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Giovedì, 21 Giugno 2018 09:26

Seminario "Alimentazione & Autoguarigione"

locandinaMercoledì 27 Giugno dalle ore 10,00 alle ore 19,00, presso l’aula RM di Palazzo Ricci (Via Collegio Ricci 10), il gruppo GRACT presenta "Alimentazione & Autoguarigione", un seminario con la dottoressa Pamela Bonaccini, PhD.

Una giornata teorico-pratica per iniziare a capire come ciò che mangiamo condiziona la nostra salute e il nostro pensiero, per capire come migliorare il nostro benessere e come ripristinare il nostro peso ideale mediante l'integrazione tra la medicina cinese classica e le scoperte della scienza moderna.

Ingresso gratuito.

L'incontro è organizzato il contributo finanziario dell'Università di Pisa per le attività studentesche.

Info e prenotazioni:
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Chiara Amato, neolaureata in ingegneria aerospaziale all’Università di Pisa, ha vinto la Mela d’Oro della XXX edizione del Premio Marisa Bellisario, “Donne ad alta quota”. La cerimonia si è svolta Roma al Foro Italico lo scorso 15 giugno e andata in onda su Raidue in seconda serata il 19 giugno.
Chiara, classe 1990 e originaria di Salerno, è risultata vincitrice spuntandola su tantissime candidature e superando un rigoroso processo di selezione che ha coinvolto più di 40 atenei italiani e tre grandi aziende – Acea, Leonardo Company e Terna. La commissione esaminatrice del Premio, presieduta da Stefano Lucchini e Lella Golfo, ha individuato i corsi di studio in Ingegneria Elettrica, Elettronica e Aerospaziale per assegnare la Mela d’Oro a tre brillanti neolaureate con il massimo dei voti. Chiara Amato, laureata a luglio del 2017, è arrivata prima in Italia per l’Ingegneria aerospaziale grazie ad una tesi sulle problematiche di interazione con l'atmosfera durante il rientro delle navicelle spaziali, lavoro in cui l’hanno seguita come relatori i professori Luca D'Agostino dell’Università di Pisa e Marco Panesi dell’University of Illinois (USA). Dopo la laurea Chiara Amato è volata in America e ora sta studiando per conseguire dottorato di ricerca all’Università del Minnesota, Minneapolis-St. Paul (USA), dove è entrata a far parte del gruppo di ricerca del National Hypersonic Research Center.
“Questo riconoscimento ad una nostra laureata ci riempie d’orgoglio – dice il professore Roberto Galatolo, presidente del Corso di studi in Ingegneria aerospaziale dell’Ateneo pisano - a nome di tutti i docenti del corso di studio faccio a Chiara le mie più vive congratulazioni, assieme ai miei migliori auguri per il suo futuro”.

 

Depigmentati e privi di occhi, caratteristiche tipiche di animali che conducono vita sotterranea, è questo il primo identikit di sette nuove specie, tutte toscane, che da oggi vanno ad arricchire l’inventario fauna italiana. La scoperta arriva dopo alcuni anni di ricerche condotte da Giuseppe Montesanto del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e da Stefano Taiti dell’ISE-CNR di Firenze e del Museo di Storia Naturale, Sezione di Zoologia la “Specola” di Firenze e che hanno appena pubblicato i risultati del loro lavoro in un articolo su “Zoosystema”, rivista scientifica del Museo di Storia Naturale di Parigi.
Le sette nuove specie appartengono agli isopodi terrestri, ovvero crostacei che nel corso dell’evoluzione si sono adattati alla vita sulla terraferma, e sono imparentate con i comuni porcellini di terra. Gli esemplari sono lunghi pochi millimetri e vivono nelle cavità del sottosuolo, come grotte o anfratti della roccia madre, per cui è difficilissimo rinvenirli anche per i più appassionati naturalisti.
“Le specie animali che ad oggi conosciamo sono circa il 10% di quelle che in realtà potrebbero esistere sul nostro pianeta e sebbene l’idea di trovare nuove specie si associ più agli habitat tropicali o quantomeno esotici – spiega Montesanto - i ritrovamenti riguardano anche il nostro Paese e, per questo gruppo, non è raro rinvenire nuove specie; in Toscana gli ultimi casi di descrizioni di nuovi isopodi terrestri risalgono al 1995”.
In particolare, cinque delle sette nuove specie sono state rinvenute nelle province di Pisa e Livorno – da cui appunto alcuni dei nomi scelti come Leucocyphoniscus pisanus o Alloschizidium labronicum – e i ricercatori ritengono che si tratti di specie endemiche, cioè che vivono esclusivamente nel luogo geografico dove sono state trovate.
“Le ricerche zoologiche nel campo della Tassonomia, sembrano essere un po’ “fuori moda – conclude Montesanto - oggi i nostri studenti dei corsi di laurea in Scienze Biologiche e Scienze Naturali ed Ambientali, sono sempre più orientati a ricerche molecolari più trendy al giorno d’oggi. Eppure ogni qual volta si va a cercare in nuovi ambienti, uno specialista esperto, riesce a scoprire alcune nuove specie e quindi a dare loro un nome rendendole note al mondo scientifico”.

Il più grande finanziamento per la ricerca scientifica nell’ambito dei disturbi del neurosviluppo è stato assegnato dall'Innovative Medicines Initiative a un consorzio internazionale guidato dall'Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze (IoPPN) del King's College di Londra.
Partner italiano del consorzio è l’equipe guidata dal professor Filippo Muratori (nella foto in basso), direttore dell’unità operativa di Psichiatria dello Sviluppo del IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone e docente dell’Università di Pisa, che si occupa da anni di bambini autistici e delle loro famiglie.
Il finanziamento di 115 milioni di euro per lo studio “Autism Innovative Medicine Studies-2-Trials (AIMS-2-Trials)” accrescerà la nostra conoscenza dell'autismo e contribuirà a sviluppare nuove terapie per migliorare lo stato di salute e la qualità della vita delle persone autistiche.

Più di 1 persona su 100 è autistica. Oltre alle caratteristiche principali dell'autismo, molte persone autistiche lottano con gravi comorbidità, come l'epilessia, l'ansia e la depressione, e l'aspettativa di vita delle persone autistiche si può ridurre fino a 30 anni. Tuttavia, le cause dell'autismo e delle difficoltà ad esso associate rimangono in gran parte sconosciuti ed esistono pochissime terapie efficaci e appropriate per l’autismo.
AIMS-2-Trials riunirà le persone autistiche e le loro famiglie, le istituzioni accademiche, le associazioni benefiche e le aziende farmaceutiche per studiare l'autismo e fornire un'infrastruttura per lo sviluppo e la sperimentazione di nuove terapie. In linea con le priorità della comunità delle persone con autismo, il consorzio si concentrerà anche sul perché alcune persone autistiche sviluppino problemi di salute aggiuntivi che hanno un impatto grave sulla qualità e sulla durata della loro vita.

Il professor Declan Murphy, responsabile del progetto e direttore del Sackler Institute for Translational Neurodevelopment presso l'IoPPN del King's College di Londra afferma: "Molte persone autistiche vanno incontro ad una bassa qualità di vita, tuttavia la ricerca sull'autismo riceve molto meno investimenti rispetto ad altre condizioni che limitano l'aspettativa e la qualità della vita, come il cancro o la demenza. Questo finanziamento ci consentirà di colmare il divario tra le conoscenze biologiche e la clinica offrendo approcci personalizzati nei confronti dei problemi che incidono in modo severo sulla vita delle persone autistiche ".

Tutte le persone autistiche sono diverse e questo rende difficile identificare e testare nuove terapie. AIMS-2-Trials adotterà come approccio quello della medicina di precisione volto a personalizzare le terapie sulla base del profilo biologico individuale. Per raggiungere questo obiettivo sarà necessario sviluppare test in grado non solo di individuare precocemente l’autismo ma anche di prevedere la sua progressione nel tempo e la probabilità di insorgenza di ulteriori problemi di salute mentale.
AIMS-2-Trials darà vita alla prima rete europea di studi clinici sull'autismo, oltre a consentire collaborazioni internazionali con enti no profit, agenzie governative e industrie per determinare rapidamente se le terapie sono efficaci. La collaborazione con le persone autistiche, le loro famiglie e i loro accompagnatori sarà parte cruciale per lo sviluppo di terapie che migliorino l’outcome e che riguardino molte persone con autismo.

Il prof. Filippo Muratori afferma che “La partecipazione della Fondazione Stella Maris e dell’Università di Pisa a questo importante progetto europeo potrà permettere di migliorare le politiche nei confronti delle persone con autismo anche in Italia”.

Attraverso l'Innnovative Medicines Initiative (IMI), i finanziamenti dell'Unione europea sono sostenuti anche da contributi devoluti dagli enti di beneficenza che operano a favore delle persone con autismo e dall'industria farmaceutica, con quasi 60 milioni di euro da parte dalle associazioni di beneficenza e 2,5 milioni di euro dalla Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche (EFPIA). Il progetto ha ricevuto finanziamenti dall’IMI-2 (numero 777394) e ha beneficiate del supporto da parte del programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea Horizon 2020, dell’EFPIA, della Fondazione Simons, di Autism Speaks e di Autistica, un ente di beneficienza inglese per la ricerca sull’autismo.

 

BACKGROUND

AIMS-2-TRIALS si basa su un investimento iniziale per creare un consorzio di ricerca sull'autismo nel Regno Unito da parte del Medical Research Council finalizzato a comprendere meglio la biologia cerebrale e su successivi finanziamenti della National Institutes of Health Research per identificare i bisogni sanitari e sociali delle persone autistiche e delle loro famiglie. Questi sforzi hanno gettato le basi per il primo finanziamento EU AIMS, anche con il contributo della Innovative Medicines Initiative, che ha istituito sia una rete di ricerca europea che i più grandi studi clinici al mondo sull'autismo. EU AIMS ha portato significativi risultati, come la comprensione di come lo sviluppo, l'anatomia e il funzionamento cerebrale siano correlati ai sintomi dell'autismo. AIMS-2-TRIALS si baserà su queste scoperte studiando le persone lungo il corso della vita per capire quali variabili siano correlate a un miglior outcome per le persone autistiche e le loro famiglie.

 

Il più grande finanziamento per la ricerca scientifica nell’ambito dei disturbi del neurosviluppo è stato assegnato dall'Innovative Medicines Initiative a un consorzio internazionale guidato dall'Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze (IoPPN) del King's College di Londra. Partner italiano del consorzio è l’equipe guidata dal professor Filippo Muratori (nella foto in basso), direttore dell’unità operativa di Psichiatria dello Sviluppo del IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone e docente dell’Università di Pisa, che si occupa da anni di bambini autistici e delle loro famiglie.

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Il finanziamento di 115 milioni di euro per lo studio “Autism Innovative Medicine Studies-2-Trials (AIMS-2-Trials)” accrescerà la conoscenza dell'autismo e contribuirà a sviluppare nuove terapie per migliorare lo stato di salute e la qualità della vita delle persone autistiche. 
Più di 1 persona su 100 è autistica. Oltre alle caratteristiche principali dell'autismo, molte persone autistiche lottano con gravi comorbidità, come l'epilessia, l'ansia e la depressione, e l'aspettativa di vita delle persone autistiche si può ridurre fino a 30 anni. Tuttavia, le cause dell'autismo e delle difficoltà ad esso associate rimangono in gran parte sconosciuti ed esistono pochissime terapie efficaci e appropriate per l’autismo.
AIMS-2-Trials riunirà le persone autistiche e le loro famiglie, le istituzioni accademiche, le associazioni benefiche e le aziende farmaceutiche per studiare l'autismo e fornire un'infrastruttura per lo sviluppo e la sperimentazione di nuove terapie. In linea con le priorità della comunità delle persone con autismo, il consorzio si concentrerà anche sul perché alcune persone autistiche sviluppino problemi di salute aggiuntivi che hanno un impatto grave sulla qualità e sulla durata della loro vita.

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Il professor Declan Murphy, responsabile del progetto e direttore del Sackler Institute for Translational Neurodevelopment presso l'IoPPN del King's College di Londra afferma: "Molte persone autistiche vanno incontro ad una bassa qualità di vita, tuttavia la ricerca sull'autismo riceve molto meno investimenti rispetto ad altre condizioni che limitano l'aspettativa e la qualità della vita, come il cancro o la demenza. Questo finanziamento ci consentirà di colmare il divario tra le conoscenze biologiche e la clinica offrendo approcci personalizzati nei confronti dei problemi che incidono in modo severo sulla vita delle persone autistiche ".

Tutte le persone autistiche sono diverse e questo rende difficile identificare e testare nuove terapie. AIMS-2-Trials adotterà come approccio quello della medicina di precisione volto a personalizzare le terapie sulla base del profilo biologico individuale. Per raggiungere questo obiettivo sarà necessario sviluppare test in grado non solo di individuare precocemente l’autismo ma anche di prevedere la sua progressione nel tempo e la probabilità di insorgenza di ulteriori problemi di salute mentale. AIMS-2-Trials darà vita alla prima rete europea di studi clinici sull'autismo, oltre a consentire collaborazioni internazionali con enti no profit, agenzie governative e industrie per determinare rapidamente se le terapie sono efficaci. La collaborazione con le persone autistiche, le loro famiglie e i loro accompagnatori sarà parte cruciale per lo sviluppo di terapie che migliorino l’outcome e che riguardino molte persone con autismo.
Il professor Filippo Muratori afferma che “La partecipazione della Fondazione Stella Maris e dell’Università di Pisa a questo importante progetto europeo potrà permettere di migliorare le politiche nei confronti delle persone con autismo anche in Italia”.

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Attraverso l'Innnovative Medicines Initiative (IMI), i finanziamenti dell'Unione europea sono sostenuti anche da contributi devoluti dagli enti di beneficenza che operano a favore delle persone con autismo e dall'industria farmaceutica, con quasi 60 milioni di euro da parte dalle associazioni di beneficenza e 2,5 milioni di euro dalla Federazione europea delle industrie e delle associazioni farmaceutiche (EFPIA). Il progetto ha ricevuto finanziamenti dall’IMI-2 (numero 777394) e ha beneficiate del supporto da parte del programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea Horizon 2020, dell’EFPIA, della Fondazione Simons, di Autism Speaks e di Autistica, un ente di beneficienza inglese per la ricerca sull’autismo.

chiara amatoChiara Amato (foto), neolaureata in ingegneria aerospaziale all’Università di Pisa, ha vinto la Mela d’Oro della XXX edizione del Premio Fondazione Marisa Bellisario, “Donne ad alta quota”. La cerimonia si è svolta Roma al Foro Italico lo scorso 15 giugno e andata in onda su Raidue in seconda serata il 19 giugno.

Chiara, classe 1990 e originaria di Salerno, è risultata vincitrice spuntandola su tantissime candidature e superando un rigoroso processo di selezione che ha coinvolto più di 40 atenei italiani e tre grandi aziende – Acea, Leonardo Company e Terna. La commissione esaminatrice del Premio, presieduta da Stefano Lucchini e Lella Golfo, ha individuato i corsi di studio in Ingegneria Elettrica, Elettronica e Aerospaziale per assegnare la Mela d’Oro a tre brillanti neolaureate con il massimo dei voti.

Chiara Amato, laureata a luglio del 2017, è arrivata prima in Italia per l’Ingegneria aerospaziale grazie ad una tesi sulle problematiche di interazione con l'atmosfera durante il rientro delle navicelle spaziali, lavoro in cui l’hanno seguita come relatori i professori Luca D'Agostino dell’Università di Pisa e Marco Panesi dell’University of Illinois (USA). Dopo la laurea Chiara Amato è volata in America e ora sta studiando per conseguire dottorato di ricerca all’Università del Minnesota, Minneapolis-St. Paul (USA), dove è entrata a far parte del gruppo di ricerca del National Hypersonic Research Center.

“Questo riconoscimento ad una nostra laureata ci riempie d’orgoglio – dice il professore Roberto Galatolo, presidente del Corso di studi in Ingegneria aerospaziale dell’Ateneo pisano - a nome di tutti i docenti del corso di studio faccio a Chiara le mie più vive congratulazioni, assieme ai miei migliori auguri per il suo futuro”.

 

Depigmentati e privi di occhi, caratteristiche tipiche di animali che conducono vita sotterranea, è questo il primo identikit di sette nuove specie, tutte toscane, che da oggi vanno ad arricchire l’inventario fauna italiana. La scoperta arriva dopo alcuni anni di ricerche condotte da Giuseppe Montesanto del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e da Stefano Taiti dell’ISE-CNR di Firenze e del Museo di Storia Naturale, Sezione di Zoologia la “Specola” di Firenze e che hanno appena pubblicato i risultati del loro lavoro in un articolo su “Zoosystema”, rivista scientifica del Museo di Storia Naturale di Parigi.

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Moserius talamonensis, una delle sette nuove specie scoperte

Le sette nuove specie appartengono agli isopodi terrestri, ovvero crostacei che nel corso dell’evoluzione si sono adattati alla vita sulla terraferma, e sono imparentate con i comuni porcellini di terra. Gli esemplari sono lunghi pochi millimetri e vivono nelle cavità del sottosuolo, come grotte o anfratti della roccia madre, per cui è difficilissimo rinvenirli anche per i più appassionati naturalisti.

“Le specie animali che ad oggi conosciamo sono circa il 10% di quelle che in realtà potrebbero esistere sul nostro pianeta e sebbene l’idea di trovare nuove specie si associ più agli habitat tropicali o quantomeno esotici – spiega Montesanto - i ritrovamenti riguardano anche il nostro Paese e, per questo gruppo, non è raro rinvenire nuove specie; in Toscana gli ultimi casi di descrizioni di nuovi isopodi terrestri risalgono al 1995”.
In particolare, cinque delle sette nuove specie sono state rinvenute nelle province di Pisa e Livorno – da cui appunto alcuni dei nomi scelti come Leucocyphoniscus pisanus o Alloschizidium labronicum – e i ricercatori ritengono che si tratti di specie endemiche, cioè che vivono esclusivamente nel luogo geografico dove sono state trovate.

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Typhlarmadillidium occidentale, una delle sette nuove specie scoperte


“Le ricerche zoologiche nel campo della Tassonomia, sembrano essere un po’ “fuori moda – conclude Montesanto - oggi i nostri studenti dei corsi di laurea in Scienze Biologiche e Scienze Naturali ed Ambientali, sono sempre più orientati a ricerche molecolari più trendy al giorno d’oggi. Eppure ogni qual volta si va a cercare in nuovi ambienti, uno specialista esperto, riesce a scoprire alcune nuove specie e quindi a dare loro un nome rendendole note al mondo scientifico”.

Venerdì 15 gugno, il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella, e il direttore del CISAM (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari) di San Piero a Grado (PI), ammiraglio ispettore Rosario A. Gioia Passione, hanno firmato un accordo per il corso di dottorato di ricerca in Ingegneria dell’Informazione. Tale accordo permetterà agli ufficiali del Corpo del Genio Marina di accedere alle fasi concorsuali per l’accesso ai dottorati di ricerca inclusi nell’offerta formativa dell’ateneo pisano. L’accordo, grazie all’accesso a studi specialistici ad altissimo contenuto tecnologico, consolida una volta in più le sinergie già in essere nell'ambito della formazione universitaria tra Ateneo e CISAM.

Per l'Università di Pisa erano presenti alla firma anche la professoressa Marcella Aglietti, delegata del rettore per il dottorato di ricerca, e Licia Del Corso, responsabile dell'Unità "Dottorati di ricerca" dell'Ateneo.

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