James Thompson and his band in concerto
Il 23 aprile alle 22.30, presso il Borderline club, l'Associazione Unisono ha organizzato il concerto di James Thompson con la Harlem Blues Band.
James Thompson
Cantante, sassofonista, flautista, frontman e autore, col suo approccio coinvolgente e peculiare è un intrattenitore in svariati generi musicali. Il suo stile vocale sfaccettato è unico e fresco, e si muove uniformemente dal Pop allo Smooth Jazz, dal Chillout/Lounge al Soul e all’ R&B.
Ha lavorato con svariati artisti famosi, tra i quali Paolo Conte, Jestofunk, Spagna, Timoria e Tommy Vee. Da due decenni James suona in diversi tour per Zucchero “Sugar” Fornaciari, col quale ha partecipato anche al Montreaux Jazz Festival in Svizzera, al Rock am Ring in Germania e al lancio del tour “La Sesion Cubana” all’Havana, Cuba.
Harlem Blues Band
Richard Blues, voice
Filippo Barontini, guitar
Francesco Bozza, piano
Daniele Del Gaudio, bass
Claudio Miele, drum
Nel 2012 si esibisce al Porretta Soul Festival
Nel 2013 con James Thompson si esibisce al IV Accadia Blues Festival, IX Etnia in Blues, V Manfredonia Blues Festival, XVI Brindisi Blues Festival, I Bitonto Bçues Festival. Nello stesso anno inizia la collaborazione con la cantante giamaicana Scheol Dilu Miller, con la quale nel 2015 si esibisce al festival Donne Jazz in Blues di Bertinoro (Forlì).
Nel 2014 con James Thompson si esibisce al Blues in Town Festival di Policoro (Mt) e al San Ferdinando Jazz Festival (Bt).
Con la cantante statunitense Lisa Hunt, corista storica di Zucchero, suona all’Avezzano Blues Festival, Trend & Blues Festival, Dogana Blues Festival.
Nel 2015 con Lisa Hunt suona al Montepulciano D’Abruzzo Blues Festival e al XX Trasimeno Blues Festival, mentre con James Thompson si esibisce al XX San Gia..zz Festival.
Nel 2016 con James Thompsom si esibisce all'Ovindoli Blues Festival mentre con Lisa Hunt si esibisce all'Atri Blues Festival.
I musicisti della band vantano collaborazioni individuali con Lurrie Bell, Pick Withers, Leburn Maddox, Tim Mitchell, Ellade Bandini, Joe Amoruso, Antonio Onorato.
Ingresso Gratuito
L'evento è organizzato con i contributi per le attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa.
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SKF Studentour
Il 3 maggio arriva a Pisa SKF Studentour, un ciclo di incontri con gli studenti di ingegneria dei principali atenei italiani per presentare l’offerta tecnologica di SKF.
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La giornata inizierà alle 8.45 con un seminario tecnico su “Design e soluzioni costruttive dei cuscinetti volventi per la progettazione delle applicazioni” organizzato nell’ambito del corso “Elementi costruttive delle macchine” del prof. Ciro Santus.
Dalle 10 alle 16 in Largo Diotisalvi sarà possibile visitare un camion dimostrativo che si trasforma in un’area espositiva dedicata ai cuscinetti volventi per applicazioni industriali e tenute per moto e biciclette.
Inoltre ci sarà l’opportunità di ammirare dal vivo la Ducati, di cui SKF è sponsor, attualmente impegnata nel campionato 2017 di MotoGP.
Il team SKF sarà a disposizione dei partecipanti per maggiori informazioni e approfondimenti.
L’iniziativa è organizzata con la collaborazione della Scuola di Ingegneria e del Servizio Job Placement dell’Università di Pisa
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Giampaolo Desderi, capo ufficio stampa SKF Industrie S.p.A. Tel. 011 9852510, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Stefania Sullini, ufficio stampa SKF Industrie S.p.A. Tel. 011 9852279, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
INVITO STAMPA: Inaugurazione del PHD+, il corso che insegna a trasformare le idee in impresa e a pensare innovativo
Mercoledi 19 aprile, alle ore 15, nell'Aula Gerace del Dipartimento di Informatica, si terrà l'incontro inaugurale della settima edizione del PhD+, il programma dell’Università di Pisa che insegna a valorizzare la ricerca, fare innovazione e sviluppare lo spirito imprenditoriale tra i giovani. Nell’occasione porteranno i loro saluti il rettore Paolo Mancarella e il prorettore per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico, Marco Raugi. Seguiranno gli interventi di Emil Abirascid, fondatore di Startupbusiness, e di Marco Bicocchi Pichi, presidente Associazione Italia Startup. Saranno presenti gli allievi della nuova edizione con le loro idee innovative da trasformare in impresa.
James Thompson and his band in concerto
Il 23 aprile alle 22.30, presso il Borderline club, l'Associazione Unisono ha organizzato il concerto di James Thompson con la Harlem Blues Band.
James Thompson
Cantante, sassofonista, flautista, frontman e autore, col suo approccio coinvolgente e peculiare è un intrattenitore in svariati generi musicali. Il suo stile vocale sfaccettato è unico e fresco, e si muove uniformemente dal Pop allo Smooth Jazz, dal Chillout/Lounge al Soul e all’ R&B.
Ha lavorato con svariati artisti famosi, tra i quali Paolo Conte, Jestofunk, Spagna, Timoria e Tommy Vee. Da due decenni James suona in diversi tour per Zucchero “Sugar” Fornaciari, col quale ha partecipato anche al Montreaux Jazz Festival in Svizzera, al Rock am Ring in Germania e al lancio del tour “La Sesion Cubana” all’Havana, Cuba.
Harlem Blues Band
Richard Blues, voice
Filippo Barontini, guitar
Francesco Bozza, piano
Daniele Del Gaudio, bass
Claudio Miele, drum
Nel 2012 si esibisce al Porretta Soul Festival
Nel 2013 con James Thompson si esibisce al IV Accadia Blues Festival, IX Etnia in Blues, V Manfredonia Blues Festival, XVI Brindisi Blues Festival, I Bitonto Bçues Festival. Nello stesso anno inizia la collaborazione con la cantante giamaicana Scheol Dilu Miller, con la quale nel 2015 si esibisce al festival Donne Jazz in Blues di Bertinoro (Forlì).
Nel 2014 con James Thompson si esibisce al Blues in Town Festival di Policoro (Mt) e al San Ferdinando Jazz Festival (Bt).
Con la cantante statunitense Lisa Hunt, corista storica di Zucchero, suona all’Avezzano Blues Festival, Trend & Blues Festival, Dogana Blues Festival.
Nel 2015 con Lisa Hunt suona al Montepulciano D’Abruzzo Blues Festival e al XX Trasimeno Blues Festival, mentre con James Thompson si esibisce al XX San Gia..zz Festival.
Nel 2016 con James Thompsom si esibisce all'Ovindoli Blues Festival mentre con Lisa Hunt si esibisce all'Atri Blues Festival.
I musicisti della band vantano collaborazioni individuali con Lurrie Bell, Pick Withers, Leburn Maddox, Tim Mitchell, Ellade Bandini, Joe Amoruso, Antonio Onorato.
Ingresso Gratuito
L'evento è organizzato con i contributi per le attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa.
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Giovane ricercatore dell’Ateneo premiato per i suoi studi sul controllo delle zanzare
Giovanni Benelli, assegnista di ricerca del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, ha vinto il premio della Fondazione Maria Teresa e Alessandro Ghigi bandito dall’Accademia delle Scienze di Bologna in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell'Emilia Romagna. La cerimonia di consegna si è svolta il 3 aprile a Bologna nel corso della quale Giovanni Benelli ha tenuto una conferenza dal titolo “Dengue, Zika virus e zanzare: nuove sfide per un controllo eco-sostenibile”.
L’Accademia delle Scienze di Bologna, presieduta dal professore Ferruccio Trifirò, ha motivato l’assegnazione del premio sottolineando l’importante contributo del giovane ricercatore nel campo dell’etologia e del controllo delle zanzare come vettori di malattie di interesse medico e veterinario. Giovanni Benelli (foto) è infatti autore di numerosi contributi scientifici sull’argomento, tutti su riviste con elevato impact factor, collabora con più di quaranta gruppi di ricerca nazionali e internazionali e svolge il ruolo di editor per importanti riviste di settore, tra cui Acta Tropica, Parasitology Research, e PeerJ.
“La ricerca in questo campo è fondamentale, ogni anno milioni di persone muoiono a causa di patogeni e parassiti trasmessi dalle zanzare – spiega il ricercatore dell’Ateneo pisano - questi insetti infatti veicolano alcune tra le più importanti malattie del nostro tempo, tra cui la malaria, ma anche i virus dengue, West Nile, chikungunya, e Zika, il cui impatto è devastante, in particolare nei confronti delle popolazioni rurali nelle aree più povere del nostro pianeta”.
Giovane ricercatore dell’Università di Pisa premiato per i suoi studi sul controllo delle zanzare
Giovanni Benelli, assegnista di ricerca del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, ha vinto il premio della Fondazione Maria Teresa e Alessandro Ghigi bandito dall’Accademia delle Scienze di Bologna in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell'Emilia Romagna. La cerimonia di consegna si è svolta il 3 aprile a Bologna nel corso della quale Giovanni Benelli ha tenuto una conferenza dal titolo “Dengue, Zika virus e zanzare: nuove sfide per un controllo eco-sostenibile”.
L’Accademia delle Scienze di Bologna, presieduta dal professore Ferruccio Trifirò, ha motivato l’assegnazione del premio sottolineando l’importante contributo del giovane ricercatore nel campo dell’etologia e del controllo delle zanzare come vettori di malattie di interesse medico e veterinario. Giovanni Benelli è infatti autore di numerosi contributi scientifici sull’argomento, tutti su riviste con elevato impact factor, collabora con più di quaranta gruppi di ricerca nazionali e internazionali e svolge il ruolo di editor per importanti riviste di settore, tra cui Acta Tropica, Parasitology Research, e PeerJ.
“La ricerca in questo campo è fondamentale, ogni anno milioni di persone muoiono a causa di patogeni e parassiti trasmessi dalle zanzare – spiega il ricercatore dell’Ateneo pisano - questi insetti infatti veicolano alcune tra le più importanti malattie del nostro tempo, tra cui la malaria, ma anche i virus dengue, West Nile, chikungunya, e Zika, il cui impatto è devastante, in particolare nei confronti delle popolazioni rurali nelle aree più povere del nostro pianeta”.
Alla Gipsoteca una conferenza sugli scavi archeologici al Palazzo della Sapienza
Mercoledì 19 aprile, alle ore 16.00, la Gipsoteca di Arte Antica dell'Università di Pisa, in piazza San Paolo all’Orto, ospita la conferenza "Archeologia «in progress». Lavori in corso nel Palazzo della Sapienza", dove saranno illustrati i risultati degli scavi archeologici sotto lo storico palazzo dell’Ateneo. Nell’occasione si parlerà anche dello scavo alle Terme di Nerone e, più in generale, dell’archeologia del III millennio.
Intervengono Maria Letizia Gualandi, Claudia Rizzitelli, Marcella Giorgio, Giuseppe Clemente. La conferenza è organizzata in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno e con l'Archeoclub d'Italia – sede di Pisa.
La Cappella Sistina prima del Giudizio Universale
Consulente scientifico per un’impresa del tutto inedita, ricostruire la Cappella Sistina così come appariva prima che Michelangelo vi dipingesse il Giudizio Universale. E’ appena uscito nei cinema italiani “Raffaello – il Principe delle Arti – in 3D”, la prima trasposizione cinematografica mai realizzata sull’artista urbinate. Un film prodotto da Sky, in collaborazione con Musei Vaticani e Magnitudo film e distribuito da Nexo Digital, al quale ha collaborato il professore Vincenzo Farinella, storico dell’arte all’Università di Pisa. Il suo compito è stato proprio quello di guidare la ricostruzione la Cappella Sistina così come apparve la notte del 26 dicembre 1519, quando vi furono esposti i primi sette arazzi di Raffaello, oggi custoditi nella Pinacoteca Vaticana.
“A quel tempo la parete d’altare era affrescata con opere del Perugino e di Michelangelo, andate distrutte quando quest’ultimo affrescò il Giudizio Universale e di cui sono state tramandate solo scarne testimonianze e disegni”, spiega Vincenzo Farinella.
Ad un primo sguardo profano, quello che colpisce guardando la parete ricostruita nel film è la presenza di due finestre, intorno alle quali si collocano i vari affreschi. Il posto d'onore, sopra all'altare, era occupato da una finta pala d'altare ad affresco del Perugino, raffigurante l'Assunzione della Vergine, alla presenza del committente, il pontefice Sisto IV della Rovere. Al di sopra prendevano avvio i due grandi cicli di affreschi che fasciavano tutte e quattro le pareti della Cappella: le Storie di Mosè a sinistra e le Storie di Cristo a destra, entrambe realizzate dal Perugino, che poi sulle pareti lunghe si sarebbe trovato a collaborare con altri artisti del calibro di Botticelli, e Domenico Ghirlandaio. Ancora sopra cominciava la sequenza dei quattro pontefici, probabilmente affrescata sempre dal Perugino e infine in alto due lunette dipinte da Michelangelo con una serie di grandiosi antenati di Cristo.
Per ricostruire più fedelmente possibile l’effetto scenico rispetto alle scarne testimonianze pervenute, insieme al professor Farinella hanno lavorato un artista professionista, Marco Romano che ha ridipinto le opere, e un team creativo esperto in ricostruzioni grafiche 3D evolute e visual effects interno a Sky.
“Il risultato che si è voluto ottenere, con questa ricostruzione, non è una ricomposizione filologica di un insieme perduto per sempre, ma un effetto di credibile spettacolarità”, spiega Vincenzo Farinella che ha raccontato più nello specifico come si è arrivati alla ricostruzione della parete.
“Per proporre una credibile ricostruzione, ovviamente ipotetica, di questa parete, in mancanza di disegni o incisioni che ci forniscano una visione d'insieme, ci si è fondati su varie fonti: un disegno peruginesco che ritrae fedelmente l'aspetto dell'Assunta sull'altare e varie incisioni e disegni cinquecenteschi tratti dalle due lunette michelangiolesche” - ha detto il professore dell’Ateneo pisano.
In mancanza di copie sicure, è stato invece più complesso ricreare la parte degli affreschi delle Storie di Mosè e di Cristo e dei quattro pontefici. Questi ultimi sono stati immaginati a partire da altri "ritratti" di Pontefici dipinti da Perugino sulle altre pareti della Sistina, mentre per la Natività si è partiti da altre scene simili realizzate da Perugino nel corso della sua carriera.
“Per il Ritrovamento di Mosè – conclude Vincenzo Farinella - in mancanza di credibili precedenti perugineschi, si è pensato di partire dall'analoga scena affrescata nelle Logge di Raffaello, ipotizzando che Raffaello, in quella composizione, potesse aver tenuto presente la scena affrescata quasi quarant'anni prima dal suo "maestro" nella Cappella Sistina”.
Ne hanno parlato:
Ansa.it
Lastampa.it
Corriere della Sera
La Repubblica Firenze
Il Tirreno
Corriere Fiorentino
La Cappella Sistina prima del Giudizio Universale
Consulente scientifico per un’impresa del tutto inedita, ricostruire la Cappella Sistina così come appariva prima che Michelangelo vi dipingesse il Giudizio Universale. E’ appena uscito nei cinema italiani “Raffaello – il Principe delle Arti – in 3D”, la prima trasposizione cinematografica mai realizzata sull’artista urbinate. Un film prodotto da Sky, in collaborazione con Musei Vaticani e Magnitudo film e distribuito da Nexo Digital, al quale ha collaborato il professore Vincenzo Farinella, storico dell’arte all’Università di Pisa. Il suo compito è stato proprio quello di guidare la ricostruzione la Cappella Sistina così come apparve la notte del 26 dicembre 1519, quando vi furono esposti i primi sette arazzi di Raffaello, oggi custoditi nella Pinacoteca Vaticana.
“A quel tempo la parete d’altare era affrescata con opere del Perugino e di Michelangelo, andate distrutte quando quest’ultimo affrescò il Giudizio Universale e di cui sono state tramandate solo scarne testimonianze e disegni”, spiega Vincenzo Farinella.
Ad un primo sguardo profano, quello che colpisce guardando la parete ricostruita nel film è la presenza di due finestre, intorno alle quali si collocano i vari affreschi. Il posto d'onore, sopra all'altare, era occupato da una finta pala d'altare ad affresco del Perugino, raffigurante l'Assunzione della Vergine, alla presenza del committente, il pontefice Sisto IV della Rovere. Al di sopra prendevano avvio i due grandi cicli di affreschi che fasciavano tutte e quattro le pareti della Cappella: le Storie di Mosè a sinistra e le Storie di Cristo a destra, entrambe realizzate dal Perugino, che poi sulle pareti lunghe si sarebbe trovato a collaborare con altri artisti del calibro di Botticelli, e Domenico Ghirlandaio. Ancora sopra cominciava la sequenza dei quattro pontefici, probabilmente affrescata sempre dal Perugino e infine in alto due lunette dipinte da Michelangelo con una serie di grandiosi antenati di Cristo.
Per ricostruire più fedelmente possibile l’effetto scenico rispetto alle scarne testimonianze pervenute, insieme al professor Farinella hanno lavorato un artista professionista, Marco Romano che ha ridipinto le opere, e un team creativo esperto in ricostruzioni grafiche 3D evolute e visual effects interno a Sky.
“Il risultato che si è voluto ottenere, con questa ricostruzione, non è una ricomposizione filologica di un insieme perduto per sempre, ma un effetto di credibile spettacolarità”, spiega Vincenzo Farinella che ha raccontato più nello specifico come si è arrivati alla ricostruzione della parete.
“Per proporre una credibile ricostruzione, ovviamente ipotetica, di questa parete, in mancanza di disegni o incisioni che ci forniscano una visione d'insieme, ci si è fondati su varie fonti: un disegno peruginesco che ritrae fedelmente l'aspetto dell'Assunta sull'altare e varie incisioni e disegni cinquecenteschi tratti dalle due lunette michelangiolesche” - ha detto il professore dell’Ateneo pisano.
In mancanza di copie sicure, è stato invece più complesso ricreare la parte degli affreschi delle Storie di Mosè e di Cristo e dei quattro pontefici. Questi ultimi sono stati immaginati a partire da altri "ritratti" di Pontefici dipinti da Perugino sulle altre pareti della Sistina, mentre per la Natività si è partiti da altre scene simili realizzate da Perugino nel corso della sua carriera.
“Per il Ritrovamento di Mosè – conclude Vincenzo Farinella - in mancanza di credibili precedenti perugineschi, si è pensato di partire dall'analoga scena affrescata nelle Logge di Raffaello, ipotizzando che Raffaello, in quella composizione, potesse aver tenuto presente la scena affrescata quasi quarant'anni prima dal suo "maestro" nella Cappella Sistina”.
Più grande è il comune più efficiente è la gestione della spesa
L’efficienza della spesa pubblica dei comuni va di pari passo con la loro grandezza e popolosità, in altre parole grande è bello, almeno in Toscana. E’ questo quanto emerge da una ricerca appena pubblicata sulla rivista “Socio-Economic Planning Sciences” e condotta da tre studiose, Laura Carosi dell’Università di Pisa, Giovanna D'Inverno dell’IMT di Lucca e Letizia Ravagli dell’IRPET.
Lo studio è partito dall’analisi dei bilanci comunali del 2011 pubblicati dal Ministero degli Interni che sono stati integrati con altre informazioni, prevalentemente dati ISTAT. Dal punto di vista geografico sono stati presi in considerazione tutti i comuni toscani, tranne quelli di Castiglion Fiorentino e Monterotondo Marittimo per mancanza di dati, e quelli di Firenze, Bucine e Vergemoli perché considerati “outliers”, cioè con caratteristiche troppo distanti dalle altre municipalità toscane.
L’analisi ha quindi valutato separatamente l’efficienza di cinque funzioni chiave nell’ambito dell’attività dei comuni che corrispondono al 73% della spesa globale municipale: “Amministrazione generale”, “Servizi Educativi”, “Servizi sociali”, “Manutenzione delle strade e mobilità locale” e “Polizia municipale”. I singoli punteggi di efficienza ottenuti sono stati poi aggregati, seguendo due metodologie differenti, così da avere un unico indice di efficienza globale. L’ultima fase della ricerca è stata quindi dedicata all’individuazione delle variabili che hanno un’influenza diretta sui risultati di efficienza come la dimensione, la collocazione geografica, la vocazione economica e l’assetto socio-politico.
“Questo lavoro si inserisce all’interno del dibattito sia scientifico che istituzionale sul rapporto tra dimensione dei comuni ed efficienza della spesa pubblica – spiega Laura Carosi, professoressa del dipartimento di Economia e Management dell’Ateneo pisano - dalla nostra analisi emerge che, almeno per quanto concerne la realtà toscana, al crescere della dimensione comunale aumentano i punteggi di efficienza, risultati che sono in linea con le misure intraprese dall’autorità regionale volte a ridurre l’attuale frammentazione del territorio toscano e/o ad incentivare attività di cooperazione tra i comuni più piccoli per l’espletamento di alcune funzioni”.
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La cartina mostra la distribuzione geografica dei punteggi di efficienza globale ottenuti dall’analisi: le zone più intensamente colorate sulla mappa corrispondono ai comuni che riportano i punteggi di efficienza globale più alti.