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Comunicati stampa

invitroFrom the laboratories of the University of Pisa comes a groundbreaking study to help prevent metabolic diseases: through interdisciplinary research conducted by Arti Ahluwalia, Professor of Bioengineering, and her group of the Interdepartmental Research Center "E. Piaggio ", the first in-vitro model of diabetes has been developed. "In our experiment we have reproduced some of the features of human metabolic disorders in vitro, simulating the stress that organs are subjected to as a consequence of diabetes," says Arti Ahluwalia, lecturer of Biomedical Engineering, University of Pisa. "The system responds in a manner similar to the human body, showing the same signs of damage that occur at the systemic level and in vascular tissue in the presence of the disease."

The findings, published in the journal PLoS ONE, are of great importance not only for the study of metabolic diseases (including obesity), but also for their potential applications to the study of other diseases and the realization of new models of pathophysiology. This opens up a whole range of possible investigations on integrative physiology which have previously been thought impossible in-vitro. The research involves the use of the innovative cell culture system Quasi-Vivo ®, which has since been licensed to Kirkstall Ltd. All experiments were conducted by Dr. Bruna Vinci during her PhD and post doc, diving her time between the laboratories of Pisa and the University of Padua.

Arti_Ahluwalia2In the study described, 3 cell types relevant to energetic substrate metabolism (hepatocytes, adipose tissue and endothelial cells) have been cultured together in a 3-way culture system, connected by the flow of a common medium and exposed to media which simulate physiologically and pathologically relevant conditions such as the post feeding resting state and hyperglycemia. The results are startling because they demonstrate that a culture of multiple tissues connected according to rational schemes and allometric scaling can recapitulate some of the features of human metabolism such as systemic inflammation and vascular damage in the presence of nutritional overload

Metabolic diseases are often related to an excess of adipose tissue. These diseases are the leading cause of morbidity and mortality in Italy, and in progressive increase. Diabetes, like other metabolic diseases, is multifactorial, being inflammatory as well as genetic and epigenetic in nature. Metabolic disorders have a negative influence on the quality and duration of life and create severe cardiovascular complications. Where the prevention of metabolic diseases is insufficient , a growing commitment to improving its treatment from the perspective of more targeted and personalized medicine.

invitro Scientific efforts are turning to in vitro models to study increasingly complex and more physiologically relevant scenarios , using new technologies to integrate different stimuli and cell types. These efforts make it possible to identify the interactions between various tissues and the specific role of each organ in maintaining metabolic homeostasis. They also serve to reduce the use of animal models for testing drugs and as models of human disease, which are known to be unreliable when extrapolated to humans.

in vitroDai laboratori dell'Università di Pisa arriva uno studio innovativo per aiutare a prevenire le malattie metaboliche: grazie a una ricerca interdisciplinare condotta da Arti Ahluwalia, professoressa di Bioingegneria, e dal suo gruppo del Centro di Ricerca Interdipartimentale "E. Piaggio", è stato riprodotto in vitro il primo modello di diabete. "Nel nostro esperimento abbiamo riprodotto in vitro molte delle alterazioni caratteristiche del metabolismo umano, simulando lo stress a cui sono sottoposti gli organi a causa del diabete", spiega Arti Ahluwalia. "Il sistema ha risposto come il corpo umano, mostrando gli stessi segni di danno che compaiono al livello sistemico e nel tessuto vascolare in presenza della malattia".

I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista PLoS ONE nell'articolo «Glucose and Fatty Acid Metabolism in a 3 Tissue In-Vitro. Model Challenged with Normo- and Hyperglycaemia», sono di grande rilievo non solo per lo studio delle malattie dismetaboliche (tra cui l'obesità), ma quanto per le sue potenziali applicazioni allo studio di altre patologie e quindi alla realizzazione di nuovi modelli fisiopatologici. Si aprono così una serie di possibilità d'indagine nella ricerca di segnali tissutali integrati, che fino ad oggi era stata ritenuta impossibile in vitro. La ricerca ha visto l'utilizzo dell'innovativo sistema di coltura cellulare Quasi-Vivo®, che nel frattempo è stato concesso in licenza alla Kirkstall Ltd. Tutti gli esperimenti sono stati condotti dalla dottoressa Bruna Vinci, durante il suo dottorato e il suo post-doc, dividendo la sperimentazione e trascorrendo il suo tempo tra i laboratori di Pisa e quelli dell'Università di Padova.

Arti Ahluwalia Nello studio descritto, sono stati coltivati insieme tre tipi di cellule derivanti da altrettanti tessuti attivi e responsivi al metabolismo di substrati energetici e molecole secondarie (cellule da tessuto epatico, tessuto adiposo e cellule da tessuto endoteliale). Le cellule e i tessuti, posti in un sistema di coltura a "tre comparti separati" comunicanti e collegati grazie un flusso di un mezzo di coltura comune, sono stati sottoposti a condizioni simulanti sia stati fisiologici che patologici post-prandiali (ad es. normo- e iperglicemia da alimentazione). I risultati sono stati sorprendenti perché hanno dimostrano che una cultura multipla di tessuti collegati secondo schemi razionali e in scala allometrica, può simulare e riassumere (in maniera semplificata) molte delle alterazioni caratteristiche del metabolismo umano in sovraccarico nutrizionale, come ad esempio l'infiammazione sistemica e danno vascolare.

Le malattie metaboliche sono spesso legate a un eccesso di tessuto adiposo. Queste patologie sono la prima causa di morbilità e mortalità nel nostro paese in un progressivo aumento legato all'innalzamento della vita media della popolazione. Il diabete, come altre malattie metaboliche è multifattoriale; ha natura infiammatoria, genetica ed epigenetica, ed è diventata una malattia fortemente penalizzante per la qualità e la durata della vita poiché crea complicazioni decise prevalentemente a carico dell'apparato cardio-circolatorio.

in vitro

Là dove la prevenzione delle malattie metaboliche è insufficiente, cresce l'impegno per il miglioramento del suo trattamento specifico nella prospettiva di una medicina sempre più mirata e personalizzata. Gli sforzi scientifici s'indirizzano verso modelli di studio in vitro sempre più complessi e vivosimilari, avvalendosi di nuove tecnologie capaci d'integrare principi di natura diversa. Questi sforzi permettono di individuare le interazioni tra i vari tessuti e il ruolo specifico di ogni organo nella omeostasi metabolica. Inoltre, permettono di abbattere l'utilizzo di animali per il testing di farmaci e come modelli di patologie umane, da cui è nota la difficoltà e imprecisione a estrapolare alla casistica umana.

Ne hanno parlato: 
Tirreno Pisa
Nazione Pisa 
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PisaInformaFlash.it
ilReporter.it 

laboratori CEPCome funzionavano i primi calcolatori? Quali sono i meccanismi che stanno alla base dell'informatica? Oltre 1100 persone lo hanno scoperto alla mostra "La CEP prima della CEP" rimasta aperta fino al 31 marzo 2012 al Museo degli Strumenti per il Calcolo di Pisa. La quasi totalità di questi visitatori ha approfondito l'esperienza partecipando ai laboratori didattici nati dal progetto HMR, "Hackerando la Macchina Ridotta". I laboratori sono stati frequentati in maggioranza da scuole superiori, licei scientifici e istituti tecnici, ma non sono mancate medie ed elementari. Le presenze arrivano principalmente dalla provincia di Pisa (45%), ma la percentuale dei gruppi provenienti da fuori della Toscana è stata significativa (circa il 20%). 

«Con la mostra e i laboratori didattici associati, l'Università di Pisa ha creato per il Museo un'offerta divulgativa e didattica moderna», ha sottolineato il prorettore vicario Nicoletta De Francesco. «Questo tipo di attività costituisce un'opportunità per la città, anche in relazione ai progetti per l'Area dei Vecchi Macelli che si prepara a diventare la 'Cittadella galileiana'». Il progetto "Hackerando la Macchina Ridotta" ha affrontato per la prima volta la storia del progetto CEP con la lente della curiosità tecnologica. Oltre cinque anni di ricerca hanno "riscoperto" la Macchina Ridotta: una macchina indipendente dalla definitiva Calcolatrice Elettronica Pisana (e dunque una vera e propria "CEP prima della CEP") di notevole interesse sia storico che scientifico.

laboratori CEP

I laboratori di HMR hanno usato la Macchina Ridotta per spiegare l'informatica. «Da una parte, è stato curioso e affascinante lavorare su un calcolatore vecchio di oltre cinquanta anni e protagonista assoluto della storia dell'informatica nazionale», hanno spiegato Giovanni Cignoni e Fabio Gadducci, responsabili dei laboratori e docenti dell'Università di Pisa. «Dall'altra, la relativa semplicità della macchina ha permesso di vedere e comprendere i concetti e i meccanismi di base dell'informatica che, nonostante le incredibili prestazioni raggiunte oggi, sono gli stessi di allora».

La proposta didattica offerta alle scuole in visita alla mostra ha compreso tre momenti: un'introduzione all'informatica e alla storia del progetto CEP ricostruita dai documenti d'archivio; uno sguardo d'assieme alle macchine del progetto CEP, dalla Macchina Ridotta del 1956-58 alla calcolatrice definitiva del 1961-67; una sessione d'uso sul simulatore della prima versione della Macchina Ridotta del 1956. Ai più interessati sono stati proposti esperimenti con gli elementi componibili dell'addizionatore e sessioni d'uso e di programmazione sulla Macchina Ridotta del 1957.

laboratori CEP

E le iniziative continuano: per scuole e gruppi organizzati è ancora possibile prenotare i laboratori di HMR e le visite guidate alla mostra fino al 31 maggio 2012, mentre per il pubblico più ampio ci sono ancora numerosi eventi in calendario. Il prossimo appuntamento è sabato 14 aprile alle 16.30 al Museo per gli strumenti per il Calcolo con "Cronologia dell'informatica: the Directors' cut", una presentazione estesa e commentata della cronologia che introduce la mostra "La CEP prima della CEP".

I laboratori di HMR fanno parte di CEP50, il progetto nato per celebrare con varie iniziative il cinquantenario dell'inaugurazione della Calcolatrice Elettronica Pisana e coordinato dal dipartimento di Informatica. CEP50 è realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa e della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Hanno inoltre partecipato AICA, la Sezione di Pisa dell'INFN, gli istituti ISTI e IIT del CNR, i dipartimenti di Fisica e di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa, il Comune di Pisa, l'Associazione La Limonaia. Una fruttuosa collaborazione è stata instaurata con il Museo del Computer di Novara.

Per maggiori informazioni:
www.cep50.di.unipi.it 
www.hmr.di.unipi.it


Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa 

Fru 2010 Grande spazio per la musica al Festival nazionale delle radio universitarie (FRU), la manifestazione promossa dal 3 al 5 maggio a Pisa da Radioeco.it, la web radio degli studenti dell'Università di Pisa. Fino al 18 aprile sarà possibile votare on line le band emergenti che partecipano alla selezione del "Fru contest", concorso per band e artisti della scena indipendente (upload sul sito www.ustation.it fino al 11 aprile). L'artista più votato on line e i 4 finalisti decretati da una giuria di qualità (tra cui spicca il nome Mariolina Simone, conosciuta come "La Tagliateste" del Festival di Sanremo), apriranno i concerti del 3 maggio introducendo i Pan del diavolo, gruppo ospite della prima serata. La seconda serata sarà aperta dal vincitore del FRU contest seguito dalle note di Boxeur the Coeur, Iori's eyes e i Giardini di Miró.

Il FRU, promosso da Raduni, l'Associazione nazionale operatori radiofonici universitari, dall'Università di Pisa e da Ustation.it, il network nazionale dei media universitari e degli studenti reporter, porterà sotto la Torre 300 operatori radiofonici universitari provenienti dalle università di tutta Italia. Nei tre giorni di convegni, workshop, dirette radiofoniche e concerti, si parlerà di sostenibilità, rispetto all'ambiente, al mondo culturale, sociale e musicale. L'evento di chiusura prevede un'edizione speciale del "Radioeco Spring Party", l'appuntamento annuale di culto per gli studenti pisani e non, che per la sua quarta edizione si avvarrà della partecipazione di Renèe La Bulgara e Chiara Robiony, dj di m2o.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa (07/04)
Nazione Pisa (08/04)

logo phd+Con circa 200 iscritti, parte mercoledì 11 aprile la seconda edizione del "PhD plus: il dottorato si fa strada", il percorso formativo promosso dall'Università di Pisa per diffondere lo spirito imprenditoriale tra i dottorandi di tutte le aree. La novità di quest'anno è che la partecipazione è aperta anche a borsisti, assegnisti, ricercatori, professori e personale tecnico amministrativo dell'Università di Pisa: oltre ai 100 dottorandi iscritti, tra i partecipanti ci sono anche 22 assegnisti, 19 borsisti, 7 contrattisti, 11 dottori di ricerca, 2 professori, 17 ricercatori, 9 tecnici-amministrativi, 5 studenti e 2 soci spin-off di Pisa che potranno assistere ai seminari, quest'anno concentrati in due settimane.

La lezione inaugurale si terrà l'11 aprile alle 14.30 nell'Aula Magna della facoltà di Scienze MFN. Dopo i saluti di Paolo Ferragina, prorettore per la Ricerca applicata e l'innovazione, Ray Garcia, già docente e mentor di imprenditorialità al MIT Media Lab e attualmente docente al Baruch College di New York City, terrà la lezione "The Entrepreneurial Spirit".

Si tratta della prima iniziativa del genere in Italia, tra le più avanzate in campo europeo. 

Il percorso consiste in una serie di seminari tenuti da speaker nazionali e internazionali prestigiosi provenienti dal mondo accademico, imprenditoriale, da enti locali o governativi, e da finanziatori istituzionali e non. Le lezioni verteranno su temi legati alla brevettazione, alla creazione di impresa, alla valorizzazione delle idee scientifiche, alla gestione dell'innovazione, al fund raising da vari soggetti quali EU, business angels, venture capitalist.

I seminari si terranno nel mese di aprile 2012 secondo il calendario indicato qui di seguito. 
Il percorso, inoltre, prevede nei mesi maggio-luglio il supporto alla redazione di un progetto imprenditoriale per la creazione di uno spin-off da parte di professionisti e dei Poli di Innovazione Tecnologica regionale.

Programma Phd plus 2012. 

Giovedì, 05 Aprile 2012 09:27

A tre laureati di Lettere il premio Favati

premio favati Sono Erica Morlacchetti per quanto riguarda la Storia medievale, Vincenzo Bellino per la Storia antica e Chiara Boschetti per la Geografia i vincitori del premio di studio in memoria del professor Saudo Favati. I tre giovani laureati hanno ricevuto il premio nel corso di una cerimonia che si è svolta giovedì 5 aprile nell'Aula Magna Storica della Sapienza.

Il premio di studio Saudo Favati, istituito dalla facoltà di Lettere e filosofia, ricorda l'insigne docente delle scuole medie e superiori della Provincia di Pisa, nonché studioso del campo umanistico, soprattutto dell'area storico-geografica, e appassionato bibliofilo. Secondo le intenzioni della donatrice, la signora Anna Favati, sorella del professore, è assegnato a studenti della facoltà di Lettere e filosofia che si sono laureati con votazione di 110/110 e 110/110 e lode tra il 1° gennaio 2008 e il 31 luglio 2011, discutendo tesi nell'ambito della storia antica, della storia medievale o della geografia. La commissione giudicatrice è stata composta dai professori Carlo Da Pozzo, Cesare Letta e Mauro Ronzani.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa 

 

premio favati

premio favati Favati_moglie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

stella Su nel cielo c'è una nuova classe di stelle e a individuarla è stato un esperimento internazionale a cui ha partecipato anche l'Università di Pisa. La scoperta riguarda OGLE-BLG-RRLYR-02792, una stella che si comporta apparentemente come una RR Lyrae, le stelle variabili pulsanti che presentano variazioni periodiche della luminosità, ma che in realtà si è scoperto essere profondamente diversa. La stella individuata si presenta agli occhi dei telescopi con le stesse caratteristiche pulsazionali delle RR Lyrae comuni ma ha una struttura e una storia evolutiva completamente diverse.

I risultati della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista "Nature" in un articolo dal titolo "RR-Lyrae-type pulsations from a 0.26-solar-mass star in a binary system", di cui è autore anche Pier Giorgio Prada Moroni, ricercatore al dipartimento di Fisica, associato all'INFN e all'INAF. "Nell'articolo presentiamo la scoperta del primo sistema binario contenente una RR Lyrae avvenuta nell'ambito dell'esperimento OGLE (Optical Gravitational Lensing Experiment) guidato dall'Università di Varsavia", spiega Prada Moroni. "Gli spettri sono stati osservati con due grandi telescopi che si trovano in Cile, il Magellan Clay, con uno specchio di 6.5 metri di diametro, presso l'osservatorio di Las Campanas e il Very Large Telescope di 8.2 metri dell'ESO (European Organisation for Astronomical Research in the Southern Hemisphere). Con nostra grande sorpresa, questa stella variabile è risultata molto meno massiccia (2-3 volte) delle RR Lyrae comuni: la sua massa è infatti 0.26 masse solari, invece di 0.5-0.7 masse solari".

La piccola stella che vediamo oggi è ciò che resta di una stella molto più grande (1.4 masse solari) a cui la compagna nel sistema binario ha strappato così tanta materia da impedirle di seguire una normale evoluzione. Quest'oggetto costituisce la prima evidenza di una nuova classe di stelle variabili pulsanti. La stella sta evolvendo verso il suo stadio finale, lo stadio di nana bianca con un nucleo di elio. Questi oggetti, nella loro fase più brillante potrebbero contribuire in modo non trascurabile all'eccesso ultravioletto osservato in molte galassie.

prada moroni Tra le stelle pulsanti, un ruolo di primissimo piano è svolto dalle RR Lyrae, stelle vecchie e brillanti, caratteristiche delle popolazioni stellari più antiche della nostra e delle altre galassie. Queste stelle sono molto importanti perché sono delle ottime candele campione, ossia oggetti che possono essere utilizzati per misurare le distanze astronomiche, misure da cui dipendono le nostre conoscenze sull'espansione dell'Universo. Le variazioni periodiche della loro luminosità sono causate da processi fisici che avvengono nei loro strati esterni, quindi non sono dovute a cause geometriche come nel caso delle variabili a eclisse.

"La luminosità intrinseca delle RR Lyrae dipende dalla massa e dal periodo di pulsazione", specifica Prada Moroni. "Mentre il periodo di pulsazione è relativamente facile da misurare, una determinazione dinamica diretta della massa è molto più difficile perché richiede l'osservazione di RR Lyrae in sistemi binari ad eclisse".

Il contributo del ricercatore dell'Università di Pisa è stato quello di fornire i modelli teorici che descrivono la struttura e l'evoluzione delle stelle necessari all'interpretazione di queste osservazioni, risultato della pluriennale, e riconosciuta a livello internazionale, tradizione di evoluzione stellare teorica sviluppata presso il dipartimento di Fisica. "A differenza delle RR Lyrae comuni, che traggono energia sia dalla combustione termonucleare di elio in carbonio e ossigeno nel nucleo che dalla combustione di idrogeno in elio in un sottile guscio adiacente al nucleo stesso, la nuova stella variabile è troppo piccola per aver innescato la fusione termonucleare dell'elio e quindi ha un'unica sorgente di energia nucleare, la fusione dell'idrogeno nel sottile guscio che circonda il nucleo di elio. Questa scoperta dimostra che esistono stelle variabili che imitano il comportamento delle RR Lyrae classiche ma che hanno un'origine e una struttura interna completamente diverse". (L'autore della figura in alto è Janusz Bogucki).

Ne hanno parlato: 
Ansa.it
RepubblicaFirenze.it 
CorriereFiorentino.it 
Tirreno
Tirreno Pisa 
PisaNotizie.it
TirrenoPisa.it 
NazionePisa.it
InToscana.it
PisaInformaFlash.it
PianetaUniversitario.com 
 

 

Hanno vinto il primo e il terzo premio messi in palio da Pharmaidea due laureate pisane in Farmacia che hanno partecipato al concorso presentando i loro elaborati di tesi sul tema della "Farmacia dei servizi: prospettive e modelli di sviluppo": Matilde Mosti e Alessandra Ducci hanno vinto rispettivamente duemila e mille euro e la prima classificata potrà svolgere uno stage formativo presso Pharmaidea, la società che da oltre dieci anni si adopera per un miglioramento della gestione del ciclo di vita dei prodotti che si trovano farmacia.

Matilde Mosti ha presentato la tesi dal titolo "La farmacia dei servizi tra sviluppo del potenziale professionale del farmacista e innovazione per la farmacia", mentre Alessandra Ducci ha partecipato con l'elaborato dal titolo "L'evoluzione della farmacia comunale: ruolo e opportunità nella società attuale". Entrambe le ragazze sono state seguite nello svolgimento della tesi dalla professoressa Patrizia Chetoni, docente della facoltà di farmacia dell'Università di Pisa, e da Giulio Sensi dello Studio Falorni di Pisa. La commissione giudicatrice, presieduta da Luigi d'Ambrosio Lettieri, segretario della XII Commissione Sanità del Senato, era composta da Andrea Mandelli, presidente F.O.F.I., Eugenio Leopardi, presidente Utifar, Paolo Corte, presidente Fe.N.A.Gi.Far, Giuseppe Ronsisvalle, presidente della Conferenza dei Presidi delle facoltà di Farmacia, e da Gianpiero De Mestria, amministratore delegato di Pharmaidea.

In questo periodo di importanti interventi legislativi che coinvolgono a vari livelli la Farmacia, il premio di laurea promosso da Pharmaidea mantiene vivo l'interesse sui nuovi compiti e funzioni a "forte valenza socio-sanitaria" offerti al cittadino dalle farmacie pubbliche e private nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale.

Un'indagine a tappeto come mai era stata realizzata all'Università di Pisa, con circa 55.000 questionari inviati on line e 18.532 risposte compilate, tra le quali 16.277 di studenti, 1.079 di docenti e 1.176 tra amministrativi, tecnici e bibliotecari. Sono questi i numeri relativi ai questionari del Bilancio Sociale presentati martedì 3 aprile, nella Sala dei Mappamondi di Palazzo alla Giornata, dal rettore Massimo Augello e dal prorettore per le Politiche di Bilancio, Ada Carlesi, coordinatrice del progetto del Bilancio Sociale. Senza dimenticare gli oltre 5.000 studenti che hanno vinto uno dei premi messi in palio dall'Ateneo con la collaborazione di alcuni importanti partner, dalla Banca di Credito Cooperativo di Fornacette alla Effegi di Ospedaletto, dalla Air One alla Cassa di Risparmio di Lucca Pisa e Livorno, alla CDC Point. 25 di questi studenti hanno ricevuto dalle mani dello stesso rettore un netbook o una stampante multifunzione, mentre gli altri hanno già ricevuto o stanno per ricevere 1.000 voucher con sconti per voli aerei e 4.000 chiavette USB griffate "Università di Pisa".

"Una partecipazione così straordinaria - ha commentato il professor Augello - dimostra che vi è stata piena comprensione e condivisione dell'iniziativa all'interno della nostra comunità accademica e questo è un segnale molto incoraggiante, poiché fin dall'inizio della nostra azione di governo ci siamo posti l'obiettivo di rafforzare il senso di appartenenza alla nostra Istituzione".

Il percorso del Bilancio Sociale, il primo nella storia dell'Università di Pisa, è partito ufficialmente a giugno del 2011 con l'adesione del Senato accademico e del Consiglio di Amministrazione. A fine anno sono stati inviati on line circa 55.000 questionari rivolti agli studenti, ai docenti e agli amministrativi, tecnici e bibliotecari dell'Ateneo. In meno di tre mesi sono state registrate 18.532 risposte, che rappresentano più del 33% rispetto al totale dei questionari spediti: tra i docenti si è registrato un tasso di circa il 70%; tra gli amministrativi, tecnici e bibliotecari di circa l'80% e tra gli studenti di oltre il 31%. In quest'ultimo caso si è avuta inoltre una distribuzione pienamente rappresentativa per quanto riguarda la suddivisione tra le diverse facoltà e tra i diversi anni di corso.

"Questo risultato - ha precisato la professoressa Ada Carlesi - è frutto del lavoro e dell'impegno messi in atto da tutti i componenti dei Gruppi del Bilancio Sociale e da diversi Uffici dell'amministrazione, che dunque ringrazio davvero in modo sentito, oltre che della preziosa collaborazione del DSU Toscana. In queste settimane stiamo iniziando a elaborare statisticamente i dati dei questionari e stiamo definendo tutti i temi in agenda, con l'obiettivo ambizioso di presentare il volume finale del Bilancio Sociale prima della pausa estiva".

Al successo dei questionari ha contribuito anche l'idea di abbinare la compilazione da parte degli studenti a un concorso a premi reso possibile grazie al contributo di alcuni sponsor dell'Ateneo. Nel corso della breve cerimonia di martedì 3 aprile sono stati consegnati i 20 netbook offerti dalla Banca di Credito Cooperativo di Fornacette, alla presenza del presidente e del direttore dell'Istituto, Carlo Paoli e Mauro Benigni, e le 5 stampanti multifunzione messe a disposizione dalla Effegi di Ospedaletto, alla presenza del presidente Andrea Galli. Negli scorsi giorni erano stati comunicati via mail i codici dei 1.000 voucher con lo sconto di 15 euro offerti dalla Air One, rappresentata dal direttore marketing, Gianluca Marchio, con la quale l'Università di Pisa ha anche firmato una convenzione che prevede offerte promozionali per i suoi studenti e dipendenti. Nei prossimi giorni, infine, saranno distribuite le 4.000 chiavette USB griffate "Università di Pisa" realizzate con il contributo della Cassa di Risparmio di Lucca Pisa e Livorno e della CDC Point di Fornacette.

Lunedì 2 aprile alle ore 12.00, nell'Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza, l'Università di Pisa ha conferito il diploma Honoris Causa di dottorato di ricerca in Oncologia sperimentale e molecolare a Harald zur Hausen, lo scienziato che nel 2008 ha vinto il premio Nobel per la medicina per aver dimostrato l'origine virale del cancro del collo dell'utero, causato dal virus del papilloma umano - HPV.
 Dopo la Laudatio letta da Generoso Bevilacqua, direttore della Scuola di dottorato in Scienze biologiche e molecolari che ha proposto il dottorato, zur Hausen ha discusso la sua tesi "Identification of tumour viruses permits a novel approach to cancer prevention". La cerimonia è stata introdotta dai saluti del prorettore vicario Nicoletta De Francesco.

Il premio Nobel si trova a Pisa in occasione del workshop internazionale su "Viruses and Breast Cancer" organizzato dal professor Bevilacqua dal 2 al 4 aprile a Palazzo Blu nell'ambito di uno specifico progetto di ricerca finanziato dalla Regione Toscana. 
Al workshop partecipano i ricercatori maggiormente impegnati nello studio di una possibile eziologia virale del cancro mammario, provenienti da Australia, Austria, Canada, Germania, Israele, Messico, Singapore, Stati Uniti d'America.
Gli studi del laboratorio pisano rappresentano la visione moderna di un importante filone di ricerca iniziato nel nostro Ateneo da Francesco Squartini (1927-1992), professore di Anatomia patologica e scienziato noto in tutto il mondo come uno dei massimi esperti nella biologia del cancro della mammella. Il suo modello di studio era appunto quello del tumore mammario del topo indotto dal Murine Mammary Tumor Virus - MMTV. La figura del professor Squartini verrà ricordata all'inizio del workshop.

Il lavoro di ricerca di Harald zur Hausen si è da sempre incentrato sulle cause virali del cancro. Nella prima parte della sua carriera scientifica si è interessato del ruolo del virus Epstein-Barr nei linfomi di Burkitt ed in altri tumori.
Nel 1976 la sua importante scoperta: dopo anni di ricerche riesce a dimostrare il ruolo dello Human papillomavirus (HPV) nell'eziologia del tumore della cervice uterina, il secondo tumore più comune nella popolazione femminile mondiale.
I risultati delle ricerche condotte dal professor zur Hausen, accolte inizialmente con un certo scetticismo, hanno contribuito allo sviluppo di test diagnostici utilizzabili per lo screening del tumore del collo dell'utero e, più recentemente, di un vaccino preventivo contro l'HPV.
Le applicazioni cliniche di tali scoperte sono particolarmente rilevanti in termini di salute pubblica, soprattutto nei paesi in via di sviluppo dove il tumore del collo dell'utero è la principale causa di morte per tumore nelle donne.

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