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Comunicati stampa
Giovedì, 18 Ottobre 2012 10:37

Rischio Arno: esercitazione in corso

Esercitazione Rischio Arno

Venerdì 19 ottobre, ore 17.00

L'esercitazione è in corso: secondo quanto previsto sono state inviate comunicazioni – mediante posta elettronica - a tutto il personale (docente e tecnico/amministrativo) e a tutti gli studenti dell'Ateneo sul potenziale rischio di esondazione dell'Arno alle ore 10 di domani mattina, sabato 20 ottobre, e sugli eventuali potenziali adempimenti da porre in essere.

Per gli aggiornamenti sulla situazione di emergenza siete invitati a consultare anche il sito http://www.pisainformaflash.it

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Giovedì 18 ottobre, ore 12.30

Nei giorni 19 e 20 ottobre è prevista una esercitazione coordinata dalla Protezione Civile di Pisa denominata "Esercitazione Rischio Arno".

L'esercitazione coinvolge tutta la città di Pisa ed è tesa a verificare, simulando una virtuale situazione di emergenza connessa ad un rischio di esondazione Arno, l'effettiva capacità della città - intesa nel suo insieme di Enti, Associazioni e strutture locali in genere - di attuare misure e procedure per ridurre gli ipotetici danni.

Anche l'Università di Pisa è chiamata a dare il suo contributo, visto che la sua presenza sul territorio è rilevante per l'elevato numero delle persone ad essa correlate: infatti è necessario verificare se, in una possibile situazione di emergenza e con un preavviso di sole 10 ore dall'esondazione, l'Ateneo sia in grado di mettere tempestivamente in sicurezza le proprie strutture localizzate nella città di Pisa, nonché di programmare la sospensione progressiva delle attività con il fine di assicurare, durante la fase più critica, l'assenza di attività in essere e l'assenza di persone nelle strutture.

L'attuazione di tali misure, in caso di esondazione, ridurrebbe i danni a beni e persone dell'Ateneo ed agevolerebbe la Protezione Civile e le varie Forze dell'Ordine ed ausiliarie impiegate nella evacuazione e nella messa in sicurezza della città. 

La partecipazione attiva dell'Università servirà a testare e verificare le capacità dell'Ateneo, nonché ad individuare eventuali criticità da risolvere.

Logo Regione Toscana

Fare il bilancio della Regione Toscana a quarant'anni dalla sua istituzione è l'obiettivo del volume "Il tempo della Regione - La Toscana", edito dal Consiglio regionale della Regione Toscana e dall'Associazione dei consiglieri onorari. Il libro, che segue a una prima iniziativa editoriale dello stesso tenore, è curato dal professor Alessandro Pizzorusso, docente dell'Ateneo pisano, insieme con Paolo Bagnoli e Massimo Carli. Attraverso dodici saggi, esso si propone da un lato di trarre un bilancio della Regione Toscana a distanza di quarant'anni dal primo avvio dell'esperienza regionale e di circa otto dall'entrata in vigore del nuovo Statuto, e dall'altro di fornire qualche utile chiave di lettura in vista delle scelte che la regione si troverà a compiere nel prossimo futuro.

Pubblichiamo di seguito l'introduzione al volume firmata dai tre curatori.

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Questo volume fa seguito a quello, intitolato Il tempo della Regione. La Toscana, che fu curato dai professori Pier Luigi Ballini, Maurizio Degl'Innocenti e Mario G. Rossi e pubblicato dall'editore Giunti di Firenze nel 2005. Contenuto di esso furono undici saggi dedicati a problemi di storia, economia e politica riguardanti la nostra Regione. Presentando quel volume, il Presidente dell'Associazione dei Consiglieri Onorari della Toscana, Renato Pollini, ricordava le fasi di sviluppo che essa aveva attraversato fino a quel momento e che conviene richiamare, aggiornandole, anche con riferimento agli analoghi saggi che ora si propongono ai lettori.

Prevista e regolata, al livello dei principi, dalla Costituzione del 1948, sulle tracce di lontane iniziative risorgimentali a lungo rimaste in secondo piano, anche se non dimenticate, la Toscana ebbe, con le altre Regioni "a Statuto ordinario", il suo primo "Statuto" (approvato con la legge statale 22 maggio1971, n. 343), dopo una ventina di anni durante i quali, al pari delle altre, essa era rimasta quasi completamente sulla carta. L'avvio di essa fu perciò caratterizzato da dibattiti che portarono ad alcuni giudizi svoltisi dinanzi alla Corte costituzionale, nel corso dei quali furono messi in discussione i caratteri che all'ordinamento delle Regioni ordinarie era stato conferito da leggi adottate dallo Stato quando ancora esse non avevano una concreta realtà giuridica e non erano quindi in condizione di esprimere adeguatamente i loro desideri o le loro opinioni.

Quelle decisioni del giudice delle leggi non risolsero tutti i problemi che si erano posti allora ed una serie di progetti di riforma dell'ordinamento regionale furono a lungo discussi in varie sedi, principale delle quali fu la Commissione presieduta da Massimo Severo Giannini, i cui lavori ebbero larga influenza sulla riforma realizzata mediante le leggi delegate che furono adottate vari anni dopo che gli Statuti delle Regioni ordinarie (autonomamente deliberati dai Consigli, ma soggetti ad un severo controllo statale) avevano ricevuto un primo assestamento. I contrasti circa i criteri impiegati per il trasferimento dallo Stato alle Regioni di un complesso di funzioni statali, di parte del personale che le aveva esercitate fino a quel momento e di altri problemi a questi collegati continuarono a lungo, sia in sede politica, sia davanti alla Corte costituzionale, costituendo oggetto di dibattiti che non favorirono il migliore funzionamento di questi enti.

Il mondo delle autonomie regionali e locali fu successivamente animato dalla riforma di queste ultime che fu realizzata con la legge 8 giugno 1990, n. 142, la quale modificò il Testo unico del 1934, fino a quel momento rimasto parzialmente in vigore, e soprattutto da due leggi di revisione costituzionale, la n. 1 del 1999 e la n. 3 del 2001, che riscrissero un'ampia parte del titolo V della Costituzione. Il nuovo art. 123 di questa comportò la formazione di nuovi Statuti regionali, cui si provvedette con grande lentezza, tanto che il relativo compito non è stato ancora del tutto ultimato.

In questa occasione, il procedimento di adozione degli Statuti fu modificato, riducendosi i controlli statali alla potestà di ricorso alla Corte costituzionale da parte del Governo e di richiesta di un eventuale referendum confermativo. L'attuazione della generale riforma degli Statuti regionali, peraltro, fu lasciata in gran parte all'interpretazione della Corte costituzionale, che intervenne in questa materia con un gran numero di decisioni, le quali dettero un nuovo assetto a questa parte della Costituzione ed al "diritto regionale" in genere.

Altre importanti riforme attinenti all'ordinamento regionale ed a quello degli enti locali portarono all'adozione, in relazione a questi enti, di una forma di governo di tipo presidenziale (con elezione diretta del presidente o del sindaco, rispettivamente) e all'adozione del "sistema delle conferenze" che dettero una sede ufficiale ai rapporti fra Stato e Regioni e fra Stato ed Enti locali, con riferimento all'attività legislativa ed esecutiva. Da ultimo, un complesso di deleghe legislative furono accordate al Governo con la legge sul "federalismo fiscale" 5 maggio 2009, n. 42, mentre ulteriori ritocchi alla Costituzione si renderebbero necessari qualora venisse realizzata l'abolizione delle Province, riproposta a livello politico in questi ultimi tempi con maggior forza, ma ancora vivacemente contrastata. Il quadro delle problematiche di maggior rilievo tuttora in discussione comprende altresì l'eventuale introduzione di una "Camera delle Regioni" che, secondo una diffusa corrente di opinioni, dovrebbe sostituire il Senato. Meno dibattuta, quanto meno per quanto riguarda le sue linee generali, è l'attuazione da dare alle Città metropolitane (oltre che al particolare status di Roma Capitale, cui già sono stati dedicati alcuni interventi legislativi) e ad alcune articolazioni minori dei Comuni (o ad altre forme di riordinamento di questi).

La Toscana ha costantemente partecipato a questi processi riformatori con studi e progetti, che hanno svolto talora un ruolo di rilievo anche nei dibattiti che si sono svolti a livello nazionale. Il presente volume contiene saggi i quali analizzano alcuni dei problemi in questione o aspetti delle situazioni di fatto che vengono in considerazione, dal punto di vista della storia dei problemi affrontati o delle loro conseguenze economiche o giuridiche, operando sulla base di ricerche che si pongono in vario modo in rapporto con quelle che hanno dato luogo agli studi compresi nel precedente volume sopra ricordato. Le ricerche che hanno preceduto la stesura dei dodici contributi qui compresi si collocano pertanto in un campo di studi che è stato frequentemente affrontato nell'ambito dell'attività delle università toscane e di altre istituzioni di ricerca che operano in questa Regione. I criteri cui queste ricerche sono state informate sono gli stessi che furono indicati nell'Introduzione al volume pubblicato nel 2005.

Se nel complesso scarsa è stata l'influenza esercitata sull'attività svolta dalla Regione, in questa sua prima fase di funzionamento, dai precedenti storici più lontani (fra i quali è da ricordare il progetto di Statuto elaborato sotto l'egida dell'ultimo granduca di Toscana, che ebbe un contenuto simile a quello dello Statuto albertino, ma che non svolse un ruolo concreto, al di là del suo significato politico-culturale), sembra innegabile la progressiva unificazione politica che, anche in Toscana, il territorio dell'intero Stato italiano ha ricevuto, attraverso l'evoluzione secolare che ne riguarda la massima parte, con effetti di rilievo sulle vicende di un'importante letteratura e di un parallelo sviluppo delle scienze e delle arti, nonché sulla realizzazione di una sostanziale uniformità linguistica (pur se arricchita dalla molteplicità dei dialetti e dalla presenza di varie minoranze di questo tipo), ma che hanno comunque abituato i toscani a considerarsi parte di un'unità politica e amministrativa più ampia, anche se essi appaiono talora dotati di uno spirito comunitario più intenso al livello delle città, di quanto non sia al livello regionale.

Questo senso dell'Unità regionale peraltro non ha tuttavia impedito ai toscani, quando se ne è presentata l'occasione, di manifestare il sentimento della loro piena partecipazione alle attività più specificamente significative del contemporaneo sviluppo dell'Unità nazionale italiana, mentre rilevante appare altresì la tendenza del popolo toscano alla valorizzazione dei rapporti internazionali ed in particolare a quelli che hanno portato alla formazione dell'Unione europea.

Paolo Bagnoli, Massimo Carli, Alessandro Pizzorusso

Giorgia concetti Si chiama Giorgia Concetti, ha 21 anni ed è il nuovo presidente del Consiglio degli studenti dell'Università di Pisa. Eletta nel corso dell'ultima seduta, Giorgia viene dalla lista Sinistra per e rimarrà in carica fino al 31 ottobre 2014. Il nuovo Consiglio degli studenti, eletto secondo le norme del nuovo statuto, è composto da 40 rappresentanti e si è insediato a inizio mese.

Studentessa iscritta al terzo anno del corso di laurea in Storia contemporanea, Giorgia Concetti viene da Sant'Elpidio a Mare, paese delle Marche in provincia di Fermo, ed ha alle spalle già alcuni anni di esperienze di politica attiva e sindacato studentesco, in particolare all'interno di Sinistra per. A Pisa è attiva in varie associazioni culturali che si occupano di cinema e musica e collabora all'organizzazione di eventi e manifestazioni rivolte a tutta la cittadinanza.

Nell'ultima seduta del Consiglio sono stati eletti anche i due vice presidenti: il primo è Luca Urbanucci della lista Sinistra per, il secondo è Giovanni La Terra Bellina di Ateneo Studenti.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
Resto del Carlino
TirrenoPisa.it
 
PisaInformaFlash.it 
PisaToday.it 

PA130122È stato conferito all'Università di Pisa il Premio San Francesco 2012, che la Lega nazionale per la difesa del cane destina a personaggi o istituzioni che si siano distinte per il loro impegno a favore degli animali. Il riconoscimento è stato assegnato per le attività svolte dal Comitato Etico dell'Ateneo, istituito per la tutela degli animali impiegati ai fini sperimentali, e più in particolare per il progetto di riabilitazione dei beagle da laboratorio avviato al dipartimento di Scienze veterinarie nello scorso agosto.

Per conto dell'Università, il Premio è stato ritirato dalla professoressa Daniela Gianfaldoni, direttore del dipartimento di Scienze veterinarie, da Angelo Gazzano, ricercatore dello stesso dipartimento, e da Antonella Pochini, della Direzione Ricerca ed internazionalizzazione.

beagle


L'iniziativa, giunta alla sua undicesima edizione, è stata organizzata dalla sezione genovese della Lega nazionale per la difesa del cane, dal Centro di medicina comportamentale Martin Buber, dall'Esercito italiano e dalla Associazione amici animali abbandonati.

Il progetto di riabilitazione degli animali da laboratorio dell'Università di Pisa nasce da una circolare ministeriale che indirizzava gli operatori verso la pratica della rehabilitation degli animali sperimentali, nei casi in cui le condizioni di salute degli stessi lo consentissero. A tal fine è stato istituito un centro per la riabilitazione di animali da laboratorio presso il nuovo dipartimento di Scienze veterinarie, supportato da esperti in etologia, per promuovere la massima diffusione dell'informazione sulle metodologie e sulle pratiche in questo settore.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa 
PisaNotizie.it
PisaInformaFlash.it
Pianeta Universitario.com 
Libero Quotidiano.it
Greenreport.it
Pisa Today.it

logo SWANiCareSi chiama SWAN-iCare ed è un progetto di ricerca europeo che mira a sviluppare un sistema integrato di nanosensori per il monitoraggio e la gestione delle ferite cutanee croniche. Finanziato all'interno del Settimo Programma Quadro della Comunità Europea con oltre 6 milioni di euro, lo studio vede coinvolta in prima linea l'Università di Pisa insieme ad altri dieci partner appartenenti a sei diversi paesi europei, comprendenti enti di ricerca, industrie del settore e un'associazione di pazienti con lesioni cutanee. Responsabili scientifici del progetto per l'Ateneo pisano sono i ricercatori Fabio Di Francesco del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale e Marco Romanelli del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale.

"Cuore del progetto è lo sviluppo di sensori basati su nanocompositi che saranno introdotti nelle medicazioni o nei dispositivi a pressione negativa utilizzati per la cura di ferite come le ulcere venose degli arti inferiori e le ulcere del piede diabetico", spiega Romanelli. "Il medico potrà seguire a distanza e in tempo reale le condizioni del paziente, valutando parametri chimici, fisici e cutanei e potendo intervenire nel percorso preventivo e terapeutico in momenti ben precisi", aggiunge Di Francesco.
 

Romanelli e Di FrancescoIn Europa più di 10 milioni di persone soffrono di questi problemi, generalmente associati a patologie vascolari, ipertensione o diabete, che affliggono la qualità della vita dei pazienti, con un costo sociale del problema in costante crescita considerando l'incremento della vita media dei pazienti, le giornate di lavoro perse a causa della patologia e la vita di relazione che risulta fortemente afflitta dalle complicanze delle lesioni cutanee.

La ricerca, finanziata dalla Comunità Europea per un periodo di quattro anni (2012-2016) nell'ambito del programma per lo sviluppo delle Information and Communication Technologies, abbraccia discipline che vanno dalla chimica (analitica, scienza dei materiali), all'elettronica, all'informatica e alla medicina (dermatologia, chirurgia vascolare, diabetologia) e per la formazione assistita dal computer è stata avviata una collaborazione con il Centro di eccelenza EndoCas dell'Università di Pisa e la costituenda Fondazione Tech Care con il coordinamento del professor Franco Mosca. Il progetto SWAN-iCARE, attraverso un rigoroso processo di valutazione da parte dei revisori scientifici, ha ottenuto il primo posto tra tutte le domande pervenute alla Comunità Europea. Grande quindi la soddisfazione per il brillante risultato all'interno dell'ateneo pisano che si colloca sempre più ai vertici della ricerca in ambito internazionale.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
inToscana.it 
PisaNotizie.it
PisaToday.it 
Controcampus.it 
PisaInformaFlash.it 

Logo PUPÈ attiva sul sito della Pisa University Press (www.pisauniversitypress.it) la procedura per caricare i file pdf richiesti per l'abilitazione scientifica nazionale, sviluppata dal CINECA a seguito dell'accordo tra il ministero dell'Istruzione Università e Ricerca e l'Associazione Italiana Editori. Alla definizione di tale procedura ha partecipato attivamente la casa editrice dell'Ateneo, che è stata anche tra le prime a sottoscrivere il testo dell'accordo e a renderlo immediatamente operativo.

L'editore dovrà caricare il file di norma entro dieci giorni dalla richiesta e comunque entro il 15 novembre.

Sul sito della Pisa University Press sono consultabili il testo dell'accordo e il relativo Regolamento.

Martedì, 16 Ottobre 2012 14:20

La visione islamica del peace-keeping

seminario CISP"Islam e pace, per molti questo accostamento è quasi un ossimoro, ma si tratta di un malinteso che è necessario chiarire". Con queste parole Nabil Oudeh - presidente del Centre for Conflict Resolution International canadese e mediatore internazionale con un'esperienza di oltre venti anni nel campo della risoluzione dei conflitti – ha aperto il suo seminario intitolato "Islam and Peace Building: The Prophet's Model" che si è svolto lunedì 15 ottobre nella Sala dei Cavalieri del Palazzo del Consiglio dei Dodici.

L'incontro, promosso dal CISP, il Centro interdisciplinare di Scienze per la Pace dell'Università di Pisa, è stato organizzato in collaborazione con l'ambasciata USA in Italia. "Nabil Oudeh – ha detto Pierluigi Consorti direttore del CISP – è sia un accademico sia una persona con una grande esperienza sul campo, dunque in grado di illustrare al meglio la visione islamica del peace-keeping". Fra i partecipanti all'iniziativa, insieme a un folto pubblico di docenti e studenti, c'erano anche Sarah Craddock Morrison, console generale USA a Firenze, Marzia Benini, Cultural Programs Coordinator dell'ambasciata americana, il prorettore alla didattica dell'Ateneo pisano Paolo Mancarella e l'assessore del Comune di Pisa Marilù Chiofalo.

"Ho studiato il rapporto fra Islam e pace – ha spiegato Nabil Oudeh- partendo dal Corano, da quanto ha detto il Profeta Maometto ai suoi discepoli e dai suoi trattati e convenzioni con i non musulmani". L'approccio del professore Oudeh dunque è chiaro: ripartire dai testi, con l'obiettivo di divulgare e far emergere una nuova prospettiva nel dibattito pubblico. "Molti considerano l'Islam una religione della spada – ha aggiunto – eppure la parola "spada" non è presente nel Corano e lo stesso vale per l'idea di 'guerra santa'. Non si tratta infatti di un concetto islamico, dove l'idea di guerra invece si avvicina al modello di 'guerra giusta', quindi con regole di ingaggio ben precise e divieto di colpire i non combattenti".

"Queste 'non verità'– ha concluso Oudeh – sono un 'regalo' per gli estremisti, sia in Occidente che nel mondo musulmano. Allora bisogna ripartire dai fatti e dalla ricerca del vero per fondare la pace. C'è un vecchio proverbio islamico che dice 'Anche se non sono d'accordo, le persone rispettabili non sono mai in contrasto'".

Ne hanno parlato:

PisaToday

OgniSette

PisaInformaFlash

Tirreno Pisa

Nazione Pisa

NTU logoA year from when it first appeared in the panorama of international rankings of universities, the "NTU ranking" is back: it is the ranking formulated by the National Taiwan University which, different to the better-known rankings elaborated by Shanghai, QS and Times Higher Education, concentrates only on the scientific performance of the universities.

Among the 500 world universities evaluated by Taiwan in its "Performance Ranking of Scientific Papers for World Universities 2012", the University of Pisa weighs in at the 223rd place worldwide and eighth among the Italian universities considered. The Taiwan ranking is based on bibliometric indicators such as the quantity of scientific papers published, citation indexes or the H index.

A characteristic of the "NTU ranking" is that it classifies the universities by "field" (sector or disciplinary area) and by "subject" (subject area or discipline). According to this classification, the University of Pisa confirms its prestige in the field of Natural Sciences (145th in the world and fourth in Italy after Rome "Sapienza", Padua and Bologna) and Engineering (207th in the world and 7th in Italy, after Milan Polytechnic, Padua, Rome "Sapienza", Bologna, Turin Polytechnic and Naples).

In the single subject areas, Pisa does particularly well in Physics (96th in the world and fourth in Italy after Rome "Sapienza", Padua and Bologna), in Computer Science (127th in the world and third in Italy after Bologna and Rome "Sapienza"), in Mechanical Engineering (104th in the world and fifth in Italy after Milan and Turin Polytechnics, Padua and Rome "Sapienza". The University of Pisa also appears in the ranking "by subject" for Medicine, where it is at the 211th place in the world and 11th in Italy.

The criteria on which the Taiwan classification is based are research productivity (20%), research impact (30%) and excellence of results (50%), with the aim of measuring and recognizing the overall scientific production of the universities examined. The advantage of the Taiwan ranking is that it succeeds in counterbalancing the distortions due for example to universities' varying sizes, number of teachers, their qualifications, number of Nobel prizes winners in the staff, and the like, thus giving space to smaller and younger universities that participate in a meaningful way to scientific progress in the short to medium term.


taiwan ranking  

 

 

 

 

 

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Martedì, 16 Ottobre 2012 08:46

Nuovi metodi di estrazione del petrolio

Leonardo Bertini Un contratto di ricerca di oltre 500.000 euro per sviluppare tecnologie innovative volte a migliorare l'affidabilità e la sicurezza delle perforazioni petrolifere e ridurre il loro impatto ambientale. Il gruppo di "Progettazione meccanica" del dipartimento di Ingegneria civile e industriale (DICI) dell'Università di Pisa ha recentemente siglato con ENI un accordo di due anni di cui sarà responsabile Leonardo Bertini, ordinario di Progettazione meccanica e costruzione di macchine dell'Ateneo pisano per indagare nuovi metodi di estrazioni del petrolio.

Nello specifico, i ricercatori del dipartimento di Ingegneria civile e industriale lavoreranno sulle perforazioni orizzontali, le cosiddette "Extended Reach Drilling" (ERD), nelle quali, a un tratto di pozzo verticale iniziale relativamente breve, fa seguito un tratto orizzontale che in base alle tecnologie attuali può raggiungere circa i 10 km.

"Uno degli scopi principali della ricerca – spiega Bertini - sarà quello di sviluppare aste di tipo innovativo, in alluminio e acciaio, in grado di "galleggiare" nel fango di perforazione, annullando di fatto il contatto con la parete del tratto orizzontale del pozzo e, di conseguenza, le relative azioni di attrito. Si ritiene, in tal modo, di poter estendere la lunghezza del tratto orizzontale del pozzo sino a 20 km e oltre".

"I vantaggi delle perforazioni orizzontali che grazie al contratto di ricerca con l'ENI vogliamo massimizzare – ha aggiunto Leonardo Bertini - consistono nella possibilità di incrementare le capacità estrattive del singolo pozzo, riducendo quindi il numero complessivo di perforazioni, e nella possibilità di raggiungere giacimenti anche piuttosto distanti dalla posizione in superficie, potendo quindi scegliere siti caratterizzati da maggiore compatibilità ambientale e/o minori costi".

Il contratto di ricerca fra Università di Pisa ed ENI si inserisce in una pluriennale collaborazione che ha già prodotto importanti risultati scientifici, pubblicati sulle più importanti riviste del settore ed importanti attrezzature di prova, installate presso il laboratorio di Meccanica del DICI (http://www.dimnp.unipi.it/santus/TrivellazionePetrolifera.html ).

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa 
ilSecoloXIX
AdnKronos
PisaInformaFlash.it
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Nazione.it

NTU_logoA un anno dal suo esordio nel panorama delle classifiche internazionali delle università, torna il "NTU ranking", la classifica stilata dalla National Taiwan University che, a differenza delle più popolari elaborate da Shanghai, QS e Times Higher Education, si concentra solo sulla performance scientifica delle università. Tra i 500 atenei del mondo valutati da Taiwan nel "Performance Ranking of Scientific Papers for World Universities 2012", l'Università di Pisa si posiziona al 223° posto, arrivando ottava tra le 29 italiane presenti. Per la sua analisi, la classifica di Taiwan utilizza indicatori bibliometrici come quantità dei papers prodotti, il numero delle citazioni o l'indice H.

La caratteristica del "NTU ranking" è la classificazione delle università per "field" (area disciplinare) e per "subject" (disciplina). Scorrendo la classifica, l'Ateneo di Pisa conferma il suo prestigio nell'area delle Scienze naturali (145° nel mondo e quarta in Italia dopo La Sapienza di Roma, Padova e Bologna) e dell'Ingegneria (207° nel mondo e settima in Italia dopo Politecnico di Milano, Padova, La Sapienza di Roma, Bologna, Politecnico di Torino e Napoli).

Nelle singole discipline, Pisa emerge nella Fisica (96° nel mondo e quarta in Italia dopo La Sapienza di Roma, Padova e Bologna), nell'Informatica (127° nel mondo e terza in Italia dopo Bologna e La Sapienza di Roma), nell'Ingegneria meccanica (104° nel mondo e quinta in Italia dopo i Politecnici di Milano e Torino, Padova e La Sapienza di Roma) e nell'Ingegneria elettrica (100° nel mondo e quinta in Italia dopo Bologna, Padova, Politecnico di Milano e di Torino). L'Università di Pisa compare anche nel ranking "by subject" della Medicina, dove è al 211° posto nel mondo e 11° in Italia.

I criteri su cui si basa la valutazione di Taiwan sono la produttività della ricerca (per il 20%), il suo impatto (per il 30%) e l'eccellenza dei risultati (per il 50%), con l'obiettivo di premiare complessivamente la produzione scientifica delle università esaminate. Il merito del ranking di Taiwan è che riesce a riequilibrare le distorsioni dovute ad esempio alle dimensioni delle università, al numero dei docenti, all'anzianità e ai Nobel ricevuti, valorizzando le performance di università più giovani o più piccole, ma che partecipano significativamente al progresso della ricerca scientifica nel breve e medio termine.


taiwan_ranking2012

 

 

 

 

 

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