ricerca in ambito networking.

“Questo riconoscimento mi onora e vi ringrazio - ha commentato il prof. Luciano Lenzini, al momento della consegna della targa e ricordando i passi che hanno portato al primo collegamento internet in Italia – Ho ottanta anni, ma l’entusiasmo nel fare ricerca è quello di sempre. Oggi il mio auspicio è che qui a Pisa nasca un gruppo che possa lavorare sul quantum internet in modo da poter giocare lo stesso ruolo strategico avuto tra gli anni Settanta e Ottanta per lo sviluppo di Internet nel nostro Paese”.

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Nella sua lunga e prestigiosa carriera, Lenzini ha lavorato dal 1973 al 1974 sulle reti di computer presso l'IBM Scientific Center di Cambridge in Massachusetts dove ha maturato una notevole esperienza nel campo dell'architettura e dei protocolli per le reti di computer, che a quel tempo erano nelle loro fasi iniziali. Ha poi sfruttato questa conoscenza dirigendo la progettazione e l'implementazione di RPCNET, la prima rete italiana a commutazione di pacchetto; di STELLA, la prima rete europea a pacchetto satellitare di trasmissione, e di OSIRIDE, la prima rete italiana OSI. Alla fine degli anni ’70 ha ideato e diretto l’iniziativa che ha portato al funzionamento del primo nodo Internet in Italia (il quarto in Europa dopo Norvegia, Regno Unito e Germania). Attualmente i suoi interessi di ricerca includono l’informatica quantistica e l’Internet quantistica.

Il delegato per i progetti strategici di Ateneo si occupa del coordinamento del processo per la scelta, il finanziamento e il lancio dei progetti strategici di Ateneo sulle grandi sfide globali in tema di ricerca e innovazione.
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Il professor Andrea Bonaccorsi è professore ordinario di Ingegneria Economico-gestionale al Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni.
Andrea Bonaccorsi, nato a Pisa nel 1962, si è laureato in Economia all’Università di Pisa nel 1986, ha conseguito il Perfezionamento (PhD) presso la Scuola Superiore Sant’Anna e nel 1990 è entrato in servizio come ricercatore all’Università di Pisa. Nel 1998 è stato chiamato come professore associato alla Scuola Sant’Anna e nel 2001 ha vinto il concorso nazionale come professore ordinario. Chiamato alla Scuola di Ingegneria nel 2004 ha preso servizio presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, dove attualmente è professore ordinario di Ingegneria Gestionale.

Incarichi istituzionali

È stato Presidente del Corso di Studi in Ingegneria Gestionale dal 2016 al 2019.

Dal 2011 al 2015 è stato membro del primo Consiglio Direttivo dell’ANVUR, l’Agenzia Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca.

Ha collaborato a lungo con la Commissione Europea per le politiche di ricerca. Ha partecipato al Gruppo di esperti di alto livello che ha lanciato lo European Research Council, formulando il concetto di frontier research che tuttora guida le attività dell’ERC. È stato membro per due legislature del ristretto gruppo di esperti in diretta collaborazione con i Commissari Europei alla Ricerca.

In vari anni è stato Membro del Consiglio di Amministrazione del Polo Tecnologico di Navacchio, della Fondazione ISI per l’innovazione, di GATE 4.0.  È attualmente direttore del programma di Master in Scalability- Digital technology and company growth.

Attività scientifica e didattica

Le sue attività di ricerca si collocano nell’ambito della economia della scienza e delle tecnologia e degli studi quantitativi sulla scienza. Si è occupato di teoria della diffusione di innovazioni, di metodi di analisi nonparametrica di efficienza, di tecniche di identificazione di tecnologie emergenti, di teoria del design ingegneristico. Negli ultimi anni, nell’ambito del Laboratorio Business for Data Science (B4DS), lavora alla applicazione dei metodi di Natural Language Processing alla costruzione di indicatori di scienza e tecnologia.

Ha al suo attivo oltre 200 pubblicazioni, di cui la metà sulle principali riviste internazionali. L’archivio Google Scholar registra oltre 13.500 citazioni. Negli ultimi anni viene inserito nel top 2% dei ricercatori a livello mondiale in tutte le discipline, secondo dati elaborati dalla Stanford University.

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