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Comunicati stampa
Una giornata per stimolare e rinnovare lo studio della letteratura italiana, ma non solo. Mercoledì 29 ottobre dalle 9.30 al Polo Fibonacci in via Buonarroti 3 l'Università di Pisa ospita il convegno dell'Associazione degli Italianisti (AdI) "Letteratura per la scuola, competenze per la vita". L'evento, che ha il patrocinio del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, si svolgerà contemporaneamente in molte città d'Italia con il coordinamento delle locali università. A Pisa la giornata si articolerà secondo un programma ricco di spunti didattici per gli insegnanti delle scuole superiori. Dopo i saluti istituzionali, interverranno i professori dell'Ateneo pisano Marco Santagata e Alberto Casadei, quindi parlerà Annalisa Nacinovich dell'AdI sull'insegnamento della letteratura italiana fra teoria e pratica. Nel pomeriggio sono previsti gli interventi dello scrittore Eraldo Affinati e di Mariachiara Boldrini, vincitrice del "Campiello Opera prima" 2014. Alle 16,30 chiuderà la giornata una tavola rotonda dal titolo "La letteratura italiana nell'epoca della globalizzazione" a cui partecipano per l'Ateneo pisano Raffaele Donnarumma, Mirko Tavoni e Francesca Fedi.

Certosa di Calci1L'Università di Pisa si mobilita a sostegno della Certosa di Calci. Dopo la firma della candidatura del monastero certosino al censimento "I Luoghi del Cuore" del FAI da parte del rettore Massimo Augello, del prorettore vicario, Nicoletta De Francesco, e degli altri prorettori, nei prossimi giorni saranno allestiti degli stand nei poli didattici per raccogliere le adesioni degli studenti, dei docenti e del personale amministrativo, tecnico e bibliotecario.
"Fin dall'inizio – ha detto il rettore – siamo stati vicini al Comitato promotore e al Comune di Calci, condividendo e sostenendo i loro sforzi per accrescere presso la pubblica opinione nazionale la visibilità di questo luogo 'magico', che purtroppo soffre da tempo di gravi carenze strutturali, e per farlo votare al concorso del FAI. Oltre al Museo Nazionale della Soprintendenza, nel complesso monumentale ha sede da quasi trent'anni il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, che è tra i più antichi al mondo e oggi tra i più visitati della Toscana, con oltre 40.000 presenze. Il Museo racconta quattro secoli di ricerca scientifico-naturalistica del nostro Ateneo, unendo alla concezione espositiva classica dei secoli passati, sale più innovative e multimediali, con un'attenzione specifica rivolta ai laboratori didattici e alle proposte educative per le scuole".

Certosa di Calci2Il censimento nazionale "I Luoghi del Cuore", promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo, è nato nel 2003 per sensibilizzare tutti i cittadini nei confronti del nostro patrimonio artistico e paesaggistico e per favorire l'aggregazione e la collaborazione fra comunità e istituzioni al fine di proteggere e valorizzare tale patrimonio. In dieci anni, sono state quasi due milioni le segnalazioni raccolte, distribuite su circa 31.000 luoghi, e 45 gli interventi di recupero effettuati.

La classifica provvisoria della 7a edizione è guidata dalla Certosa di Calci, con quasi 30.000 voti, seguita dal Castello di Calatubo, in Sicilia, e dal Castello dei Frati Cappuccini di Monterosso al Mare, in Liguria, entrambi con poco più di 20.000 voti.

La partecipazione al censimento, che sarà aperto fino al 30 novembre, può essere effettuata direttamente dal sito www.iluoghidelcuore.it, utilizzando la App "ILuoghidelCuore" o compilando gli appositi moduli di raccolta delle firme.

segestaGrazie a un'applicazione 3D sviluppata da ricercatori dell'Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore, oggi è possibile muoversi virtualmente all'interno dell'agorà di Segesta, ripercorrere la sequenza di scavo e immergersi nella piazza pubblica della città antica, così come si presentava alla fine del II secolo a.C.

Guarda il video.

Ideata in stretta sinergia tra il Laboratorio di Disegno e Restauro (LADIRE) del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Ateneo pisano, il Laboratorio di Scienze dell'Antichità e il Dreamslab della Scuola Normale Superiore, l'applicazione è stata ufficialmente presentata alla 5th International Conference on Remote Sensing in Archaeology (The Age of Sensing), svoltasi col patrocinio dell'Unesco presso la Duke University (North Carolina) negli USA, con il paper "Techniques and Applications for a virtual Simulation of the agora of Segesta".
 

Segesta

Lo scavo dell'agorà di Segesta, diretto dal professor Carmine Ampolo (SNS) e dalla professoressa Maria Cecilia Parra (Unipi), ogni anno vede la partecipazione di archeologi e studenti dell'Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore e rappresenta un campo di studi ideale per la sperimentazione delle nuove tecniche di rilievo e documentazione 3D.

Grazie all'integrazione di occhiali 3D e leap sensor l'applicazione consente di interagire con modelli e ricostruzioni nell'ambiente virtuale immersivo all'interno del CAVE (Cave Automatic Virtual Environment) presso il Dreamslab, diretto dal professor Vincenzo Barone. In particolare è possibile camminare all'interno della ricostruzione dell'antica agorà, visualizzare i singoli strati scavati estrapolando i principali oggetti rinvenuti e analizzare i relativi metadata esclusivamente con semplici gestures delle mani, che attivano un'interfaccia naturale all'interno dell'ambiente virtuale senza l'ausilio di ulteriori dispositivi indossabili.
 

Taccola&coLa simulazione virtuale delle varie fasi dello scavo, la possibilità di disporre - in tempo reale e all'interno del CAVE - di tutti i dati in formato digitale e l'opportunità di visualizzare e interagire con questi ultimi in un ambiente totalmente immersivo, arricchiranno lo studio della piazza pubblica segestana e segneranno un deciso progresso nel settore degli studi archeologici.

I ricercatori e archeologi che hanno progettato e realizzato l'applicazione sono Emanuele Taccola (LADIRE, UniPI), Riccardo Olivito (LSA, SNS), Niccolò Albertini e Daniele Licari (DREAMSLAB, SNS). (Nella foto a destra, da sinistra Emanuele Taccola, Riccardo Olivito e Niccolò Albertini).

Ne hanno parlato: 
ADNkronos
Tirreno Pisa
TirrenoPisa.it
PaginaQ 
gonews.it 

Transistore_in_disolfuro_di_molibdenoEver smaller and low-power: these are the transistors of the future, but not necessarily made of silicon. 2D materials have now been integrated with graphene in the challenge to dominate in the field of the electronics of tomorrow. A study recently published in the journal Nature Nanotechnology, is the outcome of work carried out by researchers from the University of Pisa who collaborated with their colleagues from the Italian Institute of Technology, the Massachusetts Institute of Technology, the University of Notre Dame, the University of Dallas, the research society AMO and Texas Instruments.

"Over the last few years the scientific community has shown a notable interest in 2D materials as a substitute for silicon in electronics," explains Gianluca Fiori from the Department of Information Engineering at the University of Pisa, "materials which are just one atom thick such as transition metal chalcogenides (TMD), bismuth selenide or graphene, which for this reason could be used to create tiny transistors, as small as five nanometers, where the present ones are twenty nanometers. To put the dimensions into perspective, a virus is around a hundred nanometers, a bacterium is around a thousand nanometers and the thickness of a hair is around a hundred thousand nanometers."

The transistor, invented in 1948 at the Bell Laboratories, is the principal driving force of the technological revolution which brought a considerable capacity for calculus and communication to our PCs and smartphones. Current technology allows for around a billion transistors in a chip, a block of silicon approximately 2 cm2.

"This study is the result of a series of projects financed by the European Commission and the project of collaboration between the University of Pisa and MIT Boston," underlined Giuseppe Iannaccone from the Department of Information Engineering of the University of Pisa. "The technology for the production and elaboration of these materials is still in the embryonic stage, so we are dealing with widely interdisciplinary frontier research, with a medium to long term time frame. To this day, as well as transistors, these materials appear to be particularly promising for the creation of flexible electronic systems, wearable systems or systems applied to curved surfaces."

Transistore_in_disolfuro_di_molibdenoSempre più piccoli e basso consumo: sono i transistor del futuro, ma non è detto che siano in silicio. Una classe di materiali bidimensionali si unisce infatti al grafene nella sfida per dominare l'elettronica del domani. Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology, è frutto del lavoro dei ricercatori dell'Università di Pisa che hanno collaborato con i colleghi dell'Istituto Italiano di Tecnologia, del Massachusetts Institute of Technology, dell'Università di Notre Dame, dell'Università di Dallas, della società di ricerca AMO e di Texas Instruments.

"Negli ultimi anni la comunità scientifica ha mostrato un forte interesse per i materiali bidimensionali come sostituti del silicio in elettronica - spiega Gianluca Fiori del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Ateneo pisano - materiali dello spessore di un solo atomo come i calcogenuri dei metalli di transizione (TMD), il seleniuro di bismuto o il grafene, che per questo motivo sono promettenti per la realizzazione di transistor piccolissimi, fino a cinque nanometri, mentre quelli attuali sono circa 20 nanometri. Per rendersi conto delle dimensioni, un virus è circa 100 nanometri, un batterio è circa mille nanometri, e lo spessore di un capello è circa centomila nanometri".

Il transistor , inventato nel 1948 presso i laboratori Bell, è il motore principale della rivoluzione tecnologica che ha portato formidabili capacità di calcolo e comunicazione, nei nostri PC e nei nostri smart phone. La tecnologia attuale consente di mettere alcuni miliardi di transistor in un chip, un tassello di silicio di circa due centimetri quadrati.

"Questo studio è il risultato di una serie di progetti finanziati dalla commissione europea e del progetto di collaborazione fra l'Università di Pisa e il MIT Boston - ha sottolineato Giuseppe Iannaccone del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Ateneo pisano – la tecnologia di produzione e di lavorazione di questi materiali è ancora allo stato embrionale, per cui si tratta di ricerche di frontiera fortemente interdisciplinari, con un orizzonte temporale a medio e lungo termine. Ad oggi, oltre ai transistor, questi materiali sembrano particolarmente promettenti per la realizzazione di sistemi elettronici flessibili per sistemi indossabili o applicati su superfici curve".

Ne hanno parlato: 
Repubblica.it
Stampa.it
Tirreno.it
StampToscana.it
PisaToday.it
GoNews.it
PisaInformaFlash.it
TecnologiaeRicerca.com
Tom's Hardware Italia
VillaggioGlobale.it
AmbienteAmbienti.it
PianetaUniversitario.it



Sempre più piccoli e basso consumo: sono i transistor del futuro, ma non è detto che siano in silicio. Una classe di materiali bidimensionali si unisce infatti al grafene nella sfida per dominare l'elettronica del domani. Lo studio, recentemente pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology, è frutto del lavoro dei ricercatori dell'Università di Pisa che hanno collaborato con i colleghi dell'Istituto Italiano di Tecnologia, del Massachusetts Institute of Technology, dell'Università di Notre Dame, dell'Università di Dallas, della società di ricerca AMO e di Texas Instruments.

"Negli ultimi anni la comunità scientifica ha mostrato un forte interesse per i materiali bidimensionali come sostituti del silicio in elettronica - spiega Gianluca Fiori del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Ateneo pisano - materiali dello spessore di un solo atomo come i calcogenuri dei metalli di transizione (TMD), il seleniuro di bismuto o il grafene, che per questo motivo sono promettenti per la realizzazione di transistor piccolissimi, fino a cinque nanometri, mentre quelli attuali sono circa 20 nanometri. Per rendersi conto delle dimensioni, un virus è circa 100 nanometri, un batterio è circa mille nanometri, e lo spessore di un capello è circa centomila nanometri".

Il transistor , inventato nel 1948 presso i laboratori Bell, è il motore principale della rivoluzione tecnologica che ha portato formidabili capacità di calcolo e comunicazione, nei nostri PC e nei nostri smart phone. La tecnologia attuale consente di mettere alcuni miliardi di transistor in un chip, un tassello di silicio di circa due centimetri quadrati.

"Questo studio è il risultato di una serie di progetti finanziati dalla commissione europea e del progetto di collaborazione fra l'Università di Pisa e il MIT Boston - ha sottolineato Giuseppe Iannaccone del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Ateneo pisano – la tecnologia di produzione e di lavorazione di questi materiali è ancora allo stato embrionale, per cui si tratta di ricerche di frontiera fortemente interdisciplinari, con un orizzonte temporale a medio e lungo termine. Ad oggi, oltre ai transistor, questi materiali sembrano particolarmente promettenti per la realizzazione di sistemi elettronici flessibili per sistemi indossabili o applicati su superfici curve".

3dpisaL'associazione VOLO, con il patrocinio del Consiglio degli Studenti dell'Universita'di Pisa, ha organizzato un nuovo workshop sulle nuove tecnologie applicate ai Beni Culturali dal titolo "3DiPisa".

Il Workshop si terrà Mercoledì 29 Ottobre alle ore 15:00 presso l'aula E del Polo Fibonacci.

Interverranno:

Andrea Brogni (SNS-Dreamslab):
Interazione in Ambienti Virtuali: a little less visualization, a little more action

Marcello Carrozzino (Sant'Anna-PERCRO):
Gli Ambienti virtuali come strumento per la valorizzazione e la comunicazione culturale

Matteo Dellepiane (ISTI-CNR-Visual Computing Lab):
Acquisizione 3D e Beni Culturali: possibilità e prospettive

Introduce e chiude i lavori:
Francesco Coschino (IRLAB-UniPi):
Il 3D applicato all'archeologia: metodologie e risultati

Mercoledì, 22 Ottobre 2014 13:05

L’Egitto con occhi da orientale

locandinaL'associazione VOLO, con il patrocinio del Consiglio degli Studenti dell'Universita'di Pisa, ha organizzato un incontro su "L'Egitto con occhi da orientale", una chiacchierata con il dr. Gianluca Miniaci su un nuovo approccio per interpretare la cultura dell'antico Egitto.

La conferenza si terrà Venerdì 24 Ottobre alle ore 14.30 presso l'aula 1 del Polo Carmignani.

È tutto pronto al CERN di Ginevra per la ripresa degli esperimenti a LHC, l'acceleratore di particelle che due anni fa ha fornito la verifica sperimentale dell'esistenza del bosone di Higgs e che, dopo un periodo di pausa, tornerà a funzionare nei primi mesi del 2015. Il punto sullo stato dei lavori e sulle nuove prospettive della ricerca sono stati fatti a Pisa dal professor Marumi Kado, intervenuto all'INFN e al dipartimento di Fisica dell'Università, su invito del professor Vincenzo Cavasinni, per tenere un seminario dal titolo "Higgs e oltre". Il professor Kado, che è stato coordinatore della fisica del bosone di Higgs, dal prossimo anno sarà coordinatore generale della fisica di ATLAS, uno dei due grandi esperimenti a LHC che nel 2012 hanno scoperto il bosone di Higgs, a cui lavorano più di 3.000 ricercatori provenienti da ogni parte del mondo, compreso un nutrito gruppo di fisici pisani.

"La ripresa degli esperimenti - ha detto il professor Kado - sarà graduale, con un avvio a bassa intensità previsto per aprile 2015 e l'entrata a regime programmata entro la fine della successiva estate. Teniamo presente che, in pratica, ci troveremo di fronte a un nuovo acceleratore , perché l'energia di LHC sarà quasi raddoppiata, passando da 8 a 13 o 14 teraelettronvolt, e la sua intensità sarà decuplicata".

Il docente del "Laboratoire de l'Accélérateur Linéaire" di Parigi ha poi spiegato quali siano le attese scientifiche legate a questa seconda fase di esperimenti. "Nel corso della prima fase - ha continuato il professor Kado – oltre a cercare l'esistenza di nuove particelle previste da modelli come la supersimmetria o modelli esotici che vadano al di là del Modello Standard, eravamo partiti con l'idea di verificare o meno l'esistenza del bosone di Higgs, sicuri di poter dare prove concludenti su quest'ultima questione. La scoperta del bosone ha profondamente cambiato il panorama della fisica, tantissime domande fondamentali hanno, a maggior ragione, ancor più grande rilevanza, l'orizzonte è potenzialmente più aperto e le linee guida su quello che possiamo aspettarci di trovare più tenue. La prossima sarà, insomma, un'avventura altrettanto emozionante e interessante, in cui dovremo dimostrare una maggiore determinazione a sperimentare e indagare in campi finora inesplorati".

La chiusura dell'incontro è dedicata alla biografia scientifica di Marumi Kado, che è nato a Parigi nel 1970 da padre americano, di origine giapponese, e madre italiana. Dopo essersi formato nella capitale francese, con la laurea e il dottorato in Fisica al laboratorio di Orsay, il professor Kado ha partecipato agli esperimenti Aleph sul collisionatore elettrone positrone al CERN negli anni '90 e successivamente all'esperimento D0 al collisionatore protone-antiprotone del Fermilab a Chicago. Da ultimo, è stato tra i principali protagonisti dell'esperimento ATLAS del CERN nella ricerca e studio della particella di Higgs. Dal prossimo anno ricoprirà in ATLAS il ruolo cruciale di coordinatore generale della fisica.

Capsule ingeribili a LED, robot indossabili e travi in vetro sul podio della Start Cup Toscana: anche quest'anno la competizione organizzata dalle Scuole Superiori Universitarie e dalle Università della Toscana ha premiato le idee più innovative nate dalla ricerca accademica toscana che sono state selezionate tra 10 finaliste. Al primo posto è arrivato Probiomedica, il cui team proviene dall'Università di Firenze e dalla Scuola Sant'Anna, al secondo posto Wearable Robotics srl, spin-off della Scuola Superiore Sant'Anna, mentre al terzo si è classificato TVT Srl, spin-off dell'Università di Pisa. La menzione speciale è andata a Desc-Glove, della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Le quattro start up hanno così avuto accesso alla finale del Premio Nazionale per l'Innovazione in programma a Sassari i prossimi 4 e 5 dicembre. I primi tre classificati, inoltre, si sono aggiudicati un premio rispettivamente di cinquemila, tremila e duemila euro messi in palio dalla Regione Toscana.

Probiomedica ha vinto con CapsuLight, una capsula ingeribile a LED, piccola come una pillola di antibiotico e usa e getta, per la cura dell'infezione da Helicobacter pylori. CapsuLight contiene sorgenti luminose a LED alimentate da una batteria che emette lunghezze d'onda nel blu (405 nm) e nel rosso (630 nm). Grazie all'azione della luce, in presenza di fotosensibilizzanti naturalmente prodotti dal batterio, CapsuLight è in grado di distruggerlo senza utilizzo di farmaci.

Wearable Robotics srl commercializza esoscheletri robotici attuati indossabili sul corpo umano, utilizzabili per il supporto alla movimentazione manuale di materiali e per la deambulazione o riabilitazione di soggetti disabili o anziani. In particolare, prodotto di punta è un dispositivo robotico indossabile in grado di esercitare forze di supporto sugli arti dell'utente, costituito da uno zaino e un determinato numero di arti robotici attuati, in grado di seguire fedelmente i complessi movimenti del corpo umano. Elemento fortemente innovativo del dispositivo è la tecnica di attuazione, che utilizza motori elettrici in combinazione con elementi elastici.

TVT Srl si occupa di progettare, realizzare e commercializzare opere strutturali utilizzando la tecnologia TVT – vetro strutturale precompresso – brevettata dall'Università di Pisa. La tecnologia permette la realizzazione di travi portanti in vetro e offre il vantaggio di realizzare manufatti edili, strutture portanti, infrastrutture – perfino in zone sismiche – totalmente trasparenti, e per questo totalmente integrabili in qualsiasi ambiente inseriti.

Desc-Glove è un dispositivo di ritorno sensoriale che nasce per ripristinare (seppur parzialmente) la sensazione tattile alle persone che soffrono di una disabilità sensoriale, grazie alla capacità del prodotto di percepire l'interazione con l'ambiente e stimolare opportunamente l'utilizzatore. Il dispositivo è il risultato di diversi anni di ricerca svolta nell'ambito della percezione tattile all'interno dell'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa: ad oggi un prototipo avanzato è stato sviluppato ed utilizzato in diversi trial clinici con pazienti amputati di mano.

Gli altri finalisti erano 3D Palmicro, nato nell'ambito dell'Istituto IFAC del CNR, che ha partecipato con il progetto di uno strumento low cost portatile per analizzare i più svariati manufatti del patrimonio culturale, utilizzabile dai restauratori di opere d'arte. Aeropanda, startup della Scuola Superiore Sant'Anna, che proponeva un drone con configurazione tutt'ala, fortemente non standard, che garantisce prestazioni aerodinamiche notevoli. IngeniArs, spin-off dell'Università di Pisa, che ha presentato il prodotto SpaceFibre Analyser, un sistema che consente di monitorare il traffico dati all'interno di una comunicazione SpaceFibre. Opensource Hardware, nata dall'idea di due studenti dell'Università di Pisa e da un ingegnere elettronico, ha presentato invece Hackerbot, una stampante 3D affidabile, open source multifunzione e modulare. SpiderSpec, prodotto realizzato da un gruppo di ricercatori dell'Istituto IFAC del CNR, ha proposto un colorimetro tascabile alimentato a batteria, che può operare con funzionalità stand-alone, o connesso a internet tramite wi-fi, oppure gestito tramite smartphone o tablet. Vect-a-Gene ha presentato Ambrosia, un sistema che induce la replicazione di cellule mantenendone le caratteristiche di normalità. Il prodotto nasce dalla collaborazione di ricercatori dell'Università di Pisa e della Scuola Superiore Sant'Anna.

L'iniziativa ha ottenuto il patrocinio dei seguenti soggetti: Incubatore di Cavriglia, Fondazione per la ricerca e l'innovazione (Università degli Studi di Firenze), PIERRE (Polo Energie Rinnovabili), Incubatore di Firenze, DiT- BeCS (Distretto Toscano per i beni culturali e la città sostenibile), POLIS (Polo delle Tecnologie per la città sostenibile) e DiTECFER (Distretto per le Tecnologie Ferroviarie l'Alta Velocità e la Sicurezza delle Reti).

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